serie di interviste agli organizzatori del LuccaDigitalPhotoFest, il caso
che si è voluto analizzare, e ai loro più stretti collaboratori. La fase
più importante è coincisa con uno stage della durata di 2 settimane
a cavallo con l’inaugurazione del festival, durante il quale è stato
possibile lavorare all’interno della direzione organizzativa
dell’evento. Si è potuto così verificare sul campo come siano state
gestite alcune delle attività più importanti riferibili alla
comunicazione ed individuando quali siano stati gli ambiti di forza e
di debolezza di tale evento. Una volta concluso il festival si è
proceduto ad effettuare una seconda fase di interviste riferibili sia
alla comunicazione esterna che interna, che hanno coinvolto i
collaborati esterni al festival come Studio Esseci, l’ufficio stampa, il
responsabile della comunicazione sul web e il referente italiano
della Word Press Photo Organization.
La partecipazione all’evento nel ruolo di visitatore ha permesso,
inoltre, di entrare in relazione con tutti gli apparati della
comunicazione interna, carpendone i punti di forza e di debolezza
necessari per poterne eseguire l’analisi attraverso tre casi studio
scelti all’interno delle 20 mostre proposte nell’edizione 2009.
La presente tesi si articola in un totale di 3 capitoli, dedicati ognuno
ad un differente ambito della ricerca.
Il primo capitolo è dedicato alla definizione del campo di ricerca
all’interno del quale ci si è mossi. Da un primo paragrafo nel quale si
sottolineano le motivazioni che impongono al mondo dell’offerta
culturale di realizzare un progetto comunicativo strutturato, si passa
poi ad analizzare il campo della comunicazione nella sua
articolazione in esterna ed interna. La prima è rivolta al tutti gli
stakeholders a vario titolo interessati all’evento e comprende le
pubbliche relazioni, l’ufficio stampa, la promozione e la pubblicità.
La comunicazione interna, invece, è rivolta al visitatore nel
momento in cui partecipa al festival; essa prende le mosse dal
progetto d’allestimento e si espande attraverso lo spazio espositivo
6
fino all’organizzazione degli apparati sussidiari alla mostra. All’interno
di questa tipologia comunicativa sono riconducibili le attività
elaborate da curatore, allestitore, architetto, grafico e designer. Tra
le molteplici espressioni grafiche riferibili alla comunicazione di un
evento, quindi, il progetto di comunicazione deve veicolare
un’immagine unica, espressione dei valori e significati alla base
della manifestazione e dell’organizzazione che la ha realizzata.
Nel secondo capitolo si passa alla verifica di quanto
precedentemente teorizzato attraverso l’analisi di un caso
concreto, il LuccaDigitalPhotoFest’09. Si tratta di un festival di
fotografia che dal 2005 anima ogni anno le vie della città toscana
durante tre settimane a cavallo tra novembre e dicembre e che si
sta affermando sempre di più nel nostro paese come
appuntamento per esperti ed appassionati, dove confrontarsi con
le ultime tendenze del settore. Sono state analizzate prima di tutte le
attività compiute dall’ufficio stampa con una particolare attenzione
al rapporto con i media e alle specificità legate al settore della
fotografia, al fine di verificare se fosse possibile ritrovarne una stessa
sequenza di attività anche nella dimensione del web, divenuto uno
dei mezzi di comunicazione fondamentali. Negli ultimi paragrafi si è
messo a fuoco l’immagine coordinata elaborata per il festival e si è
verificato se fosse rintracciabile un’impostazione grafica unitaria
all’interno del catalogo, dei materiali below the line e di tutti gli
elementi riferibili alla comunicazione interna sia nelle esposizioni che
negli spazi di servizio.
Quest’ultimo filone della ricerca è stato approfondito nell’ultimo
capitolo, dedicato all’allestimento come elemento fondamentale
della comunicazione in ambito espositivo. Esso è, infatti, lo
strumento attraverso il quale gli elementi esposti e il contesto
entrano in relazione con il visitatore e comunicano con esso.
All’interno delle 20 mostre presenti al LuccaDigitalPhotoFest’09 sono
stati individuati tre casi studio esemplificativi di altrettante tipologie
7
espositive (‘su misura’, rivisitata e itinerante): Estasi e Memorie di
Eikoh Hosoe, Asilo Polittico di Patrizia Maïmouna Guerresi e la World
Press Photo Exhibition. Si è cercato di rintracciare al loro interno
eventuali elementi che permettessero di individuare un modus
operandi comune e riferibile alla manifestazione lucchese al di là
delle peculiari caratteristiche di ognuna.
Gli elementi più interessanti emersi dalla presente analisi hanno
dimostrato che il campo della comunicazione esterna risulta essere
quello maggiormente teorizzato e messo in pratica da chi si occupa
di comunicazione, come dimostrato dal caso
LuccaDigitalPhotoFest. La comunicazione interna, invece, si è
rivelata un ambito molto ricco di spunti interessati, sia dal punto di
vista delle discipline economiche che di quelle espositive, ma non
perseguita degli organizzatori del festival che sono apparsi poco
consapevoli delle potenzialità di questi strumenti comunicativi.
Un ringraziamento speciale è rivolto ad Enrico Stefanelli, il direttore
artistico del festival, a Susanna Ferrari e Jessica Di Costanzo,
direzione organizzativa, per la loro infinita disponibilità e l’attenzione
avuta nei confronti di chi scrive in quanto senza di loro tale ricerca
non avrebbe potuto essere realizzata.
Si ringraziano, inoltre, Roberta Barbaro di Studio Esseci, Paul Rustler di
World Press Photo e Simone Bigongiari per aver fatto luce sul lavoro
compiuto in occasione del suddetto evento.
8
1. LA COMUNICAZIONE DEGLI EVENTI CULTURALI
1.1 Perché una comunicazione in ambito culturale
La società contemporanea vive in mezzo ad una tempesta di
messaggi veicolati dai media al punto da poter affermare che un
prodotto non esiste se non è comunicato [Cherubini 2007]. A fronte
di un progressivo aumento degli investimenti nel settore delle
comunicazioni nel nostro paese, passati da circa 16.500 milioni di
euro del 2001 ad oltre 19.000 milioni del 2008 si deve attestare come
il settore delle aziende private, da sempre più dinamiche e attente
alle necessità del consumatore, sia molto attivo in questo campo,
mentre in molte realtà del settore culturale permane l’idea che il
solo esistere e spedire generici comunicati stampa sia sufficiente per
istituire un rapporto con il pubblico [Di Molfetta e Salvini 2007]. Se
nelle aziende private parole come marketing, pubblicità e
advertising sono entrate a far parte della quotidianità il mondo della
cultura e dell’arte in Italia fa ancora fatica ad accettare di inserire
nella gestione strumenti di management in modo deciso. Un
esempio tra i vari possibili può essere l’attenzione che le aziende
private hanno posto agli elementi alla base dell’economia
dell’esperienza, ponendo al centro i fattori emozionali che guidano
il processo di consumo e che stanno accendendo il dibattito anche
sulla loro applicazione nel mondo della cultura
1
. Come si vedrà nel
prossimo capitolo in occasione della comunicazione interna, molte
aziende come LG, Starbucks ma anche Nike e Illy hanno
riprogettato le modalità di offerta dei prodotti al pubblico puntando
sulla possibilità di far vivere al proprio consumatore un’esperienza.
1
Tra i tanti si veda Ferrari e Veltri 2007; Rosati 2010; IJAM vol. 3, num 1 fall 2002.
9
Studi [Corigliano 1999] sulla necessità di una corretta progettazione
in fatto di comunicazione, che trasferisca ogni messaggio attraverso
il canale migliore, dimostrano la distanza che spesso intercorre tra la
domanda e l’offerta di comunicazione, dovuta all’utilizzo di
strumenti classici ma poco soddisfacenti perché incentrati più su
una comunicazione istituzionale standardizzata che sulla chiarezza
del messaggio. Dal settore alimentare fino ai cosmetici e
all’abbigliamento i prodotti commerciali giocano la carta della
seduzione, ammaliando il consumatore e conferendo al prodotto
un'immagine che corrisponde ai bisogni del potenziale acquirente;
se il mondo della cultura vuole vincere la sfida per la conquista del
tempo libero del consumatore esso deve necessariamente seguire
lo stesso percorso [Di Molfetta e Salvini 2007].
Quello del tempo libero nella società è un tema che ha innescato
innumerevoli problematiche connesse alla concezione e alla
percezione di tale concetto, il quale risulta il più delle volte del tutto
relativo. A livello sociologico ed economico il concetto di tempo si
ricollega agli studi sul comportamento di consumo del
consumatore, andando ad indagare all’interno della funzione di
produzione individuale le modalità di allocazione del tempo del
consumatore divise tra attività produttive e non [Marzocchi 1999]. Si
decida pertanto di tenere valida la definizione posta da Marzocchi:
[…] all’interno di queste attività (il tempo libero) sono
ricompresse tutte quelle occupazioni svolte durante gli
intervalli di tempo integralmente controllati dall’individuo, liberi
da impegno o responsabilità esogenamente determinati.
L’enfasi è posta sul soddisfacimento dei bisogni di
autorealizzazione dell’individuo, perseguiti attraverso lo
svolgimento di attività liberamente scelte e soggettivamente
dotate di significato. […] Sono le decisioni di allocazione del
proprio tempo interne a questa seconda categoria (la quota
destinata al non lavoro), a determinare, per differenza, il
10
budget temporale riservato al tempo libero propriamente
detto.
Risulta allora possibile sfruttare i criteri d’utilizzo del tempo libero
come indicatori dello stile di vita di un individuo e di messa a punto
di un’offerta di prodotti e servizi allineata con questa categoria di
bisogni.
Nella società postmoderna in cui i nuovi processi lavorativi e lo
sviluppo del settore terziario hanno permesso agli individui di avere
maggiore tempo libero a disposizione [Introiti e Andreotti 2010]
rispetto al passato, gli intrattenimenti di carattere culturale si trovano
a competere con le iniziative più varie dal cinema, alla musica, al
tempo dedicato agli hobby o al relax. Secondo una ricerca Istat
[2008] dal 2000 al 2006 le visite a città d’arte e centri storici sono
passate dal 35,8% al 37,4%, mentre i fruitori di mostre ed esposizioni
sono aumentati del 1,2%, dimostrando un crescente interesse verso i
prodotti culturali di qualità ed imponendo la cultura tra i bisogni
esistenziali e di vita collettiva. Il successo dei prodotti culturali si deve
soprattutto all’organizzazione di eventi e mostre legati ai grandi
nomi della cultura come gli Impressionisti, che suscitano nel
pubblico il desiderio di partecipazione per poter dire ‘c’ero anche
io’ ed il cui contenuto culturale è stato generalmente introiettato
anche dal pubblico di non specialisti. Dal punto di vista del
visitatore, la competizione all’interno del comparto del cultura e del
tempo libero si gioca sempre di più sulla possibilità di vivere
un’esperienza di consumo piuttosto che sui contenuti specifici del
prodotto offerto, andando a premiare quegli eventi che lo hanno
reso partecipe in modo personale e lo hanno fatto emozionare.
Nello scegliere di partecipare ad un’iniziativa quindi il consumatore
preferisce spendere il proprio tempo libero nel godimento di un
evento memorabile [Introini e Andreotti 2010]. Se il tempo a
disposizione sta diventando così importante nella vita delle persone,
è necessario che esso venga considerato della medesima
11
importanza anche dall’offerta culturale che deve valorizzarlo
attraverso campagne che suscitino nel destinatario un’emozione e
spingano, all’azione. Sia l’organizzazione dell’evento che la
comunicazione ad esso relativa dovrà, quindi, giocarsi non più
soltanto sulla qualità dell’offerta ma anche sulla capacità del
singolo ente di offrire ‘esperienze’, all’interno delle quali il visitatore
possa vivere un’occasione di coinvolgimento e apprendimento
capace di creare una memoria dell’esperienza che entri a far parte
del vissuto personale di ogni visitatore.
Si deve considerare, inoltre, che una comunicazione studiata ed
attenta è sovente percepita sia come godimento estetico e
piacere fine a se stesso che come occasione per imparare
qualcosa di nuovo. L’attenzione verso questi fattori è la definitiva
presa di coscienza che nella cultura è in atto un cambiamento di
coordinate che trasforma il fruitore da spettatore passivo
dell’esposizione ad interlocutore attivo all’interno del processo di
creazione culturale. Egli è sempre più esigente e capace di
scegliere, all’interno dell’offerta, il prodotto che meglio risponde ai
suoi bisogni.
Un altro fattore che spiega l’importanza di un’efficace
comunicazione culturale è la ricaduta positiva che l’evento
culturale attiva nel territorio che lo ospita, divenendo l'occasione
per valorizzare l’area e innescare nuove opportunità di sviluppo
locale [De Biase 2008; Di Cesare 2009]. Accanto agli obiettivi
tradizionali emergono finalità di sostegno al comparto del settore
terziario, turistico in particolare, nonché alla promozione dell'identità
comunitaria. Perseguendo, attraverso la comunicazione, il
miglioramento dell'immagine della città come luogo desiderabile
per l'affluenza di capitali e la creazione di nuove attività
economiche, infatti, i piccoli centri si sono mobilitati accanto ai
grandi poli culturali nell'arena competitiva delle destinazioni
culturali.
12
Come evidenziato dal Premio Impresa e Cultura, istituito dalla
Solomon R. Guggenheim e dell’agenzia Bondardo Comunicazione
durante gli anni Novanta, i benefici innescati dall’aumento della
fruizione culturale innescherebbero una spirale positiva con una
duplice ricaduta. Per prima cosa l’aumento delle presenze
incrementa il grado di attenzione rivolto dai potenziali investitori
all’evento comunicato e dall’altra tante più persone entrano in
contatto con la cultura e tanto più ciascuno intratterrà rapporti con
persone positive.
Risulta evidente come la comunicazione degli eventi culturali, lungi
dal catturare solamente il potenziale fruitore, debba rivolgere la sua
attenzione ad una molteplicità di stakeholders [Cherubini 1985; Di
Cesare 2009]. Essa, infatti, non può includere al proprio interno
l’intero processo di produzione, al quale concorrono tutti i portatori
d’interesse con i quali l’organizzazione culturale ha instaurato delle
relazioni. Il numero e le caratteristiche degli stakeholders di
riferimento varia sensibilmente da organizzazione ad organizzazione,
in base all’ambiente nella quale è inserita e alla sua organizzazione
interna. In base alle informazioni raccolte da Di Cesare [2009] su
alcune importanti realtà culturali di ambito internazionale, i
principali portatori d’interesse sono almeno cinque: i fruitori; gli artisti;
i professionisti del settore; gli sponsor e le amministrazioni
pubbliche/gli attori chiave di un territorio. Se i protagonisti, talvolta
coincidenti con gli stessi organizzatori, trovano nell’evento
un’occasione per mettere in luce le loro capacità, gli sponsor
tecnici e commerciali sfruttano la visibilità della manifestazione per
trasferire al proprio marchio i valori associati all'evento, al fine di
accrescere la loro notorietà e reputazione presso i consumatori. Il
coinvolgimento di queste aziende può andare dal semplice
finanziamento, che permette di affiancare il proprio marchio a
quello dell’evento, fino ad iniziative di co-marketing che impongono
alle due entità un’intensa opera di confronto per la pianificazione e
13
la gestione di tutte le attività comuni. Altrettanto decisivi tra gli
stakeholders sono i media, il veicolo principale di trasmissione
dell’informazione, con il quale gli eventi necessariamente sono
legati da un rapporto bidirezionale. Se si può affermare, infatti, che
non esiste evento senza l’apporto dei media, è altrettanto vero che
le manifestazioni sono spesso utilizzate dai media per fare notizia.
Come già anticipato anche il territorio è un grande portatore
d’interesse, prima di tutto attraverso le istituzioni pubbliche e la
pubblica amministrazione, pronte a cogliere al volo ogni valida
proposta che amplifichi le azioni di marketing territoriale rivolte sia ai
potenziali turisti, sia ai proprio cittadini. Questi ultimi beneficiano
indirettamente delle attività compiute dagli enti pubblici e
direttamente dall’evento, sfruttando le ricadute economiche che
esso genera sulla città che lo ospita. La tendenza, quindi, è quella di
sostituire ad un marketing customer centric uno maggiormente
orientato alla soddisfazione della totalità dei portatori d’interesse, in
quanto anch’essi rientrano nella creazione del valore artistico un
tempo appannaggio solamente di produttore e fruitori [Casarin
2009].
Concludendo questo primo generale excursus sulla comunicazione
si può affermare che: comunicare va oltre la semplice elaborazione
di un piano pubblicitario; affinché la comunicazione sia efficace è
necessario utilizzare un mix di strumenti, a partire da quelli classici
come la comunicazione personale fino ai più innovativi come i new
media; è necessario rivolgersi a tutti gli stakeholders elaborando per
ognuno un messaggio specifico; il messaggio è ricordato più
facilmente se suscita emozioni nel destinatario.
1.2 Comunicazione esterna e comunicazione interna
La comunicazione di un evento è un insieme molto ampio di attività
realizzate in luoghi, tempi e con professionalità differenti. Come si
14
avrà modo di verificare nel corso del presente capitolo essa prende
avvio ancora prima della progettazione dell’evento con le attività
di pubbliche relazioni svolte dagli organizzatori nei confronti delle
autorità cittadine, degli artisti e dei potenziali sponsor (figura 1).
Successivamente, in concomitanza con la progettazione
dell’evento, si individuano gli elementi della comunicazione che
andranno a costituire locandine, brochure, cataloghi - atti a
pubblicizzare l’evento presso il pubblico - fino alla pianificazione
della stessa verso i mass media. Il coordinamento tra promotori
Figura 1Fasi delle attività di comunicazione
Fonte: propria elaborazione
dell’evento e ufficio grafico permette di tradurre gli obiettivi della
comunicazione in un marchio e in un’immagine coordinata, da
proporre in tutti i materiali informativi che permettono di identificare
nell’immediato l’immagine dell’evento. Con l’ufficio stampa,
invece, si provvede a selezionare i media più adatti alla trasmissione
del messaggio e le tempistiche specifiche di ogni medium, senza
dimenticare la dimensione del web diventata una delle
componenti essenziali della comunicazione contemporanea. Tutti
questi elementi appartengono alla comunicazione esterna, essendo
indirizzati ai soggetti a vario titolo interessati all’evento, che devono
essere incuriositi, informati e spinti alla partecipazione.
15
Con l’avvicinarsi dell’evento e durante il suo svolgimento entra in
campo la comunicazione interna, che attraverso il lavoro di parte
dei soggetti precedentemente citati, del curatore e dell’allestitore
trasforma le idee contenute nel progetto della mostra in un insieme
coerente di apparati espositivi e comunicativi in grado di trasferirle
al visitatore durante la visita. Ad essa sono, infatti, riconducibili
l’allestimento, il percorso espositivo, la segnaletica, le immagini e i
testi, tutti elementi utilizzati per guidare i visitatori alla scoperta dei
contenuti sottesi al progetto culturale e informarlo sulle diverse
componenti dello stesso. L’opera d’arte è un oggetto caratterizzato
da un significato proprio, legato al suo contesto d’origine e alla sua
storia, ma che si amplia in base alle relazioni che si instaurano con
gli altri oggetti dell’esposizione e che sono messi in evidenza dalla
comunicazione interna. La sistemazione di supporti informativi lungo
il percorso espositivo è, quindi, utile sia per contestualizzare le opere
esposte e permetterne al visitatore una maggiore comprensione, sia
come occasione per l’ente organizzatore di richiamare la propria
presenza e conferire un aspetto omogeneo all’esposizione nel caso
sia organizzata in da diverse sedi espositive.
La teoria [Cataldo e Paraventi 2007] individua tre principali modelli
interpretativi: l’approccio semiologico, la teoria dell’informazione,
l’approccio sociologico.
Secondo il primo modello, che lega significante e significato in un
rapporto inscindibile, la comunicazione non si deve limitare a
trasmettere dei dati ma un senso compiuto che nasce dalla
relazione tra il segno, ovvero l’oggetto esposto, e ciò che lo
circonda. Ogni segno è caratterizzato da un significato denotativo,
ovvero legato a ciò che l’oggetto fisicamente è, ed un livello
connotativo, che nasce dal carico simbolico di cui l’oggetto stesso
viene impregnato, perché elaborato all’interno di una specifica
cultura. La comunicazione interna secondo l’approccio semiologico
16
deve trasmettere entrambe le componenti del significato per essere
compresa da un pubblico internazionale.
La teoria dell’informazione si lega al processo della comunicazione
lineare e costituisce l’approccio più sfruttato riguardo la
comunicazione all’interno delle mostre culturali. Il processo ha inizio
con l’emittente, ovvero il curatore della mostra, che codifica il
messaggio e lo invia sottoforma di oggetti esposti, testi e
allestimento al destinatario, ovvero il visitatore. La buona riuscita
della trasmissione del messaggio dipende dalla quantità di fattori di
disturbo che hanno attaccato la comunicazione: eccessiva
distanza tra emittente e ricevente, quantità eccessiva di
informazioni trasmesse o non coincidenti, sovrapposizione del
repertorio dell’emittente e del destinatario, come nel caso di
esposizioni scientifiche accompagnate da un messaggio
eccessivamente tecnico non appartenente alla cultura del grande
pubblico. Il grande svantaggio di questo approccio è, quindi, il non
tenere abbastanza in considerazione gli aspetti sociali e culturali alla
base della comunicazione di attori con bagagli culturali differenti.
Alla base del approccio sociologico vi è la realtà culturale anziché il
processo di trasmissione, trasformando la comunicazione in un
processo di scambio dei valori sociali. In quest’ottica l’arte può
divenire un empio di trasformazione dei significati attribuiti agli
oggetti, conferendo un nuovo valore a cose che inizialmente
potevano sembrarne prive. Il visitatore, da semplice osservatore
passivo, diviene quindi coautore del messaggio culturale in quanto
le risorse di cui esso dispone influenzano il modo in cui esso
interpreta il messaggio comunicato.
17
1.3 La comunicazione esterna
1.3.1 Il piano di comunicazione
Vista la molteplicità degli elementi in gioco, la comunicazione non
può essere un’attività improvvisata ma attentamente studiata al
fine di assicurarsi che i messaggi diffusi attraverso i diversi strumenti
veicolino gli obiettivi prefissati. Ogni evento culturale contiene al suo
interno gli elementi chiave della propria comunicazione: essi
devono essere individuati e confrontati con le variabili del marketing
mix per costruire un’immagine coerente dell’evento.
Risulta, quindi, necessario analizzare le caratteristiche proprie del
prodotto a partire dalla messa a fuoco degli obiettivi principali che
si vogliono raggiungere, i target obiettivo (distinguendo tra quelli
raggiungibili direttamente e indirettamente) e le dinamiche
intrinseche al settore, per definire gli strumenti da utilizzare e le risorse
disponibili in termini di tempo ed investimento. Il punto di partenza
deve essere l’elaborazione di un piano di comunicazione, risultato
della comunicazione integrata e reso possibile dal coordinamento
di contenuti, azioni e mezzi. Argano [Argano, Bollo, Dalla Sega e
Vivalda 2005] lo definisce come “la partitura della complessa
orchestra della comunicazione di un evento, riassume la strategia
generale della comunicazione (contenuti, messaggio, immagine
coordinata) e la declina operativamente su tutti i mezzi, strumenti
ed azioni che si intende realizzare.” A questo proposito è necessario
sfruttare le caratteristiche proprie di ogni strumento per indirizzare ad
ogni specifico target di riferimento la componente del progetto che
più gli interessa. Inviare a tutti i mezzi di comunicazione un
messaggio standardizzato a livello di linguaggio e di contenuti non
permette, infatti, di sfruttare le potenzialità proprie dei singoli mezzi
con il rischio di essere poco o per nulla comunicativi.
Il piano di comunicazione si concretizza in un documento che guida
il responsabile della comunicazione durante tutta la durata
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dell’evento poiché in esso sono indicati i costi sostenuti e la
tempistica specifica di ogni attività sostenuta.
Di seguito verranno analizzati gli strumenti ad esso riferibili: ufficio
stampa, materiale below the line, web, pubblicità, promozione e
relazioni esterne. Essi si riferiscono alla comunicazione esterna in
quanto il loro obiettivo è di stimolare il pubblico alla partecipazione.
1.3.2 L’ufficio stampa
L’ufficio stampa è uno degli strumenti più importanti della
comunicazione in quanto i compiti ad esso affidati sono
fondamentali per gestire nel migliore dei modi il rapporto con i
media. Se l’evento è piccolo e il budget è molto contenuto i
compiti dell’ufficio stampa sono parzialmente eseguiti da una
persona interna all’organizzazione, ma appoggiarsi a dei
professionisti può rivelarsi decisivo per la buona riuscita di un evento
culturale, in quanto si tratta di un lavoro che richiede una grande
esperienza e conoscenza approfondita delle caratteristiche
peculiari di ciascun medium.
L’ufficio stampa fa da tramite tra il versante interno e quello esterno
del progetto in quanto da un lato diffonde i contenuti dell’evento e
tutte le informazioni che possono interessare al pubblico e dall’altro,
attraverso il contatto costante con i media, misura in tempo reale
l’attenzione che l’evento riscuote presso le redazioni [Argano, Bollo,
Dalla Sega e Vivalda 2005]. Il suo scopo è creare la notizia e
veicolare il valore aggiunto del progetto al fine di ottenere più
spazio e rilievo possibili nei periodi a ridosso dell’evento e durante
tutta la sua durata. L’attività dell’ufficio stampa si concretizza,
quindi, attraverso uno stretto rapporto con i giornalisti, basato sulla
fiducia reciproca e intesa comunicativa, nonché sulla capacità di
fornire informazioni interessanti entro i tempi di chiusura dell’articolo
permettendo la trasformazione delle informazioni in redazionali,
articoli e servizi [Veneziani 1999].
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