INTRODUZIONE
Il sistema finanziario e creditizio rappresenta un settore importante
dell’economia internazionale; tuttavia, a causa di mercati sempre più dinamici,
competitivi ed innovativi, si trova spesso al centro di discussioni circa la sua
organizzazione e le norme che lo regolano. A seguito di un lungo periodo caratterizzato
da una forte regolamentazione (principalmente per motivi legati al rischio intrinseco del
settore in questione e alla necessità di tutela del consumatore) e da logiche distanti dal
mercato e dall’efficienza produttiva, si assiste oggi ad un’evoluzione dell’assetto
competitivo, dovuta a nuovi orientamenti nella domanda di prodotti e servizi bancari, al
progresso tecnologico e all’integrazione europea. Per queste ragioni si rende necessario
tutelare e allo stesso tempo sviluppare la concorrenza, nonostante tale concetto sia stato
sostanzialmente ridisegnato con l’introduzione della legge Antitrust sia a livello di
mercato comune europeo ma anche all’interno dei singoli Stati Membri.
Diversi sono i fattori che hanno facilitato l’integrazione e il consolidamento del
settore bancario europeo nel corso degli anni: tra questi, la globalizzazione del sistema
finanziario internazionale, i vantaggi tecnologici (specialmente nel trattamento dei dati),
i miglioramenti nelle regole del mercato connesse all’introduzione dell’Euro e allo
sviluppo della S.E.PA. (Single Euro Payments Area) ed infine la diminuzione degli
effetti delle barriere culturali e linguistiche
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; con l’avvio della S.e.p.a., dal 2008 sarà
possibile effettuare pagamenti (anche tramite carte di debito e/o credito) e operazioni
bancarie all’interno della zona dell’Euro senza distinzione tra quelli transfrontalieri e
nazionali, con la stessa semplicità di esecuzione con cui questi si sono finora svolti in
ogni singolo Stato.
La tesi si propone di approfondire alcuni aspetti concorrenziali del settore retail
banking, in particolare per quanto riguarda le caratteristiche del mercato, soffermandosi
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Da European Economy – Economic Papers no.226 “Integration and consolidation in UE banking – an
unfinished business” di Christoph Walkner and Jean-Pierre Raes, 2005
sulla domanda e l’offerta a livello italiano ed europeo (Cap.1), la mobilità e il
comportamento dei consumatori, nonché la condotta adottata dalle banche e i
miglioramenti che questi soggetti possono attuare (Cap.2).
Le problematiche di concorrenza a cui si farà riferimento nell’elaborato,
verranno trattate coinvolgendo ed esaminando progetti ed iniziative dello scenario
italiano ed europeo che si propongono di tutelare il consumatore e di permettere
maggior trasparenza e mobilità nel settore finanziario: in particolare si esamineranno i
progetti che il Consorzio Patti Chiari porta avanti per l’Italia e quelli della S.E.P.A. per
l’Unione Europea (Cap.3). E’ importante sottolineare come tuttavia queste iniziative
siano in continua evoluzione, se non addirittura ancora in fase di sviluppo: si pensi alla
S.E.P.A. di cui tanto si discute e che entrerà in vigore con le prime novità riguardanti il
sistema di pagamento comunitario solo nel 2008, per poi procedere fino alla sua
completa attuazione fissata per il 2010.
La tesi si sviluppa a partire da due inchieste: la prima, svoltasi nel settore
dell’attività bancaria al dettaglio a livello europeo dalla Commissione Europea per la
Concorrenza, avviata a giugno 2005 (a norma dell’articolo 17 del Regolamento CE
n.1/2003), proseguita nel 2006 con una relazione intermedia sui conti correnti bancari e
servizi collegati e conclusasi nel gennaio 2007, mentre la seconda è l’indagine
conoscitiva riguardante i prezzi alla clientela dei servizi bancari avviata dall’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato in Italia a partire dal gennaio 2006.
Tali indagini trovano fondamento primariamente nell’importanza che il retail banking
riveste per i consumatori e le piccole - medie imprese, nell’offrire loro servizi di vitale
interesse; in secondo luogo, indagini settoriali di questo genere vengono svolte a seguito
di evidenze che possono far pensare che la concorrenza venga falsata o ristretta
all’interno del mercato comune o di un determinato settore economico.
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Le questioni fornite dall’indagine europea e che stanno alla base delle successive
indagini svolte dalle Autorità nazionali competenti, riguardano proprio delle barriere
concorrenziali esistenti nel retail banking (nelle forme di switching costs, asimmetria
informativa e pratiche di tying) che potrebbero dare spiegazione delle deboli dinamiche
competitive rilevate in tale settore.
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CAPITOLO 1
CARATTERISTICHE DEL SETTORE RETAIL BANKING
1.1 IL SETTORE INDAGATO: RETAIL BANKING
Il mercato dei conti correnti e dei prodotti correlati rappresenta il cuore del
settore dell’attività bancaria al dettaglio: da un punto di vista strutturale, questo settore
genera nell’UE circa 250-275 miliardi di euro all’anno di reddito lordo (dati del 2004),
per l’Italia sono circa 25-30 miliardi di euro, equivalenti al 2% del PIL totale dell’UE: è
un valore basso rispetto a quello registrato dagli altri Paesi e dall’Unione Europea, come
si può vedere dal grafico 1 dove sono indicati proprio i tassi percentuali del reddito
lordo dei singoli Stati Membri, rispetto al PIL nominale.
Grafico 1: Reddito lordo generato dal retail banking nei Paesi dell’UE rispetto al
PIL (valori in percentuale basati su dati del 2004)
Fonte: Dati raccolti dalla Commissione Europea e da Thomson Financial Datastream: elaborazioni Centro
Studi e Ricerca dell’ABI
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Tale sottosettore è comunque molto importante poiché rappresenta oltre il 50%
dell’attività bancaria nel suo insieme
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.
All’interno del retail banking, tre sono i prodotti principali che costituiscono
l’oggetto dell’inchiesta europea: i conti correnti, i conti di deposito e i prestiti personali;
altri di cui si è tenuto conto nell’indagine sono le carte di pagamento, i mutui e fondi di
investimento. Tuttavia, il prodotto più utilizzato dai consumatori individuali o dalle
famiglie e da piccole e medie imprese (PMI)
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è il conto corrente e i servizi ad esso
correlati ed è proprio su questo che si focalizza l’analisi di questo lavoro.
Si noti che l’indagine europea, nel valutare la performance finanziaria del retail
banking ha posizionato l’Italia al secondo posto nell’anno 2004 in termini di reddito
lordo medio prodotto dal conto corrente per consumatore riportato dalle banche
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: il dato
raggiunge una media di 204€, preceduto dai 265€ del Lussemburgo (grafico 2) mentre
nelle ultime posizioni troviamo Svezia e Lituania con 22€ e 15€ rispettivamente.
Grafico 2: Reddito lordo generato dal prodotto conto corrente per singolo
consumatore Anno 2004 (media ponderata)
Fonte: Inchiesta della Commissione Europea per la Concorrenza sul retail banking, 2005-2006
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Le cifre provengono dalla relazione intermedia II dell'indagine settoriale riguardante l'attività bancaria al
dettaglio, così stimate dalla Commissione Europea.
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Sono escluse dalla presente analisi le grandi imprese (che formano il corporate e il private banking), per
concentrarsi maggiormente sulla clientela retail vera e propria
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I dati nel grafico sono basati su un campione europeo di 264 milioni di conti correnti e sono stati omessi
i dati per Lettonia, Grecia, Estonia, Cipro, Malta.
E’ interessante però notare come questi dati siano influenzati dalla diffusione del
fenomeno del multi – banking, dall’intestazione congiunta dei conti correnti e dai
diversi profili d’utilizzo: più il numero di conti correnti posseduti da un consumatore è
alto, (nonostante il trend vari sensibilmente tra gli Stati Membri) più contribuirà
all’aumento del dato pro capite, mentre l’utilizzo di conti congiunti suggerisce un minor
costo per i correntisti che accolgono questa pratica (in Italia, secondo statistiche della
Banca Centrale Europea, il dato di 204€ dovrebbe essere per questo motivo più basso).
L’esempio italiano rappresentato nel grafico 3 (sul quale si è soffermata anche
l’Indagine della Doxa) mostra che circa un terzo dei clienti è correntista di due o più
banche, mentre un 75% circa possiede un solo conto: differenziando per zona
geografica, i correntisti del Sud e delle Isole sembrano più propensi ad essere clienti di
una sola banca (percentuale del 78% circa).
Grafico 3: Clienti privati di una sola banca o di più banche per i servizi di conto
corrente secondo zone geografiche in Italia (anno 2006) – valori
percentuali
Fonte: indagine Doxa (anno 2006)
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Tuttavia, dai dati raggruppati nelle altre tabelle (4 e 5), le quali mostrano la
proporzione di reddito lordo generata dai diversi prodotti utilizzati dai consumatori in
percentuale e in valore medio a livello di Unione Europea, si noti come siano i mutui a
raggiungere una maggiore percentuale di entrate (circa il 30% per l’UE nel suo insieme)
rispetto ai conti correnti (con quasi il 28%): i dati sono invertiti invece per i Nuovi Stati
Membri i quali raggiungono più di un terzo di quota per i conti correnti; in termini di
valore medio si può notare che nell’Europa dei 15 Stati si registrino dati superiori di
almeno il doppio rispetto a quanto si verifica nei Nuovi Stati Membri (per il c/c, 133€
nel primo caso, contro i 48€ del secondo).
Tabella 4: Quote di reddito lordo per linee di prodotto in % (dati consumatori)
Anno 2004 (media ponderata)
Fonte dati: Inchiesta della Commissione Europea per la Concorrenza sul retail banking, 2005-2006
Tabella 5: Quote di reddito lordo per linee di prodotto in Euro (dati consumatori)
Anno 2004 (media ponderata)
Fonte dati: Inchiesta della Commissione Europea per la Concorrenza sul retail banking, 2005-2006
Per le imprese, i dati presentati in tabella 6 (si riferiscono solo ai valori in Euro) le
conclusioni che si possono trarre non sono dissimili da quanto già affermato sopra per i
dati dei consumatori a livello aggregato.
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