PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE:
PROGETTO PILOTA ASL DI COMO SU BAMBINI,
ADOLESCENTI E ADULTI 2006-2007
INTRODUZIONE
I rapporti WHO/FAO Diet , Nutrition and the Prevention of cronic diseases (2003), WHO
Global Strategy on Diet, Physical Activity and Health (2004) evidenziano che un aumento
epidemico delle malattie cronico-degenerative è legato ad errati cambiamenti dello stile
di vita. Questi stanno diventando cause significative di disabilità, rapportata all’età, e di
morte prematura. Perciò, si ritengono urgenti degli interventi multisettoriali da parte degli
stakeholders per modificare i comportamenti non salutari.
Evidenze scientifiche mostrano che non si conosce ancora con esattezza quanto
l’alimentazione squilibrata e la sedentarietà contribuiscano all’insorgenza di tali patologie. A
causa dell’eziologia multifattoriale di queste, sussistono complicate interazioni tra
genetica, comportamento ed ambiente ed il fattore dietetico può pesare in maniera
diversa in relazione al grado di esposizione agli altri fattori.
Data la elevata prevalenza di casi di sovrappeso ed obesità nella popolazione italiana, sia
infantile che adulta, in correlazione alla spesa per assistito (consumo di farmaci, numero di
ricoveri), si è voluto attivare, con questo protocollo, un progetto di sorveglianza
nutrizionale per valutare lo stato di salute nella popolazione oggetto di studio,
individuandone la prevalenza di sovrappeso/obesità ed il rischio di patologie cronico-
degenerative. In tale contesto si sono formulati ed utilizzati degli indicatori atti a
consentire all’ASL di Como ed, in particolare, al SIAN (Servizio di Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione) del Dipartimento di Prevenzione, di delineare, per ogni gruppo di
popolazione considerata, strategie prioritarie al fine di ridurre/prevenire il rischio di
malattie, come l’obesità, statisticamente correlabili a fattori nutrizionali.
Come obiettivi specifici, questo progetto si propone di:
1. Avviare un sistema osservatorio provinciale di sorveglianza nutrizionale,
destinato a raccogliere in modo sistematico, continuativo e coordinato i consumi e le
abitudini alimentari della popolazione in esame, nonché alcuni parametri
antropometrici sui quali valutare la prevalenza di obesità/sovrappeso,
monitorandola nel tempo.
2. Correlare i dati raccolti con le patologie cronico-degenerative.
3. Evidenziare eventuali differenze tra i dati epidemiologici nazionali e la nostra
Provincia.
4. Pianificare interventi di educazione nutrizionale e per la corretta comprensione degli
alimenti in commercio.
5. Verificare se la campagna di educazione alimentare, promossa con l’opuscolo
“Mangiar bene per crescere sani”, partita nel 2004, abbia prodotto effetti positivi.
Poiché ad oggi, non esiste un sistema internazionale e nazionale unitario e di riferimento per
la sorveglianza nutrizionale, questo protocollo sperimentale comprende la sua stessa
ideazione, progettazione, organizzazione logistica ed implementazione sul territorio di Como.
Esso è suddiviso in tre progetti di Sorveglianza Nutrizionale: uno su bambini, uno su
adolescenti ed uno su adulti.
La sorveglianza su bambini di 9-10 anni della provincia è stata ideata, progettata ed attuata
nel corso del 2006, in cui sono stati rilevati parametri antropometrici (peso, altezza,
circonferenza vita), abitudini alimentari e stile di vita. Allo stesso modo è stata progettata ed
organizzata al termine del 2006 una sorveglianza sugli adolescenti comaschi frequentanti la
terza media ed una sulla popolazione adulta (18-70 anni) della stessa provincia. Questi ultimi
due progetti sono ora in corso di attuazione e si attende che per la fine dell’anno in corso 2007
si possano avere i risultati, in modo da poter attuare delle strategie prioritarie e migliorare così
nutrizione e stili di vita dei cittadini comaschi.
La prima parte, bibliografica, di questo manuale è suddivisa in quattro capitoli che
riguardano:
• L’importanza ed il significato della Sorveglianza Nutrizionale oggi ed il ruolo cruciale
che devono avere i SIAN nell’attuarla (Cap. 1);
• Standard di riferimento internazionali su misure antropometriche e correlati dati
esistenti sulla popolazione italiana a cui riferire o con cui confrontare, rispettivamente, i
risultati ottenuti da questo studio (Cap. 2);
• Approfondimento sul tema delle patologie cronico-degenerative strettamente correlate
all’obesità, utilizzando indicatori di rischio dietetico, di stato pre-clinico e modelli causali
per ognuna di esse (Cap. 3);
• Metodi e strumenti che si utilizzano (parametri antropometrici e questionari per
indagine alimentare) per attuare un piano di Sorveglianza Nutrizionale (Cap. 4).
La seconda parte, sperimentale, descrive le fasi di progettazione di questo protocollo di
Sorveglianza Nutrizionale, nonché l’attuazione dello stesso. Esso, infatti, risulta essere il
primo studio pilota sul territorio di Como, per cui, anche i principali strumenti utilizzati (i
questionari per l’indagine), sono stati adattati alla realtà della provincia e, pertanto, non
sono standardizzati. Alla stesura dei questionari per i tre progetti, è seguita la taratura degli
strumenti antropometrici. Contemporaneamente, vi è stata l’ideazione delle modalità per
arruolare i gruppi di popolazione oggetto di studio nell’indagine, dopo loro opportuno
campionamento (Cap. 5).
Quindi, sono stati costruiti dei criteri di valutazione ( su abitudini alimentari, attività fisica e
stile di vita complessivo) per ottenere degli indicatori sullo stato di salute (Cap. 6) e sono
stati stabiliti come standard di riferimento delle misure antropometriche, i dati
WHO/NCHS e le curve di Cole (Cap. 2 e 4).
Con questi indicatori e standard sono stati poi classificati i dati ottenuti dal rilevamento e
calcolate così le prevalenze di obesità e di varie tipologie di stili di vita (per ora solo nello
studio sui bambini). Ne è derivata una raccolta cospicua di risultati (Cap. 7).
Tutti gli strumenti elaborati ed utilizzati in questo lavoro si trovano negli Allegati L, Q ed
R.
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PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE:
PROGETTO PILOTA ASL DI COMO SU BAMBINI,
ADOLESCENTI E ADULTI 2006-2007
INTRODUZIONE
I rapporti WHO/FAO Diet , Nutrition and the Prevention of cronic diseases (2003), WHO
Global Strategy on Diet, Physical Activity and Health (2004) evidenziano che un aumento
epidemico delle malattie cronico-degenerative è legato ad errati cambiamenti dello stile
di vita. Questi stanno diventando cause significative di disabilità, rapportata all’età, e di
morte prematura. Perciò, si ritengono urgenti degli interventi multisettoriali da parte degli
stakeholders per modificare i comportamenti non salutari.
Evidenze scientifiche mostrano che non si conosce ancora con esattezza quanto
l’alimentazione squilibrata e la sedentarietà contribuiscano all’insorgenza di tali patologie. A
causa dell’eziologia multifattoriale di queste, sussistono complicate interazioni tra
genetica, comportamento ed ambiente ed il fattore dietetico può pesare in maniera
diversa in relazione al grado di esposizione agli altri fattori.
Data la elevata prevalenza di casi di sovrappeso ed obesità nella popolazione italiana, sia
infantile che adulta, in correlazione alla spesa per assistito (consumo di farmaci, numero di
ricoveri), si è voluto attivare, con questo protocollo, un progetto di sorveglianza
nutrizionale per valutare lo stato di salute nella popolazione oggetto di studio,
individuandone la prevalenza di sovrappeso/obesità ed il rischio di patologie cronico-
degenerative. In tale contesto si sono formulati ed utilizzati degli indicatori atti a
consentire all’ASL di Como ed, in particolare, al SIAN (Servizio di Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione) del Dipartimento di Prevenzione, di delineare, per ogni gruppo di
popolazione considerata, strategie prioritarie al fine di ridurre/prevenire il rischio di
malattie, come l’obesità, statisticamente correlabili a fattori nutrizionali.
Come obiettivi specifici, questo progetto si propone di:
1. Avviare un sistema osservatorio provinciale di sorveglianza nutrizionale,
destinato a raccogliere in modo sistematico, continuativo e coordinato i consumi e le
abitudini alimentari della popolazione in esame, nonché alcuni parametri
antropometrici sui quali valutare la prevalenza di obesità/sovrappeso,
monitorandola nel tempo.
2. Correlare i dati raccolti con le patologie cronico-degenerative.
3. Evidenziare eventuali differenze tra i dati epidemiologici nazionali e la nostra
Provincia.
4. Pianificare interventi di educazione nutrizionale e per la corretta comprensione degli
alimenti in commercio.
5. Verificare se la campagna di educazione alimentare, promossa con l’opuscolo
“Mangiar bene per crescere sani”, partita nel 2004, abbia prodotto effetti positivi.
Poiché ad oggi, non esiste un sistema internazionale e nazionale unitario e di riferimento per
la sorveglianza nutrizionale, questo protocollo sperimentale comprende la sua stessa
ideazione, progettazione, organizzazione logistica ed implementazione sul territorio di Como.
Esso è suddiviso in tre progetti di Sorveglianza Nutrizionale: uno su bambini, uno su
adolescenti ed uno su adulti.
La sorveglianza su bambini di 9-10 anni della provincia è stata ideata, progettata ed attuata
nel corso del 2006, in cui sono stati rilevati parametri antropometrici (peso, altezza,
circonferenza vita), abitudini alimentari e stile di vita. Allo stesso modo è stata progettata ed
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organizzata al termine del 2006 una sorveglianza sugli adolescenti comaschi frequentanti la
terza media ed una sulla popolazione adulta (18-70 anni) della stessa provincia. Questi ultimi
due progetti sono ora in corso di attuazione e si attende che per la fine dell’anno in corso 2007
si possano avere i risultati, in modo da poter attuare delle strategie prioritarie e migliorare così
nutrizione e stili di vita dei cittadini comaschi.
La prima parte, bibliografica, di questo manuale è suddivisa in quattro capitoli che
riguardano:
• L’importanza ed il significato della Sorveglianza Nutrizionale oggi ed il ruolo cruciale
che devono avere i SIAN nell’attuarla (Cap. 1);
• Standard di riferimento internazionali su misure antropometriche e correlati dati
esistenti sulla popolazione italiana a cui riferire o con cui confrontare, rispettivamente, i
risultati ottenuti da questo studio (Cap. 2);
• Approfondimento sul tema delle patologie cronico-degenerative strettamente correlate
all’obesità, utilizzando indicatori di rischio dietetico, di stato pre-clinico e modelli causali
per ognuna di esse (Cap. 3);
• Metodi e strumenti che si utilizzano (parametri antropometrici e questionari per
indagine alimentare) per attuare un piano di Sorveglianza Nutrizionale (Cap. 4).
La seconda parte, sperimentale, descrive le fasi di progettazione di questo protocollo di
Sorveglianza Nutrizionale, nonché l’attuazione dello stesso. Esso, infatti, risulta essere il
primo studio pilota sul territorio di Como, per cui, anche i principali strumenti utilizzati (i
questionari per l’indagine), sono stati adattati alla realtà della provincia e, pertanto, non
sono standardizzati. Alla stesura dei questionari per i tre progetti, è seguita la taratura degli
strumenti antropometrici. Contemporaneamente, vi è stata l’ideazione delle modalità per
arruolare i gruppi di popolazione oggetto di studio nell’indagine, dopo loro opportuno
campionamento (Cap. 5).
Quindi, sono stati costruiti dei criteri di valutazione ( su abitudini alimentari, attività fisica e
stile di vita complessivo) per ottenere degli indicatori sullo stato di salute (Cap. 6) e sono
stati stabiliti come standard di riferimento delle misure antropometriche, i dati
WHO/NCHS e le curve di Cole (Cap. 2 e 4).
Con questi indicatori e standard sono stati poi classificati i dati ottenuti dal rilevamento e
calcolate così le prevalenze di obesità e di varie tipologie di stili di vita (per ora solo nello
studio sui bambini). Ne è derivata una raccolta cospicua di risultati (Cap. 7).
Tutti gli strumenti elaborati ed utilizzati in questo lavoro si trovano negli Allegati L, Q ed
R.
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1. SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE: UN PROGETTO DI
PREVENZIONE INTERNAZIONALE E NAZIONALE
1.1 - OMS, UE e ITALIA
L’obesità sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia anche a livello
mondiale, costituendo uno dei maggiori problemi di salute non solo nei paesi industrializzati,
ma anche in quelli in via di sviluppo.
L’obesità ed il sovrappeso sono condizioni associate a morte prematura e ormai
universalmente riconosciute come fattori di rischio per alcune importanti patologie croniche:
(1)(2)
1. malattie cardiovascolari
2. ictus
3. diabete tipo 2
4. alcuni tipi di tumore (endometriale, colo-rettale, renale, della colecisti e della
mammella in post-menopausa)
5. malattie della colecisti
6. osteoartriti.
Inoltre l’obesità ed il sovrappeso sono associati ad ulteriori problematiche di salute come:
• ipertensione
• ipercolesterolemia
• apnea notturna e problemi respiratori
• asma
• aumento del rischio chirurgico
• complicanze in gravidanza
• irsutismo ed irregolarità mestruali
• disturbi psicologici come la depressione
• difficoltà psicologiche dovute alla stigmatizzazione sociale.(3)
In tale quadro epidemiologico, l’OMS ha elaborato una Strategia Globale (4) su Dieta,
Attività Fisica e Salute, con una serie di raccomandazioni per i governi e per tutte le parti in
causa, nella quale si raccomanda un approccio multisettoriale per interventi che modifichino i
comportamenti non salutari, raccomandando interventi di tipo comportamentale (per
modificare lo stile di vita individuale) e sociale (per creare condizioni atte a cambiare i
comportamenti individuali).
Nell’Unione Europea, la nutrizione, l’attività fisica e l’obesità rientrano come “priorità
chiave” nella politica di sanità pubblica e sono incluse nel programma di azioni 2003-2008.
(5)
In Italia, il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, (6) nell’ambito del progetto “Promuovere
gli stili di vita salutari, la prevenzione e la comunicazione pubblica sulla salute” ribadisce che
le conoscenze scientifiche attuali dimostrano come l’incidenza di molte patologie sia legata
agli stili di vita e sottolinea il ruolo fondamentale dell’attività fisica e di una corretta
alimentazione per la protezione della salute.
La successiva Intesa tra Stato, Regioni e Province autonome del 23 marzo 2005 (7) ha varato
l’attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007, che individua l’obesità e,
in particolare quella infantile, tra i problemi di salute prioritari, affidando al Centro
Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) il compito di
individuare le linee operative e coordinare i piani di azione delle Regioni e Province
autonome. A tale scopo sono state individuate dieci Linee di intervento generali all’interno
delle quali le Regioni stesse hanno il compito di sviluppare le proprie attività progettuali,
tenendo conto delle differenti realtà locali. Si tratta di grandi aree di intervento che vanno
dall’età infantile alla senile, dal mondo della scuola a quello del lavoro, dalle politiche per la
4
mobilità alla comunicazione istituzionale ed al controllo dei messaggi pubblicitari. Le Regioni
hanno, inoltre, identificato nei Piani cinque ulteriori possibili Linee di intervento autonome
(sorveglianza, formazione, cure primarie, ristorazione collettiva, ricerca). (8)
Tutte le Regioni hanno presentato i propri Piani, concentrandosi, nella maggioranza dei
casi, su interventi che riguardano la popolazione, in modo particolare i soggetti in fase di
crescita, e che prevedono anche attività di comunicazione istituzionale e la costruzione o
l’implementazione di sistemi di sorveglianza nutrizionale in età sia pediatrica sia adulta.
Minore peso, seppure presenti in vari Piani, hanno gli interventi mirati al trattamento dei
soggetti obesi, che andrebbero considerati come obiettivi di una strategia diretta alla
prevenzione individuale, non alla messa in atto di interventi di comunità. (9) (10)
Le linee di intervento scelte dalle Regioni, in ordine di frequenza, sono:
1. educazione alla salute nelle scuole;
2. allattamento al seno;
3. cibo nella scuola;
4. sorveglianza nutrizionale;
5. attività motorie per bambini;
6. comunicazione su nutrizione;
7. formazione;
8. trattamento, cure primarie;
9. mense/attività fisica nelle aziende;
10. attività motorie nelle comunità;
11. attività motorie per adulti;
12. accessibilità degli alimenti;
13. pubblicità degli alimenti;
14. ristorazione collettiva;
15. ricerca. (11)
1.2 - I SIAN in Italia
Il Decreto dirigente unità organizzativa 30 aprile 2001 – n. 9922, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Regione Lombardia il 4 giugno 2001 concernente le “Linee Guida della
Regione Lombardia per i Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dei
Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali”, visto:
• la legge regionale 11 luglio 1997 n. 31 che, all’art. 8, comma 7, istituisce il
Dipartimento di Prevenzione nelle Aziende Sanitarie Locali, articolato in 7 Servizi, fra
i quali il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione;
• il Decreto del Ministero della Sanità del 16 ottobre 1998, avente ad oggetto “Linee
Guida per l’organizzazione ed il funzionamento dei Servizi di Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali” nel
quale vengono individuate le articolazioni funzionali e gli ambiti di competenza di tali
servizi;
• Il documento di Programmazione Economico-Finanziaria Regionale, approvato con
Deliberazione del Consiglio Regionale 11 ottobre 2000, n. VII/42, che individua,
nell’ambito dello sviluppo delle politiche di prevenzione sanitaria, il potenziamento e
la riorganizzazione delle attività e delle procedure di vigilanza sui prodotti non di
origine animale al fine di migliorare la qualità e l’efficienza dell’attività di vigilanza e,
quindi, la salute del consumatore (punto 7.4.1.4.);
• Il Decreto del Presidente della Repubblica del 23 luglio 1998 “Approvazione del
Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000”, nel quale sono fissati precisi
obiettivi, tra cui la prevenzione delle malattie, comprese quelle trasmesse da alimenti,
nonché la promozione della salute, da perseguirsi con la determinazione di condizioni
favorevoli per la salute e la promozione di stili di vita positivi;
5
• Il Decreto del Ministero della Sanità 502/92 concernente l’approvazione di un
programma nazionale di ricerca finalizzato alla sorveglianza ed educazione
nutrizionale basate su dati locali per la prevenzione di malattie cronico-degenerative;
si prefigge, tra i molteplici obiettivi di sanità pubblica, di:
• Promuovere la sorveglianza continuativa delle principali malattie a componente
nutrizionale sulla base di indicatori descrittivi ed analitici (dieta, stato di
nutrizione, mortalità, morbosità, costi indiretti e diretti);
• Promuovere comportamenti e stili di vita per la salute e contrastare le principali
patologie correlate all’alimentazione, migliorando lo stato di nutrizione della
popolazione, la qualità degli alimenti e la modifica di alcuni aspetti nello stile di
vita;
• Attivare, a livello dipartimentale, programmi di educazione alimentare mirati a
sviluppare comportamenti alimentari critici e responsabili e a favorire l’adozione
di adeguati standard igienici e nutrizionali anche al fine di promuovere l’offerta e
la scelta di prodotti consoni ad una corretta alimentazione e la conoscenza della
qualità dei prodotti alimentari attraverso un confronto con la realtà produttiva e
commerciale.
Il Piano Sanitario Nazionale (P.S.N.) ha quindi introdotto nuovi elementi innovativi nella
politica sanitaria nazionale i cui traguardi da perseguire possono essere ricondotti a valenze di
tutela della salute, di promozione della salute, correlate rispettivamente agli alimenti e
all’alimentazione, ed alla prevenzione nel campo dell’igiene degli alimenti e della nutrizione.
Infatti, per quanto riguarda la promozione della salute, in base anche alle Linee Guida per
una sana alimentazione italiana edite dall’Istituto Nazionale della Nutrizione (revisione del
1997) ci si propone di:
1. Ridurre l’energia derivante da grassi ad una quota dell’apporto calorico
quotidiano non superiore al 30%.
2. Ridurre l’energia derivante da grassi saturi ad una quota inferiore al 10%
dell’apporto calorico quotidiano.
3. Aumentare l’energia derivante da carboidrati ad una quota dell’apporto
calorico quotidiano non inferiore al 55%.
4. Ridurre la quota di energia derivante dallo zucchero ad una quota inferiore
al 10% dell’apporto calorico quotidiano.
5. Ridurre la quantità quotidiana di sale da cucina consumato ad una quota
inferiore a 6 grammi.
6. Ridurre la prevalenza di individui obesi.
7. Ridurre del 20% la prevalenza dei consumatori che eccedono i 40 gr/die di
alcool per i maschi e i 20 gr/die di alcool per le donne.
8. Ridurre tendenzialmente del 30% la prevalenza di consumatori di bevande
alcoliche fuori pasto.
9. Aumentare del 10% la prevalenza di individui giovani ed adulti che
praticano regolarmente (almeno una volta alla settimana) attività fisico-
sportiva nel tempo libero.
10. Aumentare almeno del 10% la prevalenza di anziani che praticano
regolarmente attività fisico- sportiva nel tempo libero.
Per quanto riguarda invece la prevenzione nel campo dell’igiene degli alimenti e della
nutrizione, il recepimento della Direttiva 93/43 CEE, avvenuto con il D.lgs. 155/97 sancisce
la tutela igienico-sanitaria degli alimenti nelle diverse fasi di produzione, preparazione,
deposito, trasporto, somministrazione e vendita, e, attraverso l’istituzione del Libro Bianco
della Commissione Europea ed il successivo regolamento applicativo Reg. CE n. 178/2002, la
Comunità Europea ha emanato precise disposizioni agli Stati Membri al fine di assicurare il
consumatore che l’alimento prodotto sia controllato non solo “...dal campo alla tavola...”
6
(“…from farm to fork ), ma anche “dalla tavola allo stomaco”. Infatti, con il Libro Bianco
della Sicurezza Alimentare, la Commissione Europea vuole “assicurare la protezione della
salute pubblica non solo limitandosi alla sola sicurezza chimica, biologica e fisica degli
alimenti, ma contempla l’opportunità di sviluppare una politica nutrizionale completa e
coerente”. “Informazioni sull’assunzione di alimenti, abitudini dietetiche e stato nutrizionale
dovrebbero essere inclusi nei sistemi nazionali e comunitari di raccolta dei dati”. Perciò, la
risoluzione del Consiglio Europeo del 14/12/2000:
- Richiama l’importanza della nutrizione come uno dei fattori determinanti nel
proteggere lo stato di salute della popolazione;
- Evidenzia il ruolo della dieta inadeguata e della ridotta attività fisica come fattore di
rischio in molte patologie cronico-degenerative;
- Esprime preoccupazione per le conseguenze dell’aumento dei casi di obesità e
sovrappeso specie tra i bambini e gli adolescenti.
Ne consegue che tra le “priorità chiave” della politica sanitaria comune per gli anni 2003-
2008 rientrano nutrizione, attività fisica, obesità. (12)
La forte attenzione della UO Lombardia alla tematica dell’alimentazione e della nutrizione è
inoltre testimoniata dalle Linee Guida della Regione Lombardia per la Ristorazione Scolastica
(DGR 17 luglio 1998 N. 6/37435) aggiornate con Decreto Dirigente UO Prevenzione 1 agosto
2002 n. 14833, e dalle Linee Guida per la Ristorazione Ospedaliera (decreto della Direzione
Generale Sanità n. 16901 dell’11 luglio 2001). (13)
In questo modo, il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, inquadrato
nell’assetto organizzativo del Dipartimento di Prevenzione, diventa un nodo
organizzativo ed operativo integrato, a tutela non solo della qualità igienica degli
alimenti, ma anche dell’igiene della nutrizione, al fine di contrastare l’insorgenza di
situazioni patologiche connesse al consumo di alimenti; ed è proprio qui che si colloca il
progetto di sorveglianza nutrizionale e la promozione di un intervento di educazione sanitaria,
(12) ai fini strategici di controllare i fattori di rischio per le malattie legate all’alimentazione,
di migliorare le abitudini alimentari e di ridurre l’obesità infantile.
La sorveglianza nutrizionale, la comunicazione e l’educazione, la consulenza dietetica in
collettività sono, per l’UO Lombardia, fasi integrate ed interattive dello stesso processo di
promozione della salute. (13)
1.3 - LA SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE
Il concetto di sorveglianza, applicato in passato alla notifica delle malattie, è stato allargato
anche alla nutrizione a partire dal 1974, quando in occasione della World Food Conference è
stato introdotto per la prima volta il termine Sorveglianza Nutrizionale. Fu inizialmente
concepita nell’ottica delle problematiche dei Paesi in Via di Sviluppo e fu quindi diretta
soprattutto al controllo delle forme primarie di malnutrizione da carenza. Più recentemente la
sorveglianza nutrizionale è stata rivolta anche alla prevenzione dei problemi propri dei Paesi
Occidentali, nei quali le manifestazioni patologiche derivano da eccessi e squilibri alimentari
piuttosto che da carenze. (13)
Con il termine “sorveglianza” si intende un sistema destinato a raccogliere dati in modo
sistematico, continuativo, coordinato al fine di ricavare dall’analisi degli stessi le
informazioni necessarie relative ad un determinato problema, ad una condizione predefinita,
ad uno o più obiettivi da raggiungere.
L’O.M.S. ha definito la “Sorveglianza Nutrizionale come un sistema che si prefigge quale
obiettivo lo studio e la descrizione, in una determinata popolazione, delle patologie in qualche
modo correlabili con la dieta, in termini di presenza, distribuzione, cause e fattori protettivi,
tendenze evolutive nel tempo, sul territorio, nella popolazione”.
7
Scopo finale di questo sistema è evidentemente la prevenzione e/o il controllo delle
malattie statisticamente correlabili con fattori nutrizionali, con conseguente risparmio in
salute e nei costi, diretti ed indiretti, per la società. Il sistema di Sorveglianza Nutrizionale
deve dunque consentire di individuare, per ogni popolazione considerata, le priorità e le
strategie, indicando i fattori di correzione e le vie da intraprendere in campo preventivo. E’
quindi lo strumento basilare per sostenere la politica nutrizionale. (12)
La sorveglianza si avvale degli strumenti forniti dall’epidemiologia per descrivere ed
analizzare i rapporti tra patologie e fattori eziologici nella popolazione. I risultati degli studi
epidemiologici forniscono una parte delle informazioni che concorrono all’identificazione di
indicatori, la cui valutazione consente la programmazione di interventi di politica
nutrizionale.
Un piano di sorveglianza nutrizionale è, dunque, guidato da ragioni pratiche, in quanto parte
dall’esigenza di comprendere i problemi sanitari della popolazione correlati all’alimentazione,
per intraprendere azioni correttive o preventive.
Caratteristiche peculiari di un sistema di sorveglianza sono la sistematicità e la regolarità nel
tempo delle informazioni raccolte senza comunque escludere che si utilizzino risultati ottenuti
da singoli studi epidemiologici per completare la base informativa.
Non esiste un modello unificato di sorveglianza nutrizionale, la sua impostazione varia a
seconda dei mezzi a disposizione, dei problemi di salute pubblica specifici del Paese, dello
stato delle conoscenze scientifiche e degli scopi prefissati dal committente.
Le priorità di un sistema di sorveglianza si basano sulle informazioni fornite da indicatori
epidemiologici, quali i tassi di prevalenza e di incidenza, di morbosità e mortalità, e da
indicatori socio-sanitari della popolazione, come i costi diretti (costi per le cure delle
malattie) e indiretti (anni di vita produttiva persi); considerazioni ulteriori devono essere
effettuate in relazione al grado di prevedibilità delle malattie attraverso la modificazione di
uno o più fattori di rischio dietetico.
A questo scopo è necessario quantificare la relazione tra il fattore alimentare e l’incidenza
della malattia, valutando il rischio attribuibile alla dieta per mezzo di studi epidemiologici
sperimentali, di comparazione tra diverse popolazioni o mediante l’estrapolazione di
esperimenti con interventi di manipolazione dietetica. L’evidenza scientifica su cui si basa
l’ipotesi della relazione dieta-patologia, è diversa per le varie malattie. In realtà quando si
tratta di malattie cronico-degenerative, aventi un quadro eziologico multifattoriale e non
riconducibili ad un unico determinante, sussistono complicate interazioni tra genetica,
comportamento ed ambiente, per cui il fattore dietetico può pesare in maniera diversa in
relazione al grado di esposizione agli altri fattori; inoltre si può avere un lungo periodo di
latenza tra esposizione al fattore nutrizionale e manifestazione della malattia. L’dentificazione
di un fattore di rischio o di protezione deve essere basata sulla relazione dimostrata da studi di
intervento come gli studi randomizzati controllati (Randomised Controlled Trials RCT )
svolti su popolazioni con caratteristiche analoghe a quelle della popolazione in cui viene
effettuata la raccomandazione. Un rapporto redatto da una commissione di esperti e promosso
congiuntamente dall’OMS e dalla FAO evidenzia i fattori di rischio e di protezione per
patologie croniche a componente nutrizionale, nonché gli obiettivi in grado di modificare
il rischio attribuibile legato all’esposizione ad uno specifico fattore. (Vedi tabelle
seguenti) (10)
I criteri utilizzati per descrivere la forza dell’evidenza sono i seguenti:
1. Convincente (+++): l’evidenza è basata su studi epidemiologici che mostrano
un’associazione consistente tra l’esposizione e la patologia; le informazioni sono
derivate da RCT di sufficiente durata e di buona qualità.
2. Probabile (++): l’evidenza è basata su studi epidemiologici che evidenziano
l’associazione tra l’esposizione e la patologia, ma con dati contradditori; le