Mercato congres§ua!e e settore Turistico
TI settore turistico risulta essere per l’economia mondiale uno dei settori
piø’ importanti ai fmi della produzione di "PIL" delle singole nazioni.
La dichiarazione redatta in occasione della Conferenza Mondiale dei
ministri degli Esteri tenutasi ad Osak:a alla fme del 1994, individua nel
turismo uno dei settori economici piu’ importanti in quanto a produzione
di "PIL" e ad occupazione, contribuendo per circa un decimo alla loro
produzione che tradotta in termini di fatturato risulta essere pari a 3000
miliardi di dollari (nel 1994).
Tale dichiarazione, che pu ’ sembrare eccessiva e sorprendente, Ł in realt
giustificata se si fa riferimento alla definizione piu’ ampia di turismo,
quale fenomeno multisettoriale.
In altre parole, immaginando il settore turistico come un gran contenitore
nel quale si ritrovano molteplici attivit economiche non tutte appartenenti
al settore turistico strettamente inteso, ma che sono influenzate• e lo
influenzano a loro volta, in alcuni casi marginalmente e a volte piø’
direttamente.
E’ sufficente pensare non solo ana implementazione e allo sviluppo che il
turismo da alle sue attivit collaterali, quali quene del commercio al
minuto, della ristorazione e degli svaghi serali, ma anche a tutto il sistema
produttivo industriale che viene attivato per dar corpo alla produzione dei
servizi richiesti dal turista.
Non meno importanti risultano essere le politiche praticate dai governi
nazionali e locali al fme di rendere il proprio territorio maggiormente
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appetibile ana domanda turistica. Tali interventi infatti, attivano altri settori
quali ad esempio quello edilizio, con la costruzione di grandi infrastutture,
quello dei trasporti e quello dei servizi urbani in genere.
Qualche altro dato relativo alle dimensioni dell’ "Industria" turistica potr
aiutare a percepire meglio l’importantanza che esso ha assunto per
l’economia mondiale come per l’economia del nostro paese.
Secondo i dati diffusi dall’ OMI, nel 1995 la quota dei paesi EU sul
turismo mondiale Ł risultata essere pari al 62% .
Per questi stessi paesi il turismo contribuisce alla formazione del PIL
globale per il 5,5% ed occupa circa 9 milioni di persone pari al 6% del
totale degli occupati dei paesi ED.
L’Italia risulta occupare nel 1995, il secondo posto nel mondo per entrate
valutarie, alle spalle degli Stati Uniti, assumendo quindi una posizione di
leadership nel mercato turistico mondiale e di leader in Europa come
nell’area mediterranea.
A livello nazionale secondo l’UIC (Banca d’Italia) nel 1994 le entrate
valutarie sono state pari a f. 38.315 miliardi. Nonostante la fonte sopra
citata individui nella Lombardia la Regione che ha avuto i maggiori entroiti
nel nostro paese con 11.863 miliardi, tale cifra risulta in realt gonfiata dal
fatto che nella nostra regione abbiano sede le maggiori imprese turistiche (
Tour Operator e Agenzie di Viaggi).
In questo caso, un’ indagine compiuta applicando lilla metodologia
unicamente contabile, ha quindi portato a dei risultati non applicabili in
maniera acritica ai fini della determinazione della consistenza dei mercati
nelle varie regioni italiane.
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Il dato depurato rivela in realt la posizione della Lombardia oscillante tra
il 3 o ed il 4
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posto per entroiti valutari , preceduta dalI’ Emilia Romagna,
dal Veneto e forse anche dal Lazio.
Tale posizione risulta essere comunque di tutto rispetto se si pensa alla
non eccezionale immagine turistica lombarda che spesso, (ma negli ultimi
anni in misura inferiore), viene percepita dall’esterno come un territorio
altamente industrializzato con un clima non estremamente favorevole .
Tuttavia la Lombardia, ed in modo particolare il suo capoluogo, puo’
vantare un particolare tipo di domanda turistica, caratterizzato da ,alta
capacit di spesa, il cos ddetto " turismo d’affari", praticato da
rappresentanti ,manager e alti dirigenti di aziende, da professionisti ed
imprenditori.
L’importanza del turismo d’affari per la citt di Milano Ł stata confermata
da un recente studio condotto dall’Universit Bocconi (curato da Magda
Antonioli Corigliano nel 1996) e commissionato dalla ARICOM
Cl’ associazione che raggruppa i maggiori gruppi industriali della
ristorazione moderna), secondo il quale, il Turismo d’affari a Milano
occupa un quota pari all’80% dell’intero comparto turistico milanese.
Il turismo d’affari si compone grosso modo di 2 macro - sottosettori :
Il turismo d’affari in senso stretto che ricomprende i viaggi fatti dalle sopra
indicate categorie professionali quali attivit strettamente connesse con
quelle aziendali, ed il turismo congressuale che coinvolge molteplici
categorie professionali, scientifiche e religiose, che si rivolge non solo alle
aziende, ma anche a tutto il settore associazionistico, compreso quello
politico-sindacale e al settore pubblico.
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Il numero dei metropolitan businessmen e traessi i congressisti, Ł come gi
detto numericamente rilevante e negli ultimi anni Ł andato via via
crescendo, assumendo per la citt di Milano, come per tutte le altre citt
metropolitane, un ruolo ed una funzione di primo piano per le loro
econ01llie.
Per comprendere in che cosa numericamente consista, baster citare i dati
fomiti dall’ APT di Milano in relazione alle presenze alberghiere. Tale
fonte ha stimato il numero di turisti in viaggio d’affari a Milano nel 1995,
in 5 milioni di presenze; si direbbe una vera e propria popolazione.
Questa popolazione rientra nella definizione che Martinotti in (Metropoli
1993) d ai metropolitan businessmen quali "individui appartenenti a fasce
medio alte della stratificazione sociale" che caratterizzano con la loro
presenza, insieme alle altre popolazioni da tempo presenti sul territorio
metropolitano, l’identickit delle nuove grandi citt : le metropoli di terza
generazIOne.
Fiere campionarie o di settore, mostre ed esposizioni tecniche, attraggono
flussi di manager, imprenditori, tecnici e rappresentanti che frequentano
alberghi, ristoranti e non disdegnano nel tempo libero di trasfonnarsi anche
in veri e propri turisti, visitando musei e monumenti, partecipando a
manifestazioni culturali e frequentando locali serali.
La presenza crescente dei metropolitan busmessmen spinge ad analizzare e
ad approfondire una serie di tematiche relative alla ricerca di un equilibrio
tra la realizzazione e ottimizzazione dei servizi domandati da questa nuova
popolazione e le esigenze di coloro che nella citt sono residenti,
lavoratori e consumatori, sia quando assumono la totalit dei suddetti
ruoli, sia quando ne’ assumono solo una parte.
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Le possibilit di interessi e rapporti conflittuali sono difatti possibili come
ben analizzato da Martinotti.
Basta far cenno alla situazione di congestione, traffico e a volte vero caos,
che ogni anno tra il mese di Settembre ed Ottobre si verifica a Milano in
;
concomitanza con lo svolgersi di una serie di importantissime
manifestazioni, ( Milano Collezioni, lo SMAU, il MACEF il MIPEL, ecc .. )
tutte concentrate in poche settimane.
Tali manifestazioni richiamano decine e centinaia di migliaia di persone
provenienti da ogni parte d’Italia e del Mondo. La loro presenza in os
copiosa quantit , provoca spesso disagi ai residenti dei quartieri vicini alle
sedi fieristiche.
Tale disagio Ł andato negli ultimi anm VIa VIa aumentando
proprozionaJmente con i’ addensarsi delle manifestazione e della loro
importanza, fmo a spingerli ad organizzarsi in comitati per la difesa dei
loro interessi.
Nel 1997 queste proteste hanno raggiunto il loro apice concretizzandosi in
manifestazioni di piazza (Corriere della Sera il 30/09/97 e 02/10/97) e in
veri e propri blocchi stradali, i quali hanno notevolmente contribuito ad
innalzare ulteriormente la tensione ed i contrasti tra la popolazione dei
residenti e quella dei partecipanti alle varie manifestazioni.
TI comune da parte sua, colto impreparato agli avvenimenti, nonostante
fossero ampiamente prevedibili ( ma parrebbe ingiusto imputare colpe ad
una giunta insediatatasi da solo un anno su questioni che richiedono una
programmazione di interventi pluriennali), non ha potuto far altro che
attivare delle misure di emergenza e quindi strettamente contingenti,
inviando una vera e propria task force di 160 vigili urbani nei "punti
caldi" della citt .
E’ comunque onnai chiaro a tutti che tali problematiche non possano piu’
essere affrontate con soluzioni estemporanee e di fatto non risolutrici.
E’ al contrario necessaria una politica strutturale che individui soluzioni
valide per la buona convivenza delle diverse popolazioni metropolitane,
attraverso un piano di delocalizzazione dei centri in cui si svolgono le
manifestazioni fieristiche, supportato da un relativo nuovo plano
urbanistico-stradale e commerciale.
Servono nuovi spazi distanti dal centro storico al momento fin troppo
congestionato, nuove strutture, facilmente collegati con autostrade,
aeroporti e stazioni, ma anche con il centro stesso della citt .
Serve uno studio approfondito sulla tempificazione delle vane
manifestazioni che tenga conto di molteplici fattori , quelli relativi alle
logiche commerciali dei vari mercati economici interni ed internazionali
dei vari settori e le scelte che devono e possono essere operate solamente
dai "Policy Mak:ers" al fme di rendere la citt maggionnente vivibile e
quindi appetibile per tutte le "popolazioni" presenti.
Un riequilibrio del calendario delle maggiori manifestazioni sembra onnai
indispensabile ed auspicabile, esso servirebbe ad eliminare alcune delle
distorsioni attualmente visibili agli occhi dei piu’.
A Milano, vi sono ad esempio periodi dell’anno in cui Ł sconsigliabile
avvicinarsi ai ristoranti o ad alberghi con l’idea di potervi cenare o
pernottare tanta Ł grande l’affluenza di consumatori ed utenti, altri in cui Ł
quasi imbarazzante entrarvi per la desolazione in cui si trovano.
E’ difatti a tutti noto quanto sia fondamentale la stagionalit per il settore
della moda quale caratteristica intrinseca strettamente collegata al
prodotto. Non Ł per converso cos chiaro, per quale motivo una
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manifestazione come lo SMAU, che ha assunto negli ultimi lO anni lID’
importanza ed lIDO sviluppo proporzionali all’enorme sviluppo che hanno
avuto le nuove tecnologie multimediali, debba necessariamente tenersi
nello stesso mese, creando quella congestione di eventi di cui si Ł detto.
Il riequilibrio di cui si parla, porterebbe a massimizzare ad ottimizzare e
a redistribuire (attraverso la delocalizzazione), le risorse della gran parte
degli esercizi commerciali. Alcuni di questi esercizi, sono attualmente
afflitti piu’ del dovuto da una certa "stagionalit " della domanda di beni,
non usuale per una citt metropolitana, altri non risentono affatto dei
benefici portati dalla presenza dei turisti, essendo localizzati lontano dai
centri fieristici e congressuali.
Attraverso tale riequilibrio si ridurrebbero gli effetti negativi provocati dal
verificarsi di picchi di domanda che oggi difficilmente possono essere
sodddisfatti se non ricorrendo alle misure di emergenza.
E’ inoltre ipotizzabile che tale soluzione porterebbe ad una ottimizzazione
dell’offerta, con un miglioramento dei servizi all’utenza e
conseguentemente un’immediato ritorno in termini economici. Non
bisogna infatti dimenticare che le difficolt di approvigionamento causate
dall’affollamento, disincentivano al conslUllO.
Tali soluzioni dovranno per essere abbastanza forti e convincenti, da poter
strappare gli organizzatori delle varie manifestazioni
centripeta", della quale sembrano essere in balia.
alla "forza
Anche il settore congressuale ogm anno richiama milioni di persone
provenienti da ogni parte del Mondo.
lO
Secondo ooa indagine condotta dal "dipartimento degli studi sul turismo
dell’Universit di Bologna," nel 1996 la citt di Milano ha ospitato 2,5
miloni di congressisti.
Anche i congressisti come si e detto appartengono alla popolazione dei
mertropolitan businessmen , tUttavia vi sono alCOOl fattori di
differenziazione tra il turista congressuale ed il turista d’affari.
In modo particolare, il turista congressuale Ł in media piu’ istruito del
turista d’affari, ed Ł piu’ propenso a spendere una maggiore quota del
proprio budget giornaliero per le attivit ricreative, (circa 30.000 lire/giqrno
rispetto alle 5000 lire/giorno del turista d’affari). l
Ci e senza dubbio dovuto ad una diversa distribuzione del tempo libero
per il congressista, ma anche al fatto che il congresso pu anche
rappresentare un’ occasione di svago, 00’ oppurtunit per conoscere
meglio la citt ove esso si svolge, approfondendone meglio, appooto gli
aspetti culturali e ricreativi.
L’importanza di questo aspetto non dovrebbe essere sottovalutata dagli
amministratori della citt e dagli operatori culturali e commerciali, perchŁ
come rilevato dali’ Osservatorio congressuale italiano per il 1997, se le
spese direttamente collegate agli avvenimenti congressuali sono state
stimate sull’intero territorio nazionale in circa 500 Miliardi di lire, esse
producono, attraver-so uno straordinario effetto moltiplicatore, un’indotto.
pari a 8.000 Miliardi di lire di ulteriori spese a favore di imprenditori non
appartenenti al settore congressuale in senso stretto
2
l Cfr: M. Antonioli Corigliano, Milano (anche) per i turisti, Universit Bocconi, 1996
pp. 105-108
2 Tra le spese sostenute dal congressista, sono stati stimate 4800 Miliardi in spese di
viaggio, circa 1700 Miliardi in spese per pernottamenti, 264 Miliardi per il trasporto
urbano, 746 Miliardi per la ristorazione esterna alle strutture congressuali, 450
Miliarpi per spese di Shopping e 86 miliardi per le attivit ricr\3ative.
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