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più limpido. Tu puoi anche offrire a chi è stato colpito dal dolore una salutare
diversione alle sue pene mentre ai felici tu permetti di gustare la pienezza della gioia di
vivere.
O sport, tu sei la Fecondità! Tu tendi per vie dirette e nobili al perfezionamento della
razza distruggendo i germi maligni e correggendo le tare che la minacciano nella sua
indispensabile purezza. E tu ispiri all‟atleta il desiderio di vedersi crescere intorno figli
vivaci e robusti che gli succedano nell‟arena e riportino a loro volta lauri giocondi.
O sport, tu sei il Progresso! Per poterti bene servire, bisogna che l‟uomo si renda
migliore nel corpo e nell‟anima. Tu gli imponi l‟osservanza di un‟igiene superiore, tu
esigi che egli si guardi da tutti gli eccessi. Tu gli insegni le regole sagge che daranno al
suo sforzo il massimo d‟intensità senza compromettere l‟equilibrio della sua salute.
O sport, tu sei la Pace! Tu stabilisci rapporti sereni fra i popoli avvicinandoli nel culto
della forza controllata, organizzata e signora di sé. Per mezzo tuo la giovinezza del
mondo impara a rispettarsi e così la diversità delle personali caratteristiche diviene la
sorgente di una generosa e pacifica emulazione.”1
Si tratta dell‟Ode allo sport, opera letteraria che ha vinto un premio nel 1912 durante i
Giochi Olimpici di Stoccolma, rappresentando la visione dello sport al tempo.
L‟opera venne attribuita a due scrittori, un francese ed un tedesco, ma in realtà si pensa
che il vero autore sia stato lo stesso barone de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici
moderni.
Lo sport è cambiato molto nel corso degli anni, ha assunto nuovi connotati e diversa
importanza, mentre lo stesso termine è stato introdotto in Italia nel corso del XX secolo
e si pensa derivi dalla parola italiana “diporto”; che stava ad indicare le imbarcazioni e i
velivoli di uso non commerciale, a sua volta proveniente dal francese “desport”, svago o
divertimento.2 Con sport si indica l‟insieme di attività mentali e fisiche che si compiono
allo scopo di migliorare l‟apparato psico-fisico umano, e di intrattenere allo stesso
1
Stefano Jacomuzzi, Storia delle Olimpiadi, Einaudi, Torino 1976 pp. 82-83
2
"Sport." Microsoft® Encarta® 2007 [DVD]. Microsoft Corporation, 2006.
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tempo chi lo pratica e chi invece ne è spettatore. Esistono vari tipi di sport, in ragione
del fatto che può essere praticato singolarmente oppure in gruppo, senza alcun fine
agonistico oppure al contrario a fine agonistico (volendosi confrontare con altri).
Molti sport possono richiedere l‟utilizzo di una particolare attrezzature, mentre altri non
richiedono nulla, come ad esempio la corsa, e vengono praticati soprattutto nei paesi più
poveri dove non ci sono grandi possibilità per poter avere a disposizione attrezzi.
Negli ultimi anni le discipline sportive riconosciute, si sono moltiplicate a vista
d‟occhio, e sembra che questo non sia destinato a finire poiché si approfitta di qualsiasi
passatempo in cui si fa movimento per farne poi uno sport.
Fin dai tempi antichi ci sono testimonianze di quanto lo sport fosse considerato in tutte
le civiltà nonostante assumesse caratteri diversi, e tutto ciò si rispecchia nella realtà
attuale contrapponendo a paesi con maggiori tradizioni sportive, in cui lo sport ha un
valore fondamentale nell‟educazione dell‟individuo, paesi in cui prevale soprattutto il
confronto tra individui. Lo sport ha trovato la sua maggiore espressione nei Giochi
Olimpici, che ebbero radici molto lontane, dato che, i primi Giochi della storia
risalirebbero al 776 a.C., in cui in più giorni si tenevano gare di corsa, concorsi pubblici
e combattimenti, ad Olimpia, in Grecia. Si trattava di una manifestazione molto
apprezzata dal pubblico che ciclicamente si ripeté per molto tempo ma poi venne
abbandonata e ripresa solo nell‟Ottocento, per idea del barone De Coubertin, che nel
1892 espose il suo progetto di far rinascere, anche se in versione ormai moderna, questa
antica pratica dei Giochi Olimpici. Nel tempo, le Olimpiadi, hanno dato un importante
contributo alla diffusione su scala mondiale dello sport a livello agonistico, tanto che
per le diverse discipline si organizzano ormai veri e propri calendari di questi eventi
che, anche a livello mediatico, coinvolgono un pubblico sempre più vasto.
Molte discipline prima conosciute solo in alcuni Paesi, ad esempio quelli nordici, si
diffusero poi su più vasta scala, tanto che dal 1924, accanto ai Giochi Olimpici che si
svolgevano solitamente durante il periodo estivo, vennero affiancati i Giochi Olimpici
invernali, con sport che si praticavano sulla neve e nel ghiaccio.
Oltre alle Olimpiadi, un evento sportivo che coinvolge ancora di più è la Coppa del
Mondo di calcio, sport che trova la sua origine nei paesi anglosassoni; viene organizzata
ogni quattro anni a partire dal 1930 in cui si ebbe la prima edizione.
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Attraverso un torneo di qualificazione che dura per qualche anno, vengono selezionate
le migliori squadre nazionali di calcio che poi si confronteranno per stabilire il
Campione del mondo, titolo che attualmente vanta l‟Italia grazie alla vittoria nei
Mondiali del 2006. Vi sono poi anche altri campionati importanti che riguardano il
ciclismo, con l‟organizzazione del Tour de France e del Giro d‟Italia, il tennis con
“Winbledon”, la vela con la Coppa d‟America ed i campionati mondiali di rugby,
cricket, moto, etc …
Oggi lo sport sta sempre più dimenticando quelli che sono i valori originari per
diventare esclusivamente una macchina economico-mediatica, in cui l‟importante è
avere un numero maggiore di sponsor, premi sempre più prestigiosi per attirare più
atleti, puntando al grande “spettacolo” e perdendo di vista l‟aspetto più puramente
sportivo; così che tutto ciò sta diventando soprattutto mezzo di propaganda politica,
ideologica e nazionalista. Partendo proprio dai Giochi Olimpici, lo scopo di questa tesi
sarà quello di analizzare come sia cambiato lo sport, quali nuovi valori abbia assunto e
quali valori potrà assumere in futuro a seguito della sempre più ampia interpenetrazione
di quest‟ultimo con la politica e la propaganda mediatica.
Molti sono i problemi che il mondo sportivo si trova oggi a dover affrontare, e tutto ciò
rivela una notevole distanza di ciò che è oggi lo sport rispetto a quello che era il
progetto originario di De Coubertin, la solidarietà e l‟unione tra i popoli e i Paesi del
mondo. Quello che era nato col preciso intento di unire, sembra aver in realtà più
operato per dividere in passato, e anche al giorno d‟oggi, perché si è perso di vista
quello che di fondo è il valore fondamentale dello sport: lo stare insieme e mettersi alla
prova col fisico e le energie nervose; indipendentemente dagli altri aspetti di varia
natura che possono sussistere.
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CAP.1
Dalle Olimpiadi antiche alle Olimpiadi moderne
1.1 I Giochi antichi
Nella Grecia antica, l‟educazione della gioventù era un obiettivo tenuto in grande
considerazione da parte dei governanti e, quindi, erano presenti luoghi pubblici in cui si
svolgevano esercizi per formare il corpo e perfezionare la mente.
Per rendere i giovani vigorosi e robusti e prepararli a sostenere oltre alle fatiche della
guerra, anche le fatiche derivanti dalle battaglie della vita, erano molto in uso giochi e
sfide periodici. Il momento sportivo diventò quindi parte integrante dell‟educazione,
anche se il termine sport non esisteva nel vocabolario greco e a noi è arrivato, come si
diceva, dal francese “disport”, che derivava a sua volta dal termine antico “desport”, col
significato di divertimento o ricreazione. I greci indicavano le loro attività con
l‟espressione gymnastique (derivante da gymnos, nudo) poiché tra gli atleti era solito
confrontarsi completamente nudi, oppure con athlon (sforzo, lotta), o ancora con agon
(lotta, concorso, emulazione), tutti termini da cui sarebbero poi derivati aggettivi italiani
come agonistico e atletico. Eroi mitici dell‟antichità, tra i quali Ercole, Polluce e Teseo
furono considerati gli ideatori di questi giochi, ai quali si aggiungevano frequentemente
grandi poeti che celebravano le lodi di coloro che vincevano.
Sorsero in seguito istruttori pubblici di questi esercizi, che, spesso, davano mostra della
propria arte attraverso delle sfide atte a intrattenere piacevolmente gli spettatori,
costituiti all‟inizio da allievi e, poi, anche da estranei all‟attività di sforzo fisico.
I giochi dell‟antica Grecia vennero divisi dagli storici in due gruppi: i giochi Panellenici
ed i giochi Panatenaici. I primi comprendevano i Giochi Olimpici, i Giochi Pitici, i
Giochi Istmici e i Giochi Nemei. I Giochi Olimpici si svolgevano ad Olimpia in onore
di Zeus: erano i più antichi e prestigiosi ed il premio per la vittoria era una corona di
olivo selvaggio. I Giochi Pitici si svolgevano, invece, a Delfi in onore di Apollo ed
erano i più prestigiosi dopo quelli di Olimpia ed il cui premio era una corona di alloro.
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I Giochi Istmici venivano organizzati ogni due anni ad Istmo in onore di Poseidone, con
premio per la vittoria una corona di pino; i Giochi Nemei, infine, si tenevano a Nemè,
anch‟essi in onore di Zeus, con premio una corona di foglie di sedano.
I Giochi Panatenaici, facevano parte, invece, delle feste ateniesi più importanti che
venivano organizzate in onore di Atena ogni quattro anni: non vennero mai elevati a
giochi Panellenici ma non per questo erano meno prestigiosi, dato il valore dei premi
assegnati, che erano oggetti d‟oro e d‟argento, scudi e olio d‟oliva.
Ritornando ai Giochi olimpici, il loro primo istitutore sembra essere stato Pelope, un
giovane che ebbe una triste morte, dato che il padre decise di farlo strozzare e poi
preparò il corpo per un sacrificio agli Dei. Secondo la leggenda, Giove mentre lo
sacrificavano durante un banchetto decise di ridonargli la vita, ma secondo altri chi lo
strozzò non strinse abbastanza e quindi il giovane era precipitato solo in una morte
apparente. Pelope, rinato, volle comunque celebrare l‟accaduto con la sua gente e per
farlo organizzò una grande festa allestendo una competizione di kratos, una sorta di lotta
simulata, cui si aggiunsero poi il pugilato ed altre gare, tra cui quella di corsa.
Pelope sarebbe poi diventato il re di quel territorio che prese il nome di Peloponneso.
Con molta probabilità già prima di Pelope esistevano i giochi, ma da quel momento
iniziarono i giochi conosciuti secondo la tradizione, anche se si trattava di giochi
occasionali e verso l‟800 a.C. se ne era già perso il ricordo.
Solo nell‟anno 784 a.C. re Ifito, avuta notizia di questa usanza quasi dimenticata decise
di riportarla alla luce, così che, impadronitosi di un vasto territorio, l‟Elide, dove in
seguito sorse Olimpia, decise di celebrare la sua vittoria facendo disputare una
competizione sportiva. Nell‟anno 776 a.C., si svolsero quindi, i primi Giochi
dell‟olimpico Giove ( poi chiamata Olimpiade) , nei pressi di Olimpia, basati su una
sola gara, e più precisamente la corsa, vinta da Coroibo su una distanza di 192,27 metri,
cioè uno stadion. Tali Giochi si rivelarono un successo, con una grande partecipazione
di pubblico, e pare che non si parlasse d‟altro nel corso dei mesi successivi: così che
molti proposero di ripeterli ogni anno. Dietro all‟organizzazione dei Giochi c‟era stato
un grande impegno, soprattutto economico, tanto che per alcuni si trattava di spese
eccessive se da ripetere ogni anno e, si decise, di ripeterli solamente ogni quattro anni,
introducendo anche altre gare oltre a quella di corsa. Sulla base di questo intervallo,
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molti autori iniziarono a stabilire la cronologia della storia delle Olimpiadi, partendo da
quelle del 776 a.C., dato che non era infatti ancora in uso il calendario e così ciò sembrò
il modo più adatto per contare gli anni. Per alcuni secoli si decise addirittura di citare il
nome del vincitore della gara dei carri, quella più ambita, per ricordare gli anni.
Fino al 472 a.C. i Giochi si svolgevano nell‟arco di una sola giornata e i partecipanti
provenivano esclusivamente dalle zone circostanti all‟Elide; poi si decise di portarne la
durata a cinque giorni e di farne un evento dalla risonanza ben più ampia.
Per annunciare lo svolgimento dei Giochi, iniziarono ad essere incaricati degli araldi
che percorrevano grandi distanze per arrivare a città e regioni sempre più lontane; in
questo modo la manifestazione iniziò a coinvolgere un grande numero di persone ed a
interessare principi, re e governanti di altri Stati. Anche questi ultimi iniziarono a
partecipare alle gare, tanto che la vittoria in una disciplina iniziò a diventare un fatto
nazionale che coinvolgeva il prestigio di una nazione e portava all‟incitazione da parte
dell‟intera popolazione. La manifestazione era ormai diventata famosa e anche poeti,
letterati e musicanti se ne interessarono, componendo inni e lodi dedicate; anche i
sacerdoti si fecero coinvolgere, inaugurando e chiudendo i Giochi con celebrazioni
religiose sfarzose. Lo spirito che spingeva a questi Giochi era quello di svolgere una
competizione sportiva solenne, ma fu istituita anche con un altro scopo, in quanto
diventò l‟occasione per riunire in un solo luogo i principali uomini dei differenti stati
della Grecia perché potessero avere l‟opportunità di deliberare su affari di pubblico e
comune interesse. I vari magistrati greci si riunivano, discutevano di politica,
prendevano decisioni importanti e firmavano anche trattati.
Per fare in modo che le decisioni prese fossero diffuse pubblicamente, venivano esposte
nei santuari delle città, posate su una stele o su placche di bronzo; in questo modo
diventavano testimonianze verso Zeus, il protettore dei Giochi.
Olimpia da qui si trasformò in un centro culturale, dove gli artisti più celebri e illustri
lasciavano le loro opere più belle, tra cui la statua di Zeus scolpita da Fidia, in avorio e
oro, alta dodici metri e considerata una delle sette meraviglie del mondo.
Le guerre locali non mancavano, ma lo spirito olimpico le faceva interrompere
permettendo alla Grecia di ritornare ad essere un popolo unito nello spirito di
fratellanza: l‟occasione diventava uno dei rari momenti in cui greci di luoghi e regni,