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INTRODUZIONE
La gestione dei collaboratori è un problema costante che interessa
oramai la maggior parte delle aziende, anche le più piccole, all‟ interno
delle quali ogni imprenditore deve prendere in esame le differenti scelte
di gestione del personale superando gli stereotipi dettati dalle mode
manageriali.
L‟obiettivo di questo lavoro di tesi è analizzare l‟aspetto della
valutazione del capitale umano in azienda cercando di spiegarne le
origini e affrontando le tematiche ad essa correlate.
Il tema della valutazione delle risorse umane è cruciale soprattutto da un
punto di vista organizzativo poiché bisogna considerare non solo gli
strumenti che vengono utilizzati ma preventivare le conseguenze di
alcune scelte sul sistema di gestione e l‟impatto sull‟ intero tessuto
organizzativo-aziendale.
Nell‟ era della new economy, in mercati così globalizzati il progresso
tecnico è imitabile in pochissimo tempo mentre risulta difficilmente
imitabile in un breve periodo la gestione delle risorse umane con
l‟inserimento di tecniche di valutazione adeguate alla realtà
imprenditoriale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un diverso orientamento delle aziende
proiettate a dare maggiore importanza alle risorse umane nella
convinzione manageriale che il vantaggio competitivo derivante dal
progresso tecnico se produce benefici dal punto di vista dei costi di
produzione e favorisce la differenziazione nel mercato, non potrà mai
creare un vantaggio competitivo di lungo periodo.
L‟esempio piu‟ lampate è forse il caso della compagnia aerea Southwest
Airlines che con investimenti bassi nella flotta aerea, voli a basso costo e
per brevi distanze ma con un sistema di gestione del personale
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inappuntabile capace di far ripartire un aereo in circa 20 minuti, è l‟unico
vettore ad aver conseguito sempre profitto negli ultimi anni 35 anni.
La prova che il punto di forza della Southwest Airlines fosse il sistema di
gestione del personale, lo si è capito quando sono nate compagnie,
dirette concorrenti, che hanno cercato di offrire lo stesso servizio (tariffe,
aerei, orari e politiche di prezzo) rivelandosi però incapaci di “imitare i
comportamenti della forza lavoro”1.
Il vantaggio competitivo quindi è nascosto2 in numerose piccole azioni
svolte quotidianamente dalla forza lavoro che rimangono poco visibili ai
concorrenti rispetto alle decisioni di posizionamento facilmente
decodificabili e imitabili.
In questo lavoro saranno analizzati tutti gli strumenti di valutazione
utilizzati dalle aziende nell‟intento presentare questa tematica, nei suoi
aspetti positivi e negativi legati all‟ utilizzo di uno strumento piuttosto
che un‟ altro.
Saranno analizzati problemi tecnici, problemi umani, problemi gestionali
legati ai sistemi di valutazione ed è proprio l‟aspetto critico che
costituisce il cuore di questo lavoro di tesi.
Il mio interesse per questo aspetto della gestione manageriale della
valutazione deriva dalla constatazione che, negli ultimi anni, le aziende
hanno cercato di analizzare, valutare e valorizzare il capitale umano in
maniera sempre piu‟accentuata determinando un cambiamento radicale
nella cultura organizzativo-aziendale.
Questo cambiamento, però, non è verificabile in tutte le aziende, perché
mettere in atto una buona strategia di gestione del personale è molto piu‟
difficile che pensarla che attuarla,per ovvi difetti pratici delle tecniche di
valutazione.
1
Paoletti, F.G., “Organizzare le funzioni del personale. Strategie, assetti strutturali e processi per una
gestione efficace della forza lavoro”, Franco angeli Editore, 2008.
2
O'Reilly, Charles A. III & Pfeffer, Jeffrey: “Hidden Value: How Great Companies Achieve
Extraordinary Results with Ordinary People”. (Harvard Business School Press, 2000).
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Perché, nonostante gli ovvi benefici in termini competitivi, non tutte le
aziende riescono ad implementare dei sistemi di valutazione efficienti?
E‟ proprio da questo interrogativo che parte il mio lavoro di tesi.
LA VALUTAZIONE DEL CAPITALE UMANO E LE SUE
ORIGINI IN AZIENDA
Origini della valutazione in azienda
Non è facile dare una collocazione storico-temporale alla valutazione del
capitale umano in azienda; alcuni autori3 ritengono tale pratica abbia
origini antichissime e poiché laddove esiste un‟ organizzazione
necessariamente esiste una gestione della stessa.
Nella fattispecie parliamo di azienda quando c‟è una organizzazione di
persone e beni economici che mira al soddisfacimento dei bisogni umani.
Elementi essenziali di un azienda sono:
● le persone che forniscono le proprie energie lavorative per svolgere
l‟attività;
●i beni economici utilizzati nella produzione o nel consumo;
●una struttura organizzativa che dura nel tempo e coordina uomini e
mezzi;
●le operazioni compiute per il raggiungimento del fine aziendale;
●il fine per il soddisfacimento dei bisogni umani.
Quindi, se possiamo constatare che le origini della valutazione in
azienda risalgono alla nascita dell‟ azienda, quello che va analizzato è
l‟approccio diverso alla valutazione verificatosi nel corso del tempo che
ha subito dei profondi cambiamenti a partire dagli anni sessanta-settanta.
Un esempio per tutti le rivolte operaie ed il movimento studentesco del
3
Pilati Massimo, Tosi Henry L., “Management. Organizzazione e gestione risorse umane”, Egea-
Università Bocconi Editore, 2002, prefazione.
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‟68, che con la loro critica al potere costituito chiesero ed ottennero un
cambiamento dei sistemi di valutazione; nelle aziende tramontarono
rapidamente i sistemi di valutazione del personale (note caratteristiche,
schede di merito ecc.) che, per decenni, avevano costituito strumenti
rudimentali per valutare le prestazioni dei singoli lavoratori.4
L‟intento di questo cambiamento consisteva nel sottrarre a chi occupava
posizioni di potere , strumenti che tradizionalmente venivano impiegati
per premiare e punire, per indirizzare e condizionare la vita degli altri.
Forse da questo momento che al termine “valutare il capitale umano” si
cominciò a dare il significato di accrescere il valore delle persone,
aumentarne il pregio e soprattutto la posizione all‟ interno dell‟ azienda,
ma si tratta di una valorizzazione che passa necessariamente da una
valutazione. I contratti collettivi di lavoro risentirono di questa nuova
impostazione , gli aumenti retributivi, per un lungo periodo vennero
riconosciuti in cifra fissa per tutti i lavoratori, eliminando ogni forma di
incentivazione legata alla performance individuale o collettiva.
I dirigenti delle organizzazioni furono colti di sorpresa e si trovarono
impreparati ad affrontare una nuova realtà aziendale che richiedeva una
completa ridefinizione delle regole di ogni valutazione, insita nel mondo
del lavoro; i colloqui informali incominciarono a sostituire le relazioni
scritte che, se non altro, avevano il pregio di essere comunicate in
maniera informale al diretto interessato.
Nel decennio successivo nuovi valori si affermano nel tessuto aziendale,
come quello della meritocrazia, valorizzazione delle differenze, aumento
delle retribuzioni in base agli obiettivi conseguiti ed è proprio in questo
momento che si incominciano a utilizzare strumenti di valutazione come
gli Assessment center, goal setting che poi, nel corso degli anni, si sono
affermati nell‟ ambito della gestione delle risorse umane.
4
Borgogni Laura, “Valutazione e motivazione delle risorse umane nelle organizzazioni”, Franco
Angeli Editore, 2008, p.21.
5
Dagli anni „70, quindi, incomincia a essere importante non solo la
valutazione delle prestazioni dei lavoratori, ma anche le potenzialità di
crescita di una persona all‟ interno di un determinato contesto lavorativo
e l‟applicazione degli assessment center (che durante la seconda guerra
mondiale veniva utilizzato come metodo di reclutamento e orientamento
degli agenti segreti) che, seppur accolti timidamente nel contesto
italiano, in quel periodo, sono diventati parte integrante della valutazione
aziendale negli anni successivi.
L‟interesse sempre crescente per la valutazione, infine ha portato tale
pratica ad essere parte integrante dei corsi di formazione, attualmente
esistono corsi per lo sviluppo delle capacità manageriali , per imparare
nuove tecniche, mettere a punto nuovi strumenti che permettano alla
figura del valutatore di svolgere il proprio compito con la maggiore
efficienza possibile e assumendosi la responsabilità delle proprie
decisioni nell‟ ambito della gestione delle risorse umane e nei confronti
di coloro che sono al vertice dell‟ organigramma aziendale.
I motivi della valutazione in azienda
La valutazione non deve essere considerata un‟ attività con finalità
punitive, anzi quello che si vuole ottenere è riconducibile ad una logica
di stimolo al miglioramento delle capacità professionali. Possiamo
ricondurre i principali motivi della valutazione in azienda nei seguenti
punti:
●valorizzare le risorse professionali;
●promuovere percorsi di adeguamento della professionalità, per
arricchire le competenze individuali e contrastare fenomeni di
“obsolescenza professionale”;
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●responsabilizzare i diversi soggetti rispetto ad ambiti di discrezionalità
esplicitamente definiti;
●attivare confronti diffusi sull‟ andamento degli obiettivi, finalizzati all‟
innovazione e alla ricerca di correttivi;
In maniera consequenziale il sistema di valutazione permette di:
●assumere una valenza positiva di sostegno ai processi di miglioramento
della azienda e dei singoli individui- e non punitiva;
●costituisce la base di riferimento per una più equa politica del personale
attraverso il collegamento con sistemi incentivanti, anche non monetari;
● si raccorda con il sistema di formazione, fornendo in maniera
sistematica segnalazioni relative ad esigenze ed opportunità di
formazione e aggiornamento;
● contribuisce indirettamente ad orientare le politiche di mobilità dell‟
ente, favorendo l‟accumulo di informazioni sullo status professionale del
personale.
Da ciò discende che il sistema di valutazione non ha vita separata all‟
interno dell‟ azienda, ma fornisce informazioni interessanti per
migliorare l‟intero sistema di progressione dell‟azienda.
Parametri che orientano il processo di valutazione
Abbiamo già detto che valutare il personale in azienda significa cercare
di accrescere il valore delle persone, spingendone a un miglioramento
delle proprie capacità professionali; per poter valutare però, il valutatore
deve essere guidato da parametri che fanno parte del patrimonio
cognitivo. Tali parametri possono essere cosi riassunti:
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●parametri di tipo scientifico-disciplinare. Quando si deve valutare
un comportamento dal punto di vista lavorativo si può fare ricorso alle
categorie dell‟ etica o del buon senso oppure invocare categorie
antropologiche o psicologiche. In questo caso che valutazione viene
orientata da parametri di tipo scientifico- disciplinare;
●parametri di tipo culturale e sociale. Molto spesso le valutazioni
sono influenzate dalle categorie che sono espressione culturale di una
determinata società. I parametri di tipo culturale e sociale vengono
assimilati durante il processo di socializzazione e vengono aggiornati
attraverso i canali di comunicazione che la società odierna ci offre. I
parametri di questo tipo diventano ovvi, naturali proprio perché si
vengono a consolidare all‟ interno di una determinata società e sono
determinanti nel processo di valutazione aziendale. Naturalmente
parametri di questo tipo dipendono dalla cultura che si è consolidata in
un determinato tipo di nazione, quindi, la valutazione in azienda, a parità
di altri parametri, potrebbe variare da nazione a nazione in cui si trova
l‟azienda, proprio in base al contesto culturale.
●parametri tipici della cultura organizzativa. Il termine cultura
organizzativa è uno schema del modo di pensare, sentire e reagire che
esiste in una specifica organizzazione o nelle sue componenti o unità ed
è un “programma mentale” specifico e unico di quella organizzazione.5
La cultura organizzativa viene influenzata dal carattere nazionale cioè
l‟insieme dei valori culturali che accomunano una determinata nazione,
dall‟ ambiente naturale e dagli eventi storici. Ma è bene notare che la
cultura organizzativa sarà influenzata maggiormente dai “fattori specifici
dell‟ organizzazione” che sono tutte le esperienze specifiche e separate
che le aziende incontrano e che porteranno a culture organizzative
diverse.
5
Pilati Massimo, Tosi Henry L. Tosi, “Management. Organizzazione e gestione risorse umane”, Egea-
Università Bocconi Editore ,2002, p. 454.