CAPITOLO 1
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INTRODUZIONE
La possib ilità di realizzare nlateriali che po5Sicdaoo caratteristiche fisico -
mccclillicbc intermedie tra quelle di due differenti materiali, per le più svariate
IiPpliclllioni te(;nD-me<:caniche, ~ oggetto di stud io della moderna SCiC IlJ.:3 dei
mat.criali. Se ciò è possibile, si può pensare di progettare un malcrio.le per la
precisa applicazione ux:oo-meccanica, nell'ottica di una più razionale
utilin.aziooe dì questi materiali.
In quest'ooica una delle aree di sviluppo applicativo più interessante t
quella delle miscele fisiche di polimeri (leghe polimcriche), materi al i ()(Ienuli per
omogenei 1.7J17.ione da fuso di polimcri di differente natura chi mica.
Di fauo, l'aggiunta, mediWllc OPpol1unt e diversificate procedure, di un
componente di naturll poIimcrica ad un altro polime:ro rappresenta una dtUe vie
percorse attualmente dall'industria dci settore per la formulazione di nuovi
materiali a,'enti migliori caratteristiche. È stato visto, infarti, cbc la prepara7.ioot'
di miscele polimerichc può risultare un metodo molto efficace pt:r generare
materiali che manifestano Wl miglioramento su lIII.unc proprietà; le qunli
risultano superiori a quelle di ogni singolo componente, minimizzandonc
contemporaneamente, qucllc meno vantaggiose. Esempi in tal senso sono la
reali7.7.azione di mall,.-iali polimerici caranerizzati da una pio elevata rcsiSll'1lZ8
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all 'urto, agli agenti fisici e chimico ambientali, migliori proprictil meccaniche,
minori costi, ccc.
Le propriL'tIÌ I"CQlogichc c meccaniche di una miscela di polimeri
dipendono ecltamCnle dalle CW1Ittcristichc dci singoli polùneri puri ma anehe
dalla composizione della miscela, dalla compatibilitil o meno dei polimeri in essa
prcscnti, dal grado di dispersione e di omogeneizzazione. dalle dimensioni delle
particelle dispcrse. Queste ultime dipendono delle condizioni di miscelazione.
In questo la\'oro si studieranno miscele i cui componenti sono un
tLocnopolimero, la Poliammide -6, ed una PO liolefina, il Polipropilene.
Tra i polimcri otlcnuti dalla po[imerinazione delle (l- olefinc, il
polipropilene rimane indubbiaml"lltc il più qualificato sia per caraneristicbc di
impiego che per volumi di mercato raggiunti.
11 polimem cristallino, ouenuto dalla poIimeri7.7.azione con particolari
catalizzatori stcrcospecifici, presenta una notevole durezza, c1l 'Vato punto di
fu~ionc , buone caralleristiche meccaniche ed apprezzabile n:sistcnza ai solven ti.
Le propriet! fisiche di questo polimero sono sensibilmente influenzate dal
peso mokcolare e daJ grado di crlstallinitil, cs.scndo possibile, al variare di
quest'ultima, passare da un prodono tra~lucido ad polimcro di aspetto gommoso.
Con il grado di cristallinità aumentano sensibilmente anche le sue proprietà
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meccaniche. Risulta evideme, quindi, l'imponanza che assume lo studio della
cinetica di cristallil'..zaziooe dei polimeri, pennettendo di individuare i principali
parametri che controllano la velocità di cristallizzazione e la morfologia dci
manufaui ottenuti.
Fin dalla sua comparsa sul mercato (intomo al 1938), il Nylon-6
rappresentò una novità nel campo dei polimeri, data la sua VCl!iatiJità, le sue
prestazioni e sopranutto il suo basso costo. Tutto ciò ha giust.i1icato il suo rapido
inserimento nel mondo produttivo.
Questo materiale, O llenuto dalla polimeri7..1..azione dcII ' &- cuprolattarue, risulta
CSSI.'"TC il primo polimero semicristallino. Ha una temperatura di util.iu.o
SI."Jlsibilmcme più alta rispetto ai polimeri poliolefi ni ci cd è possibile combinare
resistenza, rigidil! e autolubrificazione cosi da pcnncru....,.c ]'utiliuazione di tale
polimcro nelle più svariate applicazioni tecno meccaniche. Per tutti questi motivi
il Nylon-6 t stato definito un "tennopl astico ingcgnL'ristico", o anc he un tecno
polimcro.
lJalla miscelazione di Polipropilcnc e Poliammide --6 ci si aspetta perciò di
ottenere un materiale che unisce alle buone proprieta della Poliarrunidc lche si
attende rimangano quasi immutate) due caraueristiche in particolare: minore
costo e minore sensibilità al.fumidità. Si potranno, inoltre, utiliZZliCc le medes ime
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apparecchiature industriali per la produzione di materiali con caratteristiche
diverse. senza il bisogno di riconvenire le stesse per ogni produzione.
Le miscele polimeriche di poliolefine e poliam mide sono caratterizzate
dalla nota incompatibilità delle due fasi, dovuta alle differenti struttun: chimiche
dei due polimeri. Mentre il poli propilene, presenta una struttura pn:ttamcnlc
apolare e stereoregolarc, il nylon-6 ha una struttura fortemente polare
caranerizzata da legami ad idrogeno tra gruppi carbossilici ed i gruppi
am midici . Questa noIcvol lC difflCrenzIl trli i mau:riali si traduce in una
significativa diffcn.'flZ.Il di energia inlcrfilCciale tra i due polimeri che quindi
risultano compk.1&llCIltC immiscib ili. La scarsa adesione interfaceiale
impoV l.TISW le caralti.1istichc morfologicbe e reologiche della miscela in quanto
si viene a creare, all' intcrfaccia tra le due fasi, una 7,.ona ''vuota·· determinando
una significativa dinlinlUi.one di viscosità e di densità. AI microscopio
elettronico è possibile vedere come la fase percenrualmente minore risulta
dispersa ncUa matrice costituila dall'altra fase . QueMa può prcsentlll"Si soltO
fonna di sfere, più o meno piccole in relazione all a velocità di raffreddamento
della miscela, oppure sottoronna di fibrille allungate, a scconda che il rappono
1m la dl.'IlSità deU a fase dispersa e quella dell a matrice sia maggiore o minore di
uno. "l'aylar ha dimostrato che in flusso di taglio Il regime, per sistemi
incompatibili, le goccioline vengono de formale in ellissoidi, le cui dimensioni
dipendono dal rapporto della viscosità delle due fasi (dispersa e matrice)
K '" 'Id dallo sforzo T . dal la tensione interfacciale (T . e dalla dimen~iorH;
"~
dclla purticcUa R.
Nel caso della miscela in studio un parametro fondamentale, quale il
rapporto tra le viscosità della fase dispersa c della matrice, nOlI si mamiene
cosUlntc al variare dellc CODdizioni di lavorazione ed in particolare al variare
dcl1l1. velocità di miscclJuionc. Ciò i! messo in risalto dalle curve di nu.~!'oO d i tig.
7 dovc è mostrata la variazione della viseosità della PA·6 e del PP al variare
della frequetWl in misure reomelriehe. Essendo possibile stabilire delle
correlazioni tra frequenza e velocità di deformazione, si è visto chc la
prcpanlLÌone delle miscele di questi due polimeri è avvenuta in condizioni tali
che il parametro K non si i! discostato di più di un ordine di gnmdC:a8 dall' un ità.
Nel caso di un campo di flusso di taglio
T - "1' "
(equaz. 1)
(vale WlChe in flusso elongazionale plWlare, per CUI
gradienti di velocità nei due flussi sooo "y cd l:).
quando la pressione generata dal molo sulle goccioline supera la lensiollC
in\l..'ffacciale, allora le gocdoline si rompono. Si può dimostrare che ciò avvicne
solo se il rappono delle viscosità è 0.05< K <4.
In flusso elongazionale, invece, la rottura delle particelle può avwnire in
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quasi tutto il campo dci valori di K.
La miscclaziooc - dispersione di due liquidi immiscibili c un processo
molto comp](:gso (in maniera paruoolarc se si c in presenza di liquidi polimenei),
che consiste nella fonmaiooc di unii fliSC continua e di una disperu, I domini di
QU(;st'ultima sono soggetti continuamente a roltura, dovuta agli sfon:i applicati, e
alla coalescenza. All'equilibrio questi fenomeni comrapposti si bilanciano.
II processo di dispersione coin .... olge, a sua volta, diversi parametri tra cui:
la velocit! di defOl'IIUlLione;
lo sforl.o applicato;
il tempo di mescolamento;
il rapporto di viscositA dei due componenti;
la composizione stessa della miscela,
la tensione interfacciale;
la presen7.3 di piccole quantita di altre sostanze (oompatibili7.7..anti,
stabili7.7.anti, riempitivi, ecc.)
ognuno di questi fanori detenniml delle differenze sulle dimensioni c sulla
fonna delle particelle della fase dispersa.
L'analisi di questi fattori è molto difficile, soprattutto tenendo presente
due aspetti che sono peculiari nei polimeri. lnnan7.itutto c'è da considernre che, a
,
causa della natum viscoelastica dci fusi polimcrici, lo SforLO imposto è il
risultato di una complessa ÌIlterazione tra processi di dissipazione viscosa e di
immagazzinlltIltnto di energia clastica. in secondo luogo, si deve pensare che
nel processo di dispersione i domini deUa fast dispersa devono subire grIlfldi
li velli di defonnazione per raggiungere la rottura. la quale, pur essendo
determinante ne l dar luogo a morf ologie più o meno favorevoli, è tuttora
scarsamente oompresa sulla bast di meccanismi e leggi fondamental i.
ln quasi tutte le operazioni di miscela7.ione, la velocila di dispersione
dipende dalla turbolen7.a del fluido, ma. a causa delle elevale viscosila dci fusi
polimeriei, non si creano in genere flussi turbolenti, per cui la miscclazione è
essenzialmente laminare.
Il processo di miscelazionc I WlI.inarc dipende fortemente dall'orientazione
iniziale dell' interfaceia dei due componenti e dalla defonnazione totale applicata
al materiale.
La funzione dcll"opcrazionc di miscelazione, nel easo di coppIe di
polimeri incompatibili, è soprattullo quella di ridurre le dimensioni dell e
particelle del componL"Iltc presente in minore quantità. Le due fasi, infatti
tenderanno Il rimanen: separate in misura maggiore quanto più alta e la tensione
H
interfa(:(;ialc In! i due polimeri.
L'cffetto tendente a ridum le dimensioni delle particelle della fa-.e
dispersa è contrastalO dal fenomeno della coalescen7.a, non Hflcorn
su fficientemente analizzato.
II contributo degli effetti di coalescenza aumenta all'aumclltarc del
contenuto della fase dispersa, e tende ad un valore limite quando la
concentrazione t tendente a zero. Già 1'1 '1 . di fase dispersa induce un
appreaabile aumento delle dimensioni delle particelle.
Considerando il fluido disperso sottoforma di panicelle sferiche di raggio
R, tra i due fluidi. nella 7.ona superficiale dclla panicella agirà uno sforzo a
dovuto alla tensione inlerfacciale dato da
"
• ~ - (cquarione 2).
R
In gcnernlc tale SforI.o è trascurabile. Coosidcmndo per R valori compresi fra I·
100 Il.m e lO,l - 10.
2
Nm per y , si ottengono sforzi cbe hanno ordini di
grandezza tra u r e IO' Pa, che sono confrontabili con quelli che agiscono sul
fuso durante i processi di lrasformv.ione.
Dall 'equazione 2 si evince che per mi nimi'l'l3re l'energia interfaccialc è
•
necessario massimi7 .zare la dimensione dei domini della fase dispersa.
Negli ultimi rumi si sono iOiensificnti gli sforzi tendenti li migliorare le
caratteristiche della miscela, aggiungendovi un terzo componente, in piccole
dosi, al fine di ridurre la differen7.a di energia interfiK:çiale tra le due fasi. Si
dice in questo ca.'iO che la miscela è compatibilizzata.
Un compatibilizzante. in genere, è una delle due fasi sottoposta ad un
trattamento di funzionalizzaziooc cbc, aggiungendo parti per milioni di una
~pecie chimica solubile nell 'alua fase, rende il oopo[imero miscibile con
quesl'uilima. Si potrebbe pt.'tlS1If'C un po' ai saponi costituiti da una parte
idrofoha., solubile in composti apolari, ed una parte idrofila a comportam~ .. nlo
tipicamente polan:.
In questo lavoro sono stati presI In considerazione due tipi di
compatibilizzante la cui matrice è costituita da polipropilcnc funzionali77.ato,
uno coo Anidride Maleiea t'd raluo con Acido Acrilico.
In molte delle comuni operazioni di trasformazione. le velocitil di
raffreddamento cui il mareriale viene sottoposto possono essere molto elevate. Si
pcns~ ad esempio, al processo di stampaggl.o ad iniezione, in cui il polimero fuso
viene iniettato all'inlemo di U/lO stampo freddo, con conseguente raffreddamento
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