Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi Introduzione Una tesi sul “processo editoriale” Si sente in continuazione parlare di bestsellers, mirabolanti film tratti
da romanzi di celeberrimi scrittori sulla cresta dell'onda. “Io uccido”,
“Gomorra” e “Va dove ti porta il cuore” sono solo alcuni titoli italiani ad
aver raggiunto e superato abbondantemente il traguardo del milione di
copie. Ma chi ha spinto queste opere cosi in alto da essere annoverate
nell'olimpo della narrativa italiana? Quali processi li hanno traghettati
verso il loro ridente destino? Chi decide cosa dovrà essere sottoposto al
temibile giudizio della critica?
L'autore di questo scritto si propone di dipanare il bandolo della
matassa; scoprire e analizzare le fasi che portano l'idea fino
all'esposizione al pubblico. Per questo cerca di schiarire l'alone di
mistero che attornia l'universo editoriale, svelando i molteplici e
laboriosi processi celati dietro le quinte. Sono state effettuate analisi
ricorrendo a diverse metodologie per il raggiungimento dell'obiettivo
prefissato. Si è eseguita una ricerca bibliografica sui maggiori esperti
dell'argomento “Editoria”; si è fatta una rassegna stampa mediante lo
sfoglio di archivi giornalistici del calibro di “Stampa”, “Repubblica” e “Il
Giornale”. Inoltre sono state effettuate interviste a testimoni privilegiati
per approfondire l'argomento. Per quest'ultimo punto di ricerca è stato
utilizzato un questionario con domande aperte che per la semplicità di
trasmissione è stato spedito via e-mail e autocompilato, previo accordo
con gli stessi per lim itare al massimo il costo di ricerca. Va tenuto
presente che le persone intervistate vivono rispettivamente a Milano,
Padova e Roma. Proprio per la difficoltà di reperimento di altri
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi testimoni, non è stato possibile eseguire paragoni e i questionari non
seguono uno schema standard, ma sono stati ideati appositamente per
le persone a cui sono stati sottoposti. L'obiettivo di questi questionari
non era sondare il terreno, scoprire curiosità da cui prendere spunto
per sviluppare il lavoro stesso e approfondire gli sviluppi possibili era il
vero e autentico obiettivo ricavato dal corpus stesso. Non sarebbe stato
possibile fare diversamente a causa di tempi e risorse.
Per quanto riguarda la struttura del lavoro, si è deciso di suddividerlo in
cinque capitoli. Nel primo vengono forniti gli strumenti essenziali per
capire il contesto di cui si parla. Per fare ciò, l'autore introduce il lettore
con un breve excursus sulla storia dell'Editoria Italiana, dalla nascita
del regno fino ai giorni nostri. In seguito, si propone la parte economica
dell'Industria Editoriale odierna, grazie ai dati forniti dall'Istat e dall'Aei.
Viene analizzato lo scenario competitivo e presentato il quadro
complessivo dei principali concorrenti. Inoltre si spiegano le principali
differenze che contraddistinguono questo campo. Nel secondo capitolo
sono presentati gli attori che operano nei processi di pubblicazione con
un approfondimento per ciascuno di essi: vengono introdotti in filiera
come nel processo editoriale, per immergere il lettore e per fornire
un'anticipazione sui processi che sono alla base di ogni pubblicazione.
Nel terzo vengono presentati i principali attori della filiera, compresi
quelli facoltativi, si fornisce una categorizzazione dei medesimi e varie
interviste ai principali esponenti del processo editoriale. Nel quarto si
esplicitano i processi veri e propri dell'editoria moderna. Si presentano
le principali distinzioni possibili e le varianti dipendenti dal tipo di
pubblicazione. Si è deciso di ideare un modello che si adatti alla gran
parte dei processi editoriali. Più che un modello vero è proprio è
considerabile un diagramma di flusso dentro al quale è possibile seguire
diversi percorsi che convergono comunque alla pubblicazione. La
descrizione procede di pari passo con l'analisi documentaria dei
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi contratti in appendice. Nel quinto e ultimo capitolo si parla dei
principali premi italiani e della loro influenza, nonché dell'importanza
della visibilità mediatica stessa.
Inoltre si è deciso di fornire come valore aggiunto una ricca appendice
con documenti utilizzati per realizzare i singoli capitoli. Vi saranno
perciò le interviste per intero da cui si è preso spunto, un modello di
contratto a contributo e un originale di edizione a termine. Per motivi di
privacy si sono dovuti modificare i nomi dei sottoscriventi.
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi Capitolo 1
Storia dell'editoria italiana dall'Unità a oggi 1.1 Introduzione In questo capitolo si è scelto di proporre al lettore i principali
avvenimenti che hanno contraddistinto i centocinquanta anni ormai
trascorsi dall'Unità di Italia. È necessario dare un'occhiata al passato
per poter comprendere al meglio un'epoca di grandi cambiamenti come
quella attuale, di instabilità e di insicurezza a tutto campo. Dopo una
ricerca approfondita (Cadioli, Clerici, Decleva, Ferretti), si è deciso di
dividere il capitolo in quattro paragrafi riguardanti la storia editoriale.
Ognuno è segnato da un drastico cambiamento che lo contraddistingue:
• Editoria pre-fascista (1861-1921)
• Editoria del fascismo (1922-1945)
• Editoria del boom economico (1946-1987)
• Editoria contemporanea (1988-2009)
Ma prima di presentare l'excursus lungo 150 anni di storia italiana, si
reputa necessario tratteggiare brevemente, in termini sociologici, il
passaggio dall'oralità alla scrittura e da questa alla stampa. È anche
parso interessante accennare alle motivazioni sociologiche che hanno
spinto l'umanità all'evoluzione dall'oralità alla stampa.
1.2. Parentesi sociologica: dall'oralità alla scrittura
Prima del 3500 a.C. la cultura viene tramandata per la maggior parte
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi con il mezzo più naturale a disposizione dell'uomo: la voce. I problemi
connessi a questa forma di comunicazione sono l'istantaneità della
trasmissione e la successiva memorizzazione. Sono stati ideati diversi
stratagemmi per ricordare, in tutte le tradizioni vi sono esempi di
proverbi, di canzoni con ritmi scanditi per favorire il ricordo, ma il
rischio di perdita di informazioni rimane elevato. Inoltre rimane
preponderante la dipendenza dagli anziani, intesi come centri di
conoscenza. La grande innovazione che risolve il problema di
memorizzazione è la scrittura: “un sistema codificato di marcatori visivi
con cui lo scrivente può determinare le parole esatte che il lettore
produce a partire dal testo” (Ong, 1982). Sono esistite varie forme di
scrittura. Per citare alcuni esempi abbiamo i pittogrammi dove il
disegno rappresenta l'oggetto di riferimento (geroglifici), gli ideogrammi
dove il disegno rimanda al concetto, all'idea (numeri arabi, ideogrammi
cinesi). Quello più sviluppato nel tempo è certamente l'alfabeto, un
insieme di segni che rappresentano suoni comprensibili nella lingua
parlata. In ogni caso, la scrittura ha comportato delle notevoli differenze
rispetto alla tradizione orale. Prima di tutto è stato possibile controllare
la conoscenza nel tempo, evitando perdite di memoria e modifiche. Si è
sviluppata l'ipotassi, una strutturazione sintattica con varie
subordinate di diversi livelli, a discapito della paratassi che agisce con
frasi di pari livello. Si è passati dall'apprendimento uditivo a quello
visivo, ottenendo la potenzialità di apprendere singolarmente, senza
trasmissione attiva. È stato possibile snellire i discorsi, correggerli in
tempi diversi. L'apprendimento non è più di tipo sincrono: diventa
possibile leggere anche testi scritti dopo la morte dell'autore
modificando il concetto stesso di tempo. Non dovendo accanirsi
ulteriormente per difendere la storia passata, è aumentata la percezione
di futuro. È diventato più facile arricchire i concetti lessicalmente e
comporre frasi per sorreggere discordi complessi. Ma si tratta ancora di
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi pezzi unici, al massimo copiati da amanuensi. Il grande salto arriva con
la stampa (Gutenberg, 1456) che introduce la possibilità di riprodurre
opere a un livello di tiratura impensabile fino a pochi anni prima. Anche
questa innovazione porta a dei cambiamenti sociali. La conoscenza
diventa più accessibile e socialmente condivisibile. Nascono la proprietà
intellettuale, nuovi media come i giornali, l'opinione pubblica e le forme
di censura. Viene usata la scrittura come supporto alla scienza e
l'accessibilità del mezzo porta a un aumento di alfabetizzazione e
culturalizzazione. Avviene ciò che si può definire “Democratizzazione del
sapere”.
1.3. Editoria pre-fascista
Prima dell'Unità d'Italia, l'editoria risulta limitata a causa di pesanti
dazi doganali. La stagnazione della circolazione informativa non
permette al mercato di decollare. Si formano giornali locali e piccoli
editori con orizzonti limitati alle aree limitrofe. Inoltre la forte presenza
di dialetti influenza la scrittura e la pubblicazione di romanzi,
prevalentemente classici. Ma dal 1861 si profilano nuove opportunità.
Un mercato unico italiano spunta agli occhi di editori e uomini d'affari
pronti a metter mano su una fetta di quella nuova miniera d'oro.
Nascono proprio in questo periodo case editrici che perdurano tutt'oggi.
In ordine di apparizione:
1. Sonzogno (1861)
2. Salani (1862)
3. Bietti (1870)
4. Perino (1876)
Queste sono alcune delle principali case che intuiscono la grandezza del
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi mercato di libri popolari, puntando sull'alfabetizzazione come cavallo di
battaglia. Sono anni di grande fermento. “La capanna dello zio Tom”,
“Ben Hur”, “Quo Vadis”, la serie di Giulio Verne sono solo alcuni dei
grandi titoli venuti alla luce alla fine del XIX secolo grazie all'opera di
traduzione di queste case editrici neonate.
Immagine1. Ritratto di Adriano Salani Fonte: http://www.letteraturadimenticata.it/images/AdrianoSalani1.jpg
Ma come indica Ragone (1983), alla fine ottocento l'editoria italiana non
è rosea come dovrebbe. Due poli contrastanti si formano nel bel paese .
Il primo, di stampo Torinese-Fiorentino, si orienta fortemente a
un'editoria d'elite di stampo pedagogico. Mentre un polo emergente
milanese si orienta all'editoria di massa. I romanzi che non rientrano
nei canoni classici trovano impossibile lo sbocco nei canali distributivi
più importanti dell'epoca. Librerie e circoli letterari chiudono i battenti
ai pionieri che si rifugiano nelle edicole 1
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Tale frattura rimane fino agli anni 1970 quando in libreria non erano
presenti romanzi rosa, gialli e di fantascienza
Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi In ogni caso, nel XIX secolo si sviluppano anche gli editori di
saggistica e di divulgazione scientifica. Di particolare rilevanza è la
casa editoriale Hoepli, fondata da Ulrico Hoepli nel 1871. L'editore
propone in quegli anni un rivoluzionario catalogo. Decide di
chiamare i testi “Manuali”, traducendo dall'inglese gli hand-book .
In questa collana erano presenti i primi testi specialistici e
professionali. Fra le categorie di lavoratori come muratori,
elettricisti e panettieri si soleva tramandare oralmente
(apprendistato) le proprie arti: attraverso l'innovazione introdotta
da Hoepli, il sapere viene impresso su carta per il beneficio di
tutti.
Immagine 2. Fotografia Ulrico Hoepli Fonte: http://sormano.altervista.org/citazioni/uhoepli.jpg
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Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi Grazie all'Unità Italiana, il processo di alfabetizzazione riceve una spinta
verso l'alto. I dati dell'epoca registrano, nel 1861, un analfabetismo del
78% con picchi superiori all'80% nell'appena conquistato mezzogiorno.
Nel 1901 i nuovi dati riportano prospettive incoraggianti: si parla di un
arresto del 22% raggiungendo il 56% di analfabeti. La richiesta di
istruzione aumenta esponenzialmente:
• istruzione normale/ magistrale (+444,4%);
• ginnasi (+330,5%);
• licei (330,5%);
• scuole di tecnica (+1.667%);
• scuole secondarie in media (+480%)
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Per maggiori informazioni sullo sviluppo dell'alfabetizzazione italiana si
rimanda a Pazzaglia L., Sani R., (2001), “Scuola e società nell'Italia Unita.
Dalla legge Casati al Centro-Sinistra”, La Scuola, Brescia
Il Processo Editoriale Gianandrea Siccardi Non e perciò insensato l'incremento delle case editoriali che si gettano a
capofitto nel mercato della letteratura scolastica. Editori come Paravia e
Zanichelli convergono tutte le loro forze nell'impresa di porre le basi per
una gestione del settore. Depositi e nuovi stabilimenti tipografici
nascono come funghi dopo una pioggia autunnale. Anche alcuni autori
si concentrano sulla narrativa scolastica. È il momento di Carlo
Lorenzini detto Collodi e De Amicis. Il primo riesce a ottenere una
pubblicazione (1881) a puntate di quella che definisce “una bambinata”.
La storia del famoso burattino dal naso di legno ottiene un successo che
lo porta a prendere il nome di “Le avventure di Pinocchio”, libro che dal
1883 al 1920 raggiunge l'incredibile cifra di un milione di copie
vendute. Ancora oggi il traguardo del milione di copie è ragguardevole,
ma soprattutto in quell'epoca con una popolazione oscillante tra i
ventisei e i trentadue milioni di individui e con una percezione di
analfabetizzazione del 60%.
Immagine 3. Carlo Collodi Immagine4. Edmondo De
Amicis 16/ 157
_________________ Fonte Immagine 3: http://www.montuolo.it/online/wp-content/uploads/2009/01/Carlo_Collodi.jpg Fonte Immagine 4: http://api.ning.com/files/2AotVF9bizLc_/image0.jpg