I Il GIOVANE SILVIO
Infanzia, studi e prove tecniche Milano, 1936. Silvio Berlusconi nasce il 26 settembre in un quartiere a Nord, chiamato Isola
Garibaldi, in via Volturno. La sua è una famiglia della piccola borghesia. Suo padre Luigi, ventot -
tenne, è cassiere alla minuscola Banca Rasini, così modesta da avere un solo sportello, al numero 5
di piazza Mercanti. La madre, venticinquenne, si chiama Rosella Bossi ed è casalinga. Il periodo
non è dei più sereni. Il regime fascista sta portando il paese in guerra, la fame si fa sentire, così
come la paura, stenti e delusioni. Allo scoppio, inevitabile, della guerra il piccolo Silvio non ha an -
cora compiuto 4 anni. La famiglia è costretta a trasferirsi a Oltrona San Mamette, paesino sulle col -
line a breve distanza da Como. Lo scontro è senza precedenti, la guerra che avrebbe dovuto essere
“lampo” e concludersi nel giro di un paio d'anni sta ora mettendo in ginocchio il paese, svelandolo
quello che si celava dietro la pomposa retorica fascista: impreparato, debole, arretrato. La guerra
imperversa, distrugge, cambia gli assetti e le alleanze, l'Italia è sconfitta, il regime ha fallito la sua
missione, Mussolini ormai non è più il Duce, onnipotente e rassicurante. Ora è più che mai debole,
umiliato, screditato. Il generale Badoglio tratta con gli Alleati per un armistizio, esasperato da una
guerra senza senso e di cui non scorse minimamente la fine. Viene reso pubblico l'8 settembre del
'43; è la fine del Fascismo, non della guerra. Mussolini non si arrende e crede, o fa finta di credere,
ad un possibile proseguimento della rivoluzione fascista. Si rifugia a Salò, organizza una specie di
Repubblica fascista del Nord Italia, sperando che il Terzo Reich dell'ancora alleato Hitler, non sia,
come sembra, alle corde, schiacciato dall'offensiva Statunitense e Britannica. Il 15 settembre del '43
Mussolini, senza indugiare oltre, ordina a tutti i militari italiani di ogni grado, anche di reparti già
sciolti, di presentarsi nel più breve tempo possibile al più vicino Comando Militare Germanico, per
difendere la Repubblica Sociale appena costituita. Per Luigi, soldato semplice di fanteria, non resta
che fuggire illegalmente in Svizzera e lasciare la famiglia, alla quale si è aggiunta proprio quello
stesso anno Antonietta, nel piccolo paesino vicino Como. Vivono così due anni di stenti e preoccu -
pazioni, divisi, incerti. La guerra miete vittime, tante, troppe. Si scoprono gli orrori nazisti, si scopre
la potenza distruttiva della bomba atomica. Il Giappone, unico componente dell'Asse che sembra
non voler cedere è costretto a chiedere la resa nell'agosto del 1945, in seguito alla devastazione pro -
dotta dall'arma più micidiale e orribile che la storia abbia mai conosciuto: la bomba atomica. In Ita -
lia la situazione è diversa. Nella primavera gli Americani restituiscono la libertà agli Italiani e scon -
figgono definitivamente il fascismo e la Repubblica Sociale che ancora non voleva arrendersi. Solo
il 7 luglio 1945, dopo più di due mesi dalla Liberazione, i rifugiati sono autorizzati a ritornare il pa -
tria e ridiscendono in patria, riabbracciando le proprie famiglie; tra questi c'è Luigi Berlusconi.
Nel 1948 il dodicenne Silvio Berlusconi è mandato il collegio. Studia all'istituto salesiano
“Sant'Ambrogio”, in via Copernico, frequentando ginnasio e liceo. Il Berlusconi ragazzino è vivace,
irrequieto, a volte rissoso, distratto durante le preghiere. I voti comunque non risentono di questa in -
dole così turbolenta: sono davvero soddisfacenti, è tra i migliori della classe. Visto il suo tempera -
mento così estroverso stringe moltissime amicizie tra i coetanei e in particolare è legato ad un mite
ragazzo di Isola Garibaldi, di un anno più giovane, Fedele Confalonieri, di origini umili, nonno pa -
terno panettiere, nonno materno elettricista, il cui figlio però sarà il famoso Borghi, fondatore della
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Ignis. Li unisce la passione per la musica: Fedele pianista, Silvio cantante e contrabbassista. Suona -
no assieme e questo passatempo frutta i primi saltuari guadagni negli ultimi anni di liceo.
Presa la maturità classica,si iscrive all'Università Statale di Milano, facoltà di Giurispruden -
za. Sono gli anni del dopoguerra, della ricostruzione, della ripresa. Il padre Luigi, ancora modesto
impiegato alla Banca Rasini, non riesce a mantenere gli studi di Silvio, in quanto alla famiglia Ber -
lusconi si è aggiunto nel '49 un terzo figlio, Paolo. Allora Silvio inizia a lavorare come venditore di
spazzole elettriche portatili, o come fotografo di matrimoni e funerali, continuando a suonare, e can -
tare per il gruppo dell'amico Confalonieri. Al terzo anno di università riesce a trovare un impiego
stabile nella Immobiliare Costruzioni, lavoro che costituirà la svolta della vita del giovane Berlusco -
ni. Intanto gli studi procedono, seppur con una certa lentezza. Nuovi amici, nuove conoscenze, nuo -
vi contatti. Il carattere del Silvio ragazzo infatti è sempre estroverso, gioioso, sorridente, ammiccan -
te a cui aggiunge un pizzico di intraprendenza e un un bel po' di faccia tosta. Nel 1961 si laurea col
massimo dei voti, 110 e lode, anche se un po' fuori corso. Discute una tesi, con relatore il professor
Remo Franceschelli sui problemi giuridici del contratto di pubblicità, “ Il contratto di pubblicità per
inserzione”. Non sceglie a caso l'argomento, anzi bisogna dire che non ne è particolarmente attratto
subito. La cosa che lo convince è la possibile vincita di 2 milioni di lire, il premio del concorso in -
detto dalla concessionario di pubblicità Manzoni di Milano. Si getta a scrivere, non dorme a volte,
si impegna. Con caparbietà riesce a vincere il primo premio del concorso, i 2 milioni sono suoi.
Ha venticinque anni, un'idea chiara in testa: cavalcare il boom economico. Si getta così
nell'edilizia, ormai da qualche anno il suo ambito lavorativo, stavolta in proprio e, come da sua in -
dole, sognando in grande. Per mettersi in proprio è costretto a saltare una noiosa perdita di tempo: il
servizio di leva.
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II. IL CAVALIERE
Da zero a Fininvest Miracolo economico. Il piano Marshall, i nuovi consumi, l'aria di ottimismo del Mondo fan -
no ripartire l'Italia, così ansiosa di risorgere con forza dal cupo dopoguerra; la vita si movimenta,
cambiano le abitudini, c'è ottimismo, c'è consumismo, c'è modernità. Compaiono gli elettrodomesti -
ci, le motociclette, le utilitarie. Dilaga la TV dei quiz, dei festival canori, della spensieratezza; la
gente si ritrova al bar, nei circoli e sogna, si diverte, canta e si rilassa in compagnia di Corrado,
Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Raimondo Vianello. C'è più lavoro, più opportunità, più innovazio -
ne, c'è il boom.
Il neo-dottore Silvio Berlusconi non perde tempo e coglie l'attimo, vuole cavalcare l'onda
miracolosa degli anni '60. Mette su l'impresa propria senza indugiare o preoccuparsi più di tanto.
Non appena fiuta un possibile affare in via Alciati a Milano cerca subito i fondi per acquistare il ter -
reno. Occorrono centonovanta milioni. Ne ha a malapena dieci: ancora i due della concessionaria
Manzoni e un po' di risparmi da parte. Troppo pochi, occorre un socio, un finanziatore. Come suo
solito pensa in positivo ed estremamente in grande. Trova il finanziamento alla Banca Rasini, fide -
iussione. Il proprietario Carlo Rasini gli procura anche un socio tra i suoi clienti, il costruttore edile
Pietro Canali. Fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl e acquista l'area di via Alciati. Riesce a convin -
cere il socio a spartirsi le quote per il 50% a testa; dopotutto era stato il giovane Silvio Berlusconi
ha trovare il terreno e la fideiussione dalla banca. Finanziano la costruzione in un modo nuovo e a
dir poco singolare: pressati dalla forte domanda di quegli anni il giovane Berlusconi riesce a vende -
re gli appartamenti sulla carta, raccontando in sostanza come sarà la casa una volta terminati i lavo -
ri. Così utilizza tutte le armi e sfodera tutta la sua abilità comunicativa e persuasiva. Si presenta
sempre elegante, sempre pettinato, sempre col sorriso stampato in faccia. Arriva prima di tutti, non
vuole fare passi falsi, si prepara alla perfezione il discorso, è calmo, sicuro di sé. Si notano sin d'ora
tutte le sue qualità, il suo modo di fare sfrontato e ottimistico che sarà il filo conduttore della sua
brillante e sorprendente carriera di imprenditore e sarà decisivo per la carriera politica altrettanto
prodigiosa. Nel giro di due anni completano e vendono tutti gli appartamenti di via Alciati, guada -
gnandoci qualcosa. Sorprendente.
La vera svolta arriva nel 1963. Cantieri Riuniti Milanesi Srl è sciolta e al suo posto viene
fondata Edilnor Sas, di cui Berlusconi è socio accomandatario, con una quota pari all'1% degli utili.
Come lui Edoardo Piccitto e i costruttori Pietro Canali, Enrico e Giovanni Botta. Il loro compito è
quello di mettere impegno, faccia ed investire tempo. Occorrono però i finanziatori, che trova abba -
stanza facilmente o comunque sempre giocando in casa. Diventano soci accomandanti, i finanziatori
veri e propri della società, il solito Carlo Rasini e Renzo Rezzonico, avvocato legale rappresentante
di una finanziaria svizzera di Lugano, con molta disponibilità economica e con denaro che viene
versato in una banca a Zurigo e in nella Banca Rasini. Arrivano i capitali, molti soldi, molti dubbi.
La Banca Rasini sarà infatti etichettata qualche anno più avanti come banca della mafia, grazie an -
che a rivelazioni fatte da una fonte abbastanza attendibile in questo campo, il banchiere Michele
Sindona. Ci sono poi somme di denaro provenienti da fondi svizzeri dai nomi impronunciabili e co -
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munque di natura non limpidissima. Ulteriori informazioni si possono trovare nell'attenta biografia
di Silvio Berlusconi a cura di Giuseppe Fiori 1
. Non è mia intenzione infatti parlare, almeno in que -
sto capitolo, di queste faccende, anche se importanti ed effettivamente non chiarissime.
Torniamo a Milano. Nebbia, freddo e il vento, non solo quello atmosferico, che sta cambian -
do. Ma nulla scoraggia il giovane Berlusconi che, come di consueto, sogna in grande, anzi in gran -
dissimo: vuole costruire una città, nuova, dal nulla, completa di tutti i servizi. Pensa di aver trovato
l'affare a Brugherio, alle porte di Milano; questo è il luogo scelto per ospitare la nuova città, 4000
abitanti. Apre il cantiere: i lavori iniziano nel '64. Il clima però è diverso rispetto a soli due anni pri -
ma, è cambiato il vento. Non si riescono più a “raccontare” gli appartamenti, gli acquirenti vogliono
vedere la casa che comprano, vogliono toccare i muri e le porte, non si limitano a vedere il progetto
e ad ascoltare le promesse di un elegante giovanotto dalla parlata fluente e col sorriso sgargiante. I
primi appartamenti pronti già nel 1965. Preso dalla foga e dal sogno della nuova città creata dal nul -
la il giovane imprenditore è portato a commettere però un grave errore di valutazione; la Edilnord
infatti si è concentrata sugli alloggi, sulle abitazioni e ha tralasciato un fattore importante: i servizi.
Non servono a nulla le martellanti pubblicità sul Corriere della sera: Brugherio, così com'è, non atti -
ra. Completati i lavori nel 1969, saranno solo mille gli appartamenti venduti. Brutta battuta d'arresto
per il volenteroso, ottimista e sognatore Berlusconi.
Dopo la dura lezione ricevuta a Brugherio è chiaro che le cose devono cambiare, serve qual -
cosa di nuovo, nuovi sogni, nuovi obiettivi. Sono anni di cambiamenti, di novità e Berlusconi capi -
sce, comprende cosa bisogna fare. Ci sono modifiche, le società da lui fondate cambiano intestatari,
trovano finanziatori, grossi finanziatori, dall'estero, con la Svizzera sempre in prima linea. Risulta
molto difficile star dietro a tutti i passaggi, i traslochi e le nuove nascite delle società attorno a Ber -
lusconi e la sua Edilnord sas. Si parte nel settembre del 1968, con la creazione di Edilnord Sas di
Lidia Borsani e C. La Borsani è una cugina di Silvio e la sua presenza in società suona tanto come
copertura. La prima importante azione di quella che è definita Edilnord 2 (la Edilnord 1 sarà sciolta
nel 1972) è di acquistare 712 mila m² di terreni nel comune di Segrate per poco più di tre miliardi.
Anche stavolta i fondi provengono da società straniere, la Svizzera in primis, da nomi davvero
complicati e che aumentano i dubbi. Berlusconi, ha imparato la lezione a Brugherio, conosce gli im -
previsti e le difficoltà che il lavoro di imprenditore può comportare. Fa di tutto per ottenere le giuste
concessioni e i giusti favori; compie infatti i primi viaggi di lavoro a Roma per chiedere agli organi
competenti di modificare alcune rotte del vicino aeroporto di Linate, rotte che provocavano rumori
intollerabili, anche superiori a 100 decibel, rumori da eliminare. Cerca in poche parole di rendere si -
cura e affidabile l'area in cui si sta per costruire Milano Due, il sogno che diventa realtà, il sogno dei
milanesi, il suo sogno.
Occorre però prima soffermarsi e seguire l'evoluzione della o delle società. La Edilnord in -
fatti continua a rinnovarsi o comunque a cambiare. Esce nel 1972 la cugina, entra la zia, Maria Bos -
si, madre di Lidia Borsani. Nel 1973 nasce Italcantieri srl, che diventerà società per azioni due anni
dopo, sostenuta sempre da grossi capitali svizzeri, in particolare due: Cofigen e ETI AG Holding di
Chiasso. Di nuovo i fondi non sono chiarissimi e Fiori cerca di far chiarezza in quella che davvero
sembra, come lo chiama lui, un “gioco di matrjoske” 2
. A Roma nel 1974 viene fondata l'Immobilia -
re San Martino, gestita da un vecchio amico di università di Berlusconi, il siciliano Marcello dell'U -
tri. Gli investimenti stavolta provengono dalla Banca Nazionale del Lavoro, da sue due fiduciarie,
Servizio Italia Fiduciaria Spa e Società Azionaria Finanziaria, legate , tra l'altro, a piduisti e a perso -
naggi del calibro di Licio Gelli, Sindona, Roberto Calvi. Nella stessa sede, nemmeno un anno più
tardi, viene fondata una nuova società, Finanziaria d'Investimento Srl, o semplicemente Fininvest.
Otto mesi dopo è trasformata in società per azioni, la Fininvest Spa ed è trasferita a Milano. Intanto
il 18 luglio del '75 Berlusconi è diventato il presidente dell'Italcantieri, diventata col passare del
tempo una società per azioni. Continuando a saltare di società in società si è catapultati di nuovo a
Roma, dove l'Immobiliare San Martino spa cambia nome e sede, diventa Milano 2 e si trasferisce a
1 Giuseppe Fiori, Il Venditore. Storia di Silvio Berlusconi e della Fininvest , Milano, Garzanti Editore, 1996.
2 G. Fiori, Il Venditore ,cit., p. 37.
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Segrate, è il 1977. Stesso anno, di nuovo in Edilnord. Entra un nuovo socio accomandatario, il set -
tantaseienne professor Umberto Previti, commercialista. Il suo unico compito è chiudere la società.
Detto, fatto: tre settimane dopo, il 1° gennaio 1978 è chiusa. Roma. Nasce a giugno la Fininvest
Roma Srl, che in meno di un anno, pur non avendo impiegati, ingloba la Fininvest già esistente a
Milano. Unico amministratore è l'anziano professor Previti. Ricopre quella carica per circa sei mesi,
fina a quando la società non è trasferita definitivamente a Milano. Dopo questa confusa corsa e que -
sto scambio di battute tra Milano e Roma ci si può fermare. Per riassumere si può dire che la Finin -
vest che si trasferisce a Milano prede il controllo delle altre società in precedenza fondate ( Edil -
nord, Italcantieri, Milano 2) e diventa una realtà economica importante, con capitale sociale che am -
monta a 52 miliardi di lire. Il quadro è chiaro, si è fatto ordine. Il consiglio d'amministrazione è ora
così formato: Silvio Berlusconi, suo fratello Paolo e Giancarlo Foscale, figlio di un ex consigliere
dell'Italicantieri. Il primo ne è il presidente, gli altri due amministratori delegati. Finalmente si è ar -
rivati alla fine di questo tortuoso percorso tra società, si è fondata la Fininvest, la holding di Berlu -
sconi.
Segrate. Milano 2 sta crescendo. L'imprenditore Berlusconi ha ormai imparato a destreggiar -
si negli affari come meglio non si potrebbe. Sa benissimo che il centro residenziale che sta nascen -
do deve crescere insieme ai servizi. A Brugherio aveva suo malgrado capito che non si poteva spe -
rare di vendere un appartamento a scatola chiusa, almeno non in questo periodo. Servono i fatti. Oc -
corrono le strutture per garantire sicurezza e tranquillità alle famiglie, ai futuri acquirenti. Decide
così di completare una parte di Milano Due che funga da vetrina, che faccia pubblicità. Così vengo -
no costruite un po' di case, un tratto di strada, un parco giochi, un bar. Sei addirittura le scuole, due
elementari, una media e tre materne. Portici con negozi, uno shopping center, parcheggi sotterranei,
piste ciclabili e pedonali; di tutto e di più. Alle porte della zona residenziale, tra i comuni di Segrate
e quello di Milano c'è poi l'Ospedale San Raffaele, nelle vicinanze il già menzionato aeroporto di
Linate, che non disturberà più con i suoi fastidiosissimi rumori provocati dalle rotte aeree, ora mo -
dificate. Perfetto, tutto perfetto. Come se non bastasse, per eliminare le numerose antenne antiesteti -
che ogni appartamento è predisposto per ricevere la TV via cavo, con cinque canali: due RAI, tre
esteri e con una banda ancora libera, ancora per poco. Ad alcun condomini, infatti, viene l'idea di
creare una sorta di TV privata, in un locale sotto i portici: è la nascita di Telemilano, creazione di al -
cuni abitanti di Milano 2. Nasce ufficialmente nel 1974. Ovviamente Berlusconi non la prende sul
serio, la considera un servizio aggiuntivo, come una piscina, ma serve, rende felici gli abitanti della
nuova cittadina. I lavori proseguono, le case costruite, i servizi completati...Milano Due è pronta, ha
tutto, sembra perfetta davvero, un paradiso. La campagna pubblicitaria è immediata, pungente, di -
retta e insistente. Ecco infatti alcuni esempi di slogan utilizzati: “la casa a Milano senza lo smog e
gli ingorghi di Milano”, la città “per numeri uno”, “la casa in campagna in città” 3
. Con vendite alta -
lenanti, nuovi finanziamenti, dubbi e debiti, frenate e riprese dovute al mercato immobiliare instabi -
le colpito dalla crisi petrolifera del 1976, Berlusconi è riuscito a regalare un sogno ai Milanesi, ce
l'ha fatta, ha costruito la città ideale, Milano Due, finalmente completa nel 1979.
Silvio Berlusconi è ormai un imprenditore di successo, famoso, facoltoso e potente, indebi -
tato ma comunque molto ricco. La cosa davvero sorprendente è la rapidità di questo successo, la ve -
locità della sua scalata nell'insidioso mondo imprenditoriale: è ancora un vigoroso quarantenne. Ha
anche una bella e felice famiglia, in quanto è sposato dal 1965 con Carla Elvira Dall'Oglio, di quat -
tro anni più giovane, ligure di La Spezia, attraente ed elegante. La sua è pressoché la reincarnazione
della vita perfetta, la vita ideale che tutti gli Italiani vorrebbero. Ha inoltre due figli Maria Elvira
(Marina) nata nel 1966 e Pier Silvio, classe '69. Vive nella splendida tenuta settecentesca, appena
acquistata, di Arcore, villa San Martino, appartenuta ai marchesi Casati Stampa. Il quartier generale
della Fininvest è in via Rovani, in un'altra villa, quella appartenuta al conte Senatore Borletti d'Aro -
sio. Sorvola col suo primo elicottero i terreni acquistati dove sorgeranno nuove cittadine, dove nuo -
ve fortunate famiglie acquisteranno case e appartamenti e diverranno parte dell'immenso e fantasti -
co impero berlusconiano. Proprio ora può definirsi all'apice della brillante carriera da imprenditore.
3 G. Fiori, Il Venditore , cit, p. 42.
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