2
Il rischio rappresenta la probabilità che si verifichi un evento dannoso,
anche a seguito di circostanze non sempre chiaramente imprevedibili.
Nessuna attività umana è completamente priva di rischi.
Esistono rischi di origine naturale, quali terremoti, inondazioni, eruzioni
vulcaniche, ecc., e rischi di natura antropica. Tra questi ricadono i rischi
legati allo svolgimento delle attività industriali: inquinamento ambientale,
incidenti sul lavoro, malattie professionali, incidenti rilevanti.
Il rischio di incidente rilevante, oggetto cardinale del presente lavoro di
tesi, definisce un evento quale un’emissione, un incendio, un’esplosione
di grande entità, dovuto a fenomeni incontrollati che si verifichino
durante un’attività industriale che diano luogo ad un pericolo grave,
immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o
all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze
pericolose, come classificate nel Decreto Legislativo n. 334 del 17 Agosto
1999, in attuazione della Direttiva CEE 96/82/CE.
Il Decreto Legislativo 17 agosto 1999 n. 334, citato in precedenza, è da
intendersi modificato ed integrato dal Decreto Legislativo n. 238 del 21
settembre 2005, il quale ha recepito la direttiva comunitaria 2003/105/CE
detta “Seveso Ter”.
La potenzialità di causare danni, connessi ad una determinata installazione
industriale, dipende dalla natura e quantità di sostanze pericolose in essa
presenti e dalla tipologia dei processi produttivi ivi svolti. Il D. Lgs.
334/99 definisce i processi produttivi, la natura ed i quantitativi minimi di
sostanze pericolose, che caratterizzano gli impianti a rischio di incidente
rilevante.
I gestori che conducono o detengono impianti classificati a rischio di
incidente rilevante sono tenuti obbligatoriamente ad effettuare una
dettagliata Analisi dei Rischi e presentare i rispettivi risultati alle Autorità
competenti. L’analisi dei rischi di una installazione industriale è un
processo logico che comporta l’identificazione dei possibili e potenziali
eventi anomali, la stima delle probabilità che si verifichino e la
valutazione dell’estensione e delle gravità delle conseguenze dannose,
tenendo conto delle misure preventive e mitigative poste in essere.
Il presente lavoro di tesi finalizza l’attenzione sul sistema di prevenzione
e di gestione dei potenziali rischi d’incidente rilevante che possono
insorgere sia all’interno che all’esterno dell’area industriale di Brindisi,
nonché sulle complesse ed articolate procedure poste in essere dalle
competenti Autorità locali, finalizzate alla tutela e salvaguardia
dell’ambiente e, in particolar modo, della salute pubblica, in relazione ai
consequenziali pericoli di natura chimica e tossicologica.
Il Capitolo I dedica l’attenzione al rischio industriale, con particolare
riferimento alla descrizione dei possibili eventi incidentali in grado di
determinare l’evolversi di potenziali pericoli di incidenti rilevanti.
PRESENTAZIONE
3
Il II Capitolo è destinato alla esposizione del quadro evolutivo della
normativa comunitaria e nazionale in materia di rischi di incidenti
rilavanti.
Nel III Capitolo è rappresentata la realtà industriale di Brindisi, con
particolare riferimento alla descrizione degli stabilimenti produttivi a
rischio di incidente rilevante. Parimenti, è descritto un breve ma
dettagliato periodo storico in cui l’area industriale brindisina divenne
colonia di un colosso della chimica mondiale, nonché interessata da un
tragico evento incidentale.
Il IV Capitolo è dedicato alla rappresentazione del Piano di Emergenza
Esterno per incidenti rilevanti, previsto dal D. Lgs. 334/99 e s.m.i.,
elaborato dalla Prefettura di Brindisi con la collaborazione degli
organismi tecnici competenti, degli Enti territoriali e delle Aziende stesse.
Nel V ed ultimo capitolo sono rappresentati gli specifici compiti e le
rispettive competenze del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. BR di
Brindisi, in virtù dello specifico ruolo che esso riveste nel Piano di
Emergenza Esterno. Il medesimo capitolo raffigura, inoltre, un ipotetico
Piano Operativo Interno del Dipartimento di Prevenzione di Brindisi,
elaborato al fine di pianificare e delineare tutte le procedure operative a
cui deve attenersi il personale tecnico deputato a mitigare i pericoli
connessi ad un potenziale avvenimento incidentale.
4
Alcune attività industriali che implicano particolari operazioni, quali
produzione, trasporto, deposito e travaso di sostanze infiammabili,
esplosive, corrosive e tossiche, comportano elevati rischi, tra cui il rischio
chimico e tossicologico oggetto del presente lavoro di tesi.
Dopo il gravissimo incidente verificatosi nel 1978 negli impianti
industriali della Società ICMESA in Seveso (MI) dal cui stabilimento si
sprigionò una nube di diossina con gravi effetti sulla popolazione del
luogo, con l'emanazione del D.P.R. 29.07.1982 n. 577, si inizia a parlare
di impianti di tipo complesso e ad avanzata tecnologia o di impianti di
particolare rilevanza i quali, per le tecnologie adottate, presentino alti
livelli di rischio riconducibili al settore dei rischi di incidenti rilevanti di
cui alla direttiva CEE n. 82/501 (Seveso I) recepita ed attuata in Italia con
l'emanazione del D.P.R. n.175 del 17.05.1988.
Questa normativa, oltre ad individuare le attività industriali soggette a tale
disciplina, stabilisce anche le procedure autorizzative. Tali attività sono
principalmente gli impianti destinati alla produzione, trasformazione o il
trattamento di sostanze chimiche, organiche o inorganiche, in cui vengono
a tal fine utilizzati, tra l'altro, processi di alchilazione, di esterificazione,
di polimerizzazione, di ossidazione, ecc.. Inoltre impianti e/o depositi di
gas o liquidi infiammabili, di sostanze tossiche, di sostanze con
intrinseche capacità esplosive, di sostanze reattive, in relazione ai
quantitativi in deposito e/o inseriti nei processi di lavorazione.
Gli incidenti più gravi, per gli effetti che producono all'ambiente esterno,
derivano dal rilascio di sostanze tossiche e/o infiammabili dovuto al
cedimento dei rispettivi container. Il cedimento può essere causato da un
processo non controllato, dalla combustione del fluido contenuto o dal
danneggiamento dell'involucro, derivante da fenomeni di corrosione o da
eventi esterni come ad esempio flusso di calore, urti accidentali, attacchi
terroristici, ecc..
Inoltre, i processi non controllati possono derivare dall'anomalo
funzionamento sia delle apparecchiature e/o dispositivi, quali valvole,
gruppi pompe, termostati, sia dalla scarsa manutenzione dei medesimi, ed
in ultima analisi da errori dell'uomo in particolare durante le fasi di
manutenzione.
Per il deposito di alcune sostanze, tipo cloro, ammoniaca, G.P.L.,
ossigeno, spesso si aumenta la pressione e/o si diminuisce la temperatura
INTRODUZIONE
5
rispetto ai valori normali, provocando in tal modo la liquefazione della
sostanza tale da ottenere notevoli quantità in "piccoli volumi".
Con particolare riferimento agli impianti industriali, le sorgenti di rischio
vanno normalmente ricercate nella presenza, in termini significativi, di
una o più sostanze pericolose (tossiche, infiammabili, esplosive, ecc.) e
nella presenza di notevoli quantità di energia che potrebbero venir
rilasciate in tempi brevi. E', pertanto, necessario individuare le
caratteristiche fisico-chimiche delle sostanze, le caratteristiche dei
prodotti che potrebbero svilupparsi in una delle possibili evoluzioni che
può avere l'incidente, le caratteristiche strutturali dei materiale a diretto
contatto con gli stessi.
Nello specifico, l'avvenimento, o l'evento, a cui ci si riferisce è quello del
rilascio di sostanze pericolose o di energie. Esso può essere costituito da
un singolo evento, come la rottura di un container di sostanze tossiche o,
come più spesso accade, da una serie di eventi anche indipendenti tra loro.
Gli eventi primari da prendere in considerazione sono gli incendi, le
esplosioni ed i rilasci di sostanze tossiche.
Tra le situazioni incidentali, particolare attenzione va riposta allo studio
della concatenazione di eventi sfavorevoli, ovvero quando le conseguenze
di un incidente sono causa iniziatrice di un altro evento, il cosiddetto
effetto domino, per valutare le proporzioni che l'incidente può assumere.
Al riguardo sono altresì considerati i possibili effetti che altre attività
industriali, ricadenti nell'area dello stesso fabbricante, possono avere
sull'impianto nell'eventualità che si verifichi un coinvolgimento da parte
di una di esse.
La causa iniziatrice di una serie di eventi incidentali può essere interna
all'attività, cioè strettamente connessa con il rispettivo processo
produttivo, ma anche esterna ad essa, come nel caso di tutti quegli eventi
che verificandosi al di fuori dell'attività, potrebbero coinvolgerla al punto
da causare in essa un incidente. La causa iniziatrice interna all'attività può
essere di origine tecnologica, ad esempio i malfunzionamenti, i guasti, le
rotture di componenti, apparecchiature e sistemi, o di origine antropica,
dovuta in particolare ad errori nell'interfaccia uomo-macchina.
Tra le cause esterne si possono considerare fenomeni naturali quali i
terremoti, le alluvioni, le trombe d'aria, o quelli connessi ad attività
umane come la caduta di aerei, il crollo di dighe, gli incendi e le
esplosioni durante la produzione, il trasporto, il deposito e l'uso di
6
sostanze pericolose nell'area in cui si svolge l'attività o in quella ad essa
circostante.
Una volta individuati e caratterizzati i possibili rilasci di sostanze
pericolose, l'analisi rivolgerà la sua attenzione alla valutazione dei danni
che i rilasci stessi possono provocare sia all'interno dell'attività che
all'esterno. Il primo passo sarà quello di individuare e caratterizzare
possibili evoluzioni del rilascio medesimo, quali spostamento,
dispersione, incendio e esplosione delle sostanze rilasciate. Il passo
ulteriore sarà quello di valutare in successione gli effetti e le conseguenze.
Nel caso per esempio di un incendio, sono da considerare effetti il calore,
il fumo, la fiamma, i gas di combustione; nel caso invece di un esplosione
sono da considerare effetti l'onda di pressione, i proietti, i fumi, il calore;
nel caso ancora di una nube tossica è da considerare effetto la
concentrazione in aria di sostanza tossica.
Le conseguenze sono invece ciò che potrebbe derivare di negativo a
oggetti, beni, persone investite o coinvolte; ad esempio, l'effetto rilascio
di sostanza tossica potrebbe arrecare come conseguenza asfissia,
intossicazione, irritazione; un'onda di pressione che investe un edificio
potrebbe avere come conseguenza crolli di muri, rotture di vetri, ecc.
L'analisi delle conseguenze degli eventi incidentali consiste nella
determinazione delle cause scatenanti a partire dalle ipotesi incidentali. A
tale scopo si adottano modelli di simulazione dei fenomeni in gioco, tra
cui il rilascio ed eventuale evaporazione, diffusione, irraggiamento
termico, sovrappressione, che forniscono una stima dell'intensità
dell'effetto in funzione della distanza dalla sorgente e del tempo.
Lo studio di valutazione delle conseguenze ha come obiettivi
l'individuazione e la determinazione sia delle potenziali aree di pericolo
all'interno e/o all'esterno dell'attività industriale, sia dei possibili danni
alle persone, alle cose e all'ambiente. La valutazione delle conseguenze,
intesa in termini di mappe delle conseguenze ed effetti gravi e immediati
o differiti (decesso, ferimento, avvelenamento o ricovero ospedaliero) sui
lavoratori, sulle popolazioni e/o sull'ambiente, costituisce la base sulla
quale pianificare l'emergenza.
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I.1 IL CONCETTO DI RISCHIO
Una corretta politica di gestione delle emergenze è subordinata ad
un’attenta valutazione dei rischi correlati alla presenza di attività
antropiche.
Il rischio è descritto da una funzione della probabilità di accadimento di
un evento non desiderato e delle conseguenze associate a tale evento; esso
è descritto in termini teorici con la seguente funzione matematica:
R = P x V
Dove:
• R: è il rischio
• P: è la pericolosità, cioè la probabilità di accadimento di un evento
calamitoso
• V: è la vulnerabilità, cioè il valore degli elementi a rischio (persone,
infrastrutture, ecc.) nell’area soggetta a pericolo.
Il rischio esprime, quindi, la possibilità che si verifichi un evento
indesiderato, associato ad un danno di carattere incerto, ossia non sempre
stimabile con precisione a priori. Pertanto, esso è definito come
combinazione di probabilità e di gravità di possibili danni alla salute e
lesioni in una situazione pericolosa.
Per “scenario di rischio”, inoltre, si intende la descrizione dei possibili
effetti sull'uomo e sulle infrastrutture attesi in conseguenza del verificarsi
di un fenomeno calamitoso.
La definizione matematica fornita per il rischio fa sì che eventi molto
dannosi, ma caratterizzati da una frequenza di accadimento trascurabile,
possano presentare un rischio decisamente inferiore rispetto ad eventi a
danno limitato ma di accadimento frequente. Questa definizione fa anche
comprendere come il rischio nullo, al pari della sicurezza assoluta, sia una
pura astrazione: qualunque attività umana può comportare imprevisti,
incidenti e di conseguenza dei danni.
La percezione del rischio, però, non dipende sempre dal reale valore del
rischio, ma piuttosto dal modo in cui le persone lo percepiscono. Infatti,
l’opinione pubblica avverte in modo molto più marcato i rischi connessi a
gravi conseguenze che si manifestano una tantum, rispetto ad eventi
caratterizzati da conseguenze modeste anche se molto più frequenti.
CAPITOLO I
IL RISCHIO INDUSTRIALE DA EVENTI RILEVANTI
8
Questa percezione deriva chiaramente dalla pressione dei mass media che
enfatizzano eventi con conseguenze pesanti e prestano minore attenzione
ad incidenti meno gravi ma che mediamente comportano perdite ingenti.
Il comportamento dell’uomo può essere descritto in maniera efficace
attraverso la curva di seguito raffigurata:
Figura I.1 – Curva di percezione del rischio
Dalla sua analisi si evince che, se l’evento è probabile, la stima di
accadimento si avvicina alla probabilità effettiva; se l’evento è poco
probabile invece, l’uomo tende a sovrastimare la probabilità di
accadimento.
Il problema sorge, invece, quando l’evento è raro poiché, in tal caso,
l’uomo tende a sottostimare la probabilità di accadimento degli eventi. In
realtà questa percezione “deformata” nel confronto di eventi con
conseguenze gravose non è del tutto erronea. Infatti, gli eventi catastrofici
in genere si manifestano su un gruppo sociale circoscritto, con pesanti
conseguenze sul tessuto sociale; viceversa eventi frequenti ma di piccola
entità sono più distribuiti e quindi con una ricaduta trascurabile sul
tessuto sociale nel suo complesso.
I.2 IL RISCHIO INDUSTRIALE
Il rischio industriale deriva dalla presenza, in prossimità di un tessuto
territoriale urbanizzato, di stabilimenti industriali che detengono e
utilizzano sostanze pericolose; in particolar modo a esso è associato il
rilascio incontrollato di tali sostanze, sia all’interno che all’esterno dello
stabilimento, in misura tale da produrre conseguenze dirette e indirette
sulla popolazione e sull’ambiente.
Probabilità Stimata
Probabilità Effettiva
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Le sostanze pericolose sono composti chimici che provocano effetti
sull’organismo umano se inalati, ingeriti o assorbiti (sostanze tossiche),
oppure che possono liberare un gran quantitativo di energia termica
(infiammabili) e barica (esplosivi). Le loro caratteristiche chimiche,
chimico-fisiche, e tossicologiche comportano classificazioni diverse nelle
categorie di pericolo (definite dal D. Lgs. 52/97 e dal D. Lgs. 285/98),
mentre le sostanze e i preparati pericolosi connessi con gli incidenti
rilevanti sono indicati nel D. Lgs. 334/99 e s.m.i., attuazione della
Direttiva 96/82/CE relativa “ai pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose”.
Gli eventi incidentali che originano il rilascio di dette sostanze sono noti
come incidenti rilevanti. L’incidente rilevante viene definito dall’articolo
3 del D. Lgs. 334/99 e s.m.i. come “un evento quale un'emissione, un
incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati
che si verificano durante l'attività di uno stabilimento industriale e che
dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana
o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui
intervengano una o più sostanze pericolose”.
I rischi di incidenti rilevanti sono eventi caratterizzati da una bassa
frequenza e un’elevata gravità o magnitudo, come indicato nella seguente
figura I.2
MAGNITUDO M
Figura I.2 – Diagramma Magnitudo - Frequenza
I.3 CLASSIFICAZIONE DEGLI EVENTI INCIDENTALI
Gli eventi incidentali che possono interessare uno stabilimento a rischio di
incidente rilevante sono fondamentalmente legati alla particolare
categoria, la cosiddetta “frase di rischio”, delle sostanze pericolose
RISCHI
SPECIFICI
RISCHI
CONVENZIONALI
RISCHI POTENZIALI
DI INCIDENTI
RILEVANTI
F
R
E
Q
E
N
Z
A
F
10
utilizzate per il ciclo produttivo, oltre che alla quantità in cui esse sono
presenti.
Un incidente rilevante, come precedentemente visto, è dovuto a rilasci di
energia e di materia; in base agli effetti che ne derivano è possibile stilare
un elenco degli incidenti che si possono verificare, nonché degli effetti
che questi hanno sull’uomo, sull’ambiente e sui beni del territorio.
I tre eventi incidentali principali che possono interessare uno stabilimento
a rischio di incidente rilevante sono l’incendio, l’esplosione e il rilascio di
sostanze tossiche. Per ciascuno di questi è, inoltre, possibile distinguere
specifiche tipologie di incidenti, sulla base delle caratteristiche proprie di
ogni evento incidentale.
I differenti eventi incidentali possono inoltre essere interconnessi tra di
loro, ovvero una tipologia di incidente può portare al verificarsi di un
secondo evento incidentale, come evidenziato in Figura I.3.
Figura I.3 – Legami tra eventi incidentali
I.3.1 L’INCENDIO
Gli incendi che possono essere classificati come grandi rischi industriali
sono generalmente da ricondursi al rilascio di sostanze combustibili
gassose o liquide; dal punto di vista del rischio industriale,
particolarmente importanti sono gli incendi di liquidi, vapori e gas.
RILASCIO DI
SOSTANZE
TOSSICHE
INCENDIO ESPLOSIONE
EVENTO
RADIAZIONE
TERMICA
FIAMMA
PICCHI DI
PRESSIONE
PROIETTI
DIFFUSIONE
DI
GAS/VAP/LIQ/
POLVERI
SOSTANZE
TOSSICHE E
INQUINANTI