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PREMESSA
Il concetto di multimedialità è stato elaborato ed approfondito in
questi ultimi decenni soprattutto in relazione al dilagante diffondersi
delle nuove tecnologie legate alla comunicazione ed informazione.
Da qui la necessità di contestualizzare un fenomeno, quello dei nuovi
mezzi di comunicazione (dal Personal Computer al videotelefono, da
Internet ai servizi WEB), che ha evidenziato la necessità di porsi alcuni
quesiti sulla natura ed il ruolo della comunicazione “multimediale”
all‟interno della società e delle sue istituzioni di riferimento.
Quesiti che nascono dalle caratteristiche stesse di questo nuovo tipo di
comunicazione; è sufficiente a tal proposito pensare:
- alla velocità di produzione e distribuzione dell‟informazione o notizia
che diventa disponibile con immediatezza attraverso i media ad un
vastissimo bacino di utenza estremamente variegato ed eterogeneo;
- alla possibilità di entrare in contatto con realtà estremamente lontane
dal nostro contesto abituale attraverso i servizi forniti sul Web
(videochiamate, videoconferenze, messaggistica, chat, etc..);
- alla costituzione di un villaggio “virtuale” in cui ogni cosa è a portata
di mano ma allo stesso tempo è distante da noi, almeno fisicamente, e
produce negli individui un contraddittorio senso di appartenenza, nel
sentire per esempio un accadimento di cronaca, ed allo stesso tempo
di estraneità (per esempio a causa di meccanismi di protezione
psicologica che rifiutano una determinata notizia). Tali contrastante
sentire varia sensibilmente in funzione del tenore della notizia.
Il concetto di multimedialità, inteso in senso generale e non
esclusivamente legato ad una particolare tendenza tecnologica, è
sostanzialmente insito nella natura umana ma la necessità di una sua
definizione più approfondita è emersa quando l‟uomo, a seguito dello
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sviluppo di tecnologie avanzate per la comunicazione e soprattutto per la
sintesi e l‟organizzazione delle informazioni disponibili, ha visto
progressivamente perdere o, meglio, ha deciso di delegare le sue
funzioni naturali di elemento di sintesi di informazioni multimediali a
favore di elementi esterni, in particolare i Personal Computer.
In tal senso il “media” agisce da veicolo di sintesi che presenta
all‟individuo informazioni acquisite attraverso canali e “sensori” diversi
in forma multimediale aggregata, sgravando l‟utente dal “lavoro” di
amalgama ed organizzazione che precedentemente egli svolgeva
direttamente.
In tal senso infatti l‟uomo ha sempre vissuto la continua tensione tra la
natura del suo essere fisico e la razionalità della sua mente;
collocandosi in un punto di incontro, di fusione, tra le istanze, le
conoscenze, le informazioni di carattere “naturale” legate alla sua
essenza fisica e le considerazioni, le convenzioni, le esperienze legate al
suo mondo razionale, fortemente influenzato, in quanto interagente, con
il contesto sociale di riferimento.
Partendo da questo spunto, tratto dalla tradizione filosofica, si può
affermare pertanto che l‟uomo è di per sé un elemento a forte impronta
multimediale. Le sue esperienze, a prescindere dalla sfera “naturale” o
“razionale”, sono legate a caratteri multimediali che devono essere prese
in considerazione ed utilizzate in modo efficace negli ambiti in cui
l‟uomo opera, vive ed evolve: in particolare in quello scolastico.
In tale contesto di applicazione infatti la tecnologia multimediale può
essere considerata come valido supporto allo sviluppo di programmi
pedagogici che, dal 1953 con la pubblicazione de “La pedagogia come
scienza” di Francesco De Barolomeis, ha visto una sempre maggiore
tendenza allo sviluppo di un “sapere pluralistico”. La pedagogia assume
in tal senso una forte identità alimentata da molteplici istanze teorico-
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scientifiche e da dimensioni disciplinari derivate dal rapporto con le
scienze umane e con una matrice empirica e sperimentale capace di
leggere ed innovare la cultura, la società e quindi i processi di
formazione.
Nel contesto di una generale rivisitazione dell‟approccio pedagogico,
la “mente” ha assunto importanza quale elemento centrale del sapere e
come oggetto di investigazione specifica per esaltarne le capacità di
interazione e sintesi di elementi estremamente diversi (l‟elemento fisico,
biologico, psicologico, anatomico, sociale, morale, etc..).
In tal senso è stato pertanto ritenuto essenziale conoscere i processi di
apprendimento utilizzati dalla mente per riprodurli ed agevolarli nel
campo pedagogico nell‟ambito di percorsi formativi adeguati e rispettosi
delle diversità comunque presenti tra individuo ed individuo.
Differenza che non è solo legata all‟aspetto fisiologico, biologico o
fisico (l‟aspetto “naturale” prima accennato) ma è, e lo è forse ancor di
più, dipendente dal contesto sociale con cui l‟uomo, o il bambino, è
entrato in contatto o nel quale ha sviluppato le sue iniziali capacità
cognitive (elemento “razionale”).
Se infatti, l‟assegnazione o caratterizzazione genetica fornisce un
livello “fisiologico” di partenza più o meno comune a tutti; è poi
l‟elemento esterno da noi, il contesto sociale, la cultura, la tradizione dei
luoghi in cui si vive che sottopone l‟individuo ad un lento ma profondo
processo di “modellizzazione” e che, nel corso della vita, lo renderà
sempre più “individuo” diverso dagli altri.
Tale processo porta a definire due ambiti di variabilità (individuale e
ambientale) che caratterizzano in modo inscindibile un individuo in
termini di bagaglio genetico (“naturale”) e informazioni, elementi,
conoscenze derivanti dall‟ambiente sociale, naturale, biologico in cui
esso opera.
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In questa ottica, mentre il primo elemento è temporalmente limitato nel
secondo caso le influenze sociali operano per tutta la durata della sua
esistenza sottoponendo l‟individuo ad un processo di “apprendimento
continuo” che ha un ruolo determinante nel suo sviluppo mentale.
In questo “apprendimento continuo”, l‟elemento multimediale, inteso
sia come metodo che come strumento di insegnamento e, quindi, di
apprendimento riveste un carattere fondamentale in termini di efficacia e
interazione soprattutto con le nuove generazioni.
Nell‟ambito dell‟elaborato, verranno pertanto analizzati gli elementi
essenziali della comunicazione, vista in un ottica multimediale, all‟interno
del processo di apprendimento che si sviluppa nell‟ambito scolastico dei
primi cicli di insegnamento.
Si evidenzieranno allo stesso tempo:
- alcune problematiche emerse nell‟inserimento di un diverso
approccio all‟insegnamento che, unitamente alla multimedialità, ha
visto, nel breve periodo, lo sviluppo e l‟adozione di concetti di
“intercultura” e “pluricultura”;
- gli effetti negativi che una insufficiente “istruzione multimediale”
(intesa come insegnamento all‟utilizzo dei mezzi multimediali) nelle
generazioni più mature ha provocato in ambito lavorativo con
l‟insorgere di una nuova forma di “analfabetismo” e fuori uscita dai
processi produttivi e dai cicli di lavoro.
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CAPITOLO 1
MULTIMEDIALITA’ E PROCESSI DI COMUNICAZIONE
La necessità di comunicare è uno dei più pressanti bisogni biologici
umani. Il suo soddisfacimento è necessario per la sopravvivenza stessa del
genere umano. Per comunicare vengono utilizzati “modi" e “mezzi" che
noi uomini chiamiamo “linguaggi".
Differentemente dagli altri animali, infatti, l'uomo, almeno per quanto
riguarda il messaggio verbale, impiega standard comunicativi che lo
rendono comprensibile agli altri esseri umani.
In natura, ed in questo caso possiamo considerare l'uomo alla stessa
stregua degli altri animali, la comunicazione non ha solo una veste
“sonora" e quelli “comunicativi" (nel senso stretto del termine) non sono i
soli bisogni che nell'atto comunicativo vengono soddisfatti.
Non solo gli uomini, pertanto, hanno necessità e capacità di comunicare
ma tutti gli esseri animati. Da ciò deriva che, all'interno di una stessa
comunicazione, si possano riscontrare diversi elementi costitutivi:
- la capacità di comunicare;
- il linguaggio impiegato e le forme che lo stesso può assumere;
- le finalità della comunicazione (che abbiamo visto possono essere com-
pletamente diverse).
Tali elementi fanno emergere la possibilità di definire, all'interno del
processo comunicativo, posizioni diverse (soggetto che comunica e
soggetto che riceve la comunicazione), modalità differenti della comuni-
cazione stessa (sonora, visiva, verbale, etc.), fattori che, esternamente al
processo, influiscono positivamente o negativamente sul transito del
messaggio tra i due soggetti della comunicazione.
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1.1. Caratteristiche generali della comunicazione e suoi elementi fon-
damentali
Si può affermare che la comunicazione, come processo di scambio
di messaggi tra due soggetti, può essere studiata attraverso la
definizione di un vero e proprio "circuito della comunicazione" che si
struttura sui seguenti elementi costitutivi:
a. il linguaggio
il linguaggio, come sistema di comunicazione, è l'insieme dei
mezzi (gesti, espressioni, segnalazioni luminose o visive, etc.)
mediante i quali si possono formulare messaggi.
Esso è pertanto frutto di:
- convenzioni, quando si esamina una comunicazione;
- istinto, quando ci si riferisce ad una comunicazione animale.
Anche i comportamenti, al pari del linguaggio verbale,
necessitano di convenzioni. Lo scodinzolare dei cani o dei gatti
(con significati diametralmente opposti - contentezza nei cani,
diffidenza nei gatti) mette in evidenza la necessità che, per
ottenere i risultati voluti ed essere efficace, la comunicazione deve
avvenire:
- tra individui appartenenti allo stesso gruppo sociale (famiglia,
nazione, etc.), attraverso convenzioni generalmente riconosciute;
- tra individui appartenenti a gruppi sociali differenti (diverse
nazioni, razze, religioni, etc.), attraverso convenzioni che
possano mediare i linguaggi, i modi, le abitudini proprie dei
diversi contesti sociali.
Ogni linguaggio, per poter essere comprensibile a tutti, deve
rispettare determinate regole grammaticali e/o gestuali, in
funzione del tipo di messaggio che deve essere trasmesso.