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l alfabetizzazione, la partecipazione al sociale, la maturit individuale, la societ e la
persona. Il disagio scolastico Ł una configurazione emergente da un intreccio di
significati individuali e sociali che non Ł mai definitiva perchØ i significati nel tempo
evolvono e stabiliscono connessioni diverse tra loro. Significati che si manifestano nei
gruppi e nei singoli a piø livelli, dalle aspettative di vita sociale e individuale agli
investimenti di energie e di risorse, alle azioni di scolarizzazione. Ci significa che
l abbandono scolastico pu presentarsi con forme e motivi differenti nel corso del
tempo.
Un piccolo miglioramento nel nostro Paese c’Ł stato: nell’arco degli ultimi
quattro anni, tra il 2004 e il 2007, in Italia l’incidenza di abbandoni precoci Ł scesa di
2,8 punti percentuali al Mezzogiorno e di 3,6 punti al Centro-Nord. Significativi sono
dei dati rilevati dall’indagine del Ministero della Pubblica Istruzione, presso le scuole
statali e non statali riferiti all’A.S. 2006/07 che fanno emergere nella scuola secondaria
di secondo grado come l’abbandono interessi prevalentemente il primo anno di corso;
sono infatti, i primi ingressi nel sistema scolastico e gli anni di passaggio da un ordine
all’altro che costituiscono una soglia critica nel percorso scolastico. Alla base dell’analisi
sulle cause della dispersione e sul suo dimensionamento, l’accento viene posto sulla
questione dell’intreccio tra variabili soggettive e variabili macro-sociali. Le esperienze
di indagini condotte a livello locale hanno individuato nel grado di sviluppo socio-
economico il fattore discriminante per il manifestarsi del fenomeno nelle diverse aree
del Paese.
Negli studi e negli interventi, la sensibilit per la pluralit delle dimensioni e
delle forme del fenomeno si traduce nell adozione di un approccio pluriprospettico.
Discipline diverse, dalla sociologia dell educazione alla psicologia, alla pedagogia
consentono punti di osservazione differenti la cui presa in considerazione non pu che
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contribuire a migliorare la comprensione e la progettazione dell intervento. L attenzione
per la storicit del fenomeno implica per gli studi osi e gli operatori un ritorno continuo
sulle sue componenti per riconsiderarne consistenza e intreccio; comporta la
consapevolezza della parzialit della lettura, in q uanto ci che viene posto in risalto in
un determinato momento oscura altre possibili e, forse, piø adeguate letture. La
dispersione scolastica si pone allora come indicatore della qualit del sistema formativo
e pone l’accento sul valore del ruolo e della funzione della scuola, della famiglia e delle
altre istituzioni e impone la ricerca di risposte e interventi adeguati e mirati, in un
quadro di integrazione tra tutti i soggetti coinvolti.
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CAPITOLO 1 - IL FENOMENO DEL DISAGIO SCOLASTICO
1.1 Il disagio: difficolt di definizione
Il termine disagio ha cominciato ad affermarsi in torno alla fine degli anni 70
come chiave di lettura meno stigmatizzata, meno drastica, piø estesa ed allo stesso
tempo piø sfumata rispetto alle categorie forti d i devianza e di marginalit fino ad
allora predominanti per qualificare la condizione giovanile. Il concetto si presenta
inizialmente povero di contenuti specifici ed Ł impiegato per esprimere la perdita di
rilevanza delle problematiche giovanili; solo successivamente l attenzione viene
focalizzata sui vissuti che accompagnano il disagio durante i momenti di crescita verso
l et adulta (Amenta, 2004).
Il disagio Ł ordinariamente inteso come esperienza strettamente personale e
soggettiva da cui possono derivare dei segni osservabili e rilevabili dall osservatore e
dall interlocutore. Disagio designa, pertanto, la condizione di chi vive ai margini, si
sente escluso, isolato, lontano dagli altri e da se stesso. Secondo la letteratura
psicopedagogica il disagio Ł inteso come sintomo dell incapacit e/o dell impossibilit
del soggetto di trovare soluzioni soddisfacenti e coerenti alla propria identit , come
sintomo di una domanda non patologica relativa ai problemi psicologici ed affettivi, alle
difficolt familiari, relazionali, scolastiche, al malessere esistenziale legato alla
costruzione dell identit . Risulta, quindi, una dif ficolt a gestire la complessit e a far
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fronte alle contraddizioni legate ai processi di socializzazione e di maturazione verso
l et adulta.
Il disagio scolastico si configura per essere uno stato emotivo non correlato
significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistico o cognitivo, ma che si
manifesta attraverso una serie di comportamenti di rifiuto delle attivit scolastiche, tali
da impedire l utilizzo delle proprie capacit cogni tive, affettive, relazionali (Petruccelli,
2005). Il disagio va considerato come un fenomeno specifico, che nasce dall incontro
del ragazzo con la scuola, dal processo dialettico fra le richieste dell istituzione
scolastica e la risposta dell alunno. I concetti di disagio scolastico, abbandono,
dispersione sono concetti relativi, non assoluti, nel senso che dipendono dal concetto di
scolarizzazione praticato in una data societ , in u n determinato momento storico: un
fenomeno considerato fisiologico in un determinato contesto storico-culturale, pu
risultare patologico in un altro. Dipende dal valore che, di volta in volta, viene attribuito
al padroneggiamento da parte di tutti di una certa soglia di conoscenza e degli strumenti
per ulteriori approfondimenti (Liverta Sempio, 2002).
Prima che fosse istituita la scuola media unica, nel 1962, il disagio scolastico
non era un fenomeno molto evidente, probabilmente perchØ pochi erano coloro che
potevano permettersi di studiare oltre la scuola elementare: un rendimento non adeguato
era semplicemente attribuito a deficit mentali o di volont e punito con la bocciatura,
che non di rado portava alla definitiva uscita dal sistema scolastico. Con l istituzione
della scuola media, emerse la profonda contraddizione tra una scuola selettiva e per
pochi, ed una obbligatoria ed universale. Per far fronte a questa situazione furono
innescati dei meccanismi che consentivano ugualmente la selezione, rendendo
l insuccesso frutto di difficolt di apprendimento e di patologie legate al funzionamento
intellettivo del ragazzo. In questo modo si mantenne l impostazione elitaria della scuola:
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non si selezionava ma, di fatto, si creava un alunno di secondo livello (Petruccelli,
2005). Il fenomeno del drop-out divent allora impo nente e coloro che, per svariati
motivi, non riuscivano a tenere il passo con gli altri, venivano confinati in classi
differenziate, dove ricevevano un istruzione individualizzata per colmare la distanza.
Queste classi speciali non facevano altro che iso lare il problema e furono
definitivamente eliminate nel 1977.
L insuccesso scolastico pareva destinato a scomparire grazie ad una serie di
circolari che modificavano il sistema di valutazione e rendevano piø difficile la
bocciatura nella scuola media. Tuttavia ci non fec e altro che posticipare la bocciatura
nel primo biennio della scuola superiore, luogo in cui si assiste, ancora oggi, ad un
abbandono massiccio (Mancini, Gabrielli, 1998). Osservando i dati relativi
all abbandono nell arco degli otto anni dell obblig o l andamento era inferiore all 1%
nella scuola elementare, per crescere fino al 4,4% nella scuola media e fino ad un 19,1%
nella scuola superiore. L abbandono si configura come una selezione indiretta: la
scuola, pur senza bocciare, demotivava i ragazzi e le famiglie al proseguimento degli
studi.
Il fenomeno dell abbandono scolastico non si presta ad una definizione univoca
non solo per la sua variet interna, ma anche perch Ø esso Ł parte integrante, anzichØ
realt isolata, di una costellazione di fenomeni co n i quali si connette e a cui a volte
parzialmente si sovrappone.
La scuola nella sua proposta educativa presenta progressivamente degli ostacoli
agli alunni, il cui superamento rappresenta un fattore di crescita, definito frustrazione
ottimale . Quando per gli alunni non riescono a su perare gli ostacoli che la vita mette
loro davanti, per cause intrinseche ( incerto senso di autostima, mancanza di volont ,
scarso interesse) o estrinseche ( contesto socioculturale, contesto scolastico), si assiste al
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fenomeno dell insuccesso: ci comporta il rifiuto d i contenuti e modalit delle proposte
didattiche ed educative. La scuola allora diventa luogo di esperienze cariche di pesanti
tensioni, che possono sfociare anche nel fenomeno complesso del drop-out. Tale
fenomeno Ł considerato un distacco piø o meno lacerante non solo dal sistema
formativo, ma anche da ogni altra forma di intervento, che possa aiutare a crescere
culturalmente, professionalmente, socialmente e personalmente un soggetto nel suo
periodo evolutivo e giovanile. Il concetto di disagio scolastico Ł divenuto argomento di
interesse per i ricercatori solo di recente, comprendendo oltre al mancato dissolvimento
dell obbligo scolastico, anche la dimensione soggettiva dell insuccesso scolastico,
inteso come la delusione per il mancato rapporto tra aspirazioni personali e risultati
raggiunti (Maggiolini, 2000). Infatti insuccesso , dispersione e abbandono sono
termini che in genere indicano la mancata coincidenza fra aspirazioni e risultati.
Insuccesso, ritardi e abbandono sono spesso indici di un malessere piø profondo, che
coincide con un ampia gamma di comportamenti devianti. Inoltre, il dropping out Ł
ritenuto anche un comportamento a rischio dei giovani di oggi che come tale fa parte
dell insieme di comportamenti, tra cui l uso e l ab uso di alcool o di droghe, i
comportamenti violenti o delinquenziali, i disordini alimentari, considerati una seria
minaccia per la salute e il benessere dei giovani, poichØ chi li esibisce spesso non evolve
come adulto responsabile ( Liverta Sempio, 2000). D altronde i comportamenti a rischio
sono l esito di complesse interazioni tra piø fattori e sono correlati tra loro. Data tale
correlazione, il coinvolgimento di un giovane nel dropping out pu segnalare
l accresciuta probabilit del suo impegnarsi anche in altri comportamenti a rischio,
informazione importante non solo per la comprensione del fenomeno ma anche per
l intervento.