PREMESSA
L‟aeroporto non è solo un luogo di transito. È la porta che si apre davanti al viaggio, è la
porta che ci accoglie al ritorno e ogni suo particolare farà parte dei nostri ricordi.
L‟aeroporto è una soglia verso un‟esperienza nuova e diversa: ha il potere di immergerci in
uno spazio composto dall‟architettura dei luoghi, da un ambiente stimolante ricco di
attività e modi di vivere la socialità.
Per lavoro, per necessità, per piacere, per situazioni felici o drammatiche, per momenti di
riposo o di intensa attività, per milioni di persone l‟aeroporto rappresenta un punto
significativo di passaggio.
L‟aeroporto di Malpensa è stato ideato, pensato e realizzato per essere tutto questo; una
magica combinazione tra tecnologia, desiderio, passione, capacità, professionalità e
quotidianità.
Malpensa, come tutti i grandi aeroporti del mondo, ha il suo percorso, le sue vicissitudini,
le sue crisi e i suoi successi, la sua storia; quello che può essere solo un luogo asettico, una
grande e bella infrastruttura, è invece un ambiente reso vivo da chi con passione ci lavora e
da chi lo utilizza.
Malpensa non è solo un aeroporto, è un complesso sistema organizzativo concepito per
coordinare un elevato numero di voli, ottenuto grazie alla piena collaborazione di tutti i
soggetti che costituiscono il mondo aeroportuale, in primo luogo il territorio di riferimento.
La scelta di concentrarmi su questo tema nasce così non solo dalla curiosità di
conoscere un luogo dove si incontrano ogni giorno centinaia di migliaia di persone, con le
loro vite, le loro storie, ma anche da una precedente esperienza lavorativa, che oltre a
consentirmi di capire cosa significa vivere la quotidianità di un aeroporto come Malpensa,
ha fatto sorgere in me il desiderio di approfondire le dinamiche di funzionamento di questa
struttura aeroportuale, per conoscere, comprendere e analizzare alcuni aspetti fondamentali
quali l‟origine di un vantaggio competitivo duraturo e sostenibile e come diretta
conseguenza anche i motivi e le cause della crisi che hanno colpito lo scalo milanese nel
corso degli ultimi anni.
I continui cambiamenti, criticità o migliorie di cui è soggetto con una certa frequenza
questo aeroporto, ha creato sì numerose difficoltà nella stesura della presente tesi, ma nello
stesso tempo ha anche accresciuto in me il proposito di voler concepire un‟opera, se non
innovativa, che quantomeno potesse fornire una visione d‟insieme di ciò che significa
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gestire e far crescere una struttura così ampia e complessa qual è l‟aeroporto di Malpensa,
guardandolo tra l‟altro con una certa “criticità economica”.
A tal proposito, la trattazione si articola in quattro capitoli, secondo un‟analisi di
tipo top-down, dove si parte da un livello di conoscenza più generale e teorico, costituito
per la precisione dai primi due capitoli, i quali svolgono una funzione prettamente
introduttiva, fino ad arrivare allo studio e all‟analisi delle caratteristiche e aspetti evolutivi
dello scalo varesino stesso.
Nel primo capitolo mi sono concentrata sulle linee guida necessarie per capire il
funzionamento delle procedure di programmazione e sviluppo di una qualsiasi struttura
aeroportuale; abbiamo visto inizialmente cosa si intende per aeroporto, sia sotto l‟aspetto
propriamente materiale, sia sotto il profilo organizzativo e dei servizi ad esso connessi, e di
come questo concetto sia mutato nel tempo. Successivamente ci siamo concentrati sulle
possibili strategie di posizionamento (e rispettive tipologie di posizionamento) che
un‟impresa-aeroporto può scegliere di realizzare. Da qui le conseguenti strategie di
business attuabili, che si fondano su strumenti di pianificazione strategica quali il master
plan, il piano di investimenti, l‟outsourcing e così via.
Abbiamo anche visto però che questo progetto di pianificazione non può essere casuale,
quanto piuttosto fondarsi su un‟attenta e quanto più possibile anticipata pianificazione
delle attività di marketing, da realizzarsi nel breve-medio termine e da operarsi per fasi e
per livelli (pianificazione strategica, tattica e operativa).
Per l‟impresa-aeroporto è fondamentale anche ricercare uno o più vettori aerei con cui
negoziare e pianificare ipotesi di sviluppo delle attività di volo: da qui nasce l‟importanza
di identificare validi partner aerei, ma anche stringere alleanze stabili con altri aeroporti per
il presidio del mercato aereo.
In tutto ciò non va dimenticato il vincolo imposto dall‟ambiente naturale esterno e da
quello operativo, che si presentano come due grosse limitazioni destinate a pesare sulle
scelte strategiche delle compagnie aeree che ivi vi operano.
Sulla base di queste regole teoriche di marketing aeroportuale ho poi strutturato il
secondo capitolo di questa tesi, maggiormente orientato su Malpensa: da una prima
introduzione su come è nato questo scalo, e sulle scelte che stanno alla base della
progettazione di un aeroporto (quali la scelta del territorio di insediamento, delle
dimensioni logistiche, le normative in tema di sicurezza, ecc.), abbiamo visto come gli
strumenti di pianificazione strategica precedentemente elencati abbiamo trovato riscontro e
applicazione anche nella costruzione di questo hub. Particolare attenzione poi è stata
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dedica al tema ambientale, visto l‟interesse crescente nel tutelare la zona verde del Parco
del Ticino e le aree abitate limitrofe, soggetti agli impatti dovuti principalmente alla
costruzione della nuova infrastruttura aeroportuale, ai raccordi viari e ferroviari, con
conseguenze sul traffico, l‟aria, il rumore e molto altro ancora.
Una volta esaminate tutte le decisioni che stanno alla base della nascita di una struttura
aeroportuale come Malpensa, siamo passati a vedere più nel dettaglio gli aspetti tecnici e
gestionali attuali di questo hub: chi gestisce lo scalo? Come è strutturato lo scalo? Quali
sono le maggiori destinazioni coperte dalle compagnie aeree che ivi vi operano? Nel dare
una risposta a tutte queste domande, siamo riusciti a ricondurre il tutto alle quattro tipiche
aree strategiche d‟affari (ASA) che stanno alla base di un‟analisi strategica generale, quali,
in questo specifico caso: i vettori operanti su Malpensa, con le rispettive quote di mercato;
la tipologia di passeggeri serviti; il traffico merci e le attività cargo del Gruppo SEA.
Piccolo spazio è stato dato anche ai network, che si riflettono nei rapporti che SEA
intrattiene con i diversi esercenti commerciali, i quali non sono visti solo come clienti per
la localizzazione di spazi o fornitori di servizi, ma anche come partner necessari per
accrescere il prestigio e l‟immagine dell‟aeroporto, a beneficio dei passeggeri/clienti.
Tutti questi aspetti sono poi stati riassunti a fine capitolo, dove abbiamo definito un quadro
d‟insieme sull‟andamento generale di Malpensa degli ultimi anni e sulle prospettive di
rilancio possibili, le quali saranno poi alla base del quarto e ultimo capitolo di questo
lavoro.
Una volta conclusa questa prima parte introduttiva, siamo passati poi al terzo
capitolo, dove abbiamo esaminato nel dettaglio le cause che hanno dato il via alla
situazione di crisi che, negli ultimi anni, ha colpito lo scalo di Malpensa. Il rallentamento
del traffico aereo è stato dovuto principalmente al taglio operato da Alitalia, compagnia di
bandiera fino al suo abbandono del 30 marzo 2008, la quale ha deciso di sdoppiare il
numero di voli e di risorse sui due hub, Malpensa e Fiumicino, e sugli stessi aeroporti di
Milano, riducendo di conseguenza la flotta stanziata a Malpensa: ciò è stato causa di alti
costi unitari, i quali sono stati anche i principali motivi della scelta di de-hubbing. Questa
situazione di difficoltà, particolarmente sentita anche nel comparto cargo, è stata
ulteriormente inasprita dalla progressiva riduzione della domanda di traffico, dovuta alla
crisi economica globale che sta colpendo l‟intero settore aeroportuale.
Oltre a questi fenomeni, non si possono però sottovalutare i ritardi con i quali si stanno
muovendo i progetti riguardanti le infrastrutture di collegamento stradale e ferroviario: una
criticità, questa, alla quale non sono estranee le responsabilità a livello regionale e locale.
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Ad accentuare poi la situazione di crisi dell‟aeroporto di Malpensa è la presenza nell'area
metropolitana milanese dell'aeroporto di Linate e di quello di Orio al Serio: appare chiaro
quindi che il progetto di Malpensa come hub deve difendersi non soltanto dalla
concorrenza internazionale, bensì anche da una competizione tutta interna al sistema
aeroportuale, dove il primo aeroporto spicca per l‟ottima accessibilità al centro di Milano,
per il tempo e i costi di percorrenza più contenuti; il secondo invece si è progressivamente
specializzato come scalo dedicato alle compagnie low cost, e grazie a tale orientamento la
società è riuscita a sviluppare un‟offerta molto competitiva. A questi vantaggi se ne
aggiungono altri legati all‟offerta di attività non aviation, quali i parcheggi, ma anche a
fattori diversi quali l‟accessibilità viaria: Orio al Serio risulta infatti più facilmente
raggiungibile rispetto ai diretti “avversari” Malpensa e Fiumicino, che devono scontare la
congestione delle infrastrutture viarie di collegamento.
Altri elementi che aggravano ulteriormente lo stato di crisi dello scalo di Malpensa sono la
concorrenza determinata dallo sviluppo della rete ferroviaria ad alta velocità e la non
completa, o meglio, scarsa integrazione con il territorio circostante. La realizzazione di
politiche di accompagnamento ha infatti l‟obiettivo di rendere efficiente l‟area intorno
all‟aeroporto, in termini di servizi ai passeggeri e alle imprese, e costituisce un fattore
critico indispensabile affinché l‟aeroporto stesso venga percepito come una reale
opportunità per il territorio.
Venendo infine all‟ultima questione, un impatto ulteriormente negativo che incide sulla
crisi dello scalo varesino è il problema delle destinazioni intercontinentali, in quanto
Malpensa non è inserita fra le possibili destinazioni negli accordi bilaterali con alcuni
importanti stati extra-Unione Europea, con la conseguente limitazione del possibile
numero di collegamenti attivabili.
Una volta affrontate le criticità, siamo passati invece, da ultimo, a valutare quali
siano le possibili strategie di risanamento dell‟aeroporto di Malpensa; per prima cosa, per
poter porre le basi per un‟analisi di questo tipo e poter delineare l‟attuale stato di trasporto
aereo di Malpensa e le connesse strategie per la sua rinascita, è stato necessario fare
riferimento al bacino di traffico (la cosiddetta catchment area), che ci permette di capire le
potenzialità di sviluppo dello scalo aeroportuale. L‟analisi di tale bacino prevede lo studio
di molteplici caratteristiche: oltre alla densità della popolazione e del livello economico-
produttivo, va esaminata con particolare attenzione l‟accessibilità, che è elemento
fondamentale per determinare l‟espansione del bacino territoriale al quale fa direttamente
riferimento l‟aeroporto. E a capire questo potenziale è stata proprio la compagnia aerea di
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Lufthansa, la quale è stata il primo vettore di linea al mondo a fondare una nuova
compagnia aerea, utilizzando il proprio brand e basando stabilmente i propri aerei al di
fuori dei suoi confini nazionali, con la finalità dichiarata di realizzare, nel medio-lungo
termine, un network “hub & spoke”. Altro aspetto verso cui bisogna continuare ad
investire è il settore cargo: oggi infatti, il cargo aereo è diventato sempre più un elemento
essenziale e imprescindibile nello sviluppo di catene logistiche veloci, affidabili e
all‟avanguardia. Da qui l‟interesse crescente di Lufthansa Cargo, la quale ha subito
approfittato di due fattori: il vuoto lasciato dai vettori cargo italiani sulle rotte verso gli
USA e l‟inizio delle operazioni di Lufthansa Italia. Da non dimenticare poi le conseguenze
positive che L‟Expo milanese del 2015 avrà su tutta la regione, e in particolar modo anche
su Malpensa: le manifestazioni fieristiche producono infatti benefici sia sul sistema
produttivo che su quello distributivo, in quanto promuovono l‟estensione del mercato, la
diffusione delle informazioni e delle innovazioni, favorendo anche gli scambi tra aree
geografiche e settori economici diversi. In questo contesto, l‟Expo 2015 è un‟eccezionale
opportunità da cogliere per incrementare la competitività e l‟attrattività del territorio, per
rilanciare il ruolo di Malpensa a livello internazionale e riportarlo ai livelli di traffico e di
accessibilità che Milano e il Nord Italia meritano.
Altro tema affrontato è la concorrenza dovuta alla vicinanza dello scalo di Linate: le
azioni intraprese da SEA e dagli attori istituzionali interessati al rilancio del sistema
aeroportuale milanese si devono difatti concentrare oltre che sul consolidamento
dell‟offerta low cost, anche – con ottica più di lungo periodo – sulla ricerca di nuove
opportunità per il mercato di lungo raggio. Tale prospettiva passa attraverso la revisione
della normativa che regolamenta la ripartizione del traffico all‟interno del sistema
aeroportuale milanese. Inoltre, eventuali sviluppi di traffico previsti su Malpensa dovranno
basarsi anche su altri fattori quali lo sforzo per incrementare i traffici intercontinentali,
tramite la liberalizzazione del regime di accordi bilaterali che fortemente penalizzano i
diritti di volo tra l‟Italia ed alcuni paesi extraeuropei, la costruzione del terzo satellite del
terminal 1 e la realizzazione della terza pista, come previsto dai piani di espansione di SEA
di cui abbiamo ampiamente parlato nelle conclusioni del questo quarto capitolo.
E‟ così quindi che s‟è concluso un lavoro che spero possa permettere di
comprendere con maggiore chiarezza gli ultimi fenomeni che hanno colpito l‟aeroporto di
Malpensa, dalla sua nascita, dieci anni fa, ai giorni d‟oggi, fornendo così un quadro
d‟insieme di quanto emerge dallo studio dei fenomeni di crisi e soprattutto di
ristrutturazione economica in cui tutto il Nord Italia, e in particolar modo la regione
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Lombardia, crede e confida: tutte le criticità sinteticamente segnalate nel terzo capitolo
suggeriscono infatti di richiamare poi l‟attenzione sui principali (e necessari) interventi di
politica industriale dettagliatamente analizzati nel quarto e ultimo capitolo.
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1. LE IMPRESE DI GESTIONE AEROPORTUALE: CARATTERI
GENERALI PER LA PROGRAMMAZIONE E LO SVILUPPO DEGLI
AEROPORTI
1.1. L’impresa-aeroporto: concetto e missione di mercato
Nella realtà attuale l‟aeroporto si presenta sia come un complesso di beni, impianti ed
istallazioni che compongono la struttura tecnica, sia come un complesso di servizi, organi e
uffici in cui si articola gran parte della struttura organizzativa del soggetto esercente
l‟attività aeroportuale.
Sotto l‟aspetto materiale, se inteso quindi come complesso di beni, l‟aeroporto è composto
da tutte le strutture predisposte al movimento degli aeromobili, definite anche come aree
“air side”.
Sotto l‟aspetto dei servizi, è invece composto dai servizi per l‟utenza, quali i terminal
1
passeggeri e degli altri similari, definiti con l‟espressione “land side”.
L‟air side in particolare è costituito dalla pista di volo, dalle vie di rullaggio e dal piazzale
aeroportuale; il land side è invece costituito dai terminal passeggeri e merci che possono
assumere caratteristiche variabili in funzione del volume di traffico e del tipo di voli in
transito (nazionali, internazionali, charter e merci).
L‟aeroporto può inoltre essere esaminato sotto il profilo dell‟organizzazione; se ne
possono individuare le diverse componenti: la direzione aeroportuale, l‟assistenza al volo,
l‟assistenza a terra (definiti come servizi di handling), i servizi connessi indispensabili, i
servizi commerciali accessori.
Gli aeroporti rivestono un ruolo cruciale non solo per il macro ambiente dei
trasporti, nel quale sono interlocutori essenziali quanto consolidati, ma anche per la loro
capacità di aumentare la qualità dell'offerta del sistema-paese contribuendo alla costruzione
1
G. Bronzetti, Le imprese di gestione aeroportuale: aspetti di pianificazione e controllo, FrancoAngeli
Editore, Milano, 2002
11
e all'aumento della sua ricchezza; gli aeroporti sono elementi assolutamente fondanti
all'interno del tessuto economico, produttivo, turistico e commerciale grazie all'effetto
moltiplicatore cui danno vita per il sistema delle transazioni.
Dunque per essi è sicuramente limitativa la semplice associazione concettuale con il
termine di aerodromo, vale a dire di località destinata all‟approdo e allo stazionamento
degli aeromobili. Al contrario, si tratta di vere e proprie realtà aziendali connotate da una
molteplicità di processi che ne rende particolarmente complesso il coordinamento e la
gestione operativa. Ciò soprattutto in condizione di crescente complessità ambientale e in
clima di forti pressioni competitive sia intrasettoriali sia nelle dinamiche transazionali con
fornitori e clienti.
In questo senso è possibile oggi parlare di impresa-aeroporto, vale a dire di un istituto atto
a generare redditività nel lungo termine e quindi a sostenere autonomamente il suo
sviluppo e la sua sopravvivenza remunerando adeguatamente, anche se in varie forme e
modalità, i suoi stakeholders di riferimento.
Figura 1.1 Gli stakeholders dell’impresa-aeroporto
Fonte D. Jarach
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Più nello specifico è possibile declinare la missione di mercato odierna dell‟impresa
aeroporto all'interno di quattro pilastri d'azione:
la dimensione logico-infrastrutturale: in primo luogo gli aeroporti permettono una
sensibile agevolazione della movimentazione dei passeggeri e delle merci da e per l‟area
interessata verso il corto, medio e lungo raggio;
la dimensione di un hub nella prospettiva di marketing territoriale: l‟aeroporto è in
grado di attrarre insediamenti produttivi nella data area di afferenza, grazie alla maggiore
facilità di accesso al mercato e alla conseguente riduzione degli oneri gestionali;
la dimensione di marketing dell‟impresa-aeroporto nella filiera del business aereo: le
imprese aeroporto interiorizzano la loro vocazione di mercato nelle relazioni di natura
BtoB e BtoC che si sviluppano all'interno della filiera del business aereo. In tal senso la
tradizionale interazione commerciale con aerolinee, agenzie di viaggio, tour operators,
società di catering e di car rental è affiancata da strategie per il contatto e la gestione diretta
con il cliente finale;
la dimensione e la valenza politica dell‟impresa-aeroporto: gli aeroporti rappresentano
uno strumento a elevata valenza strategica con riferimento all'attività di creazione e
mantenimento del consenso dei cittadini da parte della sovrastruttura politico-
amministrativa. In primo luogo le opere infrastrutturali di edificazione e di manutenzione
del sedime aeroportuale richiedono l‟impiego di notevoli iniezioni di capitale finanziario e
umano; secondariamente la gestione e l‟erogazione dei suoi servizi sono certamente attività
a connotazione labour intensive. Tali caratteristiche favoriscono la creazione di nuova
occupazione per i residenti delle arie più prossime al sedime. Si tratta di una dovuta
esternalità positiva che compensa quelle negative pagate dai cittadini e legate
all'inquinamento acustico e ambientale generato dall'aeroporto. E altresì si tratta di
un‟ottima opportunità per il sistema pubblico di sviluppare una relazione di mutuo
interesse con il suo target di elettori.
Per quanto concerne poi un‟analisi di tipo dimensionale, gli aeroporti, secondo la
classificazione proposta dalla commissione europea, possono essere suddivisi in quattro
categorie:
grandi aeroporti comunitari, a traffico superiore a 10.000.000 di passeggeri annui
arrivati e partiti;
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aeroporti nazionali, con traffico compreso 5.000.000 e 10.000.000 passeggeri annui
2
arrivati e partiti;
aeroporti regionali grandi, con traffico compreso fra 1.000.000 e 5.000.000 di
3
passeggeri annui arrivati e partiti;
aeroporti regionali piccoli, con traffico inferiore a 1.000.000 di passeggeri annui
arrivati e partiti.
1.2. Il nuovo scenario di mercato: il caso dell’impresa-aeroporto e l’avvento del
marketing aeroportuale
L‟analisi della vivacità commerciale e competitiva all‟interno della filiera del business
aereo segnala in via evidente la storica debolezza e subalternità dell‟impresa-aeroporto
4
nelle transazioni commerciali con il vettore aereo.
Tale condizione avrebbe dato origine a sua volta ad una sostanziale passività
imprenditoriale anche nell‟approccio con le altre categorie di imprese componenti la sua
domanda intermedia (come i tour operators e le agenzie di viaggio) a cui si sarebbe
abbinata un‟eloquente assenza di contatto commerciale e relazionale diretto con il cliente
finale.
Per lungo tempo, così, il comportamento di mercato del soggetto aeroportuale all‟interno
della filiera trovava esplicitazione in un‟attività a bassa visibilità strategica, commerciale e
relazionale. Più nel dettaglio l‟onere di commercializzazione dei servizi erogati al cliente
in termini di investimenti economici e di valorizzazione dell‟immagine veniva delegato ad
altri intermediari.
Nel macroambiente dell‟air transport business tuttavia la tendenza deregolamentativa e
ipercompetitiva giunse presto a stimolare un sensibile incremento del livello di
concorrenzialità anche nelle strutture aeroportuali.
2
Gli aeroporti cosiddetti nazionali possono essere considerati, con riguardo al caso specifico italiano, come
aeroporti regionali “molto grandi”: aeroporti come Venezia e Catania sono aeroporti in cui l‟origine iniziale o
la destinazione finale del viaggio multimodale è quasi totalmente nella regione in cui sono situati.
3
Nel caso italiano si possono classificare come aeroporti regionali tutti gli aeroporti al di fuori dei sistemi di
Roma Fiumicino e di Milano Malpensa.
4
D. Jarach, Marketing aeroportuale: gestire l’impresa-aeroporto nel nuovo millenio, Edizione Egea, Milano,
2002
14
In primo luogo l‟impresa- aeroporto iniziava a ricercare con rinnovato fervore il
rafforzamento dei contatti commerciali con la clientela intermedia dei vettori, al fine di
favorire lo sviluppo dell‟attività aeronautica presso lo scalo, cercando in tal senso di
sfruttare appieno le nuove possibilità dischiuse dall‟aumento del numero di aerolinee in
seguito ai processi di liberalizzazione del comparto. Per raggiungere tale risultato,
l‟impresa-aeroporto dava vita ad una sua autonoma politica di marketing rivolta ai singoli
vettori aerei.
Secondariamente l‟impresa-aeroporto esprimeva addirittura il tentativo di dare vita a
rapporti di competizione e strategie di aggiramento e superamento delle posizioni
dell‟attore leader della stessa filiera, finalizzati a giungere dapprima al contatto e quindi al
controllo della domanda.
L‟applicazione di nuove logiche nella condotta della struttura aeroportuale trovava
tipicamente realizzazione in forme di contatto diretto con l‟agenzia di viaggio e soprattutto
con l‟utenza finale.
Nella percezione di molti passeggeri-consumatori, l‟impresa-aeroporto è divenuta
così una struttura fisica, più o meno spaziosa, accogliente e confortevole, in cui è
necessario trascorrere un certo lasso di tempo per l‟assolvimento di tutta la complessa
catena di attività connesse all‟esperienza di volo.
Si pensi a tal proposito alle operazioni di accettazione del passeggero e del bagaglio, al
passaggio e all‟eventuale sosta presso i vari controlli di sicurezza valutari e doganali ed
infine all‟attesa della chiamata del volo nell‟area d‟imbarco.
Questa raffigurazione dell‟ambiente aeroportuale come sistema d‟erogazione
d‟offerta a forte connotazione tecnica e a bassa intensità di differenziazione tra i vari attori
appare diretto retaggio dei comportamenti che per lungo tempo hanno contraddistinto i
processi gestionali dell‟airport business.
Infatti, fin dagli anni Trenta e a partire dal contesto nordamericano, le realtà politico-
amministrative locali, quali regioni, provincie e comuni, avrebbero iniziato a realizzare
l‟importanza di dotarsi di un‟infrastruttura aeroportuale per poter accrescere la propria
visibilità politico-istituzionale nei confronti della sovrastruttura di governo.
Analogamente e parallelamente, numerosi esponenti del panorama economico privato
avrebbero cominciato a percepire e interiorizzare l‟importanza strategica di un aeroporto
quale piattaforma logistica indispensabile per il supporto delle proprie attività commerciali,
grazie alla possibilità di movimentare rapidamente passeggeri e merci in entrata e in uscita.
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Figura 1.2 L’impresa-aeroporto nella sua accezione più tradizionale
Fonte D. Jarach
Nella realtà quindi, il dipartimento di marketing dell‟impresa-aeroporto è stato per lungo
tempo sostanzialmente inesistente o quanto meno palesemente sottosviluppato
nell‟organigramma aziendale.
Alla funzione marketing erano, nella migliore delle ipotesi, allocate esigue risorse umane e
finanziarie, data la limitatezza e sporadicità delle operazioni di interazione con la clientela
intermedia e l‟assenza di indagini conoscitive sulle percezioni e i desideri della clientela
finale.
Nei casi di assenza di una vera e propria funzione marketing, parte delle sue funzioni
venivano ad essere inglobate nei dipartimenti di pubbliche relazioni oppure venivano
svolte direttamente dalla direzione generale.
In sostanza, dunque, lo scenario di mercato del business aeroportuale si sarebbe
contraddistinto fino agli anni Ottanta per una profonda staticità nella lettura delle
opportunità di mercato per l‟impresa-aeroporto oltre che per la decisa sottospecializzazione
delle competenze presenti nella sua funzione marketing.
Ciò di conseguenza si sarebbe tradotto in rarissimi tentativi aggressivi di mercato tesi al
conseguimento di una nuova quota di mercato in ottica di market sharing.
In tempi più recenti tuttavia, il cambiamento del tenore macroambientale
dell‟aviazione commerciale e la transizione da una prospettiva pubblica protezionista verso
una nuova visione privata ipercompetitiva, non avrebbe reso più percorribile tale
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conservativa condotta gestionale delle imprese-aeroporto sia nelle relazioni BtoB che in
quelle BtoC.
Tali mutazioni avrebbero infatti trasformato la staticità gestionale delle imprese-aeroporto,
o per lo meno la condotta d‟azione dei suoi attori best-in-class, in vera e propria vivacità
commerciale, pena altrimenti il rischio di una sostanziale marginalizzazione del nuovo
agone competitivo.
I vettori aerei avrebbero iniziato a manifestare nuove condotte d‟azione nelle scelte di
allargamento, modificazione e razionalizzazione del proprio network.
La scelta delle destinazioni così non sarebbe stata più influenzata soltanto dalla semplice
disponibilità di slot e di spazi sull‟apron e nell‟area terminale. Tale decisione, al contrario,
avrebbe trovato stimolo, in misura nettamente crescente, dalla proposizione di soluzioni e
pacchetti d‟offerta integrati ad opera delle imprese-aeroporto finalizzati ad aumentare il
volano di attrazione presso il cliente intermedio della propria struttura.
In tal senso, ha preso avvio un confronto acerrimo tra le imprese-aeroporto per il controllo
della domanda intermedia, dato l‟impatto moltiplicativo sui flussi reddituali che l‟apertura
di una nuova tratta significherebbe sia per il core business che per nuovi ambiti d‟azione
nel comparto non-aviation.
In sostanza l‟impresa-aeroporto avrebbe iniziato ad arricchire la propria proposizione di
valore anche attraverso l‟aggiunta di altri servizi secondari ed incentivi di natura
prettamente commerciale per i vettori, quali:
1. azioni di co-marketing e co-branding tra aerolinea e impresa-aeroporto;
2. roadshows presso i vettori, per illustrare sia le principali caratteristiche fisico-tecniche
del sedime, sia le ricerche di mercato sviluppate sulla catchment area;
3. partecipazione a fiere aventi come oggetto il business aeroportuale o in senso lato
l‟ambiente turistico. Ciò al fine di migliorare la visibilità dell‟impresa-aeroporto nei
confronti sia degli altri operatori di filiera, sia del sistema economico-produttivo, sia infine
del consumatore finale;
4. definizione di contributi economici per i vettori, finalizzati ad abbattere lo sforzo
monetario legato all‟avviamento di un nuovo collegamento aereo da e per il dato scalo;
5. formulazione di incentivi economici legati all‟attività di handling, tipicamente
attraverso sconti quantità legati alla magnitudine dei voli operati sullo scalo e/o per mezzo
di una diversa tariffazione degli stessi oneri di handling.
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In conseguenza di ciò, alcuni vettori hanno risposto optando per un diverso operativo dei
propri collegamenti, impostandolo su una costellazione di aeroporti secondari meno
congestionati e costosi dal punto di vista delle operazioni di volo e dei connessi oneri
operativi: è il caso dei cosiddetti vettori low-cost.
Tabella 1.1. I principali fattori di scelta di un aeroporto da parte di un vettore aereo
Fonte D. Jarach
Infine i vettori avrebbero puntato sulla rinegoziazione delle tariffe di handling con gli
aeroporti mediante l‟acquisto presso operatori terzi di tali servizi, a valori tariffari
generalmente più competitivi.
In conseguenza di tutto ciò, il cambiamento della filosofia d‟azione dell‟impresa-aeroporto
all‟interno dei nuovi confini di comparto ha visto i vari sedimi confrontarsi per il presidio
dei flussi di domanda di trasportato tramite un gioco vinci-perdi realizzato attraverso la
creazione di pacchetti di incentivo per lo spostamento dei vettori presso il proprio scalo e a
scapito dei rivali.
Peraltro un‟ulteriore spinta alla dinamica competitiva tra aeroporti è stata generata
dall‟ingresso di nuovi players nell‟agone di mercato. Di fronte alla moltiplicazione del
numero di rivali sul mercato, tuttavia, gli operatori aeroportuali non possono più mantenere
come in passato un profilo d‟offerta assolutamente indistinto e omogeneo.
In questo senso si afferma la necessità per ogni operatore di definire un posizionamento di
mercato, quale premessa per la definizione di un piano di commercializzazione.
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1.3. Il posizionamento di marketing aeroportuale
Si tratta di una decisione fondante della politica commerciale dell‟impresa aeroporto. Sulla
base delle caratteristiche distintive proprie di ogni struttura, una coerente strategia di
posizionamento appare presupposto indispensabile per la successiva declinazione, da parte
5
del management del sedime, delle leve del mix aeroportuale in termini di:
definizione del livello e contenuto del prodotto, ovvero della proposizione d‟offerta,
che verrà fatta all‟audience prospettica, rappresentata dai clienti intermedi di filiera e dal
consumatore finale;
individuazione del livello o della banda di prezzo che l‟impresa-aeroporto comminerà
alla sua clientela per la fruizione dei servizi da essa erogati;
formulazione della campagna di comunicazione che l‟impresa-aeroporto lancerà nei
confronti dei soggetti di filiera target o eventualmente anche ad altri stakeholders del
territorio, come le amministrazioni locali, regionali o nazionali;
grado di distribuzione della propria proposizione di valore: tale elemento fa
riferimento alla copertura e penetrazione che l‟impresa-aeroporto sceglierà di realizzare
dapprima nella propria catchment area e poi, successivamente ed eventualmente, in altre
aree sotto l‟influenza di imprese-aeroporto concorrenti.
Per giungere all‟identificazione e alla scelta di un corretto posizionamento di mercato,
l‟impresa-aeroporto dovrà in prima istanza svolgere un‟indagine esplorativa, tesa ad
evidenziare la richiesta di trasportato che caratterizza il bacino d‟utenza; ciò al fine di
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erogare una proposizione di valore coerente con i desideri del target.
Sulla base di queste analisi, l‟impresa-aeroporto potrà scegliere di realizzare tre
distinte strategie di posizionamento.
In primo luogo potrà optare per un posizionamento competitivo di mercato, in concorrenza
piena e aperta con quello di altri sedimi, sulla base dell‟elemento della prossimità
5
D. Jarach, Marketing aeroportuale: gestire l’impresa-aeroporto nel nuovo millenio, Edizione Egea, Milano,
2002
6
E‟ il caso dei vettori low-cost per cui generalmente si registra una risposta del consumatore diversa a causa
della bassa notorietà ex ante di questo prodotto presso il grande pubblico. Tali attese varieranno a seconda
della connotazione prevalentemente business industriale o leisure turistica dell‟area target.
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