LE STRATEGIE DELLE IMPRESE ALBERGHIERE: IL CASO ACCOR
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INTRODUZIONE
L’interesse per il tema discusso nel presente lavoro è scaturito
da un’esperienza personale, maturata nel settore alberghiero in cui
il turismo manifesta appieno la sua pervasività. A ciò si aggiunge la
chiara consapevolezza della portata e del ruolo attribuito al
fenomeno turistico, considerati il numero di soggetti coinvolti e le
molteplicità degli ambiti interessati. Queste ragioni hanno portato
ad un’analisi approfondita dell’assetto imprenditoriale e
manageriale in cui il turismo prende forma.
Il turismo, infatti, è un fenomeno “complesso” e composito,
difficile da comprendere e rappresentare nella sua interezza, data la
molteplicità di fattori cui è collegato (economici, sociali,
antropologici, ambientali, ecc.) e la pluralità di soggetti, pubblici e
privati, coinvolti nella sua offerta. Risulta dunque difficile
delinearne i confini, non solo perché la domanda viene soddisfatta
dagli sforzi congiunti di una vasta gamma di imprese, ciascuna
delle quali offre servizi diversi, che incidono sulla complessiva
esperienza che il cliente vive, ma anche perché i turisti considerano
l’ambiente e la cultura della destinazione come parte essenziale
della vacanza.
L’argomento cardine di questa trattazione non è dunque
l’industria dei viaggi in generale, al contrario, l’interesse si è
concentrato su una componente specifica del sistema ricettivo:
l’impresa alberghiera. Il punto di partenza è stata la presa di
coscienza del cambiamento del paradigma di riferimento per
l’organizzazione e il management delle imprese dell’ospitalità,
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LE STRATEGIE DELLE IMPRESE ALBERGHIERE: IL CASO ACCOR
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mutamento che ha messo in discussione quei principi sinora
garantiti della sopravvivenza e del successo delle stesse aziende.
Fino a questo momento, l’offerta alberghiera è cresciuta infatti
interpretando più di altri settori produttivi, il modello tipico
nazionale di sviluppo economico: numerosi soggetti, fantasie nelle
varie modalità di erogazione del servizio. I cambiamenti che hanno
interessato il settore hanno spinto le imprese verso una maggiore
esperienza operativa e chiarezza di idee. Il settore turistico ha
difatti subìto, nel corso di questo secolo, radicali e profondi
mutamenti come la progressiva internazionalizzazione che ha
portato a parlare di vera e propria industria dei viaggi e del turismo
(si parla infatti di tourism industry) e dal connesso ingresso, via via
più importante di operatori economici stranieri, soprattutto nei
settori dell’ospitalità, dei trasporti aerei, delle crociere, dei Tour
Operator.
Nonostante le diffuse incertezze economiche di molti sistemi-
paese e le significative tensioni internazionali (terrorismo, crisi
mondiale, recessione, tanto per citarne alcune che hanno a tratti
paralizzato i flussi turistici) si distingue tra tutti i settori produttivi
per una crescita costante. Basti pensare che secondo i dati
dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), è destinato ad
aumentare tanto che nel 2020 diventerà il primo settore di attività
economica. I flussi di turismo internazionale nel mondo
raggiungeranno poco meno i 1.500 miliardi di arrivi, per un numero
di pernottamenti tra alberghieri ed extra-alberghieri pari a circa 6
miliardi di notti, con una crescita media annua del 4,3%, e con un
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giro di affari planetario di almeno 1.300 miliardi di euro. Inoltre un
lavoratore su 5 sarà occupato in attività turistiche. Se a questi dati
aggiungessimo quelli relativi al movimento turistico mondiale
interno, prodotto dagli abitanti di ogni singola nazione, nel 2020 i
turisti in senso lato potrebbero attestarsi addirittura sui 4,5 miliardi
di unità, con circa 18 miliardi di pernottamenti e circa 2.000
miliardi di euro di giro d’affari [da Rapporto CONFTURISMO-
CISET, “Prospettive future”, Gennaio-Febbraio 2009]. Ciò è
dovuto anche al fatto che i consumatori non rinunciano a viaggiare,
poiché il desiderio di viaggio è insito nella natura dell’uomo spinto
dalla voglia di conoscere, apprendere.
Prospettive che lasciano ben sperare. Il cambiamento è
avvalorato anche dalle nuove tendenze che si stanno affermando a
livello globale e che meritano di essere tempestivamente colte dalle
imprese: emergono qui i nuovi modelli di comportamento della
domanda, sempre più orientati verso la crescente personalizzazione
dei servizi, l’attitudine a fare vacanze brevi, ma più frequenti, la
valutazione del rapporto qualità prezzo, la flessibilità nelle
decisioni legate all’esperienza turistica in generale (ad esempio, la
sempre maggiore richiesta di accorciare i tempi di prenotazione da
quelli di consumo ha comportato il successo dei last minute), le cui
istanze non possono essere trascurate dalle imprese.
Nell’arco di circa un secolo, un’attività di élite, tipica delle
classi più agiate, si è trasformata in una manifestazione “di massa”,
identificata da una domanda di consumo standardizzata e ripetitiva,
facilmente programmabile ed esaudibile. Si sono, quindi,
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consolidate diverse domande turistiche, alla graduale accentuazione
della stratificazione dei bisogni e degli interessi personali, esclusivi
e caratteristici di ogni individuo che richiedono un adeguato
cambiamento da parte dell’offerta.
Le conseguenze sul piano organizzativo e strategico sono state
rilevanti e numerose sono ancora le opportunità da sfruttare e le
sfide da affrontare in futuro. Innanzitutto, emerge con forza
l’esigenza di un modello manageriale e gestionale innovativo
rispetto al passato, più congeniale ad un’organizzazione sempre più
orientata alla soddisfazione del cliente.
A questo nuovo modello manageriale corrisponde ovviamente
una modificazione strutturale dell’industria dell’ospitalità, che sia in
grado di creare organizzazioni capaci di operare efficacemente
sull’onda dell’innovazione. Infatti, se tradizionalmente l’offerta era
polverizzata e l’impresa tipo era di ridotta dimensione, negli ultimi
anni si è registrata una forte tendenza alla concentrazione che ha
visto protagonisti i grandi gruppi accanto alle piccole imprese: da un
lato, il crescente utilizzo da parte della catene internazionali di
accordi di franchising e di contratti di management per sviluppare
nella maniera più favorevole le proprie dinamiche di
internazionalizzazione, dall’altro l’affermarsi di forme innovative di
ospitalità, come i gruppi volontari o i consorzi turistici, che ha
consentito una riqualificazione dei piccoli imprenditori.
Inoltre, l’introduzione delle nuove tecnologie informatiche e
della telematica, favorite nell’applicazione dalla globalizzazione e
internazionalizzazione dei mercati, hanno determinato la creazione
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di reti di imprese interagenti, supportati dalla veloce diffusione di
informazione, che viene visto come un’opportunità di sviluppo
obbligata da sfruttare attraverso una gestione comune ed efficiente
della conoscenza, volta ad individuare le nuove richieste del mercato
e a indirizzarle verso i soggetti in grado di soddisfarle.
In questo complesso scenario si è venuta consolidando, negli
ultimi anni, la catena alberghiera che meglio delle singole unità
ricettive riesce a soddisfare le esigenze della mutevole domanda
turistica. Si sta, infatti, assistendo ad un’elevata tendenza delle
imprese alberghiere ad operare con più unità produttive, il che sta
portando ad un consistente sviluppo delle catene. Il governo
congiunto di una pluralità di unità alberghiere consente di
conseguire notevoli vantaggi (economie di scala, personale più
qualificato, sviluppo di maggiori attività, effetti positivi sui mercati
finanziari, minimizzazione del rischio, immagine coerente ed
unitaria) a fronte di minori problematiche, tipiche delle strutture più
articolate (burocratizzazione ed irrigidimento del processo
decisionale).
I rapidi e dinamici mutamenti del mercato e la maggior
complessità gestionale sono i principali motivi che pongono oggi
tutte le imprese di fronte all’esigenza di affrontare le nuove sfide
competitive a livello internazionale, puntando su strategie in grado
di riflettere la capacità di adattarsi all’ambiente esterno, di gestire i
cambiamenti e di cogliere e sfruttare al meglio le nuove opportunità
offerte dal mercato. Nella competizione attuale è fondamentale
un’intensa interazione tra consumatore e produttore.
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LE STRATEGIE DELLE IMPRESE ALBERGHIERE: IL CASO ACCOR
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Alla luce di tutto ciò, la seguente trattazione ha l’obiettivo di
approfondire le strategie dell’impresa alberghiera, cercando di
individuare i profili peculiari della stessa, al fine di evidenziarne i
possibili vantaggi competitivi sostenibili. Infatti in relazione alle
recenti evoluzioni che hanno profondamente modificato i profili
competitivi del sistema turistico, potrà essere interessante analizzare
le innovazioni introdotte da uno dei fornitori di servizi turistici
elementari.
Avendo come filo conduttore la consapevolezza del
cambiamento, il primo passo è stato, nel primo capitolo, l’analisi
delle caratteristiche principali dell’impresa alberghiera, quali
domanda e sua segmentazione, elementi prioritari per lo sviluppo di
qualsiasi piano strategico, l’offerta, i parametri di classificazione, le
forme organizzative, ponendo maggiore attenzione alle catene
alberghiere; si è proseguito poi, nel secondo capitolo che costituisce
il cuore dell’elaborato, con l’approfondimento delle strategie di
sviluppo di quest’ultime e riferimento al contesto competitivo con
qualche accenno anche alla gestione economica.
Il presente lavoro si conclude con il terzo capitolo, con
l’analisi di un caso aziendale, il “Gruppo Accor”, una delle più
importanti catene alberghiere a livello internazionale. Dopo una
breve presentazione, verranno analizzate le principali scelte
strategiche del Gruppo.
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CAPITOLO I - L’IMPRESA RICETTIVA ALBERGHIERA: CARATTERI GENERALI E DI STRUTTURA
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CAPITOLO I
L’IMPRESA RICETTIVA ALBERGHIERA:
CARATTERI GENERALI E DI STRUTTURA
1.1 LA DOMANDA ED IL PRODOTTO
ALBERGHIERI
Il settore dell’ospitalità occupa senz’altro una posizione
centrale nell’insieme dell’industria turistica. La professionalità,
l’accoglienza e l’atmosfera della struttura ricettiva in cui si pernotta
sono fattori che incidono notevolmente sulla percezione complessiva
del viaggio (VAN SCOTTER e CULLIGAN, 2003). Per chi viaggia
e si allontana per le ragioni più diverse dalla sua abituale residenza,
questa industria viene a soddisfare due tipi di esigenze, diverse ma
fondamentali: quella dell’ospitalità per dormire e riposare; quella
dell’ospitalità per mangiare e bere al fine di nutrirsi e in molti casi
1
per socializzare.
La produzione alberghiera e le imprese che attuano la
domanda alberghiera costituiscono un sottoinsieme (subsettore) di
un comparto più ampio, quello dell’industria ricettiva (hospitality
industry), costituito da tutte le aziende che offrono un servizio
1
RISPOLI M. e TAMMA M., “Le imprese alberghiere nell'industria dei viaggi e del
turismo”, Padova, Cedam, 1996, pag. 64.
Secondo MEDLIK e INGRAM (2000) “The primary function of a hotel is to accomodate
those away from home” ovvero “La principale funzione dell’impresa alberghiera è di
accogliere chi è lontano da casa”.
Secondo LAVARINI (2009) l’accoglienza è l’insieme dei comportamenti, delle politiche e
delle tecniche utilizzate per permettere una relazione umana di qualità con il turista, al fine
di soddisfare la sua curiosità, i suoi bisogni, gusti e aspirazioni, e creare un clima
favorevole all’incontro e allo scambio e di stimolo alla conoscenza, la tolleranza e la
comprensione reciproca.
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CAPITOLO I - L’IMPRESA RICETTIVA ALBERGHIERA: CARATTERI GENERALI E DI STRUTTURA
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composito o meglio definito come pacchetto che comprende tre
2
componenti:
1. il servizio essenziale (core product), il cui nucleo principale
e caratterizzante, è il pernottamento (l’alloggio), inteso come sosta
in un luogo determinato e in una struttura definita, per trascorrervi la
notte e rappresenta la ragione stessa per cui l’impresa opera sul
mercato ed è l’elemento che definisce l’attività aziendale;
2. I servizi di facilitazione (faciliting product), i quali facilitano
l’uso dei servizi essenziali e un esempio sono le schede magnetiche
per aprire le porte delle camere di albergo, piuttosto che le
tradizionali chiavi;
3. I servizi ausiliari (supporting product) che non facilitano
l’uso del core product, ma sono offerti per accrescerne il valore e
aiutare a differenziare il servizio dalla concorrenza. Tra i più diffusi
ricordiamo: la ristorazione, la lavanderia, la piscina e la discoteca.
Sia i servizi di facilitazione che ausiliari costituiscono i servizi
aggiuntivi che un’impresa alberghiera può offrire. La distinzione tra
servizi di facilitazione e servizi ausiliari non è sempre chiara. Un
servizio di facilitazione per un segmento di mercato può diventare
servizio ausiliare per un altro. Un esempio potrebbe essere il servizio
ristorante che per i turisti d’affari è un elemento indispensabile,
mentre le famiglie non lo ritengono tale. Certo è che i primi sono
obbligatori, pena il crollo dell’intero pacchetto, mentre i servizi
ausiliari generalmente non possono essere imitati dalla concorrenza
2
MADONNA S., “L’azienda alberghiera: mercato, struttura e caratteri operativi”,
Milano, Giuffrè, 2001.
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CAPITOLO I - L’IMPRESA RICETTIVA ALBERGHIERA: CARATTERI GENERALI E DI STRUTTURA
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e garantiscono il raggiungimento di un forte vantaggio competitivo.
L’introduzione dei servizi aggiuntivi rispecchia la volontà da parte
dell’impresa di incrementare la soddisfazione del cliente offrendo un
prodotto di un elevato livello qualitativo che soddisfi a pieno le sue
attese.
Figura 1.1 – La posizione dell’ospitalità nell’insieme dell’industria turistica
Fonte: RISPOLI M. e TAMMA M., “Le imprese alberghiere nell'industria dei
viaggi e del turismo”, Padova, Cedam, 1996, pag. 64.
Fra le imprese “ricettive”, quelle alberghiere (di
accomodation) ne costituiscono il principale tipo e, da un punto di
vista produttivo, si distinguono dalle altre rispetto ad alcuni requisiti,
fra i quali la continua apertura al pubblico delle loro strutture
ricettive, nel senso che chiunque può chiedere ed ottenere il servizio
di alloggio, in qualunque momento della giornata, senza limitazioni
per quanto attiene alla “quantità domandata” (da 1 a n notti), se la
capacità produttiva del singolo stabilimento alberghiero non è satura.
Specifica dell’impresa alberghiera è inoltre l’utilizzazione di
uno “stabilimento di produzione del servizio” costituito
generalmente da uno, ma talvolta anche da più edifici al cui interno
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CAPITOLO I - L’IMPRESA RICETTIVA ALBERGHIERA: CARATTERI GENERALI E DI STRUTTURA
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vi siano delle camere (non inferiori a 7 per la legge italiana),
arredate per consentire il pernottamento degli ospiti, e dei servizi
igienici, nonché alcune parti di uso comune per i fruitori del servizio
e altre riservate al personale dell’albergo (uffici, magazzini;
eventualmente cucine e camere da letto per il personale).
Con riferimento al prodotto, oltre alla disponibilità di alloggio,
tipici dell’albergo sono: la giornaliera pulizia e risistemazione delle
camere, la dotazione di uno stock di biancheria per i letti, il servizio
di portierato che, come minimo comprende l’annotazione delle
telefonate e di altri messaggi e il potenziale intervento in caso di
problemi (malori, disfunzioni delle attrezzature, comportamento
scorretto di altri ospiti, ecc.) segnalati dai fruitori del servizio. Altri
requisiti sono poi imposti dalla normativa, specifica sulle strutture
ricettive alberghiere, in particolare sulla sicurezza e igiene
3
dell’ambiente lavorativo.
In sostanza, i servizi che un’impresa può offrire, possono
4
essere schematizzati nel seguente modo:
Servizi diretti → Alloggio, bar, portineria e ricevimento
Servizi ausiliari → Riscaldamento, comunicazione, sanitari,
cambiavalute, sala per congressi
Servizi amministrativi → Direzione, segreteria, cassa.
3
Il d.p.c.m. del 13/09/2002, della legislazione sulla sicurezza e prevenzione degli incendi in
azienda del D. lgs. 626/1994 ed le norme relative all’igiene in azienda del T.U. delle leggi
sanitarie 1934, la legge 283/1962 “Disciplina igienica delle sostanze alimentari e degli
alimenti”, il D. lgs. 155/1997 sul sistema Haccp (Hazard Analysis and critical points) e
l’art. 117 della Costituzione sulla “tutela della salute e “alimentazione” con potestà
legislative alle Regioni (NAPOLITANO A., “La legislazione nazionale e regionale sul
turismo”, LED Edizioni Universitarie, 2008, pag. 12-15).
4
DELLA CORTE V., “La gestione di sistemi locali di offerta turistica”, Cedam, Padova,
2000, pag. 72.
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