5
Dal 1967 il nome alture del Golan si riferisce ad un area di 1.160 km2, equivalente a meno
della met di quella della Valle d Aosta, che inclu de la parte occidentale dell altipiano, una piccola
parte della valle del fiume Giordano a Nord-Est, e, piø in alto, alcune zone montagnose a Nord che
discendono verso Sud-Est dal monte Hermon. Le alture del Golan fecero parte del territorio siriano
fino al 1967, quando Israele si impadron della regione durante la guerra dei Sei Giorni. Da quel
momento l area Ł rimasta sotto occupazione israeliana. Il territorio fu difeso da Israele nel 1973,
durante la guerra dello Yom Kippur, sebbene una parte sia stata restituita alla Siria.
Attualmente la Siria continua a domandare la restituzione del territorio, sostenendo che le
alture del Golan fanno parte della regione di Quneytra2. Mentre fonti israeliane hanno affermato che
la popolazione locale sia emigrata, il governo siriano ha denunciato come gran parte dei residenti
sia stata espulsa. A partire dal 1970 sono stati costruiti nell area conquistata nuovi insediamenti
israeliani. Israele ha sostenuto il proprio diritto di restare nell area in base alla Risoluzione n. 242
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite3, che richiama a confini sicuri e riconosciuti, li beri
da minacce o atti di forza . Nel 1981 Israele ha ap plicato formalmente le sue leggi, giurisdizione e
amministrazione alle alture del Golan, con l emana zione della Legge delle alture del Golan4. Da
allora la zona Ł stata governata come parte del Distretto Nord di Israele. Questa annessione non Ł
internazionalmente riconosciuta e la Risoluzione n. 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite considera l area come parte dei Territori Occupati israeliani.
2
La regione prende il nome dall omonima citt di Qu neytra, che prima del 1967 era il capoluogo dell area del
Golan. In seguito all occupazione Quneytra fu prima catturata dagli israeliani, poi restituita alla Siria, nel 1974,
completamente distrutta.
3
La Risoluzione n. 242 delle Nazioni Unite fu adottata all unanimit dal Consiglio di Sicurezza il 22 novembre
1967, subito dopo la guerra dei Sei Giorni. In essa si afferma l esigenza di una pace giusta e duratu ra nel Medio
Oriente che si dovrebbe basare su due principi: ( I) ritiro delle forze armate israeliane dai (da) territori occupati nel
recente conflitto ; (II) cessazione di tutte le di chiarazioni e di tutte le situazioni di belligeranza e rispetto per il diritto
di ogni Stato nell area di vivere in pace dentro confini sicuri e riconosciuti. La Siria accetter la risoluzione solo nel
1972, e nel 1973 accetter la Risoluzione 338, emes sa in occasione del cessate il fuoco alla fine della guerra dello Yom
Kippur, che integra la Risoluzione 242.
4
La Legge delle alture del Golan Ł la legge israeliana che impone il governo e le leggi di Israele alla regione
del Golan. Ratificata dalla Knesset il 14 Dicembre 1981, Ł vista da molti come una sorta di annessione del territorio
occupato alla Siria, anche se il testo della legge evita di usare il termine annessione.
6
Il confronto tra Siria e Israele.
La storia dei negoziati tra Siria e Israele5, a partire dal 1948, Ł avvenuta secondo un modello
generale simile a quello dei negoziati arabo-israeliani: molte opportunit utili per la pace sono stat e
perse. In diverse occasioni, tutti i principali attori arabi nel conflitto, l’Egitto, la Giordania,
l Autorit Palestinese e la Siria, hanno presentato proposte concrete di compromesso basate
essenzialmente sul motto "terra in cambio di pace . Purtroppo Israele non Ł stato disposto a
scambiare la terra per la pace con l’Egitto fino alla met degli anni 70, e l accordo formale con la
Giordania Ł stato raggiunto nel 1994 quando re Hussein rinunci a qualsiasi rivendicazione sulla
Cisgiordania e su Gerusalemme. Anche se ovviamente ci sono questioni diverse dalla terra per la
pace tra Israele, Siria e i palestinesi, la questione territoriale Ł ancora il principale ostacolo. Data la
loro posizione infatti, le alture del Golan hanno per Siria e Israele una grande importanza strategica
nella regione: infatti a Nord il bacino dell altopiano offre un facile accesso sia alla Galilea, dalla
parte occidentale, sia a Damasco, dalla parte orientale. Prima del 1967 Israele era particolarmente
sensibile riguardo alla propria situazione topografica di inferiorit : l artiglieria siriana infatti a veva
dai settori di Hula e Tiberiade facili bersagli in territorio israeliano. Per questo motivo Israele Ł
ancora riluttante a rinunciare al vantaggio strategico conferitogli dall occupazione del 1967 del
bacino dell altopiano. Di contro la Siria considera inaccettabile la presenza israeliana in una zona da
cui i colpi di artiglieria potrebbero facilmente raggiungere Damasco. Inoltre assume particolare
rilevanza anche la questione dell approvvigionamento idrico: infatti le alture del Golan, con i suoi
fiumi, le sue falde acquifere e il lago di Tiberiade costituiscono una riserva d acqua preziosa,
soprattutto in un area geografica dove le risorse idriche non sono abbondanti6.
La posizione siriana Ł stata essenzialmente la stessa fin dalla fine degli anni 70: un accordo
di pace sotto la condizione di un ritiro di Israele dalle alture del Golan, che sarebbero state poi in
gran parte demilitarizzate, con garanzie internazionali, tra cui forse una forza di pace internazionale.
Inizialmente, il presidente siriano Hafez al Assad insistette anche sul fatto che un accordo israelo-
siriano sarebbe dovuto essere accompagnato da un accordo israeliano-palestinese. Entro la met
5
Un buon quadro riassuntivo dei negoziati tra Siria e Israele, dal 1949 al 2002, si trova in: Slater Jerome, Lost
Opportunities for Peace in the Arab-Israeli Conflict: Israel and Syria, 1948-2001, International Security, Vol. 27, No. 1
(Summer, 2002), pp. 79-106.
6
Sulla questione dell approvvigionamento idrico in Medio Oriente consiglio: Falkenmark Malin, Middle East
Hydropolitics: Water Scarcity and Conflicts in the Middle East, Ambio, Vol. 18, No. 6 (1989), pp. 350-352; Selby Jan,
The Geopolitics of Water in the Middle East: Fantasies and Realities, Third World Quarterly, Vol. 26, No. 2 (2005), pp.
329-349.
7
degli anni 90, tuttavia, la posizione siriana era evoluta: la causa palestinese fu lasciata
maggiormente in disparte, e Assad si disse disposto a includere una risoluzione del problema
dell approvvigionamento idrico e la graduale normalizzazione delle relazioni economiche e
diplomatiche con Israele, come parte di una soluzione globale. Alla fine, per , il processo di pace
israelo-siriano si aren su una questione essenzial mente simbolica, priva di rilevanza economica o
di sicurezza: si trattava infatti di una discussione sul possesso di circa 200 metri di territorio sulle
sponde del lago di Tiberiade. Si pu certamente aff ermare che la mancanza di razionalit e
concretezza, a vantaggio di una dimensione simbolica della questione, fu responsabilit del governo
siriano tanto quanto del governo israeliano. Con il crescendo della violenza israelo-palestinese dal
settembre del 2000, risult psicologicamente e poli ticamente impossibile sia per la Siria sia per
Israele anche soltanto rinnovare i negoziati, rendendo sempre piø difficile la possibilit che
potessero essere discusse importanti concessioni.
Ciononostante, negli ultimissimi anni si sono verificati diversi tentativi di riallacciamento del
dialogo, sebbene in via indiretta, tra i due Paesi. Questo processo sembra procedere a rilento, e non
Ł esente da fasi di stallo e di regressione. Secondo Jerome Slater7 non Ł nØ la sicurezza di Israele nØ
l’accesso alle risorse idriche il principale ostacolo a un eventuale accordo. Piuttosto, Ł la persistente
percezione israeliana sulle origini e le dinamiche del suo conflitto con la Siria, unita ad un estrema
attenzione al simbolismo, che deve essere superata.
In realt i temi della sicurezza e dell approvvigio namento idrico, sono altrettanto importanti.
A differenza della Siria inoltre Israele dovr fare i conti con l’opinione pubblica nazionale. Infatti i
coloni israeliani, cha abitano le alture del Golan da ormai 40 anni, non sembrano intenzionati a
lasciare quella che nel frattempo Ł diventata la loro terra. Per cui, nel caso in cui Siria e Israele
dovessero riattivarsi in negoziati di pace diretti, Ł verosimile ritenere che la lobby dei coloni e le
associazioni degli abitanti del Golan farebbero sentire la propria voce all interno della Knesset8.
Nel frattempo, il confronto tra i due Paesi continua. Risulta improbabile che una nuova guerra
si verifichi: la Siria infatti sembra preferire lo status quo al conflitto. Questo atteggiamento Ł stato
rafforzato in seguito ai fatti dell 11 settembre 2001, e in seguito alla politica antiterroristica e
preventiva degli Stati Uniti: infatti un attacco sulle alture del Golan da parte della Siria, accusata
da gran parte della comunit internazionale di sost enere alcuni gruppi identificati come terroristici,
porterebbe con maggiori probabilit ad un intervent o degli Stati Uniti a fianco dell alleato Israele.
7
Cfr. Slater Jerome, cit., pp. 105-106.
8
Si veda sull argomento: Franceschini Enrico, Giø le mani dal Golan i coloni sfidano Barak, La Repubblica,
18 dicembre 1999, p. 17.
8
In ogni caso, il disequilibrio di potenza militare tra Israele e Siria continua ad espandersi, sia
perchØ Israele spende molto di piø per le forze armate rispetto alla Siria, sia perchØ Israele ha
accesso a gran parte delle nuove tecnologie militari degli Stati Uniti. Cos , dopo l’11 settembre le
alture del Golan sono rimaste tranquille: il nuovo presidente siriano Bashar al Assad sta
continuando la politica del padre, evitando qualsiasi provocazione nella zona palestinese e
curandosi di scongiurare il pericolo che il terrorismo o la guerriglia usino il Golan come base per
attacchi contro Israele. Anche in queste condizioni, in assenza di un accordo di pace e di misure
concrete che potrebbero essere incluse per evitare futuri conflitti, il rischio di una guerra come
conseguenza di circostanze imprevedibili non pu es sere considerato improbabile. La storia della
guerra certamente dimostra che, in un contesto di relazioni ostili o contraddittorie, possono
scoppiare eventi bellici devastanti che nessuno ha cercato o voluto direttamente. L’inesorabile
diffusione delle armi di distruzione di massa rende intollerabile anche il piø piccolo rischio di
conflitto. E proprio a causa dei suoi sforzi per creare una coalizione araba contro il terrorismo, come
pure poichØ una guerra tra Siria e Israele potrebbe avere conseguenze devastanti su tutto il Medio
Oriente e, probabilmente, anche negli Stati Uniti stessi, il governo statunitense dovrebbe attuare
sforzi attivi per ottenere accordi israeliani sia con i palestinesi sia con la Siria.
L attuale presidenza Obama sembra maggiormente orientata in questa direzione rispetto
all amministrazione precedente. Tuttavia, da parte israeliana si registra un irrigidimento e una
estremizzazione della vita politica, culminata con la recente elezione a Primo Ministro di Benjamin
Netanyahu, leader del partito conservatore Likud. Le prime dichiarazioni di Netanyahu riguardo le
sorti delle alture del Golan non sembrano promettenti, anche se il neoeletto Primo Ministro si Ł
detto disponibile a riaprire il dialogo con la Siria. Continua poi la pressione esercitata sulla Siria
dall Iran, il forte alleato dal cui abbraccio Assad non pu ancora staccarsi, se non vuole rimanere
solo nella regione. I legami della Siria con l Iran, cos come quelli con Hamas ed Hezbollah,
costituiscono un forte ostacolo alla ripresa dei negoziati con Israele.
Infine la situazione interna della Siria presenta alcune complicazioni9. La Siria infatti si trova
oggi in una fase di transizione, e il sistema siriano si trova solo, nella ricerca di recuperare solidit
sul fronte interno, dove storicamente Ł piø vulnerabile. ¨ cos combattuto tra due opzioni:
accogliere le pressioni esterne, e giovarsi cos del supporto esterno per rafforzarsi internamente, o
giungere a compromessi sul fronte interno, attuando l ampliamento e la decentralizzazione del
9
Un interessante analisi sull argomento si trova in : Haddad Bassam, Syria’s Curious Dilemma, Middle East
Report, No. 236 (Fall, 2005), pp. 4-13.
9
potere. Sulla nuova situazione si Ł confrontato il decimo congresso regionale del Partito Ba th10,
svoltosi nel giugno del 2005, che ha completato la transizione del sistema con l apparente
consolidamento del potere di Bashar al Assad, rieletto segretario generale. Nei primi anni del nuovo
governo si Ł assistito ad una serie di cambiamenti nella vita politica siriana, anche se non si Ł
verificata una sostanziale apertura del sistema politico. Le istituzioni politiche sono stabili, ma
stagnanti, mentre l economia del Paese non riesce a decollare. Gli oppositori rilevano la mancanza
di libert , la corruzione diffusa, la legge marzial e in vigore e l alto numero di prigionieri politici,
che impediscono un mutamento della societ siriana. Durante un incontro con la stampa statunitense
il presidente Bashar ha replicato che: Tutti vogli ono troppo, e troppo presto. La prima cosa che ho
proposto come presidente era il cambiamento. Ma la nostra vita politica si basa su alcuni usi tribali
e politici. Non risalgono a qualche decennio fa, ma a migliaia di anni. Non Ł facile cambiare. Siamo
ancora all inizio di questo processo. Abbiamo una lunga strada davanti a noi . 11
E una lunga strada, in ultima analisi, sembra separare ancora Siria e Israele da una
ricomposizione del conflitto e dalla soluzione della questione del Golan. Tuttavia non mancano
elementi a favore di un tale processo, elementi in grado di spingere Siria e Israele a percorrere
questa lunga strada, e a raggiungere ci che tutti i popoli si augurano, e, in realt , dovrebbero aver e:
la pace e la sicurezza. A noi non resta che analizzare la questione, dalla sua nascita fino ai suoi piø
recenti sviluppi, in modo tale da trarne, per quanto Ł possibile, degli spunti per una futura soluzione.
10
Il Ba th Ł il partito socialista fondato nel 1953 dal siriano Michel Aflaq allo scopo di raggruppare in un’unica
nazione tutti gli Stati arabi del Medio Oriente. ¨ al potere in Siria dal 1963 e in Iraq dal 1968 al 2003. Per una storia del
consolidamento del Ba th in Siria consiglio: Galvani John, Syria and the Baath Party, MERIP Reports, No. 25 (Feb.,
1974), pp. 3-16.
11
La citazione Ł riportata e tradotta da: Galletti Mirella, Storia della Siria contemporanea: popoli, istituzioni e
cultura, Bompiani, Milano 2006, p. 93.