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INTRODUZIONE
La richiesta globale di un‟ottimizzazione dei motori a combustione interna,
in termini di potenza, affidabilità, rumorosità e consumo di combustile è in
continua crescita. Sempre più stringenti sono, al tempo stesso, le normative di
contenimento delle emissioni nocive e dei consumi energetici. L‟esigenza di
conciliare questi due aspetti ha alimentato la ricerca in ambito motoristico nel
trovare soluzioni atte a migliorare le prestazioni e minimizzare la formazione
degli inquinanti, pur mantenendo un costo competitivo.
Particolare attenzione va rivolta ai motori Diesel, non solo per l‟enorme
sviluppo nel campo dell‟autotrazione conseguito negli ultimi decenni,
strettamente legato a fattori quali guidabilità, economicità, consumo specifico,
nonché flessibilità circa l‟utilizzo di combustibili, ma anche perché sempre
maggiori sono gli studi effettuati, le tecnologie disponibili e le conoscenze che
permettono a questo tipo di motore di rispondere in maniera innovativa alle
richieste del mercato e contemporaneamente di adeguarsi alle future norme
anti-inquinamento. Le ultime stime, condotte sull‟andamento del mercato
automobilistico europeo, hanno evidenziato che le motorizzazioni Diesel, per anni
relegate al ruolo di comprimarie rispetto alle unità ad accensione comandata,
hanno ormai raggiunto un ruolo di rispetto nel mercato soddisfacendo in pieno i
desideri dei clienti. Questa crescita si deve principalmente all‟introduzione, verso
la metà degli anni ‟90, della tecnologia Common Rail ed all‟estensione della
sovralimentazione su tutte le motorizzazioni.
La principale sfida tecnologica del motore Diesel è oggi rappresentata dal
rispetto dei limiti alle emissioni di sostanze inquinanti. Nei paesi della Comunità
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Europea è in vigore dal primo gennaio del 2008 la normativa EURO V, relativa
alle limitazioni sulle emissioni di agenti inquinanti allo scarico di veicoli stradali
ed in particolare di quelli leggeri (peso inferiore alle 3.5t), destinati al trasporto di
persone (passenger cars). Tale normativa ha stabilito, rispetto alle precedenti, una
drastica diminuzione delle concentrazioni di fumosità ammesse (0,005 g/km) e
una leggera riduzione delle emissioni consentite NOx (0.20 g/km).
La problematica che oggi viene affrontata è quella, nel rispetto delle norme
antinquinamento, di continuare a garantire al motore Diesel bassi consumi ed
eccellente fun-to-drive, il tutto con il minor costo addizionale possibile; in tale
ambito, se da una parte una possibile soluzione è rappresentata
dall‟accoppiamento dei sistemi di combustione tradizionali con sistemi di
post-trattamento dei gas esausti sempre più efficienti, dall‟altra l‟interesse va
concentrandosi sullo sviluppo di nuovi sistemi di combustione in grado di ridurre,
già durante la fase di combustione stessa, le emissioni di ossidi di azoto e di
particolato senza far ricorso, quindi, a complessi sistemi di trattamento dei gas di
scarico. In ogni caso, è senza alcun dubbio di fondamentale importanza il
proseguimento della ricerca, di carattere sia numerico che sperimentale, e
l‟approfondimento delle conoscenze sui motori Diesel e sui numerosi parametri
che ne influenzano le prestazioni e le emissioni.
Uno strumento di grande aiuto nello studio dei fenomeni che avvengono
all‟interno della camera di combustione è la fluidodinamica computazionale
(CFD), che consente l‟analisi del complesso dei processi termofluidodinamici e
chimici interni al motore mediante l‟uso di simulatori multidimensionali. Pur non
presentando quel grado di accuratezza che soltanto indagini sperimentali possono
assicurare, a causa delle inevitabili approssimazioni introdotte nella realizzazione
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dei modelli per la simulazione dei numerosi fenomeni che avvengono durante il
funzionamento del motore, la CFD consente di ottenere risultati realistici da cui
trarre importanti considerazioni sia qualitative che quantitative. Essa facilita
inoltre la pianificazione dell‟attività sperimentale stessa, fornendo indicazioni
circa le strategie progettuali da seguire per raggiungere un determinato obiettivo,
limitando il numero di prove sperimentali e incrementandone al contempo le
probabilità di successo. Risulta ormai difficile prescindere da tale strumento per
qualsiasi attività di ricerca e sperimentazione finalizzata a un‟ottimizzazione dei
parametri motoristici.
Nel presente lavoro si intende indagare sull‟influenza della legge di
iniezione e del tasso di EGR (Exhaust Gas Recirculation) sulle prestazioni e sulle
emissioni allo scarico di un motore Diesel BMW da 3000 cm3 di cilindrata,
equipaggiato con un sistema di iniezione Common Rail, attraverso un‟indagine
numerica eseguita mediante il codice di calcolo Kiva-3V. Entrambi i parametri
sono stati opportunamente variati sulla base dei risultati ottenuti da analoghi studi
precedenti svolti sul medesimo motore, presso il centro di calcolo del DIME
(Dipartimento di Ingegneria Meccanica per l‟Energetica). In particolare, per
quanto riguarda la legge di iniezione, si è operato principalmente su fattori quali la
tipologia di getto (iniezione singola o doppia), l‟angolo di anticipo e la durata,
mantenendone costanti altri, come ad esempio la quantità di combustibile iniettata
per ciclo; ogni indagine è stata eseguita per due valori del tasso di EGR, del 44%
e del 35%, rispettivamente.
Lo scopo è quello di inserirsi in un contesto più ampio e complesso di
ricerca e analisi sulle moderne tecniche finalizzate all‟abbattimento delle
emissioni allo scarico dei motori Diesel (in particolare, NOx e PM), secondo i
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limiti imposti dalle norme attuali e future (EURO VI), pur garantendo livelli
accettabili, se non auspicabili miglioramenti, dell‟efficienza e, dunque, del
consumo specifico di combustibile.
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CAPITOLO I
INIEZIONE E COMBUSTIONE
NEI MOTORI DIESEL
1.1 Introduzione
Il motore a combustione interna riveste un ruolo fondamentale nella
società moderna in virtù degli elevati rendimenti raggiunti e della vasta gamma di
potenze offerta, caratteristiche grazie a cui si presta bene ad essere utilizzato nei
più svariati settori e attività, dalla produzione di energia elettrica all‟autotrazione.
In quest‟ultimo campo, in particolare, esso regna ormai incontrastato,
equipaggiando la quasi totalità degli autoveicoli del mondo.
Fino a qualche decennio fa il motore più diffuso era quello ad accensione
comandata, più semplice, leggero e relativamente più pulito, soprattutto se
equipaggiato con la TWC (Three Way Catalyst), che permette un efficiente
trattamento dei gas di scarico. D‟altra parte il motore Diesel presenta svantaggi
legati a un rapporto peso/potenza notevolmente più elevato, oltre a maggiori
emissioni di inquinanti e rumorosità, che ne hanno sempre frenato la diffusione in
campo automotivo, avvenuta soltanto agli inizi degli anni ‟70, e limitato
l‟applicazione essenzialmente a veicoli da lavoro o per il trasporto pesante.
A causa dei più elevati rapporti di compressione necessari alla
autoaccensione del combustibile, infatti, gli organi del motore Diesel vanno
dimensionati per resistere a maggiori valori di pressione (circa doppie) rispetto ai
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motori Otto, risultando quindi, a parità di materiale, più pesanti. Inoltre la
ruvidezza della combustione provoca vibrazioni nella struttura del motore e la
maggiore lentezza con cui essa avviene, unita alle grandi forze d‟inerzia in gioco,
comporta regimi di rotazione inferiori e quindi potenze specifiche per unità di
cilindrata più basse, rispetto a un motore Otto di caratteristiche equivalenti. Ne
consegue un maggior ingombro a parità di potenza e una maggiore rumorosità.
Per contro, il motore Diesel è caratterizzato da rendimenti più elevati,
perché più elevati sono i rapporti di compressione che è possibile realizzare, senza
pericolo di fenomeni anomali di combustione, e da un migliore adattamento in
condizioni di carico parziale, grazie al particolare sistema di regolazione della
potenza. Ciò comporta minori consumi specifici di combustibile e a una
conseguente gestione più economica del motore, anche legata all‟utilizzo di
combustibili meno pregiati da un punto di vista energetico. Questi numerosi
vantaggi sono emersi però relativamente tardi, a causa di diverse problematiche
tecnico-costruttive cui si è dovuto far fronte; basti pensare che l‟applicazione del
sistema ad iniezione diretta nelle autovetture è stata realizzata soltanto a partire
dagli anni ‟80, fino ai quali il motore a gasolio, tranne che sugli autocarri, è stato
esclusivamente a precamera.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una notevole riscoperta del
motore Diesel, dovuta soprattutto alle nuove tecnologie disponibili ed ai numerosi
studi sui fenomeni della combustione e degli spray, grazie ai quali si sono ridotti,
almeno in parte, gli svantaggi storici connessi a questo tipo di propulsore,
permettendogli di raggiungere prestazioni paragonabili ai più moderni motori a
benzina, con il vantaggio di un risparmio di combustibile fino al 30%.
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In un mercato fortemente influenzato dall‟aumento del prezzo del petrolio
e dei suoi derivati, inoltre, la flessibilità circa l‟utilizzo di combustibili offerta da
questi motori rappresenta senza dubbio un grande incentivo, specialmente in
prospettiva futura, anche in virtù delle recenti ricerche riguardanti la possibilità di
utilizzare gasoli di sintesi e biocarburanti. In effetti, le case automobilistiche, in
un‟ottica di competizione a livello mondiale, stanno incrementando i propri
investimenti nella ricerca e sviluppo di prodotti innovativi, in grado di soddisfare
le esigenze del mercato e al tempo stesso di venire incontro alle sempre più
stringenti limitazioni imposte dai vari Paesi riguardo le emissioni di specie
inquinanti.
Se da un lato questo obiettivo può essere perseguito attraverso
l‟accoppiamento dei motori tradizionali con sistemi di post-trattamento più
efficienti, come filtri, trappole e catalizzatori DeNOx, dall‟altro l‟interesse va
concentrandosi sullo sviluppo di nuovi sistemi di iniezione e di combustione che
permettano di ridurre le emissioni già all‟interno del cilindro, con evidenti
vantaggi economici e di ingombro.
L‟avvento del sistema d‟iniezione Common Rail ha permesso ad esempio
di ridurre significativamente le emissioni sia di particolato che di ossidi di azoto,
migliorando inoltre le prestazioni complessive dei motori e riducendo il consumo
specifico. Ciò è stato possibile grazie alla possibilità di realizzare più iniezioni per
ciclo, adottando la legge di iniezione ottimale in funzione delle condizioni di
carico e della velocità del motore.
Sono ormai diffusi inoltre i filtri antiparticolato ad elevata efficienza;
l‟unico problema connesso all‟utilizzo di questa tecnologia è la capacità di gestire
correttamente il processo di rigenerazione del filtro. Per l‟abbattimento degli NOx
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i metodi attualmente utilizzati, invece, si basano sull‟impiego di marmitte
catalitiche tradizionali o sistemi SCR (Selective Catalytic Reduction). Questi
sistemi necessitano però di elevate temperature per funzionare correttamente,
mentre le loro prestazioni si riducono drasticamente quando, come nel caso di
combustione premiscelata o di miscele molto povere, le temperature allo scarico
sono abbastanza ridotte.
Per quanto riguarda le nuove applicazioni inerenti il processo di
combustione, la ricerca è orientata principalmente verso le modalità HCCI
(Homogeneous Charge Compression Ignition) e PCCI (Premixed Charge
Compression Ignition). Nel primo caso, l‟autoignizione di una miscela quasi
completamente omogenea avviene in maniera controllata contemporaneamente in
tutta la camera di combustione, consentendo di limitare fortemente la formazione
di NOx e particolato. Nel secondo, avviene una parziale premiscelazione del
combustibile con l‟aria e il controllo della temperatura di fiamma si realizza per
mezzo della diluizione della carica nel cilindro con gas esausti. A differenza
dell‟HCCI, la carica non è omogenea, ma la riduzione di particolato e ossidi di
azoto avviene grazie ad una tipica combustione Diesel premiscelata, durante la
quale l‟elevata quantità di inerti presenti nel cilindro permette un netto
abbassamento delle temperature di combustione.
L‟impiego di tali sistemi, nonostante i notevoli vantaggi che essi
comportano, è tuttavia ancora fortemente limitato dalla scarsa applicabilità ai
bassi carichi, dalla variabilità ciclica da cilindro a cilindro e dagli elevati valori
dei consumi specifici di combustibile e dell‟emissione di prodotti incombusti.
Numerosi sforzi si stanno compiendo ultimamente nel tentativo di perfezionare