CAPITOLO 1
IL MERCATO E L’INDUSTRIA
AUTOMOBILISTICA ITALIANA
Il mercato automobilistico non è rimasto estraneo al trasferimento sul mercato dei
beni reali dagli effetti della crisi economico finanziaria originatasi nel 2007 negli Stati
Uniti. In Italia durante il 2008 si sono complessivamente persi 3,6 milioni di
immatricolazioni di veicoli passeggeri e commerciali e in totale 3 milioni di veicoli
prodotti. Nonostante la crisi sia stata di portata globale, essa ha colpito maggiormente le
industrie mature non riuscendo a frenare la spinta dei mercati dei paesi emergenti,
ridisegnando la geografia della produzione mondiale e influenzando le scelte strategiche
dei grandi produttori di auto. Il baricentro della produzione di auto si sta spostando già
da tempo verso Est, a livello mondiale verso l‟Asia, a livello europeo verso i nuovi
membri Ue e sta apportando effetti rilevanti anche sui flussi di commercio estero.
La crisi ha determinato l‟abbassamento dello sfruttamento della capacità produttiva
degli impianti da un livello redditizio a un livello critico e ha costretto la quasi totalità
dei gruppi automobilistici a ricorrere agli ammortizzatori sociali e in alcuni casi alla
vera e propria chiusura degli impianti; ha inoltre imposto di ripensare non solo alla
ristrutturazione dei costi e delle proprietà, ma anche al portafoglio prodotti (in cui
emerge un orientamento a modelli meno costosi, a bassi consumi e più ecologici). I
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produttori italiani, per quanto riguarda il settore automobilistico, hanno pienamente
subito gli effetti negativi della crisi e le cifre che seguono lo dimostrano, ma stanno
interpretando le criticità e le opportunità presenti nel modo giusto, muovendosi prima
2
L‟Italia ha registrato nel 2008 una caduta del PIL del 2% riflettendo una situazione interna caratterizzata
dalla diminuzione degli investimenti industriali e delle esportazioni, così come dal ristagno nei consumi,
che si è manifestato soprattutto nei beni di consumo durevole. Durante gli ultimi mesi dell‟anno la
situazione critica delle modalità di accredito delle banche è diventata sempre più evidente con riduzioni
delle facilitazioni all‟accesso ad esso, e una più grande richiesta di garanzie soprattutto per le piccole
medie imprese, conducendo la fiducia dell‟industria a livelli minimi.
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3
della concorrenza con acquisizioni (20% di Chrysler) e ricerca di nuovi partner
commerciali e industriali, apportando benefici per l‟intera filiera italiana, che da diversi
anni attraversa una fase di ristrutturazione.
I cambiamenti in atto non facilitano una fotografia puntuale della struttura della
filiera produttiva italiana. Non potendo non tenere conto della situazione, in termini di
cifre, in cui si colloca la realtà dell‟industria automobilistica, pare appropriato tracciare
il quadro della situazione del mercato automobilistico attuale prima di procedere alla
descrizione dell‟organizzazione della filiera.
1.1 IL MERCATO ITALIANO: IMMATRICOLAZIONI
Cifre
Partiamo dalla situazione italiana del mercato automobilistico attuale. Nel 2008
l‟Italia ha registrato, dopo la Spagna, il maggior calo di immatricolazioni di autovetture
tra i paesi europei, e nei primi tre mesi del 2009 questa caduta delle vendite si è
intensificata facendo registrare una variazione negativa del 32,6% rispetto al periodo
corrispondente nel 2008.
In questo periodo in Italia si sono vendute 332.975 auto in meno rispetto lo stesso
periodo del 2007. Per dare un‟idea del valore della perdita quantitativa registratasi, si
può pensare che nei 5 anni di bassa crescita del mercato, corrispondenti al periodo
4
2001-2005, le minori vendite di auto cumulate sono state pari a 188.000 autovetture.
3
Il 30 Aprile 2009 viene stipulato l‟accordo tra Fiat e Chrysler che prevede l‟ingresso del gruppo italiano
nel capitale della Casa americana
4
Il mercato italiano non ha mai registrato nell‟ultimo decennio un calo di vendite simile; osservando le
variazioni percentuali tra anni, si nota che il peggior risultato passato è stato raggiunto tra il 2001 e il
2002 (-5.5%). In questo periodo, anche la Fiat si apprestava ad affrontare una crisi interna, che si stava
protraendo dalla fine degli anni Novanta, e da cui si è risollevata solo nel 2007 con il ritorno al
turnaround in seguito alla ristrutturazione interna del management e una valida strategia di ripresa che ha
toccato tutte le funzioni aziendali. Dal 2006 si sono registrate variazioni positive.
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Anche l‟andamento dei veicoli commerciali leggeri (di peso inferiore o uguale alle
3,5 tonnellate) ha seguito quello delle auto e le consegne relative sono crollate, a partire
da agosto registrando una contrazione a fine 2008 dell‟8,8%. Il calo del mercato di tutti
gli autoveicoli commerciali (sia i veicoli commerciali leggeri, che quelli con peso
compreso tra 3,5 t. e 12 t., e quelli con peso maggiore di 12t.) pari a -23,0 % è stato più
marcato di quello delle autovetture (-13,0%).
Su base annua, più dettagliatamente, il mercato dei veicoli commerciali è sceso
dell‟8,65% mentre le vendite di autocarri e bus mostrano un calo più contenuto con un -
1,8% nel 2008 per quelli di peso superiore alle 16 ton. e -3,7% per quelli maggiori di
3,5 ton. Calano, ma in modo più leggero rispetto al comparto dei veicoli commerciali
(leggeri e pesanti) i bus, con un -3,7%. Rispetto alla media europea, la dinamica delle
immatricolazioni degli autocarri è comunque peggiore (pari allo 0,2% per gli autocarri
oltre le 16 t. e a 0,7 per quelli fino a 3,5 t.).
Tabella 1 IMMATRICOLAZIONI DI VETTURE NUOVE IN ITALIA
Immatricolazioni di
Gen-Dic Gen-Dic Variazione
vetture nuove in Italia
2008 2007 %
(migliaia di unità)
Autovetture
2.161.302 2.493.105 -13,3
Veicoli commerciali leggeri 230.570 252.906 -8,8
Veicoli commerciali > 3.5 t.
34.477 35.820 -3,7
Bus
4.252 4.414 -3,7
Totale autoveicoli 2.430.601 2.786.245 -12,8%
Dati Acea
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Il panorama europeo
Queste cifre sono state in linea con l‟andamento complessivo europeo. Nello stesso
anno, le immatricolazioni di autovetture nuove in Europa, hanno manifestato un calo del
7,8 % (14712,158 unità), rappresentando la caduta più brusca degli ultimi quindici anni.
5
Nell‟Europa occidentale, mercato maturo, la diminuzione delle vendite è stata pari a
8,4%, con la maggior perdita nell‟ultimo trimestre (-19,3% rispetto allo stesso periodo
nel 2007). Soltanto quattro paesi hanno registrato in questo periodo una crescita; la
Finlandia (+11,2%) e il Portogallo (+5,7%) in cui le misure fiscali hanno sostenuto le
vendite; e il Belgio (+2,1%) e la Svizzera (+1,0%) che sembrano aver resistito alla crisi
economico finanziaria che ha prevalso in ogni parte dell‟Europa.
Islanda e Irlanda sono stati i paesi europei che hanno presentato i maggiori cali nelle
vendite (rispettivamente -43,3% e -18,7%), mentre la Spagna (-28,1%) ha subito il
risultato più negativo della nella storia del suo mercato. Le immatricolazioni che hanno
invece riportato il minor calo sono state quelle di Germania e Francia.
6
Anche i nuovi stati membri dell‟Unione sono stati toccati dal peggioramento
complessivo slittando dello 0,7%; in numeri assoluti la Polonia rimane il miglio mercato
consolidando la sua posizione con un incremento del 9,4%. Romania e Ungheria hanno
invece subito una contrazione delle vendite.
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EU15+EFTA3 ( Islanda, Norvegia, Svizzera)
6
Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta e Cipro
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Figura 1
Fonte: economic report by Acea
9
Orientamento del mercato e previsioni
Secondo le previsioni effettuate nel corso dell‟anno 2009, in cui, tenendo conto degli
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eco-incentivi statalisi prevedeva di chiudere l‟anno con circa 2.110 mila unità, i volumi
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complessivamente realizzati alla fine del 2009 sono stati pari a 2.158.010
immatricolazioni, totalizzando rispetto al 2008 un ulteriore ma lieve diminuzione pari a
2,4% (-15,4% sul 2007). Secondo le previsioni realizzate prima della chiusura
dell‟anno, almeno 460 mila veicoli sono stati attribuibili agli eco incentivi, e, l‟aumento
di immatricolazioni registratosi a dicembre cui ha contribuito l‟„„effetto scadenza‟‟
relativo agli ecoincentivi governativi, terminati con la fine del 2009, sommato alle
campagne promozionali aggiuntive delle singole Case automobilistiche ha confermato
la necessità del rinnovo di tali strumenti anche nell‟anno in corso. Tener conto della
penetrazione di non poco conto delle vetture ultra ecologiche nel mercato aiuta a capire
quanto l‟intervento degli ecoincentivi sia stato positivo.
Un‟altra tendenza interpretabile ancora in chiave ecologica, è rappresentata dalla
crescita della penetrazione dei segmenti bassi che sono per natura meno inquinanti
infatti nel periodo tra gennaio e ottobre 2009 gli unici segmenti in crescita rispetto allo
stesso periodo dell‟anno precedente sono stati quelli delle superutilitarie e delle
9
utilitarie. A prova di quanto scritto sopra, basta osservare le cifre che riguardano i
comparti di autoveicoli non sostenuti dagli incentivi che hanno manifestato forti
contrazioni come già illustrato, che nell‟anno in corso si sono accentuate. Sempre
riferendoci ai mesi per cui sono disponibili i dati di Anfia ed Unrae (gennaio-ottobre) e
alle previsioni sulla base di questi per la chiusura dell‟anno 2009, concludiamo la lettura
delle immatricolazioni evidenziando le perdite notevoli che si sono manifestate nel
7
Indagine conoscitiva “La condizione competitiva delle imprese industriali europee” Commissione
Industria, Commercio, Turismo, Senato della Repubblica 11 Novembre 2009 Relazione del Presidente
ANFIA Eugenio Razelli
8
Comunicato Stampa Anfia 2009 “In linea con il 2008 per il mercato italiano dell‟auto. Le marche
nazionali, in crescita del 19,4% a dicembre, nel 2009 sfiorano il 33% di quota”
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La suddivisione per segmenti di autovetture : A superutilitarie, B utilitarie, C medie, D medie superiori,
E Superiori, F alto di gamma
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settore dei veicoli commerciali leggeri rispetto all‟anno precedente: -22%; degli
autocarri (-42%); autobus (-22%); autocaravan (-25/30%); rimorchi e semirimorchi (-
50%). Nella tabella sottostante è riportata la sintesi di queste cifre insieme a quella degli
ordini che rappresentano il mercato futuro.
La lettura delle immatricolazioni che si assume solitamente come dato
rappresentativo delle vendite, non corrisponde in modo preciso alle vendite conseguite
rappresentate invece dagli ordini ricevuti dai consumatori. A questo proposito è utile
10
ricordare che le case automobilistiche, spinte da obiettivi di vendita piuttosto elevati,
per forzare i volumi di vendita ricorrono spesso alla concessione di premi finanziari per
il raggiungimento esatto di una certa soglia che spesso non venendo raggiunta spinge le
concessionarie ad autoimmatricolare le vetture invendute, le quali quindi non
rappresenteranno effettivamente una vendita, trovandosi ancora da commercializzare
(con ulteriori sconti poiché una volta immatricolate risultano vetture usate anche se a
chilometraggio pari a zero). Nella tabella sottostante sono riassunte le variazioni di
immatricolazioni previste per la fine dell‟anno in corso e le previsioni per gli ordini che
rappresentano effettivamente il mercato futuro.
Tabella 2 VARIAZIONE IMMATRICOLAZIONI 2009/2008
COMPARTI 2009/2008 genn-ott 2009/2008 genn/dic*
LCV <= 3,5t -25,20% -22%
AUTOCARRI > 3,5t -44,80% -42%
AUTOBUS -26,30% -22%
AUTOCARAVAN -21,10% -25/30%
*previsione
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La massimizzazione della quantità venduta, e la forzatura dei volumi di vendita imposta alle
concessionarie è strettamente connessa all‟obiettivo della saturazione degli impianti produttivi che, mano
a mano che si avvicina al livello di potenzialità massima genera utili più che proporzionali all‟aumento
del numero di vetture assemblate
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Tabella 3
COMPARTI ORDINI
AUTOVETTURE 7,50%
LCV -24%
AUTOCARRI > 3,5t -56,70%
Dati Anfia
Struttura del mercato
Il mercato italiano è composto per il 32% da marche nazionali e dal 68% da marchi
stranieri, tra cui in ordine: il gruppo Volkswagen (11,2%), PSA (9,7%), GM e Ford
entrambe una quota dell'8,9%. Le marche nazionali sono per il 31,9 % appartenenti al
Gruppo Fiat (tra cui prevale il marchio Fiat con 23,49%) poiché la percentuale
attribuibile a Lamborghini e altre marche nazionali tra il 2008 e il 2009 è poco rilevante
aggirandosi tra le sei e sette unità immatricolate, mentre a Dr è attribuibile nel 2009 lo
0,1%.
Il mercato dei veicoli commerciali è invece per metà composto da marche nazionali
(per consegne a clienti di autoveicoli commerciali fino a 3,5 t di p.t.t., la percentuale è
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pari a 50,34% nel 2009 e a 53,42% nel 2008) di cui il 2,8% circa appartiene a Piaggio.
Nella tabella a pagina seguente sono rappresentate le vendite di autovetture nel
mercato italiano per gruppo.
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Dati statistici di Anfia e Unrae provvisori per il mese di ottobre e per i primi dieci mesi dell'anno 2009
forniti dalle Case costruttrici e importatrici loro associate.
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Vendite autovetture mercato italiano per gruppo- valore percentuale sul totale (2008)
35,00%
31,90%
30,00%
25,00%
20,00%
15,00%
11,20%
9,70%
8,90%
8,60%
10,00%
7,50%
4,80%4,80%
4%
5,00%
1,90%
0,80%
0,70%
0,00%
FIATVOLKSWAGENPSAGMFORDDAIMLERRENAULTBMWHYUNDAICHRYSLERJAGUARD LAND ROVEROTHERS
1
Figura 2
Fonte: dati Acea
12
Nonostante il Gruppo Fiat rappresenti la produzione nazionale, ai fini dei nostri
successivi calcoli, è utile aver presente che solo il 41,9 % dei suoi dipendenti lavora in
Italia e che i ricavi in Italia valgono circa 15.875 milioni di euro, pari al 27,1% del
totale, e quindi non può essere assunto come indicatore del mercato nazionale.
Del 58,1% operante all‟estero il 24,8% opera nei paesi europei, il 21,2% nel
Mercosur, il 6,1% in America, il 5,9% in altre aree. In Italia lavora il 41,9% dei
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dipendenti del gruppo.
Del mercato europeo delle autovetture (Eu 27) nel 2008 Fiat ha detenuto l‟8,0% ,
mentre leader di mercato è Volkswagen con una quota del 20,6%, seguito dalle marche
giapponesi 14,3%, gruppo PSA con 12,6%, Ford con 10,7%, GM con 9,6%, Renault
14
con 8,7% .
12
Il Gruppo Fiat trae dal business auto motive quasi la totalità dei suoi ricavi (automobili, veicoli
industriali, componenti e sistemi di produzione compresa la produzione di macchine per agricoltura e per
le costruzioni (17,9%)). Le automobili rappresentano quasi la metà dei ricavi (49,2%). Le altre attività del
gruppo pesano soltanto l‟1,2%.
13
Dati Confartigianato Imprese, Unrae
14
Dati Acea e Osservatorio sulla componentistica della Camera di Commercio di Torino
13
Nuove immatricolazioni mercato europeo per gruppo- Valore percentuale sul totale (2008)
1%
4%
5%
20%
6%
8%
13%
9%
10%
13%
11%
VolkswagenJapanPsaFordGmRenaultFiatBmwDaimlerKoreaOthers
Figura 3
Fonte dati ACEA
NB: I dati del grafico sono riferiti al 2008, mentre sulla base delle previsioni dell‟Osservatorio sulla
componentistica della Camera di Commercio di Torino, si stima che nel 2009 il gruppo Fiat sia tornato ad
avere dopo otto anni, una quota di mercato pari al 10% del mercato dell‟Europa occidentale (9,7% se si
includono tutta l‟Unione Europea e l‟area EFTA)
Per quanto riguarda l‟Italia in Europa, la quota di mercato, leggermente in calo
nell‟ultimo anno, è rappresentata nel grafico a pagina seguente.
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Peso dell'Italia in Europa
16,00%
15,85%
15,80%
15,71%
15,60%
15,40%
15,20%
15,00%
14,81%
14,80%
14,63%
14,60%
14,40%
14,20%
14,00%
gen/ott 2008gen/ott 2009
UE15+EFTAUE25+EFTA
Figura 4
Fonte: Elaborazioni Unrae su dai Acea
Una delle peculiarità del mercato automobilistico italiano è di essere caratterizzato
dalla presenza di un unico grande gruppo che assembla automobili sul territorio
nazionale, mentre negli altri paesi europei ve n‟è più di uno non necessariamente di
matrice nazionale. Fiat Group, è la più grande impresa industriale italiana ed è tra i
fondatori dell‟industria automobilistica europea. I marchi italiani sono quindi quasi
completamente appartenenti al gruppo anche se diversamente collocati nella struttura
finanziaria dello stesso. Si tratta di: Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Abarth, Maserati, Ferrari,
e Fiat Professional (veicoli commerciali leggeri). Per quanto riguarda i veicoli
commerciali invece i marchi nazionali sono rappresentati da Iveco, Iveco Magirus,
Astra, Irisbus. Mentre per le componenti e i sistemi di produzione operano i marchi FTP
Powertrain Technologies, Magneti Marelli, Teksid e Comau. Complessivamente le
marche esistenti sul mercato sono 29, e i modelli offerti sul mercato sono circa 388.
15
% Italia