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Lo sviluppo residenziale coinvolge quindi pesantemente i comuni
dell’area urbana (Quartu e Selargius con il 44% di incremento della
popolazione) e quelli della cosiddetta seconda corona. In particolare la
crescita di alcuni centri (Capoterra, Sinnai, Sestu, Maracalagonis ed
Assemini) contribuisce ad accentuare gli squilibranti fenomeni di
addensamento della struttura insediativa (circa il 50% della popolazione
provinciale risiede nell’area urbana di Cagliari) dove più alta è l’offerta
di posti di lavoro nelle attività produttive e nel terziario e soprattutto
laddove si è consentita una concentrazione di servizi di livello
provinciale e regionale.
E’ necessario quindi che uno degli obiettivi dominanti della
pianificazione territoriale della conurbazione di Cagliari sia il
conseguimento di un miglioramento della qualità della vita intesa come
vivibilità delle ‘nuove’ città e miglioramento dell’accessibilità da esse
verso il capoluogo.
Tale obiettivo può essere raggiunto con un Piano dei Trasporti
che, tenendo conto delle esigenze attuali e future della popolazione,
preveda uno studio di più scenari tendenziali.
L’esigenza di mobilità legata alla necessità di sviluppo
socioeconomico di un qualsiasi territorio impone la realizzazione di
infrastrutture di trasporto, le quali comportano un notevole impegno
finanziario da parte della collettività, per cui la loro realizzazione impone
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un attento studio riguardo la convenienza economica dell’opera, la sua
inseribilità nell’ambiente e i suoi possibili impatti con il sistema
socioeconomico stesso.
Perciò la progettazione di un sistema di trasporto, come per esempio
un’opera stradale, è un processo articolato e complesso che si svolge
in fasi successive, al quale partecipano oltre ai progettisti anche le parti
sociali che interagiscono con il progetto stesso.
Il processo progettuale si suddivide in più fasi e consente un
continuo scambio di informazioni tra progettisti e amministratori
pubblici, interpreti delle esigenze della collettività.
La progettazione di un’opera stradale si suddivide in tre fasi:
1) Progetto preliminare
Il progetto preliminare traduce in concreto le indicazioni proposte da
un Piano dei Trasporti o da un Piano della Viabilità riguardo ad una
parte della rete viaria.
Occorre determinare la domanda di trasporto tra i diversi archi
della rete e calcolare i flussi di traffico per poter definire le
caratteristiche geometriche della strada in progetto.
Calcolati i flussi di traffico che percorreranno la strada e fissate
le condizioni di circolazione attraverso il metodo dei livelli di servizio,
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le caratteristiche geometriche della piattaforma devono garantire le
condizioni di deflusso desiderate.
Con tale progetto si esegue un confronto fra possibili itinerari,
ognuno dei quali deve essere corredato dalla stima sommaria della
spesa prevista.
2) Progetto di massima
Attraverso il progetto di massima si esegue un confronto fra le
alternative di tracciato che realizzano i possibili itinerari.
Con esso si arriva alla definizione completa delle caratteristiche
geometriche dell’asse stradale, della sezione trasversale, dell’ubicazione
e del tipo di svincoli adottati.
Per ogni alternativa progettuale si valutano i benefici, i costi di
trasporto, i costi di costruzione, la giacitura sul terreno, lo studio delle
intersezioni, i carichi sulla sovrastruttura, le opere d’arte, ecc. ossia
tutti quegli elementi che portano alla scelta del tracciato migliore.
3) Progetto esecutivo
Il progetto esecutivo contiene i dettagli di tutte le parti che
compongono l’opera, ed è indispensabile per poter affidare il lavoro
all’impresa costruttrice.
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Saranno rappresentati dettagliatamente: gli elementi per il
tracciamento dell’asse, i calcoli statici delle opere d’arte e della
sovrastruttura e gli allegati tecnico-amministrativi.
Il presente studio consiste nel progetto di massima per
l’adeguamento della S.S.n°130, dal Km. 3.800 (svincolo
dell’Aeroporto) al Km. 13.300 (limite di confine tra i paesi di Assemini
e Decimomannu) ed è finalizzato al miglioramento delle caratteristiche
geometriche di tale arteria in modo da renderla più sicura.
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I.2 Metodologia per la definizione del progetto
Un qualunque intervento sul sistema dei trasporti teso alla modifica
dell’assetto territoriale ha ricadute sui diversi elementi della collettività.
Ad esempio, la realizzazione di un’infrastruttura stradale, oltre
che modificare le caratteristiche del deflusso veicolare ha effetti
economici, finanziari, sociali ed ambientali che interessano in modo
differente i vari soggetti quali gli utenti, gli imprenditori, i proprietari dei
suoli, gli operatori commerciali, oltre agli operatori pubblici che sono i
responsabili sia del sistema di trasporto che dello sviluppo
economico.
Un intervento sul sistema viario è preceduto da una fase di
pianificazione nella quale vengono assegnate funzioni precise a ciascun
elemento del sistema territoriale.
Le indicazioni del piano sono conseguenze dello studio sui
possibili stati nel quale il sistema socioeconomico e territoriale potrà
trovarsi, quindi in funzione delle attese della collettività si ipotizzano i
possibili scenari di assetto, si simulano gli effetti dei diversi piani
proposti e si sceglie quello di miglior compromesso.
E’ necessario conoscere come il sistema dei trasporti interagisce
con il sistema socioeconomico per ottenere un’evoluzione equilibrata e
razionale del territorio.
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Purtroppo questa logica non sempre è seguita dai pianificatori, per cui
spesso si interviene sul sistema viario con opere di risanamento anzichè
di supporto allo sviluppo.
La proposta progettuale deve scaturire da un attento studio della
domanda, dalle indicazioni del Piano della Viabilità, dalle norme e dai
vincoli che la collettività impone attraverso il Piano Urbanistico
Comunale (P.U.C.).
Ma talvolta può accadere che mutino nel tempo gli obiettivi, i
vincoli e le condizioni al contorno, per cui è necessario innescare un
continuo controllo nel processo di pianificazione, in modo da
individuare e successivamente modificare i “fattori variabili” (processo
dinamico).
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Lo schema seguente mostra l’ordine con il quale si devono svolgere le
attività necessarie per la definizione dell’intervento, al fine di integrare
l’infrastruttura nel contesto della rete viaria e dei servizi con essa
interagenti:
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INTERVENTI PREVISTI
INDICAZIONI DEL
IN SEDE DI
PIANO
PIANIFICAZIONE
REGOLATORE
ANALISI DELLA PROGETTI DI
DOMANDA MASSIMA
NORMATIVA
ALTERNATIVI
VALUTAZIONE
SCELTA
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La valutazione dei diversi progetti alternativi può essere eseguita
fondamentalmente in due modi diversi:
1) Analisi costi-benefici
Con questo tipo di analisi si confrontano le diverse alternative di
progetto considerando i loro effetti monetari o monetizzabili rispetto
allo stato di non progetto.
Vengono quindi monetizzati i benefici quali la diminuzione del
costo del trasporto, la maggior sicurezza, il maggior comfort, l’impatto
ambientale ecc. e poi vengono confrontati con i costi di costruzione e
gestione dell’infrastruttura.
Tale analisi, presenta però limiti a causa della difficoltà oggettiva
di esprimere in danaro sia alcuni costi (stress, fatica, rumore, intrusione
visiva ecc.) che alcuni benefici (sicurezza, comfort, tracciato meno
noioso, ecc.).
2) Analisi multicriteria
In questo caso le valutazioni sull’inquinamento acustico e atmosferico,
sull’impatto ambientale e sul ritorno economico dell’opera, vengono
fatte considerando ciascuna voce con la sua unità di misura: ad
esempio per quanto riguarda l’inquinamento acustico si stima il livello
di pressione sonora, espresso in db(A), prodotto dal traffico per ogni
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soluzione progettuale, per cui si riesce a dare una valutazione oggettiva
sui diversi impatti di ciascun progetto. Si costruisce in questo modo la
matrice degli effetti e si sceglie il progetto mediamente migliore.
Questo secondo metodo di valutazione sembra rispondere meglio alle
esigenze della collettività, soprattutto perchè offre al decisore politico
uno strumento capace di analizzare i progetti in maniera oggettiva e non
soggettiva, e quindi consente di effettuare la scelta in maniera univoca.
Cap. II - Motivazioni del progetto
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CAP. II
MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
II.1 Premessa
I motivi che hanno suggerito un adeguamento della S.S.n°130 sono
molteplici. Come precedentemente accennato, tale infrastruttura è
caratterizzata da un elevato flusso pendolare verso la città di Cagliari,
dovuto alla concentrazione nel capoluogo di servizi quali scuole, sedi
di lavoro e attività commerciali.
Ciò provoca, soprattutto nelle cosiddette ore di punta, il
raggiungimento del livello di congestione dell’arteria, causando quindi
notevole perditempo per tutti gli utenti, con i ben prevedibili danni :
- di tipo ambientale (inquinamento atmosferico e acustico)
- di tipo fisico per gli utenti (stress, fatica)
- di tipo economico (perdita di tempo, maggiori consumi di
combustibile).
A ciò si deve aggiungere l’elevata incidentalità caratterizzante tale
arteria, funzione dei seguenti fattori:
- elevato flusso veicolare
Cap. II - Motivazioni del progetto
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- presenza elevata di traffico pesante (tale strada è al servizio della
zone industriali di Elmas e Assemini, e collega il capoluogo con il
Sulcis-Iglesiente)
- traffico dovuto alla presenza di mezzi agricoli (principalmente nel
territorio di Assemini)
- presenza di numerosi incroci a raso
- mancanza di adeguati cavalcavia che permettano l’inversione di
marcia.
Tutti questi elementi hanno consigliato l’adeguamento della
S.S.n°130.
Cap. II - Motivazioni del progetto
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II.2 Piano Provinciale della Viabilita’
La soluzione dei problemi connessi alla realizzazione di infrastrutture
di accesso all’ “area vasta” di Cagliari , le ipotesi di adeguamento
della rete viaria, data ad esempio dalle strade statali che adducono alla
città di Cagliari, le ipotesi di realizzazione di un sistema di
infrastrutture di trasporto collettivo in sede propria connesse ad un
sistema di parcheggi di scambio, devono derivare dall’opinione che un
sistema di trasporti deve essere impiegato per governare la
localizzazione delle attività sul territorio, che rappresenta il nodo
cruciale non solo dei problemi urbanistici e territoriali, ma anche di
quelli del traffico e della circolazione. Nel proporre una strategia
occorre sottolineare che l’applicazione di una metodologia sistematica
è condizione necessaria per la soluzione continuamente aggiornata dei
problemi di trasporto.
Tale metodologia dovrà condurre dall’esame della domanda di
trasporto alla stesura di Piani applicativi, in coerenza con le “Direttive
per la redazione, adozione e attuazione dei Piani Urbani di Traffico”
(G.U. n° 146 del 24/06/1995):
- un Piano dei Trasporti per l’area vasta, che in funzione dello
sviluppo previsto degli insediamenti e delle attività, coordini la
funzione delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, individui i nuovi
Cap. II - Motivazioni del progetto
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interventi necessari, compatibili con l’orizzonte temporale del Piano, e
ne fornisca i tempi di entrata in esercizio secondo un’analisi dei
vantaggi conseguibili e delle disponibilità di spesa nel settore;
- un Piano di interventi di interesse immediato (P.U.T.), che
comprenda una serie di provvedimenti attuabili entro breve periodo,
atti a migliorare la situazione della circolazione, nei limiti imposti
dalla struttura della rete viaria e dei servizi di trasporto collettivo
esistenti, secondo le disponobilità di spesa nel settore.
In particolare il Piano dei Trasporti dovrà essere strettamente correlato
ad un nuovo strumento di pianificazione dell’area, in quanto la
situazione del sistema dei trasporti dell’area vasta di Cagliari appare
complessa per via delle scelte di rilevante importanza che
interesseranno nei prossimi anni l’area in esame, (scelte territoriali,
infrastrutturali e di localizzazione), quali ad esempio:
- il nuovo porto industriale;
- l’evoluzione del vecchio porto commerciale;
- il nuovo insediamento universitario di Monserrato e il Policlinico;
- il centro agro-alimentare;
- il parco di Molentargius-Saline-Poetto;
- i centri direzionali sud-est e nord-ovest di Cagliari;
- la nuova circonvallazione;
- l’asse mediano di scorrimento;