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LA NASCITA DELL’IMPRESA ED IL RUOLO
DEL BUSINESS PLAN
1 Profili economico-aziendali
Ogni impresa nasce da un’idea di una o più persone che racchiude in sé un qualche elemento
di innovazione, il che può significare anche proporre il medesimo prodotto o servizio in un
luogo, in un tempo o in un modo, in qualcosa diversi.
Avviare un’iniziativa imprenditoriale non è qualcosa di così semplice, infatti man mano che si
procede nella fase costitutiva dell’attività sorgono e vanno affrontati dei rischi, tra i tanti
quello più comune è il cosiddetto rischio d’impresa.
Tuttavia, alla base di questa fase, un ruolo di fondamentale importanza è svolto dal business
plan.
Questo è il primo documento che si deve redigere subito dopo l’idea imprenditoriale, in un
certo senso la descrive in ogni suo aspetto, sia economico sia finanziario sia patrimoniale, ma
nello stesso tempo ne verifica e ne attesta la concreta fattibilità; permette inoltre ai terzi la
valutazione dell’idea medesima in modo tale da soppesare le sue possibilità di successo e,
dunque, l’opportunità di sostenerla.
Per quanto riguarda la sua redazione, dobbiamo dire che non esiste un formato vincolante, ma
è comunque buona norma articolarlo in tre parti fondamentali, ossia:
- una parte introduttiva
- una parte tecnico-operativa
- una parte quantitativo-monetaria
Entreremo più nel dettaglio riguardo il business plan più avanti.
Ora cominciamo a trattare più da vicino la “fase” da cui tutto ha inizio:
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2 L’IDEA IMPRENDITORIALE
Come già accennato, l’impresa non nasce da sola, ma necessita di una o più persone che
ideano un progetto d’impresa basandosi su un elemento di innovazione che possa causare il
successo dell’attività. Per elemento di innovazione però non deve intendersi
obbligatoriamente l’individuazione di un prodotto o una formula innovativa, bensì
innovazione può significare anche proporre il medesimo prodotto o servizio in un luogo, in un
tempo o in modalità diverse; ciò ovviamente dipende da differenti percezioni dell’ambiente
tali da mettere in discussione soluzioni strategiche e competitive esistenti e da introdurne di
nuove.
Tuttavia la prima e anche complessa difficoltà che “l’aspirante imprenditore” dovrà
inevitabilmente fronteggiare, è quello di individuare l’idea giusta.
Infatti non è possibile giungere ad un idea giusta seguendo e rispettando un percorso
predefinito, anche per il motivo questo non esiste, tuttavia si può agire indirettamente, nel
senso che si possono andare a definire e predisporre condizioni propizie alla sua
individuazione, tali per esempio possono essere; spirito d’osservazione e/o semplice curiosità.
L’obiettivo primario di giungere all’individuazione dell’idea può essere stimolato da dei
spunti derivanti da semplici osservazioni riguardo:
i bisogni e i desideri delle persone e dai loro stili di vita;
la scarsità o addirittura dall’assenza di alcuni prodotti e/o della concorrenza in un
determinato ambiente;
l’economia locale, nazionale e internazionale;
l’andamento dei diversi settori di attività e delle loro prospettive;
la domanda di un prodotto/servizio in un determinato ambiente;
la modificazione dei gusti e delle propensioni d’acquisto dei consumatori nel corso del
tempo;
il successo di altre imprese in determinati settori;
le idee che hanno avuto altri prima, che si possono imitare, adattare al proprio
contesto o svilupparle a proprio favore.
Va comunque sottolineato che non è detto che l’idea debba necessariamente essere originale
ed innovativa, ma è più importante che sia chiara, oltre che economicamente e concretamente
realizzabile.
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Una volta che si è scelta l’idea da portare avanti, onde evitare inutili perdite di tempo, si
procede a verificare se effettivamente l’idea può essere concretizzata.
Quindi occorre:
o definire l’idea, evidenziando con particolare attenzione il prodotto o servizio che si
intende offrire, a chi offrirlo (quale mercato?), a quale prezzo, e soprattutto cosa lo
differenzia rispetto ai prodotti già nel mercato e quindi specificare eventuali punti di
forza da poter sfruttare a proprio vantaggio;
o sentire altre persone, magari estranee all’iniziativa, per poter essere nella condizione di
accettare pareri anche da soggetti al di fuori con specifiche competenze e che comunque
ragionano in modo più obiettivo;
o attraverso studi e ricerche raccogliere informazioni più approfondite riguardo il settore
in cui si vorrebbe operare;
o infine non sottovalutare un elemento di fondamentale importanza cioè la presenza o
meno di possibili ostacoli e incoerenze tra idea e competenze possedute, tra idea e
mercato di riferimento, tra idea e risorse ragionevolmente disponibili e/o reperibili.
Detto questo, ci si pone di fronte ad una scelta, ovviamente in base agli esiti dei passi di cui
sopra, cioè:
è appurato che l’idea è potenzialmente realizzabile, quindi gli ostacoli individuati sono
superabili e che esistono concrete possibilità di successo: allora occorrerà procedere nella
predisposizione del progetto d’impresa e conseguente verifica della fattibilità e della
redditività;
ci si accorge che al termine delle preparazione del progetto sono presenti ancora troppi
elementi di incertezza e quindi si può scegliere tra diverse alternative:
rinviare la realizzazione del progetto ad un momento successivo e magari più
propizio;
modificare alcuni aspetti senza stravolgere l’idea di base;
abbandonare l’idea in modo definitivo.
Al termine di questo processo di analisi/ricerca, l’imprenditore sarà in grado di partire con un
ragionevole grado di certezza sulla potenzialità dell’idea e sulla realizzabilità del progetto.
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3 IL BUSINESS PLAN
Definita l’idea ritenuta “giusta”, si passa alla fase successiva quella della redazione del
Business Plan.
Avviare un’iniziativa imprenditoriale in un contesto ambientale che, per sua natura, presenta
interessanti opportunità ma anche vincoli, presuppone il fronteggia mento del cosiddetto
rischio d’impresa.
Il rischio d’impresa è la possibilità che si verifichino e si abbattano sull’impresa eventi che
pregiudichino lo svolgimento, in maniera economica, dell’attività di produzione per il
mercato. Esso quindi può condurre all’eventualità di un ritorno inferiore alle attese, in termini
di minor utile.
Tuttavia è una componente ineliminabile del fenomeno azienda e rappresenta una condizione
costante dell’agire imprenditoriale relativo all’attività economica, tanto che si può asserire che
l’assunzione di rischio è l’ovvia e inevitabile premessa all’attesa di un ritorno economico.
Questo è principalmente generato dalla dissonanza fra i tratti distintivi dell’ambiente e quelli
delle strutture organizzative e operative delle aziende; infatti mentre l’ambiente è in continua
evoluzione, le strutture presentano una tendenziale rigidità e resistenza al cambiamento tanto
che possono risultare non adatte allo svolgimento efficiente ed efficace dell’attività
produttiva.
Il rischio d’impresa può avere manifestazioni differenti, che possono essere la mancata
riscossione di un credito, il mancato ottenimento di un finanziamento, ad una veloce
obsolescenza degli impianti e così via.
Come facilmente immaginabile questo rischio d’impresa è molto più elevato nella delicata
fase di inizio attività; di conseguenza per ridurre e limitare tale rischio, e quindi realizzare
un’entrata più rapida e più efficace nel settore, aumentando la possibilità di sopravvivenza nel
mercato, occorre intraprendere un percorso di preparazione e ricerca specifico.
In altre parole, l’imprenditore non può permettersi di entrare in un settore del tutto nuovo
senza avere un minimo di preparazione e dando per scontato di formarsi e apprendere
esclusivamente dall’esperienza e dagli errori commessi.
Sulla base di quanto detto, l’aspirante imprenditore deve riflettere a priori sulla sua ipotetica e
futura iniziativa, soprattutto attraverso un’attività di formazione e di ricerca, in modo da non
giungere impreparato alle fasi di creazione dell’impresa e di successiva gestione della stessa.
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Un ruolo centrale a tal fine è svolto dal documento, per così dire, emblematico del nuovo
profilo dell’impresa: il business plan, ovvero il piano d’impresa o piano di fattibilità.
Il business plan (definito anche “piano strategico d’impresa” o “studio di fattibilità”) è un
documento scritto che serve a presentare, in maniera organica ed efficace, un’idea
imprenditoriale, le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie alla sua implementazione e
i possibili risultati che se ne potranno ricavare.
Può quindi essere considerato come un documento previsionale contenente dati quali-
quantitativi che giustifichino l’esistenza dell’azienda in termini reali e che permettano di
acquisire una visione complessiva dell’attività ricavandone gli obiettivi strategici e prioritari.
È quindi un progetto dettagliato, che prende in esame tutte le aree di attività di un’impresa.
È una sorta di carta d’identità dell’azienda, attraverso la quale si mettono per iscritto tutte le
componenti di un piano imprenditoriale: dall’analisi di mercato al progetto finanziario, dal
marketing alla gestione delle risorse umane. È un lavoro che richiede tempo e dedizione. Non
si tratta di una semplice descrizione dell’attività che si intende avviare, né di un promemoria
sulle principali spese da sostenere e sui fornitori da contattare. Si tratta di un processo di
pianificazione a tutti gli effetti che si concretizzerà in un progetto dettagliato che dovrà
“gettare le fondamenta della nuova impresa” garantendone maggiori probabilità di
sopravvivenza.
Il processo di pianificazione aziendale sta diventando uno strumento sempre più importante
per i manager dei nostri giorni.
Alla nuova impresa serve una traccia che indichi la strada maestra sulla quale indirizzare la
propria attività.
Per questo è necessario dotarsi del business plan, un documento nel quale vengono
identificate le principali azioni che saranno intraprese nella prima parte della vita
dell’impresa, ma sviluppa anche la consapevolezza dell’imprenditore e la preparazione
all’ingresso in un nuovo settore di attività economica.
Inoltre, essendo il documento che descrive l’idea imprenditoriale e che ne verifica e attesta la
fattibilità, permette ai terzi la valutazione dell’idea stessa in modo tale da considerare le sue
possibilità di successo e, dunque, l’opportunità di sostenerla prendendovi parte in modo
diverso (socio, finanziatore esterno, collaboratore ecc…).
Infatti il business plan, se ben costruito può essere un ottimo, se non il migliore strumento di
comunicazione per l’ottenimento dei finanziamenti necessari nella fase di start-up
dell’impresa, e quindi un valido punto di sostegno per i potenziali investitori a titolo di