La comunicazione attuale dall’istituzione degli uffici
Relazione con il Pubblico con il D.L. n°29/1993 (e seguenti)
fino a giungere alla recente legge sulla comunicazione, la
legge 150/2000, che ripropone l’importanza
dell’informazione, affidata al portavoce e all’Ufficio stampa
per i messaggi verso i media e la distingue dalla
comunicazione come compito dell’URP, (sportello del
cittadino ecc) inoltre propone l’azione della comunicazione
come fulcro, motore di cambiamento che spinge
l’amministrazione al servizio del cittadino, come prevede la
Costituzione.
- Cenno alla comunicazione interna all’amministrazione,
supporto e potenziamento dei nuovi valori
dell’organizzazione,che è leva strategica anche per
l’attuazione dei compiti affidati all’URP.
L’influenza della tecnologia nel cambiamento della P.A. e
l’URP come organo istituito e regolato dalle stesse
amministrazioni coscienti della difficoltà a farlo funzionare e
anche, preoccupate che riuscendo a funzionare, avesse in
pratica un ruolo di controllo su alcuni settori interni delle
amministrazioni, che preferirebbero rimanere nel “limbo”.
Pochi hanno colto le potenzialità di questo nuovo strumento
con il compito arduo di rendere credibili le amministrazioni
agli occhi dei cittadini.
Nella seconda parte è riportata un’esperienza di
comunicazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze
che gia nel 1992 aveva intuito l’importanza di tali
potenzialità.
Con la recente riforma l’attività del Ministero è sempre più
orientata verso lo sviluppo del dialogo con il contribuente
verso il potenziamento dell’assistenza e al miglioramento dei
servizi.
Lo sviluppo dei servizi interattivi di comunicazione e
d’assistenza ha fatto si che, con tali modalità, il nostro Paese
è all’avanguardia tra i paesi industrializzati con i servizi
telematici ecc.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze dal 1992 è alla
ricerca di una riorganizzazione, attualmente con la riforma è
giunto alla suddivisione in agenzie fiscali. Lo scopo di questa
colossale ristrutturazione è di accrescere l’efficacia e la
qualità dell’azione fiscale, orientando l’operato ai risultati e
alla qualità del servizio, unendo trasparenza equità e
imparzialità.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha vinto il premio
“WWW 2001” de il Sole 24 Ore. E’ stato giudicato il miglior
sito della Pubblica Amministrazione, grazie alla ricchezza
degli aggiornamenti proposti in materia di politiche fiscali a
tutte le categorie di professionisti, lavoratori e pensionati. (La
suddivisione in macroaree, rende facile e rapido il
reperimento delle informazioni ricercate nell’ottica della
trasparenza amministrativa e dell’informazione).
Nella terza parte è trattata la valorizzazione delle risorse
umane, tanto enfatizzata e tanto necessaria per ottenere i
risultati che le amministrazioni si prefiggono.
Il cambiamento dipende, infatti, dalla condivisione delle linee
di fondo che l’amministrazione traccia verso il
raggiungimento degli obiettivi, ma anche dall’effettiva
capacità-operativa del personale.
Se la comunicazione è il fulcro del cambiamento, del
rinnovamento, se la P.A. è in difficoltà e le risorse umane
sono, anzi devono diventare, la sua forza, appare
fondamentale che i comunicatori degli enti pubblici
necessitano di una formazione per espletare al meglio il loro
lavoro, da cui derivi una riorganizzazione che aiuti la P.A. ad
essere rispondente ai bisogni dell’utenza, nel territorio in cui
opera.
1..LA COMUNICAZIONE PUBBLICA
I modelli di comunicazione che lo Stato ha adottato nei
confronti dei cittadini sono cambiati nel corso dei secoli.
Dal 1990 al 2000 la comunicazione pubblica è andata via
via definendosi nelle sue caratteristiche generali, pur
diversificandosi da ente ad ente.
Una disciplina che riguarda l‟azione e l‟organizzazione
della pubblica amministrazione centrale e locale e degli enti
e aziende che erogano servizi pubblici (trasporti, energia,
sanità, ecc) e sono portatori di rilevanti interessi sociali o
culturali (volontariato, no profit, terzo settore).
Sono sempre più comprensibili i motivi sul perché e su che
cosa bisogna comunicare così come quali sono gli ostacoli
e le difficoltà a comunicare.
La comunicazione pubblica deriva dalle riforme, da
istituzioni moderne ed europee, dalla partecipazione,
dall‟efficacia amministrativa e dalla qualità delle
prestazioni.
La comunicazione pubblica è portatrice di una logica che
contrasta la discrezionalità della logica burocratica, con
l‟autoreferenzialità di quella politica e con il
sensazionalismo dei mass-media e
rappresenta una divisione tra il vecchio e nuovo modo di
fare delle Istituzioni.
La comunicazione in Italia ha un limite nelle sue origini
storiche.
In Italia la comunicazione del sistema pubblico nasce da
una concezione tutta politica espressa da un partito fattosi
Stato.
E‟ il regime fascista che scopre la forza e il grande potere di
una comunicazione che, attraverso il Ministero della
Cultura Popolare si trasforma in una potente arma di
penetrazione culturale e consenso ideologico tra le masse.
Da allora la comunicazione pubblica nell‟idea diffusa è uno
strumento al servizio di una autorità che informa per
convincere.
E‟ evidente però che dove riforme e diritti non procedono
insieme, la comunicazione ha una funzione marginale
nell‟intera organizzazione.
La P.A. non deve solo rinnovarsi, modernizzarsi, snellire le
procedure, ridurre gli sprechi, garantire diritti, fornire
servizi efficaci e migliorare la propria efficienza, deve
garantire a tutti servizi di qualità e soddisfazione di bisogni
fondamentali.
La riforma del sistema pubblico, è priorità, ed ha trovato
nelle legge BASSANINI quanto di meglio per riformare le
P.A.
F. Bassanini nel 1998 al COM-P.A. affermava “ Una
grande sfida per realizzare i seguenti obiettivi: cambiare le
culture dominanti, ridurre i tempi delle procedure, ridurre i
costi diretti ed indiretti, migliorare i servizi, riqualificare i
dipendenti, promuovere e diffondere l‟innovazione.”
I criteri che guideranno questo progetto sono la
semplificazione, l‟efficacia, la responsabilizzazione degli
apparati , la comunicazione “verso il cittadino”.
Aggiungeva poi che siccome nessuno cambia per decreto,
il processo legislativo va accompagnato da un‟efficace
riorganizzazione, da una rilevante semplificazione, da una
diffusa informatizzazione, da una nuova idea di formazione
e da profondi processi di comunicazione.
Il tutto per rispondere alle sfide della globalizzazione,
ridurre i costi dell‟inefficienza burocratica, fare dell‟ Italia
un paese moderno e capace di stare in Europa in modo
competitivo”1.La semplificazione (come osserva S. Sepe)
non è solo un fatto interno all‟amministrazione, ma rende
più facile la vita ai cittadini e alle imprese e dà alle
Amministrazioni strumenti più agili per svolgere al meglio
il proprio lavoro.
1
COM-P.A., Salone della Comunicazione Pubblica e dei Servizi al cittadino, Atti
5° ed. Bologna, 1998.
Il fine ultimo del lavoro della P.A. non è il rispetto delle
regole e delle procedure, ma la soddisfazione dei diritti e
dei bisogni dei cittadini2.
In una gran parte degli apparati pubblici si ritiene, che
consentire l‟accesso alle informazioni significhi perdere un
potere che nasce dal mistero dell‟applicazione delle norme
e che organizzare l‟informazione sia più che altro, una
forma di controllo.
La comunicazione è al centro del cambiamento, utilizzando
e diffondendo le tecnologie, favorendo i nuovi diritti dei
cittadini.
La comunicazione pubblica diventa un elemento essenziale
e irrinunciabile nel processo di riforma e di
riorganizzazione dell‟intero sistema pubblico.
I TIPI DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA
Se l‟amministrazione pubblica è un‟organizzazione sociale,
la comunicazione è l‟essenza stessa di un sistema sociale
e/o di una organizzazione.
L‟attività comunicativa, nelle amministrazioni si scontra
con gli ostacoli posti dalla sua modalità organizzativa,
definita con il termine burocrazia. (Tale termine coniato
polemicamente in Francia intorno al XVIII secolo,
2
MAGNOLFI BEATRICE, Dalla parte dei cittadini, Studio Bibliografici Pratese,
Prato, 1999.
intendeva identificare il potere tirannico ed egoistico dei
funzionari.) .
L‟attività di regolazione dell‟amministrazione, si traduce in
atti che hanno il compito, disciplinato dalle leggi di
applicare regole (ordini, divieti, autorizzazioni, ecc), che
incidono sull‟attività di altri soggetti.
La nuova libertà del cittadino di sollecitare e verificare la
qualità dei servizi erogati dall‟A.P. è libertà che lo vede
protagonista e partecipe dell‟attività amministrativa.
Dopo un lungo periodo in cui l‟azione statale è stata
negativa, l‟affermarsi nella legislazione italiana dei diritti
all‟informazione e di trasparenza dell‟attività
amministrativa mette in moto nuovi strumenti partecipativi.
La comunicazione diventa uno degli strumenti che una
amministrazione deve utilizzare per essere più efficiente ed
efficace.
L‟attività dello Stato deve passare a forme di
comunicazione e interazione con i cittadini amministrati.
La comunicazione è tesa a migliorare la qualità della vita
dell‟utenza dell‟amministrazione pubblica.
A CHI COMUNICARE
La comunicazione pubblica con la legge 150/2000 è
obbligo istituzionale per le A.P.
L‟interlocutore della P.A. è il cittadino utente.
L‟allontanamento tra soggetto pubblico e cittadino-utente,
ha creato un mercato di intermediari, di interpreti che
cercano di tradurre e gestire al meglio il rapporto con gli
uffici pubblici.
Il cittadino quindi è costretto a pagare due volte: in quanto
azionista dell‟apparato pubblico, che sostiene e legittima,
poi in quanto contribuente ed elettore, ed infine come
cliente delle numerose agenzie di pratiche amministrative
che si diffondono nelle nostre città. Gli stessi interessi del
cittadino negli ultimi anni si trovano rappresentati da
associazioni e centri di volontariato, che tutelano il
cittadino-cliente dagli abusi del settore dei servizi pubblici
e privati3.
Per rispondere adeguatamente alle sollecitudini al
cambiamento da parte dell‟utenza, le P.A. hanno come
strategia la COMUNICAZIONE “Affinché una società sia
viva, oggi è necessario uno Stato modesto, […] Uno Stato
rispettoso, che conosce i suoi limiti e che sia innanzitutto
uno Stato al servizio della società, e non più uno stato che
dà ordini alla società”4.
Tra gli obiettivi di riforma della P.A. italiana, non a caso
Cassese propone “Un‟amministrazione al servizio del
cittadino e degli utenti, consumer oriented, operante non
solo nell‟interesse pubblico, ma nell‟interesse del
pubblico”5.
3
ROLANDO S., Comunicazione pubblica, ed. Sole 24 ore, Milano, 1992.
4
CRAZ IER, “Stato moderno, Stato modesto”, ed. Lavoro, Roma, 1993.
5
CASSESE S., La riforma amministrativa all’inizio della quinta Costituzione
dell’Italia unita, in Foro italiano, V, 1994.
La comunicazione è essenziale per conformare l‟attività
pubblica a criteri di efficienza, ma anche di trasparenza e
partecipazione; oggi trasformati da bisogni in diritti del
cittadino.
1.1. COMUNICAZIONE AI CITTADINI:
COMUNICAZIONE
ISTITUZIONALE
Le attività di comunicazione svolte da una istituzione
pubblica verso l‟utenza rientrano nell‟ambito della
comunicazione istituzionale.
“Deve intendersi come esigenza della P.A. di comunicare e
informare, di attivare in altre parole un vero e proprio
servizio al cittadino, per assicurare la conoscenza
dell‟organizzazione, delle strutture amministrative, delle
prestazioni dell‟ente. Tale comunicazione deve essere
assolutamente dinamica e bidirezionale, al fine di istaurare
un rapporto partecipativo e dialettico con il cittadino-
utente”6.
Se durante gli anni „80 la comunicazione dello Stato
(pubblica) comincia a delinearsi, per lo più a livello teorico,
come momento di conoscenza dell‟istituzione (struttura,
servizi, normativa), è solo negli anni ‟90 che la
comunicazione istituzionale trova una più completa
6
ROVINETTI A., Comunicazione pubblica, Istruzioni per l’uso, Bologna,
Calderoni, 1994.
attuazione e legittimazione attraverso un insieme di leggi
innovative, che ne definiscono funzioni, obiettivi e
strumenti operativi per la realizzazione.
Con le leggi n° 241 e 142 del 1990, l‟amministrazione deve
abbandonare la cultura del segreto d‟Ufficio e deve attuare i
principi generali della trasparenza amministrativa, del
diritto di accesso e del diritto di partecipazione al
procedimento amministrativo.
Le due leggi hanno un apporto culturale, di valore talmente
diverso dall‟usuale, da rivoluzionare il rapporto tra P.A. e
cittadini e porre le premesse per l‟avvio di un processo di
forte cambiamento nelle amministrazioni.
Il decreto legislativo 29 del 1993 e la direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri dell‟11 ottobre 1994
hanno consolidato gli strumenti necessari a fare dei concetti
di trasparenza, pubblicità e di accesso, un insieme di
funzioni esercitabili.
I principi possono essere resi operanti solo se affiancati da
adeguati strumenti organizzativi.
Strumenti individuati dal legislatore (art. 12 D. Lgs. 29/93)
negli URP (Uffici per la Relazione con il Pubblico) che
sono strutture di comunicazione, punti di contatto tra
amministrazione e utente.
Le competenze dell‟URP vanno dall‟erogazione di
informazioni su richiesta, attraverso una molteplicità di
tipologie (voce, posta, telefono, tecnologie interattive)
all‟erogazione di prodotti di comunicazione, allo sviluppo
di iniziative di verifica del rapporto con l‟utenza.
E‟ iniziato nel corso degli anni ‟90 un processo lento ma
irreversibile che ha portato a considerare la comunicazione
istituzionale, cioè la “cultura del rapporto con l‟esterno”,
non più come un elemento aggiuntivo, facoltativo rispetto
alla normale attività amministrativa.
L‟informazione riguarda il cittadino in quanto utente
passivo, la comunicazione prevede che il cittadino sia
interlocutore attivo.
Il comunicatore pubblico diventa portavoce del pubblico
dentro l‟amministrazione, il cosiddetto “senso di ascolto”,
finalizzato a trasformare critiche, proteste, disagi e proposte
della collettività in “IMPUT” in grado di modificare prassi
consolidate, percorsi amministrativi, modalità di erogazione
dei servizi.
La comunicazione deve portare “fuori” informazioni utili
alla gente e “dentro” bisogni e opinioni degli utenti circa il
gradimento dei servizi e il modo di migliorarli.
1.2. LA COMUNICAZIONE PUBBLICA E
L’EUROPA
In tutti i paesi dell‟Unione Europea si ritiene che vi debba
essere uno stretto rapporto tra riforma della P.A. e sviluppo
della comunicazione pubblica.
I responsabili europei della Funzione Pubblica stanno
cercando di realizzare un progetto destinato a diventare uno
dei pilastri per la costruzione dell‟Europa, esso prevede
meccanismi di elaborazione e valutazione delle
amministrazioni pubbliche di ogni Paese membro, per
arrivare a condividere uno standard comune di prestazioni e
ad istituire un organismo che possa compiere le necessarie
verifiche e fornire una certificazione di qualità.
Una sorta di riferimento equivalente ad un vero e proprio
marchio di qualità.
E‟ in fase di studio la possibilità che l‟Unione Europea
concordi una “carta comune dei Servizi”, avviando processi
di efficienza, riduzione dei costi burocratici, miglioramento
delle prestazioni, tali da consentire ai singoli Paesi di
competere ad azioni pari attraverso una qualità omogenea e
verificabile dei servizi sulla base di linee strategiche che
sono alla base della modernizzazione.
Il tutto sulle linee strategiche della semplificazione,
informatizzazione, riorganizzazione e comunicazione. Ciò
avrebbe l‟effetto, se l‟obiettivo è raggiunto di avvicinare i
nostri servizi pubblici agli standard europei.
Le esigenze europee sono le stesse della P.A. italiana, cioè
la necessità di trasparenza, di identità, di orientare i servizi
e le esigenze dell‟utente, il cittadino è soggetto attivo
dell‟intero processo informativo.
Dopo l‟approvazione del trattato di Maastricht nel 1992
l‟Unione Europea ha ritenuto la comunicazione e le nuove
tecnologie obiettivi primari e strategici per lo sviluppo delle
comunità nazionali.
La capacità di trasformare le opportunità teoriche in
vantaggi pratici, dipende dalla capacità di costruire una
società avanzata dell‟informazione globale.
Una società frutto di un impegno comune di Governi,
regioni e pubblica amministrazione, una società in grado di
migliorare la qualità della vita dei cittadini europei di
valorizzare le organizzazioni sociali ed economiche e
rafforzare il senso di appartenenza all‟Europa.
2.. LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ITALIANA
- Introdurre elementi innovativi in qualsiasi organizzazione è difficile.-
Chi lavora in un‟organizzazione amministrativa, consolida
una personale conoscenza sui modi, a suo avviso migliori
per “agire” in tale organizzazione evitando “pericoli”,
legare alleanze, ecc.
Tali competenze una volta consolidate sono difficili da
rimuovere.
A seguito del calo delle risorse disponibili, uno dei nodi
dello stato sociale è riuscire a conciliare la riduzione dei
costi per la spesa pubblica, con l‟aumento crescente del
volume della domanda di servizi e prestazioni.
Secondo Luhmann lo “Stato del benessere” è caratterizzato
dal concetto di “inclusione”, in altre parole
dall‟inglobamento dell‟intera popolazione nelle prestazioni
dei singoli sistemi funzionali della società, per assicurare
uno standard minimo di benessere sociale e di sicurezza
per tutti.
L‟uguaglianza formale di fronte alla legge garantita dallo
Stato, sarebbe estesa anche allo status socio-economico,
ciò comporta un aumento dei costi che lo Stato deve
sostenere e un aumento continuo di bisogni e di interessi.
Da tale situazione, provengono le pressioni che hanno
interessato negli ultimi anni il settore pubblico.
La tendenza è di incrementare la produttività delle risorse
impiegate, aumentare la capacità di PRODURRE
RISULTATI operando però secondo i criteri di maggiore
economicità.
L‟aumento della consapevolezza dei propri diritti di
cittadinanza da parte degli utenti, ha portato un aumento
delle richieste mirate ad ottenere una migliore qualità delle
prestazioni fornite.
Quanto sopra produce un grosso stimolo verso il
decentramento e introduce anche per le prestazioni della
pubblica amministrazione un orientamento al mercato, in
altre parole una ricerca di forme di gestione più efficienti e
competitive.
Questo notevole cambiamento, porta i servizi pubblici a
puntare su un‟azione amministrativa sempre più orientata
al risultato, quantificabile in base al numero di bisogni
soddisfatti e innovativa nelle procedure, nei sistemi
organizzativi e nelle strategie di azione.
Le tensioni attuali nella P.A. richiedono nuove modalità di
organizzazione, che siano adeguate al nuovo modello di
Stato che sia prima di tutto al servizio della società,
semplificando i percorsi dell‟utente all‟interno delle P.A..
Pubblicità e trasparenza sono fondamentali nel nuovo modello, ma basilare è
anche il rinnovamento della CULTURA e della MENTALITA‟ del
PERSONALE.