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CAPITOLO 1: I SITI DI SOCIAL NETWORKING
1.1 La nascita del web 2.0 come artefatto culturale
Ogni individuo, nel corso della sua esistenza, è immerso continuamente in relazioni che gli
permettono di interagire con il mondo che lo circonda e che influenzano il suo
comportamento. Tali relazioni sono ambientate in differenti contesti (ad esempio lavorativo,
familiare, scolastico) e con diverse tipologie di persone coinvolte (parenti, amici, colleghi di
lavoro) e possono essere viste come un qualcosa di particolarmente complesso. Queste
relazioni possono mantenersi più o meno inalterate per tutta la vita o esistere solo per un lasso
di tempo più o meno breve, possono infatti nascere in un particolare momento dell‟esistenza
della persona (si pensi ad esempio ai rapporti con i compagni di classe, che non sempre si
protraggono dopo la conclusione degli studi) o per ovviare ad un particolare problema.
I rapporti sociali si modificano, si cancellano, si ricreano (Sapin, Spini e Widmer, 2007;
Hendry e Kloep, 2003). Come afferma Watzlawick “per l’uomo è impossibile non
comunicare e attraverso le diverse forme di relazione con gli altri egli ha la possibilità di
scambiare e mettere in comune il proprio sapere con quello di chi lo circonda, in una o più
reti di relazioni”
(Watzlawick, 1967, pag. 43). Ed è proprio di rete sociale che potremo
parlare, nell‟accezione di Barnes che così la definisce: “Ogni persona è in contatto con un
numero di altre persone, alcune delle quali sono in contatto l’una con l’altra mentre altre non
lo sono. Similmente ogni persona ha un numero di amici che, a loro volta, hanno altri amici;
alcuni degli amici di una persona si conoscono l’uno con l’altro, mentre altri non si
conoscono. Trovo utile parlare di un campo sociale di questo tipo come di un network.
L’immagine che ho è quella di un insieme di punti alcuni dei quali sono collegati da linee. I
punti rappresentano gli individui, o talvolta i gruppi, e le linee indicano quali persone
interagiscono fra loro” (Barnes, 1954, pag. 33). L‟individuo all‟interno della società può
appartenere a diverse reti contemporaneamente, assumendo in ciascuna un ruolo diverso: ad
esempio quello di genitore, collega, amico. Nel panorama così complesso delle relazioni
umane si inseriscono oggi le Tecnologie per l‟Informazione la Comunicazione (TIC) e
l‟evoluzione di Internet con la comparsa degli strumenti del cosiddetto web 2.0
1
.
1
Il Web 2.0 è l‟evoluzione del Web 1.0, vale a dire della prima “versione” del World Wide Web così come
l‟abbiamo conosciuto fino agli anni ‟90. Il Web 2.0 rappresenta l‟insieme di applicazioni che la Rete mette a
disposizione degli utenti per poter interagire tra loro, come ad esempio chat, forum, weblog o siti come Youtube
e Wikipedia, permettendo così un enorme balzo in avanti rispetto al passato, quando il Web offriva solo la
possibilità di navigare tra siti “statici”, senza possibilità di alcuna interazione.
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Volendo analizzare l‟evoluzione di una comunità virtuale il cui motivo di costruzione viene
espresso nella condivisione e scambio di conoscenze e competenze in rete, diversi sono i nodi
concettuali di stampo vygotskiano che rivestono una notevole importanza nel costruire il
quadro teorico del nostro studio, soprattutto se si considera l‟importanza che rivestono gli
artefatti culturali come mediatori delle attività e delle interazioni sociali in tutti gli aspetti
della vita quotidiana. Da questo punto di vista, l‟Activity Theory (o Teoria dell‟Attività),
sviluppata inizialmente da Leont‟ev (1978) e poi riformulata successivamente da Engeström
(1987), ci offre un‟adeguata prospettiva di riferimento per analizzare il ruolo svolto da un
nuovo artefatto tecnologico (in questo caso il Personal Computer) all‟interno di un sistema di
attività preesistente espressa in termini di “gestione di conoscenze”. Concependo l‟Activity
Theory (AT) come un modello di analisi dei contesti organizzativi in grado di fornire una
visione sistemica dell‟attività in cui gli individui sono inseriti, l‟applicazione di tale modello
ad un qualsiasi contesto organizzato permette di rilevarne le relazioni sussistenti tra gli
elementi fondanti e i relativi elementi di mediazione. Così come propone Gherardi (2008),
“occorre guardare al sapere pratico come ad un’attività situata che opera una ingegneria
dell’eterogeneo assemblando umani e non-umani in una rete di relazioni reciproche.
Apprendimento, tecnologia e conoscenza diventano in tal modo delle entità che si fondono nel
fare e nei corsi di attività” (Gherardi S., 2008, pag. 23).
Secondo Vygotskij (1934) e i contestualisti attuali, la relazione tra l‟uomo, l‟ambiente e gli
oggetti che in esso si trovano, è mediata dai mezzi culturali (strumenti e segni). Nel
quotidiano, l‟uomo interagisce continuamente con oggetti e persone, ma solo nell‟attività
pratica le persone si appropriano degli artefatti culturali prodotti dalle generazioni precedenti.
Un esempio di acquisizione inconsapevole delle conoscenze possedute e derivanti dallo
sviluppo nel tempo di altri strumenti, può essere il Personal Computer (Mazzoni, 2006): il
computer infatti si può concepire come il risultato di un‟evoluzione storica dell‟artefatto
originale (macchina da scrivere). All‟interno di questa prospettiva, quindi, le Tecnologie per
l‟Informazione la Comunicazione (TIC) non possono che essere considerate a loro volta
artefatti che mediano l‟esistenza dell‟uomo nell‟interazione con il contesto. Come evidenzia
Mazzoni (2006), lo sviluppo degli artefatti determina un effetto di potenziamento delle
capacità umane nel processo di trasformazione dello strumento grazie all‟esperienza, alla
competenza ed alle conoscenze in esso cristallizzate. Poiché un artefatto è uno strumento che
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permette all‟uomo una facilitazione nello svolgimento di un‟attività, e considerando che le
stesse persone possono essere considerate artefatti in relazione al ruolo ed ai compiti che
svolgono, potremmo quindi considerare le comunità (comprese le comunità virtuali), come
artefatti socio-concettuali; sociali in quanto formate da più persone che interagiscono e
concettuali in quanto tali persone comunicano attraverso gli artefatti per condividere
conoscenze, modi di agire e di pensare. In questo senso diventa fondamentale assumere una
visione relazionale della tecnologia, considerata come entità composta da proprietà materiali e
simboliche, e aperta, che si costituisce come tale solo attraverso il suo uso “(…) lo strumento –
come entità mista – si costituisce come tale nel corso delle attività ed in interazione con i
soggetti: le proprietà materiali degli artefatti delimitano un campo di possibilità e di
impossibilità, ma all’interno del campo dei molteplici usi sono possibili e vi è una
indeterminatezza degli usi, alcuni dei quali non sono stati anticipati, né previsti” (Gherardi
S., 2008, pag. 42).
L‟avvento di Internet (i cui precursori risalgono al 1969)
2
, con la sua capacità di mettere in
contatto le persone abbattendo ogni sorta di limitazione spazio-temporale, nonché le recenti
evoluzioni del Web, hanno portato ad un radicale cambiamento nel modo di comunicare, di
relazionarsi con gli altri e nel modo in cui accediamo alle informazioni e gestiamo la nostra
conoscenza. Fino al 1997 circa il Web è considerato uno strumento per la sola trasmissione di
informazioni: di solito si accedeva alle postazioni Internet per reperire informazioni poste
all‟interno dei siti, la cui organizzazione non consentiva alcuna forma di interazione
all‟interno della navigazione. In seguito sono nati nuovi media, tra i quali ha avuto sempre più
importanza la posta elettronica, e la digitalizzazione dell‟informazione ha prodotto nuove
applicazioni comunicative che hanno permesso una differenziazione in base alla dimensione
temporale nella quale tale comunicazione avviene. In questo contesto di “esplosione di nuovi
media”, si possono distinguere i media testuali asincroni e i media testuali sincroni. I media
testuali asincroni consentono una comunicazione che avviene senza la contemporanea
presenza in rete delle persone coinvolte, offrendo quindi la possibilità di scegliere il momento
in cui partecipare all‟interazione: il mittente di fatto invia un messaggio che il destinatario
leggerà nel momento opportuno. Tali media testuali asincroni comprendono tra gli altri la
2
L‟origine di internet può essere fatta risalire ad un progetto del Ministero della Difesa Americano denominato
ARPANET e messo in atto nel 1969.
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posta elettronica (e-mail), la mailing list, il web-forum, gli Short Message System (SMS) e i
newsgroup. I media testuali sincroni, invece, permettono una comunicazione in tempo reale
tra i computer degli attori interagenti e comprendono la chat, le videoconferenze, le telefonate
online (es. Skype). In quest‟ottica possiamo descrivere i siti di social networking come media
testuali sia asincroni, sia sincroni, poiché permettono allo stesso tempo sia di avviare una
comunicazione in tempo reale, sia una comunicazione senza la contemporanea presenza
online delle persone coinvolte. Questi nuovi media testuali, nati inizialmente come versioni
digitali di artefatti tradizionali (ad esempio la posta elettronica rappresenta la versione digitale
della lettera esistente da migliaia di anni, così come il newsgroup può essere considerato
come la versione elettronica delle bacheche) hanno permesso di superare le barriere spazio-
temporali, caratterizzando la società contemporanea con una crescente mobilità virtuale.
Le nuove tecnologie non muovono soltanto delle informazioni, ma anche delle idee, delle
rappresentazioni del mondo, dei linguaggi. È così che diventa “difficile definire la società
contemporanea in quanto caratterizzata da relazioni molto complesse: da un lato la
circolazione di messaggi persone e merci creano interdipendenze planetarie, dall'altro
assistiamo a processi e costruzioni identitarie che sembrano restringere l'idea di umanità
entro confini molto ristretti” (Pazzagli 2006, pag. 20).
La rivoluzione digitale ha permesso di creare un nuovo spazio sociale, il cyberspazio, quale
luogo digitale in grado di far emergere una nuova forma di comunità, la comunità di rete.
Questo nuovo spazio sociale, oltre a permettere di comunicare con il soggetto ricevente in
modo rapido, economico ed indipendente dal luogo in cui si trova, di fatto ha reso possibile la
creazione di comunità virtuali e la sperimentazione di nuove forme d‟identità (Riva, 2004). In
particolare, molte comunità virtuali rappresentano l‟ultima evoluzione del modello di
comunità di pratiche definito da Wenger (1998). Una comunità di pratiche diventa una
comunità virtuale quando non prevede più la condivisione di luoghi fisici, e le persone
interagiscono e collaborano anche per anni senza necessariamente conoscersi di persona. In
questi ambienti virtuali, la traccia delle interazioni e delle conoscenze che col tempo si
sviluppano sono documentabili in qualsiasi momento. Potremmo definire le comunità virtuali
come artefatti tecno-socio concettuali, volendo intendere con tale definizione che l‟artefatto
socio-concettuale è interamente costruito sull‟artefatto tecnologico, il quale permette la
creazione di una certa comunità virtuale. Di fatto, differenti artefatti tecnologici creano
differenti comunità virtuali in relazione alle potenzialità che i diversi supporti tecnologici
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offrono. La lente della tecnologia consente la ricostruzione di network di partecipazione basati
su reti di relazioni, il cui aspetto più rilevante per l‟apprendimento e per la pratica
professionale non è dato solo dai contenuti che vengono attivati, né dalle singole pratiche, ma
soprattutto dalle modalità attraverso le quali gli attori sono connessi tra di loro. Se il mezzo è
il messaggio, allora la dimensione sociale dell‟interazione diviene il messaggio del mezzo
tecnologico e le pratiche professionali diventano il contenuto negoziato di tale messaggio. Un
contenuto che non è “oggetto” ma che è un network esso stesso e che rimanda ad un sistema di
reti professionali, spesso inter-organizzative che rendono il singolo oggetto “comunicabile”
all‟esterno. Con l‟evoluzione di una nuova comunicazione asincrona, come già detto prima, è
nata la posta elettronica, che permette di comunicare in
modo diverso e più rapido. Sì è così nel tempo arrivati
alla nascita del Web 2.0, termine coniato per la prima
volta nel 2005 da Tim O‟Reilly
3
, che segna il passaggio
ad una tecnologia che interconnette le persone.
Il Web 2.0 pone l‟accento sui social media, cioè su tutte
quelle applicazioni che permettono agli individui di
incontrarsi, interagire e collaborare in rete ed in
particolare di creare comunità online.
1.2. Il fenomeno dei siti di social networking
Il vero cambiamento del Web 2.0 si ritrova nella filosofia in cui si intende la rete: non più
solo finalizzata alla trasmissione di conoscenza, ma alla creazione di reti di conoscenza
mediante la collaborazione e la condivisione delle stesse. La costruzione collaborativa di
conoscenza è tipica delle comunità di pratiche virtuali. Le reti permettono di andare oltre i
confini settoriali e specifici. Se il concetto di rete sociale risale ai primi anni del 1900, grazie
a studi di psicologia sociale, sociologia e antropologia, attualmente si parla di siti di social
networking (SNSs) per indicare, sotto certi aspetti, la versione online di tali reti (Fini 2006).
Oggi infatti potremmo dire che il fenomeno più popolare del Web è rappresentato proprio dai
siti di social networking e la logica di tali artefatti sfrutta al massimo la potenzialità della rete
3
Il World Wide Web, spesso identificato con la rete e con Internet, rappresenta una modalità di utilizzo di
Internet, che grazie all‟utilizzo dei protocolli di rete (il più diffuso è l‟http) ed alla navigazione ipertestuale, ha
portato alla realizzazione di una struttura informativa distribuita in rete (Mazzoni 2006).
Figura 1, rappresentazione dell’evoluzione
del web 2.0
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intesa come depositaria di capitale sociale. Rispetto ai classici web forum, i siti di social
networking richiedono una diversa attivazione e collaborazione. Ci sono diversi costrutti,
teorie e modelli pronti a spiegare l'accettazione, l'adozione, la diffusione e l'utilizzo delle
innovazioni tecnologiche. Mentre alcuni di questi sono stati studiati a livello individuale con
particolare attenzione ai processi decisionali interni privati (Ajzen & Fishbein 1975), altri si
sono concentrati sulle caratteristiche di innovazione, suggerendo che queste caratteristiche
sono importanti per gli individui (Moore & Benbasat 1991). Entrambi i fattori individuali e le
caratteristiche dei media devono essere presi in considerazione nel momento in cui si studiano
i processi di adozione dei siti di social networking perché le applicazioni di social network
hanno dimensioni sia tecnologiche che sociali: gruppi eterogenei di persone provenienti da
tutto il mondo li utilizzano per l'interazione, la collaborazione, la comunicazione e la
condivisione. I siti di social networking nascono come servizi basati sul web e permettono
agli individui di:
1) costruire un profilo pubblico o semi-pubblico all'interno di un sistema limitato,
2) articolare una lista di altri utenti con cui condividere una connessione,
3) visitare il loro elenco di connessioni e di quelle degli altri presenti nel sistema.
I siti di social networking consentono agli individui di presentare sé stessi, ampliare le proprie
reti sociali e stabilire o mantenere i contatti con gli altri (Boyd & Eleison 2007). Questi siti
possono essere orientati verso contesti legati al lavoro e richiedere la costruzione di un profilo
professionale (come accade ad esempio in LinkedIn), sviluppare le proprie relazioni
sentimentali (l'obiettivo originale di Friendster), collegarsi con altre persone per condividere
degli interessi, come la musica (ad esempio, MySpace), oppure contattare gli studenti della
propria scuola (l'intento iniziale di Facebook).
I siti di social networking possono essere utilizzati
per interagire con le persone che già si conoscono
offline o per conoscere nuove persone. Fin dalla
loro introduzione, i siti di social networking (come
MySpace, Facebook, Netlog) hanno attratto
milioni di utenti, molti dei quali hanno integrato
questi siti nelle loro pratiche quotidiane.
Figura 2, rappresentazione dei principali siti di social networking
4
.
4
Immagine tratta da: http://www.maya.it/divisioni/babilot.html
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Sono stati nel tempo creati centinaia di siti di social networking, riguardanti un'ampia gamma
di interessi. Mentre le loro principali caratteristiche tecnologiche sono abbastanza coerenti, le
culture che emergono intorno ai siti di social networking sono molteplici. La maggior parte
dei siti di social networking supporta il mantenimento delle reti sociali pre-esistenti, ma aiuta
anche a conoscere nuove persone sulla base di interessi condivisi, opinioni politiche, o
attività. Alcuni siti di social networking uniscono gruppi di persone per interessi simili,
mentre altri attirano le persone in base ad altre affinità, come il genere, la religione, il lavoro,
la nazionalità, la lingua, etc. I siti di social networking variano anche nella misura in cui
incorporano nuovi strumenti di informazione e comunicazione, come la connettività dei
cellulari, i blog, le foto e i video-sharing. Ciò che rende unici i siti di social networking non è
il fatto che permettono agli individui di incontrare nuove persone, ma piuttosto che
consentono agli utenti di articolare e rendere visibili le loro reti sociali. Questo può portare gli
individui a connettersi tra di loro, connessioni che non sarebbero altrimenti realizzate, anche
se spesso non è questo il loro obiettivo, e queste connessioni avvengono spesso tra ciò che
Haythornthwaite (2005) definisce “latent ties” (legami latenti), vale a dire, quei specifici tipi
di legami sociali online che sono tecnologicamente disponibili (grazie agli artefatti web come
i siti di social networking), ma che non sono ancora attivati socialmente. Tramite un sito di
social networking è possibile infatti contattare una persona proprio perché anch‟essa è iscritta
allo stesso sito (legame tecnologicamente disponibile), e dopo che la persona accetta il
contatto (attivazione sociale del legame), è possibile discutere con essa, condividere i
contenuti dei profili personali e scambiarsi vari tipi di contenuti e conoscenze. In molti siti di
social networking di grandi dimensioni, i partecipanti non cercano necessariamente di “fare
rete” o di incontrare nuove persone, ma cercano in primo luogo di comunicare con persone
che fanno già parte della loro estesa rete sociale.
1.3 La storia dei siti di social networking
Per capire come si è evoluto lo sviluppo dei siti di social networking, è importante
innanzitutto cercare di descrivere come si sono evoluti questi siti nel corso degli ultimi anni. Il
primo sito di social networking riconoscibile fu lanciato nel 1997: venne chiamato
SixDegrees.com e consentiva agli utenti di creare profili, elencare i propri amici e, a partire
dal 1998, di navigare nelle “liste di Amici”. Naturalmente ognuno degli elementi presenti in
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questo sito di social networking esisteva già in precedenza in qualche altro servizio di rete: ad
esempio ICQ permetteva di creare “elenchi di Amici”, anche se questi amici non erano visibili
agli altri, mentre Classmates.com permetteva di contattare altre persone della propria scuola.
SixDegrees fu il primo a combinare queste caratteristiche e fu promosso come strumento per
aiutare le persone a connettersi e inviare messaggi ad altri.
Nonostante SixDegrees riuscì ad attrarre milioni di utenti, non diventò un sistema stabile nel
tempo e nel 2000 venne chiuso.
Il suo fondatore ritiene che SixDegrees era
semplicemente in anticipo sui tempi (A.
Weinreich, 2007). Mentre la rete di Internet
diventava sempre più affollata, la maggior
parte delle persone non estendeva le reti di
amici che avevano online. Molti lamentavano
il fatto che vi erano poche altre funzionalità
permesse una volta che si avevano accettate le
richieste di amicizia e la maggior parte degli
utenti non erano interessati a incontrare delle
persone sconosciute. Dal 1997 al 2001, una
serie di siti di social networking hanno
iniziato ad includere altre funzionalità:
AsianAvenue, Blackplanet e MiGente
permettevano agli utenti di creare sia il
proprio profilo personale che professionale,
sia di ricercare altre persone che già
conoscevano (O. Wasow, 2007).
Figura 3. Cronologia delle date di lancio di molti siti di social networking importanti e le date di inizio di
rilancio dei siti di community con le caratteristiche di siti di social networking.
Un‟altra ondata di siti di social networking è iniziata quando è stata lanciato Ryze.com nel
2001 per aiutare le persone a sfruttare le proprie reti di business. Il Fondatore di Ryze.com
riferisce di averlo costruito all‟inizio solo per i suoi amici, soprattutto i membri della
community “San Francisco business e technology” (A. Scott, 2007). In pochi anni sono così
nati diversi siti di social networking, come Tribe.net, LinkedIn e Friendster (Chafkin, 2007).
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1.4 Le caratteristiche dei siti di social networking
Uno degli elementi che ha permesso alle reti sociali online di ottenere un gran successo di
pubblico è la loro democraticità, cioè il permettere a tutti di comunicare con chiunque senza
alcun tipo di barriera, in modo semplice e immediato. Come sostiene Giddens (2000), grazie
alle tecnologie della cosiddetta “high modernity”, è avvenuto uno sradicamento delle relazioni
sociali che, da contesti locali di interazione, si espandono potenzialmente all‟intera società -
nei limiti del suo accesso alla Rete-, abbattendo confini geografici e barriere temporali; il
carattere transnazionale dei siti di social networking permette di conoscere persone molto
distanti geograficamente ma affini a noi ad esempio per gusti o modo di pensare. Il contatto
fisico qui non è più obbligato ma possibile solamente in un secondo momento (spesso infatti
le persone che si conoscono in Rete hanno la curiosità di incontrarsi anche nella vita reale),
sostituito da un tipo di contatto per via telematica, in “non luoghi” virtuali della Rete. Sono
soprattutto i giovani i più entusiasti e i maggiori frequentatori dei siti di social networking ed
alcune recenti ricerche affermano che, ogni secondo, si aggiunge un individuo in più alla
schiera di persone che possiede un canale personale di pubblicazione, per distribuire e
condividere testi, filmati audio e video; i siti di social networking permettono infatti la
condivisione delle risorse tra gli utenti.
Perché i siti di social networking si sono così sviluppati e diffusi? Probabilmente il fatto che i
costi d‟accesso ad Internet si siano abbassati ha contribuito alla diffusione della conoscenza
dei servizi digitali. Mentre i siti di social networking hanno una vasta gamma di
caratteristiche tecniche, la loro spina dorsale è costituita dai profili visibili che permettono di
visualizzare un elenco articolato di amici che sono anche utenti di quel sito di social
networking. I profili sono costituiti da una pagina unica nella quale un utente descrive sé
stesso (Sundén, 2003). Dopo che un utente si registra ad un sito di social networking, può
inserire tutta una serie di informazioni personali quali: dati demografici (età, luogo di nascita
e/o di residenza), indirizzo e-mail, fino agli interessi, gli hobby, le passioni e le preferenze di
ogni genere, soprattutto se si tratta di comunità pensate per il tempo libero, o il proprio
curriculum se si tratta di comunità orientate all‟ambito professionale. La maggior parte dei siti
di social networking, incoraggia anche gli utenti a caricare la propria foto sul profilo. Dopo
l'adesione, per gli utenti è possibile ricercare altre persone che già conoscono (ad esempio
amici della vita quotidiana), ma anche persone che non conoscono (ad esempio contattandole
semplicemente per avere delle informazioni ritenute utili ed importanti).