4
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
Introduzione
La citazione in prima pagina sintetizza perfettamente l'argomento che si vuole trattare con
questa tesi: l'artista contemporaneo prende consapevolezza delle dinamiche che dominano
il mondo esterno e le fa proprie, anche se queste non appartengono o sembrano estranee
al mondo dell'arte, come il fenomeno del branding originariamente associato ai beni di
consumo. Così facendo si sollevano però numerose questioni riguardo la validità di
questo tipo di arte, numerose critiche e problematicità. Damien Hirst è il massimo
esponente di questo processo ancora in corso, che forse ha cambiato per sempre il modo
in cui gli artisti di domani si rapporteranno al fare artistico.
Il modo di concepire il rapporto tra arte e branding di Hirst è però soltanto una
conseguenza di un fenomeno già in atto da tempo, che lo ha consacrato come un vero e
proprio "artista di brand".
Infatti è dal 1970 che il mondo dell'arte ha visto lo sviluppo di dinamiche relative al
branding originariamente appartenenti ai beni di consumo. "Il branding è una forma di
comunicazione aziendale, è un modo per far crescere la reputazione di un marchio per
renderlo piø attraente per segmenti chiave di compratori. In un clima di potenti mercanti
d'arte che operano in diverse sedi e rappresentano gli artisti piø in voga, il valore del
brand diventa sempre piø importante. I progetti di musei in medio oriente, promossi da
musei superstar come il Louvre o il Guggenheim, puntano tutto sul branding. L'arte è
abbastanza incidentale, secondaria.
1
"
Meccanismi di marketing e piø strettamente pubblicitari (molto spesso spettacolari)
associati generalmente a marchi come Coca-Cola, Nike, o prodotti di alta moda (LVMH,
Prada) il cui obiettivo è apportare valore aggiunto al prodotto garantendo diretta
riconoscibilità, sicurezza e qualità sono per cui stati assimilati dal mondo dell'arte; questo
è evidente nel momento in cui al giorno d'oggi si richiede che l'artista sia anche e
sopratutto un abile mercante, capace di integrare le sue idee e le sue opere con un
intelligente fiuto da finanziere.
1
Chiara Zampetti, Intervista agli autori di "The art business" Ian Robertson e dr. Derrick
Chong, www.arteconomy24.il sole 24 ore.com.
5
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
Andy Warhol fu forse il primo a capire realmente quanto potere potesse derivare dalla
notorietà data da un' auto-sponsorizzazione . Nel 1966 infatti declama: "I'll endorse with
my name any of the following: clothing, AC-DC, cigarettes, small tapes, sound
equipment, food, helium, whips, MONEY!
2
" insegnamento che ha dato una svolta
radicale al modo in cui gli artisti si sono poi approcciati al pubblico. Jeff Koons ne è uno
dei piø validi rappresentanti, nel momento in cui esce dal mondo finanziario e inizia a
fare arte dichiarando di volerla rendere competitiva in una società competitiva. Ed è
proprio su questa scia che si inserisce l'opera di Damien Hirst, il quale, circondandosi dei
piø influenti personaggi del settore, aprendo una vera "fabbrica" con diverse centinaia di
aiutanti, fondando addirittura due società per gestire il suo "marchio", ne è il massimo
esponente.
Queste dinamiche sollevano però obiezioni da parte dei piø autorevoli critici d'arte perchè
sembra si sia entrati in una logica in cui è il mercato a dare giustificazione e non la critica
d'arte. Proprio a proposito dello squalo in formaldeide di Hirst, Dorfles sbotta che l'arte si
fa massimamente spettacolare per coprire deficit di iniziativa personale. Ma è proprio
così? il fatto che molti collezionisti acquistino nuove opere senza averle visionate ma
sotto indicazione del gallerista prestigioso o in base al nome dell'artista fa riflettere.
In questa sede si vuole quindi indagare l'ampio spettro di attività intraprese da Damien
Hirst come fenomeno esemplare di "artista di brand", il suo modo di concepire il legame
tra arte e business, lo stretto legame che intercorre tra il lavoro artistico e il management,
la pubblicità, la promozione, il successo, il denaro. Questo percorso è stato facilitato dalla
presenza e dall'aiuto di una persona molto vicina a Damien: Hugh Allan, amico di
infanzia dell'artista, socio e direttore di other criteria, società con la quale lui e Damien si
occupano del rafforzamento e diffusione dell'immagine dell'artista e dei colleghi con cui
ha lavorato, tramite la diffusione di gadget a basso costo (portachiavi, t-shirt, stampe e
piccole opere) e pubblicazioni.
2
Eileen Kinsella, Warhol Inc., www.artnews.com.
6
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
1. Damien Hirst: cenni biografici
"Devi diventare una celebrità prima di demolirla,
farla a pezzi e far vedere alla gente che non c'è nessuna
differenza tra le celebrità e la vita normale."
DAMIEN HIRST
3
Si può senza alcun dubbio ritenere Damien Hirst una celebrità per la fama, il successo e
le polemiche che hanno accompagnato fin da subito la sua carriera artistica. Ma quali
sono state le tappe della sua esistenza che lo hanno portato ad essere l'artista che oggi
tutti conoscono? Volendo cercare il tema centrale del suo lavoro, questo senz'altro risiede
nella morte. Seguendo una classificazione delle sue opere proposta da Donald Thompson
ne Lo squalo da 12 milioni di dollari possiamo individuare principalmente sei categorie:
la prima è costituita da Natural History, che comprende gli animali "sospesi nella morte"
conservati in formaldeide. La seconda categoria è la lunga cabinet series, nella quale
strumenti chirurgici o confezioni di pillole vengono esposti in armadietti per medicinali.
Riconosciamo poi gli spot paintings, cinquanta o piø cerchietti su superficie bianca,
ordinati in file e colonne generalmente chiamati con nomi di prodotti farmaceutici. La
quarta categoria, gli spin paintings, sono dipinti molto colorati realizzati su una ruota da
vasaio fatta girare. La quinta categoria è costituita dai butterfly paintings, collage con
migliaia di ali staccate oppure con farfalle tropicali intere montate su tela dipinta di
vernice lucida monocroma. L'ultima categoria comprende trentuno quadri fotorealistici .
Manifesto della sua poetica è The physical impossibility of death In the mind of someone
living, consistente in uno squalo tigre di oltre 4 metri posto in formaldeide dentro una
teca. Lo squalo divenne il simbolo dell'arte britannica degli anni novanta e la vendita
dell'opera nel 2004, per quasi dodici milioni di dollari, ha reso Hirst l'artista vivente piø
caro dopo Jasper Johns.
3
Damien Hirst, Gordon Burn, Manuale per giovani artisti, Milano, Postmedia Books, 2001, p.45.
7
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
La violenza statica, immobile che traspare dalle sue opere probabilmente attinge da una
vita e da una adolescenza turbolente. Damien Hirst nasce nel 1965 a Bristol, ma cresce a
Leeds. Il padre, venditore d'auto, lascia la famiglia quando il figlio ha dodici anni.
L'adolescenza di Damien è travagliata. Fin da giovanissimo manifesta attenzione e
interesse per tematiche legate alla morte. A sedici anni si fa fotografare con la testa di un
morto (che diverrà la foto-scultura with dead Head).
Di questo episodio racconta "Sono io con la testa di un morto. Una testa tagliata
all'obitorio. Se mi guardi in faccia si vede che sto dicendo "Presto, presto, scatta!". Avevo
paura, volevo farla vedere ai miei amici, ma non potevo portarli tutti all'obitorio di Leeds.
Ero terrorizzato. Ridevo, ma mi aspettavo che da un momento all'altro gli occhi si
aprissero e Graargh!! Stavo facendo dei disegni di anatomia, ho fatto delle foto anche se
non potevo. All'improvviso pensai che quel sorriso e tutto il resto per me sintetizzavano il
mio rapporto col problema della vita e della morte. Ma era un modo veramente ridicolo di
cercare di capire quelle cose. Questa è la vita e questa è la morte. Cercavo di capire. A
casa avevo molti libri di patologia. le ustioni e tutto il resto..li usavo per dipingere. Mi
piaceva molto Francis Bacon. Quand'ero ragazzino andai all'obitorio e in mezzo a tutti
quei cadaveri mi sentii male, pensai di morire, era orribile. Ma tornai piø volte a
disegnarli. Il punto in cui inizia la morte e finisce la vita per me era li, prima ancora che li
vedessi. Quando li vidi per un po' di volte mi ci abituai e capii che era vero. Li tenevo tra
le braccia, ed erano cadaveri. La morte si allontanò un po'"
4
.
La vera e propria preparazione artistica inizia nel 1986 quando Damien si trasferisce a
Londra, deciso a diventare artista. Viene ammesso al prestigioso Goldsmith College e al
secondo anno di corso organizza una mostra, Freeze, in un edificio abbandonato dei
Docklands di Londra. Molti degli artisti selezionati da Hirst, tutti allievi del Goldsmith
come Sarah Lucas, Ian Davenport e Fiona Rae, raggiungeranno il successo. Hirst viene
molto criticato per questa mostra, da studenti e professori e viene accusato di vendersi
"moralmente" a Charles Saatchi. Tuttavia già dall'ideazione dell'esposizione, che curò
personalmente scegliendo le opere, progettando il catalogo e predisponendo
l'inaugurazione, emerge la sua grande capacità organizzativa oltre che artistica. Si
impegnò personalmente infatti anche per ottenere i finanziamenti da un'azienda canadese,
la Olimpia e York, che stava costruendo il complesso commerciale di Canary Wharf e
4
Damien Hirst, Gordon Burn, Manuale per giovani artisti, Milano, Postmedia Books, 2001,
pp.32-33.
8
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
quando Norman Rosenthal, della Royal Academy, disse che non sapeva come arrivare
nella zona dei docks, Hirst lo andò a prendere e lo portò alla mostra personalmente.
Diplomato al Goldsmiths, nel 1990 con l'amico Carl Freedman cura una mostra intitolata
Gambler nella quale espone A thousand years , una rappresentazione della vita e della
morte nella quale delle larve di
mosca vengono fatte schiudere in
una teca e poi spinte a superare
una separazione per raggiungere
una testa di mucca in
decomposizione. Venivano poi
fulminate a metà del loro tragitto.
A proposito dell'opera Hirst dice:
" Ridevano tutti di me. Pensavano
che fossi fuori di testa. Ma io ci
pensavo e la minimalizzavo, la stavo trasformando in una struttura virtualmente stupenda.
Stavo risolvendo tutto. Avrà dei buchi, sarà come un dado...potrei descrivere tutto
perfettamente, cos'era prima che la facessi. E tutti dicevano che ero impazzito, che ero
fuori di testa, che era una stronzata. Ricordo che parlavo con Gary Hume e gli chiesi -
Penso di chiamarlo A thousand Years. cosa ne pensi? e lui- Ma va! A thousand years!
Che cazzata !
5
-"
Nel 1991 Hirst tiene la sua prima personale in un negozio dismesso in Woodstock street,
nel centro di Londra ma il vero e proprio successo arriva con la prima esposizione
dedicata agli Young British Artists alla Saatchi Gallery di Londra, dove Hirst presenta
The physical impossibility of death in the mind of someone living, uno squalo sospeso in
una vasca trasparente riempita di formaldeide. L'opera viene acquistata da Saatchi per
50mila sterline. Hirst descrive l'opera in un'intervista nella prima edizione della rivista
"Frieze":" Mi piace l'idea di qualcosa che descrive una sensazione. Uno squalo fa paura, è
piø grande di te, si muove in un ambiente a te sconosciuto. Sembra vivo quando è morto e
morto quando è vivo." Hirst è finalista al Turner Prize che viene però assegnato a
Grenville Davey.
Conquista poi la notorietà internazionale alla Biennale di Venezia nel 1993, grazie alle
polemiche che investono Mother and child divided, una mucca e un vitellino tagliati a
5
Damien Hirst, gordon Burn, Manuale per giovani artisti, Milano, Postmedia Books, 2001, p.128.
9
UNIVERSITA' CA' FOSCARI
TESI DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E GESTIONE DELL'ARTE E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
metà, e collocati in due vetrine in modo che gli spettatori possano camminare tra le
viscere dei due animali. Le critiche riguardo la sua arte si infittiscono ma questo non gli
impedisce nel 1995 di vincere il prestigioso Turner Prize.
A Londra apre un ristorante, Pharmacy, interamente progettato per far "vivere" le sue
opere omonime, che diventa meta di pellegrinaggio del jet set internazionale. Nuove
polemiche si hanno fin dall'inaugurazione della mostra Sensation, tenutasi alla Royal
Academy di Londra nel 1997 e visitata da 350mila persone. Le opere appartengono tutte
alla collezione Saatchi. Nel 1999 declina l'offerta di rappresentare la Gran Bretagna alla
Biennale di Venezia e fa causa alla British airways per via di una pubblicità che richiama
alla mente i suoi Dot paintings. Dietro questa e altre scelte che sembrano essere proprie
di un impresa volta a salvaguardare i suoi profitti c'è la mano abile di Frank Dunphy,
manager dell'artista, il cui obiettivo è proprio occuparsi del patrimonio di Hirst.
A New york, nel 2000 centomila persone visitano la sua mostra da Gagosian. L'artista
ricompra 12 sue opere da Saatchi, in società con il gallerista Joy Jopling. L'investimento
ammonta a 15 milioni di dollari. Ma la carriera, la fama e il successo di Damien sono in
continua salita, si pensi che nel 2003 una personale da White Cube, a Londra, incassa
11milioni di sterline. E poi il proprietario di un grande magazzino di Seul paga 1,5
milioni di dollari per Charity, un monumentale bronzo dipinto. Hirst decora anche un
catamarano, che collega la Tate Britain alla Tate Modern con 2.500 punti di 35 colori.
6
Su consiglio di Dunphy chiude Pharmacy, non prima però di aver messo in salvo tutto il
vendibile (addirittura posaceneri e bicchieri) da riservare ad un'asta da Sotheby's il cui
incasso sfiora i 20milioni di dollari.
Nel 2004 Il suo primo squalo viene venduto da Saatchi, si dice per 11,5 milioni di dollari,
al collezionista americano Steve Cohen. Nel 2007 Hirst sostituisce l'animale originale,
quasi disintegrato, con un altro. Si alzeranno molte polemiche a seguito di questo
episodio sull'originalità e l'autenticità dell'opera d'arte. Dall'ottobre 2007 l'opera è esposta
in prestito al Metropolitan Museum di New York.
L'anno seguente, presenta da Gagosian, a prezzi compresi tra 250 mila e due milioni di
dollari, trenta dipinti fotorealistici realizzati in gran parte dai suoi assistenti. Le opere
vanno letteralmente a ruba.
Nel 2007 espone da White Cube For the Love of God, un teschio di platino tempestato di
diamanti. Il prezzo richiesto ammonta a cento milioni di dollari. E nel 2008 da Sotheby's
6
Renato Diez, Damien Hirst, in “Arte”, n.144,Milano, Maggio 2010, pp.102-109.