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INTRODUZIONE
I. Contesto dei mass media
Non Ł certo nuovo il dibattito relativo all importanza dei mezzi di comunicazione di
massa nello svolgimento delle nostre vite. Da decenni ormai si discute riguardo le
nuove tecnologie utili per comunicare a distanza, sulla loro invadenza nel nostro stile
di vita, delle potenzialit che le caratterizzano; ogni opinione esprime sia elementi
positivi che negativi, in quanto la natura stessa di queste nuove tecnologie Ł
ambivalente.
Andando oltre la semplicistica determinazione della bont o meno dei mass media
quello che vogliamo veramente indagare Ł quanto questi nuovi media stiano in
qualche modo modificando il nostro modo di vivere, Ł evidente che questi ultimi non
sono solamente dei meri strumenti per facilitarci la comunicazione, sono ormai
diventati delle parti di noi, delle estensioni fisiche, che sostengono una delle funzioni
fondamentali dell uomo, la comunicazione. La domanda che ci poniamo Ł la
seguente: quanto e in che modo i mass media influenzano il nostro comportamento,
come singoli e come gruppi? Molti autori hanno tentato di rispondere a questa
domanda, cerchiamo dunque di creare una base concettuale da cui partire per poi
focalizzare la nostra attenzione su un solo mezzo di comunicazione che ha gi
rivoluzionato le nostre vite in maniera profonda, Internet.
Cominciamo introducendo quelle che erano le teorizzazioni piø importanti di uno dei
sociologi piø influenti dello scorso secolo, Herbert Marshall McLuhan. Egli
introdusse un nuovo modo di studiare i mass media, che al tempo in cui scriveva si
limitavano alla carta stampata, alla radio e all emergente televisione, portando alla
luce un concetto fondamentale, ovvero che non Ł importante studiare ci che i vari
medium veicolano, il contenuto del messaggio, quanto piuttosto la struttura interna
degli stessi medium, e come essi riorganizzano il nostro modo di comunicare. In
poche parole McLuhan, nel suo libro piø famoso Gli strumenti del comunicare
(1967), si concentra sull impatto che un medium ha sulla nostra concezione e
ricezione del messaggio trasmesso. Questo primo concetto Ł notoriamente conosciuto
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come il mezzo Ł il messaggio , ovvero che sono da indagare i modi in cui il
medium riorganizza la comunicazione in base ai suoi criteri strutturali; il medium
teoricamente dovrebbe essere neutro, cioŁ veicolare il messaggio senza distorcerlo o
modificarlo, ma appare chiaro come i medium moderni non siano neutri e quindi
partecipino alla modificazione e ricezione del messaggio da parte dei riceventi,
suscitano negli utenti un certo modo di comportarsi e di pensare. Il messaggio di un
medium si rispecchia nel mutamento del ritmo e delle dinamiche all interno delle
relazioni umane, McLuhan porta a supporto un esempio per chiarire questo
meccanismo; egli spiega come l introduzione delle ferrovie ha allargato le
proporzioni e le capacit delle relazioni umane, cr eando nuove citt e nuove forme di
lavoro e svago, ci accadeva in qualsiasi luogo le ferrovie agissero e con qualsiasi
finalit . Con questo ci vuole spiegare ancora una v olta come sia il medium che
controlla l associazione e il rapporto umano, non tanto il contenuto che trasporta.
Dopo questa prima concettualizzazione McLuhan introduce un importante
distinzione tra quelli che lui definisce media cal di e freddi . L aggettivo caldo o
freddo Ł legato a quanto l utente di un medium sia coinvolto in ci che riceve, in
altre parole, quanto lo stesso utente debba partecipare completando il messaggio
ricevuto con elementi personali. I media caldi sono quelli che, sfruttando un solo
canale sensoriale, riescono a veicolare un elevato numero di informazioni in modo
che il fruitore non debba integrare il messaggio stesso, al contrario i media freddi
sono quelli che, utilizzando piø canali, trasmettono un contenuto a bassa definizione,
che necessita dunque di integrazione e quindi di partecipazione maggiore da parte
dell utente. Esempi di medium caldi potrebbero essere la fotografia, la radio e la
scrittura, mezzi che usufruiscono di un solo canale sensoriale e che forniscono
messaggi ad alta definizione; mentre i medium freddi potrebbero essere ravvisati
nella televisione e nel telefono i quali impegnano piø canali sensoriali ma forniscono
messaggi a bassa definizione che devono essere completati attivamente dall utente.
Trasformando questa classificazione utilizzando le nazioni del mondo al posto dei
medium l autore dice che i paesi sottosviluppati sono freddi , mentre quelli
industrializzati sono caldi , probabilmente perchØ i primi richiedono maggiori sforzi
ai suoi abitanti per la sussistenza, mentre i secondi soddisfano ogni bisogno senza
particolare impegno da parte dei fruitori.
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McLuhan arriva a teorizzare come ogni nuova tecnologia sia in realt un medium
perchØ costituisce un estensione e un potenziamento delle facolt umane,
permettendoci di raggiungere posti a noi inaccessibili, di comunicare con persone
lontane, cioŁ di fare cose che senza i medium non potremmo compiere. Queste nuove
tecnologie entrano in interazione con quelle gi es istenti aumentando la complessit
sociale, il che implica rilevanti ripercussioni a livello sociologico e psicologico.
Secondo l autore il continuo rapporto dell uomo con il suo corpo esteso porta ad una
sorta di narcisismo contemplativo, nel quale l individuo si sente costantemente
attratto da ogni tecnologia che possa aumentare le sue facolt . Con l avvento della
tecnologia elettrica entra in gioco il torpore. Ogni volta che il nostro sistema nervoso
entra in interazione con la tecnologia elettrica Ł necessario intorpidirlo per evitare la
morte. Una volta fatto questo i compiti dell ordine e della consapevolezza sono
affidati alla vita fisica dell uomo, che quindi assume coscienza del fatto che la
tecnologia Ł diventata un estensione del suo corpo. Se siamo in possesso degli
anticorpi intellettuali adatti ad allontanare questo narcisistico torpore possiamo
osservare queste tecnologie dall esterno, riuscendo dunque a comprenderne i
meccanismi e gli effetti sul comportamento e sui cambiamenti sociali.
A McLuhan si pu attribuire l invenzione dell espre ssione villaggio globale ormai
molto utilizzata di questi tempi. L autore Ł arrivato a formulare questa definizione
considerando le nuove potenzialit della tecnologia satellitare che ha permesso
all uomo di comunicare a distanze enormi, di vedere loghi altrimenti inconoscibili, in
poche parole ha esteso le capacit dei sensi di vis ta e udito a livello mondiale. Cos
facendo, quelle che prima erano le concezioni di distanza e di esplorazione, vengono
a perdere significato in quanto il mondo e i suoi confini si vanno restringendo ed
avvicinando sempre piø all utente che sembra essere inserito all interno di un
villaggio, che ha un estensione a livello globale. Quindi i termini villaggio globale
stanno ad indicare un piccolo spazio in cui le persone possono comunicare
rapidamente rendendo l informazione molto piø diffusa ed immediata all interno di
uno spazio in cui tutti sono interconnessi in modo armonioso ed omogeneo.
Un altro apporto importante al dibattito sull effetto dei media sulla societ e sugli
individui arriva da Jean Baudrillard. Il filosofo e sociologo francese ha sempre
sostenuto la sua opinione critica sui medium di massa, soprattutto per la loro attivit
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di sostituzione della capacit degli individui di i mmaginare, simbolizzare, illudersi.
L autore, nel suo libro Il delitto perfetto: la te levisione ha ucciso la realt ? (1996),
spiega come principalmente la televisione, ma il discorso Ł espandibile a tutti i nuovi
media, abbia distorto e modificato non solo la realt , ma anche la capacit di illudersi
delle persone, capacit che lui ritiene essere part e integrante dell organizzazione
simbolica del mondo e che consente di proiettare una scena diversa da quella della
realt . Perdendo la capacit di simbolizzare, e di distinguere la rappresentazione del
reale dal reale effettivo, si corre il rischio di perdersi all interno dei sogni ovvero di
credere reale ci che invece non lo Ł, che il sognato, l immaginato, acquistino una
connotazione materiale, perdendo cos la loro natura fantastica. L illusione diventa
reale perdendo cos tutta la sua spinta al cambiamento, alla trasformazione, alla
creazione della realt che l immaginario ha sempre avuto. Questa ipertrofia
dell immagine paradossalmente indebolisce la capacit immaginifica dell uomo. Il
delitto che viene compiuto diventa quindi perfetto nel momento in cui si vuole
sostituire la realt e l immaginazione con un model lo virtuale perfetto, che eliminer
ogni impurit e ogni difetto, che tende a formare u n mondo senza problemi ne disagi,
tutto all insegna della perfezione assoluta. Secondo Baudrillard il vero delitto non sta
nell eliminazione dell illusione e della realt , qu anto nel tentativo di riscrivere il
mondo cos com Ł all interno di un modello di perfezione assoluto che si vuole
sostituire alla realt e all illusione.
Secondo l autore i media si frappongono tra la realt e il soggetto trasformando un
accadimento in un qualcosa di incomprensibile e non interpretabile. Lo scopo dei
media Ł di eliminare il principio filosofico e morale della verit per sostituirlo con
una realt ingiudicabile, con una situazione di inc ertezza. Alla distruzione della
verit concorre anche la tecnologia in se stessa ol tre ai media, questa azione di
scomposizione del reale causata dalla tecnica in generale in qualche modo libera
l uomo dal dover sottostare ai principi di verit , obiettivit su cui Ł fondata la nostra
morale.
A differenza di McLuhan, Baudrillard, ha vissuto il periodo fondamentale di nascita
e diffusione del nuova media di Internet, anche se secondo quello che dichiara non ne
Ł mai stato assoggettato. A questo riguardo Baudrillard afferma che non esiste la
seduzione di Internet in quanto quest ultima rich iede la compartecipazione di
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almeno due attori agenti in una scena di seduzione reciproca, mentre nel caso di
Internet questa condizione non sussiste. In questo caso ci troviamo di fronte ad
un interazione univoca, ad un immersione totale, al massimo ad un effetto di
fascinazione sulla collettivit , causata da un univ erso feticcio, da un oggetto
d adorazione. Dopo questa precisazione l autore con tinua dicendo come nel vortice
del virtuale ormai Ł gi caduto anche Internet, il quale si Ł visto copiare da parte
degli altri media, quindi Internet Ł stato sdoppiato, snaturato, virtualizzato, simulato.
Ma Baudrillard avverte di non assumere Internet come l ultimo passo definitivo della
cultura umana, cioŁ pensare che oltre di esso non si possa sperare in qualcosa di
meglio, in questo caso la situazione sarebbe grave in quanto comporterebbe una
mancanza di progresso e di rinnovamento.
Il rapporto con la virtualit Ł diverso rispetto a quello che abbiamo con la realt . Con
questa possiamo avere un confronto, una distanza, un contrasto, a differenza della
virtualit nella quale l unica cosa possibile Ł immergersi nello schermo del computer,
annegare nella virtualit , dove c Ł interazione e dove si pu fare ci che si vuole.
Tutto ci che esiste nel reale si situa in un unive rso differenziato mentre nel virtuale
si situa in un universo integrato, all interno di questo spazio univoco tutti i significati
di vero e falso vengono a disperdersi, in questo luogo di iper-realt non esiste piø
l oggetto e il soggetto, in quanto sono elementi interattivi.
Secondo Baudrillard i media sdoppiano, copiano, moltiplicano la realt ,
fornendocene immagini sempre piø imprecise che hanno a poco a poco preso il
sopravvento su di essa. Non c Ł piø dialettica ne confronto in quanto l immagine si
presenta come universo autonomo senza negativit . Q ueste copie producono soltanto
altre copie, le quali non hanno piø bisogno della realt per originarsi, l evento
scatenante non Ł piø fondamentale. Paradossalmente la realt non Ł scomparsa per la
sua mancanza, anzi, per la sua eccessiva presenza, l informazione e la tecnologia
hanno fatto diventare reale tutto ci che non lo er a, l immaginario e l illusione,
facendo cos saturare il mondo di oggetti reali e privandolo del tutto della possibilit
di fantasticare.
L unica speranza, per l autore, Ł quella che il sistema stesso si autodistrugga, in
quanto la perfezione tanto ricercata non Ł altro che approssimazione. In questa
societ della trasparenza abbiamo perduto la nega tivit , l ombra, la morte, Ł come
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se vivessimo sotto una luce perenne, dove tutto Ł pubblico e visibile. L unico modo
per difendersi da tutto ci Ł quello di conservare i nostri segreti e confidare nella
scrittura e nel linguaggio, che rappresentano attivit di resistenza.
Umberto Galimberti esprime un concetto importante che pu essere visto come
somigliante a quello di Baudrillard, il quale si focalizza sulla rappresentazione e
descrizione del mondo da parte dei media.
In Psiche e TecnŁ (1999), Galimberti sostiene che la rete , intesa come
collegamenti tra computer, rappresenta il mondo, e in quanto tale non va intesa come
un mezzo, un veicolo di trasmissione di informazioni, perchØ un mezzo pu essere
impiegato a piacimento per i propri scopi, mentre il mondo non pu essere
manipolato arbitrariamente, l unica libert che con cede Ł quella di decidere se farne
parte o meno.
L uomo, lungo le diverse epoche, ha sempre creduto di abitare e fare parte del
mondo, di costruirlo, in realt l uomo non ha fatto altro che viverne una sua
descrizione, una sua rappresentazione. In antichit il mondo era descritto dal mito,
nel medioevo dalla religione, nell et moderna dall a scienza, tuttora viene descritto
dalla tecnica. L uomo ha sempre trattato con le idee che contengono le cose, e non
viceversa, ha abitato nell apparire e non nell esse re, nella rappresentazione del
mondo, non nel mondo effettivo. Questo Ł dovuto principalmente a ci che abbiamo
appreso durante l infanzia, quando impariamo il senso delle cose dalla loro
descrizione. L educazione Ł un atto di descrizione del mondo che consente a tutti di
conoscere le cose nel modo piø ovvio e prevedibile.
Il rapporto dell uomo con il mondo, che Ł quello che fa di una presenza una reale
presenza, viene a mancare nel momento in cui si d il mondo solamente nella sua
rappresentazione, facendo cos dell uomo un suo mero spettatore, che dalla sua ha la
sicurezza dovuta dalla distanza tra lui e l evento del mondo, dalla mancanza di una
reciproca attinenza, che non consente la creazione di una situazione . Nella
rappresentazione del mondo non pu esserci interazi one, nessuna intromissione
dell uomo, che deve accettarlo cos come gli viene dato. Quindi anche lo spettatore
non pu fare altro che prendere questa rappresentaz ione e utilizzarla come mezzo di
svago e godimento.
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Le immagini che offrono i media trasformano la presenza dell uomo nel mondo
perchØ modificano la sua dimensione spaziotemporale. La successione temporale
viene contratta nell istantaneit del presente, men tre lo spazio Ł espanso e
puntualizzato.
Galimberti non rinuncia a inserire nella sua trattazione sui media anche elementi
precedentemente esposti riguardo la teorizzazione di McLuhan. L autore, infatti,
spiega come la presunta neutralit della tecnica si a in realt una menzogna. La
tecnica comporta una modalit d uso che plasma chi la usa, indipendentemente dal
suo utilizzo; proprio come spiegava McLuhan. La stessa cosa accade con i media che
producono delle modificazioni nell uomo che vanno aldil dell uso che l uomo ne fa.
Proprio per questi motivi non possiamo considerare i mass media, ed in particolare il
cyberspazio di internet, come mezzi di comunicazione fini a se stessi.
Un altra azione che compiono i media Ł quella di fornirci un esperienza indiretta
delle cose, degli eventi. Rendendoci vicino il lontano e presente l assente, i mezzi di
comunicazione di massa fanno s che l uomo non abbi a bisogno di esperire
direttamente quel determinato evento. Questo comporta che l esperienza dell evento
non Ł quella dell evento stesso ma un esperienza dell esperienza di un altro
individuo che sta descrivendo quell evento. Da una parte questo aumento di
esperienza amplifica la nostra libert , ma dall alt ra pregiudica il nostro pensiero
rendendoci prevenuti riguardo certe situazioni. Questi pregiudizi hanno un influenza
denominata effetto codice . Le informazioni che ri ceviamo suggeriscono anche il
punto di vista con la quale assumerle, con la quale valutarle, svolgendo dunque
un azione di codifica che diventa criterio interpretativo della realt , che ci spingono a
comportarci nel mondo come abbiamo appreso da questo modello induttore. Questo
mondo delle immagini influenza fortemente quello della realt . Oltre a questo effetto
di codifica si viene a creare anche un livellamento generale delle esperienze e delle
aspirazioni, questi suggerimenti precodificati al imentano quell uniformit nei modi
d essere, di volere, di pensare e di desiderare che risultano in una prevedibilit dei
comportamenti, nella moda. Questo sistema lineare e razionale riesce quindi a non
utilizzare le forme di repressione in quanto riesce a far passare per immorale ogni
comportamento sgradito e non conformista.