7
INTRODUZIONE
Questo lavoro affronta il tema dell‟adolescenza e del disagio
adolescenziale, approfondendo gli argomenti riguardanti la trasgressione, i
comportamenti a rischio e la sfida insiti nel processo di crescita
adolescenziale.
L‟intento è quello di comprendere le motivazioni che legano
l‟adolescente alla ricerca del rischio e se ciò sia espressione di un disagio o di
una „normale‟ tappa per il suo sviluppo. In particolare, l‟obiettivo è quello di
dimostrare che gli atteggiamenti „agiti‟ dall‟adolescente sono spesso
conseguenza di una crisi, di una catastrofe, di un break down evolutivo, che
avvengono nel momento in cui il soggetto avvia il suo percorso verso l‟età
adulta e cioè quando avvengono in lui radicali cambiamenti che ne modificano
aspetto, mente e relazioni.
Questo elaborato parte dal presupposto che ogni fase di transizione
della vita ha molteplici valenze. Da un lato è occasione non solo di nuove
prospettive di sviluppo e di esperienze, ma anche di apprendimento di nuove
capacità personali e relazionali; dall‟altro rappresenta un periodo di
vulnerabilità, in quanto mette in crisi e disorganizza il sistema dei riferimenti e
di condotte abituali. L‟adolescenza si configura, quindi, come un periodo di
crisi caratterizzato da una messa in discussione non solo di se stesso, ma anche
degli equilibri personali che spinge l‟adolescente ad avviare un processo di
separazione dai vecchi legami affettivi e da tutto ciò che lo legherebbe ancora
al periodo infantile e a compiere scelte che influenzano l‟identità adulta e
l‟intero corso della vita. I conflitti adolescenziali sono strettamente funzionali
all‟autonomia e all‟indipendenza. Il senso di incertezza, di inquietudine e di
angoscia che pervade l‟adolescenza scaturisce, allora, non solo dal desiderio,
ma anche dalla paura di crescere.
La letteratura su tale argomento, naturalmente, è già di per sé molto
vasta, ma il mio desiderio è quello di mettere a confronto le varie tesi dei
numerosi autori che si sono occupati di adolescenza e vedere in che relazione
8
possono legarsi al contesto sociale attuale. Le conoscenze psicologiche,
sociologiche ed educative in riferimento all‟adolescenza, infatti, sono divenute
sempre più affinate, ma mai come adesso tale ambito è diventato così labile ed
incerto. Attualmente ci viene mostrata, attraverso l‟opera dei mass media,
un‟adolescenza che si configura sempre più come un periodo della vita critico,
che si impone all‟attenzione per i tanti problemi che gli adolescenti presentano
nella famiglia, nella scuola, nel mondo sociale e nei vari ambiti di rischio a cui
si espongono (droga, incidenti stradali, violenza…). Sentiamo spesso fatti di
cronaca nera aventi come protagonisti i ragazzi: derisioni, abusi sessuali,
violenza, stragi del sabato sera e atteggiamenti spericolati, quasi sempre senza
alcuna motivazione apparente. Da ciò scaturisce una visione alquanto negativa
e pessimista delle giovani generazioni odierne. Cercheremo allora di capire
quale significato possono assumere tali comportamenti; in particolare ci
dedicheremo al concetto di sfida in essi implicito. Il nostro obiettivo sarà
quello di scoprire che cosa e chi sfidano oggi gli adolescenti, il significato del
concetto di sfida e a chi e che cosa è rivolta la trasgressione adolescenziale.
Il cambiamento che si attua in adolescenza, come vedremo nel primo
capitolo, è un cambiamento globale, che trasforma radicalmente il corpo, la
mente e le relazioni del soggetto in evoluzione e, nello specifico, viene
analizzato il concetto di „seconda nascita‟, passando in rassegna molti
contributi psicodinamici, di cui saranno evidenziati gli aspetti comuni e/o
divergenti. Successivamente approfondiremo i concetti di crisi e di sviluppo,
poiché dimostreremo come sono estremamente legati fra loro nel processo di
cambiamento in atto, in quanto portano all‟elaborazione di una nuova identità.
Tratteremo, inoltre, dei compiti di sviluppo nella sfera fisico – corporea e
sessuale, in quella intellettuale e in quella psicosociale. Questa definizione dei
compiti di sviluppo non è, a mio avviso, una digressione poiché i
comportamenti a rischio possono essere letti come una modalità di risposta a
tali compiti evolutivi. Termineremo il primo capitolo con un approfondimento
sul tema della trasgressione, in cui vedremo come la messa in discussione è
senz‟altro necessaria per la crescita e per la conquista dell‟autonomia e
9
indipendenza del giovane e cercheremo di scoprire il significato che essa
assume nella Società attuale.
L‟adolescenza presenta caratteristiche particolari in funzione delle
epoche, degli ambienti culturali, sociali ed economici in cui l‟individuo vive,
in quanto ogni generazione si confronta con i problemi e/o i vantaggi attuali
della Società d‟appartenenza. Ecco il motivo per cui viene dedicato alla
Società odierna il secondo capitolo, evidenziandone i punti di forza ma anche i
lati negativi. La scelta di analizzare il contesto sociale nasce anche dal
presupposto secondo il quale i comportamenti „agiti‟ dal giovane possono
essere interpretati come il risultato dell‟interazione del soggetto nel contesto di
appartenenza, in quanto subiscono l‟influenza della cultura, delle
opportunità offerte dall‟ambiente e delle differenze individuali. La Società
di oggi è caratterizzata dalla complessità, dalla vastissima libertà di scelta, ma
anche dalla perdita di valori e dalla riduzione dell‟autorevolezza degli adulti.
Tutto questo, naturalmente, si ripercuote sullo sviluppo degli adolescenti e sul
ruolo che vengono ad assumere i genitori, a cui vengono dedicati i paragrafi
successivi.
Nel terzo capitolo si sottolinea l‟importanza di fare esperienza, intesa
come sperimentazione del limite e quindi fonte di apprendimento di se stessi e
delle proprie capacità. Approfondiremo il tema del rischio, il suo significato,
le motivazioni e le funzioni che svolge, in riferimento allo sviluppo
dell‟identità e alla partecipazione sociale del giovane. Analizzeremo, infine, il
significato della sfida, importante strumento di affermazione di se stessi,
cercando di cogliere il nesso che la lega ad alcuni comportamenti a rischio
molto diffusi in adolescenza: il suicidio, la guida spericolata e l‟utilizzo di
stupefacenti.
Il penultimo capitolo è dedicato, invece, al disagio adolescenziale
comunicato ed espresso dal giovane tramite il proprio corpo e, quindi, saranno
approfonditi temi quali l‟anoressia, la bulimia, ma anche i tatuaggi, i piercing
e l‟autolesionismo; troveremo, infine, anche un cenno ai comportamenti
violenti e al disagio scolastico. La lettura innovativa che vogliamo dare a
questi atteggiamenti riguarda il fatto di leggerli come espressione, non solo
10
della catastrofe e della crisi che spesso „colpisce‟ il giovane, ma anche come
modalità di sfida alla morte.
L‟ultimo capitolo, infine, è un contributo riguardante l‟aspetto
pedagogico e preventivo dei comportamenti a rischio. In particolare, si tratta
di favorire l‟opportunità di rispondere in modo più valido ai compiti evolutivi
dell‟età e di sviluppare in modo salutare le loro competenze cognitive e
sociali. L‟educazione e la prevenzione oggi si strutturano come due interventi
strettamente integrati tra loro, nonostante l‟esigenza di educare prima e
prevenire poi. Sempre più spesso, infatti, si cerca di investire quasi
esclusivamente sul processo preventivo, legato maggiormente ad un ambito
medico e sanitario, riducendo e celando l‟importanza dell‟educazione, la quale
viene intesa come acquisizione di senso da parte del giovane riguardo ai propri
atteggiamenti. Figura di riferimento e di sostegno per il percorso di sviluppo
del soggetto è senz‟altro l‟educatore, che svolge la sua funzione di
accompagnamento con adeguate competenze professionali e personali,
fondamentali per la riuscita degli interventi che intende realizzare. Si parlerà
inoltre della funzione educativa della famiglia e della scuola, in quanto
colonne portanti della corretta crescita psico - sociale dell‟individuo. Un
ulteriore paragrafo tratterà dell‟intervento di prevenzione, che ha come fine lo
sviluppo nell‟adolescente della capacità di autocontrollo e protezione per la
salute, espressi attraverso la scelta di comportamenti alternativi rispetto a
quelli a rischio. Vengono analizzati, inoltre, i fattori protettivi personali e
quelli legati al contesto di appartenenza, che riducono la probabilità di
coinvolgimento del giovane nel rischio. Successivamente studieremo gli
interventi di psicoterapia e di consultazione, estremamente utili per permettere
al giovane in crisi di far ripartire il processo educativo interrotto, attraverso la
presa di coscienza di sé e la realistica percezione delle proprie capacità. Molto
importante è lo strumento preventivo ed educativo che utilizza la discussione
fra pari ovvero la peer education, nel quale l‟adolescente ha modo di
confrontare la sua esperienza e il proprio punto di vista con i suoi coetanei.
11
Capitolo I
IL RUOLO DELLA TRASGRESSIONE NELLA
CRESCITA DEGLI ADOLESCENTI
1. Breve sguardo storico all’adolescenza
1
Da un punto di vista antropologico, l‟adolescenza è un‟invenzione
dell‟epoca moderna. Nelle Società tradizionali, infatti, la figura
dell‟adolescente non era considerata anzi, l‟adolescenza era un periodo di
addestramento alla socializzazione nel mondo degli adulti, scandito da tappe
culturalmente predefinite attraverso le quali giungere al riconoscimento
sociale dell‟identità adulta. I riti di iniziazione relativi al passaggio dall‟età
dell‟infanzia a quella della maturità, venivano celebrati alle soglie della
pubertà e sancivano l‟ingresso ufficiale del giovane nella comunità dei
„grandi‟. Tale passaggio veniva rappresentato attraverso una morte e una
rinascita simbolica: il giovane moriva nella sua vita infantile per rinascere in
un‟esistenza di adulto
2
.
Nelle Società occidentali, fino all‟Ottocento, i bambini erano
considerati tali fino a che non arrivavano a svolgere le attività che la propria
classe sociale prevedeva; il bambino veniva dunque considerato come un
„piccolo adulto‟
3
.
1
Cfr. A. Maggiolini, G. Pietropolli Charmet (a cura di), Manuale di psicologia
dell‟adolescenza: compiti e conflitti, Franco Angeli, Milano 2004.
2
“L'atto rituale è legato ad una struttura simbolica che permette di realizzare il passaggio dal
significante al significato, dall'immaginario alla realtà ontologica, dal segno all'essere” in J. Ries, I
riti di iniziazione, Jaca Book, Milano 1989, p.10.
3
Ariès, infatti, scrive: “il bambino passava direttamente e senza intermediari dalle gonne delle
donne al mondo degli adulti. Bruciava le tappe della giovinezza o dell‟adolescenza. Da bambino
diventava immediatamente un piccolo adulto”; Cfr. P. Ariès, Padri e figli nell‟Europa medievale e
moderna, Edizioni La Terza, Roma 1991, pag. 36.
12
Verso la fine del XIX secolo, nelle Società europee, i profondi
mutamenti sociali ed economici – con il conseguente aumento dell‟importanza
data all‟istruzione fino all‟età avanzata e l‟ingresso posticipato nel mondo del
lavoro – portarono alla nascita della figura dell‟adolescente moderno. Grazie
alla scuola, per la prima volta, i ragazzi poterono frequentare costantemente il
gruppo dei pari, che permetteva (e permette tuttora) il confronto; la ricerca
dell‟identità era finalmente svincolata dal solo ambiente adulto.
Come vedremo in seguito, l‟adolescente oggi è precocemente
„adultizzato‟ sia per l‟anticipazione dell‟inizio della scuola sia perché viene
presto coinvolto nelle dinamiche affettive familiari, sviluppando un prematuro
senso di responsabilità e di socializzazione. Con il declino delle iniziazioni
sociali, poi, sono venuti a mancare anche il sentimento e la prospettiva della
propria funzione e utilità sociale, con la grave conseguenza di rendere incerto
il futuro
4
.
2. L’adolescenza: un concetto recente
Il termine adolescenza è relativamente nuovo; etimologicamente deriva
dal latino adolescere che significa „crescere‟
5
. Situata tra l‟infanzia e l‟età
adulta, l‟adolescenza è, per antonomasia, la fase del cambiamento, che va
all‟incirca dai dieci – quattordici ai diciotto – venticinque anni ed è
caratterizzata da una serie di trasformazioni di ordine fisiologico, psicologico
e sociale che possono produrre effetti sconvolgenti nella percezione di sé del
ragazzo. L‟adolescenza è, infatti, contrassegnata da significativi cambiamenti
in ogni area: fisica (accrescimento generale, maturazione sessuale),
psicologica (integrazione dell‟immagine del corpo sessuato, definizione
4
Cfr. G. Concato, L‟adolescenza: percezione di sé e aspettative, in Betti C. (a cura di,
Adolescenti e Società complessa: proposte d‟intervento formativo e didattico, Edizioni del Cerro,
Tirrenia 2002.
Questo argomento verrà approfondito nel capitolo successivo.
5
Da qui la definizione di adolescenza “come fase del ciclo di vita in cui l‟individuo acquisisce
le competenze e i requisiti per assumere le responsabilità di adulto”. Tra questi compiti troviamo:
l‟uscita dal circuito formativo, l‟ingresso nel mondo del lavoro, l‟acquisizione di una dipendenza
economica, la costituzione di una nuova famiglia, l‟entrata nel ruolo genitoriale, in A. Maggiolini, G.
Pietropolli Charmet (a cura di), Manuale di psicologia dell‟adolescenza, op. cit., pag. 11.
13
dell‟identità), cognitiva (intelligenza formale, pensiero ipotetico – deduttivo),
relazionale (cambiamenti nelle relazioni familiari, nuovi rapporti amicali e
sentimentali)
6
.
Il cambiamento comporta la separazione dal proprio sé infantile, la
ricerca di un‟identità propria, lo sviluppo delle relazioni interpersonali e la
scoperta della sessualità. Si parla, infatti, di adolescenza come „seconda
nascita‟, termine suggeritoci da alcuni autori
7
per evidenziare anche la brutta
rottura con lo stile di vita e le modalità di rapporto dell‟infanzia che viene a
verificarsi in relazione al cambiamento cognitivo, emozionale, psicologico e
sociale in atto. La separazione dall‟immagine del sé infantile produce, quindi,
atteggiamenti oppositivi con i quali l‟adolescente tenta di consolidare e
ribadire il distacco con il passato, ma anche ansie e regressioni a forme di
dipendenza infantile
8
.
L‟età adolescenziale può essere considerata quella parte di vita in cui
vengono messi nuovamente in discussione tutti i valori trasmessi dalla
famiglia e dalla Società di appartenenza
9
; è, allora, il tempo di transizione tra
l‟infanzia e l‟ingresso nell‟età adulta, caratterizzato dall‟avventura, dalla
ribellione e dall‟irrazionalità, che comporta inevitabilmente una crisi nella vita
del giovane: una crisi dolorosa, ma sicuramente costruttiva, in quanto apre a
nuove esperienze e a nuove possibilità e che naturalmente si manifesta in
maniera diversa da individuo ad individuo, da cultura a cultura
10
. Possiamo
affermare, quindi, che esistono diversi modi per vivere l‟adolescenza
11
; ecco
che “ognuno attraversa il guado della seconda nascita in modo unico e
originale”
12
.
6
V. Schimmenti (a cura di), Il tempo dell'adolescenza. Mutamenti soggettivi e trasformazioni
sociali, Franco Angeli, Milano 2009.
7
Si veda il paragrafo successivo.
8
Redl afferma: “crescere per trasformarsi in adulto significa lasciare dietro di sé o eliminare
parte di ciò che ha costituito il bambino e diventare per molti aspetti qualcun altro” in F. Redl, Il
trattamento psicologico del bambino, Bollati Boringhieri, Torino 1966, pag. 423.
9
M. R. Mancaniello, Lettura della condizione adolescenziale attraverso alcune indagini
emergenti, in Betti C. (a cura di), Adolescenti e Società complessa, op. cit.
10
Cfr. I. Grazzani Gavezzi, L‟adolescenza: costruzione dell‟identità nei contesti di crescita, in
E. Confalonieri, I. Grazzani Gavezzi, Adolescenza e compiti di sviluppo, Unicopli, Milano 2005.
11
A. Bracconier, D. Marcelli, I mille volti dell'adolescenza. Itinerari e insidie, Edizioni Borla,
Roma 1990.
12
M. R. Mancaniello, Educare al „senso del limite‟ attraverso l‟avventura: una categoria
pedagogica per affrontare il rischio e la sfida dalla morte nell‟adolescenza, in A. Mannucci (a cura di),
14
Pommereau, importante psichiatra francese, afferma che “il periodo di
transizione cominciato con la pubertà è certo caratterizzato da intensi
sconvolgimenti per il soggetto e i suoi genitori, ma non è „l‟età integrata‟ che
alcuni cercano di affrontare con maggiore o minore condiscendenza. È un
periodo di sofferenza, ma anche di sviluppo, in cui l‟abbondanza delle idee, la
spontaneità e la generosità affettiva fanno a gara con straordinarie capacità
di adattamento ai cambiamenti”
13
.
Tra l‟infanzia e l‟età adulta, l‟adolescenza è un passaggio; come
sottolineano anche Marcelli e Braconnier: “si dice spesso a torto che
l‟adolescente è allo stesso tempo un bambino ed un adulto: in realtà egli non è
più un bambino e non è ancora un adulto. Questo duplice movimento,
rinnegamento della sua infanzia da una parte, ricerca di uno statuto stabile di
adulto dall‟altra, costituisce l‟essenza stessa della crisi, del processo psichico
che ogni adolescente attraversa”
14
. Il pensiero dei due studiosi francesi
sembra rispecchiare la teoria della psicoterapista Gislon
15
; per lei,
l‟adolescenza è caratterizzata da due elementi molto importanti, la continuità e
la discontinuità, che la contraddistinguono da tutte le altre epoche di vita,
rendendola unica ed irripetibile. La discontinuità nasce dal fatto che, a partire,
dalle trasformazioni somatiche e fisiche in atto in questa fase, l‟adolescente
sviluppa un‟identità separata da ciò che era in passato. Riguardo
all‟adolescente, la Gislon scrive: “non è più un bambino e non è ancora un
adulto. Ogni componente fisica e psichica non può più essere come nel
passato e allo stesso tempo non sa ancora quali saranno quelle caratteristiche
che lo definiranno in futuro”
16
. In questo senso si intende l‟adolescenza come
la fase in cui l‟individuo abbandona il passato e non conosce ancora il futuro.
L‟adolescente, nella fase di discontinuità, cerca di sperimentare se stesso per
L‟evento morte: come affrontarlo nella relazione educativa e di aiuto, Edizioni Del Cerro, Tirrenia
2004, pag. 168.
13
X. Pommereau, Quando un adolescente soffre. Ascoltarlo, capirlo, amarlo, Pratiche Editrice,
Milano 2002, pag. 186 – 187.
14
D. Marcelli, A. Braconnier, Adolescenza e psicopatologia, Masson, Milano 2006, pag. 3.
Inoltre entrambi ritengono sia impossibile definire l‟adolescenza, in quanto condurrebbe a spiegazioni
vane, fallaci ed illusorie e ricorrono al „paradosso‟, poiché l‟adolescenza è proprio l‟esperienza delle
contraddizioni. Il paradosso infatti riguarda un essere, una cosa che sembra sfidare la logica, perché
presenta in sé aspetti contraddittori. Cfr. A. Bracconier, D. Marcelli, I mille volti dell'adolescenza.
Itinerari e insidie, Edizioni Borla, Roma 1990.
15
Cfr. M. C. Gislon, Adolescenza e discontinuità, Bollati Boringhieri, Torino 1993.
16
Ivi, pag. 9.
15
tentativi ed errori, per favorire la consapevolezza di sé, la ricerca e la
conferma dell‟identità, che sono influenzate dal passato; ritroverà nel futuro le
esperienze passate con modificazioni ed elaborazioni, recuperando così la
continuità con se stesso e con la sua storia. Attraverso la ricerca personale e la
sperimentazione, l‟adolescente giunge a riconoscersi come individuo, ponendo
le basi di una futura stabilità, che non esclude il cambiamento. La
discontinuità si manifesta attraverso comportamenti tipici: il mettere in dubbio
tutto, il mettere in discussione, il rivedere le proprie e le altrui posizioni. Solo
dopo tale esperienza di conoscenza, di esplorazione, di sperimentazione, di
realizzazioni cognitive, affettive e comportamentali, l‟adolescente può
recuperare elementi del passato, che potranno influenzare il modo stesso in cui
il processo della sua evoluzione viene affrontato, senza ostacolare il
riconoscimento del Sé e delle componenti personali su cui si sviluppa la sua
individualità
17
. La continuità, invece, è mantenuta in virtù delle capacità
personali del soggetto di integrare la dimensione della discontinuità, potendola
utilizzare come uno spazio interno di rinnovamento
18
.
3. L’adolescenza come ‘seconda nascita’ e come ‘seconda sfida’:
brevi interpretazioni psicoanalitiche
19
L‟adolescenza è quella fase in cui si decide buona parte della vita futura
dell‟individuo, attraverso l‟accettazione o il rifiuto dell‟integrazione della
dimensione fisica con quella mentale. Il cambiamento adolescenziale appare,
quindi, come una rottura o una nuova nascita, in quanto il corpo in
trasformazione mette radicalmente in discussione lo sguardo con cui
l‟adolescente osserva ora il mondo e muta profondamente il suo essere nel
mondo stesso. “In adolescenza – infatti – non cambia solo quello che
17
Ivi, pag. 247.
18
Ivi, pag. 403.
19
Per i riferimenti ai vari contributi psicoanalitici si veda anche: S. A. Mitchell, M. Black,
L'esperienza della psicoanalisi. Storia del pensiero psicoanalitico moderno, Bollati Boringhieri,
Torino 1996 e M. C. Gislon, Adolescenza e discontinuità, Bollati Boringhieri, Torino 1993.
16
l‟adolescente sa o sa fare, ma anche quello che è e come si vede”
20
; e ancora,
l‟adolescenza “è un tempo di grandi metamorfosi, di alchimie complesse e di
trasformazioni continue, nel quale in ognuno vi è tutto e il contrario di
tutto”
21
.
In questo periodo, infatti, la spinta fisica è talmente rapida, forte e
rivoluzionaria, da costringere il giovane a vivere una sorta di „seconda
nascita‟, in cui è il corpo che si presenta alla mente – molto più lenta nel
processo di riconoscimento – la quale deve osservare queste trasformazioni da
cui scaturiscono una specificità fisica maschile e una specificità fisica
femminile. Ferrari, ad esempio, nel suo libro Adolescenza: la seconda sfida,
sostiene che l‟adolescenza è la fase in cui si decide in modo cruciale la vita
futura dell‟individuo attraverso l‟accettazione oppure il rifiuto
dell‟integrazione della dimensione fisica con quella mentale. Il farsi corpo e il
relativo processo conoscitivo, oltre ad essere dolorosi, sono il fattore
scatenante di quella „seconda nascita‟ già citata e di quella „seconda sfida‟, “la
quale diventa necessaria e costruttiva per gettare le basi della prima
elaborazione conscia della conflittualità mente – corpo, il cui esito può essere
armonico, ma anche disturbato”
22
. In altre parole permette di conoscere
l‟immagine del proprio corpo, in modo da assicurare il sentimento di
continuità dell‟identità personale. L‟iter della seconda sfida consiste, quindi,
nella capacità della „psichicità‟ di confrontarsi con una fisicità sconosciuta ed
imposta
23
, in cui il corpo diventa l‟anticipatore nel cambiamento di
un‟esperienza totalmente sconosciuta: diventare adulti
24
. “Dall‟estraneità
verso il proprio corpo si arriva a ritornare al proprio corpo, in quanto viene
successivamente riconosciuto”
25
. Si tratta di dare forma, attraverso
20
A. Oliviero Ferraris, Crescere, Raffaello Cortina Editore, Milano 1992, pag. 153.
21
G. Maiolo, Adolescenze spinose. Come comunicare senza fare (e farsi) del male, Erickson,
Milano 2002, pag. 13.
22
A. Ferrari, Adolescenza: la seconda sfida. Considerazioni psicoanalitiche sull'adolescenza,
Edizioni Borla, Roma 1994, pag. 38.
23
Ivi, pag. 59.
Questo processo di riconoscimento del corpo da parte di una mente curiosa, attenta e vivace è molto
più difficoltoso per la ragazza, perché condizionata in modo pesante dalle aspettative relative alle
mode e alle estetiche del gruppo culturale a cui appartiene.
24
C. Busato, Il corpo, ponte tra l‟esserci e il narrarsi, in A. Ferrari, Adolescenza, op. cit., pag.
144.
25
Ivi, pag. 147.
17
l‟esperienza, a qualcosa che non ha forma. Se lo sforzo di riconoscere il
cambiamento ed integrarlo fallisce, le conseguenze sono gravissime, in quanto
si compromette la capacità di effettuare un corretto esame della realtà
26
.
Primo fra tutti a parlare di adolescenza in termini di „seconda nascita‟ è
stato Jean-Jacques Rousseau; egli scrive nell‟Emile, nel 1722 che, nel periodo
tra i dodici e i quindici anni “l‟uomo nasce, per così dire, due volte: una per
esistere, l‟altra per vivere; una per la specie e l‟altra per il sesso (…). Ma
l‟uomo, in generale, non è fatto per restare sempre nella fanciullezza. Egli ne
esce al momento stabilito dalla natura, e questo momento di crisi, anche se
piuttosto breve, ha conseguenze che si protraggono nel tempo (…). Ai segni
morali di un umore che si altera si uniscono cambiamenti sensibili
nell‟aspetto fisico (…). Avviene ora la seconda nascita della quale ho parlato;
è adesso che l‟uomo nasce veramente alla vita e che nulla di ciò che è umano
gli rimane più estraneo. Fino a questo momento le nostre cure non sono state
che giochi da fanciulli; solo adesso assumono un‟importanza reale. Il periodo
nel quale hanno termine le educazioni normali, è precisamente quello in cui
deve cominciare la nostra”
27
.
I contributi psicoanalitici sul tema dell‟adolescenza sono numerosi e
molto utili per capire le motivazioni che spingono a considerarla una „seconda
nascita‟. I vari modelli possono essere denominati psicodinamici e sono
concordi nel delineare come principale caratteristica del processo evolutivo
dell‟adolescenza, l‟immagine e la relazione di amore, odio, vergogna, piacere,
che l‟adolescente stabilisce con il proprio corpo
28
.
Alcune teorie considerano l‟adolescenza come una fase difficile, ma
complessivamente creativa e positiva, come quelle di Erikson, Blos e
Winnicott. Le tesi della Mahler, dei Laufer e di A. Freud, invece, considerano
l‟adolescenza come una fase pericolosa e drammatica del ciclo vitale
29
. Gli
elementi su cui si sono maggiormente concentrati i vari esponenti della
In questo senso, il corpo viene inteso come una piattaforma di lancio per la crescita, in quanto
compatta, riassume, delimita ciò che si è.
26
Si veda il paragrafo sul disagio adolescenziale, nel capitolo IV.
27
Cfr. J. J. Rousseau, Emilio, Laterza, Bologna 1993.
28
A. Bracconier, D. Marcelli, I mille volti dell‟adolescenza, op. cit.
29
N. Lalli, A. Manzi, R. Panieri, L‟adolescenza: crisi psicologica o psicopatologica?, in
www.nicolalalli.it/pdf/adolescenza.pdf (30/09/2010).
18
psicodinamica, se pur con delle differenze nel peso attribuito a ciascun
aspetto, sono: l‟eccitazione sessuale e le modificazioni pulsionali, il corpo, il
lutto e la depressione, i sistemi di difesa, il narcisismo, l‟ideale dell‟Io, il
problema dell‟identità e delle identificazioni ecc. Al termine di questo
paragrafo ho voluto inserire il pensiero di F. Dolto, che ha segnato una svolta
nella definizione del concetto di adolescenza, non solo in termini pedagogici,
ma anche psicoanalitici e quello di D. Meltzer, molto importante dal punto di
vista del disagio adolescenziale.
Analizzando le diverse teorie sopra citate, abbiamo evidenziato alcune
differenze per quanto riguarda l‟approccio alla materia.
Il corpo, per Freud, è il rappresentante delle pulsioni sessuali ed
aggressive; la teoria psicoanalitica freudiana considera l‟adolescenza un
periodo di „ricapitolazione‟ della vita precedente
30
. Le modificazioni puberali
comportano la riorganizzazione delle pulsioni parziali sotto il primato genitale
e conducono ad un‟organizzazione sessuale definitiva. Freud, dunque,
concepisce lo sviluppo adolescenziale nell‟ambito della sua teoria di base di
uno sviluppo psicosessuale, che si attua nel conflitto tra pulsioni e difese. Il sé
adolescenziale, quindi, è legato alla realtà psicosessuale
31
. L‟autore, però, non
parla mai di adolescenza, ma usa l‟espressione „pubertà‟
32
, poiché è questa che
determina la strutturazione definitiva della vita sessuale ed è il periodo in cui
si riorganizzano le basi infantili della personalità. Il passaggio dall‟infanzia
all‟età adulta avviene attraverso la scelta di un nuovo oggetto d‟amore,
attraverso cui affermare il primato della genitalità matura sulle pulsioni della
sessualità infantile.
Erikson, importante psicologo e psicoanalista tedesco – americano,
invece, inserisce lo sviluppo del bambino e dell‟adolescente nel quadro di un
complesso e conflittuale piano di adattamento dell‟individuo all‟ambiente
sociale, il cui esito è un forte senso di identità, aperto al mondo e capace di
relazione. Alle prese con un sentimento di frattura della continuità indotto
dalle trasformazioni somatiche e psicologiche, l‟adolescente ha un compito
30
M. C. Gislon, Adolescenza e discontinuità, op. cit., pag. 118.
31
A. Maggiolini, Ruoli affettivi e adolescenza, Unicopli, Milano 1991.
32
S. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri, Torino 1970.