MITO del gitano Premessa
PREMESSA
L'idea di questo lavoro nasce dall'intenzione di interpretare fenomeni di turismo culturale senza
tralasciarne l'aspetto sociale. Il popolo rom è spesso protagonista della cronaca e viene etichettato in
base a un punto di vista diverso rispetto a quello dei diretti interessati. Conoscere la cultura di un
altro popolo attraverso una manifestazione musicale mi ha offerto un'ottima occasione per studiarne
vari aspetti. Inoltre mi ha permesso di intraprendere un viaggio nel fenomeno dei festival, che
dall'Ottocento a oggi si è evoluto e ha ampliato le sue forme, per non considerarlo soltanto un
evento di arte per l'arte.
L'elaborato si sviluppa in una sezione teorica sui festival in generale e sulla musica gitana, e una
sezione pratica dove viene analizzato il festival MITO e la rassegna proposta al suo interno nella
seconda edizione, Il viaggio musicale dei gitani.
Inizialmente ho voluto soffermarmi sul concetto di festival, dalle origini a oggi, ricorrendo sia a
manuali didattici sia a libri specializzati sul tema. Ho ritenuto opportuno fornire alcuni esempi
commentati di manifestazioni musicali nazionali per caratterizzare le varie tipologie che si possono
riscontrare nella realtà.
Poi mi sono concentrata sulla cultura gitana, sul percorso storico-geografico del popolo rom e sullo
sviluppo differenziato della musica nei vari paesi. La musica gitana si compone di tante influenze, e
spazia dai ritmi orientali sinuosi e sensuali, a quelli più corposi e passionali del flamenco; era
necessario soffermarsi anche sugli artisti che hanno creato questo genere per fornire un quadro
completo ed esaustivo.
Di seguito sono entrata nel vivo dell'argomento introducendo il Festival MITO SettembreMusica,
dalla sua fondazione all'ultima edizione, analizzando in particolare i cambiamenti avvenuti nelle
città di Milano e Torino che ospitano la suddetta manifestazione. Il discorso ha mostrato con
esempi l'importanza del festival sia a livello geografico, sia a livello prettamente musicale, uscendo
dagli schemi della “musica d'élite” per passare a quelli della “musica per tutti”.
Infine mi sono dedicata all'argomento specifico dell'elaborato, ovvero la rassegna di musica gitana
all'interno della seconda edizione del festival, descrivendo gli spettacoli proposti e analizzando la
rassegna stampa e l'affluenza del pubblico.
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MITO del gitano Capitolo 1 – Il Festival
CAPITOLO 1
IL FESTIV AL
1.1 DEFINIZIONE DI FESTIVAL E CARATTERISTICHE
Il termine festival indica una manifestazione artistica che si ripete periodicamente in un dato luogo
e che prevede una serie di eventi musicali, teatrali, cinematografici. Paolo Zenoni, esperto del
settore dello spettacolo, specifica meglio questa definizione aggiungendo che deve essere “una
occasione di presentazione di nuove creazioni artistiche, di opere originali e mai viste” (2006 pp.
200-220).
È evidente pertanto che una delle caratteristiche principali del festival è la novità, e non la qualità
artistica: un festival “non promette il meglio ma il nuovo e non è detto che il nuovo sia per forza di
qualità eccellente”.
Bisogna a questo punto definire un altro termine per avere un quadro generale completo: la
rassegna. Per rassegna si intende una manifestazione che raccoglie come in una vetrina il meglio
degli spettacoli già esistenti, non inediti, con l’intento di proporre l’optimum di un genere
determinato.
Il tema della qualità è il primo che abbiamo incontrato ed è importante soffermarsi su due aspetti:
qualità del progetto e qualità degli eventi proposti. Nel primo caso si parla della manifestazione
completa in merito al raggiungimento o meno di alcuni obiettivi che si erano posti in partenza. I
parametri di valutazione sono obiettivi (raggiunto/non raggiunto) ma per poter analizzare i risultati
ottenuti bisogna lasciar passare il tempo necessario, perché il festival ha bisogno di un periodo di
sviluppo nel quale conseguirli; spesso il perseguimento della meta prefissata avviene dopo parecchi
anni, “talvolta anche quando la manifestazione prevista non c’è più”.
Per quel che riguarda la qualità degli eventi proposti la situazione cambia: il giudizio non è più
oggettivo, bensì soggettivo, poiché si tratta di valutare la qualità artistica e pertanto sarà una
valutazione opinabile e non assoluta. Si procede quindi analizzando il rapporto costo-qualità, cioè
la rilevanza dell’evento relazionata al capitale impiegato per la sua realizzazione: è ovvio che
spendendo molto sarà più semplice raggiungere gli stessi risultati che spendendo meno. Il trucco sta
nella capacità di chi organizza il festival di “pagare poco quello che costa molto”. Ma non è solo
una questione finanziaria. Spesso in ambiente artistico si prendono delle decisioni in base
all’occasione promozionale che viene proposta senza pensare troppo al mero vantaggio economico,
poiché essere presenti in uno specifico contesto può risultare a tal punto qualificante che si è
disposti a farlo anche in cambio di nessun contributo economico. D’altra parte l’organizzatore per
ottenere questo tipo di situazione deve garantire alcune condizioni, come una perfetta situazione
tecnica e logistica, la presenza di leader di mercato e d’opinione e un notevole rilievo mediatico.
Ciò ovviamente vale se il festival ha una popolarità già affermata e funge da mezzo promozionale, e
non sia invece il contrario, ovvero che necessita di un “vip” per crearsi una visibilità che altrimenti
non avrebbe.
Anche il fattore del target a cui il festival è rivolto è importante perché a seconda delle sue
caratteristiche le risorse finanziarie saranno concentrate in una direzione piuttosto che in un’altra,
per esempio sugli spettacoli centrali oppure sugli eventi satellite.
Quest’ultima precisazione ci permette di introdurre l’ argomento della tematizzazione del festival.
Chi intende organizzare una manifestazione deve conoscere alcuni elementi chiave che
costituiscono il tema, ovvero il fulcro sostanziale dell’evento. Deve essere informato riguardo il
passato, il presente e le tendenze future del fenomeno artistico in questione; il livello di richiamo; il
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MITO del gitano Capitolo 1 – Il Festival
target di riferimento dell’evento, benché alcuni temi possano essere proposti in maniera trasversale
su un pubblico eterogeneo; infine riguardo l’area geografica che ospiterà l’evento.
- La comunicazione
La comunicazione è una componente fondamentale di qualsiasi progetto che si vuole proporre al
pubblico, perché permette di rendere noto, di far conoscere, il lavoro in questione e di creare
l'aspettativa nei possibili fruitori.
Le funzioni della comunicazione sono:
informare, mettere a conoscenza la comunità dell’esistenza del festival;
convincere, nel presupposto che il soggetto sia stato informato e sia interessato alla proposta
tanto da volere altre informazioni;
preparare alla fruizione, fornire molti dettagli riguardo l’evento in modo da creare una
conoscenza di base che permetta una migliore fruizione.
I mezzi attraverso i quali si attuano queste funzioni sono quattro.
Il primo è la pubblicità, il procedimento più impersonale del processo comunicativo che permette di
raggiungere grandi quantità di persone a un costo ridotto, che costituiscono il pubblico potenziale.
Presenta il festival e chi lo organizza creando un testimonial, ovvero una figura di garanzia
identificabile, e un’immagine durevole e persistente del progetto. Il messaggio che propone è
sintetico e serve a presentare gli aspetti che rispondono alla domande “cosa, chi, dove e quando”.
Risulta chiaro come la pubblicità soddisfi parzialmente la fase informativa, lasciando i contenuti in
secondo piano.
A questi ultimi si dedica la promozione, la quale risponde al “perché” entrando nella sostanza della
manifestazione e concludendo così l’informazione. Inizia anche l’opera di convincimento del
potenziale utente, che verrà però affrontata appieno dalle relazioni pubbliche.
La comunicazione collettiva con gli utenti davvero interessati e prossimi alla fruizione è intrapresa
dalle pubbliche relazioni. È importante sottolineare che gli addetti alle public relation non devono
solo sfoggiare competenze comunicative, ma devono essere competenti riguardo a ciò che
propongono, devono avere studiato a fondo il festival e averlo esaminato nei minimi dettagli così da
risultare esperti in materia per poter rispondere a ogni richiesta.
Infine il direct marketing, che è il veicolo che conclude il processo comunicativo: opera in un
ambiente individuale o di piccoli gruppi e si occupa di completare la preparazione alla fruizione e di
fidelizzare l’utente.
A seconda del mezzo di comunicazione utilizzato si sceglieranno alcuni strumenti al posto di altri:
stampa, radio, televisione insieme ad affissione e volantinaggio, si addicono a una
comunicazione sintetica e generale, in grado di raggiungere un grande pubblico; per questi
motivi sono adatti al mezzo pubblicitario;
comunicati stampa brevi e direttamente pubblicabili, locandine, apparizioni radio-televisive
o durante eventi locali dei personaggi nel periodo immediatamente precedente al festival,
approfondiscono i contenuti presentati e sono ottimi mezzi promozionali;
rapporti personali di natura preventiva-consuntiva con le istituzioni che hanno patrocinato la
manifestazione o con i leader d’opinione territoriale devono essere intrattenuti dai P.R. per
mantenere buoni i rapporti nel tempo;
gadget come ricordo del festival sono uno strumento utilizzabile sia dalle relazioni
pubbliche sia dal direct marketing, poiché consentono di mantenere viva la memoria della
manifestazione da una parte e di caratterizzare la comunicazione dall’altra;
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MITO del gitano Capitolo 1 – Il Festival
infine mailing list differenziate per categoria (cultura, giornalisti, pubblico fidelizzato,
pubblico generico ecc.), che permettono di avere un comunicazione personalizzata con
l’utenza e d’informarla sui dettagli riguardanti l'area d’interesse specifico, o eventi
precedenti alla manifestazione riservati agli utenti più interessati, sono gli strumenti
maggiormente utilizzati dal direct marketing.
Dopo questa breve analisi del festival in generale non bisogna pensare che i contenuti artistici che lo
compongono siano meno rilevanti delle parti strutturali e comunicative: l'elemento qualificante per
la buona riuscita di un progetto rimane la sostanza, che deve però essere funzionale e correlata al
contesto territoriale e deve essere espressa nei giusti termini per ottenere nella pratica il valore che
le si addice nella teoria.
1.2 STORIA, EVOLUZIONE E CARATTERISTICHE DEI FESTIVAL MUSICALI
Il festival inglese di York è il più antico festival musicale europeo e risale al 1791. Continuò fino al
1803 ma fu ripreso occasionalmente anche durante il XIX secolo; si svolgeva in quattro giornate,
l'ultima dedicata al Messiah di Händel, e prevedeva concerti, anche serali, e balletti.
Il festival di Bayreuth è universalmente considerato l'archetipo ideale dei festival musicali. Nacque
dalla volontà di Richard Wagner, esule a Zurigo, di creare qualcosa di innovativo rispetto all'offerta
proposta nei teatri lirici delle corti e delle province, che andasse controcorrente rispetto al
tradizionale spettacolo mondano. Wagner sognava uno spazio provvisorio, un teatro in legno da
utilizzare solo per un evento e poi essere smantellato, privo di ornamenti, composto da una platea
costruita sul modello degli anfiteatri greci, la fossa per l'orchestra e la scena. Tutti gli investimenti,
finanziati da Luigi II di Baviera, erano finalizzati a scopi artistici, le spese per la realizzazione
dell'edificio e per gli artisti ingaggiati dovevano essere ridotte al minimo, se non scomparire del
tutto. Il suo pubblico ideale sarebbe stato costituito dai veri amanti dell'arte poiché la sua
concezione si staccava completamente dalle influenze dei repertori passati. Per raggiungere gli
obiettivi di idealizzazione dell'opera presentata la localizzazione doveva essere adeguata: fuori dai
poli culturali d'allora ma al centro d'Europa; Bayreuth si presentò come il luogo più adatto e
nell'estate del 1876 si ebbe la prima edizione del festival wagneriano che prosegue ancora oggi.
Già nel 1875 però, Luigi II di Baviera aveva promosso il festival di Monaco, ospitato in un teatro in
muratura fatto costruire apposta per l'occasione, proponeva nel programma opere dello stesso
Wagner e di Mozart.
Da questi tre esempi, soprattutto dall'idea di Wagner, risulta evidente la volontà iniziale di creare un
festival innovativo, un evento speciale e di grande qualità, che non avesse altro fine se non l'arte.
Nella prima metà del secolo successivo le situazioni che portarono alla nascita di nuovi festival
furono differenti. In primo luogo dobbiamo ricordare che questo periodo fu segnato dalle due guerre
mondiali: i festival nacquero allora come risposta ai conflitti durante gli anni del dopoguerra e come
reazione alla tradizione e alle ideologie dominanti. Il Festival di Salisburgo del 1920 fu
l'espressione della fine dell'impero Austro-Ungarico; il Festival di Edimburgo e il Festival d'Olanda
del 1947 sono solo due esempi della decina di festival che sorsero con la cessazione dei conflitti.
La situazione socio-politica mondiale nel secondo Novecento ha influenzato la nascita di nuovi
festival, che continuarono a presentarsi come forme utopiche ma questa volta non al servizio mero
dell'arte, ma alla ricerca di un cambiamento: la pace.
Dagli anni Settanta in poi, la società di massa e dei consumi, le comunicazioni, il mercato della
musica e il turismo culturale produssero una proliferazione di festival. Si può dire che le
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