1 INTRODUZIONE
Il tema di questo elaborato è il sistema Inter-americano di tutela dei diritti umani.
La prima parte è incentrata sugli strumenti utilizzati dal sistema Inter-americano per la
tutela dei diritti umani e sulle strutture autonome create dall’OAS (Organization of the
American States) che attivamente vigilano e lavorano per assicurare ad ogni individuo i
suoi diritti fondamentali: la Commissione e la Corte Inter-Americana dei Diritti
dell’Uomo con il loro relativo sviluppo, la loro struttura e principalmente le loro funzioni.
L’analisi di un caso costituisce la seconda parte del mio lavoro. Ho scelto il caso dei
“bambini di strada” (Villagràn Morales et al. Case: The “Street Children” Case) per
esemplificare il funzionamento e il ruolo della Commissione e della Corte. Si tratta del
primo caso in cui è stata posta sotto accusa, in ambito internazionale, la brutalità della
polizia sui bambini di strada guatemaltechi. La decisione sul caso Villagrán Morales et
al. costituisce inoltre un precedente non solo per gli episodi di tortura e uccisioni di cui
sono vittime i bambini di strada in Guatemala: è interessante considerare l’abbondanza di
casi simili (casi di processo svolti non correttamente dagli Stati imputati) che da questo
momento in poi sono stati sottoposti all’attenzione delle corti internazionali in tutto il
mondo.
Ritengo sia fondamentale perseguire gli Stati nel caso essi non garantiscano a tutti i loro
cittadini il diritto di accesso alla giustizia, ancor più quando le vittime sono gli elementi
più deboli e indifesi e a volte nemmeno del tutto consapevoli dell’abuso: i bambini.
Mi sono quindi posta l’obiettivo di dimostrare l’efficienza del sistema giudiziario inter-
americano.
3
2 IL SISTEMA INTER-AMERICANO PER LA TUTELA DEI
DIRITTI UMANI
Tra il febbraio e il marzo del 1945, si tenne la Conferenza Inter-americana sui problemi
della guerra e della pace, in quell’occasione i governi americani aderirono ai principi
internazionali che garantivano i diritti fondamentali per l’uomo e crearono inoltre una
commissione di giudici che si occupasse di stilare la Convenzione che si occupasse di
tutelarli.
La cooperazione inter-americana per la tutela dei diritti umani ha origini precedenti: nel
1928 venne firmato a Lima, durante l’ottava Conferenza panamericana, la “Dichiarazione
a difesa dei diritti dell’uomo”.
L’esperienza della Seconda Guerra Mondiale portò la maggior parte degli Stati americani
a credere di aver bisogno di maggior collaborazione, nel caso una tale minaccia si
presentasse nuovamente. Questo portò loro a ratificare nel 1947 a Rio de Janeiro il
“Trattato di Rio”, ovvero il Trattato Inter-americano di Reciproca Assistenza, esso
consisteva in un sistema di sicurezza collettivo all’interno del quale gli Stati coinvolti
giuravano di intervenire nel caso uno di loro si trovasse sotto la minaccia di un altro Stato
esterno al Trattato.
Nel 1948, tra marzo e maggio, si tenne a Bogotà (Colombia) la “Nona Conferenza
Internazionale degli Stati americani”. La Conferenza fu voluta principalmente dagli
U.S.A. il cui rappresentante in quell’occasione fu il Segretario di Stato George Marshall.
Gli Stati Uniti intendevano promuovere un’organizzazione, all’interno dell’America del
Nord e del Sud, che combattesse il comunismo all’interno (è importante notare che la
Guerra Fredda era in pieno corso). Fu così che nacque l’OAS (Organization of the
American States), creata dai rappresentanti degli Stati (inizialmente ne aderirono 21). Il
30 aprile 1948 venne stilata la Carta dell’OAS.
4
Durante la stessa Conferenza di Bogotà venne redatta la Dichiarazione Americana sui
diritti e sui doveri dell’uomo (dai rappresentanti degli Stati); ebbe così inizio il sistema
Inter-americano per la tutela dei Diritti Umani. La Dichiarazione fu un traguardo
importante, essa precedette di sette mesi la Dichiarazione Universale e di più di due anni
la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Durante la stessa conferenza venne
approvata anche la Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani che per prima
proclamava “il diritto dell’essere umano, senza alcuna distinzione di razza, nazionalità,
credo o sesso”
1
e stabiliva come dovere fondamentale degli Stati membri il rispetto dei
diritti della persona umana.
La maggior parte degli Stati dell’America Latina non godevano in quel tempo della
democrazia come la conosciamo noi oggi. Molti governi non furono in grado di adottare
la Dichiarazione, e l’idea che uno Stato potesse essere responsabile delle sue azioni
contro gli individui appariva molto lontana, la maggior parte dei giudici, inoltre, non
erano indipendenti dalla giunta al potere.
Successivamente questi ideali vennero soprattutto associati all’anticomunismo ed ebbero
un ruolo importante all’interno della Guerra Fredda, l’idea di protezione dei diritti umani
venne in qualche modo associata all’idea di sicurezza nazionale.
Nel clima delle tensioni con Cuba (che iniziarono nel Gennaio del 1959 con la caduta del
regime di Batista e la presa di Cuba da parte di un regime comunista guidato da Fidel
Castro), nell’agosto del 1959 durante la quinta riunione dei Ministri degli esteri dell’OAS
venne istituita la Commissione Inter-americana dei Diritti Umani, quale organo autonomo
che potesse monitorare la situazione americana (per fare in modo che non si creassero
altri casi analoghi a Cuba). Cuba venne esclusa dall’OAS nel 1962.
1
La Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani sancisce all’Articolo 45(a): “All human beings, without
distinction as to race, sex, nationality, creed, or social condition, have a right to material well-being and to
their spiritual development, under circumstances of liberty, dignity, equality of opportunity, and economic
security”.
5
Nessun organo in particolare ebbe lo specifico compito di applicare la Dichiarazione del
1948 fino al 1969 quando venne stilata la Convenzione Americana dei Diritti Umani e
nacque la Corte Inter-americana dei Diritti Umani.
Si attese fino al 1969 per avere un organo che rigorosamente applicasse i diritti umani
questo ci fa pensare che la loro tutela di essi non fosse tra i primi obbiettivi dell’OAS.
Non tutti gli Stati hanno firmato o ratificato la Convenzione: lo stato membro più
importante, gli Stati Uniti d’America, l’ha firmata ma non l’ha ratificata.
Ponendo il sistema inter-americano a paragone con il sistema Europeo di tutela dei Diritti
Umani (ovvero la CEDU: Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo), ci si rende conto
di quanto il primo sia in ritardo nei processi di integrazione continentale e “regionale”.
Questo poiché nelle Americhe è un processo visto come una “più stretta associazione”
2
della quale l’obbiettivo che si è sempre sviluppato maggiormente è stato quello della
soluzione pacifica delle controversie e della sicurezza collettiva; mentre in Europa
l’integrazione è un fenomeno economico e giuridico, utile al buon andamento
dell’economia comune. Sicuramente una delle cause principali di questo ritardo è
rappresentata dagli Stati Uniti, che, come “Stato guida”
3
, fa fatica a conciliare i suoi
interessi con quelli dei Paesi latino americani.
La nascita del sistema “panamericano” e poi inter-americano ha origini comuni: il
tentativo di ostacolare l’influenza europea nelle vicende politiche ed economiche del
continente americano. Questo però ne ha penalizzato lo sviluppo. Il Canada, ad esempio,
ha sempre avuto stretti rapporti con il “vecchio continente”, infatti è entrato a far parte del
sistema inter-americano solo nel 1989.
2
Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp. 353.
3
Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp.353.
6
2.1 LA DICHIARAZIONE AMERICANA DEI DIRITTI E DEI DOVERI
DELL’UOMO
Venne adottata nell’aprile del 1948 dall’Assemblea Generale dell’OAS, qualche mese
prima della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, del dicembre 1948; le
due Dichiarazioni sono simili per quanto riguarda la non discriminazione, ma non uguali
in quanto quella americana non contemplava ancora né il diritto alla vita, né il diritto ad
un trattamento umano, oggigiorno riconosciuti come diritti fondamentali e jus cogens. La
Dichiarazione americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo era stata inizialmente
concepita come una lista di diritti e doveri che gli Stati si impegnavano ad osservare nel
ratificarla. Inoltre, sembrava chiaro fin dalla sua nascita che essa non sarebbe stata
sufficiente per far sì che il sistema di tutela di diritti umani fosse completo. Infatti in essa
si dichiara che: “la salvaguardia internazionale dei diritti dell’uomo deve fungere da
guida principale del diritti americano in evoluzione” e che “la consacrazione americana
dei diritti essenziali dell’uomo, unita alle garanzie offerte dal regime interno di ogni
Stato, stabilisce il sistema iniziale di salvaguardia che gli Stati americani considerano
adeguato alle attuali circostanze sociali e giuridiche, non senza riconoscere che dovranno
rafforzarlo sempre di più in campo internazionale, man mano che tali circostanze si
presenteranno più propizie”
4
. Ha acquistato un ruolo importante grazie al lavoro della
Commissione (per l’ampliamento dei poteri che vennero conferiti alla Commissione nel
1965 alla conferenza di Rio de Janeiro, come più avanti specificato). La Corte inter-
americana dei Diritti dell’Uomo, nel 1989, è stata chiamata a giudicare un caso di
violazione dell’articolo 1
5
della Dichiarazione da parte degli Stati Uniti (il caso di Jay
Pinkerton and James Terry Roach): il 14 luglio 1989 con la sentenza essa stabilì che “la
Dichiarazione contiene e definisce i diritti umani ai quali si riferisce lo statuto
4
Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp. 355.
Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo.
5
Articolo 1 della Dichiarazione americana dei Diritti e dei Doveri dell’uomo. “Every human being has the
right to life, liberty and the security of his person”.
7
dell’OAS”
6
, l’obbligo di seguire i diritti e i doveri citati nella Dichiarazione deriva quindi
dall’obbligo di rispettare le norme della Carta dell’OAS per tutti gli Stati membri, a
prescindere che abbiano ratificato o meno la Convenzione del 1969 (cosa che, per
esempio, gli Stati Uniti non hanno fatto). La conclusione fu che la Corte stabilì che la
Dichiarazione aveva effetti vincolanti ed essa si sarebbe riservata il diritto di interpretarla
e adottarla nelle circostanze adeguate
7
. Ciò significa che, se uno Stato viola un articolo
della Dichiarazione, ha responsabilità internazionale delle sue azioni, da cui può derivare
l’imposizione allo Stato membro colpevole di un risarcimento adeguato nel caso la
violazione abbia causato danni (anche a individui singoli, oltre che ad un altro Stato)
8
.
2.2 LA CONVENZIONE AMERICANA DEI DIRITTI DELL’UOMO
Contrariamente alla Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo essa
tiene conto degli sviluppi che il diritto internazionale (soprattutto nel campo dei diritti
umani) aveva compiuto e risulta essere molto più simile alla Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani di quanto lo fosse il suo predecessore: in essa sono presenti molti più
articoli e il diritto alla vita è tenuto in enorme considerazione. La Convenzione
Americana dei Diritti dell’Uomo, o “Patto di San Josè de Costarica”, si ispira largamente
alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo poiché era l’unico testo regionale che era
stato stilato all’epoca (la CEDU venne firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed è entrata in
vigore il 3 settembre 1953). Creata dall’Assemblea Generale dell’OAS, anch’essa nasce
come lista di diritti che gli Stati dovevano rispettare e adottare nel loro stesso diritto
interno ma essa ha ottenuto sempre maggior potere e oggigiorno è considerato un trattato
giuridicamente vincolante nel caso la Corte decida di utilizzarla e tenerne conto nel
giudicare i casi.
6
Op. cons. 10/89, para. 45.
7
Op. cons. 10/89, para. 47.
8
Caso 10675 contro Stati Uniti, Risoluzione n. 51/96. Caso contro Cuba, Risoluzione n, 47/96.
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