INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
«Sono storie di donne e uomini, di persone e non di personaggi.
Sono storie che bisogna raccontare e continuare a raccontare
finché non si risolvono»
Carlo Lucarelli
Nel secondo semestre del 2002, dopo il tremendo delitto di Cogne, è
tornato alla ribalta il tema dei delitti irrisolti che affligge il nostro
paese. E’ una questione scottante e di grande attualità che ha colpito
l’attenzione dei media e riempito, nell’ultimo periodo, le puntate di
molte trasmissioni informative.
L’obiettivo di questa tesi è di analizzare l’informazione fornita da
quattro testate nazionali, Corriere della sera, La Repubblica, Avvenire
e Il Giorno, relativamente a un delitto irrisolto avvenuto ad Arce, nel
Frusinate, il primo giugno 2001: l’omicidio di Serena Mollicone.
L’inchiesta sul delitto è ancora aperta e, proprio per la complessità
dell’evento, si è circoscritta l’analisi del materiale cronistico al primo
mese e mezzo dal ritrovamento della ragazza: dal 4 giugno al 20 luglio
2001.
I
INTRODUZIONE
Il ritrovamento del corpo, i funerali della ragazza e un nuovo sviluppo
nel corso delle indagini della magistratura suggeriscono i momenti
fondamentali sui quali basare la ricerca.
Una volta effettuata la periodizzazione si evidenziano due livelli di
analisi: il primo rileva il diverso trattamento giornalistico, sia
quantitativo che contenutistico, presente negli articoli apparsi sulle
testate prese in esame relativamente al delitto di Arce; il secondo
sottolinea le modalità attraverso le quali i mass media, in particolare la
stampa, utilizzano la fonte d’agenzia a partire dall’analisi dell’Ansa
stessa.
Nel primo capitolo delitti irrisolti: un’epidemia nel nostro paese si
affronta, dapprima, la questione dei crimini violenti rimasti insoluti, la
scottante tematica della mancata collaborazione tra l’evoluzione
tecnica e scientifica dei metodi di indagine e l’antico approccio
intuitivo del detective. Ci si sofferma, poi, sulla vicenda Mollicone,
sulla scorta di dichiarazioni d’illustri personalità giudiziarie. Si
specificano, infine, le motivazioni per cui l’uccisione di Serena
Mollicone costituisce ancora un mistero.
Nel secondo capitolo una questione di metodo vengono espressi i
criteri attraverso i quali si è svolta l’analisi e la schedatura degli
II
INTRODUZIONE
articoli. Si procede, per prima cosa, alla descrizione del metodo
utilizzato per la schedatura e l’analisi degli articoli delle quattro testate
analizzate sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo. Si precisa,
poi, il metodo scelto per la schedatura degli estratti Ansa e la loro
valutazione. Inoltre vengono proposte alcune notazioni grafiche nelle
quali si mette in evidenza il modo in cui sono stati scritti i titoli, i
loghi dei quotidiani e altri piccoli accorgimenti che rendono uniforme
la scrittura giornalistica.
Nel capitolo 3 omicidio ad Arce: tutto il paese in lutto si
definiscono i criteri di notiziabilità del delitto sottolineando le
definizioni e le categorie della notizia e applicando i valori notizia
relativi al contenuto e al prodotto a questa vicenda. In seguito si
procede all’analisi giornaliera degli articoli della prima settimana, dal
4 al 10 giugno, che si concentrano sul ritrovamento del cadavere, sulle
prime indagini e sul funerale, giorno spartiacque tra il primo e il
secondo blocco. Attraverso il confronto quantitativo, la titolazione, il
contenuto e il linguaggio, si evidenziano le peculiarità di ogni testata e
il diverso trattamento giornalistico che viene riservato alla notizia a
seconda della linea editoriale seguita. Il percorso della notizia e le
modalità con le quali un dispaccio Ansa viene selezionato e
III
INTRODUZIONE
rielaborato dai quotidiani costituiscono l’argomento cardine della
ricerca.
Nel quarto capitolo si brancola nel buio si espone l’analisi giornaliera
degli articoli dall’11 al 17 giugno 2001, caratterizzati dalla fase
investigativa del delitto ricca di incertezze. Si procede poi ad un
confronto delle strategie di offerta delle notizie da parte delle testate
analizzate. L’etica professionale dei giornalisti e l’esigenza di una
tutela del loro operato in condizione di scarsa attendibilità delle fonti
costituiscono il nuovo punto d’indagine.
Si fornisce poi una sintesi del terzo blocco di articoli dal 19 giugno al
19 luglio attraverso la valutazione delle principali unità-informative.
Si mette in evidenza anche il fenomeno della settimanalizzazione,
attraverso il quale si allarga la visione dell’evento che spesso conduce
alla morte inesorabile della notizia.
Nel quinto capitolo “al lupo al lupo” si analizza in dettaglio il 20
luglio, giorno che annuncia una possibile svolta nel caso e che
costituisce l’ultimo momento di vera caratterizzazione della notizia. Si
procede poi al confronto tra le singole testate evidenziando l’influenza
dell’ideologia sulla struttura e sul contenuto degli articoli. Si cerca,
infine, di definire il significato di verità giornalistica e, attraverso il
IV
INTRODUZIONE
confronto con l’Ansa, il grado di “obiettività” e di manipolazione che
ha caratterizzato questa vicenda attraverso l’utilizzo delle principali
tecniche di modifica del linguaggio e del contenuto.
Nelle conclusioni si riepilogano i risultati del lavoro svolto in base ai
due criteri che lo hanno determinato nel suo sviluppo: modalità di
trattamento delle notizie da parte delle testate prese in esame,
evidenziando atteggiamenti comuni e differenze; le strategie e le
pratiche cautelative attuate dai giornalisti nell’utilizzo della fonte
d’agenzia e delle informazioni relative allo svolgimento delle indagini
in un delitto irrisolto.
V
DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Capitolo 1
DELITTI IRRISOLTI:
UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
«E’ una di quelle storie misteriose, piene di colpi di scena,
di insospettati e insospettabili, di piste
che sembrano portare alla verità
e invece non portano a niente»
Carlo Lucarelli, da Mistero in blu
1
1.1. Un delitto su due è irrisolto
«Un omicidio su due resta impunito»
Corriere della sera, 14 Aprile 2002
E’ il titolo che introduce un articolo pubblicato su Corriere della sera
che si propone di fornire una spiegazione alla presenza in Italia di così
tanti delitti senza colpevole. Una malattia che ha colpito il nostro
paese. Nell’anno 2000 ci sono stati 321 delitti irrisolti quasi uno al
giorno. In quest’articolo si tenta una diagnosi della situazione e si
ipotizza una cura.
1
Per la stesura di questo paragrafo si sono utilizzati gli articoli di Giovanni BIANCONI, “Un
omicidio su due resta impunito” Corriere della sera, 14 Aprile 2002 p.15 e “Delitti e misteri, una
lunga scia che porta a Serena” Il Giorno, 16 Luglio 2001 p.6
1
DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Dopo che sono state scagionate le principali indagate del recente
delitto di Cogne e del cianuro, si chiede l’opinione di Fernando
Masone, oggi direttore del Censis, ex capo della polizia, sui metodi di
indagini facendo un confronto tra il presente e il passato. Egli sostiene
che nelle inchieste attuali si dà più spazio all’attività scientifica e
soprattutto è presente da subito il pubblico ministero che conduce egli
stesso le indagini. In passato l’attività investigativa era più valorizzata,
si svolgeva l’indagine e successivamente si faceva rapporto. Ora
risulta tutto più veloce e si confida molto sulle prove scientifiche.
Questa è sinteticamente l’opinione di Masone. Spesso nelle indagini
ed anche nell’esposizione giornalistica dei risultati si dà troppa
importanza ai termini medici, spesso di difficile comprensione per il
lettore, e si perdono di vista le espressioni del volto che tradiscono le
persone, un particolare detto o non detto che solo chi conosce l’animo
umano riesce a percepire, solo gli investigatori vecchio stampo che
danno sfogo alle loro intuizioni. Con il nuovo codice di procedura
penale si è eliminata la parte creativa, intuitiva e di analisi sul campo
tipica del passato.
Un altro intervento, questa volta del dottor Carlo Bui, direttore
dell’Unità del crimine violento della polizia scientifica, spiega il ruolo
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
svolto dalle evoluzioni tecnologiche nelle indagini. Egli ritiene che gli
aspetti scientificamente sicuri riguardano il Dna e le impronte digitali,
tutti gli altri esami che si fanno in un caso di omicidio sono di
supporto, danno un’indicazione sulla pista da seguire, ma a volte non
bastano.
Molte volte, infatti, si perdono giorni preziosi per la risoluzione del
caso aspettando gli esiti degli esami autoptici o i riscontri scientifici.
Questo aspetto è stato evidenziato anche nell’articolo “Serena, il
padre e il cugino nella lista dei sospettati”del caso Mollicone.
L’avvento di nuove tecnologie ha indebolito l’indagine tradizionale e
ha procurato dei problemi in sede di giudizio, dove le prove
scientifiche che non sono supportate da altro vengono smontate dai
giudici. Perciò gli indagati sono molti, ma spesso non sono anche
colpevoli.
L’ultima opinione è quella dell’avvocato Franco Coppi, che ha parlato
di questo argomento anche nella trasmissione “Porta a Porta” di Bruno
Vespa del 26 Aprile 2002. Egli sostiene che rispetto al passato ora si
compiono più processi probatori, si danno per certi dei fatti che ad
un’analisi approfondita risultano vani. Si arriva al giudizio troppo
velocemente e spesso non ci sono le prove per incriminare i colpevoli.
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Egli sottolinea anche che ora è maggiore il garantismo, principio
fondamentale di civiltà ed è «meglio avere un delitto irrisolto piuttosto
che un innocente in galera».
Probabilmente la medicina migliore consiste nel dare più spazio
all’aspetto umano dell’indagine, ai discorsi dei conoscenti delle
vittime e dei sospettati, anche gli assassini sono persone con emozioni
e fragilità che possono condurre loro verso un passo falso. Sarebbe
utile che gli investigatori seguissero maggiormente il loro intuito,
dando sfogo al calore umano, ritornando ad avere più contatto con la
gente, senza fissarsi solamente sulle fredde ipotesi scientifiche.
1.2. L’uccisione di Serena Mollicone entra nel libro dei
misteri
Molti sono gli omicidi rimasti insoluti che sono diventati parte della
storia e della letteratura. A distanza di anni si tentano spesso
ricostruzioni per cercare di riaprire casi archiviati o dare nuovi stimoli
ad indagini che sono nel dimenticatoio. Carlo Lucarelli, nel suo libro
Mistero in blu, cerca di romanzare i casi più famosi, cita il caso
Falcida, il caso Vanni e altri ancora.
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Ci sono stati anche molti altri delitti che hanno accolto il favore dei
media e hanno riempito per mesi pagine di quotidiani e telegiornali,
come il caso di Marta Russo, Simonetta Cesaroni, Alberica Filo Della
Torre e molte altre.
Serena Mollicone è entrata anche lei nel libro dei misteri irrisolti; a
distanza di un anno il suo assassino non è ancora stato trovato, ma già
un articolo sulla vicendadel luglio scorso presagiva questa
“soluzione” del caso.
Si sarebbe desiderato utilizzare una fonte ufficiale che avesse potuto
introdurre la vicenda senza sviluppare un punto di vista preciso in
modo da creare un efficace confronto tra una verità giuridica e una
verità giornalistica. Purtroppo, però, non è stato possibile accedere
agli atti della magistratura inquirente perché il delitto non è risolto, le
indagini sono ancora in corso e tutto è preservato dal segreto
istruttorio.
Per cercare di sintetizzare il delitto nel modo più preciso possibile,
oltre alle notizie emerse dall’analisi dei quotidiani, ci si è serviti
2
dell’analisi svolta da Roberto Marzilli.
2
Roberto MARZILLI, Analisi generale di un omicidio di mezza estate,
www.criminal.it/criminali/mollicone
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Tutto ebbe inizio venerdì 1 giugno 2001, quando Serena Mollicone
non torna a casa. Il padre, allarmato, inizia le ricerche e denuncia la
scomparsa della figlia. Due giorni dopo, il 3 giugno 2001 alle ore
12.30, Arce, paese in provincia di Frosinone, viene scosso dal
ritrovamento del cadavere della ragazza in una radura lì vicino. La
ragazza era immobilizzata con del fil di ferro, del nastro adesivo
bianco, arrotolato sempre nello stesso punto, chiudeva la bocca della
vittima, bloccava i suoi polsi, le sue caviglie e la busta di plastica che
le era stata infilata in testa.
Il paese, da sempre immune da violenze metropolitane, è scosso dalle
fondamenta, l’isola felice della Ciociaria è stata contaminata.
Ma chi è stato? Perché un delitto tanto atroce?
Serena non ha ferite o lividi, non ha subito violenze sessuali e non ha
lottato con il suo assassino, probabilmente perché lo conosceva e si
fidava di lui, perciò i sospetti cadono sul fidanzato della vittima, che
presto si rivelerà innocente. Le prime analisi del caso evidenziano
anche che la ragazza è morta in un posto diverso da quello del suo
ritrovamento; l’assassino ha quindi trasportato il cadavere nella radura
sabato sera, quando le ricerche erano già scattate. Il rischio era di
essere colto in fragrante, ma il killer è sprezzante del pericolo tanto
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
che si pensa sia stato lui a riportare a casa della vittima il cellulare fino
a quel momento scomparso. Ecco uno degli elementi misteriosi: il
telefonino trovato, il giorno del funerale, nella camera di Serena
quando era già stato cercato per giorni, in quei luoghi, dagli inquirenti.
Ma questo delitto è ricco di misteri e di incongruenze temporali:
l’unica cosa certa è che Serena venerdì mattina esce di casa per andare
in ospedale per una visita medica, dovrà incontrarsi con il fidanzato
nel primo pomeriggio, ma non si presenta all’appuntamento. Cosa è
successo nella giornata di Serena? Spuntano molti testimoni, spesso a
distanza di parecchi giorni dal delitto, ma le deposizioni sono
contrastanti. Tre persone dicono di aver visto Serena la mattina di
venerdì al bar del Liri in compagnia di una ragazza bionda; la vicina
di casa sostiene di aver visto la vittima rientrare alle 16 del
pomeriggio, anche se poi ammette di aver sbagliato giorno, infine,
un’insegnante, forse la testimonianza più sicura, dice di averla vista in
piazza ad Arce alle 13.15. La domanda che si pone il procuratore e il
lettore è una sola: può una ragazza dileguarsi nel nulla in un paese di
seimila abitanti o qualcuno sa e ha paura di parlare? Tra i sospettati
anche uno zio. Proprio gli zii Antonio e Mario Mollicone sono molto
presenti nella vicenda e più volte ascoltati.
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
La rosa degli indagati si stringe attorno ad Antonio Fraioli, cugino di
secondo grado della vittima, Antonio Marra, artista, Luigi Masci,
imbianchino con problemi, in passato, di tossicodipendenza e infine si
arriva a dubitare anche del padre. Egli sostiene di non essere indagato,
ma per tutelare la sua persona e il buon nome di Serena accusata di
avere una doppia vita, legami con la droga, relazioni segrete con
uomini sposati, assume l’avvocato Dario De Santis che si pone fin
dall’inizio in prima linea. Egli entra a pieno titolo nelle indagini e,
secondo le disposizioni previste dal codice penale, svolge sopralluoghi
e interrogatori.
Il tipo di delitto e la giovane età della ragazza scatenano un’imponente
reazione dei media, la stampa per prima, colpita da questa ossessione
mediatica, rende il caso di importanza nazionale. Credendo di
interpretare giustamente il volere del grande pubblico che vuole
conoscere il nome dell’omicida, scava nella vita privata della giovane
alla ricerca di una macchia o di un indizio. I giornalisti cercano di
intervistare amici e conoscenti per approfondire la vicenda umana di
Serena, ma molti aspetti sono gonfiati.
Il procuratore Gianfranco Izzo, aiutato dai pm Carlo Morra e Maurizio
Arcuri, con l’aiuto del comandante della compagnia dei carabinieri di
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
Pontecorvo, Gianluca Trombetti, seguono diverse piste, a partire da
quella criminale poiché la vittima ha subito un incaprettamento. Si
pensa che Serena si sia messa in contatto con dei maniaci o persone
legate al delitto Iavarone, omicidio anch’esso avvenuto nella zona, si
ipotizza anche la pista della droga per tornare poi a scavare più vicino
alla vittima, tra i conoscenti e in particolare si cerca un uomo con
un’auto rossa che accompagnava Serena a scuola.
Tutte queste piste hanno condotto in un vicolo cieco, le indagini sono
ad un punto morto e anche i quotidiani dal 19 giugno al 19 luglio
pubblicano solo occasionalmente la notizia, vengono esposti alcuni
elementi importanti, in particolare il ritrovamento del diario di Serena
nella cartolibreria del padre, una lettera apparsa sulla tomba, novità
presenti nel computer della ragazza e il riconoscimento dell’impronta
digitale sul nastro adesivo.
Nonostante tutti i nuovi indizi emersi, non si riesce ad associare un
volto e un nome all’assassino.
Dopo un mese e mezzo di indagini, però, sembra che si sia arrivati ad
una svolta e il 20 luglio 2001, tutti i quotidiani pubblicano un articolo
nel quale dichiarano di conoscere il nome dell’assassino,
probabilmente un uomo che accompagnava Serena, nei weekend, in
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DELITTI IRRISOLTI: UN’EPIDEMIA NEL NOSTRO PAESE
discoteca, manca solo la prova decisiva per incastrarlo che forse verrà
scoperta in seguito. Ma nei giorni successivi tutto tace. Ci sono ancora
degli articoli che parlano della vicenda, si pensa anche ad una pista
esoterica, poiché la famiglia ha contattato una medium, ma niente
conduce alla risoluzione del delitto.
Tante le parole spese per far luce su questa vicenda, tanti i dubbi e gli
interrogativi a cui gli investigatori non sono riusciti a dare una
risposta.
A un anno dal delitto l’assassino non ha ancora un volto. Negli ultimi
tempi sono però emersi dei nuovi indizi, il 25 maggio scorso sono
ricominciati gli interrogatori, dopo il ritrovamento nel castello di Sora
di una lettera nel quale l’autore si scusava con la ragazza per averle
fatto del male, è stato di nuovo sentito l’artigiano di Monte San
3
Giovanni Campano.
Chissà se la svolta tanto attesa dagli inquirenti e dal paese di Arce è in
arrivo e si potrà cancellare il nome di Serena Mollicone dal libro dei
misteri.
3
Televideo RAI del 25 Maggio 2002
La trasmissione “Chi l’ha visto” nella puntata del 4 Giugno 2002, smentisce l’autenticità della
lettera considerandola un altro degli elementi di depistaggio presenti in quest’indagine.
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