Le costruzioni in Cina sono considerate come parte integrante del loro contorno e
sono pianificate su un asse da sud a nord, infatti le costruzioni più importanti
volgono a sud. Le costruzioni principali di un complesso sono poste l'una accanto
all'altra tutte su questo asse, separate solo da cortili che vengono fiancheggiati da
altre costruzioni di minore importanza da est a ovest. La "Città Proibita" a Pechino e
altri complessi di costruzioni, come anche le costruzioni domestiche, sono tutte
designate lungo queste assi. Fin dai primi tempi l'edificazione delle costruzioni è
stata soggetto di regole ufficiali. Viene registrata la presenza di alcune
documentazioni prima del periodo durante la dinastia Song 2 (960-1279) , quando l'
"Yingzao fashi", il "Trattato sui Metodi dell'Architettura" fu scritto da Li Jie, un
ufficiale; questo fu presentato all' imperatore nel 1100 e pubblicato nel 1103.
Questo compendio della tradizionale architettura cinese e dei metodi di costruzione
possiede svariati capitoli dedicati all'uso dei termini tecnici, e all'esposizione delle
regole riguardanti i metodi di costruzione, la struttura decorativa, e le relative misure
e proporzioni dei vari elementi dell'architettura. Inoltre questo propone le misure e i
costi dei differenti elementi, appropriati ai differenti gradi della costruzione. Il
manuale infatti prescriveva un sistema standard per le parti in legno della
costruzione, consentendo efficientemente agli ufficiali di sorvegliare, organizzare e
stabilire il prezzo dei progetti delle costruzioni. Solo alcune antiche costruzioni
cinesi sono sopravvissute a causa della natura dei materiali, il legno, con il quale la
maggior parte degli edifici sono stati costruiti, e della prevedi bile conseguenza che
gli incendi e i terremoti con il passare del tempo avrebbero esercitato su questo.
L'architettura cinese è l'unico sistema architettonico basato su strutture in legno,
concretizzando le concezioni di etica ed estetica, dei valori e della natura, con radici
nella cultura tradizionale. Le principali caratteristiche dell'architettura cinese si
manifestano nei seguenti aspetti: un evidente concetto della supremazia del potere
imperiale e una rigorosa concezione gerarchica, da cui i massimi risultati nella
costruzione dei palazzi imperiali e nell'urbanistica; la particolare attenzione posta
nella bellezza dell'insieme di edifici simmetrici disposti su un asse centrale; il
rispetto della natura e l'attenzione per l'alto coordinamento con la natura; e l'intensa
ricerca di una bellezza armoniosa, modesta, interiore e profonda. Nella storia la
Cina ha privilegiato gli scambi con l'estero nell'arte e tecnica architettonica,
esercitando una grande influenza sull'architettura di Giappone, Corea, Vietnam e
Mongolia. Oggi, pur mantenendo il suo stile tradizionale, l'architettura cinese prende
a prestito le caratteristiche dell'arte occidentale, combinandosi con quest'ultima e
sviluppandosi continuamente. L'antica architettura è cresciuta, si è sviluppata ed è
maturata nel quadro della tradizionale cultura cinese. Dal secondo secolo a.C. alla
metà del diciannovesimo
secolo, si è formato un sistema chiuso e indipendente, dall'alto valore estetico e
livello artistico e profondo significato umanistico. L'arte dell'antica architettura
cinese è uno speciale sistema artistico dalla storia più lunga e dalla distribuzione
più ampia del mondo, con uno stile molto evidente. Lo sviluppo dell'architettura
classica cinese ha visto tre vertici, ossia i periodi delle dinastie Qin e Han, Sui e
Tang e Ming e Qing 3. In questi tre periodi sono stati costruiti un gran numero di
edifici rappresentativi, inclusi palazzi, tombe, città ed opere difensive e idrauliche,
che hanno influenzato come forme architettoniche e materiali usati le generazioni
posteriori. Tuttavia, a causa del lungo tempo passato e delle distruzioni dovute alle
guerre, alcuni antichi edifici sono ormai spariti dalla terra cinese. La maggior parte
degli edifici classici rimasti in Cina sono posteriori alla dinastia Tang (7° secolo).
Dagli altopiani del loess (Shaanxi, Henan, Shandong) alle aree della Cina
Meridionale (Zhejiang, Jiangsu) e sub-tropicale, sono molti i siti che hanno restituito
importanti testimonianze materiali che consentono una, sia pure parziale,
ricostruzione dell'architettura cinese nelle sue fasi originarie. Nel neolitico le
abitazioni lungo il medio e basso corso del Huanghe (Fiume Giallo) erano scavate
nel loess come testimoniano i resti di alcuni siti all'interno dei quali si registra
l'evoluzione dalla dimora seminterrata a quella a più vani. La più antica cultura
neolitica scoperta nell'area del basso corso dello Yangzijiang (Fiume Azzurro) è
quella di Hemudu, sviluppatasi nel distretto di Yuyao (Zhejiang) 6000-7000 anni fa
circa, caratterizzata dal prevalente impiego del legno per la realizzazione di
abitazioni sopraelevate su palafitte, per le quali si e' dimostrato l'utilizzo del sistema
ad incastro te none e mortasa. Le tradizioni costruttive delineate consentono di
individuare alcune delle caratteristiche che permarranno nell'architettura cinese
posteriore, ad esempio l'impiego di pilastri lignei con funzione portante, che libera
quindi da questo compito i muri, consentendo una maggiore libertà nell'organizzare
lo spazio interno, e l'ingresso orientato a sud. Presso la cultura tardo neolitica di
Longshan (3000-2000 a.C.) nel sito di Wangyoufang (Henan) è attestato per la
prima volta l'uso di mattoni crudi per l'edilizia. Le prime testimonianze di edifici a
carattere palaziale, segno di una avvenuta stratificazione sociale, appartengono alla
Cultura di Erlitou. Durante la dinastia dei Zhou occidentali 4 la terra battuta e i
mattoni crudi rimangono i due materiali da costruzione principali. Le tegole, piatte o
cilindriche, inizialmente erano poste solo sul colmo e sul cornicione del tetto per
prevenire le infiltrazioni. In questo periodo è attestato per la prima volta, secondo
quanto è illustrato dai disegni architettonici rinvenuti su vasi in bronzo, l'inserimento
di un elemento di raccordo, simile ad un semplice capitello, posto tra la colonna
portante e
l'architrave che può considerarsi l'antenato del sistema mensolare dougong. Si
tratta di quel complesso di mensole in legno, originariamente costituito da due
bracci curvi, inserito tra l'apice del piedritto e la trave maestra per meglio distribuire
il peso del tetto che, nel tempo, potrà cosi ampliare la propria superficie
accentuando la curvatura degli angoli verso l'alto. Il progressivo aumento delle
mensole porterà, all'apice dell'evoluzione del sistema mensolare, alla perdita di una
reale funzione portante per privilegiarne l'aspetto puramente decorativo. Il periodo
che va dalla caduta dell'impero Han all'avvento della dinastia Sui fu segnato da
divisioni politiche, guerre civili ed invasioni barbare. Le novità più significative in
campo architettonico scaturiscono dalla penetrazione e diffusione del Buddismo
(dal I sec .d.C. in poi) che comportò il sorgere di un gran numero di templi, pagode
e complessi monastici rupestri. Nell'architettura buddista cinese i templi, realizzati
ad imitazione dei palazzi nobiliari mantengono le caratteristiche delle residenze
secolari, mentre le pagode, derivazione dello stupa indiano, trovano nelle torri di
guardia Han il loro principale modello di riferimento. Durante i Jin 5 e le Dinastie del
Nord e del Sud 6 si accelera il processo che porterà alla definizione di una nuova
architettura, sintesi di apporti stranieri e locali. La dinastia Tang continuò ad
usufruire sia della capitale, che dei palazzi costruiti dai Sui, facendo della loro
capitale, ribattezzata Chang'an, una delle città più grandi e popolate dell'epoca. Il
periodo che va dalla fine dei Tang all'affermazione dei Song Settentrionali fu
un'epoca molto importante per l'evoluzione dell'architettura. Alcuni fattori, quali lo
spostamento dell'epicentro culturale da nord a sud a causa delle invasioni
"barbariche" e i contatti con i mercanti stranieri, promossero lo sviluppo di
un'architettura tradizionale ricca di elementi locali ed influssi esterni che
raggiungerà la piena fioritura all'epoca dei Song Meridionali che stabilirono la loro
capitale ad Hangzhou. I Qitan, dinastia di origine nomade, regnarono con il nome di
Liao 7 nel nord della Cina dove hanno lasciato numerosi esempi della loro
architettura che testimoniano della predilezione per costruzioni orientate ad est,
anziché a sud, e pagode in mattoni a pianta ottagonale con ricche mensolature e
nicchie decorate con animali e divinità a rilievo. Le pagode della Cina meridionale,
che maggiormente risentirono dell'influsso dei Song, si distinguono per una
maggiore semplicità. Del periodo Song non restano abitazioni, ma grazie al
manuale sulle norme per la costruzione commissionato dall'imperatore Zhezong è
possibile conoscerne caratteristiche e tecniche impiegate: gli edifici pubblici si
dividevano in otto categorie e quelli di prima classe avevano da dieci a dodici
colonne lungo l'asse est ovest. Con la dinastia mongola degli Yuan 8 si registrano
principalmente innovazioni nell'ambito dell'architettura religiosa con l'avvento di
modelli ispirati alle costruzioni del buddismo lamaista tibetano che godeva della
protezione imperiale.
Esempio sono la costruzione dei chorten (stupa) in stile tibetano, a tale proposito si
veda lo Stupa Bianco, Baitasi 白塔寺di Pechino, che risale al 1272 (in epoca Liao
già esisteva sul posto uno stupa reliquario) presenta la base costituita da una parte
cubica modulata da cornici a profilo spezzato, la cuspide massiccia a 13 anelli con
ampio "ombrello". Lo stile architettonico in auge durante la dinastia dei Ming rivela
un'impostazione lineare, che predilige costruzioni con tetti moderatamente ricurvi e
piante regolari dalle rigide simmetrie, fondendo la semplicità degli impianti con la
monumentalità dei complessi Tang e la ricchezza coloristica e chiaroscurale tipica
dei Song, Liao e Yuan. I Ming stabilirono la loro capitale a Nanchino, ma nel 1420
Yongle, il terzo imperatore, la spostò a Pechino dove aveva fatto costruire la Città
Proibita, fondendo la preesistente città Yuan (città tartara) con il vasto sobborgo più
a sud (città cinese). La città proibita, Gugong 故宫;, fondata nel 1407 fu la dimora
delle ultime due dinastie, i padiglioni oggi rimasti sono per lo più del XVIII sec. Una
costruzione ad imitazione dei chorten tibetani è il Wutaisi 五塔寺塔, Tempio delle 5
Pagode, a Pechino, rifacimento di un tempio indiano, edificato nel 1473, costituito
da un massiccio parallelepipedo in muratura sormontato da 5 chorten che
contengono 5 statue in oro del Budda. L'architettura lignea di questo periodo mostra
un nuovo equilibrio e ritmo all'insegna della simmetria, dovuti all'ampiezza degli
intercolumni nella parte centrale della costruzione e alla minore importanza data
alla mensolatura tradizionale rispetto all'architrave sottostante riccamente decorato.
La dinastia mancese dei Qing resistette inizialmente a qualsiasi tentativo di
sinizzazione che, tuttavia, fu inevitabile in un campo quale quello architettonico per
il quale non possedeva una propria tradizione. Non si verificò quindi una vera e
propria cesura rispetto allo stile architettonico dei Ming che fu invece rielaborato
preferendo strutture nelle quali la monumentalità lasciava il posto ad un gusto
piuttosto evidente per la sovrabbondanza decorativa che si esprimeva attraverso
pitture, intagli, sculture e mattonelle smaltate. Anche i Qing seguirono la dottrina
buddista lamaista e numerose furono le costruzioni fortemente influenzate dalla
cultura tibetana. La Pagoda bianca, Baita 白塔, del parco del Beihai 北海 edificata a
Pechino nel 1651 in occasione della visita del quinto Dalai Lama, è un'altra delle
realizzazioni in stile tibetano. A Pechino si conserva l'assialità degli impianti Ming,
esempio classico e' il Tian Tai 天台宗, il Tempio del Cielo, edificato tra il 1406 ed il
1420 per volere di Yongle (1403-1425) 9 il cui aspetto attuale e' dovuto ad un
restauro del 1754 eseguito durante il regno di Qianlong (1736-1796). Nell'impianto
centrale è evidente il ricorso alle regole geomantiche del Fengshui applicate ad un
edificio che doveva essere il luogo del contatto rituale fra il Cielo e la Terra,
realizzato attraverso l'Imperatore che vi recava due volte l'anno.