della Comunità, e le implicazioni che ne derivano per industria della meccani-
ca agricola.
Vengono dapprima individuate le variabili che determinano il processo
di meccanizzazione dell'agricoltura, in generale, per poi osservare come le
azioni della PAC abbiano influito su queste variabili.
Nel primo capitolo, dopo aver individuato le caratteristiche peculiari del
processo di produzione agricola, si definisce il concetto di meccanizzazione
agricola nel quadro dello sviluppo tecnologico in agricoltura.
Allo stesso tempo, si cerca di evidenziare il legame di interdipendenza
esistente tra strutture agricole e sviluppo tecnologico, e di fornire un breve vi-
sione storica dell'evoluzione della meccanizzazione agricola.
Sempre in questa sede, si prosegue nell'individuazione delle variabili
che determinano gli aspetti quantitativi e qualitativi della domanda di mecca-
nizzazione, e degli strumenti di politica economica che possono maggiormente
condizionare tali variabili.
Dopo questo breve panorama introduttivo, nel capitolo secondo si indi-
viduano i motivi che stanno alla base dell'intervento protezionistico in agri-
coltura, per passare poi in rassegna le differenti misure adottate a questo scopo
nella pratica internazionale, ed i principali effetti che da queste derivano sia
per le strutture produttive che per il commercio internazionale dei prodotti
agricoli.
Questa analisi serve ad introdurre il discorso che più da vicino attiene
allo scopo del lavoro, che è rappresentato dallo sviluppo della Politica Agri-
cola Comunitaria, di cui nel capitolo successivo vengono presentate le princi-
pali linee di funzionamento e le tappe fondamentali che l'hanno caratterizzata
nel corso della sua progressiva attuazione.
Terminata quindi la fase introduttiva, ci è possibile addentrarci nello
studio delle vicende dell'agricoltura comunitaria, che cresce sotto la protezione
della PAC.
Si osservano, in questa sede, le evoluzioni strutturali del settore agrico-
lo, con attenzione particolare a quegli aspetti che più da vicino interessano la
meccanizzazione.
Nel corso di questo non sempre agevole esercizio, si ha la premura di
soffermarsi di volta in volta, secondo il periodo preso in esame, sui provvedi-
menti che progressivamente vengono attuati nell'ambito della PAC, per meglio
poter stabilire i loro effetti sulle strutture agricole e sul processo di meccaniz-
zazione.
Le valutazioni che saranno tratte al termine di questa analisi, ci per-
metteranno, nell'ultimo capitolo, di effettuare alcune importanti considerazioni
sulle prospettive di sviluppo della meccanizzazione agricola in seguito alle re-
centi riforme della PAC e agli impegni assunti dalla Comunità in ambito
GATT.
A tal fine però occorre completare il quadro con un più attento esame
dell'industria comunitaria delle macchine agricole, per osservare come tale
settore abbia reagito alle trasformazioni indotte dalla PAC nel settore agricolo.
Tale esame è condotto nel capitolo quinto, dove si passano brevemente
in rassegna le caratteristiche dei prodotti dell'industria in questione, al fine di
comprendere quali sono le problematiche produttive e di mercato, ed effettuare
una prima classificazione delle imprese del settore.
Vengono quindi definite le caratteristiche generali del settore, osser-
vandone gli aspetti più caratterizzanti e le diverse problematiche operative.
Dopo questa breve introduzione, si focalizza l'attenzione sull'industria
comunitaria con riferimento anche a quella italiana, cercando di stabilire i ter-
mini quantitativi e qualitativi del suo sviluppo nell'ultimo decennio, in cui l'in-
versione di tendenza della PAC si è fatto sempre più evidente, tenendo pre-
sente che la estrema eterogeneità del settore ed i suoi confini spesso evane-
scenti, non permettono una analisi estremamente particolareggiata, ma tuttavia
sufficiente a fornire le dimensioni e le direzioni del fenomeno.
Ci è così possibile passare al capitolo conclusivo dove, introdotte le
problematiche sorte negli ultimi anni nel campo del commercio internazionale
dei prodotti agricoli, ci si sofferma sugli sviluppi dell'Uruguay Round del
GATT, e sugli accordi raggiunti in questa sede riguardo l'eliminazione delle
barriere al commercio internazionale di questi prodotti.
Una delle principali conseguenze della disputa, è una nuova riforma
della PAC, nota come riforma Mac Sharry che, sebbene sia stata varata prima
della sigla degli accordi dell'Uruguay Round, ne incarna perfettamente lo spi-
rito e gli obiettivi.
Di questa nuova riforma, cercheremo di approfondire linee fondamen-
tali di attuazione, con attenzione agli aspetti maggiormente innovativi rispetto
alla precedente politica.
A questo punto, riteniamo possibile, in relazione a quanto emerso nel
corso del lavoro, tentare di fornire un probabile scenario di mutamento del-
l'agricoltura europea e, all'interno di quest'ultimo, delle nuove esigenze di
meccanizzazione e delle prospettive per l'industria comunitaria delle macchine
agricole, all'orizzonte della completa attuazione degli accordi GATT, previsti
per la fine di questo secolo.
1. AGRICOLTURA E MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
1.1. Lo sviluppo tecnologico in agricoltura
L'agricoltura è quella attività che ha come fine ultimo la produzione e la
vendita di beni destinati al soddisfacimento dei bisogni primari dell'umanità;
tale obiettivo viene raggiunto mediante la economica combinazione di fattori
produttivi che nella fattispecie si identificano in terra, lavoro, e capitale.
Come vedremo più dettagliatamente in seguito, l'agricoltura presenta
delle caratteristiche che la differenziano sensibilmente dagli altri settori eco-
nomici; una di queste sta proprio nella tipologia di fattori produttivi, tra cui si
può distinguere il fattore terra, oltre agli altri due classici capitale e lavoro.
Nonostante il fattore terra possa essere fatto rientrare nella categoria
del capitale, la distinzione si rende necessaria per il fatto che esso è un bene
non rinnovabile, disponibile in quantità limitata e che per questo pone alla
produzione un complesso di restrizioni del tutto diverse a quelle poste alla
produzione industriale.
Inoltre, il suo carattere di materia "vivente" in incessante mutare per ef-
fetto dell'azione dei microrganismi che la compongono e degli agenti atmosfe-
rici a cui è sottoposta, incide profondamente sul processo produttivo agricolo,
rendendolo strettamente legato alle vicende stagionali.
Tutto ciò comporta per l'imprenditore agricolo un più arduo controllo
della produzione e aggiunge al normale rischio di impresa, il rischio dovuto ai
fattori atmosferici e stagionali.
Dal lato dell'offerta di lavoro, il settore agricolo è soggetto, perlomeno
nei paesi sviluppati, ma non solo, ad una forte concorrenza da parte degli altri
settori economici. La causa principale risiede nello squilibrio di reddito da la-
voro tra agricoltura e altri settori oltre che da altri fattori complementari al
primo, quale la eccessiva irregolarità della distribuzione del lavoro durante
l'anno.
La necessità di aumentare la produzione agricola, insieme ai vincoli che
vengono imposti alla produzione stessa dai fattori produttivi terra e lavoro, so-
no tra le cause principali dello sviluppo tecnologico in agricoltura.
Secondo le teorie dei più autorevoli studiosi della materia (Ruttan,
Hayamy, 1985), il cammino verso lo sviluppo tecnologico in agricoltura di-
penderebbe dalla dotazione e dalla allocazione dei fattori produttivi in un de-
terminato ambiente economico.
In situazioni produttive condizionate da una elevata rigidità nella dispo-
nibilità di terra per usi agricoli, i limiti imposti allo sviluppo possono essere
superati puntando su tecnologie che si indirizzano verso un aumento della pro-
duttività della terra.
Lo sviluppo delle tecnologie biologiche volte alla creazione di nuove
varietà ibride, altamente produttive, alla messa a punto di nuovi fertilizzanti e
alla sperimentazione di metodi di produzione che permettono di ottenere più
raccolti nella stessa stagione sullo stesso terreno, avverrebbero come tentativo
di superare i limiti imposti dal fattore terra alla produzione agricola.
All'opposto, gli ostacoli imposti da una rigida offerta di lavoro possono
essere superati puntando su tecnologie che favoriscono la sostituzione del fat-
tore scarso, aumentandone la produttività; in tal caso, lo sviluppo delle tecno-
logie meccaniche che portano all'invenzione e all'introduzione di macchine e
attrezzature agricole, sarebbero, in questo caso, la risposta ai limiti imposti
dalla scarsità di lavoro.
Un esempio significativo che può essere portato è quello del diverso
cammino perseguito da USA e Giappone verso la crescita dell'output agricolo;
i primi, con una situazione ambientale caratterizzata da abbondanza di terra e
da scarsità di manodopera, e il secondo caratterizzato da una situazione oppo-
sta.
Binswanger fa notare che i due paesi hanno conseguito, nel corso del-
l'ultimo secolo, tassi di crescita agricola sostanzialmente simili, nonostante le
differenze macroscopiche nella dotazione di risorse, con gli Stati Uniti che, nel
1880, potevano contare su un rapporto terra/lavoro di 25,4 ha per lavoratore
maschio contro i 0.65 ha del Giappone.
Per conseguire questo risultato, il Giappone ha posto l'enfasi sullo svi-
luppo di una tecnologia biologica che aumentasse le rese per ha. attraverso si-
stematici investimenti nella ricerca, supportata da costanti investimenti nell'ir-
rigazione. In più, il governo intervenne con azioni importanti affiancando ai
propri ricercatori i biologi tedeschi della famosa scuola di Liebig che li assi-
stessero nello sviluppo dei programmi di ricerca.
Sul fronte opposto gli Stati Uniti, puntarono sulla tecnologia meccani-
ca, già prima del 1880, (furono infatti i primi a sviluppare e ad adottare mas-
sicciamente la mietitrebbiatrice) e la tendenza si enfatizzò ulteriormente da
allora, mentre la ricerca, iniziata intorno al 1870, cominciò a produrre una cre-
scita delle rese solo verso il 1930 molto tempo dopo il raggiungimento di un
alto livello di meccanizzazione.
Occorre però precisare che la corrispondenza tra scarsità di lavoro e
sviluppo di tecnologie meccaniche a tra scarsità di terra a sviluppo di tecnolo-
gie biologiche non è sempre verificata, soprattutto a livelli tecnologici molto
evoluti quando i due tipi di fattori arrivano ad essere complementari tra di lo-
ro; ad esempio la spinta alla ricerca di nuove varietà di piante con particolari
caratteristiche può anche nascere dall'esigenza di sfruttare al meglio determi-
nate caratteristiche dell'attrezzo meccanico per aumentarne ulteriormente la
produttività.
In generale però, è possibile operare una classificazione delle innova-
zioni tecnologiche in relazione al fattore scarso di cui agevolano la sostituzio-
ne, distinguendole in:
–innovazioni risparmiatrici di terra o land saving
–innovazioni risparmiatrici di lavoro o labour saving
Inoltre è possibile identificare una certa corrispondenza tra fattori "land
saving" e tecnologie biologiche e tra fattori "labour saving" e tecnologie mec-
caniche.
IL CAMMINO VERSO LO SVILUPPO TECNOLOGICO IN AGRICOLTURA
DOTAZIONE DI RISORSE DELL'ECONOMIA
TERRA CAPITALE LAVORO
TECNOLOGIE LAND SAVING
TECNOLOGIE LABOUR SAVING
Sementi ibride
Fertilizzanti
Antiparassitari
Diserbanti
..........
Macchine agricole
Attrezzature
.......
abbondante
abbondante
scarsa
scarso
1.2 Definizione di meccanizzazione agricola
Il processo di sviluppo tecnologico che porta all'invenzione e alla intro-
duzione di macchine e attrezzature perfezionate con lo scopo di aumentare la
produttività del lavoro (e indirettamente della terra) nella produzione agricola,
prende il nome di processo di meccanizzazione agricola.
Esso comporta l'applicazione di una crescente energia meccanica alla
produzione agricola, fornita sia da attrezzi manuali o trainati da animali, mac-
chine a motore a scoppio o elettrico e attrezzature associate.
Dal un punto di vista della produzione agricola, la meccanizzazione
costituisce uno degli inputs del sistema , che si sviluppa con la necessità di
aumentare la produttività, sotto i vincoli del calo di manodopera disponibile e
al concomitante aumento dei salari , oltre che al fine di migliorare la qualità
del lavoro umano.
In questo senso essa è intesa , come "un'insieme di macchine ed im-
pianti utilizzati dall'uomo per svolgere economicamente differenti operazioni
necessarie alla nascita, lo sviluppo alla raccolta e alla prima conservazione
delle produzioni vegetali e animali (inclusi i sottoprodotti)" (Pellizzi, 1991).
Tuttavia il fenomeno non può essere limitato al solo fattore tecnico,
poiché esso è parte di un sistema che va oltre il sistema agricolo. Esso è infatti
il prodotto dell'interazione dei due settori, quello agricolo e quello dell'indu-
stria di meccanica agricola, quest'ultimo legato inscindibilmente alle vicende
dell'agricoltura, dalla quale riceve le spinte per la ricerca e nella quale trova il
suo unico mercato di sbocco.
Se da un lato infatti, lo studio e lo sviluppo di nuove macchine, è condi-
zionato dalle caratteristiche strutturali delle imprese in cui esse si troveranno
ad operare, dovendosi adattare a particolari condizioni di terreno e alle caratte-
ristiche delle piante coltivate, dall'altro l'industria produttrice, attraverso le
sue innovazioni, può imprimere, drammatici effetti alle stesse strutture agri-
cole. L'aumento dell'ingombro delle macchine, e l'aumentata capacità di lavo-
ro, ad esempio, impone un accrescimento della dimensione degli appezzamen-
ti, una diversa disposizione delle file di semina, una riduzione delle specie
coltivate e di conseguenza la modifica delle classiche rotazioni.
Inoltre, questo tipo di tecnologia, non è solo il principale fattore respon-
sabile della spettacolare crescita nella produttività del lavoro, ma può essere
anche artefice di una crescita nelle rese dei raccolti, grazie all'efficienza e alla
maggiore precisione con cui svolge le varie operazioni.
Non meno importante è il fatto che la meccanizzazione può contribuire
a liberare risorse che precedentemente erano destinate ad altri usi.
Si pensi, ad esempio solo all'effetto di sostituzione degli animali da la-
voro con le trattrici agricole o con le mietitrebbiatrici semoventi. L'introduzio-
ne dell'innovazione, rende inutile l'allevamento di animali da lavoro, liberando
nel contempo la terra destinata precedentemente alla loro alimentazione.
Negli U.S.A. ad esempio nel 1920 erano destinati all'alimentazione di
cavalli e muli per uso agricolo circa 37,5 milioni di ettari; si è stimato che la
sostituzione della forza animale con quella meccanica nei 30 anni successivi,
ha liberato circa il 20% della superficie agricola degli U.S.A. per la produzio-
ne di beni da destinare al consumo umano (Tarrant, 1980).
Nell'ottica di questa ricerca, che si propone di indagare le relazioni tra
politiche agricole, meccanizzazione agricola e le conseguenze per l'industria
produttrice, consideriamo la meccanizzazione agricola come quel processo di
diffusione del progresso tecnico in agricoltura, che abbraccia la manifattura,
la distribuzione e l'impiego delle macchine ed attrezzature per la lavorazione
del terreno il processo produttivo, la raccolta dei prodotti e la trasformazione
primaria.
Tuttavia, la misurazione del grado di meccanizzazione agricola, pre-
senta numerose difficoltà, legate ad una serie di fattori, tra i quali il più pro-
blematico riguarda l'immensa varietà di attrezzature usate per svolgere le varie
operazioni. Al fianco della trattrice agricola, destinata al principale compito di
generare forza motrice, operano tutta una serie di attrezzature specializzate,
per il tipo di operazione, per il tipo di coltura e per le caratteristiche orografi-
che del terreno su cui sono destinate a lavorare. Questo comporta problemi sia
di censimento, che di definizione di una unità di misura che possa esprimere il
livello di meccanizzazione aziendale.
A questo proposito è possibile operare una distinzione tra macchine de-
stinate ad un uso generale nel processo produttivo, come le trattrici agricole e
le macchine da raccolta, che comportano spesso ingenti investimenti, e mac-
chine operatrici specializzate, che hanno un utilizzo limitato alle singole coltu-
re, soprattutto per quanto riguarda le piccole attrezzature.
Le prime sono normalmente oggetto di un investimento rivolto al con-
seguimento di economie di scala e sono quindi il riflesso dell'evoluzione rag-
giunta dalla struttura del sistema produttivo, mentre le seconde hanno un an-
damento della domanda più variabile, dipendente dall'andamento del mercato
dei prodotti agricoli in cui sono specializzate.
Le trattrici e le macchine da raccolta possono quindi essere giudicate le
macchine più rappresentative dell'evoluzione del grado di meccanizzazione
raggiunto dal settore agricolo; oltretutto sono anche più facilmente censibili,
avendo esse l'obbligo (nella maggior parte dei paesi industrializzati) di essere
immatricolate.
Occorre pero considerare che queste, negli ultimi anni, hanno subito
un'evoluzione qualitativa notevole e, per questo motivo, sarebbe difficile com-
parare le macchine di 20 anni fa con quelle odierne. Un sistema che consente
di limitare questo problema è quello di considerare come indice di meccaniz-
zazione la potenza fornita dalle macchine in rapporto alla superficie agricola
utilizzata.