CAPITOLO 1
IL FENOMENO TURISTICO
1. Cenni storici: dai viaggiatori ai turisti.
Secondo lo storico svizzero Hans Conrad Peyer è con il Medioevo che
iniziano i grandi viaggi. Nel suo libro “Viaggiare nel medioevo” scrive: “Il
Medioevo è un‟età di grandi viaggi, e l‟ospitalità è il presupposto
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fondamentale”. Verso la fine del Rinascimento iniziano i viaggi dei
giovani aristocratici europei, come momento fondamentale della loro
educazione. L'espressione "Grand Tour" venne coniata da Richard Lassels
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nel suo "The Voyage of Italy" del 1670, per descrivere appunto il viaggio
in Italia che già dal 1630 si andava diffondendo tra le elite culturali del
nord Europa. Il termine tour, che soppianta quello di travel o journey o
voyage, chiarisce come la moda di questo viaggio si specifichi in un giro -
particolarmente lungo e ampio e senza soluzione di continuità, con partenza
e arrivo nello stesso luogo - che può attraversare anche i paesi continentali
ma ha come traguardo prediletto e irrinunciabile l'Italia, meta ricca di opere
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d‟arte e di vestigia da conoscere e visitare. La durata del Gran Tour
classico originario era di 40 mesi.
Successivamente la nobiltà inglese ideò altre forme di turismo molto
diverse tra loro sia per le modalità con cui si svolgevano, sia per le
motivazioni con cui i turisti di allora le sceglievano. Oltre al viaggio
culturale intrapreso da artisti e intellettuali spinti soprattutto dall‟interesse e
dal desiderio di conoscenza delle città classiche, emergono soprattutto i
soggiorni termali e quelli in montagna che al di là del loro contenuto
terapeutico divennero ben presto luoghi alla moda scelti soprattutto per il
2
HANS CONRAD PEYER, Viaggiare nel Medioevo, Editori Laterza.
3
CHANEY EDWARD, LASSELS RICHARD, The voyage of Italy, Cirvi.
4
De Seta C. L’Italia del Gran Tour. Da Montaigne a Goethe, Electa, Napoli, 1992.
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divertimento e perché favorivano contatti e rapporti sociali tra le persone
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aristocratiche.
Tappa fondamentale è il 5 luglio 1841, giorno in cui Thomas Cook,
sfruttando le nuove possibilità offerte dal treno, organizzò un viaggio di 11
miglia da Leicester a Loughborough. Il successo fu tale da spingere lo
stesso Cook ad organizzare pacchetti turistici sempre più articolati, dando
inizio all'industria turistica modernamente intesa. Inventò la professione di
tour operator, anticipando in questo modo i futuri imprenditori del piacere,
e organizzò il primo package tour che allora era un pacchetto turistico che
comprendeva il trasporto in treno, il soggiorno in albergo e una guida ai
negozi e ai luoghi di interesse storico. Diede inizio al processo di sviluppo
di quello che venne definito successivamente turismo di massa,
«…riferendosi a processi di diffusione nella società e di concentrazione nel
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tempo dei comportamenti turistici».
In Italia il 1800 si contraddistinse per il maggior interesse da parte dello
Stato verso il turismo. Avvennero, infatti, in questo secolo, le prime
iniziative nel campo dell‟organizzazione del turismo. Furono fondati il
Club Alpino Italiano nel 1863, con il compito di promuovere l‟alpinismo; il
Touring Club Ciclistico Italiano nel 1894, in seguito Touring Club Italiano,
con l‟obiettivo dello sviluppo turistico in genere; nel 1898 l‟Automobile
Club d‟Italia per sviluppare il turismo automobilistico; la Lega Navale per
promuovere il turismo nautico e nel 1910 lo Stato italiano interviene nella
materia mediante la tassa di soggiorno, un‟entrata che consentiva ai comuni
di effettuare opere di miglioramento, ampliamento e abbellimento della
località. Questa tassa costituiva il primo intervento pubblico nel settore
turistico e dimostrava come anche a livello parlamentare si percepiva
l‟importanza del turismo.
5 F.BENCARDINO, G.MAROTTA, Nuovi turismi e politiche di gestione della destinazione, Franco
Angeli, Milano, 2004 p. 49
6
Savelli A., Sociologia del Turismo, Angeli, Milano 1998, p. 102.
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Assistiamo così ad una crescita dell‟industria turistica sia dal lato
dell‟offerta che della domanda ma i viaggi rimangono ancora riservati ad
un gruppo ristretto di persone appartenenti ad un ceto sociale medio - alto.
La prima guerra mondiale (1915/1918), con la sua estensione, fermò
l‟ascesa del turismo e rischiò di far crollare l‟economia di larghe zone dei
Paesi ad esso interessati. Tale situazione indusse i governi ad effettuare
interventi finanziari e legislativi a sostegno di un‟attività di grande rilievo
economico, valutario, culturale e sociale. In Italia, fin dall‟immediata
conclusione della prima guerra mondiale si è ravvisata l‟esigenza di
raccogliere dati e notizie inerenti tutti i fenomeni connessi con il turismo, di
osservare e mettere in evidenza le caratteristiche di tali fenomeni, nonché
di misurarne la consistenza secondo la distribuzione nel tempo e nello
spazio, al fine di offrire materia di studio per l‟attuazione di provvedimenti
intesi a portare il turismo verso il suo sviluppo. L‟organo preposto a
svolgere tale compito fu l‟Ente nazionale per le industrie turistiche (ENIT)
creato nell‟ottobre del 1919.
Gli anni ‟20 sono proseguiti secondo questa scia di fermento e di interventi
pubblici con l‟istituzione di diversi enti quali le aziende di Cura, Soggiorno
e Turismo e gli Enti provinciali per il turismo. Durante gli anni ‟30 si ebbe
un momento di difficoltà dovuto alla crisi economica mondiale del ‟29.
Negli anni successivi, per superare la crisi che l‟industria turistica italiana
stava passando, il Governo decise di valorizzare maggiormente la risorsa
turistica così, fu istituito il Commissariato per il turismo a cui spettava
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l‟azione di Governo in materia di turismo.
La seconda guerra mondiale (1940/1945) mise in crisi le strutture ed
infrastrutture turistiche e gli organismi pubblici e privati dei Paesi
interessati alla guerra. Alla fine del conflitto riproporre il problema della
ripresa turistica poteva sembrare intempestivo: esso fu ripreso ovunque
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Franco Paloscia. “Il turismo nell’economia italiana dall’unità d’Italia a oggi”. Agra 2004.
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grazie anche ai finanziamenti del Piano Marshall, che prevedeva
l‟erogazione di fondi a favore dell‟industria turistica dei Paesi interessati
alla guerra, in quanto si riconobbero al turismo le caratteristiche di un
bisogno sociale che andava soddisfatto e che doveva diventare oggetto di
attente cure da parte dei pubblici poteri e di appositi capitoli di spesa nel
bilancio degli stessi Stati.
Nell‟immediato dopoguerra i flussi di viaggiatori fra i vari paesi era quasi
del tutto cessato. L‟industria turistica riprese a funzionare molto lentamente
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soltanto nel 1950.
Negli Stati Uniti d'America, la classe media aveva conquistato un reddito
netto sufficiente per spendere le proprie vacanze verso mete straniere,
favoriti dalla crescita del trasporto aereo intercontinentale e dalla forza del
dollaro in un mondo uscito distrutto dalla seconda guerra mondiale. In
poche ore di volo si potevano raggiungere luoghi e mete lontane. I mercati
di massa e la sindacalizzazione del lavoro favorirono la crescita del potere
di acquisto minimo rendendo il prezzo dei viaggi sempre più abbordabili
per tutti. L‟Italia era tra i paesi caratterizzati dalla persistenza di forti
pressioni inflazionistiche e instabilità dei prezzi, fattori che favorirono
l‟espansione del turismo estero. Il turismo contemporaneo si è esteso in
tutto il mondo, assumendo rilevanza sociale, peso economico e fisionomia
di bisogno pubblico. Negli anni '80 l'industria del turismo beneficiò anche
del calo nelle tensioni internazionali. Il crollo del muro di Berlino e della
contrapposizione ideologica tra Est e Ovest del mondo aprirono le porte a
molte attuali mete turistiche. Basti pensare all'isola di Cuba, alla storica
città di Praga e molte altre città europee precedentemente chiuse al turismo.
La fine della guerra fredda rese anche più facile ottenere visti per l'espatrio.
Il turismo si presentò agli occhi dei governi locali post-comunisti come
un'importante fonte d'entrata economica da sostenere e incentivare. Negli
8 Battilani, Patrizia. 2003. Storia del Turismo. Roma: Laterza.
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anni ‟90 l'industria turistica mondiale trova il suo apice storico con
pacchetti di viaggi a portata di tutti. Di fronte a una prospettiva di grande
sviluppo del fenomeno turistico, la prospettiva ancora più significativa era
il previsto, radicale cambiamento qualitativo e strutturale che riguardava la
composizione della domanda e il suo comportamento. Sulla scia della
massificazione del turismo anche l'industria aeronautica ha contribuito al
balzo in avanti con la diffusione delle compagnie aeree low cost che
nascono, di fatto, nel mutevole ed innovativo panorama aereo degli Stati
Uniti. Dalla metà degli anni ‟90 è letteralmente esplosa la moda delle
“short holidays”, dei week-end o delle cosiddette “ stop-visit and go tour”,
ovvero visite di giornata senza pernottamenti. Non meno importante
internet e la possibilità di contattare e prenotare direttamente gli alberghi
del luogo senza alcuna intermediazione. Dal viaggio di Ulisse del mondo
antico siamo giunti al viaggio di piacere del XXI secolo, all'origine di cui
troviamo sempre la stessa motivazione: il desiderio di conoscere. Gli
esploratori prima, i viaggiatori dopo, i turisti oggi.
2. Definizioni e contenuti
II fenomeno turistico racchiude in sé tante sfaccettature relative all'universo
dei viaggi e del turismo. Definire il turismo risulta ancora oggi un compito
non semplice per la moltitudine di aspetti che in esso sono contenuti.
Nel tempo si è cercato di dare al termine “turismo” una definizione che
comprendesse una serie di fenomeni che spiegano le attività che un
soggetto svolge in una destinazione diversa da quella abituale di residenza.
Una prima definizione in termini cronologici viene data da Herman Von
Shullard nel 1910:
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“S’intende per turismo l’insieme di tutte le attività, principalmente
di natura economica, che hanno direttamente a che fare con
l’ingresso, il soggiorno e il movimento di stranieri verso l’interno e
verso l’esterno di un Paese, una città, una regione”. [cfr. Gilbert,
1990, p.8]
Questa prima definizione non poteva essere accettata perché ritenuta
troppo limitativa, in quanto il concetto di straniero deve essere
interpretato in senso più ampio. L‟autore, infatti, non si sofferma né
sulla durata né sulle motivazioni che spingono il soggetto ad effettuare
il viaggio.
La definizione successiva del 1937, della Lega delle Nazioni, considera
turista:
“[…] un soggetto che trascorre un periodo di almeno 24 ore in un
paese diverso da quello abituale di residenza”.
Questa definizione si concentra, invece, sulla durata del viaggio
escludendo però ogni riferimento alla motivazione del viaggio includendo
sia chi viaggia per piacere, sia chi viaggia per lavoro.
Soltanto trent‟anni dopo, nel 1968, troviamo una definizione di visitatore
che esclude dalla compagine coloro che svolgono nella destinazione non di
residenza un lavoro retribuito. Tale definizione è stata elaborata
dall‟International Union of Official Travel Organization (IUOTO), ora
World Tourism Organization (WTO), ed è la seguente:
“Si definisce visitatore una persona che viaggia in un Paese diverso
da quello in cui ha abituale residenza, per qualunque ragione
diversa da quella di un lavoro pagato”.
Prendendo spunto da quest‟ultima definizione, nel 1994 è stata stabilita
dal WTO e dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite
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