Introduzione
Lo scopo principale del seguente lavoro è l‟analisi comparativa-contrastiva del testo fonte
francese e testo di destinazione italiano di Ce que le jour doit à la nuit, romanzo di grande
successo dello scrittore Yasmina Khadra, pubblicato per la prima volta in Francia nel
2008 dalle edizioni Julliard. In Italia il romanzo è apparso nello stesso anno ed è stato
edito da Mondadori con la traduzione a cura di Marco Bellini.
Per affrontare adeguatamente questo argomento si è ritenuto opportuno dividere il lavoro
in tre parti; la prima parte si incentra sul profilo biografico e letterario dello scrittore con
lo scopo di conoscere il suo universo personale e capire come tutta la sua vita sia rifratta
in una spirale di identità molteplici, dovuta alla sua metamorfosi continua e alla sua
doppia dimensione culturale e linguistica.
Il lavoro procede con uno studio approfondito del testo francese di Ce que le jour doit à la
nuit, una storia d‟amore e di guerra ma innanzitutto un romanzo autobiografico in cui
l‟autore e il protagonista si ritrovano a percorrere un tratto di strada insieme, quello della
doppia appartenenza linguistica e culturale, come se il romanzo sia per Khadra l‟unica
possibilità di indagine, di analisi, di racconto del proprio “io” che prende vita e si afferma
perché fissato per sempre su carta. In questa parte sono stati dunque messi in luce gli
aspetti salienti dell‟opera, sia sul piano del contenuto attraverso l‟analisi del titolo, delle
tematiche, dei personaggi, dello spazio e del tempo, sia sul piano propriamente linguistico,
prestando attenzione ad esempio alla sintassi, al registro e ai mezzi espressivi utilizzati, in
particolar modo all‟uso della metafora, figura retorica ricorrente nell‟inimitabile stile di
Khadra, vero e proprio “orafo” della scrittura.
L‟ultima parte del lavoro è incentrata infine sull‟argomento topico della tesi: l‟analisi
traduttiva, preceduta da una breve analisi delle questioni legate alle problematiche che
emergono nelle traduzioni di testi letterari francofoni, così da avere tutti gli strumenti
validi per operare un‟esauriente analisi.
Avvalendosi dell‟approccio critico di autorevoli traduttori e teorici della traduzione, sia
del passato che della contemporaneità, e in particolare dei procedimenti traduttivi esposti
da Jean-Paul Vinay e Jean Dalbernet, si procederà alla studio delle concrete scelte
traduttive, certamente soggettive perché proprie del traduttore, il quale è riuscito con
efficacia a trovare sempre il giusto equilibrio tra il rispetto della forma e quello del
contenuto.
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Capitolo 1
YASMINA KHADRA – PROFILO BIOGRAFICO-LETTERARIO
1.1 La vita e le opere
Marginaliser, voire déprécier la participation de la femme dans la construction
plurielle de nos sociétés est une incroyable stupidité qu‟il va nous falloir proscrire
de nos mentalités. Garder mon pseudonyme féminin est une façon, pour moi, de
combattre auprès de la femme arabo-musulmane, de lui dire tout le respect qu‟elle
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m‟inspire et tout l‟amour que j‟ai pour elle.
Così lo scrittore Mohammed Moulessehoul spiega, in una recente intervista, la scelta dello
pseudonimo femminile con cui ha firmato la sua iniziale produzione letteraria. Yasmina
Khadra infatti non è altro che una maschera, dietro alla quale si cela l‟identità di un uomo con
un‟unica, grande passione, grazie alla quale poter raccontare il mondo che lo circonda: la
scrittura.
Mohammed Moulessehoul nasce il 10 gennaio 1955 a Kenadsa, un villaggio nel deserto
algerino, da madre nomade e padre infermiere, nonché veterano dell‟Esercito di Liberazione
Nazionale (ALN). È per volere di quest‟ultimo che nel settembre del 1964, a soli nove anni,
Mohammed viene reclutato alla Scuola Nazionale dei Cadetti, ad El Mechouar.
Nonostante l‟esercito diventi un sostegno economico molto importante, grazie a cui lo
scrittore può mantenere la propria famiglia quando la madre viene ripudiata dal padre e si
ritrova ad allevare da sola sette figli, l‟ambiente militare rende sempre più infelice
Mohammed, che riesce a trovare consolazione solo nella scrittura:
Alla scuola militare mi sentivo come se mi avessero confiscato i miei sogni e le
mie gioie di monello. Ero un ragazzo frustrato. Sono riuscito a reinventarmi la
speranza e il mondo grazie alla lettura e poi, in maniera tutta naturale, ho investito
tutte le mie energie nella scrittura. Tutto mi chiama a mettermi in gioco. Tutto mi
ispira. Non vivrò mai abbastanza per scrivere romanzi che riescano a saturare il
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mio spirito.
1
in http://www.rue-des-livres.com/interviews/12/yasmina_khadra.html.
2
Luca Crovi, L’Algeria noir raccontata da Yasmina Khadra, 4 settembre 2009 in
http://giallo.blog.rai.it/2009/09/04/l‟algeria-noir-raccontata-da-yasmina-kadhra/.
2
Scrivere perciò è sempre stato il sogno di Mohammed, fin dalla più tenera età, e ciò lo porta
alla necessità di scegliersi uno pseudonimo al fine di aggirare la censura militare nel suo
Paese, dopo aver più volte suscitato la disapprovazione dei superiori con i suoi primi libri.
Il 1973 è un anno molto importante: Mohammed porta a compimento la sua prima raccolta di
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novelle, dal titolo Houria, che sarà però pubblicata solo undici anni più tardi.
Due anni dopo, nel settembre del 1975, egli si trasferisce all‟Accademia Militare Inter-armes
di Cherchell, in Algeria, che lascerà nel 1978, dopo aver ottenuto il grado di sottotenente. Lo
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scrittore esordisce sulla scena letteraria nel 1984, pubblicando due opere: Amen e la già citata
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Houria. A questi segue La fille du pont, El Kahira e De l’autre côté de la ville. Anche in
questi romanzi, che appartengono alla fase iniziale della sua attività letteraria, come lo
scrittore stesso dichiara in un‟intervista, si può intravedere qualche germe di quella che sarà la
sua grande “missione”:
Erano modesti!Rievocavo il mondo che mi era stato sottratto, i villaggi, le
condizioni di vita della povera gente, il fatalismo con cui accettava la propria
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sorte. Inventavo paesi immaginari per potermi esprimere liberamente.
Vengono quindi quei romanzi di maggior impegno che determinano la fama dell‟autore: Le
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privilège du phénix, un vagabondaggio iniziatico nell‟Algeria postcoloniale, e una serie di
romanzi con i quali l‟autore si dedica per la prima volta al genere giallo, che hanno per
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protagonista il commissario Brahim Llob: Le dingue au bistouri, in cui il commissario è a
capo di un‟indagine che vede un pazzo compiere numerosi ed efferati omicidi, La Foire des
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Enfoirés, che può essere considerato la continuazione del precedente romanzo ma di cui
l‟autore fu poco soddisfatto tanto da impedirne la pubblicazione in Europa e per finire tre
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romanzi, ovvero Morituri, Double blanc e L’automne des chimères che fanno parte di
una trilogia grazie alla quale Khadra riscuote un enorme successo. Solo Morituri infatti,
inizialmente chiamato Magog e primo romanzo che l‟autore pubblica utilizzando lo
pseudonimo femminile, vanta ben quindicimila copie vendute in Francia, nonché due
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Mohammed Moulessehoul, Houria, Alger, Éditions ENAL, 1984.
4
Mohammed Moulessehoul, Amen, Paris, à compte d‟auteur, 1984.
5
Mohammed Moulessehoul, La fille du pont, Alger, ENAL, 1985.
6
Mohammed Moulessehoul, El Kahira, Alger, ENAL, 1986.
7
Mohammed Moulessehoul, De l'autre côté de la ville, Paris, L‟Harmattan, 1988.
8
in http://www.feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_testo=8&id_int=10.
9
Mohammed Moulessehoul, Le privilège du phénix, Alger, ENAL, 1985.
10
Mohammed Moulessehoul, Le dingue au bistouri, Alger, Laphomic, 1990.
11
Mohammed Moulessehoul, La Foire des Enfoirés, Alger, Laphomic, 1993.
12
Yasmina Khadra, Morituri, Paris, Baleine, 1997.
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Yasmina Khadra, Double blanc, Paris, Baleine, 1998.
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Yasmina Khadra, L’automne des chimères, Paris, Baleine, 1998.
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importanti premi letterari: il “Trophée 813 du meilleur polar francophone” e il “Trophée des
Îles Canaries”. I tre romanzi raccontano le inchieste del commissario Llob e hanno come
sfondo la difficilissima realtà sociale algerina: in Morituri Llob viene incaricato da Ghoul
Malek, un ex potente del regime socialista, di ritrovare sua figlia Sabrine, ma l‟indagine lo fa
precipitare in un autentico girone infernale; in Double Blanc invece il commissario indaga
sulle morti di Ben Ouda, ex diplomatico selvaggiamente assassinato nella sua casa di Algeri e
di Abad Nasser, professore universitario, che subisce la stessa sorte, all‟origine delle quali
sembra esserci un misterioso documento, dai contenuti politici devastanti; infine, nel romanzo
fortemente autobiografico L’automne des chimères, il protagonista è costretto ad andare in
pensione per aver pubblicato Morituri, dove viene accusato di aver denigrato l‟istituzione
della polizia e del potere e cercherà quindi di “risalire la china”, lontano da sua moglie e dai
suoi figli.
Nel 1998, oltre a Double Blanc e L’automne des chimères, Khadra pubblica Les agneaux du
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Seigneur, in cui protagonista è un‟intera comunità, quella di Ghachimat, uno sperduto
villaggio algerino dove, negli anni novanta del „900, ancora si vive secondo i ritmi antichi e si
sperimenta l‟antica miseria, si seguono arcaiche tradizioni e si rispettano valori di un passato
senza più senso. Qui vivono i protagonisti di questo romanzo corale, un gruppo di uomini in
cerca della propria strada: lo scrivano Dactylo, il poliziotto Aliai, l‟insegnante Kada, il nano
Zane, il fannullone Jafer, il fabbro Lyès. Aliai e Kada si contendono l‟amore di Sarah, la figlia
del sindaco e quando il poliziotto riesce a sposare la ragazza, l‟ex amico decide di approfittare
degli scontri politici suscitati dal ritorno in paese di un giovane fanatico per compiere una
personalissima vendetta.
È solo dopo trenta lunghi anni di vita militare, e precisamente nel settembre del 2000, che lo
scrittore trova finalmente il coraggio di abbandonare l‟esercito per dedicarsi anima e corpo
alla scrittura. Tuttavia Khadra non giudica del tutto negativa l‟esperienza militare, anzi la
considera, quasi pedagogicamente, utile e fortificante:
L‟armée a servi l‟écrivain que je suis. Je comprends mieux les choses que
n‟importe quel intellectuel parce que j‟ai touché de mes mains la vaillance, la
lâcheté, la terreur, le malheur ; j‟ai vu des gens souffrir et des gens renaître de
leurs cendres, j‟ai rencontré le phénix dans l‟armée. C‟est ça qui me donne cette
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force.
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Yasmina Khadra, Les agneaux du Seigneur, Paris, Julliard, 1998.
16
Grégoire Leménager, Le romancier algerien en tête des ventes – L’incroyable Monsieur Khadra, in
http://www.yasmina-khadra.com/articles/art1/artic.php.
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Sempre nel 2000 Khadra pubblica il romanzo A quoi rêvent les loups, in cui Nafa Walid, un
giovane algerino nato nella casbah che sogna di diventare attore, si adatta a guadagnarsi da
vivere lavorando come autista per uno dei nuovi ricchi che, con tracotante arroganza, si
comportano come se fossero i padroni del paese. Giorno dopo giorno, nello squallido stanzino
dov‟è relegato a vivere, cresce in lui l‟odio e la rabbia dello schiavo, destinata a trovare uno
sbocco il giorno in cui si trova costretto a far sparire il cadavere di una ragazzina morta di
overdose tra le braccia del suo viziosissimo padrone. Affascinato da un gruppo di fanatici,
l‟ormai ex aspirante divo si trasforma in uno zelante combattente e infine in un assassino
senza scrupoli.
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Molto diversi sono i romanzi L’écrivain e L’imposture des mots, entrambi autobiografici.
In particolare ne L’écrivain, che ha ricevuto la “Medaille de vermeil” dell‟Académie
française, l‟autore si racconta, uscendo definitivamente dall‟anonimato e rivelando il suo vero
nome alla quarantaduesima pagina del romanzo, con un classico saluto militare: “Cadet
Moulessehoul Mohammed, matricule 129, à vos ordres.” È un ritratto tutto interiore, che
penetra in quel conflitto tra reale ed ideale che costituisce la sostanza stessa della scrittura di
Khadra. Egli ripercorre infatti gli anni della sua adolescenza, durante la quale scopre l‟esercito
ma soprattutto la sua passione per la scrittura, iniziando ad immergersi nelle letture di autori
come Dostoïevski, Gorki, Vallès, Camus e Steinbeck.
L‟armée ne m‟a jamais empêché d‟écrire, elle m‟a constamment ignoré. Tout ce
qu‟elle voulait, et c‟est son droit, c‟était un officier compétent, discipliné, et je
crois l‟avoir été de mon côté. Je n‟ai rien exigé, rien revendiqué, parce que je
savais que la place d‟un écrivain devait se situer aux antipodes d‟une place
d‟armes. J‟ai vécu ma vocation d‟écrivain quelque part dans un coin de ma
solitude, avec l‟espoir sans cesse grandissant de retrouver cette lumière qui me
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permettrait de retrouver la voie qui était foncièrement mienne : la littérature.
Le parole dello scrittore fanno ben comprendere la sua determinazione a coltivare il suo
animo da poeta in un ambiente ostile e duro come quello dell‟esercito: una vera e propria
prigione, dalla quale poteva fuggire solo grazie ai libri, unico rifugio per la sua indole
sensibile, solitaria e sognatrice.
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Yasmina Khadra, À quoi rêvent les loups, Paris, Julliard, 1999.
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Yasmina Khadra, L’écrivain, Paris, Julliard, 2001.
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Yasmina Khadra, L’imposture des mots, Paris, Julliard, 2002.
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Mohamed Benrebiai, Yasmina Khadra, un homme et un écrivain qui dérangent, in “Le Quotidien d‟Oran”, 25
mai 2008, in http://yahia-ksentina.blogspot.com/2008/05/le-quotidien-doran-yasmina-khadra.html.
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