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una rigida educazione e da cui eredita il profondo desiderio di
conoscere il mondo dello spettacolo in tutti i suoi aspetti.
Il suo sviluppo artistico prende le mosse nell ambito del Teatro di
Variet che
nasce come ampliamento e sviluppo dei numeri che si svolgevano nei music hall
inglesi e nei cafŁ chantant francesi (caffŁ con tavoli che fornivano, oltre al pasto e
alle bevande alcoliche, anche esibizioni virtuosistiche per lo piø canore). Nella
seconda met del XIX secolo, questi numeri passano ai teatri, si rivolgono ad un
pubblico piø vasto, moltiplicano i virtuosismi, comprendono oltre le canzoni,
esibizioni di attori, fantasisti, illusionisti, macchiette, parodie, spogliarelli, ecc.
Permane il carattere di <<variet >>, cioŁ di disorganica successione di numeri
vari, senza trama interna, basati sul virtuosismo di un attore o attrice; un
<<presentatore>> (oppure dei cartelli) annuncia i numeri, che si devono
susseguire a un ritmo serrato2.
Il piccolo Raffaele, aduso a frequentare i teatri al seguito del
padre, a soli quattro anni e mezzo, debutta sostituendo il tenore
Gennaro Trengi che, ammalatosi, Ł impossibilitato a calcare le scene.
Con entusiasmo il piccolo Viviani, vestendo l abito di pupo che
la madre gli raffazzona alla meglio, accompagnato da tromba, clarino
e trombone, compie il suo esordio imitando Trengi, tenore e comico,
nei gesti e nella voce. I successi per l enfant prodige si susseguono e
consentono al piccolo Raffaele di entrare appieno in quel mondo che
diventa l unica fonte di sostentamento quando, nel 1900, Don Rafele
2
F. Angelini. Il teatro del Novecento da Pirandello a Fo, Laterza, Roma - Bari, 1976, p. 120.
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padre viene a mancare lasciando la famiglia in ristrettezza economiche
che costringono tutti a una vita di sacrifici e di rinunce: il lavoro coi
guitti senza paga il venerd , la fatica ncopp bbagne (per non arrivare
in ritardo, si era imposto di dormire sulle tavole del letto senza
materasso perchØ il disagio fisico lo costringesse a essere desto
all alba; dopo un lungo cammino e ore di canto, spesso il guadagno si
riduceva a poche lire), i lavori fuori Napoli senza un soldo in tasca per
il viaggio di ritorno.
Cresce immerso in una realt amara che fa emergere in lui il
desiderio di istruirsi, imparando a leggere e a scrivere da autodidatta
con in mano il sillabario e guardando le insegne dei negozi.
A soli quindici anni viene scritturato come artista di Variet nella
compagnia Bova e Camerlingo insieme con Luisella, la sorella a cui
Raffaele sar legato da un importante sodalizio art istico oltre che da
un forte legame affettivo
[ ] la mia cara Luisella che, con animo veramente i nnamorato, ha sposato la
causa delle mie fatiche portando il suo valido, prezioso contributo artistico alla
realizzazione del mio sogno d arte e per tanto l an imo mio di fratello le Ł e le sar
sempre infinitamente grato3
3
R. Viviani. Dalla vita alle scene, Guida, Napoli, 1988.
4
Figura forse messa in ombra da quella ben piø ingombrante
del fratello, la critica non le ha dedicato molta attenzione, anche se
non ha mai mancato di sottolinearne il talento, definendola una
vibrante attrice, napoletana, nella carne e nelle ossa 4.
Straordinarie le sue interpretazioni, soprattutto dei personaggi
notturni che meglio degli altri ne valorizzano la voce intensa e
passionale e la capacit di caratterizzazione fisio gnomica.
Nel 1904, ritornato a Napoli, al Politeama Petrella interpreta lo
Scugnizzo, macchietta di Capurro e Buongiovanni che prima di lui era
stata resa celebre da Peppino Villani ma che con il Nostro ha una resa
scenica e uno sviluppo nuovi, avendo in essi verso e musica una
complementariet mai avuta prima. Con lo Scugnizzo Viviani trova il
suo genere inserendosi in una tradizione, quella della macchietta,
fissata nella sua forma da quella di Nicola Maldacea
consideravo la musica un accompagnamento alle parole, un commento; e mi
preoccupavo [ ] di colorire, [ ]. Non a caso ho ado perato la parola colorire .
Come il pittore, il disegnatore, come un artista figurativo, mi ripromettevo di dare
al mio pubblico una impressione immediata, schizzando il tipo, segnandolo
rapidamente, rendendone i tratti salienti. Da ci l origine della parola
macchietta , che Ł propria dell arte figurativa: s chizzo frettoloso che renda con
poche pennellate un luogo o una persona, in modo da darne una impressione
efficace, con la massima spontaneit 5.
4
R. Minervini. Viviani. Un uomo una citt , F. Bideri, Napoli, 1950, p. 23.
5
N. Maldacea. Memorie di Maldacea, F. Bideri, Napoli, 1933, p. 109.
5
Gi Villani si allontana da Maldacea puntando non p iø sui
travestimenti o solo sul testo, ma arricchendo di volta in volta il suo
repertorio comico in scena e costruendo la sua efficacia sul modo di
presentarsi, sul ritmo dei versi e sull uso della parola.
L elemento musicale acquista un rilievo che nel suo predecessore
non ha e che sar determinante nel percorso artisti co di Viviani, il
quale si distacca tanto da Maldacea quanto da Villani con macchiette
che non saranno piø solo monologhi recitati con accompagnamento
musicale di sottofondo durante l esibizione di un personaggio distinto
per l abito, i tic o il modo di parlare. Lo Scugnizzo e la trovata di
chiedere al pubblico un soldo per ogni capriola sono per Viviani una
manna dal cielo se si pensa che gli permettevano di aggiungere alle tre
misere lire di paga trenta o quaranta lire per scugnizzo.
Il 1906 lo vede a Milano, il 1907 a Malta dove la perdita al gioco
di tutti i suoi risparmi lo convince a ritornare a Napoli. Qui nel 1908
conosce Maria di Maio che sposer dopo cinque anni, durante i quali
la sua fama di artista si consolider e convincer lo zio di lei,
impresario del Teatro Nuovo, ad acconsentire al matrimonio che viene
celebrato il 12 settembre del 1912 e da cui nascono i figli Vittorio,
Yvonne, Luciana e Gaetano.
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La famiglia, insieme all arte, costituir da questo momento in poi
un valore fondamentale per Viviani, trasmesso anche ai figli che in piø
situazioni mostreranno amore e abnegazione nei suoi confronti,
soprattutto durante la lunga malattia.
I suoi scatti, i drammi di un artista spesso angosciato e ostacolato
da un inadeguato riconoscimento economico vengono perfettamente
intesi dai figli. Celebre l episodio raccontato dalla figlia Luciana:
L assedio di casa nostra cominciava prima ancora che mio padre fosse arrivato a
Napoli, quando apparivano sui muri della citt i ma nifesti che annunciavano il suo
debutto. Si mettevano in moto, in quell occasione, i fornitori, i vicini di casa, i
conoscenti, gli amici, i parenti, i pezzi grossi, le autorit . Tutta gente che riteneva
sinceramente bastevole vantare un incontro casuale, una banale relazione
commerciale o professionale, per sentirsi inserita automaticamente nell elenco di
coloro che avevano diritto di chiedere e di ottenere l entrata di favore.[ ] Un
giorno, mentre l intera famiglia era riunita a pranzo e mio padre si stava lasciando
andare a uno dei suoi consueti sfoghi contro i portoghesi, squill il telefono
[ ].<< Si pu sapere come si fa ad ammirare il gran de artista?>>. La mia risposta
arriv prima ancora che potessi riflettere sulle co nseguenze: << E semplice, si va
al botteghino del teatro e si compra il biglietto>>. [ ] mia madre mi rimprover
aspramente [ ] Mio padre non proffer parola, si li mit invece, soltanto,a
rivolgermi uno sguardo, che era di approvazione e di riconoscenza, che mi bast 6.
Intanto, la fama di Viviani varca i confini nazionali e lo porta nel
febbraio del 1911 a Budapest al Fowarosi Orpheum. A Roma viene
6
L. Viviani. Un ubriaco di diciassette lire in Viviani a cura di M. Adria, cit., p. 17-18.
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notato da Felix Majol7 che stipula con lui un contratto di 300 franchi
al giorno. Purtroppo questo connubio si rivela un fiasco totale.
Ma il mio debutto cadeva di Venerd e, manco a farlo apposta, ne avevamo 17! La
sera un fiasco completo! Passai, con un teatro scarsamente affollato, nel piø
completo silenzio! [ ] Andai a letto senza cenare [ ] L indomani scesi in
palcoscenico e mi vidi non piø al posto di <<vedette>> ma in prima parte [ ]
Qualche sera dopo, Majol venne a trovarmi in camerino e ci abbracciammo;
eppure quell abbraccio era assai meno espansivo [ ] e quando io gli dissi: <<Ma
perchØ io non piaccio?>> si pieg nelle spalle e non seppe rispondermi8.
Dopo la disfatta di Caporetto il teatro vivianesco si scontra col
divieto di rappresentare spettacoli poco austeri, denigrati anche dalla
stampa per l insegnamento poco edificante che offrivano. Gli anni del
fascismo per lui sono durissimi: la verit che port a in scena in un
dialetto duro e sanguigno non gli attira di certo le simpatie del regime.
Sono tuttavia anni molto produttivi.
La difficolt di inserirsi nei teatri piø important i lo porta tra il
1936 e il 1940 a esibirsi soprattutto come interprete di opere di altri
autori. In questo percorso si inseriscono anche alcune esperienze
7
Felix Majol (Tolose, 1872- 1941); celebre artista francese di CaffŁ Concerto e Music Hall. Dal
1895, anno del debutto al Concert Parisien, fino alla prima guerra mondiale, fu tra i primi
acclamati interpreti della canzone francese. Ormai al vertice della sua carriera, rilev nel 1910 il
Concert Parisien, ribattezzandolo col nome di Concert Majol e organizzandovi spettacoli di
variet .
Nota in Ministero per i Beni e le Attivit Cultural i Direzione generale per i Beni Librari e gli
Istituti Culturali, Biblioteca Nazionale di Napoli, Viviani: immagini di scena- sala Leopardi- 29
maggio- 12 ottobre 2001. Progetto scientifico: Rosaria Borrelli, Giuliano Longone. Napoli, Tullio
Pironti editore, 2001, p. 18
8
R. Viviani. Dalla vita alle scene, cit., p. 86-87.