3opportunità. Ma il sistema sportivo che si sta sviluppando a quale modello occidentale si
dovrebbe ispirare?
Come sappiamo in Europa e negli Stati Uniti viggono modelli sportivi molto differenti
sia in termini gestionali che valoriali. Nel complesso lo sport europeo presenta modelli di
gestione economico aziendali ancora parziali e limitati, con orizzonti business molto
lontani rispetto ai modelli utilizzati negli Stati Uniti dove si hanno regole ben precise che
permettono la condivisione degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti, dal
merchandising congiunto e dalla vendita collettiva dei diritti di broadcasting con lo
scopo di controllare i ricavi provenienti dalle competizioni sportive. Le differenze tra i
modelli sportivi sono anche in termini valoriali e risiedono nelle origini dello sport
infatti, queste differenze nascono all’epoca della rivoluzione industriale, quando lo sport
moderno è nato. In effetti in Europa si era sviluppata la tesi secondo la quale il
professionismo sportivo rappresentava la degenerazione dello sport e che esso sarebbe
dovuto restare amatoriale. Questa tesi era fortemente sostenuta dalla nobiltà che si
distanziava dallo sport del popolo che invece divenne professionista. Negli USA queste
strutture della società tradizionalista, che nell’Europa dell’Ottocento e del primo
Novecento erano ancora presenti, non sono mai esistite e ha permesso allo sport di
svilupparsi liberamente divenendo quasi da subito professionistico a volte, mettendo da
parte, gli aspetti valoriali dello sport. A prescindere dal modello sportivo in questione lo
sport, da quando è divenuto sport di massa, ha ricoperto anche la funzione di catalizzatore
per l’ integrazione sociale. Spesso ha aiutato ad appianare le differenze etniche e culturali
ma è stato utile anche per sviluppare l’identità e lo spirito di appartenenza alle nazioni.
Vista l’alta valenza sociale dello sport nello sviluppo e nell’identità di una nazione, il
governo di Dubai tramite,il Dubai Sport Council, ha varato nell’anno passato, proprio
per incoraggiare l’integrazione sociale, un piano strategico per coinvolgere maggiormente
la comunità locale nell’attività sportiva. Molti club sportivi tra i quali citiamo l’Al Nasr
Club, hanno iniziato ad implementare le proprie strutture per poter accogliere al meglio
nuovi iscritti e coinvolgere un maggior numero di fan e appassionati di sport. Sempre a
Dubai sono oltretutto in costruzione importanti complessi sportivi come la Dubai Sport
4City, una vera e propria città dello sport, dove la comunità avrà la possibilità di vivere lo
sport quotidianamente. Allo stesso tempo continua ad essere centrale l’organizzazione di
eventi sportivi che dovranno continuare ad attrarre turismo sportivo ma allo stesso
tempo dovranno dare maggiori opportunità di svago ed incontro alla comunità di
Dubai. È evidente quindi come lo sport debba collocarsi nell’ambito dello sviluppo di
Dubai sia come fonte di intrattenimento e spettacolo, proponendo eventi sportivi
innovativi ma anche e soprattutto, come momento di aggregazione ed integrazione
sociale. Nel primo capitolo del presente elaborato, dopo un’ introduzione sugli Emirati
Arabi Uniti e su Dubai con lo scopo di fornire un quadro generale sulla situazione socio-
economica e politica vigente,si procederà ad una attenta analisi riguardo il ruolo delle
sponsorship negli eventi sportivi e verranno evidenziati gli sport di maggiore interesse
per la comunità. Nel secondo capitolo verranno illustrate la metodologia di ricerca basata
sul case study che ha permesso di ricavare dati importanti riguardo la realtà oggetto di
studio, sulla quale successivamente è stato costruito un piano di intervento attraverso
uno studio di fattibilità, sia per l’organizzazione di un evento sportivo che per
l’implementazione dell’impianto sportivo del Al Nasr Club. Nel terzo capitolo è stato
preso in esame il Dubai Sport Council, organo governativo deputato al controllo delle
attività sportive a Dubai ed in particolare del ruolo e delle problematiche che dovrà
affrontate. Si analizzerà successivamente “First Strategic Document”, emanato proprio
dal Dubai Sport Council, che consiste in un piano strategico nel quale si tracciano le linee
di sviluppo dell’industria sportiva a Dubai. In seguito in base agli obiettivi indicati nel
First Strategic Document verrà illustrato uno studio di fattibilità per l’organizzazione di
un evento sportivo intitolato“Dubai Fencing Challenge”. Nel quarto capitolo sempre,
secondo la metodologia del Case Study, è stata effettuato preso in esame l’ Al Nasr Club,
il club di calcio più antico di Dubai, fondato nel lontano 1945, evidenziando le ragioni
delle problematiche che lo affliggono. Successivamente tramite uno studio di fattibilità, è
stata formulata una proposta di implementazione dell’impianto sportivo del club , con lo
scopo di far crescere la popolarità del circolo, di aumentare il numero degli iscritti, di
coinvolgere maggiormente la comunità locale ed infine di raggiungere standard
5accettabili di efficacia ed efficienza in ambito gestionale, come richiesto dal Dubai Sport
Council.
Nel quinto capitolo sono indicate alcune riflessioni e conclusioni ricavate dall’analisi
della realtà oggetto di studio .
6CAPITOLO I: ANALISI DEL CONTESTO SOCIO ECONOMICO E RUOLO
DELLO SPORT
1.1 Introduzione su gli Emirati Arabi Uniti , Abu Dhabi e Dubai
Gli UAE sono stato ricco di petrolio situato nel sud-est della penisola araba,nell'Asia sud-
occidentale,e composto da sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-
Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. La nazione confina con Oman e Arabia Saudita.Gli
Emirati Arabi Uniti sono stati formati da un gruppo di sceicchi tribali della Penisola
araba, lungo il litorale del sud del Golfo Persico e il litorale nordoccidentale del golfo
dell'Oman. La zona ha accolto l'Islam nel VII secolo. Era famosa per essere abitata da
molti compagni del profeta Maometto.Più tardi, durante il XVI secolo, parte dell'area
cadde sotto l'influenza diretta dell'Impero Ottomano. Da allora la regione è stata
conosciuta come "Costa dei Pirati" a causa dell'attività depredatoria delle popolazioni
costiere; gran parte delle tribù arabe si dedicava, infatti, al saccheggio delle navi
mercantili che passavano nel Golfo Persico, malgrado navi europee e arabe le
perlustrassero. Altre attività della popolazione erano la pesca e la raccolta di perle.
Nel 1820 un primo trattato di pace fu firmato dal Regno Unito con tutti gli sceicchi del
litorale. Le incursioni però continuarono in maniera intermittente. Nel maggio 1853 gli
sceicchi firmano un nuovo trattato con il Regno Unito, che si fece carico della protezione
militare e di regolare le dispute fra gli sceicchi; gli "Stati della Tregua" (Trucial States)
diventarono così un protettorato del Regno Unito. Nel 1955, il Regno Unito sostenne Abu
Dhabi nella sua disputa con l'Oman circa l'oasi di Buraimi e un altro territorio al sud. Ci
fu un accordo del 1974 fra Abu Dhabi ed Arabia Saudita sui confini di Abu Dhabi;
l'accordo, tuttavia, è stato annullato nel 2006 non essendo mai stato riconosciuto
formalmente dal governo saudita. Il confine con l'Oman rimane ufficialmente non fissato:
i due governi acconsentirono di delinearlo nel maggio 1999 e l'accordo sui confini è stato
firmato e ratificato con l'Oman nel 2003 ma ancora non è stato pubblicato. Nel 1968, il
Regno Unito annunciò la decisione, riaffermata nel marzo 1971, di concludere i rapporti
del trattato con i sette Stati che erano stati, insieme al Bahrein ed al Qatar, sotto
7protezione britannica. I nove Paesi tentarono di formare un'unione di emirati arabi senza
riuscirci; la data di termine del rapporto con i britannici coincideva con la fine del 1971.
Il Bahrain diventò indipendente in agosto ed il Qatar nel settembre del 1971. Quando il
trattato tra Regno Unito e gli "Stati della tregua" giunse al termine, il 1° dicembre 1971,
questi ultimi diventarono completamente indipendenti. Il 2 dicembre 1971 sei di loro
istituirono un'unione politica denominata Emirati Arabi Uniti. Il settimo, Ras al-Khaima,
vi si associò all'inizio del 1972. Nel 1990-91 gli Emirati Arabi Uniti inviarono le loro
forze armate nel Kuwait durante la Prima Guerra del Golfo. Il 2 novembre 2004 muore il
primo ed unico presidente, Zayed bin Sultan Al Nahyan. Gli succede il primo
figlio, Khalifa bin Zayed Al Nahayan, scelto dal Consiglio Supremo. I singoli Emirati,
secondo la loro Costituzione, conservano una considerevole autonomia politica, giuridica
ed economica pertanto il loro “congresso”, il Consiglio Federale Nazionale, è un organo
esclusivamente consultivo, avendo il Governo di ogni Emirato potere legislativo sulla
maggior parte delle questioni. L'Iran e gli Emirati Arabi Uniti si disputano le isole Tunb e
l'isola di Abu Musa, che l'Iran di fatto comunque occupa fin dall'età pahlavide.
Il petrolio è la principale fonte economica degli Emirati Arabi Uniti ed è il componente
essenziale del loro PIL. Il petrolio fu scoperto ad Abu Dhabi nel 1958 e a Dubai nel 1966;
anche se sono presenti piccole quantità di idrocarburi a Sharjah e Ras al-Khaimah, il 90%
delle riserve è ad Abu Dhabi. Si stima siano presenti riserve per più di 100 anni. Gli
introiti hanno fatto prosperare il Paese al punto che la città più importante, Dubai, è
considerata la "New York" del Golfo Persico". Attualmente presso Dubai sono in fase di
ultimazione tre sistemi di isole e penisole a forma di palma (le Palm Islands: "The Palm
Deira" in costruzione,"The Palm Jumeirah", già realizzata, e "The Palm Jebel Ali", in
costruzione) ed una sorta di rappresentazione in scala del mondo costituita da una miriade
di isolette artificiali (The World), che aspirano ad essere una "colonia di multimilionari
turisti facoltosi”.
Ordinamento dello Stato
Gli Emirati Arabi Uniti sono una Monarchia Assoluta Federale. Capo Assoluto è il
Presidente della Federazione cooptato per 5 anni dal Consiglio Supremo della