Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
5
I.
LA DEMOGRAFIA ITALIANA E LE MIGRAZIONI NEL
CENTENARIO
Nei cento anni trascorsi dall‟unificazione la popolazione italiana è quantitativamente
aumentata passando dai circa 26 milioni di individui del 1861 ai 50 milioni del 1961.
Tuttavia il ritmo di crescita non è stato costante ed ha subito riprese e rallentamenti
legati, naturalmente, alle falcidie delle due guerre mondiali e a due fenomeni in
particolare: la prolificità in rapporto alla produzione agricola e le migrazioni dirette
verso i Paesi europei o d‟oltre Oceano.
I. I. La prolificità in rapporto alla produzione agricola in Italia dal 1861 al 1960
Uno studio di Livio Livi esaminò il grado di collegamento esistente tra gli
scostamenti della produzione agricola e quelli della prolificità femminile,
confrontando i dati della produzione di un certo anno con quelli della prolificità
dell‟anno successivo.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
6
Si trattò quindi di vedere se, verificatosi uno scostamento positivo (o negativo) nella
produzione agricola, tendesse a manifestarsi, ed in quale misura, nell‟anno
successivo uno scostamento positivo (o negativo) della prolificità.
Nel corso del secolo considerato, l‟eventuale correlazione tra la prolificità e la
produzione agricola sarebbe dovuta essere meno visibile verso la fine del periodo,
quando le attività industriali e terziarie presero il sopravvento su quelle agricole
1
.
TAB. 1.1. – Maschi adulti addetti all’agricoltura
2
Anni
Addetti
agricoltura
Addetti altre
attività Totale
Cifre assolute (migliaia)
1861 4.869 (58,1%) 3.508 8.377
1881 5.493 (59,1%) 3.815 9.308
1901 6.456 (64,0 %) 3.635 10.091
1911 6.177 (54,9 %) 5.072 11.249
1921 7.217 (54,9 %) 5.938 13.155
1931 6.474 (48,7 %) 6.807 13.281
1951 6.081(41,5 %) 8.582 14.663
1960 4.505 (30,2 %) 10.424 14.929
Come si può vedere dai dati in tabella, dal 1861 al 1960 la situazione, per quel che
riguarda la distribuzione dei lavoratori nei vari settori economici, si invertì
completamente. Da un 41, 9 % di popolazione addetta all‟industria o al terziario, si
giunse nel 1960 ad una proporzione di uomini addetti alle predette attività pari al
69,8 %, mentre quella degli agricoltori si ridusse dal 58,1 al 30,2 %.
Ma poiché la prolificità è fortemente correlata in senso negativo con la mortalità, la
concordanza positiva tra nascite e produzione agricola avrebbe dovuto apparire
molto meno forte nella prima parte del periodo secolare considerato, quando la
mortalità, sempre alta, ebbe di anno in anno violenti scostamenti dovuti al diffondersi
di malattie infettive
3
.
1
L. Livi (1961), pp. 71 – 72. ( Livio Livi nacque a Roma il 2 gennaio 1891. Insegnò statistica a
Modena dal 1915 al 1920 e a Trieste dal 1921 al 1925. Negli anni successivi fu docente di demografia
a Roma (1926-1928) e a Firenze (1929-1948). Dal 1929 al 1936 fu direttore dell'istituto "Cesare
Alfieri").
2
L. Livi (1961), p. 73.
3
Ivi.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
7
Fu poi certamente in dipendenza di una brusca ripresa che la mortalità ebbe tra il
1879 ed il 1880, che si verificò il brusco calo delle nascite di quest‟ultimo anno.
Successivamente gli scostamenti della mortalità, divennero meno gravi
Dovrebbe quindi concludersi che, nella prima parte dei cento anni considerati, la
correlazione tra gli scostamenti accidentali della produzione agricola e quelli delle
prolificità dovrebbe apparire debole e che la massima correlazione positiva dovrebbe
verificarsi nel periodo in cui, ridotta la mortalità e rese meno forti le oscillazioni,
l‟economia nazionale si basava ancora principalmente sull‟agricoltura e, quindi,
all‟incirca tra il 1884 e la prima guerra mondiale
4
.
Introdotto l‟indice r di correlazione Bravais – Pearson, che tende ad assumere valore
zero nel caso di concordanza nulla e valore + 1 o – 1 nel caso di concordanza
massima positiva o negativa, si poté misurare il grado di correlazione tra le due serie
“Prolificità” e “Produzione agricola”.
Per tutto il periodo 1861 – 1883 in cui la mortalità ebbe scostamenti fortissimi,
l‟indice, pari a 0,004, segnò l‟assoluta inesistenza di correlazione; nel periodo
successivo 1884 – 1899, l‟indice assunse valore positivo, + 0,332, che fece supporre
l‟esistenza di una debole correlazione positiva.
Questa invece fu manifesta negli ultimi quindici anni precedenti la prima guerra
mondiale essendo il coefficiente pari a 0,820; scese molto nel periodo 1925 – 1939
presentando un valore pari a 0,242; si riprese nel periodo 1952 – 1959 in cui l‟indice
assunse il valore 0,544
5
.
Da questo studio appare forte l‟influenza delle variazioni della produzione agricola
su quelle della prolificità, influenza molto evidente nel periodo 1900 – 1914, quando
l‟Italia aveva ancora un‟economia decisamente agricola ed era diminuita la mortalità
per malattie, quali la malaria, che erano state quasi del tutto debellate.
4
L. Livi (1961), p. 74.
5
L. Livi (1961), p. 75.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
8
I. II. L’emigrazione italiana
Il fenomeno dell‟emigrazione assunse proporzioni gigantesche nei primi dieci anni
del novecento. Tra il 1869 ed il 1880 si limitava a 100 o 120 mila persone l‟anno e
per i tre quarti di queste l‟emigrazione era temporanea.
L‟emigrazione fra due Paesi presuppone l‟esistenza di tre condizioni fondamentali:
- che vi siano due mercati nei quali il lavoro sia diversamente retribuito ed il
soddisfacimento dei bisogni e delle aspirazioni dei lavoratori sia
diversamente favorito;
- che i due mercati siano in comunicazione, sia per la conoscenza da parte degli
emigranti, sia per quanto riguarda i mezzi di trasporto;
- che la popolazione stessa abbia coscienza dei vantaggi che si può procurare
emigrando verso il Paese di destinazione
6
.
Oltre a questi presupposti “strutturali” ve ne sono altri di matrice psicologica basati
sulla teoria del bisogno di emigrare. Il bisogno di emigrare, presupposto necessario
della volontà dell‟atto di emigrare, nasce infatti nella psiche della popolazione e si
determina quando nel bilanciamento fra il dolore sentito per le proprie condizioni nel
Paese di origine e il dolore di ricorrere alla migrazione come mezzo per poter
eliminare il primo, il secondo dolore è meno forte dell‟altro
7
.
I. II. I. L‟emigrazione fino al 1876
I primi dati ufficiali sull‟emigrazione italiana risalgono al 1876, tuttavia è possibile
dare un rapido accenno sulla situazione antecedente.
L‟emigrazione, sia stabile che temporanea, si accentuò dopo il 1860: è proprio da
questa data che assunse la forma e l‟importanza di un fenomeno di massa
8
.
6
F. Coletti (1911), p. 91. ( Nato a San Severino Marche nel 1866, Francesco Coletti si laureò in
giurisprudenza a Roma. Fra il 1907 e il 1911 fu Segretario dell'Inchiesta Faina sulle condizioni dei
contadini nelle province meridionali e nella Sicilia. Nel 1910 fu nominato nel Consiglio Superiore di
Statistica, posto che tenne fino al 1926. Morì nella sua città natale il 19 dicembre 1940).
7
F. Coletti (1911), p. 213.
8
F. Coletti (1911), p. 22.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
9
Fin dal 1871 i maggiori spostamenti si verificarono verso l‟America e
secondariamente verso gli altri Paesi europei.
Il 75,45 per cento degli emigranti appartenevano a regioni del nord Italia (Piemonte,
Liguria, Lombardia Veneto); il 10, 96 per cento all‟Italia centrale (Emilia, Toscana,
Umbria, Marche, Lazio); il 9,33 alle provincie napoletane; ed il 4,26 alla Sicilia e
Sardegna
9
. Tuttavia nel censimento del 1881 gli emigranti meridionali avevano già
superato in numero gli emigranti delle regioni centrali
10
.
Osservando i Paesi di destinazione notiamo che: i liguri avevano una forte preferenza
per l‟America, i piemontesi ed i veneti per i Paesi europei mentre i lombardi si
dirigevano per metà verso l‟America e per metà verso i Paesi europei.
La maggior parte delle migrazioni dalle regioni del nord erano dirette verso i Paesi
europei mentre per le regioni del sud la meta preferita era oltre oceano
11
.
La quasi totalità degli emigranti, sia nel 1871 che nel successivo censimento del
1881, erano maschi adulti (sopra i quattordici anni) :
TAB. 1.2. – Maschi ed individui dei due sessi sopra i
14 anni ogni 100 censiti all’estero
12
Parti del Mondo 1871 1881
Maschi in
totale
Maschi e
fem. adulti
Maschi in
totale
Maschi e
fem. adulti
Europa 66,24 67,53 63,42 79,98
Asia 54,78 70,44 67,01 75,57
Africa 62,23 71,14 58,27 70,21
America 67,85 71,69 67,84 84,52
Oceania 77,67 70,17 86,65 92,64
TOTALE 66,27 73,26 65,01 80,78
Le donne ed i bambini quindi non accompagnavano gli emigranti tranne che in alcuni
sporadici casi. Questo sta a significare come spesso le migrazioni non venissero
effettuate con l‟intento di abbandonare il Paese, ma bensì unicamente con lo scopo di
sfruttare gli anni in cui si sarebbe potuto lavorare di più in un Paese che potesse
9
F. Coletti (1911), p. 23.
10
F. Coletti (1911), p. 25.
11
F. Coletti (1911), p. 24.
12
F. Coletti (1911), p. 26.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
10
garantire remunerazioni maggiori, con la speranza di poter ritornare in patria con
discrete somme di denaro
13
.
Le professioni cui si dedicava la maggior parte degli emigranti erano quelle agricole;
ma vi erano anche addetti alla produzione industriale ed al commercio.
I. II. II. L‟emigrazione dopo il 1876 e fino al 1910
Per prima cosa presentiamo i dati annuali relativi alle migrazioni dal 1876 al 1910.
TAB. 1.3. – Movimento dell’emigrazione italiana verso l’estero dal 1876 al 1910
(cifre effettive e proporzionali a 10.000 abitanti)
14
Anni
Cifre
eff. su 10.000 ab. Anni
Cifre
eff. su 10.000 ab.
1888 290.736 77,5 1900 352.782 169,1
1889 218.412 72,7 1901 533.245 163,8
1890 217.244 71,8 1902 531.509 162,3
1891 293.631 96,4 1903 507.976 154,3
1892 223.667 72,9 1904 471.191 142,2
1893 246.751 79,9 1905 726.331 217,7
1894 225.323 72,5 1906 787.977 235,6
1895 293.11 93,7 1907 704.675 208,6
1896 307.482 97,6 1908 486.674 143,5
1897 299.855 94,6 1909 625.637 181,8
1898 283.715 88,9 1910 651.475 188,4
1899 308.339 96
Raggruppando gli anni in tre grandi periodi apparirà ancora più chiara la dinamica
delle migrazioni
TAB. 1.4. – Emigrazione dal 1876 al 1910 in tre grandi periodi
(cifre effettive e proporzionali a 10.000 abitanti)
15
PERIODI
Cifre effettive (medie
annuali)
su 10.000
ab.
1876 - 86 134.774 47
1887 - 900 269.670 87
1901 - 1909 597.246 179
13
Ivi.
14
F. Coletti (1911), p. 32.
15
F. Coletti (1911), p. 33.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
11
L‟emigrazione, in base alle medie annuali di ciascun periodo, è raddoppiata dal
primo al secondo e più che raddoppiata dal secondo al terzo.
Il fenomeno qui considerato, quindi, assunse proporzioni importanti nel primo
decennio del XX secolo. Fu il momento di pieno sviluppo e la massa di emigranti
non era spinta da forze impulsive o incoscienti, ma attenta ed in grado di auto
regolarsi fra il mercato dell‟emigrazione e dell‟immigrazione a seconda delle
mutevoli condizioni dei mercati del lavoro dei Paesi. I picchi si registrano nel 1905,
nel 1906 e nel 1907; gli avvallamenti massimi li ritroviamo nel 1904 e nel 1908 a
causa della crisi del Paese di immigrazione più importante, cioè gli Stati Uniti.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
12
TAB. 1.5. – Emigranti per Paesi europei e transoceanici dal 1876 al 1910
(cifre effettive e rapporti percentuali per abitanti e per il totale degli emigranti)
16
ANNI
Emigrazioni per l'Europa
Emigrazione per Paesi
transoceanici
Numero
effettivo
emigranti
per
10.000
ab.
per 100
emigranti
totali
Numero
effettivo
emigranti
per
10.000
ab.
per 100
emigranti
totali
1876 88.923 32,3 82 19.848 7,2 18
1877 77.828 28,1 78 21.385 7,7 22
1878 75.065 26,9 78 21.203 7,6 22
1879 82.545 29,5 69 37.286 13,3 31
1880 86.643 30,7 72 33.258 11,8 28
1881 94.768 33,4 70 41.064 14,5 30
1882 101.736 35,6 63 59.826 20,9 37
1883 104.818 36,4 62 64.283 22,4 38
1884 90.698 31,3 62 56.319 19,4 38
1885 83.912 28,7 53 73.481 25,1 47
1886 84.952 28,9 51 82.877 28,2 49
1887 85.363 28,8 40 130.302 44 60
1888 86.036 28,9 30 204.700 68,6 70
1889 94.823 31,6 43 123.589 41,1 57
1890 102.295 33,8 47 114.949 38 53
1891 106.056 34,8 36 187.575 61,6 64
1892 109.421 35,7 49 114.246 37,2 51
1893 107.769 34,9 44 138.982 45 56
1894 113.425 36,5 50 111.898 36 50
1895 108.663 34,7 37 184.518 59 63
1896 113.235 35,9 37 194.247 61,7 63
1897 127.777 40,3 43 172.078 54,3 57
1898 147.803 46,3 52 135.912 42,6 48
1899 167.572 52,2 54 140.767 43,8 46
1900 186.279 57,6 53 166.503 51,5 47
1901 253.571 77,9 48 279.674 85,9 52
1902 246.855 75,4 46 284.654 86,9 54
1903 223.541 68,5 44 282.435 85,8 56
1904 218.825 66 46 252.366 76,2 54
1905 279.248 83,7 38 447.083 184 62
1906 276.042 82,3 35 311.935 152,6 65
1907 288.774 85,5 40 415.901 123,1 60
1908 248.101 72,7 52 238.573 69,8 48
1909 226.355 65,8 35 399.282 116 65
1910 248.696 71,6 38 402.779 116,5 62
16
F. Coletti (1911), p. 35.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
13
Osservando i dati si può dire che, dopo il 1876, l‟emigrazione europea e
mediterranea abbia rappresentatto quote sempre minori sul totale in confronto
all‟emigrazione transoceanica. Entrambi i tipi di migrazioni crebbero ma con
andamenti diversi: la prima crebbe con regolarità e continuità superiori alla seconda,
la quale ebbe sbalzi improvvisi e grandi
17
.
L‟emigrazione europea si presenta divisibile in tre periodi successivi: nel primo, dal
1876 al 1896, il numero annuo medio degli emigranti si aggirava intorno ai 100 mila;
nel 1886 il numero venne sorpassato da quello dei transoceanici, tornando in
pareggio nel 1894. Il secondo periodo, dal 1897 al 1900, fu un periodo di transizione;
l‟emigrazione europea si spinse a cifre superiori a 200 mila e negli ultimi tre anni si
registrò un superamento di quella transatlantica. Il terzo periodo fu quello della
maggiore espansione; l‟emigrazione europea toccò i massimi nel triennio 1905 –
1907, fra i 280 e i 290 mila individui, restando sempre al di sotto di quella
transatlantica, ad eccezione del 1908, causa l‟accennata crisi del mercato del lavoro
americano.
L‟emigrazione transatlantica è invece meno divisibile a grandi tratti a causa della sua
irregolarità di sviluppo. L‟anno più importante fu il 1906 in cui l‟eccedenza della
migrazione transatlantica sull‟europea fu maggiore nonostante quest‟ultima avesse
toccato, nello stesso anno, una delle cifre maggiori dal 1876
18
.
I. II. II. I. La distribuzione territoriale dell‟emigrazione
La provenienza dell‟emigrazione transoceanica e quella europea ebbe una
distribuzione territoriale stabile.
L‟emigrazione europea proveniva in massima parte dall‟Italia settentrionale e dal
triennio 1899 – 1901 trasse grossi contingenti anche dall‟Emilia e dalla Toscana. In
Piemonte, Lombardia e Liguria, dopo una sosta negli anni intermedi, riprese con
vigore durante gli ultimi anni del primo decennio del 1900. Il Veneto, che aveva il
primato su tutte le altre regioni, descrisse una curva ascendente fino al 1900 e poi
discendente negli anni successivi.
17
F. Coletti (1911), p. 36.
18
F. Coletti (1911), pp. 36 – 37.
Capitolo I La demografia italiana e le migrazioni nel centenario
14
L‟emigrazione transoceanica era alimentata dal mezzogiorno
19
. Una posizione a
parte detenevano le regioni centrali. Queste hanno tardato a fornire grossi contingenti
all‟emigrazione transoceanica ma li hanno dati con accrescimenti rapidi e altissimi in
confronto alle modeste cifre dei primi anni ma rimanendo al di sotto dei contingenti
di quasi tutte le regioni meridionali e di alcune settentrionali
20
.
I. II. II. II. Analisi qualitativa dell‟emigrazione
TAB. 1.6. – Emigranti dal 1876 al 1910 distinti per sesso, età e se partirono soli o con altri membri
della famiglia
21
(Medie annuali dei periodi e proporzioni per 100 emigranti)
PERIODI
Maschi Femmine
Minori di 14
anni Partiti soli
Partiti con altri
membri della
famiglia
Cifre
eff.
per
100
emig.
Cifre
eff.
per
100
emig.
Cifre
eff.
per
100
emig.
Cifre
eff.
per
100
emig. ifre eff.
per 100
emig.
1876 - 78 87.362 86,41 13.785 13,59 9.343 9,21 77.674 76,59 23.742 23,41
1884 - 86 130.014 82,63 27.331 17,37 12.966 10,78 108.939 69,24 48.407 30,75
1894 - 96 212.479 77,17 62.850 22,83 44.553 16,18 163.065 59,32 112.264 40,77
1904 - 06 544.898 82,3 177.115 17,7 70.118 10,59 527.263 79,67 134.570 26,33
1907 574.432 81,52 130.243 18,48 72.237 10,25 570.288 80,93 134.287 19,07
1908 402.517 82,71 84.157 17,29 48.467 9,96 395.847 81,34 90.927 18,66
1909 507.765 81,16 117.872 18,84 64.351 10,29 494.468 79,03 131.169 20,97
1910 531.197 81,5 120.278 18,5 64.498 10,6 512.678 78,7 138.797 21,8
Da questa tabella si possono ricavare molte indicazioni: gli emigranti erano, in
prevalenza, maschi, adulti, soli.
19
F. Coletti (1911), p. 46.
20
F. Coletti (1911), p. 44.
21
F. Coletti (1911), p. 49.