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Introduzione Introduzione Introduzione Introduzione
Nella mia tesi tratterò l'argomento riguardante il welfare state, cercando di spiegare come si sia
sviluppato lo stato sociale nel corso dei secoli e mettendo in confronto le scelte operate da due
realtà così simili e al contempo così diverse come quelle di Stati Uniti ed Europa. Nel primo
capitolo, dopo un breve excursus sullo stato sociale, parlerò distintamente della realtà sociale
nordamericana e di quella europea studiandone gli sviluppi storici e le caratteristiche peculiarità;
analizzando le dimensioni e gli interventi diretti al sostentamento della parte di popolazione meno
abbiente. Dopo aver analizzato distintamente l'ambito sociale di Stati Uniti ed Europa proverò a
capire quali siano i fattori che hanno maggiormente influenzato i vari governi ad attuare delle
scelte così contrapposte. Per riuscire a capire e a spiegare queste differenze ricorrerò nel secondo
capitolo ad un confronto diretto, metterò l'attenzione sui diversi aspetti avvalendomi dell'aiuto
delle teorie che sono state sviluppate nel corso dei secoli dagli studiosi di economia e sociologia. I
diversi aspetti che andrò ad analizzare riguarderanno le teorie economiche, le istituzioni tipiche
di Stati Uniti ed Europa, i partiti politici con particolare riguardo ai movimenti operai e al partito
socialista e i fattori razziali e culturali che caratterizzano l'Europa e gli Stati Uniti. Prenderò in
considerazione diverse teorie economiche: la teoria sviluppata dagli studiosi Romer e Meltzer-
Richards sulla disuguaglianza di reddito nelle varie fasce di reddito, la tesi sulla correlazione tra
redistribuzione e mobilità sociale, la teoria di Rodrik e Cameron sull'avversione al rischio di
statunitensi ed europei e la teoria riguardante l'inefficienza dei sistemi di riscossione delle
imposte. Nel paragrafo sulle istituzione cercherò di capire se le differenti scelte in materia di
welfare possono essere dovute alla differente organizzazione istituzionale dello stato. Analizzerò le
istituzioni ponendo l'attenzione su quelle che si differenziano maggiormente come il sistema
elettorale (sistema proporzionale europeo e sistema maggioritario americano), l'organizzazione
geopolitica dello stato (governo centralizzato europeo e stato federale americano), il sistema di
controllo check and balances sull’operato delle varie istituzioni predisposto dai costituenti
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americani nella Costituzione americana e il ruolo garantista e conservatore attuato della Corte
suprema americana nel corso della storia americana. Un altro fattore che è interessante analizzare
è lo sviluppo dei movimenti operai e la nascita del partito socialista e cercherò di capire se le lotte
ideologiche e di piazza possono essere tra i fattori che hanno aiutato la crescita dello stato sociale.
L'ultimo aspetto che andrò ad analizzare sarà quello culturale e quello razziale per cercare di
capire se in Europa e Stati Uniti ci esistano delle culture o dei fattori razziali differenti, tali da
influenzare la nascita e lo sviluppo dello stato sociale.
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1 Lo stato sociale 1 Lo stato sociale 1 Lo stato sociale 1 Lo stato sociale
1.1 1.1 1.1 1.1 Excursus Excursus Excursus Excursus storico storico storico storico
Il welfare state è l'insieme dei provvedimenti adottati dalle istituzioni pubbliche nei vari paesi per
garantire ai cittadini il soddisfacimento delle loro necessità primarie e per combattere il fenomeno
della povertà. Attraverso lo sviluppo del welfare state, lo stato cerca di eliminare le disuguaglianze
sociali ed economiche fra i cittadini attraverso servizi pubblici; si prova in questa maniera di
aiutare oltre ai poveri anche i portatori di handicap, i disoccupati e gli anziani. Questi servizi
pubblici comprendono l'assistenza sanitaria, la pubblica istruzione, l'indennità di disoccupazione,
i sussidi familiari in caso di accertato stato di povertà o bisogno, accesso alle risorse culturali come
attività nel tempo libero, teatri e biblioteche, assistenza all'invalidità e agli anziani, sicurezza
pubblica e salvaguardia ambientale. Questi servizi gravano pesantemente sui conti pubblici dello
Stato in quanto richiedono ingenti risorse finanziarie che vengono raccolte in buona parte dal
sistema di prelievo fiscale. I sistemi sociali sono presenti in quasi tutte le nazioni del mondo, ma
raggiungono la loro massima espressione nei paesi europei e, soprattutto, nei paesi scandinavi.
Le prime forme di stato sociale si sono sviluppate già nel medioevo, quando l'opera di
sostentamento era svolta principalmente dai monaci che accoglievano i poveri all'interno dei
monasteri dando loro cibo e riparo per la notte. Nel cinquecento la povertà divenne un fenomeno
dilagante che cresceva in maniera esponenziale e le rivolte dei meno fortunati mettevano in serio
pericolo la stabilità di governi e stati interi. Nei vari paesi si tenta di arginare il problema della
povertà attraverso vari strumenti: provvedimenti giuridici, imposte, creazione di strutture
adeguate e lavoro. Il primo governo ad intervenire a favore dei poveri fu quello inglese nel 1572
con la Poor Law che gravava sui proprietari dei beni immobili. In base a questa legge i proventi
dell'imposta vengono gestiti dalle parrocchie per dare sostentamento ai poveri. I sussidi sono
erogati previo riconoscimento dello status di povertà; tale status viene però riconosciuto, di fatto,
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solo nel caso in cui il soggetto accetti di farsi ricoverare in speciali strutture istituite
appositamente per accogliere gli indigenti, una sorta di ospizi. In Francia, nel 1657 e nel 1662,
due editti di Luigi XIV istituiscono l’Hôpital général, luogo nel quale i poveri trovano alloggio e
forniscono, in cambio, manodopera. In Austria, nel 1784, Giuseppe II crea gli Armeninstituten per
dare accoglienza ai poveri disoccupati. In Italia, a Milano, nel 1758 viene creato un Albergo dei
poveri, casa di lavoro coatto per i poveri disoccupati. Lo stato sociale nacque, quindi, nel
cinquecento per volontà dei governanti non con lo scopo primario di dare sostentamento ai più
bisognosi e ai meno fortunati, ma con l'obiettivo di porre fine le sommosse di piazza e di arginare
la piaga della criminalità che stava mettendo in ginocchio l'Europa.
Dopo secoli di lotte di piazza e scioperi nel diciannovesimo e soprattutto nel ventesimo secolo
iniziano ad strutturarsi sistemi più organici e le riforme sociali conoscono una grandissima
espansione soprattutto in Europa. Si assiste nel periodo che va dagli anni cinquanta fino agli anni
ottanta ad una crescita incredibile della spesa economica sostenuta anche dalla crescita del
Prodotto interno lordo. Negli anni ottanta e novanta i sistemi di welfare, però, entrarono in crisi
per ragioni economiche, politiche, sociali e culturali al punto che oggi si parla di una vera e
propria crisi del welfare state. Per mettere fine alla crisi alcuni economisti sostengono che si debba
voltare pagina e attraverso delle scelte che possono risultare anche impopolari per creare un
nuovo modello di stato sociale. La prima mossa sarebbe quella ridurre la pressione fiscale e, di
conseguenza, ridurre i fondi destinati allo stato sociale. La seconda mossa sarebbe quella di
affidare a aziende private l'erogazione di alcuni servizi, ad esempio le pensioni a enti assicurativi
privati o l'istruzione a scuole o università private, anche se una scelta simile potrebbe creare dei
problemi di equità sociale nella popolazione.
Secondo il sociologo danese Gosta Esping-Andersen è possibile riconoscere nella differenti
evoluzione dei sistemi di welfare state tre diverse tipologie: liberale, conservatore e
socialdemocratico.
Nel modello liberale i diritti sociali derivano dalla dimostrazione dello stato di bisogno. Il sistema è
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fondato sulla precedenza ai poveri meritevoli e sulla logica del "cavarsela da soli". Pertanto i
servizi pubblici non vengono forniti indistintamente a tutti, ma sono usufruibili solamente da chi
è veramente povero e concerne una fascia di destinatari molto ristretta. Per gli altri individui, che
costituiscono la maggior parte della società, tali servizi non vengono forniti dallo Stato ma devono
essere acquistati sul mercato privato dei servizi. Negli Stati Uniti d'America, ad esempio, sono
previsti organismi come il Medicaid per i poveri, il Medicare per gli anziani e l'AFDC per le madri
sole. Questo regime riflette una teoria politica secondo cui è utile ridurre al minimo l'impegno
dello Stato, individualizzando i rischi sociali. Il risultato è un forte contrasto tra cittadini non
bisognosi e cittadini assistiti. Tale modello è tipico dei paesi anglosassoni: Australia, Nuova
Zelanda, Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Nel modello conservatore i diritti derivano dalla professione esercitata: le prestazioni del welfare
sono legate al possesso di determinati requisiti, in primo luogo l'esercitare un lavoro. In base al
lavoro svolto si stipulano delle assicurazioni sociali obbligatorie che sono all’origine della
copertura per i cittadini. I diritti sociali sono quindi collegati alla condizione del lavoratore.
Questo è il modello tipico degli Stati dell’Europa continentale e meridionale, tra cui l’Italia (per
alcuni servizi). Una variante del modello particolaristico è il cosiddetto welfare aziendale che si è
diffuso in alcuni Paesi occidentali ed in Giappone che si basa su contributi dei dipendenti e della
stessa azienda che, nel caso in cui si possano prevedere utili nel lungo periodo, possono
rappresentare la parte principale del finanziamento dei servizi.
Nel modello socialdemocratico i diritti derivano dalla cittadinanza: vi sono quindi dei servizi che
vengono offerti a tutti i cittadini dello Stato senza nessuna differenza. Tale modello promuove
l’uguaglianza di status passando così dal concetto di assicurazione sociale a quello di sicurezza
sociale, fornendo un welfare che si propone di garantire a tutta la popolazione degli standard di
vita qualitativamente più elevati. Questo modello nel corso degli anni si è rivelato molto costoso
per le casse dello stato. Tale modello è tipico degli Stati dell’Europa del nord e dell'Italia (per
determinati servizi).