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INTRODUZIONE
1HJOL DQQL ¶ TXDQGR LO *LDSSRQH HPHUVH FRPH XQR GHL SDHVL SL
industrializzati, sia gli studiosi dei problemi organizzativi che i dirigenti
G¶LPSUHVD VRQR YHQXWL VHPSUH SL UHQGHQGRVL FRQWR GHO UDSSRUWR FKH
esiste tra cultura e filosofia manageriale.
Negli anni Sessanta la scuola manageriale americana, al pari
GHOO¶LPSDWWR FKH O¶LQGXVWULD DPHULFDQD DYHYD VXOO¶HFRQRPLD PRQGLDOH
sembrava essere un modello indiscusso.
A poco a poco, con ritmo sempre più marcato, nel corso degli anni
6HWWDQWD L ULVXOWDWL RWWHQXWL GDOO¶LQGXVWULD JLDSSRQHVH QHO VHWWRUH
automobilistico, in quello elettronico e in altre sezioni manifatturiere
sono venuti mettendo in discussione questo stato di cose.
Il Giappone si è venuto conquistando nei vari mercati una posizione
SUHGRPLQDQWH DFTXLVWDQGRVL XQ¶RWWLPD UHSXWD]LRQH SHU TXDQWR
FRQFHUQH OD TXDOLWj O¶DIILGDELOLWj LO YDORUH FRQFUHWR GHL VXRL SURGRWWL H
SHUO¶DVVLVWenza offerta.
Molti studiosi hanno concordato nel ritenere, che la cultura di questo
misterioso paese orientale, abbia avuto un ruolo non secondario nello
spiegare lo sviluppo giapponese.
La <<cultura>> nel corso degli anni ottanta e dei primi anni novanta è
VWDWDXQDVSHFLHG¶DUJRPHQWRSDUWLFRODUPHQWH LPSRUWDQWHGLPRGDSHU
la teoria e la pratica manageriale.
Il tema che si affronterà in questo lavoro è la tematica della qualità nel
modello giapponese di gestione delle risorse umane.
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Gestire le risorse umane nelle organizzazioni è sempre stato un
impegno difficile, perché gli interessi delle singole persone che lavorano
VRQRRJJHWWLYDPHQWH LQDQWLWHVL FRQJOL LQWHUHVVLGHOO¶RUJDQL]]D]LRQH LQ
quanto tale.
Per questo, chi amministra le RU sarebbe al centro di una radicale
contraddizione e dovrebbe cercare di gestirla nel modo migliore.
La relazione tra individui e organizzazione, è solo uno dei tanti motivi di
tensione che rendono difficile la professione del direttore del personale.
Per uscire dalle difficoltà che la gestione implica, si va sempre più
diffondendo la tendenza ad applicare pratiche (best practis), con lo
scopo di ottenere le migliori prestazioni del personale usando criteri di
gestione su basi scientifiche. Alle regole di selezione, si sono affiancate
OH WHFQLFKH GL YDOXWD]LRQH &RVu VL SHUFRUUH VWUDGD O¶HVLJHQ]D GL GDUH
spazio a pratiche di gestione efficaci, possibilmente fondate su basi
scientifiche.
,PSHJQDWD QHOO¶DSSOLFD]LRQH GL SUDWLFKH GHOOD JHVWLRQH GL VXFFHVVR OD
direzione delle RU è soggetta ad un rischio che va contrastato: vale a
dire il rischio di privilegiare il fare sul capire.
,O IDUH q UDSSUHVHQWDWR GDOO¶DSSOLFD]LRQH GL SUDWLFKH FRQVROLGDWH
attraverso esperienze di altre organizzazioni e diventate modello da
seguire; il capire è invece la comprensione dei comportamenti delle
persone, che risulta dalla conoscenza approfondita della propria
organizzazione (Bolognini, 2001).
,O PRGHOOR JLDSSRQHVH G¶RUJDQL]]D]LRQH H JHVWLRQH GHOOH ULVRUVH
XPDQH VHPEUD ULVROYHUH O¶DQWLQRPLD tra individui e organizzazione
puntando sulla valorizzazione delle Risorse Umane, sul loro
coinvolgimento e sulla loro partecipazione ai processi decisionali, anche
se si tratta di una partecipazione a livello micro-produttivo.
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La Qualità Totale, quindi, GLYHQWD O¶RELHWWLYR SULQFLSDOH GHOO¶LPSUHVD
giapponese, tramite il principio del miglioramento continuo (in
JLDSSRQHVH.DL]HQFKHVRVWLWXLVFH LOSULQFLSLRGHOO¶2QH%HVW:D\GHO
modello tayloristico.
Uno degli obiettivi dichiarati nelle aziende, è la qualità.
Garantire la qualità dei prodotti e dei servizi è la chiave del successo
che garantisce alle imprese di sopravvivere in sistemi economici molto
competitivi.
La certificazione, così come oggi è praticata è solo una garanzia
parziale che da poca importanza al miglioramento organizzativo.
La qualità non è solo il frutto delle regole e procedure, è il risultato di un
IDUH EDVDWR VXOO¶DWWHQ]LRQH VXOO¶LPSHJQR VXOOR VIRU]R SHU LQWHJUDUH OH
diverse attività organizzative, sulla fiducia.
Il percorso del nostro lavoro comincia con lo studio delle
trasformazioni delle problematiche relative alla gestione risorse umane.
In particolare, nel primo capitolo, affronteremo lo sviluppo dei processi
G¶RUJDQL]]D]LRQHHJHVWLRQHGHO ODYRUR LQGXVWULDOHWUDPLWH O¶DQDlisi delle
principali scuole quali: il Taylorismo (1900); il movimento delle
Relazioni Umane (1924- O¶DSSURFFLR6RFLR-Tecnico (1946); fino
ad arrivare al Modello Giapponese.
In sintesi studieremo il passaggio da un approccio razionalistico ( tipico
del taylorismo) ad uno culturalistico (proprio del modello giapponese),
vale a dire da uno stile di direzione americano a quello giapponese,
ovvero da una decisione meccanicistica ad una cibernetica.
Relativamente al Taylorismo analizzeremo il significato dei quattro
SULQFLSLVRVWDQ]LDOLVXFXLVLIRQGDO¶26/RUJDQL]]D]LRQHVFLHQWLILFDGHO
lavoro) e vale a dire:
- Lo studio scientifico dei metodi di produzione
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- Selezione e addestramento della manodopera
- Intima collaborazione tra dirigenti e manodopera
- La riVWUXWWXUD]LRQHGHOO¶DSSDUDWRGLUHWWLYRDWWUDYHUVROD'LUH]LRQH
Funzionale. Gli operai non obbediscono più ad un solo capo, ma
ricevono ordini e sono controllati da diversi superiori ciascuno dei quali
si occuperà di un aspetto particolare del lavoro.
Esamineremo altresì i principi fondamentali della teoria
GHOO¶RUJDQL]]D]LRQHFODVVLFD- O¶XQLWjGLFRPDQGRODFDWHQDGLFRPDQGR
O¶DPELWRGHOFRQWUROORVWDIIHOLQHO¶LQL]LDWLYDODGLYLVLRQHGHOODYRUR- e la
loro conseguenza in ambito organizzativo.
Per quanto concerne la scuola delle Relazioni Umane, citeremo Mayo
VHFRQGRFXLWUHLWHPLSULQFLSDOLGHOO¶LGHRORJLDGLTXHVWRPRYLPHQWR
- Il Fattore Umano
- /¶DQRPLDGHOODVRFLHWj LQGXVWULDOHH OD IDEEULFDFRPH LVWLWX]LRQH
reintegratrice
- Gli aspetti informali; nonché la rilevanza della comunicazione e
della cooperazione implementate dalla dirigenza per far fronte ai
problemi relativi la gestione delle risorse umane nelle organizzazioni
complesse.
I grandi e rapidi cambiamenti delle tecnologie, sviluppano dal 1946 lo
studio verso un modello socio-tecnico, secondo il quale la
riorganizzazione del lavoro deve tener conto del sistema tecnico e
VRFLDOHGHOODIDEEULFD,QSDUWLFRODUHO¶HYROX]LRQHRUJDQL]]DWLYDVLOHJDD
QXRYHWHFQRORJLHHDOO¶RUJDQL]]D]LRQHLQSLFFROLJruppi.
)RFDOL]]HUHPR O¶DWWHQ]LRQH VX WUH SXQWL IRQGDPHQWDOL GHOO¶DSSURFFLR
socio-tecnico ossia:
- O¶LQWHJUD]LRQHWUDDVSHWWLVRFLDOLHWHFQLFLGHOODYRUR
- O¶RUJDQL]]D]LRQHFRPHVLVWHPDDSHUWR
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- e infine la pluralità delle forme organizzative ognuna delle quali
risponderà alle esigenze ambientali delle organizzazioni.
Negli anni Settanta i miglioramenti incrementali apportati alla casa
automobilistica giapponese toyota, vista la loro coerenza portò ad un
nuovo modello organizzativo dove:
- La filosofia di gestione delle risorse umane è imperniata sul
coinvolgimento dei dipendenti a qualsiasi livello;
- Il Kaizen ossia il miglioramento continuo è un principio chiave per il
coinvolgimento dei dipendenti che:
a) sono spinti ad indagare la natura reale dei problemi più ricorrenti
andando al di là delle apparenze per scoprire le vere cause che le
determinano;
b) vengono incoraggiati ad analizzare criticamente le prassi esistenti e
a trovarne delle migliori;
c) sono sollecitati a sviluppare <<linguaggi>>, atteggiamenti mentali e
valori FKH PHWWRQR O¶DSSUHQGLPHQWR del cambiamento in prima linea
(Morgan, 2001).
I fornitori hanno un ruolo centrale, nel senso che le grandi aziende, con
loro, cercano rapporti di lungo periodo che garantiscono
O¶LQWHUGLSHQGHQ]D e una migliore qualità del prodotto (Bonazzi,1993).
La fiducia, la cooperazione, la diffusione delle informazioni, sono alla
base dei contratti tra fornitori e azienda madre.
Nel secondo capitolo, dopo aver spiegato le caratteristiche
fondamentali del modello giapponese, a partire dal numero monografico
51-52 di sociologia del lavoro a cura di Giuseppe Bonazzi e Michele La
Rosa (1993), che hanno fornito un contributo non solo descrittivo, ma
anche analitico e progettuale agli operatori economici ed organizzativi e
al sistema italiano che sta sperimentando processi innovativi secondo il
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modello della Qualità Totale, ci soffermeremo, quindi, sulla traduzione
del modello in Europa, in particolare in Inghilterra, Francia e in Italia.
/¶RELHWWLYRGHOQRVWUR Oavoro quello di rilevare quali sono le propriet
FXOWXUDOL RUJDQL]]DWLYH FRPH LO FRQWUROOR O¶HPSRZHUPHQW la fiducia,
O¶LGHQWLWj OD OHDOWj che incidono maggiormente sul commitment dei
GLSHQGHQWL QHOO¶HVSOHWDPHQWR GHOOH ORUR DWWLYLWj ODYRUDWLYH. Illustreremo
altres il rapporto tra Commitment e Qualit Totale.
In Gran Bretagna, come vedremo meglio nel corso del nostro lavoro, il
commitment dei dipendenti sembra essere molto basso. Il controllo dei
comportamenti e le procedure paiono essere il motivo principale di
questo scarso quanto aleatorio impegno degli operatori. In generale, il
termine commitment, indica il legame di una persona verso
O¶organizzazione cui appartiene, QRQFKp O¶LPSHJQRFROOHWWLYRH O¶HQHUJLD
organizzativa che si viene costituendo nella struttura
GHOO¶RUJDQL]]D]LRQH
In Francia O¶DSSUHQGLPHQWR VHPEUD DYHUH XQ UXROR FHQWUDOH
QHOO¶adozione del modello giapponese (Durand,1993). Il commitment in
questo paese pare essere incrementato tramite proprietà culturali
organizzative come la fiGXFLDODOHDOWjO¶identità qO¶HPSRZHUPHQW
Relativamente al caso italiano prenderemo in esame la FIAT,
studieremo il passaggio dalla Fabbrica ad Alta Automazione alla
Fabbrica Integrata. Il consenso operaio sarà esplicitato come
conseguenza della riduzLRQH GHOOR VIRU]R H GHOO¶LQQRYD]LRQH
tecnologica. Come vedremo meglio nel proseguo del nostro lavoro, il
FRPPLWPHQWGHLGLSHQGHQWLDOOD)LDWGLSHQGHUjGDOO¶HPSRZHUPHQWHGDO
controllo computerizzato. Le UTE saranno un esempio di questa
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WUDVIRUPD]LRQHGHOO¶azienda in direzione dei principi della Qualità Totale
(QT).
Nel terzo capitolo, approfondiremo quali sono i limiti e le potenzialità del
modello giapponese alla luce di due diverse posizioni.
La prima è la posizione pro-PDQDJHPHQWEDVDWDVXOO¶DUULFFKLPHQto delle
mansioni e sulla partecipazione come superamento del Taylorismo.
La seconda, definita pro-labour identifica un semplice affinamento del
modello che consente di intensificare il ritmo di lavoro.
/¶HVSUHVVLRQH PDQDJHPHQW E\ VWUHVV PROWR XWLOL]]DWD dai fautori di
TXHVW¶XOWLPDSRVL]LRQHLQGLFDO¶LQWHQVLILFD]LRQHGHOODYRURGRYXWDDGXQD
PDJJLRU UHVSRQVDELOLWj GHL GLSHQGHQWL QHOO¶HVHUFL]LR GHOOH ORUR IXQ]LRQL
lavorative. In altri termini le posizioni pro-labour hanno una visione
critica del modello giapponese tradotto in Europa. Spiegheremo, inoltre,
quali sono le conseguenze imputabili alla Qualità del lavoro ovvero alle
sue variazioni.
Le conclusioni della nostra WHVL VRQR IRQGDPHQWDOL SHU O¶RELHWWLYR GHO
nostro lavoro in quanto affrontano e spiegano il modello delle relazioni
causali fra le proprietà culturali organizzative presenti nei tre paesi
(Inghilterra, Francia e Italia), che adottano e soprattutto adattano il
modello giapponese.
Risponderemo, inoltre, alla seguente domanda: la Qualità Totale sviluppa
Apprendimento collettivo ed organizzativo? La risposta potrebbe essere
rilevata considerando il pensiero di Morgan (2001), in merito alle teorie
GHOOH /HDUQLQJ 2UJDQL]DWLRQ GHOO¶$XRWRSRLHVL GHO &DRV H GHOOD
Complessità.
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Capitolo 1.
Le trasformazioni delle problematiche relative alla
gestione delle Risorse Umane
1.1. La gestione dei dipendenti durante il Taylorismo e i principi
della teoria organizzativa classica
In questo capitolo apprenderemo in che modo, le trasformazioni
delle problematiche relative alla gestione delle Risorse Umane siano
un processo graduale, lento, ricco di continui cambiamenti e di
transazioni, da un management interessato soprattutto ad
incrementare la quantità della produzione a scapito della qualità del
prodotto e del servizio, tramite forme di gestione gerarchiche e
basate sul controllo; ad un management principalmente attento agli
aspetti qualitativi del processo produttivo e alle tematiche relazionali
HLQIRUPDOLFKHQDVFRQRWUDLPHPEULGLXQ¶RUJDQL]]D]LRQHSURSHQsa
DG LPSOHPHQWDUH FRQ O¶DXVLOLR GHL VXRL GLULJHQWL SURFHVVL
G¶DSSUHQGLPHQWR RUJDQL]]DWLYR ,Q VLQWHVL VWXGLHUHPR LO SDVVDJJLR
da quello che definiamo management-quantitativo-autoritario a
quello che definiamo management-qualitativo-partecipativo.
Relativamente al management-quantitativo, consideriamo i principi
GHOOD WHRULD GHOO¶RUJDQL]]D]LRQH FODVVLFD (VSRQHQWL GHOO¶DSSURFFLR
classico sono stati Henry Fayol, F.W Mooney e il colonnello inglese
Lindall Urwick, tutti e tre erano interessati a problemi concreti di
gestione. Il nocciolo fondamentale della concezione di questi autori