Introduzione
Questo lavoro vuole essere il coronamento a conclusione degli studi accademici
svolti nelle Università di Teramo, Universitat de la Illes Balears (Palma de
Majorca), Università di Ferrara e Università di Roma Tor Vergata sui sistemi
turistici culturali e il completamento di una esperienza lavorativa svolta in un
tirocinio formativo promosso dalla Fondazione Crui e da Assocamerestero.
La Fondazione Crui è nata nel 2001 come strumento operativo e progettuale della
Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ed è un‟agenzia al servizio
dell‟innovazione universitaria.
La forte integrazione tra la CRUI e la Fondazione garantisce un processo continuo
di studio, progettazione e verifica dei risultati, per un supporto costante alle 80
Università associate.
Da anni impegnata nella promozione e nell‟adozione di modelli migliorativi per il
sistema, la Fondazione ha sviluppato una vasta esperienza nel coordinamento e
nella valorizzazione delle attività degli Atenei, riuscendo a costruire una rete
accademica sempre più solida e organizzata. Il diritto allo studio, la mobilità
studentesca, la promozione di stage, lo sviluppo delle ICT, il rafforzamento dei
legami con il territorio, sono alcuni dei temi affrontati nelle numerose iniziative
della Fondazione, sempre mirate a elevare la qualità dell‟offerta universitaria per
il rilancio competitivo dell‟intero sistema.
Assocamerestero è l´Associazione delle Camere di Commercio Italiane all´Estero
(CCIE), nata alla fine degli anni ´80 per valorizzare le attività delle Camere e per
diffondere la conoscenza della rete delle CCIE presso le istituzioni italiane ed
internazionali e presso le organizzazioni imprenditoriali.
Assocamerestero svolge una costante azione d‟indirizzo strategico per le attività
svolte dalle Camere di Commercio Italiane nel mondo a sostegno
dell‟internazionalizzazione delle PMI e la promozione del Made in Italy,
rappresentando le esigenze e le potenzialità delle CCIE attraverso un‟assistenza
specifica, sia sul versante organizzativo, che su quello progettuale. La sua
funzione di rappresentanza e di lobbyng istituzionale è avvalorata dalla continua
ricerca di collaborazioni con soggetti pubblici e privati, e da un‟intensa azione di
comunicazione verso i media italiani, le istituzioni e le imprese.
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Nello svolgimento dell‟attività rivolta al raggiungimento degli scopi sociali gli
organi rappresentativi e direttivi di Assocamerestero adottano comportamenti
improntati a principi di responsabilità etica, sociale, di correttezza, sia all‟interno
che verso i terzi, come indicato nelle linee guida di indirizzo deontologico
dell‟Associazione.
Assocamerestero fornisce alle Camere supporti e strumenti per renderle sempre
più attive nel campo dei servizi per l‟internazionalizzazione.
In particolare l‟Associazione:
- gestisce accordi-quadro, intese e collaborazioni, con soggetti istituzionali e non,
per sviluppare e potenziare tutte le attività di promozione delle Camere;
- realizza progetti di marketing territoriale con il sistema camerale italiano;
- supporta le CCIE in azioni che prevedono una progettualità di rete con lo scopo
di potenziare la crescita organizzativa del sistema.
Nello specifico il tirocinio si è svolto presso la Camera di Commercio Dominico
Italiana di Santo Domingo, Repubblica Dominicana, ha avuto la durata di sei mesi
con oltre mille ore di tirocinio sia presso gli uffici della CCDI sia con
distaccamenti in iniziative specifiche che la Camera ha operato sul territorio
Dominicano.
La Camara de Comercio Dominico Italiana (CCDI) è stata fondata in Santo
Domingo de Guzmán, capitale della Repubblica Dominicana, il 30 marzo 1987 da
un gruppo di imprenditori italiani e dominicani, in forma di libera Associazione
operante senza fini di lucro, in conformità con le disposizioni della Legge No. 42
del 17 luglio 1942 della Repubblica Dominicana; riconosciuta nel 1991 dal
Governo Italiano come Camera di Commercio Italiana all‟Estero alla stregua della
Legge No. 518 del 1 luglio 1970 della Repubblica Italiana, da allora é membro di
Assocamerestero, l'associazione delle Camere di Commercio Italiane all'Estero.
Alla data attuale annovera circa 250 soci, operanti nei principali settori economici.
L' attività della CCDI è orientata a due obiettivi principali:
1. Operare incessantemente per la tutela degli interessi della propria compagine
associativa, anche attraverso azioni mirate di RR. PP. e lobbying a vari livelli,
mantenendo importanti contatti con autorità istituzionali e soggetti commerciali
prominenti;
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2. contribuire a promuovere una costante crescita dei sistemi economici di Italia e
di Repubblica Dominicana, attraverso il fomento delle relazioni economiche,
industriali, commerciali e turistiche tra i due Paesi ed il supporto tecnico e legale
all‟attivazione di sinergie produttive e commerciali di rilievo.
Il contesto altamente competitivo nel quale si collocano tanto la clientela, quanto i
soci della CCDI e, più in generale, la crescente interdipendenza dei mercati e delle
economie nazionali, sono circostanze in grado di generare una domanda
particolarmente articolata e orientata ad un servizio di supporto che sia congruo
con attività imprenditoriali massimamente improntate all‟efficienza. In tale
scenario, la CCDI stessa, come “fabbrica di servizi”, compete e collabora con
istituzioni omologhe che sono rappresentative di sistemi economici ad elevata
capacità di penetrazione e, dunque, altrettanto validamente posizionate sul
mercato. Ben consapevole di questo panorama complessivo e dei pertinenti
indirizzi concretamente palesati dagli organi di governo dello Stato Italiano circa i
profili evolutivi della politica estera nazionale, questa Camera, con il costante
supporto ed il monitoraggio di Assocamerestero, ha predisposto e sta
implementando un processo di allineamento strutturale ed operativo a parametri
qualitativi di alto profilo.
Gli effetti di siffatto processo di innovazione hanno trovato particolare
espressione nella riubicazione di un organico allargato in nuova sede operativa,
nella strutturazione di una rete locale e caraibica di rappresentanza onorifica e
nell‟efficace contributo all‟implementazione dell‟alleanza strategica e operativa
generata dall‟Accordo di Partenariato d‟Area ACCA, per la gestione delle
opportunità di business da e verso l‟Area.
Per tale ordine di motivi, osiamo affermare che, negli anni, questa Istituzione è
diventata un importante punto di riferimento in e per ambedue i Paesi, sia per la
promozione dell'Italia in Repubblica Dominicana, sia per quanto concerne il
servizio di assistenza e consulenza alle aziende orientate a stabilire o sviluppare
relazioni commerciali con l‟estero.
In tal senso, la Camera:
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Contribuisce ad appianare il cammino di quelle imprese che hanno optato per
l‟internazionalizzazione, operando al fine di evitare alle medesime le
problematiche che possano profilarsi al loro ingresso sul mercato di destinazione.
Consolida le relazioni commerciali tra le imprese, promuovendo accordi di
collaborazione tra loro.
Sviluppa azioni di RR. PP. e lobbying a vari livelli, mantenendo importanti
contatti con autorità istituzionali e soggetti commerciali prominenti.
Nella realizzazione delle attività proprie si avvale del know-how a più alta
specializzazione e professionalità, messo a disposizione dalla propria struttura, dai
propri associati e dai migliori professionisti e consulenti locali.
Somministra informazioni relative ad opportunità di business ed investimento
sull‟Area e sull‟Italia.
Si impegna nello sviluppo di progetti ed azioni puntuali di marketing territoriale
ovvero diretti alla captazione di investimenti sui territori di competenza.
Realizza e promuove attività di stimolo dei flussi turistici e di diffusione
informativa sulle opportunità specifiche di investimento in questo settore.
In generale, mantiene un ruolo attivo d'appoggio ad azioni di natura
eminentemente sociale, informativa e culturale in grado di contribuire a creare un
ambiente favorevole per gli scambi economici.
Questa tesi di laurea specialistica è nata dal costruttivo confronto con il Segretario
Generale della CCDI, dott. Pietro Pomari, attento a valorizzare le conoscenze del
tirocinante e propositore di una discussione sul mercato turistico in generale, oltre
che dell‟offerta turistica, della Repubblica Dominicana.
Dal confronto e dallo sviluppo delle idee è emersa chiaramente la necessità di
introdurre nella Repubblica Dominicana l‟idea di un mercato turistico locale,
gestito da imprese dominicane radicate sul territorio. La prospettiva data al lavoro
è quella di introdurre nelle aree più periferiche ma di grande valore paesaggistico
ambientale, culturale e naturalistico l‟idea del turismo sostenibile. Un turismo
alternativo a quello di massa già presente sull‟isola in maniera rilevante. La spinta
data da questo nuovo approccio metodologico al mercato creerebbe ricchezza non
solo per le imprese stesse, ma anche per il territorio e la società dominicana tanto
da accrescerne competenze e sviluppo.
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Lo scopo principale che mi sono preposto è comunque quello di individuare
azioni che possano far progredire l‟economia dominicana in maniera sostenibile,
cogliendo il meglio delle pratiche e delle innovazioni presenti soprattutto in Italia
ma anche nel resto del mondo. Scegliendo di favorire la formazione,
l‟emancipazione sociale, la consapevolezza della salvaguardia ambientale a volte
ancora non presenti in maniera chiara e decisa tra le popolazioni dell‟isola.
La presente tesi, nello specifico, è sostanzialmente un lavoro preparatorio allo
sviluppo di progetti tendenti a raggiungere i suddetti scopi Verrà eseguita quindi
l‟analisi dello stato attuale del mercato turistico dominicano riferito sia all‟offerta
che la Repubblica Dominicana in questo momento presenta sui mercati nazionali
e internazionali, sia alle principali tendenze della domanda turistica mondiale.
Nello stesso ambito del lavoro verranno citate alcune delle migliori pratiche di
successo riguardanti il turismo sostenibile. In particolare il turismo rurale,
l‟agriturismo e l‟ecoturismo che permettono uno sviluppo più profondo del tessuto
economico coadiuvando altresì attività già presenti nell‟isola, le quali da sole non
consentono l‟autonoma emancipazione della popolazione. Le politiche regressive
di sostegno assistenziale per i mercati più remunerativi dalle grandi aziende
multinazionali, tutt‟oggi non hanno interesse al raggiungimento di tale scopo.
In fine verranno indicate alcune proposte concretamente attuabili dai vari
stakeholders dominicani collaborando con la Camara de Comercio Dominico
Italianae e gli altri enti locali interessati.
Il senso di questo studio è frutto di un coinvolgimento diretto nella vita sociale
dominicana, che mi ha dato la possibilità di apprezzare le potenzialità del turismo
culturale come mezzo di riscatto e di emancipazione delle popolazioni legate al
territorio con tradizioni e costumi propri.
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Capitolo 1
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Verifica / analisi dell’obiettivo: è possibile sviluppare il turismo
culturale in Repubblica Dominicana?
In questo capitolo affronterò l‟analisi del mercato turistico in Repubblica
Dominicana. L‟analisi vuole senz‟altro essere improntata sui fattori macro-
economici, ma vuole valutare altresì la vocazione sociale degli investimenti e
l‟incidenza che le imprese economiche hanno sul territorio inteso come contesto
socio economico generale.
In funzione di questo mi sono posto un quesito principale su cui si baserà tutto il
lavoro che svilupperò:
―In Repubblica Dominicana c'è la possibilità di sviluppare un sistema turistico
culturale alternativo ai resort "all inclusive" che possa coinvolgere le attività
produttive rurali e quindi sviluppare una ricchezza diffusa tra la popolazione nel
territorio?‖
Per rispondere a questa tesi c‟è necessità di analizzare innanzitutto l‟economia
della Repubblica Dominicana e le sue peculiarità geografiche.
Approfondimento sulla Repubblica Dominicana.
Contesto culturale, politico ed economico.
Con una posizione geografica strategica che le permette di accedere facilmente al
mercato degli Stati Uniti, dell'America Latina e dei Caraibi e con una economia in
constante crescita la Repubblica Dominicana sviluppa una forte modernizzazione
della società, rinforzata da misure aggressive di apertura ed integrazione
commerciale, così come da stabilità politica e consolidazione democratica.
Informazione generale
Geografia
La Repubblica Dominicana é situata nei Caraibi, tra Cuba e Porto Rico. Divide
l'isola di Hispaniola con Haiti, occupando i due terzi della stessa. Con una
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estensione di 48.442 chilometri quadrati è, dopo Cuba, il secondo paese più esteso
delle Antille. Questa strategica posizione geografica ha consentito di farla divenire
la principale destinazione turistica dei Caraibi e in un luogo ideale per la
realizzazione di investimenti e scambi commerciali.
Il clima é semi-tropicale, con una temperatura media annuale di 26°C (78°F). L'
umidità dell' aria oscilla tra il 65 e l'80 per cento e vi sono due principali stagioni
della pioggia: da maggio a luglio e da ottobre a novembre.
La Repubblica Dominicana possiede una grande diversità geografica, fatta di
estese spiagge di sabbia bianca, valli fertili di un'esuberante vegetazione, zone
desertiche con formazioni di dune, imponenti catene montagnose tra le quali Pico
Duarte, la montagna più alta dei Carabi (3.175 metri) , così come numerosi parchi
naturali e riserve scientifiche che sono considerati protetti. Nel paese s'incontra
anche il punto più basso dei Carabi, che è il lago Enriquillo (144 metri al di sotto
del livello del mare).
La capitale é Santo Domingo. Altre città importanti sono Santiago de los
Caballeros, San Pedro de Macorís, La Romana, Puerto Plata e Barahona.
Bacino dei Caraibi
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Repubblica Dominicana
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Rassegna storica
Quando gli spagnoli giunsero nell'isola il 5 dicembre 1492, questa era popolata da
un gruppo di Indios Araucos chiamati "Tainos", i quali si estinsero rapidamente
dopo che furono scoperti, in seguito ai pesanti lavori fisici che furono forzati ad
eseguire.
Battezzata dai colonizzatori con il nome di Hispaniola, l'isola diventò la base
dell'espansione dell'impero spagnolo nel Nuovo Mondo, e le principali spedizioni
verso gli altri territori dell'America e dei Carabi salparono dalle sue coste. La città
di Santo Domingo (originariamente chiamata La Isabella) fu fondata nel 1946, e
rapidamente divenne la sede della prima cattedrale, del primo ospedale e della
prima università delle Americhe. L'isola risentì dei confronti sorti tra le monarchie
europee per le nuove terre, rimanendo colonia spagnola fino al 1697, quando un
terzo della stessa fu ceduto alla Francia con il Trattato di Ryswick. Con il Trattato
di Basilea nel 1795, l'isola intera divenne dominio della Francia.
Nel 1804, la parte occidentale della isola divenne indipendente tramutandosi in
Haiti. La parte orientale rimase sotto il dominio francese fino al 1808, momento in
cui tornò ad essere nuovamente una colonia spagnola. Solamente un anno dopo
aver ottenuto pacificamente la sua indipendenza dalla Spagna nel 1821, la parte
orientale dell'isola fu occupata da Haiti.
Occupazione che terminò il 27 febbraio del 1844 con la proclamazione
dell‟Indipendenza Nazionale. Nel 1861 il paese fu annesso nuovamente alla
Spagna, recuperando finalmente la sua indipendenza nel 1865 con il Movimento
della Restaurazione.
Dal 1882 al 1889 il paese fu sotto la dittatura di Ulises Hereaux.
Nel 1916 gli Stati Uniti occuparono il paese militarmente, per assicurare il
pagamento del debito pubblico, rimanendo per un periodo di otto anni. Nel 1930 il
dittatore Rafael Leonidas Trujillo ottenne il potere, che mantenne con mano ferrea
per 30 anni, fino a che fu assassinato nel 1961.
Dopo il rovesciamento di Trujillo, il paese attraversò momenti d'instabilità
politica caratterizzati dalla successione di governi di breve durata. Nell'anno 1965,
seri disordini civili provocarono un altro intervento militare da parte degli Stati
Uniti, che culminò con la celebrazione delle elezioni nell'anno 1966.
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Da quel momento iniziò il processo di consolidazione democratica e lo sviluppo
delle strutture produttive nazionali che ha contribuito alla stabilità politica ed
economica di cui gode al momento il paese.
Da quella data, hanno avuto luogo nuove elezioni democratiche, in cui si sono
alternati al potere i tre maggiori partiti politici: il Partito Riformista Sociale
Cristiano (PRSC), nel 1966, 1970, 1974, 1986, 1990 e 1994 (Joaquín Balaguer), il
Partito della Liberazione Dominicana (PLD) nel 1996 (Leonel Fernández), e il
Partito Rivoluzionario Dominicano (PRD), nel 1978 (Antonio Guzmán), 1982
(Salvador Jorge Blanco), e 2000 (Hipólito Mejía, che sarà Presidente della
Repubblica fino all'anno 2004).
Popolazione e Demografia
In conformità con l'ultimo censo effettuato nell'anno 2002, la Repubblica
Dominicana ha approssimatamente 9,7 milioni di abitanti, per un rapporto di
50.15% di donne 49.85% di uomini. Come risultato del forte processo di
urbanizzazione che ha attraversato il paese negli ultimi due anni, più dei due terzi
vivono nei centri urbani delle principali città della nazione. La capitale di Santo
Domingo conta una popolazione che raggiunge approssimativamente la cifra di
due milioni di abitanti.
La maggioranza della popolazione dominicana è il risultato di un processo di
incrocio tra la razza europea e quella africana. Lo spagnolo è la lingua ufficiale
del paese e la maggior parte della popolazione è cattolica, anche se esiste anche
un'importante comunità di protestanti.
Il tasso di disoccupazione oscilla tra il 15% e il 20% della popolazione
economicamente attiva, mentre la disuguaglianza nella distribuzione delle entrate
si riflette nel 20% della popolazione più ricca che partecipa con un 57.2% degli
introiti statali e il 20% della popolazione più povera che partecipa con un 4.4.%
degli introiti.
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Forza Lavoro e Infrastruttura
Il paese conta una forza lavoro varia che comprende laureati universitari a livello
dirigenziale, professionisti a livello tecnico e lavoratori con conoscimenti basici.
La popolazione attiva è stimata attorno 2,7 milioni, dei quali un 49% è dedito
all'agricoltura, un 39% al settore terziario e un 18% all'industria. L'infrastruttura,
con eccezione dell'elettricità, è abbastanza sviluppata e le agevolazioni di
trasporto a livello nazionale e internazionale sono molto buone. La rete stradale è
una delle migliori della zona, e i servizi aerei e marittimi includono le principali
linee a livello mondiale. I tre principali aeroporti ricevono carichi e passeggeri
direttamente provenienti dall'America del Nord, dall'America del Sud e
dall'Europa. Il paese possiede anche vari porti importanti, tra i quali spicca il
Porto di Haina, situato a ovest della città di Santo Domingo, ed è uno dei più
moderni porti dei Carabi.
Il sistema delle telecomunicazioni è uno dei più avanzati ed efficienti, non
solamente dei Carabi, ma anche a livello mondiale.
La fornitura di energia elettrica continua ad essere insufficiente per soddisfare la
domanda sempre più grande della popolazione e dell'industria del paese, e tutti i
settori soffrono di tagli d'elettricità. La maggior parte delle attività commerciali e
molte case hanno piccoli generatori per sopperire alle loro necessità durante i
black out elettrici. Considerato come il principale ostacolo per lo sviluppo
dell'economia nazionale, si attende che la fornitura di energia migliori con la
ristrutturazione del settore che avrà luogo con l'applicazione della nuova Legge
Generale dell'Elettricità deliberata nell'anno 2001, questo consentirà al settore di
avere accesso a importanti fonti di finanziamento.
Situazione Politica e Economica
La Repubblica Dominicana sta attraversando un importante processo di
consolidazione democratica. La guida politica tradizionale, che aveva governato il
paese dagli inizi del processo di democratizzazione negli anni sessanta, sta
venendo sostituita da una generazione di leader più giovani che cercano di
ottenere un progetto economico realizzabile che comprenda competenza globale,
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responsabilità del settore pubblico e decentralizzazione. Mentre questo processo
viene realizzato, il paese sta sperimentando i tassi di crescita economica più alti
dell'America Latina, come risultato della stabilità macroeconomica costante e
l'aumento graduale della partecipazione del settore privato. In questo senso, la
crescita sperimentata dall'economia dominicana durante l'anno 2000, ha catturato
l'attenzione della comunità internazionale, essendo stata elogiata da istituzioni
come il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Economica per
l'America Latina e i Caraibi, che nella sua relazione preliminare di detto anno ha
confermato che la Repubblica Dominicana ha mostrato i tassi di crescita più alti
della zona. Questa ha osservato che era il quinto anno consecutivo in cui il paese
ha superato il suo record di crescita annuale. Durante l'anno 2001 nonostante i
fattori avversi esterni ed interni, l'economia è cresciuta di un 2.7%, un tasso
cinque volte maggiore della crescita media in America Latina. Ugualmente
nell'anno 2002, l'economia è cresciuta a un ritmo di 4.1%, il secondo tasso più alto
della zona.
Tuttavia, la difficile situazione che attraversa l'economia mondiale ha colpito
seriamente i settori dipendenti dal mercato estero, come quelli delle zone franche
e del turismo, costituendo una sfida per le autorità il continuare a mantenere la
stabilità macroeconomica e cambiaria entro l'ambito di stasi che colpisce i mercati
internazionali, perciò si stanno utilizzando rigidi mezzi di disciplina fiscale,
riduzione della spesa pubblica e contenimento della pressione sul tasso di cambio.
Finalmente, bisogna mettere in evidenza che anche se tutti gli indicatori di povertà
sono anch'essi migliorati negli ultimi anni, la disuguaglianza nella distribuzione
delle entrate non è cambiata molto, e circa il 25% della popolazione dominicana
ancora vive in povertà. Concentrazioni di povertà persistono nelle aree rurali e
urbane, soprattutto nella regione di confine con Haiti, che presenta tassi di
analfabetismo e mortalità infantile maggiori della media nazionale, fatto che rende
ogni giorno più ovvia la necessità di un intervento pubblico, per trovare soluzioni
adeguate a questa situazione. Per questo i nuovi programmi di governo, sono ogni
volta più focalizzati sulle riforme sociali, al fine di permettere a tutta la
popolazione di partecipare e beneficiare dello sviluppo economico sperimentato
dal paese.
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Economia
Struttura Economica
L'economia dominicana presenta due profili economici chiaramente differenziati:
da un lato esiste l'economia esterna , la cui principale variabile di crescita è stato il
turismo e le zone franche industriali; dall'altro esiste l'economia domestica, i quali
settori dinamici sono stati le comunicazioni, l'edilizia, l'elettricità, il commercio e
i trasporti.
Le zone franche e il turismo sono sviluppati in forma isolata rispetto al contesto
commerciale generale del paese: la legislazione ha protetto i diritti degli
investitori stranieri, una struttura tributaria speciale ha fornito una scena equa per i
nuovi partecipanti, locali e stranieri, nell'industria, e un ambiente competitivo ha
favorito l'innovazione. I rischi associati alla vulnerabilità esterna del paese sono
stati principalmente relazionati con le perdite potenziali nelle entrate di valuta dei
settori del turismo e delle zone franche, che hanno rapporti molto stretti con la
domanda esterna, è chiaro che rimarrebbero seriamente colpiti da una recessione
economica degli Stati Uniti e dalla seguente riduzione dell'afflusso di denaro e
della domanda dei beni e servizi esportabili, che essa comporterebbe.
Questi rischi si sono resi palesi nell'anno 2001, quando le esportazioni si sono
abbassate più del 7% e i settori del turismo e delle zone franche sono diminutite
del 4%. Ciò nonostante, grazie a una politica deliberata per promuovere una
riduzione nei tassi di interesse locali al fine di incentivare lo sviluppo dell'attività
economica locale, le autorità fornirono un equilibrio alla decelerazione di questi
settori che hanno permesso all'economia di crescere di un 2.7% D'altra parte,
durante gli ultimi anni si osserva una relazione inversa tra i settori più dinamici
dell'economia dominicana e dell'occupazione: tanto maggiore è la crescita del
settore, quanto minore è la partecipazione nel PIL e nell'occupazione.
Ugualmente, le cifre economiche mostrano una tendenza in cui s'incrociano delle
importazioni nazionali crescenti e delle esportazioni decrescenti; una capacità
decrescente dell'economia domestica di produrre denaro; e un finanziamento
importante delle importazioni e del consumo domestico da parte dell'economia
esterna. Il risultato è stato un alto deficit nella bilancia commerciale.
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Nel considerare la struttura economica nazionale, un altro aspetto che si osserva è
una trasformazione accelerata verso un'economia di servizi, un processo che
normalmente si associa ai paesi industrializzati. Nelle economie sviluppate i
processi di deindustrializzazione sono principalmente il risultato di maggiori
incrementi di produttività nella manifattura e nei servizi, mentre nell'economia
dominicana i progressi nella produttività sembrano essere maggiormente associati
al settore dei servizi e dei beni immobili, specialmente quelle parti di servizi che
sono state esposte ai mercati più aperti e di maggiore competenza.
Evoluzione Economica e sue Prospettive
La fase attuale di stabilità dell'economia della Repubblica Dominicana segue il
periodo compreso tra il 1987 e il 1990, durante il quale il deficit fiscale, la politica
monetaria non coerente con la realtà macroeconomica, la forte salita di capitali e
soprattutto la sfiducia nei mezzi della politica economica portata a termine dalle
autorità, hanno dato come risultato una forte crisi economico-finanziaria e
socioeconomica del paese.
Nel 1991, le autorità vigenti ricorsero al Fondo Monetario Internazionale,
arrivando a concordare il Patto di Solidarietà Economica con i seguenti obiettivi:
• Crescita sostenuta dall'economia
• Riduzione dell'inflazione
• Incremento del risparmio
• Controllo dei prezzi e dei salari
• Rinegoziazione del debito estero
• Incremento delle esportazioni
• Incentivo all'investimento estero
• Privatizzazione delle imprese pubbliche non produttive
• Riduzione dell'evasione fiscale
I risultati di questo programma si sono scorti immediatamente, attraverso la
riduzione dell'inflazione e il miglioramento della maggioranza delle variabili
macro-economiche (deficit fiscale, tipo di cambio, tassi d'interesse, bilancia dei
pagamenti, ecc.) che si sono consolidati con la crescita sostenuta del PIL.
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