reciproci. Anche l'altro mi percepisce in un modo classificato. Le tipizzazioni dell'altro
sono suscettibili alla mia interferenza come le mie alla sua” (La realtà come
costruzione sociale di Berger e Luckmann, 1966: 53).
Avrei voluto intervenire nell'impresa e mettere alla prova tutte le mie teorie su come
migliorare la comunicazione fra il personale, teorie prodotte con l'obiettivo di ottenere
un efficace coordinamento dei compiti, ma purtroppo problemi esterni di gestione
hanno rimandato questa prova di effettività. Considerando che tale circostanza mi
costringe a trovare mezzi per oggettivare adeguatamente l'apprendimento ottenuto con
questa esperienza lavorativa e che “una comprensione del linguaggio è quindi
essenziale per ogni comprensione della realtà della vita quotidiana” (Berger e
Luckmann, 1966: 60), il modo in cui troverete esposti i conoscimenti acquisiti dalla mia
esperienza diretta, è ispirato ai fondamenti della conoscenza nella vita quotidiana che gli
autori definiscono nel loro libro, cosicché, “Sebbene il linguaggio possa essere
impiegato anche per riferirsi ad altre realtà, esso mantiene anche allora le sue radici
nella realtà del senso comune della vita quotidiana. In quanto sistema di segni, il
linguaggio ha la qualità dell'oggettività. Io incontro il linguaggio come una fattualità
esterna a me stesso e coercitiva nei suoi effetti su di me. Il linguaggio mi costringe nei
suoi modelli...devo tener conto degli standards prevalenti del linguaggio appropriato
per le varie occasioni, anche se preferirei i miei standards non appropriati” (Berger e
Luckmann, 1966: 62).
La comunicazione è indispensabile nell'impresa e lo è anche nella vita personale di chi
opera all'interno della gestione amministrativa e produttiva. Della comunicazione e
dell'arte di comunicare bene se ne parla spesso. Quello che manca, per avvalersi della
comunicazione, è un modello per la sua consapevole attuazione all'interno delle
imprese, che permetta di ottenere dei reali vantaggi prodotti con la sua efficace
funzione.
Per far nascere un'impresa, si realizza uno studio di mercato con l'obiettivo di trovare la
migliore fonte di investimento, in questo modo si ottiene l'analisi dei costi, dei guadagni
e del settore produttivo e/o di servizi. Quando poi è ora di attuare il progetto aziendale
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creato, il metodo di comunicazione si riduce alla produzione di carte, documenti,
disegni. Attualmente si utilizzano anche gli sms, e-mail e pagine web di internet.
Gli autori Berger e Luckmann nel libro “La realtà come costruzione sociale” mettono a
disposizione, di chi voglia interpretare la realtà, una strumentazione metodologica
importante per definire il senso delle interazioni tra gli attori sociali. Questa comprende,
i fondamenti della conoscenza nella vita quotidiana, la società come realtà oggettiva e la
società come realtà soggettiva.
Si vuole così, presentare il risultato dell'analisi della gestione delle risorse umane di una
realtà aziendale ricorrendo ai fondamenti della conoscenza da Berger e Luckmann
definiti come: la realtà della vita quotidiana, l'interazione sociale nella vita quotidiana, il
linguaggio e la conoscenza nella vita quotidiana. Stando al loro metodo, “la realtà non
è soltanto piena di oggettivazioni: è possibile esclusivamente grazie a loro. Le
oggettivazioni comuni della realtà si mantengono prima di tutto grazie alle
significazioni linguistiche. La vita quotidiana è soprattutto vita con e per mezzo del
linguaggio che condivido col mio prossimo” (Berger e Luckmann, 1966: 58 e 60).
Inoltre, gli autori affermano che “l'espressività umana è in grado di oggettivarsi, essa
si manifesta cioè in attività che sono accessibili sia ai loro produttori che agli altri in
quanto elementi di un mondo comune. Queste oggettivazioni servono come indici più o
meno durevoli dei processi soggettivi dei loro produttori, permettendo alla loro
utilizzabilità di estendersi al di là dell'incontro diretto in cui possono essere percepiti
direttamente. Questi indizi sono continuamente accessibili nel contatto diretto, e questo
è precisamente il motivo per cui esso mi offre la situazione migliore per avere accesso
alla soggettività di un altro” (Berger e Luckmann, 1966: 57).
Adottando il metodo sopra descritto, lo scopo della mia analisi è stato quello di valutare
l'importanza di provvedere che si instauri, fra tutto il personale, una buona
comunicazione per migliorare il rapporto interpersonale e, di conseguenza, rendere
l'attività produttiva più efficace. La motivazione per esaminare questa riflessione si può
trovare nella frequente insoddisfazione dei datori di lavoro sul rendimento del
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personale, così come nell'insoddisfazione del personale nello svolgimento delle proprie
mansioni lavorative. Insoddisfazioni che spesso emergono da una costante
incomprensione delle reciproche consegne come effetto della scarsa comunicazione.
Queste cause di insoddisfazione sul lavoro, devono essere eliminate, per conseguire la
soddisfazione personale delle risorse umane delle imprese e per migliorare la qualità del
servizio erogato con un vantaggio economico ed un efficace utilizzo delle risorse.
Molte imprese sono gestite dalla famiglia dove per consuetudine lavorano i parenti.
Questo dato, genera ancora più complessità nell'ambiente lavorativo, perché le relazioni
interpersonali dei famigliari con il personale sono dissimili per i privilegi che i parenti
possono vantare rispetto alle persone assunte dall'esterno (limitazioni del processo
amministrativo che elenca nel suo libro Thompson “L'azione organizzativa”, 1967:
278). Tale circostanza difforme nei rapporti interni con il personale, si verifica anche
quando un'impresa cresce mano a mano che si rende evidente la necessità di assumere
qualcuno per dare sostegno alla gestione amministrativa, produttiva o di servizi.
Si può pertanto evincere che se non si investe nella gestione delle risorse umane, e si dà
una risposta frettolosa e/o poco ponderata alle necessità di autentica gestione, non
sempre si riesce a garantire un risultato proficuo e stabile nel tempo.
Per progettare un'attività produttiva o di servizi è indispensabile organizzare l'insieme di
fattori utili per crearla. Questo processo di organizzazione aziendale è realizzato con
impegno e compromesso economico programmato, per il quale si spera che tutto sia in
funzione allo scopo da raggiungere. Ciononostante niente di quello che viene
programmato di solito viene realizzato senza l'adeguata formazione dell'elemento
umano che si accingerebbe a collaborare per la gestione aziendale. Questo ragionamento
è una delle tante cause dei fallimenti di imprese che hanno sottovalutato la grande forza
che rappresenta l'essere umano. Per il fatto che, servirebbe investire per avere
nell'impresa del personale qualificato ed invece si sprecano risorse trascurando la
gestione delle risorse umane.
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Questa logica non porta ad una brillante gestione aziendale, infatti molte imprese
mantengono quasi sempre gli stessi margini di redditività nonostante si investa in un
crescita strutturale e si aumenti la produzione o la vendita di prodotti e/o servizi. Di
conseguenza la capacità delle risorse umane, che non è stata sviluppata e valorizzata nel
suo insieme, non genera il profitto previsto. Spesso, gli imprenditori non sono motivati
a investire per la crescita della loro impresa poiché non sempre, con l'aumento
dell'organico o con altre migliorie apportate, il profitto aumenta, creando
insoddisfazione e sfiducia nell'impresa.
Evidentemente non si esce più dal vicolo cieco in cui si continua a finire per un'errata
risposta ad un problema che può riguardare sia la gestione del personale che l'insieme di
tutte le strutture dell'impresa.
L'esperienza acquisita come analista della gestione del personale, in questo momento
storico a livello mondiale di necessario cambiamento, è servita per confermare che per
garantire i migliori risultati di gestione, non è più fondamentale solo il controllo delle
voci, ritenute più importanti, dei conti economici, ma si dovrebbero ricercare nella
risorsa umana le potenzialità per raggiungere gli obiettivi prestabiliti, attraverso una
comunicazione migliore, adeguata e integrata con metodo e direzione all'interno
dell'impresa.
Con la comunicazione si trasmettono informazione in vari modi, ognuno dei quali ha
una propria forza per creare idee, per cambiare mentalità, per persuadere a operare in
questo o in altro modo. Ci sono anche modi di comunicare che talvolta le persone sono
inconsapevoli di usare perché si manifestano con le tonalità di voce, con le espressioni e
con i gesti che, interpretati, generano un determinato significato con il quale, spesso le
persone finiscono per stabilire rapporti incoerenti con gli altri, perché sono
atteggiamenti contraddittori all'informazione effettivamente trasmessa.
Purtroppo, all'interno dell'impresa, comunicare diventa un atto molto difficile da
realizzare in modo efficace, perché si possono verificare degli equivoci dovuti ad
un'errata interpretazione degli atteggiamenti altrui, creando disagio nei rapporti
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interpersonali. Tuttavia le persone, pur rilevando il problema, non cercano un'adeguata
soluzione ma, credendo di aver ben operato, finiscono con l'accontentarsi di un risultato
mediocre, togliendosi contemporaneamente delle responsabilità che emergono dalle
conseguenze per la mancanza di comunicazione e di collaborazione.
Operando in questo modo, si rischia di andare avanti credendo che questo sistema
funzioni e si continua a sostenere un'abitudine che un giorno potrebbe esplodere in un
conflitto senza soluzione, dovuto al cumulo di errori e incoerenze che ha trascinato con
sé nel tempo. Se questo accadesse, malgrado tutti i tentativi e le mosse strategiche che le
imprese operano a livello economico-finanziario per mantenere una situazione abnorme
di “collaborazione”, danneggerebbe la vita lavorativa di quasi tutte le persone coinvolte,
e non solo, ma sarebbe la causa di una insoddisfazione che farebbe emergere
frustrazioni che riguarderebbero anche la loro vita privata (come fra l'altro afferma
Thompson, 1967: 281, quando si riferisce agli aspetti sociali dell'amministrazione). Da
tale esito, si deduce che le relazioni interpersonali sono state difficili e non si è riusciti a
stabilire un filo di comunicazione per collaborare bene, perché questa, è stata trascurata
evadendo alla necessità di creare un leale e chiaro sistema per comunicare.
Le condizioni negative di un ambiente lavorativo senza collaborazione non
rappresentano un effettivo costo per l'impresa, anche perché è difficile tradurle in
grandezza contabile. Tali condizioni negative consentono comunque di lasciare
permanentemente, che nell'impresa si formi un ambiente che pregiudica la gestione
aziendale procurando danni come:
la perdita permanente di risorse economiche senza la possibilità di individuarne
la causa,
insoddisfazione del personale percepibile nell'ambiente lavorativo attraverso la
realizzazione di un lavoro mediocre che a sua volta genera poca produttività,
il fallimento accompagnato dall'insuccesso morale e sociale delle persone
coinvolte.
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