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composta dal vincolo di partecipazione e dal vincolo di
compatibilità degli incentivi.
Il vincolo di partecipazione è la condizione che deve
permettere all’agente di ottenere un’utilità almeno pari a quella
collegata alle opportunità di impiego alternative: altrimenti
l’agente non partecipa al contratto proposto.
Il vincolo di compatibilità degli incentivi indica la condizione
che lo schema retributivo deve soddisfare se il principale
desidera ottenere il livello di sforzo elevato da parte
dell’agente.
Il problema del principale è costituire nel migliore dei modi
questa struttura degli incentivi. La difficoltà dipende dal fatto
che le informazioni tra le parti non sono solamente imperfette,
ma distorte a favore dell’agente, portando così a problemi di
moral hazard e adverse selection.
Nella prima parte di questo lavoro (cap. 1 e cap. 2) si affronta il
problema della delega di autorità.
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La delega di autorità rappresenta il processo che porta alcuni
membri dell’organizzazione a conferire l’autorità ad altri
soggetti al fine di conseguire determinate mansioni.
In alcune teorie economiche si afferma che l’autorità è allocata
al vertice della scala gerarchica di un’organizzazione. Di
conseguenza il conferimento dell’autorità avviene dall’alto
verso il basso.
Nel primo capitolo viene studiato il modello di Simon (1951)
in cui si afferma che l’autorità inizialmente è posseduta dai
soggetti che si trovano alla base della scala gerarchica.
Più precisamente, Simon, studiando la teoria del contratto di
impiego, enfatizza le relazioni esistenti tra un datore di lavoro
e un lavoratore. Simon afferma che inizialmente l’autorità è
posseduta dal lavoratore.
Il lavoratore ha l’autorità di decidere se partecipare o meno al
contratto di impiego che gli viene proposto dal datore di
lavoro.
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Il lavoratore, afferma Simon, cede autorità nel momento in cui
decide di svolgere le mansioni proposte dal datore di lavoro (e
accetta il contratto di impiego).
Una volta concluso il contratto di impiego il lavoratore sarà
vincolato all’autorità del datore di lavoro.
Simon afferma che il contratto di impiego è la soluzione ai
problemi di incertezza.
Per spiegare questo problema, verrà messo a confronto il
contratto di impiego con un altro tipo di contratto, in
particolare, con il contratto di vendita.
L’incertezza è dovuta al fatto che le parti non conoscono le
loro utilità e perciò è difficile conoscere la mansione che
massimizza i loro pay-off.
Nel contratto di vendita la contrattazione si basa su una
specifica mansione (che verrà offerta dal lavoratore) e uno
specifico salario (offerto dal datore di lavoro).
Nel contratto di impiego, la contrattazione si basa su un
insieme di mansioni. Se il lavoratore accetta il contratto di
impiego, il datore di lavoro ha la possibilità di scegliere la
10
mansione che massimizza la sua utilità. Perciò si afferma che
con il contratto di impiego, il datore di lavoro ha la possibilità
di differire la scelta della mansione.
Infine verranno spiegate le caratteristiche dei due contratti e si
determina quando un contratto è preferito all’altro.
Nel secondo capitolo verrà studiato il problema legato
all’allocazione ottima dell’autorità secondo Aghion e Tirole
(1997).
La scelta di delegare l’autorità sarà determinata in funzione
delle informazioni a disposizione delle parti.
Aghion e Tirole distinguono due tipi di autorità: l’autorità
formale, intesa come potere di decidere e l’autorità reale che
viene interpretata come effettivo controllo sulle decisioni.
L’autorità reale è determinata dall’insieme dalle informazioni
possedute dalle parti che operano all’interno delle
organizzazioni.
Il principale deve decidere se delegare l’autorità formale
all’agente quando non è perfettamente informato.
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In questo capitolo si descrive il comportamento del principale
quando deve scegliere un progetto che massimizzi la sua utilità.
Quando l’agente è perfettamente informato detiene l’autorità
reale. La scelta del progetto sarà strettamente legata alle
informazioni a disposizione delle due parti e più esattamente
sarà importante vedere quale parte detiene più informazioni su
tale decisione.
Quando il principale non è perfettamente informato preferisce
delegare la scelta del progetto all’agente.
Verranno studiate le funzioni di utilità del principale e
dell’agente quando l’autorità è allocata integralmente al
principale (P-autorità formale) e quando il principale decide di
delegare parte della sua autorità all’agente nella scelta del
progetto (A-autorità formale). Nel primo caso il principale avrà
un maggiore controllo sulle decisioni e di conseguenza il suo
sforzo (per essere informato) sarà più alto. Nel secondo caso
invece aumenta la partecipazione dell’agente e ciò riduce lo
sforzo del principale.
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Per Aghion e Tirole, la delega costituisce un forte incentivo per
l’agente. Perciò l’agente sarà incentivato ad aumentare il
livello di sforzo per acquisire le informazioni. In questo modo
si avrà una maggiore partecipazione dell’agente e di
conseguenza si riduce “il carico di lavoro” del principale.
Verranno presi in esame anche i possibili svantaggi della
delega. La delega potrebbe comportare una perdita di controllo
e ciò ostacola il principale quando deve governare l’azione
degli agenti.
Un aumento dell’ampiezza di controllo induce il principale a
sostenere un ulteriore costo per il monitoraggio. Infine verrà
studiato il problema della comunicazione. Più esattamente,
esiste il rischio che l’agente non comunichi le proprie
informazioni al principale.
La comunicazione dipende da come l’autorità formale è stata
allocata e dalla congruenza degli obiettivi delle parti.
Nella seconda parte di questo lavoro (cap. 3 e cap. 4) si
affronta il problema legato alla scelta della struttura
organizzativa. Attraverso dei modelli analitici, si descrivono
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alcuni processi produttivi in cui esistono dei problemi che
possono incidere sull’efficienza dell’organizzazione.
I problemi dell’organizzazione possono essere di diversa
natura: problemi legati ai costi di produzione, problemi di
informazione asimmetrica e problemi inerenti alla
comunicazione.
Nel terzo capitolo, verrà esaminato il modello di Riordan e
Sappington (1997) secondo cui un processo produttivo è
composto da due fasi. Una prima fase riguarda la scelta della
qualità del prodotto mentre la seconda è relativa alla scelta
della quantità da produrre.
Anche in questo caso il problema fondamentale rimane
l’informazione asimmetrica: l’agente potrebbe avere delle
informazioni o delle competenze sulla produzione superiori al
principale e questo potrebbe incidere sulla scelta della struttura
organizzativa. Il principale perciò dovrà decidere se delegare
una fase o entrambe le fasi della produzione all’agente. Nel
primo caso studieremo una situazione di delega parziale e nel
secondo caso descriveremo una situazione di delega completa.
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La scelta tra la delega parziale e la delega completa dipende dal
grado di correlazione dei costi delle due fasi.
Si studierà questo problema e si determinerà la struttura
organizzativa ottima che massimizza i profitti del principale.
Nell’ultimo capitolo la delega viene interpretata come uno
strumento che permette all’organizzazione di decentrare la
produzione.
Nel modello di Laffont e Martimort (1998) verranno messe a
confronto due strutture organizzative: il decentramento (ossia
la delega) e l’accentramento. La scelta della struttura
organizzativa è relativa alla produzione di un prodotto. Per la
sua realizzazione sono necessari degli input che vengono
offerti da dei fornitori. L’impiego congiunto degli input darà
luogo al prodotto finale.
Il principale può scegliere tra una struttura accentrata in cui la
produzione viene realizzata da due agenti (i fornitori di input)
che operano allo stesso livello gerarchico oppure può delegare
la produzione a un agente (il quale ha la possibilità di
coinvolgere nella produzione un secondo agente).
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Nel primo caso il principale controlla e comunica direttamente
con i due agenti, mentre nel secondo caso il principale può solo
comunicare con l’agente a cui ha delegato la produzione. In
entrambe le strutture, gli agenti possono comunicare tra di loro
(comunicazione laterale e comunicazione verticale) e ciò
potrebbe determinare coalizioni delle parti a danno del
principale.
Laffont e Martimort analizzano le due strutture organizzative in
condizioni in cui non ci sono limiti di comunicazione e in
condizioni in cui esistono questi limiti. La comunicazione è
relativa ai costi degli input che devono essere riportati al
principale. I due agenti potrebbe colludere tra loro e decidere di
riportare un costo superiore di quello reale al fine di ottenere
dei profitti più alti.
In una struttura accentrata, il principale deve fornire degli
incentivi agli agenti affinché i loro comportamenti siano
conformi agli obiettivi dell’organizzazione.
La collusione non rappresenta un problema per
l’organizzazione quando non esistono limiti di comunicazione.
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In questo caso, il principale conosce perfettamente l’efficienza
degli agenti e perciò è facile determinare la struttura degli
incentivi. La struttura degli incentivi è costituita dall’insieme
dei trasferimenti monetari, determinati in funzione
dell’efficienza degli agenti. Perciò il principale stabilisce i
trasferimenti monetari nelle varie condizioni: quando entrambi
gli agenti sono efficienti (o inefficienti) o quando solo un
agente è efficiente.
In una struttura accentrata (ossia la delega), il principale
fornisce all’agente intermedio un trasferimento monetario
sufficiente “a coprire” anche i costi (costi di agenzia) che
quest’ultimo dovrà sostenere per incentivare il secondo agente
a comunicare i costi effettivi degli input.
Perciò, in una struttura accentrata, il principale fornisce
direttamente i trasferimenti monetari agli agenti, mentre in una
struttura decentrata effettua un unico trasferimento all’agente
intermedio. Quando non esistono rischi di coalizioni tra gli
agenti, il principale è indifferente alle due strutture
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organizzative. Il principale, invece, preferisce la struttura
accentrata quando sussistono problemi di coalizioni.
Infine verranno studiate le strutture organizzative nel caso in
cui ci siano limiti di comunicazione. In questo caso il
principale non è in grado di conoscere l’efficienza degli agenti.
Perciò i rischi di coalizioni tra gli agenti (a danno del
principale) sono molto alti.
Attraverso lo studio della struttura degli incentivi sarà
dimostrato come la delega sarà preferita ad una struttura
accentrata quando esistono limiti di comunicazione. Più
precisamente il vincolo di partecipazione che il principale
dovrà fornire all’agente in una struttura decentrata, è più
“debole” rispetto a quello fornito in una struttura accentrata.
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1. LA TEORIA FORMALE DEL CONTRATTO DI IMPIEGO
DI SIMON
1.1. INTRODUZIONE
Lo scopo di questo capitolo è illustrare una teoria formale del
contratto di impiego. Sviluppando un modello analitico, Simon
(1951) fornisce una spiegazione alle caratteristiche distintive
del contratto di impiego rispetto ad altri tipi di contratti, ad
esempio il contratto di vendita.
Prima di esaminare la suddetta teoria in dettaglio, è necessario
introdurre e definire il concetto di autorità in modo tale da
poter capire le relazioni che vengono a instaurarsi tra le parti
coinvolte nel contratto di impiego.
Formalmente, l’autorità si esprime come il diritto di fare
qualcosa o farla fare a qualcun altro, per il conseguimento degli
obiettivi dell’organizzazione.
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Quando si pensa al concetto di autorità si è portati a credere
che questo diritto venga conferito dall’alto, più precisamente
che l’autorità esista perché un soggetto la trasmette ad un altro
soggetto
1
.
Nel modello di Simon invece l’autorità è effettiva, nella misura
in cui viene accettata dal gruppo o dall’individuo sulla quale è
esercitata
2
.
Barnard (1938) per definire l’autorità si esprime con queste
parole:
“se una direttiva è accettata da chi la riceve, questa conferma o
stabilisce sul soggetto l’autorità di chi gliel’ha comunicata”.
L’accettazione della direttiva costituisce la base dell’azione.
Secondo questa definizione, il contenuto d’autorità di un certo
ordine è conferito alle persone a cui è rivolto l’ordine stesso e
non dipende né da autorità superiori né da chi ha emesso
l’ordine.
Nel contratto di impiego, l’autorità ricopre un ruolo
fondamentale nel delineare le posizioni prese dalle parti.
1
Questa definizione di autorità è conosciuta anche come la teoria del conferimento.
2
Questa definizione di autorità è conosciuta anche come la teoria dell’accettazione.
20
Simon afferma che un contratto di impiego è caratterizzato
dalla presenza di un datore di lavoro B e un lavoratore W.
Al momento della contrattazione è il lavoratore a possedere
l’autorità di decidere o meno se accettare di svolgere le
mansioni che gli vengono ordinate dal datore di lavoro. Se egli
accetta il contratto di impiego, cede (o secondo una
terminologia più moderna, delega) autorità al datore di lavoro.
In altre parole, accettare il contratto di impiego significa per il
lavoratore accettare l’autorità del datore di lavoro.
Si supponga che il datore di lavoro possa scegliere tra un
insieme di possibili mansioni X il compito x da assegnare in un
periodo futuro. Il lavoratore accetterà il contratto di impiego in
funzione delle mansioni x che B può scegliere e del salario w
percepito.
Si afferma che B esercita autorità su W se W permette a B di
scegliere x. Più precisamente W accetta l’autorità quando il suo
comportamento è determinato dalla decisione di B.