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Questa tesi è suddivisa in quattro parti.
Il primo capitolo è dedicato ad una descrizione generale della
missione INTEGRAL. Si accennerà dunque agli obiettivi scientifici e
si darà una breve descrizione degli strumenti a bordo, in particolare
IBIS, evidenziando la complementarità che li caratterizza.
Il secondo capitolo descriverà invece lo strumento informatico
costruito con il presente lavoro e che è stato messo a disposizione
dell’intera collaborazione internazionale di INTEGRAL. Si tratta di un
Database sul WWW contenente dati ottenuti da oggetti astronomici a
tutte le lunghezze d’onda. Ad esso è legata un’interfaccia attiva in
grado di simulare il campo di vista di IBIS. Si tratta di un telescopio
virtuale per mezzo del quale è possibile puntare un oggetto
introducendone il nome o le coordinate, selezionare un catalogo ad una
qualsivoglia lunghezza d’onda; si ottiene così un’immagine delle
dimensioni del campo di vista di IBIS che riproduce la zona di cielo
completa di tutti gli oggetti contenuti nel catalogo prescelto.
Nel medesimo secondo capitolo si descriverà il database in
dettaglio e si descriverà come è stato creato il “telescopio virtuale”.
La terza parte di questa tesi mostra un’applicazione dei dati
contenuti nel database. Si sono infatti estratti dal database gli oggetti
extragalattici con emissione superiore a 2 keV e si è estrapolato il loro
flusso fino a 600 keV. Lo scopo è stato quello di mettere a confronto il
flusso estrapolato con la sensibilità di IBIS e fare successivamente delle
previsioni sul numero di Nuclei Galattici Attivi che ci si aspetta che
IBIS sia in grado di osservare.
La tesi si conclude con l’appendice, in cui viene illustrato
l’intero database e in cui vengono riportati due dei molti programmi che
sono stati scritti per questo lavoro. Si tratta di un pagina Javascript e di
un programma in Interactive Data Language (IDL).
5
1.1 Introduzione
In questo capitolo verrà data una descrizione della missione
INTEGRAL a cui è rivolto il lavoro di questa tesi.
INTEGRAL (International Gamma Ray Astrophysics
Laboratory) è stata scelta nel 1993 dall’ESA per essere la prossima
missione nell’ambito del programma Horizon 2000 e verrà lanciata
nell’Aprile 2001. Essa rappresenta il passo successivo nello studio
della radiazione gamma dopo le missioni Compton Gamma Ray
Observatory (CGRO) e GRANAT.
INTEGRAL è una missione gamma progettata per lavorare tra
15 keV e 10 MeV con simultaneo monitoraggio della banda X (3- 35
keV) e della banda ottica (580-850 nm). Tutti gli strumenti, allineati,
copriranno simultaneamente una vasta banda energetica. La capacità
di imaging di INTEGRAL, unita ad un largo campo di vista
permetteranno una accurata identificazione degli oggetti gamma con
controparti in altre lunghezze d’onda e permetteranno di distinguere
sorgenti estese da quelle puntiformi.
6
Attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, INTEGRAL, sarà
notevolmente più potente degli strumenti precedenti. In particolare si
avrà un grande miglioramento nella risoluzione spettrale ed angolare
dovuto all’impiego di rivelatori al Germanio raffreddato e ad una
maschera con apertura codificata in combinazione con un rivelatore a
pixel.
La particolarità di INTEGRAL è che coprirà sette ordini di
grandezza di energia e tutti gli strumenti osserveranno
contemporaneamente la stessa zona di cielo. Questa caratteristica
comporta la necessità di procurarsi i mezzi per ricevere e sfruttare le
preziose informazioni che INTEGRAL sarà in grado di procurare.
In questo contesto si inserisce questa tesi. Essa costituisce un
supporto per accogliere ed utilizzare i dati che verranno forniti da
questo complesso osservatorio. Prima di addentrarsi nei particolari di
questo lavoro è necessario cercare di conoscere un po’ più da vicino,
la missione. Si accennerà dunque nei successivi paragrafi di questo
capitolo agli strumenti a bordo di INTEGRAL, in particolare ci si
soffermerà su IBIS, lo strumento per la formazione di immagini di cui
sta occupando il gruppo INTEGRAL del CNR di Bologna.
1.2 Obiettivi scientifici
Il Programma principale (Core Programme) è costituito da tre
elementi:
1) Deep Survey del radiante centrale del piano galattico.
2) Survey del piano galattico.
3) Puntamenti di alcune sorgenti selezionate.
7
Deep Survey
COMPTEL e OSSE, a bordo di CGRO, hanno fornito informazioni su
diversi interessanti emettitori di righe gamma sul piano galattico o
vicino. Tra queste vi è la riga a 1.809 MeV dovuta al decadimento
nucleare del
26
Al (vita media 1.04×10
6
anni) che, con la sua presenza,
traccia una mappa dei luoghi dove è avvenuta la nucleosintesi
all’interno della Galassia milioni di anni fa (Diehl et al.1995); la riga
di
44
Ti (vita media ∼ 80 anni) rivelata da COMPTEL dai resti della
supernova Cas A (Yudin et al., 1994); la radiazione a 511 keV
dell’annichilazione positrone-elettrone che è concentrata attorno al
centro galattico (Purcell et al., 1993; Strong et al., 1994) e righe
provenienti dall’interazione dei nuclei di Carbonio e di Ossigeno che
collidono con il mezzo interstellare nella nube di Orione (Bloemen et
al., 1994) ). Si pensa che INTEGRAL vedrà inoltre righe prodotte da
radioisotopi come
60
Fe. Le scoperte di CGRO sono molto promettenti
nello studio delle righe gamma, ma lasciano molte questioni insolute.
Ad esempio, quale sia l’origine della struttura a grumi che COMPTEL
vede nelle tracce di
26
Al. Comptel ha fornito una mappatura
dell’emissione a 1.8 MeV del Piano Galattico, ma data la sua non
raffinata (∼2°-3°) risoluzione angolare, non ha permesso una
identificazione delle controparti ad altre frequenze di questa
emissione. INTEGRAL riunisce per la prima volta nello stesso
osservatorio ottime capacità di formazione di immagini su un ampio
campo di vista, di risoluzione energetica e buona sensibilità. Queste
caratteristiche lo rendono quindi ideale a compiere grandi progressi in
questi studi. I campi di vista di IBIS e SPI sono molto adatti per lo
studio del piano galattico. Si può vedere nella figura 1.1 il campo di
vista di SPI e IBIS confrontato con la mappa dell’emissione a 1.809
MeV di COMPTEL, nel radiante centrale della Galassia. L’estensione
della latitudine dell’emissione rivelata da COMPTEL è ben contenuta
nei campi di vista.
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Figura 1.1: I campi di vista di SPI e di IBIS (16° e 9°, rispettivamente) sovrapposti
alla mappa di Comptel dell’emissione della riga di
26
Al a 1.809 MeV (da
Diehl et al.,(1995)).
Il Deep Survey studierà anche il continuo gamma e X emesso
dal piano galattico. Questa emissione è concentrata in una banda
stretta lungo il piano galattico (Gehrels,N., et al.,1997). L’esatta
distribuzione e lo spettro di questa emissione non sono ben
conosciute. INTEGRAL sarà in grado di ricostruire la mappa
dell’emissione del piano galattico grazie alle sue capacità
spettroscopiche e di imaging, che permetteranno di risolvere le
sorgenti gamma discrete del piano con una accuratezza di meno di un
minuto d’arco e sarà in grado di fornire informazioni spettrali con
risoluzione di 2 keV.
Il telescopio SIGMA, a bordo di GRANAT, ed altri precedenti
esperimenti avevano trovato che questa regione è ricca di variabili,
transienti X e di sorgenti gamma. Si pensa che molti di questi oggetti
siano oggetti compatti in sistemi binari in accrescimento dinamico.
Comunque la loro natura non è nota, nemmeno per alcune delle
sorgenti più brillanti della regione come 1E1740.7-2942 e GRS 1758-
258. I vasti campi di vista degli strumenti di INTEGRAL
permetteranno che tutte le sorgenti della regione vengano viste ad ogni
puntamento del centro galattico. Particolarmente interessanti saranno
le ricerche per l’emissione gamma da Sgr A* proprio al centro della
Galassia (Goldwurm et al., 1994; Sunyaev et al.,1993).
9
Survey del Piano Galattico
Questa survey è importante soprattutto per la rivelazione le
sorgenti transienti. Il programma attualmente prevede una survey del
cielo una o due volte alla settimana per un totale di 160° di media per
survey o circa 44% del piano. Questo permette la copertura del Piano
Galattico in un periodo di sei mesi. Le survey frequenti hanno il
vantaggio di registrare transienti veloci anche se a discapito della
sensibilità. Le survey più rade invece offrono alta sensibilità e
permettono di registrare transienti deboli.
Puntamenti scelti
Una parte del Core Programme sarà dedicata allo studio di
sorgenti selezionate sulla base delle loro proprietà nella banda gamma
oppure in altre zone dello spettro.
1.3 Principi di funzionamento di un telescopio gamma
I telescopi gamma si dividono in due gruppi: quelli non in grado
di formare immagini, come nel caso di OSSE, a bordo di CGRO e i
telescopi in grado di formare immagini, come IBIS. L’elevato potere
penetrante dei fotoni gamma rende impraticabile l’applicazione di
tecniche di focalizzazione. Le tecniche di imaging indiretto
principalmente usate sono due. La prima basata sull’utilizzazione
della cinematica dell’effetto Compton, la seconda basata sull’uso delle
cosiddette maschere codificate.
Di seguito viene dato un brevissimo cenno di entrambe le
tecniche, rimandando per una trattazione più approfondita ai
proceedings delle conferenze di Southampton (UK) (Siegbahn, K.
10
1983) e Capri (IT) (Bassani L. & Di Cocco G., 1994) e alla review di
E. Caroli, 1987.
Telescopi Compton
Un esempio di telescopio Compton è COMPTEL su CGRO.
COMPTEL consiste di due array di rivelazione posti uno sopra
all’altro a 1.5 metri di distanza l’uno dall’altro. I raggi gamma sono
rivelati da due successive interazioni: prima il raggio gamma incidente
subisce lo scattering Compton all’impatto con il rivelatore superiore,
poi viene completamente assorbito dal secondo rivelatore posto più in
basso. Il funzionamento si basa sul principio che un fotone incidente
su un piano rivelatore sensibile alla posizione costituito da pixel,
genera una risposta nello strumento che ne ha assorbito l’energia
all’impatto. Questa risposta permette di conoscere il valore energetico
del fotone. Inoltre, la posizione dei pixel che hanno generato la
risposta, fa sì che si possa risalire al punto di incidenza del fotone.
Telescopi a maschera codificata
La maschera codificata, utilizzata dal telescopio SIGMA, è una
tecnica ormai acquisita dai telescopi gamma. La maschera consiste in
un piano in cui si susseguono zone opache a zone trasparenti alla
radiazione gamma secondo una determinata configurazione (pattern).
Gli elementi della maschera hanno tutti le stesse dimensioni. La
maschera viene posta davanti al rivelatore.
11
Figura 1.2
La figura 1.2 illustra qualitativamente il funzionamento di un
telescopio gamma a maschera codificata. Il rivelatore sensibile alla
posizione viene irraggiato da due direzioni diverse da parte di due
sorgenti puntiformi attraverso una maschera di configurazione nota.
Sul rivelatore vengono dunque proiettate le ombre generate della
maschera. La posizione dell’ombra dipende dalla posizione della
sorgente. Il rivelatore registrerà un certo numero di ombre traslate tra
di loro. La traslazione delle ombre codifica la posizione del punto del
cielo associato. L’intensità di ogni proiezione fornisce l’intensità
della sorgente. Questo metodo è necessario per localizzare e separare
le diverse sorgenti. Esso permette inoltre di avere una misura del
fondo del cielo quasi perfetta.
Dato l’elevato potere penetrante dei raggi gamma, gli elementi
opachi della maschera, devono essere costituiti di un materiale con un
alto numero atomico e un’alta densità. Poiché però esistono dei limiti
alla massa trasportabile a bordo di un satellite, la scelta finale risulta
un compromesso tra le risorse disponibili e le performance
scientifiche. Nel caso di IBIS la maschera è composta da elementi di
Tungsteno (Z=74) spessi 14 mm.
12
La risoluzione angolare viene definita dall’angolo sotteso da un
elemento di maschera sul rivelatore. Essa risulta quindi direttamente
proporzionale alla dimensione dell’elemento di maschera e
inversamente proporzionale alla distanza tra la maschera e il piano del
rivelatore. L’elemento di maschera però non può essere piccolo a
piacere, bensì deve superare di due o tre volte la risoluzione spaziale
del rivelatore.
1.4 Caratteristiche di INTEGRAL
INTEGRAL consiste di due strumenti principali: lo
spettrometro SPI e l’Imager IBIS, e di due monitor, uno operante nella
banda X, JEM-X ed uno operante nella banda ottica, la Optical
Monitoring Camera, OMC. Tutti e quattro gli strumenti sono co-
allineati per osservare simultaneamente la stessa zona di cielo anche
se con campi di vista diversi come mostra la figura 1.3.
La presenza dello spettrometro SPI completa le performances
scientifiche di INTEGRAL aggiungendo all’imaging su largo campo,
una raffinata risoluzione energetica. INTEGRAL rispecchia
l’esigenza scientifica di ottenere complementarità tra gli strumenti.
Entrambi IBIS e SPI possiedono risoluzione spettrale ed
angolare, ma sono ottimizzati in maniera diversa in modo da
complementarsi a vicenda e rendere un’ottima prestazione
complessiva.
SPI sarà in grado di svolgere un’analisi spettrale delle sorgenti
gamma nella banda 20 keV-8 MeV con una risoluzione energetica di
0.2 % ad 1 MeV. Inoltre, una maschera codificata esagonale posta al
di sopra del piano rivelatore permetterà a SPI di osservare vaste zone
di cielo (campo di vista=16 gradi) con una risoluzione angolare di 2
gradi.
13
Figura 1.3 : I campi di vista di INTEGRAL:
14
La maschera codificata di IBIS invece, posta a 3.2 m dal piano
rivelatore, è ottimizzata per fornire immagini ad alta risoluzione (12
arcmin) su un ampio campo di vista (9×9 gradi). Come SPI, IBIS
lavorerà su un ampio intervallo energetico, ma con risoluzione
energetica inferiore (8 % a 100 keV).
Le sensibilità di INTEGRAL al continuo (2×10
-7
ph/cm
2
s keV,
3 σ in 10
6
s ad 1 MeV per IBIS) e all’emissione di riga (1.5×10
-6
ph/cm
2
s, 3 σ in 10
6
s ad 1 MeV per SPI) sono di almeno un ordine di
grandezza superiori rispetto a quelle dei precedenti strumenti (v.
fig.1.4). La sensibilità al continuo SIGMA è infatti di 7×10
-6
ph/cm
2
s
keV, mentre per OSSE la sensibilità all’emissione di riga vale
3.5×10
5
ph/cm
2
s a 100 keV (3 σ in 10
6
s) e per COMPTEL 5×10
-7
ph/cm
-5
s (3σ in 10
6)
(Hermsen, W. & Winkler, C. 1997).
SIGMA ha la stessa risoluzione angolare di IBIS, ma su un
campo di vista molto più ristretto (campo di vista =4.3×4.7 gradi).
L’ultimo strumento ad alta risoluzione energetica ad essere
posto in orbita fu HEAO3, nel 1979-80, con la stessa risoluzione
energetica di SPI a 511 keV, ma con sensibilità all’emissione di righe
100 volte inferiore a quella di SPI (Winkler, C. 1994).
INTEGRAL riunisce dunque caratteristiche finora divise nelle
missioni precedenti. Anche l’intervallo energetico operativo supererà
il già ampio intervallo di CGRO, infatti non vi saranno solo strumenti
gamma a bordo, bensì anche i monitor JEM-X e OMC.
SPI IBIS JEM-X OMC
Funzione
principale
Spettroscopia fine
(∆E/E=2% ad 1
MeV)
Accurata
formazione di
immagini
(risoluzione
angolare = 12')
Identificazione
delle controparti
nella banda X
Identificazione
delle controparti
nella banda ottica
Campo di vista 16° 9° 4.8° 5°
Tabella 1.1
15
Figura 1.4:
Sensibilità al continuo di IBIS e JEM-X (sinistra) e di riga di IBIS e SPI
(destra) di INTEGRAL a confronto con la sensibilità di altre missioni.
Infatti, JEM-X (campo di vista=4.8°) e OMC (campo di
vista=5°X5°) sono i monitor che contemporaneamente guarderanno la
stessa zona di cielo dei telescopi gamma e forniranno così
informazioni complementari sulle sorgenti di alta energia osservate
dagli strumenti gamma, nelle bande energetiche della radiazione X e
ottica facilitando così l’identificazione delle sorgenti.
L’opportunità di osservare su una così vasta banda energetica è
di importanza fondamentale per fornire per la prima volta osservazioni
simultanee su sette ordini di grandezza degli oggetti più energetici
dell’Universo.