PREMESSA
“Siamo piccoli nani sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto” e di
sicuro le esperienze di vita quotidiana ci condizionano nel vivere e
nell’agire. Sono una delle prime donne d’Italia a poter dire di aver
orgogliosamente indossato per un anno l’uniforme dell’Esercito Italiano in
qualità di volontaria in ferma prefissata, ancor prima di vestire quella di
Infermiera Professionale. Ho maturato un’esperienza umanamente e
professionalmente significativa ed appagante che mi spinge ad
approfondire la figura dell’Infermiere Professionale Militare dell’Esercito
presentando l’evoluzione di questi anni e le esperienze vissute da alcuni
militari nell’adempimento delle loro funzioni in ambiti Operativi al di fuori
del territorio nazionale. Al fine di comprendere a pieno la realtà quotidiana
di questi sottufficiali, ho ritenuto importante valutare la loro vita
professionale sia durante le fasi di preparazione, di approntamento e di
conduzione operativa, sia durante le attività “stanziali” di assistenza
sanitaria in patria.
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SCOPO DELLA TESI
Dall’11 Settembre ’01, giorno in cui si è consumata la tragedia dell’attacco
alle Twin Towers, è iniziata un’incessante lotta contro il terrorismo
internazionale.
Le Forze Armate Italiane in associazione con quelle degli alleati hanno
dato e continuano tutt’oggi a dare il loro contributo per poter ristabilire la
tranquillità e quell’equilibrio che ormai da tempo è stato inibito dai ripetuti
attacchi.
L’intervento armato, anche se utilizzato per il ripristino della pace, provoca
inevitabilmente morti e feriti sia tra le truppe che tra la popolazione
interessata.
È proprio in questi aspetti che entra in gioco la Sanità Militare che con il
suo personale deve assicurare l’apporto sanitario in primis alle Forze
Armate stesse e in secondo momento alla popolazione locale.
Lo scopo di questa tesi è quello di descrivere la struttura e l’evoluzione
della Sanità Militare e su quali basi si fonda, nonché come essa si
organizza al meglio per far fronte alle diverse situazioni fuori area che le si
presentano. In seguito verrà analizzata la figura dell’infermiere militare,
descrivendone l’iter formativo sia teorico che pratico e le sue competenze
in ambito delle operazioni fuori area.
Tale tesi è di natura descrittiva e per far fronte alla sua stesura ci si è
serviti di analisi di lavori preesistenti, pubblicazioni, trattati, atti
congressuali nonché di siti web ottenuti grazie al motore di ricerca Google
digitando le parole chiave: Esercito e Sanità Militare.
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INTRODUZIONE
Le modificazioni geo politiche dopo la caduta del muro di Berlino e
dell’ideologia comunista hanno sicuramente portato alla fine della guerra
fredda e della contrapposizione di due superpotenze nucleari, ma con gli
anni, hanno evidenziato la nascita di una serie di movimenti ideologici
integralisti. Questi movimenti, dove non sono riusciti ad esprimersi sotto
forma di governi riconosciuti, hanno cominciato a dare segni di sé
attraverso atti bellici, e così tutti abbiamo cominciato a familiarizzare con il
concetto di terrorismo, integralismo di matrice islamica, kamikaze, etc.
Questi scenari sono diventati una tragica realtà con i vari attentati di
Oklaoma City, Tokyo, Twin Towers, Pentagono, Madrid e Londra. Tali
considerazioni hanno spinto anche le autorità politiche e militari a rivedere
in chiave professionistica e professionale lo strumento militare fino alla
ristrutturazione dei vertici (‘97-‘99), la sospensione della ferma obbligatoria
e l’elaborazione del nuovo concetto strategico in cui sono state assegnate
5 missioni principali alle FF.AA:
1. difesa degli interessi nazionali
2. difesa nell’ambito della NATO
3. gestione delle crisi internazionali
4. concorso nella salvaguardia delle libere istituzioni e calamità
naturali
5. pubblica utilità e tutela dell’ambiente.
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TTIIPPOOLLOOGGIIAA MMIISSSSIIOONNEE
22^^ MMSSNN 4^ MSN
FU. EST.
1^ MSN 3^ MSN
1^ MSN 3^ MSN
Difesa
Difesa collettiva GGeessttiioonnee ccrriissii
Concorso Pubblica utilità /
interessi vitali
della NATO internazionali
internazionali
salvaguardia libere tutela ambiente
nazionali
istituzioni /
calamità naturali
In tutte queste missioni appare evidente e centrale il ruolo della
componente sanitaria chiamata ad operare secondo un principio di
operatività e professionalità costante a fronte di condizioni ambientali
fortemente variabili.
La Sanità Militare nell’ultimo decennio ha moltiplicato gli interessi nella
direzione della cosiddetta medicina delle catastrofi; ossia situazioni a
carattere di eccezionalità in cui a causa di un unico evento, il fabbisogno
di servizi sanitari ed essenziali supera notevolmente le disponibilità.
Risulta quindi fondamentale che tutto il personale militare (non solo quello
sanitario) possiede le conoscenze teoriche e pratiche basilari del primo e
pronto soccorso al fine di essere aderenti alle necessità e ai compiti che si
è chiamati a svolgere. L’aggiornamento continuo sulle problematiche
dell’emergenza e sui vari protocolli da adottare rappresenta un requisito
imprescindibile per le professioni sanitarie per mantenere un livello di
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preparazione adeguato. Quantunque risulti chiara la necessità di
procedere con una formazione e aggiornamento continuo del personale,
ben più difficile appare tradurre questa giusta istanza in una efficace
estrinsecazione pratica, specie nell’ambito di una organizzazione ampia e
complessa per compiti e funzioni quale è l’Esercito. Per poter ottenere
tutto ciò è necessario attuare un percorso formativo di lungo respiro in
grado di rispondere a dei criteri prima di Formazione di base e, in seconda
istanza, di Specializzazione e Professionalizzazione, al fine di affrontare
adeguatamente le problematiche sanitarie connesse alle emergenze.
L’infermiere militare deve agire pertanto e lo fa sicuramente, nell’ambito
del proprio impiego, nel rispetto di piani di attività e di lavoro legati allo
status di militare, quindi nel rispetto di percorsi assistenziali, linee guida,
protocolli e procedure legati invece allo status di infermiere.
Inoltre, sia per il suo bagaglio culturale che per incarichi abbinati
all’impiego, al Maresciallo sono richieste oltre alle predette competenze
tecnico-specialistiche, capacità comportamentali e relazionali, come pure
doti manageriali e di leadership per avvalersi dell’opera di personale
dipendente e/o di supporto.
A sostegno di ciò, l’evidenza scientifica dimostra che per il mantenimento
di alti standard qualitativi è fondamentale intensificare l’addestramento del
personale coinvolto nelle emergenze, spesso costretto ad operare in
condizioni estreme.
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CAPITOLO 1
L’ESERCITO ITALIANO
Prima di entrare nel cuore della tesi, parlando della Sanità Militare e
dell’infermiere militare, pare ovvio descrivere un quadro completo
sull’Esercito Italiano, per poter fare capire meglio, a chi legge questo
elaborato, i temi trattati di seguito. In questo capitolo verrà descritta la
nascita dell’Esercito Italiano, con la sua organizzazione e le sue imprese,
dal passato sino ai giorni nostri caratterizzati, dopo l’11 settembre, da
un’incessante lotta al terrorismo. Verranno inoltre trattati gli scopi e i
compiti dell’Esercito e la gerarchia presente nel suo interno.
1.1 CENNI STORICI
Il 4 maggio 1861, con Decreto del Ministro Fanti, l’Armata Sarda, che
aveva incorporato molti eserciti pre-unitari, prendeva la denominazione di
Esercito Italiano.
I primi anni di vita non furono facili, poiché
furono scanditi da una lunga e dura lotta al
brigantaggio e dalla sfortunata conclusione
della Terza Guerra d’Indipendenza, pur
costellata di gloriose battaglie (1886 furono i
caduti). Il 20 settembre 1870, portando a termine gli ideali unitari, il IV
Corpo d’Armata agli ordini del Generale Raffaele Cadorna occupò Roma,
ridando all’Italia la sua naturale Capitale.
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Dopo un periodo caratterizzato da un notevole lavoro di riordinamento e
potenziamento (Ministro Ricotti), il 5 febbraio 1885 il Col. Tancredi Saletta,
con un Corpo di spedizione di 800 uomini, sbarcò a Massaua, aprendo
così il periodo coloniale; dopo una lunga campagna di penetrazione in
Africa Orientale, Adua (1896) segnò la battuta di arresto.
Il 25 aprile 1897, un Corpo di spedizione italiano sbarcò a Suda, nell’isola
di Candia, destinato a far parte di un Corpo interalleato incaricato della
pacificazione dell’isola dopo la rivolta contro la dominazione turca.
Incominciavano così gli impegni internazionali.
Di lì a poco, infatti, il 14 luglio 1900 venne costituito a Napoli un Corpo di
spedizione internazionale con il compito di porre fine alla rivolta dei
“Boxers” e difendere i Protettorati europei.
L’Esercito Italiano fu impegnato in massa, il 29 settembre 1911, con la
campagna libica nella guerra italo-turca; il 5 ottobre le sue truppe
sbarcarono a Tripoli.
La guerra italo-turca si concluse con l’occupazione del Dodecanneso
(primavera 1912) e la conquista del Fezzan (9 agosto 1913 – 12 agosto
1914).
Lo scoppio della 1^ G. M. vide l’Esercito Italiano entrare in campo il 24
maggio 1915 con l’avanzata oltre il confine. Gli anni di guerra fino a
Caporetto videro l’Isonzo protagonista delle battaglie; i primi successi di
rilievo furono proprio della 6^ battaglia dell’Isonzo, che portò nell’estate del
1916 alla conquista di Gorizia. La 12^ ed ultima battaglia segnò, invece, la
sconfitta di Caporetto nell’ottobre 1917.
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