introduzione
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introduzione
<<Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature
[… ]
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba …>> San Francesco
1
Nel Cantico delle Creature di San Francesco vi si trova l’espressione
più aulica dell’ammirazione dell’uomo verso il creato.
In tale opera il fraticello di Assisi osserva la natura e ne trae
l’informazione dell’amore di Dio verso l’uomo.
Il Cantico lo si può analizzare secondo molti approcci, scrivendo
intere biblioteche sull’argomento, ma in questa sede si chiede di analizzarlo
secondo l’ottica che guiderà il lettore lungo tutto il corso dell’opera: il
sistema informativo.
Infatti, se si analizza l’opera del fraticello secondo l’ottica proposta
dal presente lavoro, non la si può non leggere che come l’interpretazione di
un messaggio tratto da un complesso Sistema Informativo, che non è altro
se non la natura che ci circonda.
Tutto ciò può sembrare una forzatura, ma fermandosi un attimo a
riflettere, dal momento in cui apriamo gli occhi la mattina, ci si ritrova
immersi in un mondo fatto di sistemi informativi: il letto disfatto ci
comunica che qualcuno ci ha dormito, l’aroma del caffè indica che sta
salendo e il rumore che è pronto, il sole senza nuvole che si prospetta una
bella giornata e così via.
1
San Francesco d’Assisi, Il Cantico delle Creature, Assisi, XII secolo
introduzione
5
Ma nel cantico vi si scorge qualcosa in più che il solo sistema
informativo:
<<Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.>>
Dalla terzina si può cogliere come il santo abbia già intuito, a suo
modo, il legame possibile tra un sistema informativo e lo sviluppo
integrale dell’uomo.
Infatti, egli pone a confronto il creato, già descritto come sistema
informativo dell’amore divino, quale strumento per il sostentamento e lo
sviluppo dell’essere umano in tutte le sue parti e lungo tutto il corso della
vita, compresa la morte.
È un visione molto generalista, ma lascia intuire come l’argomento
in questa sede trattato possa lasciare spazio a molte riflessioni e conclusioni
in molte sedi.
Quanto fin qui detto ad indicare che parlare di sistemi informativi
non è cosa semplice, bisogna necessariamente inquadrare il discorso
ponendo dei limiti metodologici e disciplinari.
Non meno difficoltoso risulta parlare di sviluppo integrale, infatti, su
tale argomento la speculazione filosofica, sotto varie sfaccettature (morale,
materiale, ideale, etc..), ha da sempre esposto le proprie teorie
sull’argomento. Anche in questo caso si rende necessario inquadrare il
discorso ponendo dei limiti metodologici e disciplinari.
Il metodo di base che si seguirà nella presente opera sarà un processo
di sviluppo dell’argomento in termini progressivo – deduttivo per poi
inquadrare disciplinarmente il tutto in ambito economico aziendale.
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Ciò permetterà al lettore di essere accompagnato passo passo lungo il
ragionamento seguito per cogliere appieno il significato ultimo
dell’argomento trattato, in modo tale da giungere al culmine della
trattazione cogliendo appieno le varie sfaccettature che una simile tesi può
presentare.
Il punto di partenza dell’opera trae spunto da un precedente lavoro
dello scrivente, Il Sistema Informativo Aziendale – primi lineamenti per un
modello interpretativo generale
2
, scritto in occasione della laurea triennale
in Economia Aziendale. Da tale lavoro viene ripreso il modello di sistema
informativo integrale proposto nella prima parte dell’opera, integrandolo
con ulteriori considerazioni e ragionamenti circa l’evoluzione
dell’argomento.
Altro spunto argomentativo riguarda l’opera del professore Carlo
Sorci e relatore del presente lavoro: Lineamenti per uno sviluppo integrale
delle aziende
3
. In questo caso l’argomento verrà trattato lungo la seconda
parte dell’opera, dipanando la trattazione nelle varie sfaccettature
dell’argomento, circa le sue varie evoluzioni speculative per giungere al
culmine della presentazione della teoria sorciana, senza risparmiare i
richiami ai legami con il sistema informativo.
Con la terza parte si congiungono i due percorsi tracciati dalle due
parti precedenti, infatti, grazie al processo progressivo – deduttivo già
citato, si metteranno a confronto il modello ad incroci di sistema
informativo aziendale integrale con il modello di sviluppo integrale delle
aziende proposto da Sorci, giungendo a delineare una tabella riassuntiva
2
Lentini D., Il Sistema Informativo Aziendale – primi lineamenti per un modello interpretativo generale,
Università degli Studi di Palermo, 19/03/2008
3
Sorci C., Lineamenti per uno sviluppo integrale delle aziende, Università degli Studi di Palermo, A.A
2006/2007
introduzione
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che permetta, senza molte pretese, di essere un quadro di riferimento per lo
studio del complesso rapporto tra sistema informativo integrale e sviluppo
integrale aziendale.
In base a quanto detto l’opera la si può scomporre in tre parti ideali:
Il sistema informativo, composto dai capitoli:
> La comunicazione: breve cenno sulle discussioni in atto
sulla comunicazione, esponendone brevemente le varie teorie.
Vi si pone l'attenzione sulle criticità emergenti
nell'applicazione concreta (errori di comunicazione),
evidenziandone l’importanza del processo nella veste
aziendale.
> Il sistema informativo aziendale integrale: vi si espone la
speculazione che vi è alla base del concetto stesso di sistema
informativo fino a giungere alla definizione di sistema
informativo aziendale. A quel punto si esporrà il sistema
informativo integrale, con le teorizzazioni che vi sono alla
base fino alla presentazione del modello.
Lo sviluppo integrale, composto dal capitolo:
> Lo sviluppo integrale aziendale: partendo dal generale
concetto di sviluppo si giungerà passo dopo passo a delineare
il concetto di sviluppo umano senza tralasciare un breve
excursus storico sulla cospicua speculazione disciplinare sul
concetto di sviluppo umano. Poste tali premesse, si analizzerà
il modello proposto dal professore Sorci circa lo sviluppo
umano integrale declinato successivamente sullo sviluppo
integrale aziendale
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La relazione tra sistema informativo integrale e lo sviluppo
integrale delle aziende:
> Il sistema informativo aziendale integrale a supporto dello
sviluppo aziendale integrale: tramite la presentazione di una
tabella di riferimento, che pone a confronto lo sviluppo umano
integrale con lo sviluppo integrale aziendale (secondo le loro
quadruplici direttrici) con il sistema informativo integrale, vi
espongono, in maniera semplice e immediata, quali secondo la
prassi possano essere gli strumenti del sistema informativo a
supporto dello sviluppo integrale specificatamente per ogni
direttrice.
Quanto presentato non ha la pretesa di essere un’opera
onnicomprensiva e compiuta sull’argomento, poiché, come già evidenziato,
sia il concetto di sistema informativo che quello di sviluppo integrale da
sempre sono stati oggetto di analisi e teorizzazione e di certo non
troveranno il loro compimento con questo lavoro e presumibilmente con la
futura letteratura.
Né si vuole esporre tutta la letteratura fin qui scritta, perché sarebbe
impossibile, anche ponendo fortissimi limiti disciplinari.
Entrambi i temi sono in continua evoluzione e analizzabili secondo
molti punti di vista sia metodologici che disciplinari. Anche se qui si
toccano leggermente nel generale generalmente nello specifico vi si sono
dovuti porre forti limiti.
Ciò che il presente lavoro vuole aspirare, è di proporre, senza molte
pretese, un modello concettuale di riferimento per l’interpretazione e la
realizzazione di un sistema che possa presentare la necessaria sinergia tra
l’esigenze di un sistema informativo, che voglia servire al meglio gli
introduzione
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interessi dei suoi vari fruitori, e le esigenze di sviluppo umano integrale che
in azienda con il proprio lavoro cercano il loro compimento.
Il modello di sistema informativo integrale, vuole essere un modello
dinamico e flessibile, capace di rimanere sempre attuale adattando sia al
contenuto ambientale sia al contesto di riferimento aziendale, dando in un
unico sguardo una visione d’insieme. In tale visione d’insieme s’inquadra
perfettamente sinergicamente il concetto di sviluppo integrale aziendale,
che con le sue quattro direttrici, racchiudendo in sé sia il contenuto
ambientale sia il contesto di riferimento aziendale in senso lato.
comunicazione
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Cap. i
la comunicazione
1 L'esigenza del comunicare - 2 Lo strumento comunicazione - 2.1 Prime definizioni - 2.2 Il
paradigma della comunicazione - 3 Paradigmi avanzati - 3.1 Le correnti della scienza della
comunicazione - 3.1.a Il paradigma informazionale - 3.1.b Il paradigma relazionale - 3.2.1 Il
modello delle 5 w – 3.2.2 Il modello di Jakobson - 4 Un taglio aziendale – 4.1 Prime
riflessioni - 4.2 Limitazioni aziendali - 4.3 L'informazione - 5 Il paradigma integrato – 5.1
Concetti di base – 5.2 Cenni economico aziendali – 5.3 Un ulteriore sviluppo
1 L'esigenza del comunicare
L'uomo, secondo Aristotele, è “un animale sociale”, quindi il suo
istinto primo, il suo obiettivo di fondo, la sua ragion d'essere, sembra sia
essere la socialità.
Ma un qualsiasi obiettivo, per poter essere messo in atto e così
essere realizzato, ha bisogno di adeguati mezzi e, senza alcuna ombra di
dubbio, il mezzo più importante per l'obiettivo socialità è: la
comunicazione.
“Non si può non comunicare”.
Questa affermazione, enunciata nel 1967 e nota come “paradosso di
Watzlawick, Beevin e Jackson
1
”, ha costituito per lungo tempo il punto di
riferimento degli studi sulla pragmatica della comunicazione.
Anche la persona che rifiuta ogni rapporto, ogni relazione, ogni
contatto con altre persone “comunica che non vuole comunicare”.
1 Watzlawick P., Beavin J. H., Jackson D. D., Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio,
Roma, 1971
comunicazione
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La comunicazione, quindi, è un nodo essenziale dell’esistenza, che
permette l’interazione dell’individuo con l’ambiente che lo circonda e lo
rende “essere sociale”.
Infatti, da un'attenta analisi della realtà circostante, si può facilmente
riscontrare quanto appena affermato.
Si pensi ai bambini in fasce: anche se non riescono a pronunciare
alcuna parola, cercano lo stesso di comunicare le loro sensazioni con gesti
o gemiti.
Volendo continuare l'analisi volgendo uno sguardo anche alla storia,
si può notare come anche presso gli uomini preistorici una simile esigenza
è ben riscontrabile, basti pensare ai resti dell'arte rupestre, presenti anche in
Italia, datati 8500 A.C. circa.
Volendo ancora continuare, tornando velocemente ai nostri giorni,
non si può non notare come la realtà odierna sia immersa nell'iper-
comunicazione. Ai tradizionali sistemi comunicativi, (contatto personale,
voce, sguardi), si sono aggiunti sistemi che permetto la comunicazione a
distanza, a volte senza aver mai avuto un qualsiasi incontro di presenza e
sapere come sia l'altro fisicamente.
Il nome è stato sostituito da un nickname.
2 Lo strumento comunicazione
2.1 Prime definizioni
Si è detto che il mezzo, lo strumento essenziale per la socialità
dell'essere umano, che sia sotto forma di gesti, di linguaggio o di
rappresentazioni scritte è la comunicazione.
comunicazione
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Ma cosa è esattamente la comunicazione?
Esistono svariate definizioni di comunicazione, sostantivo derivante
dal verbo comunicare; di seguito se ne riportano alcune considerate più
rappresentative:
partecipare. Mezzo di comunicare, aver relazione. Dove per
comunicare: far partecipe, render comune ad altri, render
noto
2
;
trasmissione d'informazione attraverso messaggi
3
.
Come si può ben notare la comunicazione serve a far partecipe l'altro, chi
riceve, delle nostre informazioni.
La comunicazione, quindi, non è altro che lo strumento che permette la
trasmissione da un mittente ad un destinatario delle informazioni.
Pertanto, tornando alla definizione seguita per l'esposizione, si può dire che
l'essenza principale dell'essere uomo sociale non è tanto la comunicazione
sic et simpliciter ma l'informazione trasmessa tramite il processo di
comunicazione.
2.2 Il paradigma della comunicazione
Data una definizione di base di comunicazione, bisogna a questo
punto analizzarne il funzionamento. All'uopo si può attingere facilmente
alla copiosa letteratura che negli anni si è prodotta su tale argomento.
Il funzionamento della comunicazione, nella sua veste più
semplicistica, viene presentato in letteratura con il termine paradigma,
2 Zingarelli N., Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli editore, 1967
3 Garzanti L., Le Garzantine - Enciclopedia universale, Corriere della sera, Milano, 2006
comunicazione
13
proprio per il significato letterale del termine che indica una
rappresentazione elementare di un fenomeno.
MITTENTE DESTINATARIO
Figura 1: paradigma della comunicazione
Infatti, guardando il figura 1, si nota l'assoluta semplicità del
fenomeno: il mittente fa partire un'informazione nei confronti del
destinatario.
In tale modello semplicistico si possono però cogliere alcuni
elementi fondamentali:
il mittente: colui che mette in atto il processo comunicativo,
colui che ha come obiettivo la socialità, il rendere partecipe;
il destinatario: egli non è soltanto il destinatario di un'azione
messa in atto dal mittente, ma è anche il ricevente
dell'informazione;
l'informazione: l'oggetto dell'atto comunicazione.
Ma la semplicità del paradigma serba in sè dei limiti che sono
intrinseci della semplicità stessa.
Innanzitutto, il paradigma presenta una comunicazione univoca tra
mittente e destinatario. Nella realtà solo in alcuni casi si può notare una
situazione simile e limitatamente a certi tipi d'informazione, come ad
esempio un ordine.
Altro importante limite evidenziato riguarda l'efficacia della
trasmissione dell'informazione. Brevemente, in attesa di una trattazione più
approfondita nel prosieguo del lavoro, si può dire che l'informazione partita
dal mittente non sempre coincide con l'informazione giunta al ricevente.
INFORMAZIONE
comunicazione
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Infatti, l'esattezza dell'informazione è funzione di vari elementi: efficienza
del mezzo, interesse del ricevente, obiettivi del mittente, etc...
3 Paradigmi avanzati
3.1 Le correnti della scienza della comunicazione
Per superare il limiti rappresentativi del semplicistico paradigma,
prima evidenziati, la letteratura ha implementato lo schema fornendo dei
modelli avanzati il più rappresentativi possibile della realtà, aggiungendo al
paradigma di base alcuni elementi significativi.
Le discussioni su tale argomento si sono concentrate in due ben
distinte correnti di pensiero all'interno delle scienze della comunicazione,
facenti capo a due rispettivi paradigmi: il paradigma informazionale e il
paradigma relazionale.
3.1.a Il paradigma informazionale
Il paradigma informazionale, collegato con le prime ricerche
sociologiche svolte negli Stati Uniti da Lippmann e Laswell sugli effetti dei
media, vede la comunicazione come un semplice mezzo per il trasporto
dell'informazione da un polo emittente ad un polo ricevente.
Tutta l'attenzione è riposta soltanto sull'oggetto del trasporto,
l'informazione, puntando sull'efficacia della trasmissione per una corretta
informazione, trascurando i vari effetti che l'oggetto della trasmissione, può
avere sul ricevente o sull'ambiente circostante.
comunicazione
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Tale tipo di teoria è forse quella che più rispecchia fedelmente il
classico paradigma sopra evidenziato. La comunicazione è più simile ad un
monologo, cioè una trasmissione ad una via. Il ricevente non ha nessun
ruolo attivo nel processo ma è soltanto un soggetto passivo che subisce il
processo.
3.1.b Il paradigma relazionale
In tale approccio viene evidenziato il ruolo attivo del soggetto
ricevente, poiché l'informazione non viene scaricata su di esso in maniera
preconfezionata, senza che egli possa rispondere, ma l'informazione prende
vita da un processo biunivoco che vede costantemente coinvolti entrambi
gli attori della comunicazione.
Un simile pensiero è forse quello che più rispecchia l'idea di fondo
di comunicazione quale essenza di socialità. Infatti, il paradigma in
questione pone l'accento sull'effetto che può avere l'informazione sul
rapporto relazionale tra mittente e ricevente e sull'ambiente circostante.
Il paradigma relazionale può essere un punto di partenza valido per
chi vuole intraprendere un'analisi incentrata sullo sviluppo integrale, vista
la sua attenzione sulle svariate conseguenze scaturenti dal processo
comunicativo.
Al contrario del paradigma informazionale, quello relazionale non
cura tanto il mezzo di trasmissione dell'informazione, visto il processo
interattivo di costruzione dell'informazione, dando attenzione
all'interpretazione dei dati da parte dei soggetti coinvolti.