PREMESSA
L'approfondimento dell'esperienza di tirocinio svolto presso la
Soprintendenza archivistica per l'Umbria nel settore degli archivi scolastici
ha prodotto il seguente lavoro di tesi, incentrato sull'archivio storico
dell’Istituto Tecnico Statale “A. Ciuffelli” di Todi, dal quale ho estratto e
schedato i documenti relativi al ventennio 1928-'40, durante il quale la
politica fascista orientò l'attenzione verso l'istruzione agraria.
Per adempiere al compito di tutela, a seguito del d.p.r. 8 marzo
1999, n.2751 e al fine di conoscere i dati quantitativi e qualitativi della
documentazione scolastica, la Soprintendenza archivistica per l’Umbria, ha
intrapreso dal 2004 un progetto di censimento degli archivi delle scuole
articolato su piano triennale2. Tale attività prevede quindi la visione, la
descrizione del materiale documentario, la valutazione dello stato di
conservazione e dell’eventuale necessità di restauro o di sistemazione in
1
D.p.r. 8 marzo 1999, n.275: Regolamento recante norme in materia di autonomia delle
istituzioni scolastiche, in S.O. n. 152/L, della G.U. 10 agosto 1999, n. 186, ai sensi
dell'art. 21 della legge n. 59/1997.
2
L’Università degli studi di Perugia, in accordo con la Soprintendenza archivistica
dell’Umbria, ha inoltre attivato tirocini che prevedono il coinvolgimento degli studenti
nell’attività di vigilanza sugli istituti, inerente il suddetto progetto. A questo ho
partecipato anch'io, focalizzando l’attenzione sull'archivio del Liceo Scientifico “G. Alessi”
di Perugia, sotto la supervisione della dr.ssa Stefania Maroni della Soprintendenza
archivistica e della prof.ssa Patrizia Angelucci, docente di Archivistica.
1
locali idonei. Esteso a tutta la regione Umbria ha proporzioni
considerevoli, comprendendo le 136 scuole della provincia di Perugia e le
43 scuole della provincia di Terni (vedi tabella n.1)3 .
A seguito dell'entrata a regime dal 1° settembre 2000
dell'autonomia4, ogni istituzione scolastica è passata allo status giuridico di
ente pubblico. La trasformazione non ha interessato gli istituti tecnici,
quelli professionali, convitti, conservatori, che già lo erano. Ciò implica
che come enti pubblici le scuole devono far fronte a obblighi specifici, quali
la corretta formazione e la conservazione dei propri archivi, sottostando
alla vigilanza della Soprintendenza archivistica, organo periferico del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, competente per territorio con
attività di consulenza tecnica.
Preliminarmente ho cercato di inquadrare l'archivio scolastico nella
sua determinazione di bene culturale, riconosciuta con il passaggio da
memoria-autodocumentazione per l'istituto, perché riflesso della sua
attività amministrativo-gestionale, a memoria-fonte attiva, sia nel
processo di riappropriazione della storia della scuola, sia a livello di
3
I dati raccolti vengono immessi nel SIUSA, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze archivistiche, un database che contiene informazioni quali la
denominazione e gli estremi cronologici del fondo, la storia dell’archivio, lo stato
dell’ordinamento, le serie che lo compongono, la denominazione del soggetto produttore,
l’esistenza o meno di mezzi di corredo e la sede di conservazione dell’archivio.
4
L. 15 marzo 1997, n. 59: Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti
alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la
semplificazione amministrativa (c.d. legge Bassanini), in G. U. 17 marzo 1997, n. 63.
D.m. 26 giugno 2000, n. 234: Regolamento, recante norme in materia di curricoli
nell'autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 8 del d.p.r. n.275/ 1999,
in G. U. 25 agosto 2000, n. 198.
2
patrimonio storico nazionale, capace di sopperire ai vuoti delle fonti della
storia istituzionale italiana contemporanea (creati da scarti, eliminazioni,
danneggiamenti o traslochi e dispersioni).
Proprio lo sforzo di riempire quei vuoti generati soprattutto dagli
scarti post-bellici poco assennati e dai trasferimenti dannosi, che hanno
lasciato enormi lacune nella storia dell'istruzione, specie secondaria, della
prima metà del Novecento, ha risvegliato l'interesse e un movimento di
ricostruzione della Storia dalla base, dalla sua ricezione in ambito locale.
Ma importante è anche l'atto di riappropriazione della proprio passato da
parte delle scuole, che fanno riemergere dagli archivi l'evoluzione che le
ha caratterizzate, i risultati raggiunti nel tempo, in un fase storica che le
vede autonome e concorrenti.
Modalità per stabilire un contatto diretto tra studenti, docenti e proprio
istituto, tra storie locali e storia nazionale, è la messa in opera di laboratori
per la didattica, che utilizzando le fonti primarie, rendono la storia
insegnata più viva e partecipata. L’archivio della scuola riconosce così agli
insegnanti e agli studenti nuove prerogative, che li legano alla fruizione
diretta delle fonti e alla possibilità di effettuare attività di ricerca. Proprio
quest'ultima fa sì che l’archivio diventi effettivamente un forte elemento
identitario, oltre ad un mezzo per analisi dei fenomeni post-unitari sociali
e storici che hanno investito l’Italia, attivando una serie di iniziative
soprattutto nell'Italia centro-settentrionale.
3
Tra queste iniziative di notevole interesse è il lavoro effettuato dalla
Provincia autonoma di Trento, inerente il riordino degli archivi scolastici
delle scuole elementari5. Un altro censimento della stessa natura è partito
nel 1993 dalla direzione dell’Archivio di Stato di Firenze e coordinato da
Orsola Gori6. Leggermente differente è il progetto della Biblioteca civica e
Archivi storici di Rovereto, che tramite un accordo tra Comune e alcuni
istituti, ha accettato di prendere in consegna gli archivi storici di cinque
scuole cittadine di diverso ordine e grado, così da mettere insieme una
documentazione di grande interesse, fonte fondamentale per la storia di
Rovereto; in questo modo si intende contribuire alla conservazione dei
patrimoni archivistici scolastici, essendo spesso impossibile gestirli e
custodirli correttamente nel luogo ove sono stati prodotti7. In Piemonte,
presso l’Archivio di Stato di Asti, si è fatta una prima ricognizione, che ha
prodotto un resoconto schematico8. Dal 1998 l'Archivio di Stato di
Piacenza, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi, sta portando
5
Iniziato nel 1997 con i censimenti degli archivi delle scuole, sia pubbliche sia private,
elementari e medie superiori di tutto il Trentino, nel 1998 il Servizio provinciale ha
proseguito l'opera di censimento con l'indagine conoscitiva sugli archivi delle scuole
medie inferiori, sia pubbliche sia private, della provincia di Trento. R. G. ARCAINI (a cura
di), Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, Trento, 2003.
6
F. KLEIN (a cura di), Sui consumati banchi. Generazioni, cultura e istituzioni
educative negli archivi e nelle biblioteche delle scuole fiorentine. Atti del convegno
(Firenze, 28 marzo 1996) in <<Archivi per la Storia>>, Rivista dell’Associazione
nazionale Archivistica italiana, X (1997), n°2.
7
Per l'elenco degli archivi depositati si veda http://www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it.
8
nello specifico Gli archivi scolastici e la scuola astigiana: la storia della scuola e delle
scuole della provincia di Asti dall'Italia unita ai decreti delegati, tra ricerca storica e
pratica didattica curato dai docenti Edoardo Angelino, Daniela Nebiolo e Carla Raffo, per
valutare quali documenti possano essere più interessanti per la ricerca della Rete delle
Scuole Polo di Storia della provincia di Asti; si veda http://www.bibliolab.it/
materiali_dida/archiviostato.htm.
4
avanti il censimento della consistenza degli archivi scolastici statali,
attraverso la collaborazione di alcuni istituti e soprattutto l'opera di
un'archivista, Valentina Bernardelli. Il progetto della Regione Lombardia,
ricalca gli stessi principi basilari facendo perno sulla potenziale ricchezza
degli archivi scolastici, sulla loro conservazione, tra obbligo normativo e
coscienza del loro valore storico; tutto ciò per effettuare un censimento
delle scuole milanesi, al fine di accrescere la conoscenza nel campo della
scuola nazionale e locale .
In questo scenario si inserisce l'operato dell’Istituto piemontese per
la storia della resistenza e della società contemporanea (Istoreto). Il
suddetto istituto, custode di numerosi archivi della contemporaneità e
promotore di attività di ricerca storica e didattica in collaborazione con la
Rete degli archivi scolastici, ha intrapreso da alcuni anni varie attività
lungo due direttrici: l’una che parte dalla riflessione sugli archivi
contemporanei e sulla storia dell’istituzione scolastica9; l'altra che prevede
la gestione della documentazione e degli archivi scolastici e incentra le
attività in momenti più tecnici, di conoscenza applicata, come giornate di
9
Riflessione che ha prodotto materiale come il quaderno M. L. PERNA (a cura di), Tra
vecchie carte…Esperienze didattiche negli archivi di scuole torinesi, Torino, Istoreto,
2002, valido resoconto del corso d'aggiornamento Per un laboratorio di didattica della
storia. Gli archivi scolastici, rivolto ad insegnanti e dirigenti scolastici di un consorzio di
scuole di vario ordine e grado, tra cui in prima fila è l'Istituto Tecnico Commerciale Q.
Sella di Torino.
5
studio10 e sale del museo diffuso, altro progetto collaterale11. Iniziative di
promozione di conoscenza ai fini di ricerca e di didattica sono state
intraprese da Enti pubblici, associazioni e istituzioni in altre città, come
Venezia12 e Guastalla13.
La valorizzazione degli archivi scolastici si inserisce nel più ampio
progetto "Archivi del’900", promosso dal Consorzio BAICR (Biblioteche e
Archivi Istituti Culturali di Roma), che si rivolge a tutti gli istituti,
fondazioni e associazioni che conservano documenti di questo secolo, per
favorire interventi di schedatura, riordino e inventariazione, e tramite
l'utilizzo di strumenti informatici, costituire una rete di archivi finalizzata
all’individuazione e alla valorizzazione delle fonti per la storia italiana del
secolo passato14.
10
Esempio ne è quella sul tema Gli archivi storici della scuole: un bene culturale per la
scuola dell’autonomia. Strumenti, figure, contesti per la valorizzazione tenutesi il 20
aprile 2001, presso l’Archivio di Stato di Torino. Proprio in questi percorsi affonda la
discussione sulla continuazione dei progetti inerenti gli archivi scolastici, tuttora interna
alla Rete.
11
http://www.istoreto.it/didattica/aass/aass.htm.
12
Il resoconto del lavoro presentato al convegno di Venezia La scuola che cambia fa la
storia: un progetto per il 2000. Gli archivi e la memoria scolastica come fonti per la
storia (15-16 ottobre 1999) è il risultato dell’attività promossa da Comune, Provincia,
Archivio di Stato, Provveditorato e Istituto per la storia della Resistenza di Venezia; si
veda http://www.aspc.archivi.beniculturali.it/scuola.asp.
13
Il convegno di studi Gli archivi scolastici di Guastalla. Progetto per la memoria:
l'archivio dell'Istituto "Ferrante Gonzaga". Progetto per la conoscenza: la tradizione
educativa in una capitale ducale, patrocinato dalla Soprintendenza Archivistica per
l'Emilia Romagna, dall’IBC – Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari della
Regione Emilia Romagna e dalla Provincia di Bologna Assessorato alla Cultura, dall’
A.N.A.I. Sezione Emilia Romagna Gruppo di lavoro sulla didattica, ma principalmente
dall’ Istituto Comprensivo "Ferrante Gonzaga" e dall’Associazione Guastallese di Storia
Patria; si veda http://www.emilianet.it.
14
Si veda a proposito S. BARBALATO, Il progetto"Archivi del’900", <<Mezzosecolo.
Materiali di ricerca storica>>, n.12, Annali (1997-98), pp. 203-206; inoltre si veda http://
www.archividelnovecento.it.
6
Tornando all'Istituto Ciuffelli, per inquadrare l'importanza che
l'istruzione agraria ha avuto per Todi e per l'Italia centrale, superando a
volte questi confini, ho ritenuto necessario esporre un breve exursus
storico sia dell'evoluzione generale dell'istruzione agraria di grado
superiore (la dipendenza delle Scuole superiori d'agricoltura dal Ministero
di Agricoltura, Industria e Commercio, il loro passaggio sotto le
competenze del Ministero dell'Istruzione nel 1928 e le successive
modifiche e orientamenti sotto i Regime), sia del Ciuffelli stesso
(dall'istituzione della Colonia agricola nel 1864 alla trasformazione in
Istituto Tecnico Agrario nel 1933, quindi da istituto che impartiva
un'educazione elementare ad una scuola di livello superiore che rendeva
possibile l'accesso a corsi universitari scientifici). La trattazione è separata
per cercare di mettere in luce la crescita della Scuola, che già dalla
fondazione nella forma di Colonia, frutto di un duro braccio di ferro tra
Consiglio Comunale e Congregazione di Carità, si presentava come scuola
vera e propria per “i fanciulli maschi presi dalla classe povera degli
agricoltori”, a differenza delle altre Colonie in Umbria (ad Assisi e a S.
Pietro a Perugia) ed Italia, che erano istituti di rieducazione per minorenni
con pendenze penali15.
15A. MENCARELLI, Gli Istituti di rieducazione per minorenni in Italia nella seconda
metà dell'800, Perugia, 1985, pp. 24-38; per una visione panoramica della situazione
umbra A. MENCARELLI, Don Emanuele Lisi e le Colonie Agricole benedettine
dell'Umbria, i n Atti Accademia Properziana del Subasio, serie VI - n. 8 – 1984,
pp.126-148 .
7
L'evoluzione procede con la trasformazione in Regia Scuola Pratica
di Agricoltura nel 1883 destinata all'educazione dei figli dei piccoli
proprietari terrieri e dei fattori; con il passaggio da corso triennale a
quadriennale nel 1912, la cui conclusione portava all'attribuzione di un
attestato di licenza; con il rango di scuola media superiore raggiunto nel
1924, a corso triennale con conferimento del diploma di Perito agrario;
segue la metamorfosi in Istituto tecnico agrario a corso quadriennale fino
al 1944, dopo di che diventa quinquennale.
Successivamente il mio studio si è incentrato sul materiale
dell'archivio dell'Istituto, focalizzando l'attenzione su un arco cronologico
che va dal 1928 al 1940: date significative perché segnano rispettivamente
il passaggio al Ministero dell'Istruzione delle scuole di ordine tecnico alla
dichiarazione di guerra. Si è riscontrato che la documentazione che
conserva l'archivio non è ordinata (archivisticamente parlando, visto che la
condizione fisica delle carte è buona) ed è complessivamente molto vasta.
Ho comunque riportato la presenza di fascicoli degli alunni che andavano
oltre questa delimitazione cronologica, perché iscritti alla Scuola nel
periodo considerato ma diplomatisi successivamente.
La peculiarità di questo “fondo”, oltre che nella mole, sta nel
mostrare il costante legame tra l’istituto scolastico e il territorio non solo
circostante ma anche nazionale, la funzione che ha svolto non solo
nell’ambito dell’istruzione agraria ma dell’istruzione in generale e
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