I
INTRODUZIONE
L’intento della presente tesi è quella di mostrare il percorso artistico del regista Robert
Altman nel suo peculiare aspetto della destrutturazione della trama da lui attuata per quasi
tutta la sua carriera artistica, con particolare attenzione alla pellicola Short Cuts del 1993 -
vincitrice del Leone d’Oro alla Cinquantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia ex aequo con Film Blu di Krzysztof Kieslowski -, a mio avviso quella più
rappresentativa per comprendere il significato del concetto di destrutturazione per il regista. A
questo scopo una particolare attenzione verrà data al confronto con la fonte del film, ossia i
nove racconti e la poesia “Limonata” di Raymond Carver, raccolti in un unico testo
dall’omonimo titolo dopo l’uscita del lungometraggio.
La tesi è suddivisa in due parti, in modo da rendere più chiaro e manifesto il percorso
artistico che porta il regista a elaborare il suo concetto nella pellicola in questione.
Dopo una biografia dettagliata del regista che si propone di mostrare l’eclettica carriera
artistica di Robert Altman a partire dall’esordio nei documentari aziendali, al passaggio
attraverso la regia televisiva fino ad arrivare ai lungometraggi veri e propri, iniziati all’età di
trent’anni, si passano ad analizzare le tematiche del regista, con un occhio sempre rivolto alla
destrutturazione in quanto tale che viene attuata dal regista fin dai primi lungometraggi e che
resterà il filo conduttore di gran parte delle sue opere fino a Short Cuts, dove la
destrutturazione diventerà evidente e manifesta in modo fortemente accentuato rispetto alle
prime pellicole.
Le tematiche altmaniane trattate nella tesi saranno peculiari e tipiche di tutta la sua opera.
Negli anni della crisi del cinema classico hollywoodiano il regista sperimenta un’accentuata
revisione dei generi oltre a una forte frammentarietà dell’opera. Queste ultime risultano
manifeste in pellicole come Brewster McCloud (1970), M.A.S.H. (1970) e Nashville (1975) -
per prendere a mio avviso solo le più esemplari per comprendere ciò che Altman intende per
revisione e frammentarietà - e porteranno inoltre a passare in esame il peculiare stile ironico
del regista e la sua non comune attenzione per il sound, la quale lo porterà addirittura a creare
un apparecchio apposito per la registrazione dei suoni, delle voci e delle musiche. Una
particolare attenzione ricadrà poi sulla sua propria visione delle donne a cui il regista dedica
tre pellicole molto significative - That Cold Day in the Park (1969), Images (1972) e Three
Women (1977). L’universo femminile vi verrà analizzato in ogni sua componente in modo
estremamente approfondito e analitico fino a farne emergere anche gli aspetti più sconcertanti
II
che in alcuni casi sfoceranno in visioni estremistiche e drammatiche. Sempre restando
all’interno della revisione dei generi Altman passerà anche attraverso la presa in esame dei
classici eroi hollywoodiani - McCabe & Mrs. Miller (1972), The Long Goodbye (1973),
Thieves Like Us (1973) - che diventeranno uomini impauriti dalla vita, solitari e perdenti
che avranno superato l’entusiasmo per passare a vivere con rassegnazione la maggior parte
delle loro vicende. Altre due tematiche considerate poi ugualmente importanti sono quella del
circo - con particolare attenzione alle pellicole Brewster McCloud (1970), M.A.S.H. (1970) e
Buffalo Bill and the Indians, or Sitting’s Bull Hisotry Lesson (1975) - e quella del gioco -
presente in modo più manifesto e palese soprattutto nel film Quintet (1979) - che,
collegandosi come le tessere di un domino, forniranno un seguito e una conclusione amara al
tema femminile e a quello degli “eroi perduti”, che non troveranno altra strada che muoversi
in un mondo caotico come un circo in cui non resta che continuare a sopravvivere - non a
vivere - come in un gioco atroce e male orchestrato. Per mettere in luce l’importanza di
queste tematiche l’analisi della tesi ricadrà inevitabilmente sulle tecniche registiche proprie e
particolari di Altman, con un occhio più attento alla scenografia, alla sceneggiatura, alla sua
peculiare direzione degli attori, agli specifici movimenti della macchina da presa, alle varie
tipologie di inquadratura, al montaggio e alla fotografia.
Nella seconda parte della tesi la destrutturazione della trama è stata posta in evidenza
attraverso il confronto con lo scrittore Raymond Carver. Vengono presi in esame in modo
particolare i nove racconti e la poesia “Limonata” da lui scritti, ossia la fonte da cui Altman
attinge per arrivare alla messa in scena di Short Cuts. Definito capostipite del minimalismo
per il suo stile di scrittura spoglio e scarno - ma che non implica affatto un vuoto di significati
e di tematiche profondamente centrate sull’individuo e sul suo sopravvivere alle difficoltà
della vita - Carver diventa terrreno fertile per ciò che secondo molta critica sarà il capolavoro
assoluto di Altman.
Dopo una biografia dettagliata ed esaustiva dello scrittore saranno messe brevemente in luce
le sue tematiche attraverso dei sintetici riassunti dei suoi racconti - Carver non ha mai scritto
un romanzo -, ossia “Vicini”, “Loro non sono mica tuo marito”, “Vitamine”, “Vuoi star zitta
per favore?”, “Con tanta di quell’acqua a due passi da casa”, “Una cosa piccola ma buona”,
“Jerry, Molly e Sam”, “Creditori”, “Di’ alle donne che andiamo” e la poesia “Limonata”.
Le crisi di identità, la rassegnazione, la mediocrità, la vita di coppia, la natura diventeranno
la base del “minestrone” di Altman, come lui lo definisce, attraverso cui Altman creerà un
universo composito e del tutto peculiare della rappresentazione di una società amorale, cinica,
corrotta e con poche speranze di sopravvivenza se non quelle dettate dalle regole sociali
III
seguite in modo pedissequo senza più interesse per l’etica individuale. Allo scopo di far
emergere questa visione - che tanta critica ha definito ancora più cupa e feroce di quella
evidenziata da Carver nei suoi scritti - vengono riportati i dialoghi dei personaggi della
pellicola, per proseguire e concludere poi con un raffronto, sia dal punto di vista delle
tematiche, sia dal punto di vista delle tecniche registiche, tra lo scrittore e il regista in
questione. Verranno analizzati i vari elementi che lo compongono, partendo dal titolo,
passando per l’elemento centrale della strutturazione/destrutturazione della trama fino ad
analizzare i personaggi - e il loro intrecciarsi - e le tematiche, con particolare attenzione
all’ironia, al sound, alle donne, agli “eroi”, al circo e al gioco - le tematiche che appartenenti
al primo Altman ritornano ora in una visione apocalittica e inumana della società americana
fino ad arrivare agli aspetti prettamente tecnici.
Se per molta critica il risultato di questa operazione di trasposizione dai racconti al film è
una valutazione feroce della società americana, composta da Altman secondo una ri-unione e
una successiva frammentazione dei racconti che compongono il romanzo che Carver non ha
mai scritto, il regista va oltre, si rifà allo spirito più profondo di Carver, con il risultato di una
dura e brutale esibizione delle debolezze che fanno parte di ogni individuo.
1
CAPITOLO UNO
BIOGRAFIA DI ROBERT B. ALTMAN
Robert B. Altman
2
1.1. Gli esordi e le prime opere
Robert Bernard Altman, regista statunitense, nasce da una famiglia borghese il 20 febbraio
1925 a Kansas City, nello stato del Missouri. La sua famiglia era di origine tedesca – il suo
cognome originario era infatti Altmann -, in quanto il bisnonno Clement era immigrato dallo
Schleswig-Holstein in Nord America intorno al 1840. Il nonno di Robert, Frank senior, lavorò
a Kansas City sia come orafo – dove nel 1882 aprì un negozio -, sia nel campo immobiliare -
infatti fino al 1978 esisteva nella medesima città il “Kansas Building”. Il padre di Robert,
ultimo di sei figli, era un assicuratore che vendeva polizze sulla vita, sposato a Helen
Matthews, donna proveniente dal Nebraska che per lui si convertì al cattolicesimo. Dalla loro
unione nascono Robert, Joan e Barbara.
Durante l’infanzia e l’adolescenza Altman frequenta prima la scuola cattolica di St Peter, per
breve tempo studia alla Catholic High School e infine passa alla Rockhurst High School,
gestita da gesuiti. Nel 1941 entra all’accademia militare di Wentworth a Lexington, in
Missouri, dove si diploma e si laurea in ingegneria matematica. Nel 1945 si arruola
nell’aviazione militare come copilota di un B-24 e, di stanza nelle Indie olandesi, compie
circa quaranta missioni in un anno durante la seconda guerra mondiale.
Al ritorno in America Altman viene congedato. Si sposa a Kansas City con la modella
LaVonne Elmer e nel 1946 si trasferiscono insieme a Los Angeles. L’anno dopo dalla loro
unione nasce la figlia Christine, ma nel 1949 divorziano. Nel frattempo Altman conosce
George W. George, inquilino al piano inferiore della casa del padre a Malibu, in California,
che avrà una grande importanza negli inizi del lavoro di Robert. Un suo zio era infatti regista
e Robert e George inizieranno a lavorare insieme l’uno come scrittore - intento primo di
Altman - e l’altro come regista. Dalla loro prima collaborazione usciranno due trattamenti,
Bodyguard [Squadra mobile 1961], venduto alla RKO - Radio-Keith-Orpheum, celebre casa
di produzione e distribuzione cinematografica, all’epoca specializzata in film noir a basso
budget -, che diventerà poi un film, e Christmas Eve. Nel frattempo Altman accetta un ruolo
come comparsa nel film Sogni proibiti di Norman Z. McLeod girato dagli studi della Metro
Goldwin Meyer di Hollywood e scrive il musical di Brodway The Rumors Are Flying. In
questo periodo Altman lavora inoltre come marchiatore di cani per arrotondare il suo
stipendio, diventando vicepresidente della società, che verrà alla fine venduta ad un’azienda
di cibo per cani.
L’idea di fare il regista nasce per Altman molto tardi, e di preciso dopo l’incontro a Kansas
City nel 1950 - dove il regista era tornato di passaggio per la strada per New York, dove
aveva tentato di inserirsi nel mondo cinematografico hollywoodiano, ma senza successo - con
3
il direttore artistico della Calvin Company Bob Woodburn. La società si occupava di
documentari aziendali con un’ottica cinematografica del tutto ostile a quella hollywoodiana.
Altman viene assunto nella compagnia all’inizio “guidando il camion del generatore e
occupandosi di contabilità”
1
, quindi, dopo appena sei mesi, come sceneggiatore e regista di
documentari aziendali. Altman resta a lavorare nella società per sei anni, iniziando appunto
con mesi di gavetta come sceneggiatore e passando solo dopo alla regia con documentari,
filmati educativi, pubblicitari e sessantacinque cortometraggi su molteplici soggetti, variando
dal football agli incidenti stradali. Nel 1950, inoltre, collabora alla sceneggiatura del musical
Corn’s-A-Poppin’.
Mentre si trova a Kansas City Altman fa le sue prime incursioni nel mondo della televisione:
nel 1953 gira infatti Pulse of The City, una serie di film della durata di quindici minuti,
trasmessa per un anno da un network indipendente.
Nel 1954 sposa Lotus Carelli e dalla loro unione nasceranno Michael e Stephen.
Divorzieranno nel 1957.
Nel 1955 Altman affronta la sua prima esperienza come regista con il film The Delinquents,
girato a Kansas City in due settimane con basso budget e con l’utilizzo soprattutto di attori
locali, amici e parenti. Il film viene distribuito dalla United Artists nel 1957 e tratta di gang
giovanili e di microcriminalità, sulla scia della moda dell’epoca.
Nel frattempo, dopo che Altman si era prestato anche alla regia teatrale, arrivano le offerte di
serie televisive. Alfred Hitchcock, regista all’epoca già affermato, vede il film di Altman The
Delinquents e lo scrittura per realizzare a New York Suspicion, una serie di programmi di
un’ora. Sulla base di qualche scena per la seconda unità del telefilm, Altman viene poi
scritturato per dirigere due episodi di mezz’ora della serie Alfred Hitchcock presenta: The
Young One e Together. Nella serie lavorano già scrittori del calibro di Ray Bradbury e Roald
Dahl, attori di grande richiamo come Steve McQueen, Burt Reynolds e Robert Redford e
registi che diventarono poi molto famosi come William Friedkin e Sidney Pollack.
Nel 1957 George W. George, venuto a conoscenza della morte di James Dean, propone ad
Altman un documentario sulla sua vita, La storia di James Dean, girato grazie ai suoi
finanziamenti, che esce nello stesso anno per la Warner Bros.
Dopo Delinquents e La storia di James Dean Altman, per non girare solo film a basso budget
e che non gli interessano veramente, riprende la regia televisiva. Dopo la rottura con
Hitchcock a causa delle accuse rivolte da Altman nei confronti dei sindacati locali - accusava
1
Orio Caldiron e Sebastiano Lucci (a cura di), La televisione di Robert Altman, Litografia Bettivelli,
Conegliano, 1996, p. 22
4
infatti il sindacato dei camionisti di averlo ricattato affinché fossero utilizzati uomini del
suddetto e mezzi di cui in realtà non aveva bisogno - nel 1958 inizia a lavorare per la società
di produzione televisiva Desilu. con cui gira quattordici episodi di Avventure in elicottero
[The Whilrybirds]. Dalla Desilu gli viene inoltre affidata la regia di altre due serie televisive:
U.S. Marshall e The Troubleshouters. Sempre nel 1958, per un anno, Altman dirige poi alcuni
episodi di The Millionaire per il produttore Don Fedderson.
Il 1959 è l’anno del grande salto qualitativo per Altman, il quale viene assunto dalla Warner
Bros dove realizza un episodio di Hawaian Eye, di Lawman, di Surfside Six e di Maverick.
Nello stesso periodo Altman trova lavoro come regista nella popolare serie televisiva Bonanza
a cui comincia a lavorare dalla seconda serie e una delle prime serie televisive ad essere girate
a colori.
Nel 1960 Altman sposa Kathryn Reed, comparsa televisiva e cinematografica. Dalla loro
unione nascerà Robert junior e la coppia adotterà inoltre Matthew.
Nel 1961 Altman lavora con la Twentieth Century Fox per la quale dirige alcuni episodi di
Bus Stop, una serie antologica tratta dalla commedia di William Inge con Marilyn Monroe.
Tra il 1962 e il 1963 realizza e produce alcuni episodi di Kombat, serie che trattava della
Seconda guerra mondiale in cui Altman riesce ad avere controllo totale su tutte le fasi di
lavorazione; l’episodio Volunteer viene inoltre proiettato alla mostra di Venezia.
Nel 1963 Altman lavora per la Universal come produttore e regista della serie Kraft
suspence theatre, di cui gira quattro episodi e, dopo questa esperienza, fonda la propria società
di produzione con Ray Wagner, la Lion’s Gate Films.
Nel 1964, sempre per la Universal, dirige Once Upon a Savage Night, un film di stampo
televisivo tratto da un romanzo di William P. McGivern alla cui lavorazione partecipano il
montatore Danford B. Greene, il produttore Robert Eggenweiler e il compositore John
Williams. Dopo aver ultimato il film Altman lascia la Universal.
La concezione della televisione per Altman è descritta molto bene nelle sue parole: “Non ho
mai visto differenze tra il lavoro di quegli anni per la televisione e quello per il cinema, sono
parti dello stesso libro. Sono molto fiero soprattutto del lavoro che ho fattoper ‘Kombat!’”
2
.
In questo periodo televisivo, inoltre, Altman fa la conoscenza di attori che parteciperanno ai
suoi film successivi e si dedica allo studio dei vari tipi di macchine da presa e della fotografia,
infatti “la televisione divenne il terreno ideale dove poté esplorare gli strumenti e le
tecnologie grazie alle quali oggi viene riconosciuto come uno dei grandi (r)innovatori del
2
Citato in Furia Berti, Robert Altman, Il Castoro, Milano, 2007, p. 5
5
cinema americano”
3
.
Prima di riuscire a sfondare nel campo dei lungometraggi, Altman gira dei cortometraggi
comici, tre dei quali erano The Kathryn Reed Story, The Party e Pot au feu.
Nel 1968 Altman realizza il suo primo film per uno studio cinematografico, Conto alla
rovescia [Countdown], una sorta di documentario fantascientifico girato per la Warner Bros a
basso budget dopo aver letto il romanzo “The Pilgrim Project” di Hank Searle.
A questo film segue nel 1969 Quel freddo giorno nel parco [That Cold Day in The Park],
tratto dall’omonimo romanzo di Richard Miles, film drammatico che racconta la storia di una
donna che tiene un uomo prigioniero in casa, uscito per la produzione indipendente della
Factor Altman-Mirrel film con il contributo del Commonwealth United del Canada e
presentato fuori concorso al ventiduesimo Festival di Cannes.
M.A.S.H. - acronimo di Mobile Army Surgical Hospital, letteralmente in italiano Ospedale
Chirurgico da Campo dell’Esercito - porta al successo Altman nel 1970, all’età di
quarantaquattro anni. Film satirico sulla guerra tratto dall’omonimo romanzo di Richard
Hooker, il film viene prodotto per la Fox con un budget limitato. Nel 1970 vince il premio
Grand Prix al Festival di Cannes e nel 1971 vince l’Oscar per la migliore sceneggiatura non
originale, il Golden Globe come miglior film commedia o musicale e altri undici premi e
diciannove riconoscimenti in tutto il mondo.
E’ in questo periodo che Altman mette a punto le sue peculiarità registiche.
Nello stesso anno gira il lungometraggio Anche gli uccelli uccidono [Brewster McCloud]
della Lion’s Gate Films, casa di produzione creata da Altman stesso nel 1963, per la Metro-
Goldwin-Meyer, film che parla della storia di un ragazzo che sogna di volare e commette una
serie di strani omicidi, quello che il regista stesso ha definito una “favola per adulti”
4
. Il
copione era di Lou Adler, un produttore discografico.
Nel 1971 è la volta de I compari - titolo originale McCabe & Mrs. Miller – tratto dal
romanzo “McCabe” di Edmund Naughton, pubblicato nel 1959 e ambientato nel 1901, sorta
di western drammatico che si sviluppa intorno alla figura di John McCabe, l’ “eroe” deciso ad
aprire un casinò a Presbiterian Church, una cittadina composta principalmente da minatori
immigrati nel nuovo continente. La colonna sonora si sviluppa sulla base di tre pezzi di
Leonard Cohen: Winter Lady, Sister of Mercy e The Stranger Song.
Nel 1972 Altman dirige Images, un film drammatico sulla psicopatologia femminile che
3
Orio Caldiron e Sebastiano Lucci (a cura di), La televisione di Robert Altman, Litografia Bettivelli,
Conegliano, 1996, p. 15
4
David Thompson (a cura di), Altman racconta Altman, Kowalski, Milano, 2007, p. 25
6
tratta della storia di una donna che vive in una casa isolata e delle sue allucinazioni su amanti
maschili intercambiabili e di assassini; il piano reale e quello immaginario vengono
continuamente mischiati. “Sarà, assieme a Tre donne, l’unico soggetto originale scritto da
Altman”
5
. Il film viene presentato al venticinquesimo Festival di Cannes e vince la Palma
d’oro per la migliore interpretazione femminile di Susannah York, la quale all’epoca del film
stava scrivendo “In Search of Unicors”, una favola per bambini, che è stata poi inserita nella
trama stessa del film come suo accompagnamento.
1.2. La fase del successo
Sfruttando l’onda del successo di M.A.S.H., Altman può finalmente permettersi di girare i
film che desidera, dopo aver costituito una propria società, la Lion’s Gate - dal nome del
ponte di Vancouver, le cui cime delle montagne hanno forma di leone. Le persone chiave
della società furono i collaboratori generali del regista per tutti gli anni Settanta e la società
funzionò anche come produttrice di film di altri registi, quali ad esempio L’occhio privato di
Robert Benton, con cui Altman non ha avuto un’esperienza positiva; Rich Kids di Robert
Young, che si rivelò un’esperienza disastrosa; e soprattutto i film di Alan Rudolph.
Nel 1973 Altman gira Il lungo addio [The Long Goodbye], tratto dall’omonimo romanzo di
Raymond Chandler, film che rispecchia il modello di vita hollywoodiano - è infatti fino ad
ora il film più hollywoodiano del regista - durante gli anni Settanta. Si tratta di un noir
drammatico con protagonista il detective Philip Marlowe, che cerca di far luce sull’assassinio
della moglie del suo più caro amico e sul presunto suicidio dello stesso, raccontato dal punto
di vista del protagonista.
Con Gang, del 1974 - il cui titolo originale è Thieves Like Us, letteralmente in italiano Ladri
come noi, dall’omonimo romanzo di Edward Anderson del 1937, ambientato nell’epoca della
Grande Depressione nel Mississippi - Altman scrive una commedia a basso budget per la
MGM che prende ispirazione dal celebre Ganster Story dell’epoca, ne mantiene in parte
l’elemento romantico e noir legato alla storia d’amore tra i due protagonisti e pone più
distintamente l’accento su tre uomini di mezza età disillusi e criminali di professione. Il film
viene presentato al ventisettesimo Festival di Cannes, ma non vince alcun premio.
California Poker, dello stesso anno, è una commedia sul gioco d’azzardo, mondo da cui
Altman, su influenza del padre che era un grande giocatore, è molto affascinato: “E’ stato mio
padre a insegnarmi il vero significato del perdere, Mi ha insegnato che perdere è un tratto
del carattere, che puoi essere un buon perdente e un pessimo vincitore e che nulla di tutto
5
Furia Berti, Robert Altman, Il Castoro, Milano, 2007, p. 28