CAPITOLO PRIMO
2
Le iniziative intraprese a livello internazionale, poggiano tutte sulla considerazione
che per avviare un’azione comune tesa alla riduzione della mortalità stradale è necessario,
anzitutto, proporsi l’obiettivo di disporre di un maggior numero di informazioni,
confrontabili a livello internazionale, sul fenomeno al fine di valutare gli effetti dei
provvedimenti presi in tema di sicurezza stradale dai diversi Paesi.
La comparabilità dei dati richiede l’armonizzazione fra i Paesi delle informazioni
statistiche di base, ottenibile standardizzando: definizioni, denominazioni, nomenclature,
procedure di rilevazione. Perfezionata questa fase, solo successivamente potrà essere
avviata un’azione comune.
Pertanto due sono gli obiettivi da raggiungere:
a) la standardizzazione delle definizioni e delle classificazioni utilizzate: si pensi alle
categorie delle strade o deiveicoli fissate da norme amministrative all’interno di ogni
paese;
b) la costruzione di un database internazionale contenente i dati sulla sinistrosità ed
alcune serie d’informazioni relative ai fenomeni collegati: ammontare della
popolazione, veicoli circolanti, estensione della rete stradale, intensità della
circolazione.
Nell’analisi proposta vengono effettuati confronti, tra i diversi paesi, usando diversi
indicatori per verificare l’importanza della scelta dei parametri da usare per la
comparabilità dei dati.
Le fonti alle quali si fa riferimento, a livello nazionale, sono:
- da una parte i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), che a
sua volta cura la raccolta nazionale ed elabora le informazioni relative agli
incidenti stradali provenienti dai verbali redatti dalle autorità competenti in
materia di controllo del traffico;
- dall’altra i dati dell’Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici
(A.N.I.A.), che provengono dalle imprese assicuratrici.
Queste due fonti di dati permettono di effettuare un confronto, che vuole dimostrare la
necessità come il fenomeno si rivela diverso in funzione dei dati disponibili, in altre parole,
INTRODUZIONE
3
per alcuni aspetti, l’andamento del fenomeno dipende dai dati usati, pertanto emerge,
nuovamente, l’importanza di avere dati completi ed omogenei per lo studio.
Inoltre, a livello nazionale, emerge anche l’importanza di uno studio accurato
dell’ambiente urbano, spesso, soprattutto in Italia, trascurato.
Le fonti alle quali si fa riferimento, a livello urbano, sono:
- i dati sugli incidenti e sul traffico forniti dal comune di Torino,
- i dati sugli incidenti dei mezzi pubblici, forniti dall’aziende dei trasporti pubblici
(ATM),
- i dati sulla popolazione forniti dal Servizio Statistica del Comune di Torino,
- una rielaborazione dei dati A.N.I.A., che ha permesso il confronto con i dati del
Comune di Torino e con i dati, forniti dall’ISTAT e relativi al comune in
oggetto.
Il periodo di riferimento è il triennio 1997-1999, anche se quest’ultimo anno non è
completo, in quanto mancano i dati rilevati, relativi agli ultimi mesi. Tale mancanza può
essere trascurata, per l’analisi in cui si considerano tutti e tre gli anni insieme, mentre
nell’analisi proposta per i singoli anni è importante tenerne conto per il confronto.
1.2 Obiettivi della ricerca
Un primo obiettivo della ricerca è dimostrare da una parte l’importanza della raccolta
dei dati, aspetto del problema spesso sottovalutato, dall’altra la necessità di un efficiente
banca dati, quale presupposto fondamentale p r la successiva rielaborazione. In tale
contesto si cerca di offrire determinate regole e principi da seguire per la costruzione e la
gestione del database, a seconda delle esigenze locali e dell’ambito di utilizzo.
In secondo luogo si vuole dimostrare la necessità della complementarietà dei metodi di
analisi statistica e dei rischi con l’analisi cartografica, che localizzando la situazione di
rischio in un punto permette più facilmente di capire la dinamica incidentale e di risolvere
il problema.
CAPITOLO PRIMO
4
Un altro obiettivo della ricerca è l’individuazione di una metodologia di studio dei
fenomeni caratterizzanti l’incidentalità in ambito urbano.
Per un corretto studio sugli incidenti stradali e per poter migliorare la sicurezza
stradale attraverso la progettazione urbanistica e la gestione urbana, è importante
analizzare preliminarmente l’influenza delle caratteristiche e delle forme dello spazio
urbano, quali, ad esempio, la configurazione delle infrastrutture, degli spazi pubblici, la
morfologia della rete viaria e della città, e degli usi che ne derivano, sui fenomeni di
insicurezza stradale.
E’ fornita un’elaborazione statistica di tipo descrittivo su particolari categorie di incidenti,
poiché si ritiene essenziale avere una profonda conoscenza del comportam nto delle
singole variabili, al fine di costruire indici riassuntivi che non derivino solo
dall’applicazione di metodi statistici, ma riflettono una sensibilità affinata da meditazione
sui risultati delle statistiche descrittive.
Inoltre per ogni elemento dell’ambiente, della strada e del traffico si vuole capire quale sia
l’influenza sul fenomeno dell’incidentalità, considerando diversi aspetti: gravità e
frequenza. Si vuole dimostrare quali siano gli elementi su cui l’amministrazione può
intervenire a seconda dei fini proposti e del problema rilevato: i fattori di rischio e,
pertanto, gli interventi sono diversi a seconda della tipologia di incidente e della categoria
di utenza; per questo motivo si concentra l’attenzione soprattutto su questi due elementi.
Si vuole, pertanto, individuare degli strumenti affinché le singole amministrazioni possano
decidere e poi verificare gli interventi che vengono attuati a favore della sicurezza.
Infatti, gli indicatori generali, proposti anche nella pubblicazione ISTAT, si rilevano
insufficienti per poter decidere capillarmente su quali tronchi stradali intervenire. Si cerca,
pertanto, di poter definire una metodologia, sufficientemente semplice da applicare, ma
allo stesso tempo rigorosa rispetto agli obiettivipreposti, che consenta di misurare
l’incidentalità, soprattutto in ambito urbano.
Viene anche proposta un’analisi cartografica della ripartizione spaziale degli incidenti,
per permette di evidenziare le zone di accumulo degli incidenti e di fare emergere di
conseguenza una serie di ipotesi sui legami tra la gestione urbana e le caratteristiche di
utilizzazione di talune strade e le diverse tipologie di incidente.
INTRODUZIONE
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Per avere una visiona completa del problema, si ritengono indispensabili entrambe le
analisi appena descritte, in quanto si completano a vicenda.
La ricerca in quanto tale, per sua natura, non è in grado di porre rimedio al problema, è
però condizione necessaria perché successivamente le amministrazioni possano operare in
modo informato e finalizz to al miglioramento della sicurezza della circolazione. Il passo
successivo, quindi, sarà quello di stabilire i criteri di intervento e le eventuali soluzioni per
migliorare le condizioni di fruibilità e di sicurezza degli spazi urbani; tale studio infati
vuole offrire spunto per una riflessione più ampia sull’importanza di una pianificazione
integrata che tenga conto delle molteplici esigenze della collettività.
1.3 Programma di lavoro
Lo svolgimento è articolato, com’è già stato detto, in quattro fasi:
1. la ricerca bibliografica
2. il problema della raccolta e della elaborazione dei dati
3. l’elaborazione dei dati a livello nazionale e internazionale
4. l’elaborazione dei dati a livello comunale.
La ricerca bibliografica si è articolata nei seguenti punti:
- ricerca sui più recenti contributi in campo nazionale ed internazionale, atti a
comprendere meglio un fenomeno complesso, nel quale interagiscono aspetti
concernenti il veicolo e il territorio;
- analisi bibliografica e organizzazione della stessa per aree geog afich , per
tematismi e metodologie di analisi dei dati.
L’analisi a livello nazionale ed internazionale è di tipo statistico, si concentra
soprattutto l’attenzione sul possibile confronto dei dati e sulle condizioni sufficienti e
necessarie affinché il confronto sia possibile.
CAPITOLO PRIMO
6
Lo svolgimento del lavoro, nel caso specifico del Comune di Torino, prevede le
seguenti fasi:
1. specifiche ricerche riguardanti incidenti in cui sono stati coinvolti i diversi
utenti della strada;
2. analisi di tipo temporale, che mett in risalto un possibile legame tra questa
dimensione, il numero e la gravità degli incidenti;
3. codificazione dei principali elementi degli incidenti;
4. analisi del rischio connesso al traffico in ambiente urbano;
5. individuazione delle caratteristiche delle infrastrutture viarie e dell’ambiente
in cui si rilevano incidenti;
6. localizzazione dei principali incidenti. per gravità e frequenza;
7. analisi dell’influenza degli elementi sulla gravità e sulla frequenza degli
incidenti;
8. elaborazione di una metodologia di an lisi dei fenomeni sopraindicati.
RICERCA BIBLIOGRAFICA
7
Capitolo II
RICERCA BIBLIOGRAFICA
2.1 Introduzione
Da un esame dettagliato delle pubblicazioni inerenti gli incidenti stradali pubblicate su
riviste internazionali o edite in occasione di congressi sui problemi stradali, emerge una
non abbondante produzine italiana di contributi e di indagini in questo campo.
E’ risultato naturale, allora, rivolgersi ai più recenti contributi in ambito
internazionale. Questa esigenza d’altra parte ha permesso di confrontare esperienze di altri
Paesi e di verificare le ipotesi di lavoro già illustrate nel programma di lavoro. In questo
modo si è potuto sondare qual è lo stato dell’arte ed in particolare quali sono le tendenze
più consolidate e quelle più innovati ve.
Tale lavoro ha richiesto una notevole dilatazione dei tempi pr visti per lo svolgimento
di questa fase, infatti la complessità, la varietà dei temi ed i diversi approcci al problema
degli incidenti affrontati nei singoli Paesi, ha reso inizialmente difficile l’organizzazione di
un quadro completo delle ricerche in tale campo. Solo dopo aver raccolto un numero
ragguardevole di pubblicazioni e lavori, è stato possibile procedere a confronti per
omogeneità e decidere linee di analisi.
Si cercherà ora di fornire un quadro della bibliografia esamina sotto tre angolazioni:
geografica, tematica e metodologica.
CAPITOLO SECONDO
8
2.2 Distribuzione geografica
I Paesi che hanno dato i contributi maggiori sia da un punto di vista quantitativo che
qualitativo sono U.S.A., Gran Bretagna, Francia, Svezia, Australia, Canada.
Negli Stati Uniti in particolare si osserva una notevole attenzione nella raccolta dei
dati e una estrema specializzazione delle tematiche, usando generalmente metodologie
statistiche consolidate e tradizionali. L’attenzione è infatti rivolta all’aspetto pratico ed a
finalizare lo studio a interventi migliorativi.
Tale caratteristica si riscontra pure nei lavori francesi e inglesi, seppure con diverse
sfumature.
E’ da sottolineare però che molti lavori inglesi effettuati presso le università hanno un
taglio più teorico, proponendosi lo scopo di fornire modelli matematico-statis i
interpretativi dei fenomeni.
In Francia, di notevole interesse è l’analisi cartografica, ed in particolare, lo studio
degli scenari tipo di incidente, che permette un’analisi clinica del problema.
Le ricerche nei singoli Paesi risentono molto delle loro particolari tradizioni e
tendenze culturali nelle tecniche di analisi dei dati: ad esempio l’uso dell’analisi delle
corrispondenze in Francia e l’approccio neo-bayesiano nei Paesi anglosassoni.
2.3 Tematismi
La complessità dei fattori che in qualche misura influenzano gli incidenti stradali
determina una particolare ricchezza di tematismi studiati dai vari autori. In questo ambito
tuttavia è possibile distinguere tra vari filoni di interesse che spesso hanno una trattazione
statistica omogenea.
Tra questi si possono individuare i fattori all’uomo, quali con maggior frequenza:
sesso, l’età, lo stress, l’alcool, il valore della vita umana ed i conseguenti problemi di
stima, le misure di esposizione al rischio e la predisposizione di varie categorie di persone.
Generalmente questi caratteri sono rilevati o al momento dell’incidente, oppure mediante
indagini apposite effettuate mediante questionari (si veda il caso di Brescia).
RICERCA BIBLIOGRAFICA
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Le caratteristiche del veicolo al momento dell’incidente, quali il tipo, la velocità, la
massa, l’età, il numero di occupanti, hanno una rilevanza negli studi atti a determinare
l’influenza del mezzo meccanico nel suo insieme, sulla gravità dell’incidente. La scelta dei
limiti di velocità e del loro effetto sul numero e sulla gravità degli incidenti sono stati
oggetto di studi particolari negli U.S.A. e in Australia, dove sono state effettuate modifiche
ai limiti massimi di velocità.
L’influenza della massa del veicolo o meglio del rapporto tra le masse dei veicoli coinvolti,
è stato analizzata dai ricercatori anglosassoni che hanno messo in evidenza il legame con la
gravità dell’incidente, ma anche negli U.S.A. tale problema è spesso affrontato.
Un aspetto relativamente frequente in bibliografia risulta essere poi il tipo di strada ed
il legame con la sicurezza. Autori americani in particolare hanno analizzato in dettaglio
l’influenza sia degli aspetti geometrici della strada (curve, pendenze, raccordi, gallerie), sia
il comportamento della pavimentazione in relazione al variare delle condizioni
atmosferiche. Sono stati proposti inoltre modelli di tipo regressivo per legare la frequenza
degli incidenti a determinare caratteristiche geometriche delle strade.
Nell’ambito di questo tema ha una certa rilevanza l’individuazione dei cosiddetti punti
neri. Interessante a questo proposito ci sembra essere la formulazione teorica degli svedesi,
che tentano una definizione rigorosa di punto nero mediante applicazioni di ipotesi sulla
distribuzione spaziale degli incidenti e di opportuni test di significatività
(Kolmogorof-Smirnov test).
Di estremo interesse è anche lo studio, proposto in Francia, dell’apporto di una
utilizzazione combinata della rappresentazione cartografica e del concetto di incide t
derivato dall’approccio clinico.
Il traffico di per sé, come fenomeno collettivo, viene considerato dagli autori come un
indice dell’esposizione al rischio di incidenti. La misura di questa grandezza, la sua
variazione temporale nell’arco della giorn ta e durante l’anno costituiscono un parametro
di base su cui dimensionare la frequenza degli incidenti. Numerosi studi italiani e stranieri
si sono occupati della distribuzione di frequenze degli incidenti in relazione ai volumi di
traffico. Rarament tuttavia si hanno a disposizione misure campione di traffico su
CAPITOLO SECONDO
10
intervalli orari, soprattutto in ambito comunale; infatti in alcuni casi di piccoli comuni
vengono fatte delle ipotesi o vengono stimati attraverso dei programmi di simulazione.
I fattori climatici ha una profonda influenza sulle condizioni di traffico e sul rischio di
incidenti. In particolare i ricercatori inglesi hanno cercato di spiegare la dipendenza tra
frequenza di incidenti e condizioni atmosferiche avverse, quali pioggia e neve. In questi
studi si tiene ovviamente conto della variazione dei volumi di traffico e della riduzione di
velocità in seguito all’evento climatico in esame, come pure della variabilità mensile o
stagionale del fenomeno.
Un caso particolare di studio è a questo proposito la relazione tra giorno della
settimana, ora, tipo di strada e frequenza degli incidenti; l’analisi delle corrispondenze può
suggerire a questo proposito modelli interpretativi delle mutue relazioni tra le modalità
assunte dalle variabili.
I ricercatori inglesi in particolare hanno approfondito il tema della definizione dei tipi di
incidenti e della misura della gravità degli stessi, dimostrando la forte dipendenza dei
risultati delle analisi statistiche dai diversi contesti di misura della gravità egli incidenti.
In questi casi risulta opportuno tener conto della funzione di distribuzione degli incidenti
secondo la gravità, che varia al variare delle circostanze di misura e della popolazione
considerata.
Un aspetto non secondario della produzione bibliografica internazionale riguarda le
modalità di raccolta dei dati sugli incidenti stradali ed i caratteri misurati nei vari Paesi. Le
rilevazioni sistematiche degli organi predisposti alla sorveglianza della circolazione,
raccolte a livello terri o iale ed elaborati a livello centrale, costituiscono uno strumento di
lavoro essenziale in gran parte dei lavori esaminati. Generalmente si utilizzano particolari
campioni di incidenti scelti in base a specificazioni territoriali, a categorie di incidenti ad
una scelta opportuna di modalità. Spesso queste rilevazioni sistematiche con contenuti che
variano leggermente da Paese a Paese, sono integrate da inchieste concernenti settori
particolari non presi in considerazione dalle statistiche ufficiali.
RICERCA BIBLIOGRAFICA
11
2.4 Breve accenno alle principali metodologie statistiche
Gli incidenti risultano dalla concomitanza di molti fattori, per cui lo studio degli effetti
di uno dei fattori deve essere considerato alla luce degli effetti di altri fattori. Inoltre le
esperienze devono normalmente essere realizzate in condizione di vita reale: ciò comporta
una notevole difficoltà per l’instaurazione di un controllo soddisfacente.
Le situazioni selezionate dovrebbero presentare caratteristiche tali per cui i fattori
diversi da quelli che formano l’oggetto dello studio siano costanti o per lo meno non si
allontanino dai limiti conosciuti per un loro continuo controllo. Generalmente però si
possiedono poche informazioni su questi altri fattori, pertanto il grado di controllo ottenuto
non è sempre soddisfacente. Pertanto la varietà dei dati di base sugli incidenti stradali e la
difficoltà delle problematiche connesse ai diversi temi di indagine hanno portato
all’introduzione di una molteplicità di metodologie statistiche a diversi livelli di
complessità.
Verrà fatta una schematica rassegna delle tecniche di studio per la ricerca dei fattori
interessanti la sicurezza.
2.4.1 Statistiche descrittive ed indici
Un primo intervento sui dati elementari consiste nella presentazione di distribuzioni di
frequenza oppure di tabelle multiple che permettono una prima valutazione quantitativa del
fenomeno.
Molto esaurienti in questo senso risultano gli annuari sugli incidenti stradali pubblicati
dall’ISTAT, che rappresentano il primo approccio alla ricerca, fornendo indicazioni di
massima. Attraverso vari tipi di rappresentazione, è possibile rendere più evidenti le
tendenze principali. Risultano tuttavia del tutto riduttive ed inadeguate in un lavoro che
abbia come fine ultimo l’individuazione delle relazioni che ntervengono nella dinamica
dell’incidente; al livello locale tale studio va accompagnato da una localizzazione degli
incidenti, che permette di individuare meglio tutte le caratteristiche circostanti, altrimenti
trascurate.
Tali tecniche di descrizione vengono usate sia per l’indagine di temi specifici sia per
confronti internazionali.
CAPITOLO SECONDO
12
Una naturale evoluzione della statistica descrittiva porta all’introduzione degli indici.
E’ possibili in questo modo confrontare le variabili in diversi contesti di misura, oppure
normalizzare variabili di contenuto omogeneo. Tipico esempio può essere il considerare
anziché la variabile numero di incidenti, il numero di incidenti per i chilometri percorsi
dagli autoveicoli su un tratto di strada; tale rapporto elimina l’influenza delle diverse
frequenze di traffico; oppure si possono considerare indicatori, quali il rapporto tra il
numero dei morti e il numero totale dei feriti, che permettono di valutare gli interventi di
sicurezza passiva sul veicolo e di efficienza del servizio sanitario. Ma il discorso sugli
indicatori verrà trattato di seguito in modo più approfondito.
2.4.2 Modelli di regressione lineare multipla
L’individuazione di correlazioni tra le variabili quantitative permette spesso di
ipotizzare un legame di dipendenza fra un insieme di variabili di base ed una variabile
dipendente, esplicativa del fenomeno e spiegata dalle precedenti.
Tali modelli risultano utili quando si cerca di prevedere gli effetti sulla variabile
dipendente dovuti a variazioni nelle variabili esplicative.
In particolare nella taratura del modello è essenziale individuare è essenziale
individuare quelle variabili che contribuiscono in modo determinante al legame di
dipendenza lineare. Questo procedimento permette l’eliminazione di molte variabili che
originariamente, su base induttiva, si pensava influenzassero la relazione.
2.4.3 Funzione di distribuzione di probabilità
Poiché sia il numero di incidenti stradali sia le altre grandezze legate a questo
fenomeno sono variabili casuali, molti autori h nno considerato funzioni di distribuzione di
probabilità per poter trarre delle conclusioni quantitative da modelli di tipo probabilistico.
Tuttavia la scelta delle funzioni di distribuzione risulta spesso difficile, infatti se in certi
casi evidenze sperimentali e teoriche permettono di determinare la funzione con facilità, in
altri studi il formalismo teorico è molto più complesso.
RICERCA BIBLIOGRAFICA
13
Gli studi effettuati sulla funzione di distribuzione di probabilità trovano applicazione
in diversi campi.
Sono stae, ad esempio, proposte le funzioni di densità di probabilità di Poisson e la
binomiale negativa per lo studio della probabilità degli incidenti mortali in proiezione
temporale.
Invece in Inghilterra la funzione di distribuzione è stata usata nello studio degli effetti di
interventi migliorativi della sicurezza sulla gravità degli incidenti. Sono stati proposti
modelli che partono dall’assunzione che la gravità delle ferite riportate nell’incidente sia
una variabile unidimensionale rappresentabile su un asse co tinuo attraverso una
opportuna funzione di densità di probabilità. Poiché la scala di misura di gravità è
necessariamente discreta, non è agevole confrontare distribuzioni di gravità degli incidenti
in circostanze di misura molto diverse. Infatti l’applicazione di rapporti statistici tra
numero di feriti gravi, leggeri e numero di morti, a causa delle diversità di interpretazione
della scala di misura, porta a risultati contraddittori.
Un altro campo d’applicazione delle funzioni di distribuzione si trova l tentativo d’alcuni
studiosi danesi di dare una spiegazione teorica alla variazione del numero e del tipo
d’incidente in diverse situazioni di traffico. In particolare si è cercata una formalizzazione
teorica che spieghi le diverse frequenze degli inci nt singoli, frontali e per sorpasso a
partire da ipotesi sulla strada, sul flusso dei veicoli, sulle distribuzioni di velocità dei
veicoli ed il conseguente numero medio di incroci e sorpassi.
Ipotizzando per le variabili una distribuzione di tipo normale, è possibile calcolare
agevolmente i limiti di confidenza di un modello regressivo di tipo y = a + bx. Il numero di
incidenti è tuttavia una grandezza discreta che viene descritta da una distribuzione di
Poisson.
In uno studio condotto in Svezia, analizz ndo due situazioni di traffico con diversi limiti di
velocità, vengono calcolati gli intervalli di confidenza assumendo che la variabile
dipendente, cioè il numero di incidenti attesi, si distribuisca secondo la legge di Poisson e
sia una funzione lineare dei veicoli chilometro percorsi in quel giorno.
CAPITOLO SECONDO
14
2.4.4 Analisi multidimensionale: fattoriale discriminante e delle
corrispondenze
La tecnica dell’analisi multidimensionale permette lo studio degli effetti di un gran
numero di fattori sul verificarsi degli incidenti. Essa si basa sulla selezione di una vasta
gamma di situazioni naturali nelle quali sono presenti, a gradi diversi, tutti i fattori da ana-
lizzare. Lo scopo della ricerca è quello di mostrare il peso di ogni fattore nel provocare un
incidente in ogni singola situazione. L’espression analitica di competenza sarebbe
risolubile con le tecniche di ottimizzazione dettate dalla programmazione lineare: i
parametri delle equivalenti equazioni mostrerebbero in quale misura un determinato fattore
può influenzare il numero totale degli incidenti. Tale tecnica è la più efficace tra quelle
esistenti e può essere applicata anche senza conoscere preventivamente gli effetti dei
fattori. Essa si avvale delle condizioni variabili della vita reale. Difficoltà sorgono quand
il numero dei fattori è elevato dovendo studiare una notevole quantità di situazioni
individuali per distinguere gli effetti dei fattori presi separatamente. Altro elemento di
incertezza è determinato dal dubbio della conoscenza di tutti i fattor implicati in ogni
situazione.
Pertanto molte ricerche sugli incidenti stradali si basano su rilevazioni di un elevato
numero di variabili eterogenee che si ritiene influenzino il fenomeno, ma prima di proporre
modelli interpretativi, molti autori procedon all’analisi delle strutture delle variabili, che
permettono di individuare le associazioni più significative in senso statistico.
Tra le numerose tecniche di analisi multivariata, le seguenti risultano prevalenti in
bibliografia:
a) Analisi fattoriale
b) Analisi discriminante
c) Analisi delle corrispondenze.
a) Lo scopo dell’analisi fattoriale è quello di identificare dei fattori non direttamente
osservabili, sulla base di un insieme di variabili osservabili. L’analisi fattoriale
costituisce una tecnica di trattamento di dati che può essere utilizzata sotto tre diversi
aspetti:
RICERCA BIBLIOGRAFICA
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- analisi della struttura dei legami tra le variabili, al fine di predisporre corretti
modelli di regressione multipla;
- individuazione dei gruppi di variabili correlate che maggiormente contribuiscono a
spiegare la varianza totale della tabella e permettono la definizione di nuovi fattori
riassuntivi delle caratteristiche delle variabili considerate;
- costruzione di indici espressi da una combinazione delle variabili standardizzate
(punteggi fattoriali) da utilizzarsi in successive elaborazioni, di tale aspetto si
parlerà in maniera più dettagliata in seguito.
Questa tecnica di calcolo si applica soprattutto a matrici casi - variabili, dalle quali si
ricavano matrici di somiglianza tra variabili o tra casi. Il modello matematico per l’analisi
fattoriale appare in qualche modo simile ad una regressione lineare multipla, in cui ogni
variabile è espressa dalla combinazione lineare dei fattori che non direttamente osservabili.
Si può applicare, ad esempio, l’analisi fattoriale per determinare i legami tra variabili
che descrivono la strada, le condizioni ambientali e il numero di incidenti. I risultati
vengono poi applicati per selezionare le variabili dei modelli di regressione multipla.
b) In molte circostanze i dati oggetto di analisi risultano suddivisi in gruppi sulla base dei
valori assunti da alcune variabili. In un campione di dati sugli incidenti stradali, ad
esempio, si può pensare a suddivisioni in base al tipo di strada, alla presenza o meno di
morti, all’età del conducente e così via. Naturalmente vi saranno delle variabili che in
maggior o minor misura differenziano tali gruppi. L’analisi discriminante si propone di
determinare una o più combinazioni lineari delle variabili di partenza che e mett no la
massima differenziazione tra i gruppi. I pesi della combinazione lineare rappresentano il
contributo della relativa variabile alla funzione discriminante, ovvero il suo potere di
differenziazione.
c) L’analisi delle corrispondenze si rileva particolarmente utile nelle indagini sulle
strutture di tabelle variabili - casi, quando i dati sono di tipo qualitativo. Similmente
all’analisi fattoriale, l’obiettivo è quello di trovare il migliore sotto spazio per
rappresentare sia i casi sia le modalità delle variabili, sulla base della metrica dello χ.