V
che dalla strage di Piazza Fontana arrivarono fino alla strage di via Fani, culminando con il
sequestro e l�uccisione di Aldo Moro, non erano la sola opera della bande criminali disseminate sul
territorio che, in genere, si dimostravano come affidabili esecutori materiali, ma di un potere
violento e disposto a tutto, ben saldo e protetto nelle poltrone degli edifici settecenteschi, tra tele
prestigiose e affreschi dall�inestimabile valore storico. Tra interdipendenze e relazioni cosi difficili
da definire, vanno ricercati mandanti, collaboratori, mediatori e mani armate. Pecorelli ha finito per
lasciarci la pelle, lui parlava troppo, lui sapeva troppo, era un moto perpetuo di informazioni velate
che, una sera di marzo, si � interrotto, trivellato da quattro proiettili. Lo dimostrano le note al veleno
che apparivano sulla sua creazione mediatica, OP-Osservatorio Politico Internazionale (prima
agenzia di stampa poi rivista settimanale), indirizzate alle pi� eminenti personalit� dell�Italia
istituzionale, militare e finanziaria. Un uomo cos� ben inserito, che aveva accesso a documenti
segreti e nascosti, non possiamo (seguendo il filo logico) considerarlo estraneo alla scena nazionale
fin qui brevemente esposta. Anche lui, come gli altri, faceva parte o ne era espressione (non � stato
mai chiarito se volontaria o inconsapevole), di quel sottobosco politico, di quei poteri occulti che,
come abbiamo gi� detto, rappresentano le cause dei mali italici. Per questo, l�elaborato non vuole
elogiare o riabilitare Pecorelli (se mai sia stato disabilitato) ma vuole, come enunciato nelle prime
righe, delineare un quadro della sua vita e della sua attivit� all�interno degli anni pi� bui della
recente storia tricolore e, allo stesso tempo, non lo nego, commemorare la sua figura e la sua
personalit�, certo non studiata nello specifico come quella di altre vittime degli Anni di Piombo.
Partir�, per tessere i fili di questo ingarbugliato enigma, dalla figura stessa del Pecorelli, dalla sua
vita di paesano (anche se benestante) alla sua esperienza professionale di giornalista, con uno
sguardo (doveroso anche se non fondamentale) tra le carte dei tribunali che avevano in carico
l�inchiesta sul suo delitto. Conclusa questa parte, l�obbligo � quello di analizzare le righe dello
scapestrato e impavido giornalista, il suo verbo allusivo e ammiccante, il suo prodotto denso di
riferimenti ai �segreti e segretissimi� affari di stato, la sua rivista luccicante e patinata che, per la
prima volta, compariva nelle edicole, pronta per entrare nelle case a rivelare le oscure (e oscene)
trame del tricolore. Qui, c�� quindi tutto il Pecorelli, la vita e le opere. Ma la mia voglia � quella di
saperne di pi�, di capire come questa vita si sia intrecciata con altre, sempre (e ci mancherebbe)
sullo sfondo dello stato (pi� che della societ� civile). Ecco allora tutti quei personaggi e quegli
organismi che hanno fatto la recente storia d�Italia: Andreotti, Servizi Segreti, Rovelli, Gelli, Aldo
Moro, Italcasse, Caltagirone, Ambrosoli, Banda della Magliana, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Cosa
Nostra, Gladio, Usa, Urss, Medio Oriente e cos� via. E, come disse Henry Kissinger, l�ex segretario
di stato americano ai tempi della presidenza Nixon, �L�Italia � un Paese di molti misteri, ma di
nessun segreto�. Noi gli crediamo.
VI
Capitolo 1
Carmine Pecorelli: una biografia.
�Chi lotta pu� perdere, chi non lotta ha gi� perso�
Ernesto Rafael Guevara De la Serna (1928-1967)
�Roma � l�esempio di ci� che accade quando i monumenti di una citt� durano troppo a lungo�
Andy Warhol (1928-1987)
VII
1.1 Un signorotto di paese, avvocato e giornalista
Carmine Pecorelli nasce a Sessano Campano, un paesino di campagna vicino ad Isernia, il 14
giugno del 1928. Figlio di un farmacista, l�ultimo rampollo di una benestante famiglia
dell�entroterra italiano. A 10 anni, con un amico, era partito in bicicletta da Velletri perch�
intendeva arruolarsi volontario per la guerra d�Albania. La sua famiglia inizi� una ricerca
esasperata, conclusa al comando della Polizia al porto di Napoli. Ancora quindicenne, si era
arruolato nell�esercito polacco di liberazione in Italia, era alla ricerca di sua madre che, nel
frattempo, si era dovuta trasferire a Roma. Fece la staffetta nella battaglia di Montecassino, alla fine
della guerra ricevette la medaglia al valore dal generale Wladislav Anders
1
, capo dell�esercito
polacco. La storia di Mino (cos� era conosciuto), inizia nei primi anni del dopoguerra, quando
decise di tentare la fortuna a Roma con pochi mezzi e tante ambizioni. Dalle testimonianze dei
pochi amici, che con lui avevano condiviso l�infanzia e l�adolescenza, si intuisce come sotto l�abito
del giornalista spregiudicato e senza scrupoli, si nascondessero in realt� la presunzione e
l�entusiasmo del provinciale, vagiti di una personalit� che doveva affrontare uno scenario ben pi�
grande rispetto a quello abituale. Era superstizioso e credeva agli oroscopi. Nato sotto il segno dei
Gemelli, il suo giorno fortunato era il marted�. Per� di mercoled�. La sua stella lo descrive come
generoso, portato alle lettere e ai viaggi, furbo, incostante e prudente in amore, predisposto agli
esaurimenti nervosi e ai mal di testa
2
. Questo fu il suo pi� grande cruccio, un male che lo
accompagn� durante tutta la sua esistenza: soffriva di crisi di emicrania, violentissime e ricorrenti.
Nelle fasi acute, subiva fino ai tre o quattro attacchi al giorno, aveva consultato specialisti svizzeri,
ma nessun medico era riuscito a capire l�origine di quella fastidiosa patologia. Qualche eminenza
ospedaliera avanz� un�ipotesi: morbo di Orthus, un tipo di emicrania capace di procurare dolori
lancinanti, simili per intensit� alle doglie del parto. Poco tempo prima di morire, la sorella Rosita lo
trov� riverso e dolorante sul letto, soffriva cos� tanto che aveva deciso di farla finita, disse: �Non ce
la faccio pi� a sopportare questi dolori, se continua cos� mi ammazzo�
3
. Dei suoi misteriosi e mai
accertati rapporti con Giulio Andreotti, resta solo un cordiale biglietto nel quale il presidente
consigliava al giornalista il nome di un farmaco per l�emicrania, ultimo dei tanti rimedi provati.
Interrogato il 25 maggio 1993 dal sostituto procuratore della repubblica Giovanni Salvi, il senatore
a vita tra l�altro dichiara: �Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, onorevole Evangelisti,
1
��si era arruolato nel contingente degli alleati attivo nella zona, quello anticomunista e ultracattolico��,
in a cura di Sergio Flamigni, Dossier Pecorelli, pp 7, Kaos Edizioni, 2005.
2
Rita Di Giovacchino, Scoop Mortale. Storia di un giornalista kamikaze, pp 32, Tullio Pironti Editore,
Napoli, 1994.
3
Ibidem, pp 33
VIII
mi disse che aveva trovato Pecorelli quasi sconvolto dal mal di testa, di cui soffriva abitualmente;
poich� io stesso soffro da anni di emicrania, gli inviai un medicinale che per me era di sollievo,
augurandogli di poterne trarre giovamento. Mi rispose con una lettera molto cordiale,
descrivendomi tutti i sintomi del suo mal di testa�. Pecorelli era un provinciale di buona
educazione, dal passato avventuroso. Si diploma a Roma, si laurea in Giurisprudenza all�Universit�
di Palermo. Torna nella capitale dove inizia una collaborazione presso uno studio di avvocati, dopo
qualche tempo apre la sua attivit� rivolta essenzialmente all�ambito delle procedure fallimentari.
L�indirizzo � noto: via Tacito 50, a pochi metri dalla futura redazione di OP. �Venivano a Roma i
nostri paesani di Sessano per farsi curare gli affari da Mino�, racconta la sorella Rosita �lui era
molto generoso e disponibile. D�altra parte gli unici e veri amici sono rimasti quelli del paese, dove
voleva tornare una volta conclusa la sua attivit��
4
. Mino si accorse fin da subito di non amare quel
mestiere, fece giusto in tempo a imparare i complicati meccanismi dei crack finanziari, a capire
quegli intrecci politico � economici che gli vennero utili nel momento in cui si trov� a scrivere dei
grandi scandali. Conobbe alcuni magistrati e colleghi del Tribunale (che era a due passi dal suo
studio), entr� per la prima volta in contatto con le scabrose connessione tra politica e affari.
Frequent� il palazzo di giustizia romano, noto come �Porto delle nebbie� per via della propensione
ad insabbiare le inchieste pi� scottanti. Il giornalista aveva avuto due figli da due donne diverse. Il
primogenito, Stefano, mor� tragicamente in un incidente in moto agli inizi degli anni �80. Il pi�
piccolo, Andrea, era nato dalla relazione con una bellissima signora romana, Maria Della Peruta.
�Ogni volta che conosco una donna, in senso biblico, finisco per sentire la necessit� di costruire con
lei un nuovo nido, di metter su famiglia�
5
, confidava agli amici.
4
Francesco Pecorelli e Roberto Sommella, I Veleni di OP. Le notizie riservate di Mino Pecorelli, pp 19,
Kaos Edizioni, 1995.
5
Rita Di Giovacchino, Scoop Mortale. Storia di un giornalista kamikaze, pp 33, Tullio Pironti Editore,
Napoli 1994.
IX
1.2 Mondo d�Oggi e la Pro Deo
L�ingresso ufficiale nel mondo giornalistico � datato 1967, quando fu assunto nella redazione di
�Mondo D�Oggi�, prima mensile poi settimanale considerato di destra e vicino ai servizi segreti.
Pecorelli divenne socio dell�editore Leone Cancrini e, attraverso il neofascista Eggardo Beltrametti
(esperto militare del giornale) entr� in confidenza con il capo di Stato maggiore dell�esercito, il
generale Giuseppe Aloja. Il giornale era diretto da Paolo Senise e, a capo della redazione milanese,
c�era Nino Pulejo, un ex repubblichino che nel 1945 aveva nascosto in casa Junio Valerio
Borghese
6
, capo della X Mas
7
, per sottrarlo alla giustizia partigiana. In coincidenza con l�arrivo di
Pecorelli, il foglio di �politica, attualit� e cronaca� avvi� una spregiudicata campagna scandalistica,
accusando prima il petroliere Attilio Monti di evasione fiscale e di contrabbando di prodotti
petroliferi, e quindi, nel 1968, pubblicando documenti provenienti dal SID (Sistema Informativo di
Difesa) dai quali risultava che due deputati del PSI, Giovanni Pieraccini e Achille Corona, avevano
ricevuto finanziamenti dal SIFAR (Servizio Informativo Forze Armate). Qualche mese dopo,
�Mondo D�Oggi�, diede il via ad una nuova campagna prendendo di mira l�universit� domenicana
�Pro Deo� di Roma, punto di incontro di industriali, alti prelati e funzionari della Cia. Il settimanale
pubblic� una foto che ritraeva il rettore, padre Felix Morlion, in compagnia dei ministri Dc
Armando Spataro e Mariano Rumor e di alcuni agenti del servizio segreto americano, con una
�anticipazione� di quanto contenuto nel numero successivo: �Affari, sesso e devozione:
un�esclusiva mondiale. Dal prossimo numero Mondo d�Oggi informer� l�opinione pubblica dei
risultati di un�attenta e documentata inchiesta che coinvolger� la Gestapo nazista e la Cia
americana, il Vaticano e i servizi segreti di tre paesi della Nato, la Fiat, la Montecatini, la Michelin,
la Bata C, Mary Luce e l�Ordine dei Domenicani. Pubblicheremo le fotografie e le lettere di uomini
politici ritenuti intoccabili. Vi mostreremo i documenti riservati del Dipartimento di Stato e degli
uffici speciali che hanno raccolto l�eredit� dell�Ovra. Tutta la nostra documentazione � stata
riprodotta in triplici esemplari depositati presso una banca estera, un notaio e un fiduciario del
gruppo editoriale�
8
. Ma il lettore non pot� saperne di pi�, lo scoop annunciato non ebbe seguito,
l�inchiesta non venne pubblicata e �Mondo d�Oggi� chiuse i battenti. L�Ufficio Affari riservati del
Ministero degli Interni, infatti, si era subito mobilitato, operando pressioni attraverso Pecorelli. Un
argomento fu convincente: lo stato debitorio della rivista. Il direttore Senise, ricevette i fondi
6
��Roma 1906-Cadice 1974, Comandante di Corvetta della Marina Militare Italiana��,
www.marina.difesa.it
7
Flottiglia della Marina Militare Italiana attiva dal 1939 al 1943, www.marina.difesa.it
8
Rita Di Giovacchino, Scoop mortale. Storia di un giornalista kamikaze, pp. 34 e 35, Tullio Pironti Editore,
Napoli 1994.
X
necessari a ripianare i debiti, in cambio, l�Ufficio Affari Riservati aveva preteso e ottenuto un
impegno scritto, firmato davanti ad un notaio, che vincolava i giornalisti del settimanale a non
pubblicare il materiale in questione per almeno cinque anni. Il problema cess� fin dall�inizio, infatti,
�Mondo d�Oggi�, sospese le pubblicazioni. La vicenda �Pro Deo� verr� riproposta da Pecorelli in
uno degli ultimi numeri di Op. Per alcuni, sar� proprio questo uno dei possibili moventi
dell�omicidio. Anni dopo, la rivelazione del settimanale avr� varie conferme. Nell�archivio di
Montevideo (Uruguay) del Venerabile Licio Gelli, verr� trovato un fascicolo dedicato a Padre
Morlion che attestava l�attivit� spionistica del prelato come capo di un�organizzazione di servizi
informativi dipendente dagli Stati Uniti, di cui l�universit� �Pro Deo� era la copertura. Nel febbraio
2001, sul periodico �Chiesa Viva�, sotto il titolo �L�associazione internazionale �Pro Deo� una
istituzione massonica?� il sacerdote Luigi Villa scriver� che il generale William Donovan, direttore
dell�Oss (Ufficio dei Servizi strategici americani) �poco dopo l�entrata in guerra dell�America si
accord� con padre Felix Morlion, fondatore di un servizio segreto cattolico europeo, la �Pro Deo�,
con base a Lisbona. Sotto gli auspici di Donovan, l�associazione trasfer� il suo quartier generale a
New York, e l�Oss inizi� a finanziarne le operazioni. Quando Roma venne liberata, nel 1944,
Donovan e Morlion portarono la �Pro Deo� in Vaticano. L�, l�organizzazione era maggiormente in
grado di ottenere informazioni dai sacerdoti cattolici�
9
. Fu nel breve periodo di �Mondo d�Oggi�
che Pecorelli scopr� di avere il pallino dello scoop, della notizia in esclusiva da far esplodere sulle
teste dei malcapitati soggetti chiamati in causa. �La notizia gli procurava una sorta di orgasmo, gli
brillavano gli occhi, si metteva alla macchina da scrivere dimenticando tutto�, ricorda Paolo Patrizi,
uno dei pi� stretti collaboratori di Mino. L�esperienza nel settimanale fu, per lui, un trampolino di
lancio. Strinse molte amicizie, alcune durarono poco altre segnarono un passo importante nel suo
curriculum. Le rivelazioni sulla Pro Deo e le indagini precedenti, fecero conoscere a Pecorelli la sua
prima ottima fonte: monsignor Carlo De Angelis (sarebbe stato lui a consegnargli una cassa con lo
scottante materiale mai pubblicato). Poco tempo dopo la chiusura di �Mondo d�Oggi�, il 22 ottobre
1968, venne registrato presso l�ufficio stampa del Tribunale di Roma, al n. 12418, l�agenzia di
stampa OP � Osservatorio Politico Internazionale (il cui nome coincideva con l�acronimo di �ordine
pubblico�, locuzione dalle molte accezioni negli ambienti frequentati
10
), con sede in via Tacito 90.
9
Sergio Flamigni (a cura di), Dossier Pecorelli, pp 10, Kaos Edizioni, 2005.
10
It.wikipedia.org/wiki/Carmine Pecorelli