1
Introduzione
La presente ricerca si inserisce nel filone degli studi applicativi dedicati alla
prospettiva dello sviluppo sostenibile. In questo lavoro si cercherà di fornire un
contributo originale, per quanto parziale, alle numerose iniziative che affrontano il
tema della produzione, della distribuzione e del consumo di acqua a scopo
alimentare.
Negli ultimi anni in un quadro estremamente confuso in cui le martellanti campagne
promozionali delle acque minerali, come riflesse in uno specchio deformante e
capovolto, fanno da contraltare ai sempre più diffusi tentativi di sensibilizzazione a
favore delle acque potabili, la tendenza alla semplificazione conduce con sempre
maggiore frequenza alla fatidica domanda: è preferibile consumare l’acqua
minerale o l’acqua che sgorga dal rubinetto di casa? La risposta, se non si vuole
cadere nella banalizzazione, non può essere univoca. Un‟analisi scientificamente
fondata non può infatti eludere i vari piani che si intersecano quando si ha a che fare
con una risorsa importante e ubiquitaria come l‟acqua, ai cui molteplici usi sono
collegati valori economici, culturali, biologici e persino simbolici. La
generalizzazione non è possibile, se non lasciando decadere i necessari fondamenti
scientifici dell‟analisi per rifugiarsi nel rassicurante universo delle preferenze
soggettive. Il presente lavoro, pur concentrandosi particolarmente sulla dimensione
ambientale, cerca di affrontare in modo ampio il tema della sostenibilità dell‟ acqua
approfondendo, per quanto possibile, gli aspetti sociali, qualitativi ed economici
connessi alla produzione e consumo dell‟ acqua ad uso alimentare.
La prima parte del presente lavoro intende fornire una rassegna dei principali
elementi teorici e concettuali di contesto all‟inquadramento dei problemi connessi
alla sostenibilità nella produzione e nell‟impiego dell‟acqua.
Il primo capitolo prende le mosse da una rassegna dei rapporti esistenti fra ambiente,
sviluppo sostenibile ed economia passando dalla tradizionale visione neoclassica o
marginalista per arrivare alle più innovative frontiere trans-disciplinari dell‟economia
ecologica. Dopo aver definito l‟evoluzione del ruolo dell‟ambiente nella letteratura e
nella scienza economica si prosegue con una discesa nella dimensione più concreta
2
dello sviluppo sostenibile, illustrando le caratteristiche di alcuni indicatori di
sostenibilità e passandone in rassegna le caratteristiche salienti fino ad arrivare alla
descrizione, per quanto sintetica, del ciclo di vita, uno strumento che agisce a livello
di singolo prodotto, e delle varie tipologie di etichettature e certificazioni ambientali.
Il primo capitolo si conclude con una rassegna dell‟evoluzione della teoria della
responsabilità sociale di impresa e delle sue potenziali connessioni con l‟attuazione
concreta dello sviluppo sostenibile.
Il secondo capitolo parte definendo le principali questioni inerenti la gestione
sostenibile dell‟acqua, approfondendone le implicazioni economiche, sociali ed
ambientali per prendere in esame l‟evoluzione e gli obiettivi della normativa italiana
e di settore fino alla pubblicazione della direttiva quadro sulle acque 2000/60 e
all‟approvazione a livello nazionale del cosiddetto “testo unico ambientale”. Il
capitolo prosegue con una breve guida alle differenze qualitative fra i vari tipi di
acqua così come definiti dalla normativa di settore per proseguire con un esame dei
settori che producono le principali tipologie di acque alimentare: il servizio idrico,
tutt‟ora erogato da un numero prevalente di imprese pubbliche o a maggioranza
pubblica e il settore produttivo delle acque minerali. Il secondo capitolo si chiude
con un approfondimento specifico relativo alla sostenibilità delle acque alimentari
che verrà ripreso nei capitoli finali del presente lavoro. Nella costruzione di tale
lavoro si è utilizzato un percorso logico a “cerchi concentrici” che ha permesso un
progressivo avvicinamento al caso di studio dopo aver introdotto la vastità del
contesto esplorato e chiarito i concetti essenziali alla comprensione dell‟analisi
applicata al caso di studio. Tale metodo di lavoro, unitamente ai contenuti della
ricerca, rappresenta il tentativo di articolare una risposta, per quanto specifica e
parziale, agli interrogativi sempre più pressanti che provengono da quanti si
approssimano al tema dell‟acqua.
Il terzo capitolo descrive la metodologia che si fonda sul concetto di Impronta
Ecologica. Tale indicatore di sostenibilità ambientale è diffuso e noto al grande
pubblico da anni, ma solo in tempi recenti ha subito i miglioramenti scientifici
necessari a permetterne l‟applicazione, oltre che come strumento di analisi
3
territoriale, anche alla scala micro della singola attività economica o del singolo
prodotto industriale.
Nel quarto capitolo della ricerca si introduce il caso di studio, a partire da una
presentazione generale del gruppo Hera, delle attività economiche gestite e della
relativa organizzazione interna fino ad addentrarsi nella struttura che il gruppo si è
dato al fine di garantire la propria responsabilità sociale e l‟attuazione di politiche di
sostenibilità per arrivare di seguito ad una breve descrizione dell‟attività
acquedottistica e delle caratteristiche complessive del sistema primario bolognese. Il
capitolo prosegue con l‟applicazione dell‟analisi dell‟impronta ecologica al caso di
studio: l‟acquedotto di un comune montano su cui da alcuni anni si sperimenta una
potabilizzazione alternativa che esclude il ricorso a prodotti del cloro. Lo scopo
dell‟analisi consiste nella definizione degli impatti ambientali con il metodo integrato
degli indicatori della famiglia dell‟impronta ecologica. Vengono presentate le
caratteristiche generali del sistema acquedottistico, le principali caratteristiche
relative alla qualità dell‟acqua erogata per definire successivamente i confini del
sistema oggetto di studio, la qualità dei dati utilizzati, i principali aspetti
metodologici e presentare infine i risultati della analisi compiuta. Per ragioni di
completezza in questo capitolo viene effettuata un‟analisi di sensibilità per definire la
variabilità dei dati ottenuti in presenza di scenari parzialmente dissimili rispetto a
quello emerso direttamente dalla stima. A chiusura del capitolo si estende,
avvalendosi della disponibilità di dati energetici affidabili e precisi, l‟orizzonte
dell‟analisi applicata alle principali acque prodotte e distribuite dal sistema primario
bolognese di cui si arriva a stimare l‟impronta ecologica sostanziale.
Nella parte iniziale del quinto capitolo si analizzano i dati ottenuti al fine di
evidenziare gli aspetti utili a valutazioni interne alle realtà impiantistiche
direttamente analizzate, per proseguire con la comparazione degli stessi risultati
ottenuti con altri derivati da analisi ambientali simili e disponibili in letteratura. Tali
comparazioni fra acque ad uso alimentare di diversa origine e provenienza
consentono di svolgere valutazioni di sostenibilità fra le varie opzioni illustrate,
arrivando così ad introdurre elementi che permettano di estendere la valutazione al di
là dei semplici casi di studio per pervenire a considerazioni dalla valenza più
4
generale. A tale proposito si prendono in rassegna le alternative in grado di produrre
acque ad uso alimentare, anche al di là della classica dicotomia acque di rete-acque
minerali, per illustrare elementi relativi anche alle più recenti soluzioni proposte dal
settore: dai trattamenti al punto d‟uso fino ad arrivare alle fontanelle di acqua
pubblica recentemente introdotte.
Nelle conclusioni infine si passano in rassegna i limiti del lavoro svolto, le criticità
che andrebbero approfondite e, alla luce del risultato ottenuto, alcune suggestioni che
permetterebbero una maggiore comprensione degli aspetti connessi alla qualità
dell‟acqua e, laddove possibile, una valorizzazione dell‟acqua di rete.
5
Parte I inquadramento generale
Capitolo 1 Ambiente, economia e sviluppo sostenibile
1.1 Le definizioni di sviluppo sostenibile e sostenibilità
La commissione ambiente delle nazioni unite, meglio nota come Commissione
Bruntland dal nome della sua presidente, al termine dei suoi lavori nel 1987 pubblica
un rapporto dal titolo “Our common future” (trad. il futuro di noi tutti), contenente la
prima definizione compiuta di sviluppo sostenibile:
“Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.”
(Il futuro di noi tutti, 1988)
Tale definizione, pur non esente da critiche, precisazioni e successive integrazioni, è
stata sostanzialmente recepita negli atti ufficiali successivi fino ad arrivare ad oggi
sostanzialmente immutata.
Molti autori ascrivono tale successo all‟efficacia della sintesi contenuta nella
precedente formulazione che renderebbe da subito evidenti le tre dimensioni
fondamentali dello sviluppo sostenibile1:
la dimensione economica, esplicitata dal richiamo al soddisfacimento dei
bisogni umani;
la dimensione ambientale è evidenziata dalla connessione stabilita fra
generazioni. Tale connessione è infatti possibile solo in presenza
dell‟equilibrio ambientale, senza il quale è precluso ogni futuro alla specie
umana;
1Giova per maggiore chiarezza ricordare come sia generalmente accettata all‟interno dello sviluppo
sostenibile la presenza di tre dimensioni fondanti: economica, ambientale e sociale.
6
la dimensione sociale è infine ascrivibile alla garanzia per ogni individuo,
presente e futuro, di vivere nelle medesime condizioni di sicurezza e salute,
sancendo così il principio di “pari opportunità”.
Fig 1.1: il triangolo dello sviluppo sostenibile (Silvestri, 2003)
La figura evidenzia graficamente come il concetto di sviluppo sostenibile risulti dalla
composizione delle tre dimensioni, le cui funzioni obiettivo presentano il massimo in
corrispondenza dei vertici del triangolo.
Lo sviluppo sostenibile non persegue la massimizzazione di una sola funzione
obiettivo, ma si realizza attraverso il dispiegarsi di un compromesso dinamico fra le
tre dimensioni.
In modo del tutto analogo possiamo definire il termine sostenibilità, comunemente
impiegato come sinonimo di sviluppo sostenibile.
In ecologia la sostenibilità è la caratteristica peculiare di processi che si riproducono
indefinitamente. Più in generale tale termine indica la capacità di un fenomeno
naturale, indotto o antropico di durare nel tempo. A seconda del punto di vista
considerato si parlerà quindi di sostenibilità sociale, di sostenibilità ambientale e di
sostenibilità economica.
Per meglio illustrare la centralità e l‟importanza di questo concetto si prendono in
esame alcune definizioni, scelte per la loro chiarezza fra le molte proposte, così da
7
chiarirne gli aspetti fondamentali e la sostanziale analogia con il concetto di sviluppo
sostenibile. La sostenibilità è una strategia di sviluppo che gestisce tutti gli aspetti,le
risorse naturali e umane, così come gli aspetti fisici e finanziari, per l‟incremento di
ricchezza e del benessere di lungo periodo. L‟obiettivo dello sviluppo sostenibile
respinge le politiche e le pratiche che sostengono gli attuali standard deteriorando la
base produttiva, incluse le risorse naturali e lasciano le generazioni future con
prospettive più povere e maggiori rischi (Repetto, 1996). La definizione precedente
rappresenta la sostenibilità come una strategia finalizzata ad obiettivi di lungo
periodo. Nella stessa formulazione si respingono con nettezza le pratiche dissipative
della base produttiva estesa alle risorse naturali. Prima della nascita del concetto di
sviluppo sostenibile si parlava di carrying capacity del pianeta, ovvero di capacità
portante, con riferimento alla capacità della terra di sopportare le modificazioni
indotte dall‟ attività antropica, dal verbo inglese to carry. L'idea di estendere al
futuro, alle future generazioni, lo sviluppo appunto indicata dal verbo to sustain che
definisce la capacità di portare nel tempo cioè di sostenere lo sviluppo anche per le
fut ure generazioni ( Tiezzi, 2005).
Alcuni autori preferiscono il termine sostenibilità a quello di sviluppo sostenibile
perché esclude ogni possibile confusione terminologica con la crescita economica,
che è concetto ben distinto e a sé stante.
La sostenibilità (Costanza, in La Camera, 2005) non fa riferimento ad un‟economia
statica o stagnante, ma dobbiamo stare attenti a distinguere fra “crescita” e
“sviluppo”. La crescita economica, che è una crescita in quantità, non può essere
indefinita in un pianeta finito. Lo sviluppo economico, che è un miglioramento nella
qualità della vita, senza necessariamente causare un incremento della quantità di
risorse consumate, può essere sostenibile. Il riferimento alle risorse consumate
introduce una definizione ancora più esplicita (Tiezzi e Marchettini, 1999):
La sostenibilità è l’ammontare di consumo che può continuare indefinitamente senza
degradare lo stock di capitale, incluso il capitale naturale.
L‟ultima definizione che si propone evidenzia l‟aspetto analitico e dialettico del
concetto individuando tre requisiti fondamentali:
8
La sostenibilità è la relazione tra il dinamico sistema economico e il più ampio,
dinamico, ma con cambiamenti più lenti, sistema ecologico, nella quale:
1. la vita umana può riprodursi senza fine;
2. l’individuo può esprimere le proprie potenzialità;
3. la cultura può svilupparsi;
in tale contesto gli effetti dell’attività umana rimangono entro certi limiti, così da
non distruggere la diversità, complessità, ed il funzionamento del sistema che
consente la vita ecologica (Costanza, Daly e Joy, in La Camera, 2005).
Le definizioni riportate sono utili a capire come il concetto di sostenibilità, pur
entrando direttamente negli ambiti della disciplina economica, arriva ad occuparne
uno spazio al confine con l‟ecologia, la fisica e le discipline sociali.
Il termine è particolarmente adatto alla definizione dei processi che calano nella
realtà concreta l‟astrazione concettuale dello sviluppo sostenibile. La letteratura
sembra preferire il termine sviluppo sostenibile per indicare la sostenibilità di sistema
in evoluzione dinamica, mentre il termine sostenibilità senza ulteriori specificazioni
viene diffusamente utilizzato quando ci si voglia introdurre nella materialità dei
processi che della realtà sono sottosistemi limitati e parziali.
Tale differenziazione operativa permette di definire al meglio l‟ambito entro cui
collocare il presente studio che si pone il problema di valutare il contributo di un
particolare processo, la produzione di una specifica acqua alimentare, nel tentativo di
ottenere indicazioni utili alla realizzazione dello sviluppo sostenibile.
9
Box 1.1: cronologia sintetica sviluppo sostenibile
1.2 Sostenibilità forte e sostenibilità debole
1.2.1 Sostenibilità debole
Nel presente studio, che si occupa di acqua, notoriamente una delle principali risorse
naturali utilizzate dall‟uomo, appare pertinente focalizzare l‟attenzione sulla
dimensione ambientale connessa all‟impiego sostenibile dell‟acqua.
La cronologia del Box n.1.1 evidenzia schematicamente le principali tappe storiche
dello sviluppo sostenibile. Al suo interno è evidente l‟importanza della questione
ambientale come fonte storica della sostenibilità, al cui interno ricorre
ossessivamente, pur con le declinazioni più varie, il tema della tutela delle risorse
comuni.
1962
Esce primavera silenziosa di Rachel Carson: nasce la questione ambientale;
1972
Viene dato alle stampe i Limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma;
1982
A Montego Buy l’ONU riunisce la convenzione sul diritto del mare;
1983
L’ONU istituisce la commissione per lo sviluppo e l’ambiente;
1984
Il World wacht institute pubblica state of world, il primo rapporto sull’ ambiente;
1986
Si consuma il disastro di Cernobyl;
1987
È pubblicato il futuro di noi tutti, rapporto Bruntland: nasce il concetto di sviluppo sostenibile;
1992
Dal 3 al 14 giugno a Rio de Janeiro si svolge la conferenza ambiente e sviluppo;
2002
Si svolge a Johannesburg il summit mondiale per lo sviluppo sostenibile;
2005
A seguito della sottoscrizione della Russia entra in vigore il Protocollo di Kyoto;
10
Di seguito si approfondisce il rapporto economia-ambiente facendo riferimento ai
due approcci che per ragioni diverse appaiono i più significativi e connessi agli scopi
del presente studio.
Le connessioni esistenti tra le tematiche successivamente introdotte e lo sviluppo
sostenibile sono molteplici ed evidenti, dipendendo in buona parte dagli orientamenti
assunti dalla scienza economica la possibilità di raggiungere la sostenibilità.
La formulazione originale dello sviluppo sostenibile proposta dalla commissione
Bruntland ha registrato nel tempo un accordo generalizzato. Tale generale
accettazione è certamente dovuta all‟autorevolezza delle fonti istituzionali da cui
essa proviene ma è dipesa nel tempo dall‟ampiezza dei concetti sottesi.
L‟accordo viene infatti meno quando dalla genericità delle definizioni di principio si
debba scendere all‟operatività dei concetti che implicano una scala ben precisa di
valori e teorie di riferimento.
Un‟accettazione molto meno unanime riguarda infatti il rapporto gerarchico fra la
dimensione ambientale e le altre sfere dello sviluppo sostenibile.
Nella letteratura economica, tale rapporto gerarchico è all‟origine della dicotomia
sostenibilità forte-sostenibilità debole.
I teorici della sostenibilità debole ritengono che, per garantire i bisogni delle
generazioni che verranno, sia necessario garantire una dotazione eterogenea di
capitale naturale/capitale artificiale in grado di generale livelli di benessere non
inferiori a quelli assicurati nel presente.
Tale ipotesi è basata sul trade/off capitale-natura. Il saggio di sostituzione è, secondo
l‟approccio economico neoclassico, funzione della tecnologia disponibile che evolve
nel tempo. Non è pertanto da escludere, almeno in linea teorica, una sostituzione
completa natura-capitale per garantire il benessere di coloro che verranno.
Tale concezione, profondamente intrisa di fiducia nei confronti del progresso
tecnico, è contraddistinta da uno sguardo ottimistico rivolto al futuro.