Introduzione
Da ormai settanta giorni si faceva attendere il Wäschetauschen, che è la cerimonia del cambio
della biancheria. […] Ma, sempre come al solito, non si è potuto evitare che qualche sguardo
sagace penetrasse sotto il telone del carro che usciva dalla disinfezione, in modo che in pochi
minuti il campo ha saputo dell’imminenza di un Wäschetauschen. […] La notizia ha avuto
immediata risonanza. Tutti i detentori abusivi di seconde camicie, rubate od organizzate, o magari
onestamente comperate con pane per ripararsi dal freddo o per investire capitale in un momento
di prosperità, si sono precipitati alla Borsa, sperando di arrivare in tempo a ricambiare con generi
di consumo la loro camicia di riserva prima che l’ondata delle camicie nuove, o la certezza del loro
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arrivo, svalutassero irreparabilmente il prezzo dell’articolo.
È sorprendente leggere tra le pagine di “Se questo è un uomo” come il Lager disponesse di una
vera e propria borsa (La Borsa è attivissima sempre.) soggetta a precise regole:i buoni-premio
della Buna circolano sul mercato del Lager in funzione di moneta, e il loro valore è variabile in
stretta obbedienza alle leggi dell’economia classica.
In verità oltre ai meccanismi di domanda e offerta, nel campo di prigionia giocano un ruolo molto
importante le manovre di speculazione messe in atto dai diversi attori (prigionieri ed aguzzini) di
un mercato che sembra essere uno dei pochi residui di umana dignità, ma quello che appare
rilevante è come le medesime leggi che governano il mercato che noi conosciamo si ripresentano
in una realtà in cui perfino il significato di “bene” e di “male” appare capovolto: la notizia dell’arrivo
di un ingente quantitativo di camicie fa sì che il prezzo crolli, la moneta ha un valore che oscilla in
funzione del valore del tabacco.
Sono tutti questi meccanismi così elementari che si possono ripresentare in un qualunque contesto
in cui vi siano degli scambi, sono passaggi semplici e fortemente influenzabili dall’esterno, ma
questa apparente semplicità si trasforma in un gigante fortemente complesso quando si
moltiplicano le relazioni e gli attori.
Quello che più affascina dello studio dei mercati è forse la complessa semplicità che sottendono.
Negli ultimi decenni, grazie anche ad una tecnologia sempre più performante e diffusa, nuovi
trader, spesso improvvisati, si sono affacciati nei mercati e hanno inoltrato le loro scommesse, ma
sempre più frequentemente si sono avuti segnali a favore del fatto chel’investimento senza ricerca
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è come giocare a poker senza mai guardare le carte.
Per riuscire a guardare le carte occorre, quindi, operare nei mercati finanziari con una certa
disciplina, che porta alla necessità di leggere con attenzione lo scenario macroeconomico, di
esaminare i fondamentali delle aziende e di comprendere iltimingcorretto per effettuare le
operazioni di compravendita.
Di fatto se è vero che i mercati si muovono secondo un certo ordine, il comportamento degli
investitori è comunque imprevedibile e di conseguenza per riuscire a prevedere l’andamento del
mercato diviene indispensabile l’utilizzo di teorie della comportamentistica e della psicologia di
massa, discipline che consentono di spiegare i repentini passaggi dei mercati da fasi di panico a
fasi di euforia.
Molti degli studiosi di accadimenti economici e numerose comunità accademiche internazionali
interessate all’evoluzione degli strumenti finanziari cercano da anni di comprendere e spiegare il
comportamento degli operatori coinvolti nelle negoziazioni di titoli mobiliari e di altri beni quotati
nell’ambito di mercati regolamentati e l’analisi tecnica, come illustreremo brevemente nel primo
capitolo, si colloca proprio in questo contesto di studi, anche se spesso proprio a causa della sua
1
Le citazioni sono tratte daPrimo Levi -Se questo è un uomo, Einaudi, pp. 70 - 78, 2005.
2
Peter Lynch
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apparente semplicità viene utilizzata direttamente dagli investitori, come ausilio per muoversi nei
mercati allo scopo di determinare i tempi e le modalità di azione.
Nei molti libri ed articoli che sono stati scritti sull’analisi tecnica si insiste spesso sul fatto cheil
mercato ha offerto nel corso degli anni eccellenti risultati, sia in termini di crescita di dividendi sia
di rivalutazione del capitale, agli investitori che si sono limitati ad acquistare e tenere in portafoglio
dei titoli, ma che in realtà il mercato possa offrire soddisfazioni maggiori a quegli investitori che
non si accontentano di una strategia “buy and hold” (acquisto ed immobilizzo) e che invece
cercano di imparare l’arte di riconoscere le fasi del ciclo attraverso lo studio dell’analisi tecnica.
Dati alla mano è facile mostrare come un investitoreorientato al cicloin anni o perfino decenni, in
cui il mercato è pressoché stabile, sia riuscito o riesca a guadagnare molto più di un investitore che
tenga a conservare i titoli che acquista disinteressandosi completamente delle fluttuazioni dei
mercati.
L’analisi tecnica è quindi utile perseguire il ciclo, ma anche per anticipare le ascese o le discese del
mercato incrementando le performance dei trader oppure arginandone rovinose perdite,
rimanendo sempre consapevoli chenella pratica è impossibile acquistare e vendere esattamente
nei punti in cui il mercato cambia tendenza, ma le enormi potenzialità di questa impostazione
permettono di assorbire eventuali errori, anche considerando valori al netto di commissioni ed
imposte.
I possibili guadagni, seppur notevoli, per chi è in grado di prevedere le svolte del mercato ed agire
di conseguenza, però, da soli non sono sufficienti a spiegare la diffusione di questo strumento
analitico presso un pubblico così vasto e variegato.
In origine l’analisi tecnica fu applicata al solo mercato azionario, ma a poco a poco si è diffusa
anche al mercato delle materie prime, a quello delle obbligazioni, a quello delle valute ed agli altri
mercati internazionali. L’analisi grafica e gli indicatori tecnici ben si adattano a tutta questa varietà
di strumenti finanziari, di fatto proprio universalità dei principi dell’analisi tecnica ha consentito di
allargare il campo di interesse in modo da includere tutti i mercati finanziari.
L’orizzonte temporale di analisi dai mesi agli anni caratteristici del vecchio mercato azionario,
grazie alla rivoluzione tecnologica delle comunicazioni, si è ridotto drasticamente, rendendo
sempre più importante la capacità dell’analisi tecnica di dettare iltimingdelle operazioni.
Ad ogni modoseguire il cicloconsentirà di essere vincenti solo se si è in grado di assumere
posizioni contrastanti con quelle della maggioranza o con le previsioni del mercato generalmente
ritenute valide e divengono fondamentipazienza, obiettività e disciplinadato che si devono
acquistare azioni e titoli in momenti di depressione e pessimismo e venderli in momenti di euforia
e di ottimismo.Il grado di ottimismo o pessimismo dipenderà dal punto di svolta; i minimi e i
massimi di breve periodo si associano a estremi più moderati negli indicatori di aspettative rispetto
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ai valori di lungo periodo.
La possibilità di leggere un grafico o tracciare l’andamento di un indicatore ed in questo leggervi i
riflessi degli atteggiamenti degli investitori è forse uno degli elementi più interessanti ed
affascinanti di questo strumento analitico, che riesce a combinare importanti basi di matematica,
principi di economia e di finanza con aspetti comportamentali e psicologici evidenziando che la
Borsa ed in generale i mercati sono pur sempre fatti da uomini.
Per quanto concerne questo lavoro, dopo aver presentato che cosa è l’analisi tecnica ed inquadrato
lo scenario teorico nel quale si colloca nel primo capitolo, nel secondo capitolo prenderemo in
esame alcuni aspetti salienti dell’analisi tecnica grafica, in particolare i trend, le figure di
continuazione e di inversione ed i gap.
Nel terzo capitolo ci focalizzeremo sull’analisi tecnica quantitativa, esaminando i principali algoritmi
utilizzati tradizionalmente dagli analisti tecnici, partendo dalle medie mobili e dal MACD per arrivare
alle bande di Bollinger.
3
Le citazioni in questa pagina sono tratte daMartin Pring- Analisi tecnica dei mercati finanziari,
McGraw Hill, pp.1-2, 2002.
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Nel quarto capitolo affronteremo i principi del momentum e presenteremo i principali indicatori ed
oscillatori utilizzati dagli analisti tecnici per seguire con una rapida carrellata sugli indicatori di
ampiezza del mercato e sugli indicatori di volume nel quinto capitolo.
Nel capitolo successivo sarà fornita l’applicazione dell’analisi tecnica algoritmica all’indice FTSE
MIB, andremo ad impiegare la teoria illustrata nei precedenti capitoli per lo studio dell’indice più
rappresentativo del mercato italiano.
Infine dopo una breve conclusione, forniremo un glossario, in quanto spesso sono utilizzati termini
insoliti per chi si avvicina a questa disciplina per la prima volta.
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Capitolo 1: che cosa è l’analisi tecnica?
In practical terms, the evidence suggests that if
an investor or investment counselor only has
access to publicly available information, then
the hypothesis that the market is efficient is an
appropriate approximation to the world.
(E. Fama)
Per capire che cosa effettivamente sia l’analisi tecnica e per riuscire a darne una definizione per
quanto possibile completa è fondamentale comprendere quali sono i principi che sottendono alla
valutazione degli strumenti finanziari. Il tema della valutazione è strettamente connesso con il
concetto di efficienza dei mercati finanziari, per cui inizieremo questo capitolo descrivendo lateoria
dei mercati efficientiper poi presentare le conseguenze dei fallimenti empirici di questa teoria ed
introdurre lateoria comportamentista.
Dopodiché esamineremo i diversi approcci alla valutazione e le tipologie di analisi utilizzate per lo
studio dei mercati finanziari, che si possono collocare in uno scenario caratterizzato da un lato da
asimmetrie informative e dall’altro da investitori non razionali. In particolare considereremo i
principi alla base dell’analisi tecnica.
L’efficienza dei mercati finanziari
Il primo modello generale volto ad interpretare le dinamiche della borsa e dei mercati finanziari
può essere fatto risalire al 1970 quando Eugene Fama nel suo “Efficient Capital Markets: a review
of theory and empirical work” individuò le condizioni basilari per l’efficienza di un mercato
finanziario: la perfetta concorrenza tra gli operatori, la diffusione immediata e gratuita delle
informazioni, l’istantaneo adeguamento dei prezzi ad ogni nuova notizia in grado di influenzare le
4
aspettative dei partecipanti al mercato.
Di fatto se le variazioni di prezzo odierne potessero essere sfruttate per prevedere le variazioni di
prezzo future, gli investitori riuscirebbero a realizzare facili guadagni, ma in mercati competitivi
appena gli investitori cercano di trarre vantaggio dall’informazione sui prezzi passati, i prezzi
variano immediatamente verso un nuovo equilibrio che annulla ogni opportunità di profitto. Tutte
le informazioni sui prezzi passati vengono a riflettersi in questo modo nei prezzi di oggi non
influendo più nei prezzi di domani. Questo comporta che gli andamenti sistematici dei prezzi
vengano meno non appena sono riconosciuti e che le variazioni di prezzo in un periodo non
possano essere correlate a quelle del periodo successivo.
Ne consegue che in un mercato competitivo il prezzo odierno di un titolo riflette l’informazione dei
prezzi precedenti, ma allo stesso tempo deve riflettere anche tutte le altre informazioni disponibili,
perché solo in questo modo le azioni possono essere valutate correttamente offrendo i rendimenti
5
delle azioni e degli altri titoli quotati imprevedibili.
Sulla base dellaefficient market hypothesisi prezzi degli strumenti finanziari sono efficienti in
quanto riflettono sempre tutte le informazioni disponibili in un dato istante temporale. L’efficienza
informativa dei mercati finanziari, discussa nell’ambito del modello elaborato da Fama, viene
classificata in tre livelli dipendenti dal grado di informazione riflessa nei prezzi dei titoli.
L’efficienza in formadeboleprevede che i prezzi riflettano tutte le informazioni contenute nelle
serie storiche dei prezzi passati. In questa ipotesi è esclusa la possibilità che si possano
4
Achille Fornasini- Analisi tecnica dei mercati finanziati e trading on line, ETAS, p. 1, 2003.
5
Richard Brealey, Stewart C. Myers, Franklin Allen, Sandro Sandri– Principi di Finanza aziendale,
Quinta Edizione, McGraw Hill, p. 296, 2007.
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determinare profitti costantemente “anormali” attraverso la semplice osservazione della serie
storica dei prezzi. Dato che la quotazione registrata in ogni istante verrebbe a scontare tutte le
informazioni che si possono desumere dalla evoluzione della dinamica temporale dei prezzi, i
rendimenti ottenibili in un determinato mercato sarebbero indipendenti e non si potrebbero
realizzare profitti sistematici attraverso l’analisi dei rendimenti passati. In questo contesto sono
inutili le strategie operative di tipo adattativo o le strategie derivanti dalla applicazione degli schemi
proposti dalla stessa analisi tecnica: se le informazioni estrapolabili dalle serie storiche dei prezzi
sono già riflesse nel prezzo corrente, gli investitori non possono prevedere il futuro andamento del
mercato studiandone i movimenti passati.
L’efficienza in formasemi-fortenega, invece, l’opportunità di conseguire profitti “anormali” non
solo tenendo conto della dinamica storica delle quotazioni, ma anche considerando notizie di
pubblico dominio. Le quotazioni correnti si adeguano rapidamente e correttamente alla diffusione
di nuove informazioni e verrebbero ad incorporare l’intero insieme di informazioni reso disponibile
ai partecipanti al mercato: dai bilanci annuali o infrannuali alle comunicazioni delle società, dai dati
periodici relativi alle variabili economiche ai provvedimenti legislativi. In questa ipotesi viene meno
l’efficacia dei contributi tipici dell’analisi fondamentale a patto che le informazioni pubbliche siano
universalmente e contemporaneamente conosciute e correttamente interpretate da tutti gli agenti.
Infine l’efficienza in formafortenon garantirebbe rendimenti “anormali” neppure in base ai
supposti vantaggi competitivi legati ad informazioni esclusive e privilegiate relative alla particolare
attività finanziaria oggetto di interesse. Se il mercato fosse così efficiente nessun operatore
sarebbe in grado di conseguire un rendimento superiore a quello assicurato dalla corretta relazione
tra rischio e rendimento. L’ipotesi di una forma forte di efficienza richiede che anche la conoscenza
di notizie riservate relativamente ad un titolo non consenta opportunità di profitto.
L’efficienza informativa, nella sua versione più completa, comporta che il livello corrente dei prezzi
sconti tutte le informazioni, note e meno conosciute, in grado di imprimere precise traiettorie al
movimento del mercato, così che il prezzo che si forma sul mercato viene a rappresentare un
“prezzo equo” che coincide con il valore intrinseco. L’assenza di asimmetrie informative comporta
che venditore ed acquirente siano in possesso delle stesse informazioni per cui lo scambio tra i due
potrà avvenire solo ad un prezzo “equo”, inoltre dato che il mercato è razionale, la distribuzione
omogenea delle informazioni implica un incontro tra domanda ed offerta ad un livello di prezzi in
linea con il valore intrinseco.
La parità informativa, il fatto che tutte le informazioni conosciute hanno già prodotto i loro effetti
sui prezzi ed il fatto che l’arrivo di nuove informazioni è casuale fanno sì che la dinamica dei prezzi
di mercato delle attività finanziarie sia imprevedibile con la conseguente impossibilità di individuare
strategie di investimento in grado di generare in modo sistematico profitti “anormali”. Pertanto il
limite ultimo della conoscenza da parte degli operatori viene ad essere l’evidenza dei prezzi
correnti, così che il futuro delle quotazioni, secondo questa teoria, viene ad essere in balia di
disturbi del tutto accidentali e fuori controllo: i prezzi seguono uncammino casuale.
L’efficienza del mercato fa sì che le variazioni delle quotazioni relative ad un qualsiasi bene quotato
siano governate dal caso, così che diviene vano qualsiasi tentativo di prevedere il futuro
movimento di mercato.
In questa concezione la dinamica dei prezzi è considerata come “un essere errante, quasi come se
la Sorte, una volta alla settimana, scrivesse un numero a caso … e lo sommasse al prezzo
6
corrente, determinando così il prezzo della settimana successiva”. Come conseguenza di questa
interpretazione si ha il completo rifiuto di ogni apparato analitico che si discosti dall’utilizzo didue
soli fattori: il livello corrente delle quotazioni e gli “urti” casuali progressivamente subiti
7
dall’evoluzione di mercato.
Se il movimento dei prezzi è casuale ed imprevedibile, ovvero se il valore dei prezzi è del tutto
indipendente e la storia dei prezzi non costituisce un indicatore per i prezzi futuri, a causa
6
Maurice Kendall- “The Analysis of Economic Time-Series, Part I. Prices” inJournal of the Royal
Statistical Society, pp. 11-25,1953.
7
Achille Fornasini- Analisi tecnica dei mercati finanziati e trading on line, ETAS, pp. 1-3, 2003.
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dell’efficienza del mercatoi prezzi fluttuano irregolarmente vicino al loro valore intrinseco. Pertanto
la strategia migliore di investimento è quella di comprare titoli invece di cercare di scommettere
contro il mercato.
Di fatto se una certa dose di irregolarità o di disturbo esiste in qualsiasi mercato, è comunque
irrealistico pensare che tutti i movimenti dei prezzi siano casuali. Proprio le osservazioni e
l’esperienza pratica riescono a confutare le osservazioni di sofisticate tecniche statistiche, che non
sono state in grado di provare che non esistono lapresenza di formazioni ricorrenti nello sviluppo
dei prezzi.
In accordo con quanto affermato da John Murphy, appare difficile comprendere come possono i
random walkersspiegare la persistenza dei trend se i prezzi hanno un andamento casuale e se
quando è accaduto ieri o la scorsa settimana non ha nessuna influenza su ciò che potrebbe
accadere oggi o domani. Inoltre non si comprende come sia possibile giustificare una strategia
volta a comprare e mantenere nel mercato dellecommoditiesquando il timing è di importanza
fondamentale e quale sia il senso di mantenere le posizioni quando il mercato è in una fase
ribassista.
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L’idea che i mercati siano irregolari viene totalmente rifiutata dalla comunità degli analisti tecnici:
se l’irregolarità dei mercati fosse effettiva, allora qualsiasi tecnica previsionale fallirebbe. In realtà
l’ipotesi dell’efficienza dei mercati non solo non invalida l’approccio dell’analisi tecnica, ma appare
molto vicina ad una delle premesse fondamentali di questa disciplina secondo cuii mercati
scontano tutto.
Questa premessa comune viene utilizzata dai teorici del random walk per affermare che le
informazioni sono scontate così velocemente dal mercato che non è possibile trarne un vantaggio,
mentre gli analisti tecnici ritengono che queste informazioni sono scontate dal mercato stesso
ancor prima di essere divulgate e conosciute: i movimenti che sembrano irregolari ed imprevedibili
lo sono agli occhi di chi non comprende le modalità in base alle quali questi processi si sviluppano.
Mano a mano che si acquista familiarità con l’interpretazione dei grafici i movimenti dei prezzi
mostrano una loro regolarità, confermata anche dai recenti studi di finanza comportamentale, che
cercano di individuare una relazione tra psicologia umana e determinazione dei prezzi nel mercato
mobiliare.
Il modello comportamentista
Proprio nuovi modelli interpretativi più coerenti con la realtà operativa dei mercati finanziari hanno
consentito di superare le limitazioni e costrizioni della teoria di Fama. In particolare la cosiddetta
behavioural theoryrappresenta la reazione di vari studiosi all’incapacità di riuscire a spiegare
usando l’efficient market hypothesisi fenomeni reali caratterizzanti il sistema finanziario.
Di fatto i vari contributi scientifici deicomportamentistiportano ad una destabilizzazione della
precedente costruzione teorica, oramai obsoleta, grazie all’esito di sperimentazioni e grazie ad
evidenze empiriche, che evidenziano come il comportamento reale degli operatori e, di
conseguenza, i prezzi determinati dalle loro azioni seguano logiche lontane da quelle che portano
allarandom walk theory.
Questa teoria non considera, proprio per la necessità di formalizzare un modello generalizzato,
l’influenza pesante ed effettiva del fattore psicologico presente nei mercati finanziari. L’operatività
dei mercati è fortemente condizionata dal fattore psicologico, che si traduce in congetture, dubbi,
timori, speranze degli operatori. Se uniamo la componente psicologica a quella informativa
possiamo determinare la modalità di formazione del livello dei prezzi: qualsiasi informazione
genera le aspettative degli operatori portando a comportamenti che si riflettono sulla domanda e
l’offerta del bene quotato il cui prezzo, se si muoverà nella direzione attesa, verrà a confermare la
validità dell’informazione.
Molti test dei primi studiosi della teoria “comportamentista” provano che una quota non irrilevante
di operatori sovrastima le proprie capacità, prendendo spesso decisioni irrazionali ed influenzate da
tendenze temporanee dei prezzi. Inoltre gli eventi più remoti sembrano influenzare il
8
John J. Murphy- Analisi tecnica dei mercati finanziari, Hoepli, p. 14, 2002.
10
comportamento degli operatori in misura minore rispetto a quanto non fanno gli avvenimenti più
recenti.
Ulteriori analisi più recenti hanno da un lato evidenziato che i prezzi riescono ad incorporare
l’effetto di nuove informazioni non immediatamente, come suggerito dal modello di Fama, ma
lentamente consentendo la formazione dei trend e delle oscillazioni dei prezzi, e dall’altro rilevato
che le informazioni riguardanti i beni quotati non riescono a diffondersi istantaneamente
raggiungendo ogni livello operativo. In altri termini nei mercati sono presenti siaInsider, che
detengono e sfruttano a proprio vantaggio informazioni privilegiate, sia ostacoli che si frappongono
tra le fonti e la generata divulgazione delle informazioni.
Infine non possiamo considerare sullo stesso piano i diversi attori partecipanti al mercato: l’effetto
delle manovre di importanti operatori del mercato non è paragonabile a quello delle azioni di un
piccolo risparmiatore.
Facendo cadere alcune delle ipotesi più irrealistiche della teoriaortodossaappare evidente che i
prezzi di equilibrio divergono dai valori di equilibrio sistematico previsti dallaefficient market
hypothesissia per inefficienze del sistema che per il comportamento non razionale di molti degli
operatori.
L’esistenza di asimmetrie informative, la presenza di costi di transazione connessi alla negoziazione
dei titoli e la mancanza di razionalità economica degli investitori, ossia la loro incapacità di
interpretare correttamente le informazioni utilizzate e di prendere decisioni di investimento
conseguenti, contribuiscono ad allontanare i mercati finanziari dalle condizioni di efficienza previste
dalla teoria di Fama e rendono indispensabile un meccanismo di valutazione dei prezzi in base al
quale ciascun operatore potrà decidere come operare nel marcato.
Le discipline dedicate alla valutazione degli strumenti finanziari
Ogni scambio di strumenti finanziari comporta la necessità di stabilire un prezzo, che sia il punto di
incontro tra domanda ed offerta e che sottende un processo di valutazione di diversa
consapevolezza e razionalità. Questo processo è volto a determinare il “valore equo” o intrinseco a
cui lo strumento finanziario potrebbe essere scambiato in quel particolare istante temporale.
Di fatto la stima del “valore intrinseco” di uno strumento finanziario ha breve durata, seppur
ottenuta con il più sofisticato modello valutativo, perchénon appenadivengono disponibili nuove
informazioni di natura generale (ad esempio politica o macroeconomica) o particolare (legate al
9
singolo emittente)è necessario aggiornare la valutazione. Il prezzo di mercato può deviare dal
valore intrinseco anche in misura rilevante per pochi istanti o anche per diversi mesi se non anni.
La valutazione di uno strumento finanziario parte dalla raccolta delle informazioni rilevanti per il
processo stesso. Tali informazioni sono poi interpretate ed analizzate per formulare previsioni
attendibili in merito ai parametri che determinano il valore dello strumento. Una volta stimate
queste determinanti sono introdotte nel modello di pricing relativo allo strumento da valutare, in
questo modo è possibile ottenerne il valore intrinseco e se questo è disallineato dal prezzo di
mercato porta ad una negoziazione del titolo stesso.
Conoscenzaeselezionesono due aspetti che intervengono nel processo ora descritto, ma a questi
due elementi se ne aggiunge un terzo, ossia iltiming. Conoscere gli strumenti finanziari,
selezionare quelli sottovalutati o sopravvalutati per trarre vantaggio dalla loro negoziazione sono
due passi fondamentali per gli investitori, ma altrettanto importante è la scelta del momento giusto
per agire nel mercato.
In funzione dell’enfasi posta sulle diverse fasi del processo complessivo di investimento ed anche
in base al modello di efficienza del mercato ritenuto valido, si possono individuare tre diversi
possibili approcci alla valutazione: l’analisi quantitativa, l’analisi fondamentale e l’analisi tecnica.
9
Stefano Cenni, Riccardo Ferretti -Economia dei mercati e degli strumenti finanziari, Giappichelli,
pp. 149-158, 2006.
11
L’analisi quantitativa: asset allocation
L’ipotesi principale alla base dell’analisi quantitativa di portafoglio è l’efficienza informativa dei
mercati, che ha come prima ed immediata conseguenza l’idea di una gestione passiva del
portafoglio stesso. Per un investitore economicamente razionale, la miglior soluzione di
investimento viene ad essere l’acquisto di un portafoglio ben diversificato , che contenga tutti i
beni di investimento presi in misura proporzionale alla loro capitalizzazione. L’indice generale di
borsa rappresenta un “portafoglio tipo” facilmente replicabile, ovvero è ilportafoglio rischioso
ottimaleda combinare con un portafoglio dititoli privi di rischioal fine di ottenere unportafoglio
completoche risponda nella maniera più efficiente possibile al trade-off tra rischio e rendimento di
ciascun investitore.
In questo caso il problema dell’investitore si può ridurre alla necessità di individuare un numero
ristretto di fondi comuni di investimento, azionari ed obbligazionari, domestici o internazionali,
anche a gestione passiva ed alla allocazione della ricchezza tra i diversi portafogli in modo
coerente con gli obiettivi di investimento e la personale avversione al rischio (asset allocation).
Quest’ultima operazione è fondamentale perché è stato dimostrato che nel medio-lungo termine la
performance del portafoglio completo dipende in misura preponderante dall’asset allocation e solo
in misura marginale dalla scelta dei titoli da inserire nel portafoglio.
L’analisi fondamentale: security selection
Se l’analisi quantitativa non si preoccupa di selezionare i titoli da inserire nel portafoglio,
prescrivendo spesso l’investimento in tutti i titoli esistenti allo scopo di diversificare gli investimenti,
con l’analisi fondamentale si cerca di determinare su quali settori industriali conviene investire ed
all’interno di questi settori su quali imprese conviene “scommettere” in misura particolare.
L’analisi fondamentaleconsiste nel tentativo di individuare il prezzo “equo” di uno strumento
10
finanziario sulla base dei suoi “fondamentali economici”: dato che si acquistano strumenti
finanziari sulla base del rendimento atteso in un certo orizzonte temporale, allora il prezzo di questi
strumenti verrà a dipendere dai flussi di cassa attesi lungo questo orizzonte di tempo. Per valutare
il prezzo dei titoli, con questo metodo, si ricorre spesso al calcolo del valore attuale dei flussi di
cassa attesi dall’investitore. In questo processo di valutazione vi possono essere diversi gradi di
incertezza, legati alla natura del titolo considerato, che rendono il titolo stesso più o meno
rischioso. Di fatto si passa al rendimento certo dei titoli obbligazionari a tasso fisso, in cui l’unico
elemento di indeterminazione è il loro valore in moneta corrente, all’incertezza dell’ammontare del
rendimento periodico dei titoli di Stato a tasso indicizzato o ancora all’incertezza di incassare
puntualmente i flussi di cassa a cui si ha diritto per problemi dell’emittente ad adempiere ai
pagamenti o per mancanza di obbligo da parte dell’emittente ad effettuare tali pagamenti.
Il valore attuale dei flussi di cassa attesi rappresenta unprezzo teoricoche deve essere
confrontato con il prezzo di mercato del titolo perso in esame: questa valutazione consente di
determinare i titoli sopravvalutati ed i titoli sottovalutati in modo da riuscire a prendere delle
decisioni di investimento volte a massimizzare i profitti attesi. L’analisi ed il monitoraggio continuo
dovrebbero portare a delle quotazioni di mercato che incorporano rapidamente le informazioni di
mercato.
A seconda della complessità delle caratteristiche tecnico-economiche e della natura contrattuale
dello strumento la valutazione può consistere nella semplice attualizzazione dei flussi di cassa certi
come ammontare e tempi di incasso, utilizzando gli opportuni tassi di sconto, oppure potrà
richiedere la stima preventiva dei flussi di cassa attesi e l’uso di sofisticati modelli matematico-
finanziari che rappresentano il rischio connesso alla variabilità di questi flussi.
Di fatto quanto più numerosi sono i fattori di rischio e di variabilità da prendere in esame e quanto
più ampio è l’orizzonte temporale di valutazione, tanto più soggetta ad errori sarà la valutazione.
10
Stefano Cenni, Riccardo Ferretti -Economia dei mercati e degli strumenti finanziari, Giappichelli,
pp. 149-158, 2006.
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L’analisi tecnica: timing
Dopo aver individuato con l’analisi fondamentale i titoli sottovalutati e sopravvalutati occorre
determinare il momento più opportuno per l’acquisto o la vendita, ovvero si deve risolvere il
problema del correttomarket timing. Per individuare il momento giusto per negoziare un titolo
sempre più spesso si ricorre all’analisi tecnica, che non ha interesse a determinare se un titolo è
sopravvalutato o sottovalutato rispetto ai propri valori fondamentali, ma, sulla base di alcuni
presupposti teorici, che illustreremo a breve, mediante l’osservazione di grafici e analisi di tipo
statistico delle serie storiche dei prezzi di borsa e dei volumi scambiati, cerca di prevedere
l’andamento futuro dei prezzi allo scopo di pianificare in maniera corretta i tempi di investimento e
di disinvestimento.
Se immaginiamo che i prezzi di borsa oscillino, in modo più o meno casuale, attorno al loro valore
intrinseco, adeguandosi più o meno rapidamente ai mutamenti intervenuti nei fondamentali
economici, possiamo pensare che in questa oscillazione i prezzi si trovino a seguire delle traiettorie
che l’analisi tecnica cerca di individuare con un anticipo sufficiente da consentire un guadagno
“anormale”. Ne consegue che quanto più è facile disporre di nuove informazioni, più è semplice
valutare lo strumento finanziario e più è rapido l’adeguamento del prezzo, tanto meno utile
potrebbe risultare l’analisi tecnica.
Analisi tecnica
Dopo aver introdotto i diversi approcci alla valutazione degli strumenti finanziari, ci focalizziamo
sull’analisi tecnica, partendo dalla considerazione che la complessità dei mercati e dell’ambiente di
borsa rende estremamente difficile arrivare alla piena comprensione dei meccanismi di
funzionamento e delle dinamiche evolutive del sistema finanziario, cherichiederebbe la corretta
individuazione e quantificazione (attuale e prospettica) delle variabilicoinvolte ed al tempo stesso
11
una stima del loro impatto congiunto sugli equilibri del sistema stesso.
La valutazione delle dinamiche prospettiche dei mercati finanziari resta un esercizio di probabilità,
ma per chi opera in questi mercati è, comunque, fondamentale disporre di strumenti analitici che
consentano di rappresentare la realtà contingente e di prevederne i futuri sviluppi per ottimizzare
le proprie decisioni.
Se l’analisi fondamentale e l’analisi tecnica costituiscono due metodologie per aiutare gli operatori
nel loro esame del mercato e se entrambe sono volte a supportare l’analista nella selezione dei
titoli su cui operare al rialzo ed al ribasso, queste due discipline presentano presupposti ideologici
profondamente diversi ed utilizzano strumenti completamente differenti.
L’analisi fondamentale lega l’evoluzione delle quotazioni del mercato alla dinamica delle variabili
che costituiscono il contesto macroeconomico di riferimento e delle variabili che rappresentano le
peculiarità dei singoli emittenti. Al contrario l’analisi tecnica parte dal presupposto secondo cui lo
studio dell’andamento passato dei mercati finanziari sia l’unica via che consente di comprendere la
passata evoluzione delle quotazioni e di anticiparne la probabile evoluzione futura. Secondo
l’analisi tecnica il sentiero di evoluzione dei prezzi viene a riflettere sia lo scenario economico che lo
stato psicologico ed emotivo di chi agisce nel mercato. Le variabili fondamentali sono già riflesse
nel prezzo del titolo per cui occorre partire proprio dal prezzo di mercato e dall’analisi della sua
evoluzione storica per determinare la situazione presente del mercato e l’evoluzione futura.
Come conseguenza immediata di queste considerazioni si ha che l’analisi tecnica, a differenza di
quella fondamentale, è caratterizzata da una maggiore universalità di impiego sia per le maggiori
opportunità applicative che per la maggior semplicità. Di fatto questo tipo di analisi, dato che
impiega soprattutto prezzi e volumi di scambio come input operativo, può essere validamente
impiegata per qualsiasi serie temporale, sia essa relativa a corsi azionari, piuttosto che a valori
obbligazionari, valute, tassi di interesse, merci, oro, valori macroeconomici ed altro. Inoltre l’analisi
tecnica, rispetto a quella fondamentale, non richiede competenze specifiche, tanto che le
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Stefano Cenni, Riccardo Ferretti -Economia dei mercati e degli strumenti finanziari, Giappichelli,
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informazioni necessarie e le modalità di elaborazione delle stesse risultano facilmente accessibili
alla gran parte degli operatori di borsa. Infine l’interpretazione dei valori fondamentali di
un’azienda dipende dalle tecniche utilizzate e dalle tipologie di titoli esaminati, così che un metodo
apparentemente rigoroso presenta ampi margini di discrezionalità e variabilità.
L’analisi tecnica, invece, non si interessa dello studio dei dati fondamentali della società, del
settore o del sistema macroeconomico, perché questi sono già riflessi nei prezzi e nei movimenti
dei prezzi cerca di cogliere i riflessi delle tendenze della fiducia dell’investitore. Tenendo ben
presente questo aspetto emotivo degli operatoril’analista tecnico si dovrà preoccupare di
elaborare le serie storiche relative a quattro elementi:
prezzo, i cui cambiamenti riflettono immediatamente i cambiamenti di atteggiamento degli
investitori ed il cui livello esprime l’entità di questo cambiamento;
tempo, che costituisce un'importante misura dei cicli ricorrenti nella psicologia dell'investitore
anche in relazione alla lunghezza di questi. Quando gli investitori passano da eccessi di
ottimismo al profondo pessimismo si registrano cicli specifici, alcuni lunghi e altri brevi, che
riflettono questi cambiamenti di fiducia. Il movimento del prezzo nel mercato è funzione
dell'elemento tempo: la lentezza con cui si inverte un trend è indice anche della dimensione del
cambiamento: più è lento il passaggio da un estremo orso ad uno toro, ad esempio, maggiore
sarà il cambiamento nei prezzi atteso;
volume, che viene a riflettere l'intensità dei cambiamenti negli atteggiamenti e nelle
propensioni degli investitori. Un basso volume di scambi in corrispondenza di un aumento dei
prezzi è indice di un ridotto entusiasmo insito nel rialzo stesso;
ampiezza, che costituisce una misura dell'estensione delle aspettative: fino a quando i titoli
crescono su di un largo fronte, la tendenza delle aspettative favorevoli è distribuita fra molte
azioni e settori, ed evidenzia sul piano generale un vasto recupero economico e su quello
particolare un atteggiamento favorevole largamente condiviso nei confronti delle azioni stesse.
Se, invece, l'interesse si riduce a pochi titoli guida, la qualità della tendenza si è deteriorata e le
probabilità che il mercato prosegua in una fase bullish sono molto ridotta.
Tutti questi elementi possono essere considerati dall’analista tecnico facendo uso di diversi
strumenti, che di solito sono classificati in strumenti grafici e strumenti quali-quantitativi.
L’analisi tecnica graficasi basa sullo studio di grafici di diversi tipi, che rappresentano
l’andamento storico delle quotazioni e dei volumi di mercato, mentre l’analisi tecnica
quantitativasi sviluppa a partire dalla costruzione e dalla ottimizzazione di algoritmi tipo
matematico/statistico, mediante i quali è possibile elaborare i dati storici di mercato proprio allo
scopo di quantificare l’intensità della tendenza in atto per anticiparne i possibili punti di svolta.
Procediamo adesso con l’introduzione di alcuni elementi legati alla nascita dell’analisi tecnica e con
l’illustrazione dei principi fondamentali alla base di questa disciplina, dopodiché andremo ad
illustrare come analisi tecnica ed analisi fondamentale possono combinarsi per fornire valide
risposte a chi opera nei mercati finanziari.
La storia
Molti dei tecnici e degli studiosi dei mercati concordano sul fatto che quella che oggi viene definita
analisi tecnica trae origine dalle teorie proposte per la prima volta da Charles Dow nel periodo a
cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Le idee di Dow furono pubblicate in una serie di articoli scritti per
ilWall Street Journal.
Charles Dow, dopo diversi lavori iniziò la sua carriera nella carta stampata e venne assunto
dapprima allo Star ed in seguito all’Evening Press dove conobbe con Edward Jones, con cui in
seguito fondò nel 1882 la Dow Jones & Company.
L'8 luglio 1889 Charles Dow e Edward Jones fondarono anche il Wall Street Journal e su questo
quotidiano tra il 1900 ed il 1902 Dow pubblicò una serie di articoli di fondo, in cui utilizzava il
comportamento del mercato azionario qualebarometrodello stato dell'economia piuttosto che
come base per formulare previsioni sui prezzi di tale mercato.
Dow non diede, però, una forma sistematica al suo pensiero e le sue idee sui mercati finanziari
rimasero “sparse” nei suoi articoli fino a quando il suo successore, William Peter Hamilton, sviluppò
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i principi di Dow e li strutturò secondo una linea molto prossima alla teoria oggi conosciuta. Questi
principi furono enunciati piuttosto liberamente nel suo libroThe Stock Market Barometer
pubblicato nel 1921. In realtà solo nel 1932 Robert Rhea pubblicò nel suo DowTheoryuna stesura
più completa e formale di tali principi.
L'analisi tecnica inizia, quindi, a diffondersi negli Stati Uniti dopo la grande crisi del ’29 partendo
proprio dalla Dow Theory quale strumento di scelta "razionale" da sostituire alle tecniche artigianali
basate su tentativi di seguire il trend.
Solo con il boom economico del Secondo dopoguerra, però, l'analisi tecnica inizia a veder
consacrate presso il grande pubblico le proprie metodologie. In Europa è arrivata dapprima in
Svizzera e poi si è diffusa nelle altre nazioni. In Italia l'interesse per l'analisi tecnica si è dapprima
manifestato nell'ambiente accademico attorno agli anni sessanta, dato che la mancanza di
adeguati supporti informatici rendeva lo studio delle serie storiche eccessivamente complesso per
l'investitore medio. In quegli anni vi era, inoltre, una certa resistenza da parte del grande pubblico
ad accedere ai mercati finanziari a causa delle ripetute crisi economiche internazionali.
Alla fine degli anni '80, però, la diffusione dei personal computer e di software in grado di
elaborare rapidamente e con accuratezza le serie storiche, la ripresa delle economie occidentali ed
il boom degli investimenti in borsa e la diffusione degli strumenti derivati hanno fatto sì che
l'analisi tecnica si affermasse definitivamente come un valido strumento per esaminare i mercati
finanziari.
Gli strumenti grafici ed algoritmici sviluppati a partire dal nucleo iniziale della Dow Theory vengono
a costituire la cosiddettametodologia tecnica “classica”, attualmente la più conosciuta e
diffusa in Italia.
In realtà vi è un altro approccio tecnico alternativo degno di menzione che origina negli anni Venti
e Trenta del secolo scorso dalla ricerca di due studiosi statunitensi Nelson Elliott e William Delbert
Gann e che costituisce l’analisi “strutturale”o“ciclica”. Questa metodologia più complessa e
per certi versi ambiziosa, però, non verrà presa in esame. Ci limiteremo, quindi, ad affrontare i
principi dell’analisi tecnica così come desumibili dall’opera di Dow e dei suoi successori.
I tre principi dell’analisi tecnica
Proprio a partire dal pensiero di Dow possiamo dedurre i presupposti teorici su cui si basa l'analisi
tecnica, che possono essere riassunti dalle tre seguenti proposizioni:
1.i prezzi scontano tutte le informazioni disponibili
2.i prezzi seguono un certo trend, ovvero seguono delle linee di tendenza
3.la storia si ripete ovvero gli investitori, in quando dotati di una razionalità limitata e spesso
soggetti all’emotività reagiscono allo stesso modo a shock simili.
Come già accennato quando abbiamo introdotto il concetto di efficienza dei mercati, alla base
dell’analisi tecnica vi è la stessa caratteristica tipica di un mercato efficiente in forma semi-forte: i
prezzi scontano tutto. Anche l’analisi tecnica parte dal principio secondo cuinella quotazione
corrente di un qualsiasi valore mobiliare è determinata e riflessa pienamente tutta l’informazione
rilevante disponibile in ogni istante nel mercatoe questo meccanismo di trasmissione e valutazione
delle informazioni è cosìefficiente da garantire che qualunque notizia rilevante ai fini della
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valutazione del titolo venga istantaneamente scontata nel suo prezzo di mercato.
Il prezzo di un generico titolo o di un indice è la risultante dell'equilibrio tra le forze esercitate dalla
domanda e dall'offerta di titoli provenienti dalla massa di operatori, effettivi e potenziali, presenti in
ogni istante sul mercato. L'intensità delle forze rialziste o ribassiste, dipenderà dai giudizi di
convenienza economica giungono gli attori del mercato, valutando tutta una serie di informazioni
utili a qualsiasi titolo acquisite. È dunque innegabile il ruolo svolto dal livello di informazioni
disponibili sul mercato per determinare la quotazione dei titoli. Per gli analisti tecnici il meccanismo
di trasmissione delle quotazioni e delle informazioni è a tal punto efficiente da garantire che
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pp. 322-323, 2006.
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qualunque notizia economica, finanziaria, politica rilevante ai fini della valutazione di un titolo,
venga istantaneamente scontata nel prezzo di mercato del titolo stesso.
A differenza dellateoria dei mercati efficientil’analisi tecnica presuppone che l’andamento delle
quotazioni di mercato non sia unrandom walk, ma, sebbene caratterizzato da oscillazioni più o
meno ampie, riveli una tendenza di fondo che orienta queste oscillazioni in direzioni rialziste o
ribassiste, ad eccezione dei periodi di congestione.
Infine l’idea che i prezzi riflettano le aspettative degli operatori di borsa comporta l’ipotesi di un
carattere ricorrente dei fenomeni di borsa: essendo gli investitori soggetti dotati di razionalità
limitata e condizionati da emozioni e stati d’animo di varia natura, potranno replicare nel tempo
risposte comportamentali simili quando si ripresentano situazioni analoghe. In altri termini gli
operatori di mercato agiscono, quindi, in parte sulla base di valutazioni di tipo razionale ed in parte
condizionati da emozioni, stati d'animo quali la fiducia, la speranza, l'entusiasmo, l'euforia, l'avidità,
il terrore, il panico e l'isterismo. Ne consegue che il movimento dei prezzi non riflette
esclusivamente elementi reali, ma anche gli stati emotivi a cui sono soggetti gli operatori di
mercato. Riuscire a comprendere il mercato senza tener conto dell'influenza esercitata dalle
dinamiche psicologiche degli individui appare improbabile, ma oltre all’importanza di questo
preponderante elemento psicologico è fondamentale sottolineare il comportamento ripetitivo e
quindi prevedibile che gli individui manifestano al verificarsi di determinate condizioni. Gli studi di
psicologia hanno, infatti, dimostrato che gli individui tendono a ripetere nel tempo atteggiamenti e
comportamenti simili al riproporsi di una determinata situazione, così che anche l'andamento delle
quotazioni dei titoli tenderà ad essere simile a quello passato al verificarsi di analoghe situazioni di
mercato. Questa considerazione ha come conseguenza il fatto che individuata la situazione
contingente del mercato finanziario, tenendo conto del ripetersi delle dinamiche comportamentali
ricorrenti della comunità nel mercato, si possono cercare di prevedere i movimenti futuri delle
quotazioni.
Partendo da questi principi è possibile individuare da un lato gli obiettivi dell’analisi tecnica e
dall’altro l’ambito di validità e le ragioni di legittimazione della stessa.
Obiettivi e validità dell’analisi tecnica
L'analisi tecnica persegue sostanzialmente due obiettivi: un fine interpretativo e conoscitivo ed un
fine operativo.
Di fatto gli analisti tecnici da un lato cercano di leggere il mercato con un insieme di strumenti utili
ai fini della comprensione dello stato attuale della dinamica borsistica, andando a cogliere
direzionalità, trend ed intensità del movimento in presenza di eccessi di domanda e dell'offerta,
dall'altro cercano di “prevedere l'evoluzione futura” allo scopo di capire se si è in una fase dove è
più opportuno effettuare un acquisto al rialzo o al ribasso. In ciò si manifesta l'utilità operativa
dell'analisi tecnica che aiuta l'operatore ad individuare la tendenza di fondo del mercato o del titolo
su cui effettuare l'investimento, fornendo segnali operativi d'acquisto o di vendita nel mercato in
base ad indicatori quali-quantitativi, come media mobile, oscillatori, indicatori di volatilità.
Lo scopo finale dell'analisi tecnica è quello di assumere posizioni in relazione al trend, non
cercando di acquistare ai minimi e di vendere ai massimi, ma di comprare in un trend al rialzo e
vendere un trend a ribasso: non è mai troppo tardi per compiere queste operazioni. L’analisi
tecnica talvolta si spinge oltre cercando di stabilire non solo in quale momento, ma anche a quale
livello di prezzo attivare o chiudere posizioni su determinati titoli, ovvero quando effettuare il
cosiddetto "stop and reversal".
Se gli obiettivi dell'analisi tecnica sono basati sui tre principi fondamentali, la legittimazione di
questa metodologia è strettamente connessa alla sua capacità di cogliere la dinamica psicologica
del mercato e degli individui che lo compongono. Proprio in base all'esame delle dinamiche
emotive e psicologiche del mercato, si può affermare che l'analisi tecnica è uno strumento utile,
perché consente sia di leggere lo stato d'animo del mercato, sia di dominare il proprio stato
d’animo.
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