UNIVERSITÀ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE
Department of Philosophy
Student: Sofia Lorefice Thesis Supervisor: Ernesto Galli della Loggia
THE RESISTANCE OF POETRY
“[…] there where somebody resists beyond all hope, / perhaps that is the point
1
where begin the story of the man and his own beauty […]” this verse comes from a
composition of the Greek poet Ghiannis Ritsos and marks the beginning of my study of
the history of the Greek Resistance and its poetry.
In my thesis two different analyses can be distinguished; the first is historical and its
object is the decade from 1940 to 1949 in Greece, and the other is a philosophical
approach to the poetic production of that particular historical period.
The object of the former analysis consists in the history of the Greek Resistance from
th
the Italian Occupation (28 October 1940) through the civil war started in Greece in
December 1944, to the end of the civil conflict (1949).
The years 1944 and the 1949 represent two crucial moments in Greece’s history in a
positive and in a negative sense.
1944 began with the victory of the Greek Resistance against the Fascist occupation
but at the end of the year the Civil War started.
As concerns 1949, even though this year marks the end of the tragic period of civil
war in Greece, it does not mark the end of any interior conflict in Greece and does not
explain the historical and political contradictions that were the result of the tragic
consequences of the Second World War in Europe and in Greece in particular.
The Greek resistance won the struggle for the liberation of the nation but lost the
fight for the independence of Greece. This important pending question was still an
inheritance from the wars of XIXth century; after the second world war it remained
unresolved and represented a doubly heavy inheritance for the future of Greece till the
Colonels’ Dictatorship (1967-1074).
1 Ritsos, Ghiannis, Ποιήατα Σ: Τέταρτη ιάσταση , 19° ed. Kedros, Athina 1998, p.106 [the English translation is
mine].
7
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In the first chapter of my thesis I try to reconstruct the logic of the events and to
analyse sources and documents, trying to provide an interpretation of historical events.
In the second part of my study I focus my attention on the point of view of Greek
Resistance poets whose poetical production played a leading role in the creation and
diffusion of national identity among the Greek people of all classes.
Poetry played a very important role in the Greek National Resistance. The poets in
Greece were not mere intellectuals who lived in their own cultural world, separated
from that of the common people; as a matter of fact they were fighters, too, and many of
them were active members of the organization for the liberation and the independence
of Greece.
For this reason the poetry of resistance in Greece was really inside the historical
movement of resistance and followed its destiny: from the poetry of glory after the war
of Albania to the poetry of defeat after the tragic end of the civil war.
In the context of the Second World War, poetry in Greece was really a tool of
resistance, and poetry in general is a way of resistance in its own essence. I mean that
poetry resists conventional epistemic, logic and political language. In fact the language
of poetry is naturally ambiguous and equivocal, whereas speculative language must be
univocal. Better, speculative language must give every word only one meaning and only
one sense, while the poetical word can have many meanings and many significances.
th
This is the pity of poetry in the 10 book of the Republic of Plato; the Greek
philosopher recognizes the power of poetry and accuses the Poet of being dangerous for
the safety of political life, and thus banishes him from the polis.
The inner ambiguity of the poetic word simultaneously represents the power and the
danger of poetry.
After Plato a conspicuous number of philosophers and poets have tried to oppose
their own AntiPlato to the traditional platonic consideration of poetry in order to return
to the poet his own role in the polis. Maybe poetry is the only voice which can try to
express the contradictory nature of those events of which speculative language cannot
speak.
I think that we can consider the modern Greek Poetry of Resistance an important
attempt to give voice to the otherwise ineffable contradictory events of Greek National
History.
8
A mia madre
ai luoghi e alle persone
che mi fanno sentire a casa
al 21 gennaio
e a Poesia
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10
“Eppure – chissà –
dove qualcuno resiste oltre ogni speranza, è forse là che inizia
la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo […]”
Ghiannis Ritsos
11
12
La Resistenza della Poesia
I Capitolo: La RESISTENZA GRECA 1940-1949 p. 15
I.1 La questione istituzionale. p. 18
I.2 EAM: cosa è e cosa vuole . p. 41
I.3 Il ruolo del KKE tra la Russia e gli Alleati: antifascismo e anticomunismo. p. 59
I.4 Liberazione e Indipendenza: sul fine e la fine della guerra. p. 77
II Capitolo: LA POESIA DELLA RESISTENZA GRECA:
“LA RESISTENZA DELLA POESIA”
II.1 Il ruolo degli intellettuali: come la poesia in Grecia interpreta la resistenza
nazionale. p. 88
II.2 Etica politica e poetica: la poesia della sconfitta. p.102
II.3 Platone e Anti-Platone: perchØ i poeti? p.108
I Appendice: Statuto di fondazione dell’EAM. p.120
II Appendice: EAM: cosa è e cosa vuole di Dimitris Glinos. p.123
III Appendice: Intervista al poeta Titos Patrikios. p.152
IV Appendice: Poesie. p.160
Tavola della sigle e abbreviazioni p.186
Bibliografia p.187
13
Resistenza sulle montagne 1942-1944 foto di Spiros Meletzìs
(Athens Photo Festival 2008)
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Capitolo: La Resistenza greca 1940-1949
«Ενα το χελιδόνι
κι η Ανοιξη ακριβή
Για να γυρίσει ο ήλιος
θέλει δουλειά πολλή
Θέλει νεκροί χιλιάδες
να ‘ναι στους Τροχούς
Θέλει κι οι ζωντανοί
να δίνουν το αία τους»
2
Odysseas Elìtis, AΞΙΟΝ ΕΣΤΙ
[Una è la rondine / e la cara primavera /
per far tornare il sole / serve molto lavoro /
servono migliaia di morti / sacrificati alla ruota /
e serve che anche i vivi / versino sangue.]
Incomincio il mio studio della storia della resistenza in Grecia nel corso della
seconda Guerra Mondiale accogliendo il monito che dà Andrea Kedros nella prefazione
3
al suo libro dedicato alla resistenza greca .
Introducendo l’argomento il Kedros pone anzitutto l’accento sulla secolare
vocazione del popolo greco alla Resistenza e sulla sua ostilità latente o manifesta alla
4
monarchia imposta dall’esterno .
L’ostilità alla monarchia e la speranza nell’instaurazione di un nuovo ordine
istituzionale animarono la resistenza in Grecia a partire dal 1940; ma si trattava di
elementi presenti già da molto prima nella storia greca, a partire dalla questione dello
Scisma Nazionale (Εθνικός ιχασός ), che vedeva il sistema politico del paese diviso
tra venizelisti e antivenizelisti, monarchici e antimonarchici, sostenitori dell’Intesa e
5
simpatizzanti delle potenze dell’Europa centrale .
2 Nato a Creta nel 1911 Odysseas Elìtis, vinse il premio Nobel per la lettura nel 1979 per la composizione Axion Esti.
3 KØdros, AndrØ, La RØsistance Greque (1940-1944), Robert Laffont, Paris, 1966, pp. 9 ss.
4 Kedros, op. cit., p.12.
5 Angelos Elefantis, Το αντιστασιακό φαινόενο στην Ευρώπη του Χιτλερ, p.83 ss in AA.VV, Η Επόλεη Ελλάδα
1940/1949 [La Grecia in guerra 1940-1949], in «Ιστορια του Νέου Ελληνισού 1770/2000», 8° tomo, Ellinikà
Gràmmata, Athina 2003.
15
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A partire dagli anni Venti del Novecento, con la figura di ElefthØrios Venizèlos, la
questione istituzionale era cresciuta in importanza e peso politico. Negli anni che
seguirono essa divenne sempre piø delicata, fino a influenzare in modo determinante gli
eventi del decennio ’40-‘50, di cui in particolare mi occuperò in questa tesi.
In questo primo capitolo della mia tesi cercherò di mettere in luce la questione
istituzionale come ragione che sta alla base delle contraddizioni e delle occasioni
mancate che si possono riscontrare nel comportamento e nelle scelte degli attori storici e
politici che presero parte alla Resistenza greca.
Senza arrivare a semplificare tutte le contraddizioni nei termini di chi era a favore o
contro la monarchia, a mio avviso è alla luce dell’irrisolta questione istituzionale che
occorre rileggere le dinamiche storiche che rendono la resistenza greca tanto nello
straordinario successo dei primi anni, quanto nella gravità degli errori commessi poi, un
unicum tra i diversi movimenti di resistenza che si diffusero in Europa nella seconda
6
metà del Novecento .
Cercherò di mostrare come la questione greca istituzionale interna abbia costituito
l’elemento cardine su cui si installarono le logiche politiche e ideologiche internazionali
che intervennero nel corso della resistenza greca: le dinamiche politiche dell’incipiente
guerra Fredda, il paradossi del fascismo e dell’antifascismo, lo spettro del comunismo e
quello dell’anticomunismo.
La resistenza greca presenta alcuni caratteri specifici profondamente radicati nella
storia politica del paese che occorre considerare prima e al di là delle logiche della
politica internazionale. La resistenza in Grecia non si fondava infatti sull’urgenza
morale del riscatto, che fu la molla della Resistenza italiana e tedesca; o su quella
dell’identità nazionale, che lo fu di quella polacca.
A differenza del Portogallo, della Spagna e dell’Italia che ebbero dittature forti e
lunghe, in Grecia invece si ha avuto a che fare con istituzioni incompiute, troppo fragili
per consolidarsi.
Inoltre la Grecia, come la Spagna, fu uno stato profondamente lacerato dalla guerra
civile.
6 Un testimone francese, definì Atene la prima capitale resistente d’Europa: «Li si è visti nelle strade di Atene
correre verso la morte, con un entusiasmo, con una fretta con cui normalmente si fugge un pericolo o cin cui ci si
precipita ad una festa nel timore di non giungervi in tempo», Andreas Kedros, Op.cit., p.125.
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Per indagare le ragioni che soggiacciono alle scelte storiche e politiche che
determinarono gli eventi del decennio 1940-1949 procederò attraverso la ricostruzione
delle dinamiche interne dei partiti che presero parte al movimento di Liberazione
Nazionale.
Analizzerò poi il comportamento contraddittorio tanto del KKE (il partito comunista
greco) nei confronti delle forze repubblicane del paese e nei confronti degli alleati;
quanto di quello di questi ultimi, diversamente ma non meno ambigui nei confronti
delle forze resistenti dell’EAM (Fronte di liberazione nazionale).
Infine mostrerò le conseguenze che la lunga “attesa” sempre “dis-attesa”
dell'intervento dell’URSS nel quadro storico dell’incipiente guerra fredda ebbe sulle
sorti del KKE che aveva costituito la guida del movimento di resistenza (EAM) negli
anni dell’occupazione nazi-fascista.
Senza che si possa prescindere da tutto ciò penso che tuttavia, sulla base di queste
sole considerazioni, sia impossibile spiegare cosa determinò le scelte contraddittorie e le
occasioni mancate che caratterizzarono le scelte politiche nella Grecia di quegli anni,
poichØ un ruolo determinante ebbe la gravità che per i greci aveva assunto la questione
istituzionale.
7 8
Christopher M. Woodhouse , il generale inglese del SOE che coordinò l’unica
operazione congiunta dell’ELAS con l’EDES (l’ala sinistra e destra delle forze della
resistenza greca) durante la guerra, sostiene che piø che in ogni altro paese d’Europa
pare che nella resistenza greca la soluzione della irrisolta questione istituzionale fosse
spesso venuta a prevalere perfino sulla lotta contro il nemico nazionale, così che la
liberazione dalle truppe tedesche dell’ottobre 1944 non fu avvertita che come un
9
momento di passaggio nella continuità della lacerante vicenda .
Credo che dare importanza al problema dell’affrancamento dalla monarchia e
all’instaurazione di un nuovo ordine istituzionale rappresenti la chiave per leggere e
provare a dare un senso alle contraddizioni e ai malintesi, alle ambiguità, agli errori e
7 Nel 1941 Woodhouse fu mandato in Grecia a capo della prima Liaison Mission, che aveva lo scopo di appoggiare i
movimenti di resistenza contro le potenze dell’Asse che occupavano i paesi stranieri, Woodhouse fu poi trasferito al
SOE (Social Operation Evecutive).
8 Gli osservatori americani in Grecia riferirono significativamente allo stato maggiore delle forze armate alleate
«Qualsiasi soluzione che non tenga conto della quasi universale richiesta di una profonda riforma sociale ed
economica nel dopoguerra, avrebbe scarse possibilità di reggere» in Vaccarino, Giorgio, La Grecia tra la Resistenza
e la Guerra Civile 1940-1949, Franco Angeli, Milano 1988, p.47.
9 Christopher, M. Woodhouse, The Struggle for Greece 1941-1949, London, Hadt-Davis, Mac Gibbon, 1976, p. 109.
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orrori commessi da ogni parte interna, nemica e alleata del popolo greco in quegli anni;
e non solo, poichØ la suddetta questione restò viva e irrisolta anche negli anni che
seguirono, fino alla dittatura dei Colonnelli (1967-1974).
I.1 La questione istituzionale
Come spesso accade nella storia contemporanea europea, il ricordo del movimento
risorgimentale vive e rivive nella memoria dei resistenti dei movimenti di liberazione
nazionale della seconda metà del Novecento. Ciò avvenne anche in Grecia, ma forse in
questo caso specifico, l’identificazione dei resistenti che combatterono contro i fascismi
del XX secolo con gli andàrtes (αντάρτες) della Rivoluzione del 1821 fu singolarmente
forte e sentita.
In effetti le ragioni profonde che animarono nel Novecento la lotta degli andartes
dalle montagne d’Albania in poi erano profondamente legate alla questione istituzionale
apertasi all’indomani della fine delle insurrezioni risorgimentali, e rimasta irrisolta nei
decenni a seguire.
La questione istituzionale costituì in Grecia il filo di continuità tra le ragioni che
avevano ispirato le insurrezioni risorgimentali (e che nonostante la vittoria contro i
Turchi erano rimaste irrisolte), e le motivazioni che animarono la resistenza greca
10
contro le forze dell’Asse e che andavano oltre e al di la della lotta per la liberazione .
Tale profonda identificazione ricorre nei continui riferimenti espliciti agli eventi del
1821 che, a tutti i livelli, i membri del Fronte di Liberazione Nazionale che si costituì
nel 1941 per resistere alle forze dell’occupazione nazista richiamano nelle loro
memorie, nelle poesie, negli inni e nelle canzoni popolari, nei documenti ufficiali del
movimento e del partito nonchØ nella maggior parte delle testimonianze che nel corso di
questo lavoro di tesi prenderò in considerazione.
Nell’olimpo risorgimentale greco spicca il nome di Rigas Ferèos (1757-1798),
protomartire dell’indipendenza e profeta della Rivoluzione contro i Turchi.
10 Glèzos, Manòlis, Εθνική Αντισταση 1940-1945 [Resistenza nazionale 1940-1945], 1 vol, Stokastis, Athina 2006,
p. 313.
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Ferèos fu uno degli illuministi greci piø versatili e attivi sia come coordinatore di
opere collettive sia come interprete degli eventi della Rivoluzione francese e degli ideali
libertari che si erano diffusi allora in tutta Europa.
Ferèos era noto ai contemporanei come Rigas Grammatikòs per via della sua
notevole cultura e del suo impegno di diffusione di testi rivoluzionari insieme alla ricca
produzione di testi divulgativi che tenevano informati i greci, dentro e fuori dall’impero
ottomano, sugli eventi europei. La sua opera piø importante è lo scritto rivoluzionario
Thørios (Θούριος) o “Inno di Guerra”, stampato nel 1797.
Si trattava di una dichiarazione dei diritti dell’uomo modellata sull’esempio francese
11
e insieme una costituzione ispirata a quelle francesi del 1793 e 1795 .
Rigas Ferèos prese personalmente parte alla rivoluzione nei Balcani ma fu arrestato
dalle autorità asburgiche e consegnato a quelle turche a Belgrado nel maggio del 1789,
il mese successivo fu strangolato e il suo corpo gettato nel Danubio.
Seppure la rivoluzione cominciata da Ferèos non ottenne molto in termini pratici le
sue idee moderne e rinnovatrici interpretarono la nascente speranza repubblicana di
autonomia, indipendenza e libertà che stava cominciando a diffondersi in Grecia
all’inizio dell’Ottocento.
Per quanto l’aspirazione di Ferèos a una rinascita dell’impero bizantino, con
istituzioni repubblicane al posto di quelle monarchiche, e governato da un Ølite di
lingua, anche se non di stirpe greca suoni come una forma estrema di sciovinismo, essa
rende l’idea della portata del sentimento nazionalista e patriottico in Grecia, maturato in
piø di 400 anni di occupazione franco-turca; tale sentimento condiviso da tutto il Paese
rappresenta infatti uno degli elementi se non la caratteristica piø propria della Grecia
moderna.
Non è un caso che Ferèos sia considerato uno dei piø potenti simboli della resistenza
nazionale e di tutti i movimenti resistenziali che la Grecia vide susseguirsi negli anni e
nei secoli che seguirono alla sua morte: a partire dalla rivoluzione contro i Turchi del
1821 fino alla Resistenza Nazionale del 1940 contro gli Italiani e i Tedeschi e poi la
guerra civile che seguì, in entrambi i contesti infatti Ferèos è stato considerato uno dei
11 Uno dei passaggi piø famosi del Thørios di Riga Ferèos è divenuto poi inno dei resistenti greci nonchØ manifesto
della resistenza greca «ς πότε παλικάρια να ζούε στα στενά…. Καλλιώναι ίας ώρας ελεύθερη ζωή παρά
σαράντα χρόνια σκλαβιά και φυλακή» [«[…] Meglio un’ora di libertà che quarant’anni di prigionia e schiavitø»].
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simboli piø rappresentativi della resistenza nazionale per la conquista della Grecia
libera.
Ferèos espresse con la sua opera, i suoi scritti e la sua vicenda personale il desiderio
condiviso di rivalsa di tutto il popolo che pur avendo alle spalle una storia millenaria
gloriosa per secoli era stato ridotto – prima dai franchi e poi dai turchi – a un piccolo
paese asservito alla dominazione straniera.
I “resistenti”, ovvero gli andàrtes della Rivoluzione del 1821 contro i turchi, avevano
forgiato a loro volta la propria immagine sulle figure dei klèftes (κλέφτες), la cui
esistenza è documentata sin dal 1480. I klèftes già qualche decennio dopo la conquista
di Costantinopoli da parte dei Turchi avevano costituito una forma di resistenza armata
12
antecedente alla nascita di una vera e propria coscienza nazionale .
I resistenti greci di tutte le epoche, non potendo contare soltanto sulle proprie forze,
anche nei momenti di maggiore afflato irredentista per la liberazione nazionale, hanno
dovuto fare i conti – in diverse occasioni – con la necessità di ricorrere al sostegno
esterno, anche a prezzo di rinunciare al controllo della propria indipendenza a
liberazione avvenuta.
La sproporzione tra la potenza dell’impero dominante e la fragilità della Grecia
sottomessa è a sua volta un elemento ricorrente nella storia della Grecia moderna.
Nonostante la sproporzione tra le forze dei resistenti e quelle delle potenze occupanti
le vittorie riportate dagli andàrtes contro i dominatori stranieri permisero al popolo
greco di guadagnarsi il consenso degli altri Paesi europei, nonchØ il riconoscimento a
livello internazionale di propri meriti tanto nel contesto delle guerre risorgimentali
quanto a seguito dei successi riportati dalla resistenza contro le forze dell’Asse nel ‘900.
Eppure il rapporto tra il popolo greco e suoi alleati è sempre stata reciprocamente
controverso già a partire dall’Ottocento.
I filellenici infatti arrivavano in Grecia per sostenere la causa di un popolo che
lottava per liberarsi dal giogo straniero, ed anche perchØ erano attratti sia dal fascino
12 Oltre ai klèftes, gli armatolì (αρατολοί ) erano truppe irregolari formate per la maggior parte da cristiani in
principio arruolati dai turchi per tenere sottocontrollo i klèftes. In seguito però la distinzione tra un armatolòs e un
klèftis era diventata sempre piø sottile, mentre invece la loro importanza come movimenti di resistenza era destinata a
crescere via via che l’impero ottomano si avviava al suo declino. Perciò dunque, quando nel 1821 scoppiò la lotta per
l’indipendenza i klèftes e gli armatolì costituirono il braccio militare dell’insurrezione greca.
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esercitato dal glorioso passato greco, ovvero per ammirazione per tutto quello che la
“grecità” ha rappresentato e rappresenta per l’Europa sia da un punto di vista culturale e
storico sia meramente geografico.
Quando nel 1821 gli insorti greci riuscirono – contro ogni previsione – a tener testa
all’impero ottomano si guadagnarono l’ammirazione e la benevolenza delle potenze
europee, al punto che dall’atteggiamento di rigido non-intervento e aperta
disapprovazione per qualsiasi iniziativa irredentista le potenze europee appoggiarono la
causa greca.
Nel 1822 il ministro degli esteri britannico George Canning riconobbe i Greci come
belligeranti contro i dettami del principio d’intervento stabilito dal Congresso di Vienna
nel 1815.
Se da un lato è innegabile questa componente favorevole alla causa greca propria del
13
“filellenismo”, di cui Byron fu uno degli esempi piø illustri ; dall’altro lato a causa
dell’ingerenza straniera nei suoi affari interni, la Grecia si trovò piø volte costretta a
subire la forte influenza dei suoi sostenitori.
Nel 1832 dopo undici anni in cui la guerra contro i turchi si era frequentemente
accompagnata alla guerra civile, i greci avevano ottenuto l’indipendenza formale. Ma
l’indipendenza conquistata a caro prezzo dai greci mancava già allora di molte
14
caratteristiche per dirsi completa .
In effetti il nuovo stato monarchico greco uscito vittorioso alla guerra contro i turchi
fu posto sotto la garanzia d’Inghilterra, Russia e Francia che accettarono di garantire un
prestito di sessanta milioni di franchi pagabile a rate al nuovo re di Grecia il principe
Frederick Otto di Wittelsbach, il diciassettenne figlio cadetto di re Ludwig di Baviera.
Quando nel 1862 re Ottone fu costretto ad allontanarsi dalla Grecia per recarsi in
Baviera dove morì nel 1869, l’assemblea costituente s’incaricò di scegliere il suo
successore, ma le potenze protettrici chiarirono subito che quel compito volevano
15
riservarlo a se stesse .
La loro scelta cadde su Christian Wilhelm Ferdinand Adolphus Georg di Schleswig-
Holtein-Sonderburg-Gl cksburg dei cui sette figli, Costantino I lo succedette al trono di
13 La sua morte a Messolònghi contribuì infatti a focalizzare l’attenzione dei contemporanei sulla lotta dei greci.
14 Si dice che l’ambasciatore inglese Edmund Lyons avesse affermato al momento della cacciata dei turchi – quando
si doveva decidere del futuro della Grecia liberata – che parlare di «una Grecia indipendente fosse un’assurdità».
15 Richard Clogg, op.cit. p. 84.
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