1
Introduzione
La progressiva globalizzazione dei mercati è un fe-
nomeno ormai arrivato ai massimi livelli. Ma questo fe-
nomeno fa porre alle imprese una serie di interrogativi del
tipo: quanto e come la globalizzazione incide sulle politi-
che di brand portfolio? Un portfolio, per diventare globale
ed essere in grado di sopravvivere in questo nuovo conte-
sto, che tipi di strategie deve scegliere?
Questo lavoro si propone di rispondere proprio a
questi interrogativi.
In una prima parte si parlerà della marca, di quello
che rappresenta, di come si realizza il suo valore e delle
possibili strategie da realizzare al fine di gestirla, soffer-
mandosi sul passaggio da una strategie di marca locale ad
una strategia di marca di tipo globale.
La seconda parte del lavoro è invece articolata sulla
creazione e la gestione di un brand di portfolio, pensato
come una strategia di “estensione della marca”. Un porta-
foglio che registra le migliori performance è senza dubbio
un portfolio concepito, progettato e gestito in chiave glo-
bale. Non rileva il numero di marche che lo compongo,
ma piuttosto la coerenza del progetto strategico realizzato
a monte e la capacità e la determinazione con cui viene
realizzato. Al suo interno ci possono essere marche globa-
li, locali, di alto e basso prezzo: nessuna gode di particola-
ri vantaggi rispetto ad un’altra. Ciò che conta è che in un
portfolio prodotti ogni singolo brand assuma un ruolo ben
preciso, per permettere di realizzare correttamente la
“struttura” del portfolio, al fine anche di garantire la ge-
stione così come prefissato in fase strategica.
La discriminante che distinguerà performance com-
petitive di successo sarà senza dubbio l’innovazione con-
2
tinua, coerente con la potenzialità di ogni singola marca:
le marche che hanno conquistato quote di mercato in Eu-
ropa, hanno costantemente rinnovato il portfolio prodotti e
sostenuto le innovazioni con importanti investimenti di
lavoro.
La fase finale del lavoro analizza il passaggio dal
portfolio locale al globale, prima evidenziando i pro ed i
contro di entrambe le scelte, e poi analizzando gli effetti
che il passaggio al globale produce.
All’interno del lavoro è presente anche un’osser-
vazione sul brand portfolio dell’industria.
3
Capitolo 1: La marca come leva di ac-
cumulazione del valore
Sommario:1.1Concetti introduttivi sulla marca.1.2 Il ciclo di vita del-
la marca.1.3Le funzioni della marca.1.4 Struttura e componenti della
marca. 1.4.1 La Brand identiy. 1.4.2. Il valore della marca (Brand E-
quity). 1.5 Criteri di definizione delle tipologie di marche secondo
scelte strategiche di local o global branding.1.6 Le strategie di ge-
stione della marca. 1.7 Le marche nella distribuzione.
1.1 Concetti introduttivi sulla marca
La marca è un’espressione simbolica complessa, co-
stituita da un nome e specifici simboli, con cui si intende
identificare i prodotti-servizi di un’azienda e differenziarli
da quelli dei concorrenti mediante l’evocazione di concet-
ti, associazioni mentali ed emozioni che li rendono unici
ed attraenti per il mercato-target.
1
Scegliere, definire e gestire una marca, costituisce
un processo particolarmente dedicato per un’azienda, in-
fatti, quando questa propone un’offerta al mercato, vi ap-
pone un proprio segno di riconoscimento.
Si può intravedere ciò già dal significato proprio di
marca (dall’inglese “brand” che ha un’origine antica pro-
venendo dal vocabolo inglese “burn”, ossia “marchiare a
1
Cfr: Marco Raimondi, Marketing del Prodotto-Servizio , Editore Ul-
rico Hoepli Milano, Edizione 2006.
4
fuoco”); il riferimento ad un’operazione che intende se-
gnalare la proprietà di qualcosa.
Disporre oggi di una o più marche, è diventata una
necessità inevitabile per qualsiasi organizzazione; un mo-
tivo può essere dato dalla numerosità e diversità degli
scambi, dei prodotti-servizi che caratterizza ormai
l’economia moderna. Avere quindi a che fare con le mar-
che può aiutare sia le aziende che i clienti in questi pro-
cessi di scambio sempre più complessi:
- per i clienti la marca è un “facilitatore” nei pro-
cessi di acquisto poiché ne semplifica la valuta-
zione e le scelte: ogni marca infatti riassume ed
evoca i fattori importanti per attivare le decisioni
di acquisto;
- per le aziende la marca aiuta a distinguere ri-
spetto alle concorrenti e a trasmettere ai propri
clienti una “promessa” di prestazioni e di sensa-
zioni che con la marca vengono riassunte.
Ma analizzare una marca porta con sé anche la con-
seguenza di doverla gestire, e proprio per questo motivo le
aziende sono motivate alla creazione di “marche forti”. La
complessità di gestione della marca nasce dunque dal fatto
che le “promesse” fatte vengano comunicate al cliente at-
traverso tutte le occasioni in cui questi può essere portato
ad associare la marca a qualcosa. In questo senso un fatto-
re che complica il brand management
2
è dato dall’im-
2
Il brand management è l'applicazione delle tecniche di marketing
a uno specifico prodotto, linea di prodotto o marca (brand). Lo scopo
5
pressione che il cliente ricava dall’”esperienza effettiva”.
Questa esperienza effettiva deve risultare positiva, e quan-
to più possibile coerente con le promesse associate alla
marca; in caso contrario la marca tende ad indebolirsi.
In sostanza il cliente si incontra con la marca viene
nel corso del suo processo di acquisto, in ogni contatto
con il fornitore e durante l’utilizzo del prodotto-servizio.
Il profilo e l’immagine di una marca, sono il risulta-
to di tutte le azioni che hanno a che fare direttamente o in-
direttamente con il prodotto-servizio o con l’azienda che
lo offre.
Per un prodotto-servizio, tutto il marketing mix con-
corre a costruire l’immagine della marca nella percezione
del cliente: la qualità, l’affidabilità del prodotto-servizio,
il suo design, il livello del prezzo, il comportamento del
personale di contatto con il cliente, il profilo dei punti di
vendita nel quale il prodotto-servizio è reperibile, e natu-
ralmente, tutte le attività di comunicazione incluse nel
communication mix.
3
La marca è dunque un elemento del marketing mix
un po’ particolare: la sua forza è data essenzialmente dal
risultato di un’azione indiretta, svolta cioè attraverso le
è aumentare il valore percepito da un consumatore rispetto a un pro-
dotto, aumentando di riflesso il brand equity (valore del marchio o
patrimonio di marca). Gli operatori del marketing vedono nella marca
la "promessa" implicita di qualità che il cliente si aspetta dal prodotto,
determinandone così l'acquisto nel futuro.
3
Cfr: Marco Raimondi,Marketing del Prodotto-Servizio, Editore Ul-
rico Hoepli Milano, Edizione 2006.
6
qualità e la corretta e coerente realizzazione di tutte le al-
tre leve del marketing mix.
La costruzione e la gestione di una marca rispondo-
no ad una logica differente rispetto a quella degli altri e-
lementi del marketing mix; in effetti ci si dovrebbe occu-
pare della marca secondo due aspetti ben diversi:
- la definizione concettuale della marca: in quan-
to espressione di una strategia di differenziazio-
ne dell’of-ferta, costituisce la raffigurazione sin-
tetica ed evocativa della Value Proposition
4
del
prodotto servizio;
- la definizione operativa della marca e cioè a-
spetti come il nome, il logo, i simboli, i colori.
Nel loro insieme la loro progettazione serve a
fornire la raffigurazione visibile della marca, e
quindi il ruolo nel quale essa deve comparire
nelle varie occasioni.
5
È da precisare che la marca viene utilizzata in ma-
niera diversa a seconda del grado di intangibilità del pro-
dotto- servizio; in particolare i prodotti-servizi a contenuto
intangibile incontrano problemi maggiori.
4
Cfr: Il Value Proposition è un’analisi ed una revisione quantificata
dei benefici, costi e del valore che un’organizzazione è in grado di
offrire ai clienti e agli altri componenti del gruppo, all’interno è
all’esterno dell’organizzazione. È anche il posizionamento del valore,
dove valore = Benefici – Costi (costi comprensivi di rischio).
5
Cfr: Kapferer, Strategic brand management, Free Press, New York,
1994.
7
Proprio per questo motivo, le aziende che si occupa-
no di prodotti-servizi con prevalente contenuto intangibi-
le, ricorrono normalmente a marche che si riferiscono
all’azienda nel suo insieme, e non solo al singolo prodot-
to-servizio.
Possiamo tenere conto di questa “doppia natura”
della marca nel corso del processo di marketing: la defini-
zione concettuale fa parte della scelta di posizionamento e
quella operativa è maggiormente affine al processo di de-
finizione delle varie leve del marketing mix.
1.2 Il ciclo di vita della marca
La marca non nasce in genere come tale, bensì come
prodotto o servizio nuovo, dotato di caratteristiche che
valgono a differenziarlo da quelli offerti dai concorrenti e
che appaiono essere congrui con le aspettative del target
che si vuole raggiungere. Per potersi trasformare in una
marca, bisogna innanzitutto che il prodotto si dimostri va-
lido in quanto tale.
Il ciclo di vita di una marca è determinato princi-
palmente da fattori sotto il controllo dell’impresa: la stra-
Profilo
del
marketing
mix
Analisi
e
comprensione
del mercato
e dell’ambiente
esterno
Strategia di
marketing
Profilo del
marketing
mix
Definizio-
ne
operativa
della marca
Scelta
dei
seg-
menti-
target
Posizionamento –
obiettivo e defi-
nizione concettu-
ale della marca
8
tegia di marketing adottata dall’impresa e la rilevanza de-
gli sforzi compiuti.
Caron (1996) riporta l’indagine condotta da Carré
Noir su un migliaio di casi di strategia di marca, che han-
no permesso di osservare che il ciclo di vita di una marca
comporterebbe cinque fasi se completo, quando cioè
giungesse a termine. Nel’85% dei casi, tuttavia, il ciclo di
vita di una marca non comporta che due o quattro fasi
6
.
1. Lancio. Più di un milione di marchi sono deposita-
ti ogni anno nel mondo. Durante questa fase, la
giovane marca dedica i suoi sforzi a confermare il
suo posizionamento.
2. Conferma. Esaurito l’effetto moda, le vendite delle
marche senza potenzialità crollano e le centrali d’
acquisto escludono i prodotti di vendita. Quelle
che superano questa difficile fase hanno stabilito il
loro territorio di marca.
3. Consolidamento. Le marche riconosciute devono
confermare la loro ambizione nazionale o interna-
zionale, proclamare la loro specificità, migliorare
la distribuzione, ecc. L’obiettivo è di “reggere”, o
meglio quello di aumentare la propria quota di
mercato.
4. Diffusione o Allargamento. Grazie ad un costante
rinnovamento del marketing operativo volto ad a-
dattarsi ai cambiamenti del mercato, la marca in
6
Cfr: J. J. Lambin, Marketing strategico e operativo, McGraw-Hill
Companies, Edizione 2008.
9
espansione si riorganizza e conquista nuove gene-
razioni di consumatori. Alcune marche non riesco-
no a trovare una spina rigeneratrice per reinventar-
si e tramontano. Altre incontrano difficoltà.
5. Posizione orbitale. La marca dispone di tutti i suoi
mezzi. Ricca della sua esperienza, consolidata dal
successo, nonché riconosciuta e rispettata dalla
clientela, ha raggiunto un’orbita elevata. Per man-
tenerla, dovrà continuare a produrre uno stile, un
linguaggio proprio di cui i suoi clienti si impadro-
niscono; anche in questa fase finale, la marca è
minacciata.
Il cammino poco tranquillo delle cinque fasi di svi-
luppo assomiglia ad un vero e proprio percorso di
guerra.
Nella sua descrizione della marca il consumatore va
dal concreto all’astratto, dal tangibile all’intangibile, dal
prodotto all’immagine, dai mezzi agli obiettivi finali.
All’inizio, quindi, il prodotto porta la marca; col
passare del tempo la marca cerca di monopolizzare i valo-
ri costitutivi della sua categoria di prodotto e di modellarli
a propria immagine e somiglianza.
Questo è il motivo per cui, durante il ciclo di vita
delle marche, il rapporto tra marca e prodotto si inverte.
L’identità della marca si arricchisce via via e si arricchisce
di quegli aspetti che si aggiungono alla sua presenza fisi-
ca: la sua personalità, i valori che l’animano, l’immagine
del suo consumatore tipico. Ma non bisogna credere che
10
ciò che arricchisce la marca si sostituisca a quello che
c’era già; si tratta di un errore in cui cadono spesso gli ad-
detti al marketing che finiscono con l’insistere solo su va-
lori intangibili.
Figura 1: le cinque fasi del ciclo di vita delle marche.
Lancio
Conferma Consolidamento Diffusione Posizionamento
orbitale
Affidamento
del
posizionamento
Definizione
del
territorio
della marca
Conquista quote
di mercato
Rinnovo
del
marketing
mix
Sviluppo
costante
del potenziale
Concentrandosi solo sui valori intangibili, le impre-
se dimenticano l’esigenza di ricominciare ogni volta da
capo per rivolgersi alle nuove madri che debbono essere
conquistate ex- novo. Il ciclo di vita della marca deve
quindi essere ripetuto per ogni nuovo target. Per conclude-
re, l’intangibile non deve sostituirsi al tangibile, ma ag-
3) Marca
incidentata
1) Marca in
espansione
Marca
riconosciuta
2) Marca
senza
potenzialità
1) Marca
con poten-
zialità
Nuova
marca
2) Marca in
declino
Marca di riferimento
11
giungersi ad esso per arricchirlo, come riportato nella fi-
gura di seguito
7
.
Figura 2: Il ciclo di vita della marca: dal tangibile all’intangibile
1.3 Le funzioni della marca
L’utilizzo della marca è ormai predominante, anche
se esistono molti casi nei quali non viene utilizzata, come
nel commercio dei prodotti naturali; laddove ci sia, la
marca svolge importanti funzioni, sia per il cliente, che
per le aziende.
Per il cliente una marca può svolgere diverse fun-
zioni:
7
Cfr: Kapferer, Re- inventare la marca, FrancoAngeli Editore, Edi-
zione 2002.
Intangibile
Valori
Personalità
Benefici per il consumatore
Attributi del pro-
dotto
Ingredienti
Tangibile
Tempo
pi p4 p
2
p
3
p
1
12
Rassicurazione: la marca fornisce all’acquirente
un riferimento che riduce il suo “rischio percepito”
al momento del primo acquisto del prodotto servi-
zio;
Individuazione: la marca agevola il cliente nel farsi
un’idea della gamma di prestazioni e soluzioni di-
sponibili; ciò è particolarmente importante in pre-
senza di un’offerta sovrabbondante, caratterizzata
da una proliferazione di marche
8
;
Semplificazione e riconoscimento: le marche sem-
plificano al cliente il processo di acquisto poiché
gli permettono di riconoscere con facilità il nome
al quale associa talune caratteristiche, prestazioni e
sensazioni. Un’esperienza positiva viene più fa-
cilmente ripetuta scegliendo la stessa marca e age-
volando così il riacquisto;
Emozioni positive: la marca assume un significato
anche fortemente emozionale, per effetto delle as-
sociazioni mentali che richiama. In questo caso la
progettazione concettuale della marca viene svi-
luppata anche con una forte attenzione alle emo-
zioni che essa può evocare
9
.
Ma anche per le aziende l’utilizzo di una marca pre-
sente alcuni lati di indubbio interesse e vantaggio:
8Cfr: J. J. Lambin, Marketing strategico e operativo, McGraw-Hill
Companies, Edizione 2008.
9Cfr: Giampaolo Fabris - Laura Minestroni, Valore e valori della mar-
ca, FrancoAngeli Editore, 1a edizione 2004.
13
Posizionamento: la marca permette all’azienda di
differenziarsi più chiaramente rispetto ai concor-
renti; ciò rende più trasparente il mercato agli oc-
chi dei clienti e contribuisce perciò ad orientare le
loro scelte;
Prestazione: l’azienda può proteggere legalmente
il suo marchio contro le imitazioni o le contraffa-
zioni;
Fedeltà del cliente: la marca, agevolando il ricono-
scimento dei prodotti-servizi che hanno permesso
al cliente di fare esperienze positive, favorisce il
riacquisto e quindi la fedeltà del cliente;
Investimento: la marca diventa il “recipiente” di
tutte le forme di comunicazione che sono associa-
bili al prodotto-servizio, cioè da tutto il marketing
mix. Sicché l’immagine della marca riflette gli
sforzi degli investimenti compiuti negli anni: essa
costituisce la “memoria accumulata di questi anni”
10
; molti hanno più di un secolo di vita, come Ne-
stlè, Levi’s …
Si può quindi concludere dicendo che la marca –
nella percezione del cliente -aggiunge o toglie valore al
prodotto- servizio.
La marca opera come un vero e proprio vettore del
valore del prodotto-servizio, rappresentando il patrimonio
di fiducia che viene associato ad esso: “le aziende fanno
10
Cfr: Kapferer, Strategic brand management, Free Press, New York,
1994.
14
prodotti-servizi, ma il consumatore acquista marche”
11
.
Per questo motivo la marca può assumere un significato
importante anche per l’azienda nel suo insieme, concor-
rendo in buona parte a formare il suo stesso valore.
Se un’azienda decide di fare uso di una marca per i
prodotti-servizi deve necessariamente darsi una politica di
marca che comporta il design della marca, sia dal punto di
vista concettuale che da quello operativo, nonché definire
le modalità con cui gestirla e sfruttarla nel tempo (brand
management).
1.4 Struttura e componenti della marca
La struttura della marca è costituita da 3 fondamen-
tali componenti:
a) Identificativa: l’insieme dei segni e valori sotto-
stanti e tesi ad identificare una determinata offerta,
nonché a distinguerla dai concorrenti; ad essa è
collegato il concetto di brand identity;
b) Valutativa: riconducibile ai significati, alle asso-
ciazioni mentali che il consumatore annette alla
marca; tale componente rinvia alla brand image;
c) Fiduciaria: riveste il ruolo di consolidare nella
mente del consumatore una positiva valutazione in
termini di affabilità (brand trust) dopo aver garan-
tito la soddisfazione alle attese nel tempo.
11
Cfr: Kapferer, Strategic brand management, Free Press, New York,
1994.
15
Altre
leve
di marke-
ting
Identi-
tà di
marca
(Brand
e-
quity)
Valore
della
marca
Aspetti
visibili
della marca
Segnali
tra-
smessi
(co-
muni-
cazio-
ne
inte-
grata)
Imma-
gine di
marca
(Brand
image)
Posiziona-
mento
obiettivo
Realizzare il design di una marca, è quindi
un’operazione che va svolta secondo alcuni principi di ba-
se del marketing: l’utilità ed il valore che la marca può
apportare al prodotto-servizio non dipendono solo dalla
creatività del brand, bensì dalla coerenza con cui questa
creatività viene collegata alle scelte strategiche di posizio-
namento dell’azienda.
La logica del design della marca può essere descritto
nella seguente tavola:
Tavola 1: La logica del design della marca
12
Definire concettualmente una marca significa in so-
stanza decidere in che modo la marca deve riuscire a ca-
ratterizzare un prodotto servizio rispetto ad una commo-
dity
13
.
12
Cfr: Marco Raimondi, Marketing del Prodotto-Servizio , Editore
Ulrico Hoepli Milano, Edizione 2006.
13
Cfr:Commodity è un termine inglese entrato oramai nel gergo
commerciale ed economico per la mancanza di un equivalente italia-
no, e deriva dal francese commodité, che in italiano si può tradurre,
col significato di ottenibile comodamente, col termine pratico. Indica